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SOGYAL RINPOCHE... MEDITAZIONE: Cos' e come praticarla. Edizioni Amrita.

Presentazione: Spesso il termine " meditazione " ci confonde: c' chi crede sia una forma di estrema concentrazione, c' chi pensa significhi astrarsi dalla realt, c' chi l'identifica con uno stato di preghiera o di sogno pi o meno cosciente. Sogyal Rinpoche, uno dei pi acuti maestri di meditazione del nostro tempo, con i suoi 20 anni di esperienza in Occidente, ci chiarisce definitivamente le idee con estrema sempicit, con umorismo e talvolta con poesia, ma sempre con la chiarezza propria dei saggi. " Nella meditazione ci sono una semplicit aperta e un'ordinariet che la rendono quasi magica; sana, chiara, risvegliante, piena di senso dell'umorismo, di gioia di saggezza ..... estremamente potente, compassionevole e capace di elevarci " ISBN 88-85385-03-6

Meditazione cos' e come praticarla Il maestro impagabile. La nostra gratitudine si manifesta nel vedere la Sua natura di Buddha e nel diffondere il Suo insegnamento, perch la Sua Compassione giunga ad altri fratelli. Gli Editori SOGYAL RINPOCHE MEDITAZIONE COS'E' E COME PRATICARLA Traduzione di Giancarlo Tarozzi Edizioni Amrita Soffio di Luce Presso le Edizioni Amrita ( EX ARISTA ) nella collana SAGGEZZA: - SAGGEZZA come fare buon uso delle religioni, di Anagarika Silananda - INIZIAZIONE: memorie di un'Egizia di Elisabeth Haich - SUFI: oltre l'ultima barriera, di Reshald T. Feild - SUFI: la strada invisibile, di Reshald T. Feild - IL POPOLO DEGLI UOMINI: Gli Indiani del Nord America, di Domenico Buffarini - LE CARTE-MEDICINA:

carte sciamaniche di guarigione, di J. Sams e D. Carson - LA VIA DI DIAMANTE: tre anni con i Buddha del tetto del mondo, di Lama Ole Nydhal - COME TRASFORMARE LE EMOZIONI NEGATIVE di Lama S. Rinpoche Riceverete gratuitamente il nostro catalogo ed i successivi aggiornamenti richie dendolo a: Edizioni Amrita - Casella postale I - 100094 Giaveno ( To ) telefono ( 011 ) 9349128 fax ( 011 ) 9340579 Titolo originale dell'opera : Essential Advice on the practice meditation; per t utti i paesi: RIGPA Fellowship, 44 St. Paul's Crescent, London, NW1 9 TN- GB. Per l'Italia Edizioni AMRITA s.r.l. - Torino. Tutti i diritti riservati. Ogni riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mez zo, deve essere preventivamente autorizzata dall'Editore. Ai nostri lettori I libri che pubblichiamo sono il nostro contributo ad un mondo che sta emergendo , basato sulla cooperazione piuttosto che sulla competitivit, sull'affermazione d ello spirito umano piuttosto che sul dubbio del proprio valore, e sulla certezza che esiste una connessione fra tutti gli individui. Il nostro fine di toccare q uante pi vite possibile con un messaggio di speranza in un mondo migliore. Gli Editori Nella pagina seguente riportata una fotografia di Jamyang Khyentse Chokyi Lodro ( 1896 - 1959 ) fu uno dei maggiori maestri tibetani di questo secolo; autorevole conoscitore di tutte le tradizioni e detentore di tutti i linguaggi, fu l'anima del movimento ecumenico tibetano Rim. Introduzione Sogyal Rinpoche nato in Tibet, ed stato allevato come un figlio da uno di pi gran di maestri Buddhisti di questo secolo, Jamyang Khyentse Chokyi Lodro. Alla morte di quest'ultimo, Sogyal Rinpoche ha studiato con S.S. Dudjom Rinpoche e S.S. Di lgo Khyentse Rinpoche, i suoi altri principali Maestri e, per alcuni anni stato il traduttore e l'assistente di Dudjom Rinpoche, ispiratore del suo lavoro in Oc cidente. Ha studiato alla Cambridge University, ed ora ha un'esperienza di oltre quindici anni di vita ed insegnamento nel mondo occidentale. La chiarezza, la semplicit e l'umorismo con i quali Rinpoche presenta gli insegna menti e le pratiche del Buddhadharma, insieme al suo dono particolare di oltrep assare le barriere culturali e rivelare la vitalit della prospettiva Buddhista n el mondo conflittuale contemporaneo, lo ha condotto ad insegnare in tutto il mon do. E' molto richiesto come oratore in conferenze internazionali su una vasta ga mma di argomenti, quali la guarigione, la psicologia, l'ambiente, la pace, l'art e e la scienza. Possiede la riconosciuta, pioneristica capacit di sottilineare gl i elementi comuni all'antica saggezza Buddhista tibetana e all'esperienza e alla ricerca moderna. Nota: a pagina 2 del testo rappresentata la fotografia di S.S. Dilgo Khyentse Ri mpoche con la didascalia: nato nel 1910, il capo del lignaggio Nyngma, fondato d

a Padmasambava. E' universalmente riconosciuto come il pi grande maestro vivente di Dzogchen, nonch il maggiore sostenitore del movimento ecumenico tibetano Rim. E ' stato per alcuni anni il maestro di Dzogchen di S.S. di Dalai Lama; fine nota. Continua testo: Universalmente noto per il suo lavoro nel campo della morte e dell'assistenza ai morenti, Rinpoche al momento sta scrivendo un libro da tempo atteso sull'argome nto, che sar il primo di una serie, e che comprender una ricerca pi approfondita su l 'Libro Tibetano dei Morti', e testi sulla Meditazione e sullo Dzogchen. Nota: segue a pagina 4 del testo la fotografia di S.S.Dudjom Rinpoche ( 19040-19 87 ) con la didascalia: grande erudito e maestro di meditazione, scrisse, tra l' altro, una Storia della Scuola Nyingma, la pi antica, di cui era considerato la S uprema Autorit. Oltre alle sue enciclopediche conoscenze, egli disponeva della ca pacit di comunicare direttamente 'la natura della mente'. Ha lasciato migliaia di discepoli nei paesi himalayani, e moltissimi in Occidente, ove ha fondato impor tanti centri negli Stati Uniti e in Francia. Fine nota; continua testo. Rinpoche ha fondato centri Rigpa di Meditazione Buddhista in Gran Bretagna, Fran cia, Stati Uniti, Germania, Irlanda, ed Australia, ed insegna in vari Stati d'Am erica ed in altri apesi del mondo, specialmente Olanda, Svizzera, Australia e N uova Zelanda. Questi centri Rigpa offrono un'introduzione completa agli insegnam enti e alla pratica del Buddhadharma, fornendo al tempo stesso la continuit ed un a presentazione graduale, estremamente apprezzate dai discepoli. Nota: segue a pagina 6 del testo un " GOM" parola tibetana che significa meditaz ione. Calligrafia di Sogyal Rinpoche; fine nota. Continua testo Meditazione Tutti i nostri problemi derivano dall'attacamento, e la meditazione il mezzo med iante il quale disimpariamo la nostra tendenza all'attaccamento. Quando molliamo la presa, sorge una sensazione naturale di spazio: questa meduitazione. Lascia r la presa ed aggrapparsi sono entrambi stati della mente; questa mente che quan do non stiamo attenti cos gradevolmente, intelligentemenete, sofisticamente ingan nevole. Le meditazione il sentiero della semplicit, dell'apertura, del mettere a punto, d ell'affrontare la mente: usare la mente per domare la mente. La bese della pratica della meditazione il rilassamento. E' estremamente importa nte che stiate comodi e consentiate a pensieri ed emozioni di acquietarsi. Non c' nulla da raggiungere o da portare a compimento, cos lasciate andare. Lasciate andare ogni solennit, e perfino l'idea stessa che state meditando. Lasci ate che il vostro corpo rimanga cos com', e respirate come viene, naturalmente. Quanto alla mente, la cosa essenziale non sopprimere i pensieri o troncarli, ma semplicemente lasciarli esistere senza lasciarsene sedurre o distrarre. Non cerc ate di manipolarli. Se state sognando o pensando....limitatevi a sognare o pensa re....se non aggiungete altro carburante, i pensieri si estingueranno da soli. Gradualmente le cose si sistemeranno e andranno naturalmente al loro posto: come quando si butta una manciata di riso su una superficie piana, e ogni chicco pre nde posto naturalmente da solo. Quando avrete raggiunto una certa tranquillit mentale, raddrizzate la schiena e s iate presenti a voi stessi. Poi lasciate anadare e continuate il rilassamento. Se trovate difficile non fare altro che lasciarvi andare restare cos, ed avete b isogno di qualcosa da fare o da seguire, allora prestate attenzione al vostro re spiro. Se non potete abbandonare completamente ogni forma di attivit, allora ques to un sistema abile per utilizzare la vostra attivit per mettervi in sintonia con voi stessi. Ogni respiro vita: semplice, possente, normale e libero. se espirate e poi non i

spirate pi siete morti. Limitatevi semplicemente ad essere consapevoli del respiro mentre viene e va: do vreste essere appena presenti e attenti. Abbiate un atteggiamento compassionevol e verso il vostro respiro, non attaccatevi ad esso n concentratevi troppo: siate con il respiro, fluite con il respiro. E' come se foste nuvole che attraversano il cielo, o prati mossi dal vento: limi tatevi ad essere qui. Dopo un po' di tempo che sarete consapevoli del respiro, il respriro stesso, col ui che respira e l'atto del respirare diverranno una cosa sola. Quando non sarete pi coscienti del vostro respiro ci sar il pericolo di rimanere i nvischiati nella presenza del respiro stesso, di perdere la consapevolezza: siat e presenti a voi stessi, e lasciatevi andare. Con ogni respiro noi creiamo nevro si, inibizioni e karma, dunque liberatevi ad ogni respiro, simbolicamente, come un atto di buon augurio e concretamente. Siate l'espirazione, boicottate l'inspirazione. Ogni respiro si dissolve nello s pazio, nell'essenza unitaria, nella natura Buddhica, o Verit. Poi, nello spazio s enza limiti, quasi provando un timore reverenziale, limitatevi ad essere. Potres te non tornare pi indietro ! Cominciamo con l'esercizio, non con la perfezione ( se fossimo perfetti non avre mmo bisogno di esercizio ); " l'esercizio rende perfetti ", anche se tutti vorremmo trovare il maestro perfe tto e la tecnica perfetta, invece di doverci sforzare in prima persona. Cos questa una tecnica, ed semplice: espirate - dissolvete - spazio, espirate - d issolvete - spazio. Ma non fatene un gioco mentale od un esercizio meccanico, n i mponete un ritmo alla tecnica, perch allora non ci sar pi spazio. Per alcuni, la meditazione sul respiro una tecnica troppo vicina, come se la men te guardasse la mente nuda; in tal caso auspicabile una tecnica alternativa, qua le la meditazione, sulla concentrazione. Volgete quietamente la mente su un oggetto o su un'immagine, preferibilmente sce gliendone uno che sia per voi ispirante e susciti in voi delle associazioni ment ali. Un fiore, una fiamma, ( tutto ci che d una sensazione di calore ) un'immagine sacra, come quella di Buddha o del Cristo, l'ideale. Presto sarete consapevoli dell'essenza unitaria dell'oggetto, al di l della sua f orma solida esteriore; consapevolezza significa andare al di l della differenziaz ione e dell'attaccamento. Sulle prime l'esercizio pu essere eccitante, poi pu diventare noioso o perfino dol oroso: passate attraverso tutte queste esperienze, ed anche se non riuscite ad e sercitarvi non prendetevela con voi stessi. Non pensate all'esercizio, limitatev i ad accompagnarlo. Perseverate, ma con un certo senso dell'umorismo; dopo un po ' scoprirete uno stile ed un ritmo personale, segno che sarete pronti ad incontr are un maestro che possa consigliarvi e guidarvi nella pratica, dal momento che avrete delle esperinze in comune. A questo punto la vostra pratica non sar pi mute vole ed instabile come il tempo britannico, e diventer pi spaziosa. Non avrete pi b isogno di nessuna tecnica, e potrete limitarvi a stare in quello stato mentale m editativo. Prima di tentare di applicare la meditazione, nelle situazioni della vita quotid iana, dovreste gradualmente acclimatarvi a questo stato della mente. Non siate t roppo precipitosi nello sperimentare la vostra forza spirituale, procedete pas so, passo. Poi potrete permettervi di applicarla in situazioni confortevoli, neu trali, quindi in situazioni non familiari, ed infine anche in quelle legate ad a ggressivit o passioni. Con l'esperienza della pratica meditativa, svilupperete un'abilit nata da questa spaziosit, e saprete quando e che cosa fare. La spiritualit non separata dalla vita quotidiana: il sentiero che unisce la prat ica all'illuminazione passa attraverso la vita quotidiana. La meditazione non n u na panacea istantanea che risolve tutti i vostri problemi, n una cura specifica p er emicrania, insonnia, ecc.; un processo graduale di crescita e di guarigione, attraverso il quale nasce la fiducia che ci permette di affrontare tutte le situ azioni della vita.

Londra 1978 Nota: segue pagina 16 del testo la fotografia di una statua del Buddha con la di dascalia: GURU RINPOCHE il fondatore del Buddhismo Tibetano, ed il Buddha della nostra epoca. Nel vedere questa statua quando venne realizzata a Samy ( nell'VIII secolo, in Tibet ), Egli comment: " Mi assomiglia " dopodich la benedi sse dicendo: " Adesso essa me ". Istruzioni fondamentali La prima cosa da controllare quando si inizia la seduta di meditazione la postur a, termine con il quale ci riferiamo sia alla postura fisica che a quella mental e. La postura mentale una disposizione della mente, un atteggiamento, un gesto, una preghiera, un omaggio, un'offerta, un'apertura. Questo gesto della mente simile allo sbocciare di un fiore: il sorriso della vostra mente illuminata o del vost ro cuore, la scoperta della vostra compassione solare interiore, e della felicit. Un detto Tibetano afferma: " Se crei una condizione favorevole nel corpo e nell' ambiente circostante, la meditazione o realizzaione sorger naturalmente." Per assumere la corretta postura fisica, incrociate le gambe nella posizione del loto o del mezzo loto; nella tradizione tibetana, pi utilizzato il mezzo loto, g iacch la posizione del loto indicata soltanto per le pratiche di yoga pi avanzate. L'unione delle due gambe incrociate esprime il senso di non dualit, l'unit di vita e morte, di questo e di quello, di bene e di male, di ' Samsara e Nirvana ': il senso delle contraddizioni. La cosa pi importante nella postura fisica mantenere la schiena eretta. Dal punto di vista dello yoga, quando sediamo in posizione eretta il canale centrale fond amentale del corpo e tutti i vari livelli energetici sono allineati: come risult ato, l'energia interiore o 'prana' fluisce pi agevolmente, e la nostra mente pi di stesa. La parte inferiore della spina dorsale, per, ha una curva naturale e non d ovete farvi male forzandola a stare troppo dritta: deve rimanere rilassata ed im mobile. La forza della postura dovrebbe risiedere nella parte supeirore del corpo, parti colarmente nelle spalle: dovreste sentirvi come " una tigre pronta a balzare ". Esistono diverse posizioni per le mani. Generalmente, per cominciare, meglio pog giarle dolcemente sulle ginocchia: questa postura si chiama " mente rilassata di per se stessa ". La testa dovrebbe essere bilanciata comodamente sul collo. Postura non significa " dolore al collo ! " La testa dovrebbe anche essere leggermente reclinata, in modo da permettervi di sentire il pomo di Adamo. Lo sguardo dovrebbe puntare verso il basso, ad un angolo di 45 gradi: la misura tradizionale di questa distanza la " lunghezza dell'aratro ", cio circa un metro. Lo sguardo deve essere dolce, mite , non duro e tenace. Nello Dzogchen ( Nota: Lo Dzogchen al tempo stesso l'insegnamento ultimo e final e, ed il cuore degli insegnamenti di tutti i Buddha. Anche se viene generalmente assegnato alla scuola di Buddhismo Tibetano Nyingma, ossia l'antica scuola fond ata da Guru Rinpoche, lo Dzogchen stato praticato nel corso dei secoli dai maest ri di tutte le diverse scuole come una delle partiche interiori pi profonde; fine nota ) molto importante tenere gli occhi aperti: si dice che il canale della sa ggezza colleghi gli occhi con il cuore, e che quando gli occhi sono chiusi il co llegamento si interrompa. Una delle tecniche di meditazione Dzogchen propone di concentrare la propria con sapevolezza negli occhi, e poi puntare gli occhi al cielo. Per cominciare, per, pu essere pi semplice rilassarsi tenendo gli occhi chiusi, dal momento che ci sono meno distrazioni: in seguito, man mano che avrete maggior f amiliariet con la pratica meditativa, potrete cominciare gradualmente ad aprirli. Se nel corso della meditazione vi sentirete intontiti o assonnati, respirate pr

ofondamente e puntate lo sguardo verso l'alto. La vostra bocca dovrebbe essere socchiusa, come se foste sul punto di dire 'aaah '; tradizionalmente si dice che dovreste poter tenere un chicco di riso tra i de nti. Il significato della postura la comprensione del fatto che la natura di Buddha d entro di noi; la nostra natura interiore la natura di Buddha. Questo il messaggi o fondamentale dell'insegnamento di Buddha e di tutti i grandi maestri. La nostra natura buddhica vale quanto la natura buddhica dello stesso Buddha: e anche se non siamo riusciti a risvegliare completamente la nostra natura buddhic a, perlomeno possiamo confidare in essa: questa fiducia la base essenziale della meditazione, la ragione per la quale ci mettiamo in postura. Cos, quando vi mettete in postura, " fare finta " con assoluta fiducia di essere un Buddha: dovreste sentire la dignit, la 'fierezza' di un Buddha. La fierezza di un Buddha umilt unita a dignit e forza. Se avete solo questo, e nul l'altro, gi sufficiente perch sio produca lo stato di meditazione. Che fare della mente ? Lasciamola semplicemente cos com'. La vera meditazione una " mente sospesa nello spazio in nessun luogo ", priva di contenuti e di ambizion i. E' come se faceste levitare la vostra mente, lasciandola poi sospesa nell'ari a, nello spazio davanti a voi. Nei testi Dzogchen, la meditazione viene descrit ta come " una consapevolezza pura e completa senza attaccamento "; se riuscite a rimanere in tale stato di presenza della mente, non avrete bisogno di alcun met odo per meditare. Per la maggior parte di noi, per, difficile prendere questa strada direttamente, ed abbiamo bisogno di un metodo di meditazione come l'osservazione del respiro. Anche questa tecnica per molti pu essere un inizio difficile, ed in questo caso m eglio servirsi di un'immagine quale il " Mi assomiglia " ( nota: l'immagine ripr odotta a pagina 16; fine nota ) di Guru Rinpoche: disponete la foto a livello de gli occhi, e dirigete lievemente la vostra attenzione sul suo volto, specialment e sull'espressione dei suoi occhi. Un detto Taoista afferma: " La pi grande rivel azione nell'immobilit". L'immobilit rivelata nella " presenza " del suo sguardo, c he mostra consapevolezza senza attaccamento. Sedete quietamente e sentitevi in p ace con Guru Rinpoche; lasciate la vostra mente tranquilla e rilassata: questa m editazione. E' importante che n la meditazione n il metodo vengano presi troppo sul serio, ma piuttosto con scioltezza, come un esercizio: dovreste avere un atteggiamento gio coso, allegro nei confronti di questa disciplina. Per esempio, il grande calciat ore brasialinao Pel diventato cosa bravo perch fin da bambino giocava sempre a pall one: dovreste giocare con la vostra tecnica di meditazione come se foste Pel, ed ogni pensiero fosse una palla; proprio come un bambino che gioca a palla. Se agi te in questo modo, la meditazione riuscir. In effetti, " fare " meditazione impossibile: la sola cosa che potete fare eserc itarvi. Un detto tibetano afferma. " la meditazione non esiste, esiste l'abituarsi a farla ". Se vi esercitate nel metodo, la meditazione avr luogo: " l'esercizio rende perfetti ". La perfezione che deriva dall'atteggiamento posi tivo che si ha nel fare pratica l'approccio Dzogchen alla meditazione. A volte la gente d talmente importanza alla meditazione che quando finalmente arr iva il momento della pratica si diventa ipertesi, come se uno aspettasse che suc ceda qualcosa, che d'un tratto qualcosa cali su di lui, e se ci non accade rimane deluso. Non dovreste stare ad aspettare che succeda qualcosa, piuttosto dovrebbe esserci la soddisfazione nella semplicit dell'immediatezza. Voi siete' Buddha, non che l o diventerete. " Essere " molto importante. Se usate il metodo di osservare la respirazione, siate semplicemente in pace con il vostro respiro, siatene quietamente consapevoli. Nno rivolgete tutta la vost ra attenzione al respiro, bens un'attenzione lieve, circa il 25%, e lasciate che il rimanente 75% si rilassi nell'ambiente circostante o nello spazio. Uno stato di rilassamento importante, cos come l'osservare senza voler controllar e. Come dice Suzuki Roshi: " Dare alla vostra pecora o alla mucca un prato vasto e spazioso il metodo migliore per controllarla ". ( nota: Suzuki Roshi, Zen Min

d's Beginner Mind; fine nota ) La stessa cosa vale per la vostra mente. La vera forza interiore sta nella contemplazione: quando osservate e osservate s enza per lasciarvi coinvolgere dalla tentazione dei pensieri che affiorano, allor a sviluppate la vera introspezione. Amsterdam 1982. Sedetevi con la forza della montagna l'atteggiamento del cielo il flusso di un fiume il respiro del vento i colori della natura l'esperienza dell'arcobaleno. E restate cos, semplicemente, e siatene felici, siate felici ma senza possedere nulla. Sedetevi come il cielo contiene il sole: spazioso, senza aggrapparvisi Dordogne 1984 Segue pagina 30 del testo un testo in caratteri orientali con la didascalia ch e dice: OM AH VAJRA GURU PEMA SIDDHI HUM ( Il mantra di Padmasambava ) Trovare la quiete del cuore Quando leggete libri sulla meditazione, o anche quando la meditazione viene prop osta da gruppi diversi, si pone l'accento soprattutto sulle tecniche: in Occiden te la gente molto interessata alla 'tecnologia' della meditazione. Per non c' dubb io che l'elemento pi importante della meditazione non la tecnica, ma il modo di e ssere, lo spirito, che viene chiamato 'postura', una postura che non tanto fisic a quanto collegata all'atteggiamento mentale e la disposizione dell'animo. E' bene sottolineare che quando cominciate a praticare la meditazione, entrate i n una dimensione completamente diversa della realt. Normalmente dedichiamo gran p arte dei nostri sforzi a raggiungere obiettivi, e ci implica una lotta, mentre ne lla meditazione esattamente il contrario: una rottura completa rispetto al nostr o modo di agire, dal momento che si tratta di uno stato privo di ambizioni, dove non esiste n consenso n rifiuto, n speranza, n paura. La meditazione semplicemente un modo di essere, di sciogliersi, come un pezzo di burro lasciato al sole: non a nulla a che fare con quello che sapete o meno al riguardo. In effetti, ogni volta che praticate la meditazione, dovrebbe essere p er voi qualcosa di nuovo, come se stesse accadendo per la prima volta. Limitatevi a starvene tranquillamente seduti, con il corpo immobile, senza parla re, con la mente distesa, e permettete ai pensieri di andare e venire, senza con sentire la formazione di attaccamenti di alcun tipo. Si tratta di un semplice processo di osservazione del respiro, sempre che abbiat e bisogno come aiuto di concentrarvi su qualcosa. Quando espirate, siate consape voli del fatto che state espirando; quando inspirate, siate consapevoli che stat e inspirando, senza ulteriori commenti, analisi o lavorii mentali. Questa sempli cissima attenzione filtra i vostri pensieri e le emozioni e allora, come liberan dosi di una vecchia pelle, qualcosa sguscia fuori e si libera. Di solito la gente tende a rilassare il corpo concentrandosi su diverse parti: i l vero rilassamento, per, viene, quando vi rilassate profondamente dall'interno, perch solo allora ogni altra parte di voi si rilasser da sola, in maniera naturale

, secondo la propria natura. Meditazione signiica quindi essere molto semplici e naturali, rilassare la mente senza imporle nulla, e senza nemmeno cercare di essere calmi: non dovrebbe esse rci nessuno sforzo deliberato per di controllarla, e nessun tentativo di stare t ranquillo in pace. Comunque lo scopo fondamentale della postura la creazione di nu ambiente ideale per la meditazione, che aiuta la mente a raggiungere uno stato di maggior risve glio. C' un detto famoso: " se crei una condizione propizia nel corpo e nell'ambi ente circostante, la meditazione e la realizzazione si produrranno automaticamen te." Se il vostro atteggiamento e la postura sono corretti, allora la meditazione sor ger naturalmente. La prima cosa da imparare nella meditazione come " spazzar via" il vostro vecchi o ego nevrotico, ed invece limitarvi tranquillamente ad " essere ", a trovare la pace del cuore, tranquillit e soddisfazione. A questo punto, all'inizio, la natu ra pu essere di grande aiuto. Per coloro che non sono abituati alla meditazione, o che hanno difficolt nel praticarla, pu essere molto positivo servirsi della natu ra, per esempio: fissare il cielo, od ascoltare il rumore di una cascata, e, se siete in citt, passeggiare nel parco e guardare gli uccelli, od osservare le fogl ie degli alberi mosse dal vento. Distraetevi dalle vostre preoccupazioni con la vostra mente inquieta. Molti prat icanti anche troppo seri non sanno distrarsi nella meditazione, mentre un buon m editatore sa come deve prendere con spirito la meditazione, perch se uno non ci r iesce, potrebbe finire con il rivelarsi pi un problema che un aiuto. Nelle vostre prime esperienze di meditazione potreste provare una specie di impa zienza: volete avere subito dei risultati, ma c' un detto molto saggio che afferm a: " affrettati pure, ma lentamente ". Non lasciate spazio a troppe aspettative troppo immediate, continuate invece a p erseverare nella pratica, ma senza accanimento. Agli inizi, quando meditate, i pensieri vi si accavallano nella mente, perfino p i turbolenti di prima: eppure questo un buon segno, in quanto finalmente avete pr eso coscienza dello stato selvaggio che regna nella vostra mente, il " Selavaggio West ". Non che i vostri pensieri siano pi scatenati di prima, ma ch e ora voi siete pi calmi e questo vi rende pi consapevoli dell'agitazione dei vost ri pensieri. E' in questa fase che avete bisogno di un buon senso dell'umorismo. ... un serio senso dell'umorismo ! Non arrendetevi: qualsiasi pensiero si presen ti, limitatevi a rimanere presenti, ad osservare il respiro, anche in mezzo alla pi grande confusione; dopo un po' qualcosa si assester, e lentamente caler un sens o di pace. Nella meditazione ci viene ricordato di essere attenti e consapevoli: questo sig nifica che qualsiasi pensiero sorga, dovete consentirgli di fluire naturalmente, comportandovi come un vecchio saggio che guarda giocare un bambino. Se state pe nsando, lasciate che i pensieri sorgano e si calmino, senza alcun impedimento. I pensieri sono come il vento: vanno e vengono, e se non ci pensate, non costitu iscono un grosso problema. L'atteggiamento fondamentale nella meditazione consen tire il flusso naturale di pensieri, tenendo al tempo stesso la mente " libera d a altri pensieri che riconrrono i pensieri ". Tendiamo a pensare che quando si medita non dovrebbero esserci pensieri, e quand o nel corso della nostra meditazione i pensieri si manifestano, ci convinciamo s ubito di aver sbagliato qualcosa. In effetti non cos. Dovete capire che quando meditate i pensieri sono parte integ rante del processo meditativo; invece, la cosa importante il vostro atteggiament o nei loro confronti. Quando raggiungete lo stato meditativo, i pensieri smetton o di infastidirvi e diventano come una musica di sottofondo, dolce e gradevole. Se siete a vostro agio, le cose diventano meno difficili. Per cominciare, centratevi in voi stessi, ed entrate in contatto con il vostro " angolo di quiete "; se rimanete cos, gradualmente sboccer la meditazione. Siate s paziosi, e permettete a tutti i vostri pensieri ed alle emozioni di calmarsi: se

seguirete queste indicazioni, in un secondo momento, quando farete ricorso ad u n metodo quale l'osservazione del respiro, la vostra attenzione si focalizzar con minore sforzo. Cercate di identificarvi concretamente con il respiro, invece di limitarvi ad osservarlo. Potete anche scegliere un oggetto, come un fiore, un'immagine di Buddha, od un s uono di un mantra, come elemento su cui focalizzarsi. Ma al principio meglio lim itarsi ad essere spaziosi, a consentire alla vostra natura simile al cielo di ma nifestarsi: pensate a voi stessi come se foste il cielo che sorregge l'intero un iverso. Quando vi sedete, lasciate che le cose si sistemino e permettete di dissolversi a tutto il vostro ego disarmonico, con la sua mancanza di genuinit e di naturalez za, e da tutto questo emerger il vostro vero essere: sperimenterete un aspetto di voi stessi pi genuino ed autentico, il " vero " s. Man mano che vi spingerete pi a fondo, comincerete a scoprire la vostr a fondamentale bont ed a collegarvi con essa: lo scopo fondamentale della meditaz ione abituarsi a questo aspetto che avete dimenticato, ed per questo motivo che si dice che " la meditazione non esiste, esiste l'abituarsi ". Abituarsi a cosa ? Alla vostra vera natura, la vostra natura di Buddha. Questo il motivo per cui nello Dzogchen, l'insegnamento ultimo e finale del Budd ha, siamo incoraggiati a " riposare nello stato inalterato della natura della me nte "; limitatevi a sedere tranquilli, permettete a tutti i vostri pensieri e co ncetti di dissolversi nella purezza della natura intrinseca della vostra mente. E' come quando le nuvole si dissolvono o la nebbia evapora, per rivelare il ciel o limpido ed il sole splendente con gioia. Quando tutto si dissolve in questo mo do, cominciate a sperimentare la vostra vera natura, " viva "; allora ne divenit e consapevoli, ed in quel momento vi sentite realmente bene. E' qualcosa di diverso da ogni altra sensazione di benessere che possiate aver s perimentato in precedenza; una bont vera e genuina, nella quale provate un senso profondo di pace, soddisfazione e fiducia nei confronti della vostra vera natura . Si parla spesso di essere " buoni ", di evitare il male, e anceh varie religioni parlano di morale ed etica: eppure il problema che quando non siete collegati d irettamente alla vostra sorgente fondamentale di bont, allora essere buoni estrem amente difficile, dal momento che il vostro cuore non completamente coinvolto; d 'altra parte, quando voi siete in contatto con la vostra essenza illuminata, il cuore di 'bodhicitta', allora qualsiasi cosa sorga naturalmente buona. Cos la meditazione la chiave fondamentale dell'etica. Perci il primo passo della meditazione scoprire questa generosit, questa dolcezza nei confronti di se stessi; in questa vita andimao in cerca di un significato, f ormulando interrogativi come : " Chi sono ? ", ma la vera risposta sta nella rea lizzazione della nostra vera natura. Quando realizzerete che inerente, allora ve drete che tutte le risposte saranno gi presenti. Fino a quel momento, per quanto a fondo possiate cercare, non troverete una risposta del tutto soddisfacente. Nella pratica meditativa, quando riusciammo a pacificarci, a calmarci e a limita rci ad essere, allora qualcosa si libera, la bont o la natura della mente. Lo sco po di una tecnica, come l'osservazione del respiro, essere di aiuto per questa l iberazione: supponete di riuscire a raggiungere con successo un livello di " rip oso nella natura della mente ", allora la tecnica diventa quasi superflua, invec e di meditarci sopra, il respiro diventa meditazione. Allora non c' pi cos tanta " meditazione " da fare, ma sufficiente essere nello stato non duale; vi adeguate al flusso continuo della vostra pura consapevolezza della natura della mente, e , nel farlo, sviluppate il vostro carattere e la vostra fiducia interiore. E' bene meditare quando vi sentite ispirati: le prime ore del mattino possono fa vorire una tale ispirazione, poich il momento migliore per la mente al mattino pr esto, quando essa i fresca e calma ( il momento raccomandato tradizionalmente pri ma dell'alba, ma va bene anche la sera ). E' molto meglio mettervi a sedere quando siete ispirati, dal momento che non solo sar pi semplice, trovandovi in una condizione mentale pi propizia per la meditazione, ma il vostro stesso esercizio risulter incoraggiante, aumentando di

rimando la fiducia nella pratica, sicch in seguito sarete capaci di esercitarvi a nche quando non sarete cos ispirati. Non c' bisogno di meditare a lungo: rimanete tranquilli fino a quando sarete un p o' aperti, e capaci di collegarvi con l'essenza del vostro cuore. Questo il punt o fondamentale. La fase successiva 'l'integrazione', ovvero la meditazione nell'azione. Una volt a che la consapevolezza stata risvegliata dalla meditazione, la mente calma e la percezione un po' pi pura e coerente, allora qualsiasi cosa facciate, siete pres enti, siete qui ed ora. Come ha detto un famoso maestro Zen: " Quando mangio, ma ngio; quando dormo, dormo ". Qualsiasi cosa facciate, siete completamente presen ti nell'azione: anche lavare i piatti, se fatto consapevolmente, pu essere un'azi one energizzante, liberatoria e purificatrice. Siete pi in pace, cos siete pi " voi ". Ogni volta che farete qualcosa, sarete pi in sintonia. Man mano che si dissolver l a preoccupazioe per voi stessi, vi ritroverete ad essere pi in sintonia con l'asp etto compassionevole del vostro " se": se non interrompete tale sensazione e flu ite con essa nella vita, facendo qualsiasi cosa con comprensione ed abilit approp riata. Uno dei punti essenziali del viaggio spirituale perseverare nel percorrere il se ntiero. Anche se la nostra meditazione pu essere buona un giorno e non altrettant o buona il giorno seguente, come un mutevole scenario, ci che conta non sono le e sperienze, buone o cattive, ma piuttosto il fatto che, quando perseverate, la pr atica stessa a cancellarvi, e questo attraverso le esperienze ( pratiche ) sia b elle che brutte, dal momento che non sono altro che esperienze, cos come il tempo pu essere bello o brutto, ma il cielo in s rimane sempre immutabile. Se perseverate ed avete un tale atteggiamento spazioso come il cielo, senza lasc iarvi turbare da emozioni ed esperienze, allora svilupperete la stabilit, e la ve ra profondit della meditazione si far sentire. Vi accorgerete che, gradualmente e quasi inosservato, il vostro atteggiamento inzier a cambiare. Non avrete la stess a presa di prima sulle cose, n vi attaccherete cos tanto ad esse, ed anche se di t anto in tanto si verificheranno crisi, potrete affrontarle un po' meglio, con ma ggior umorismo e facilit. Sarete perfino capaci di ridere un po' delle vostre dif ficolt, dal momento che ci sar pi spazio tra voi e loro; sarete pi liberi da voi ste ssi. Le cose diventeranno meno solide, leggermente ridicole, ed il vostro cuore si alleggerir. Londra 1987 Segue a pagina 50 del testo la fotografia di Sogyal Rinpoche con la didascalia: stato riconosciuto quale reincarnazione di Terton Sogyal, Lerab Lingpa, scoprito re di Terma ( i tesori di saggezza ) celati da Padmasambava, ed amico personale nonch Lama del 13 Dalai lama. E' inoltre considerato un'emanazione di Do Khyentse e di Lingtsang Gyalpo, discendente diretto di Gesar Ling. Nel flusso mentale : la meditazione come modo di vita Quante persone ai nostri giorni hanno familiariet con la meditazione ? In alcune parti del mondo in particolare, la meditazione diventata un fenomeno molto comun e, quasi un lavoro domestico. Ha incontrato un'accettazione generalizzata, perch viene riconosciuta come pratica che spezza molte barriere sia culturali che reli giose, e che mette a fuoco lo sviluppo spirituale personale, giacch da molti punt i di vista, la meditazione una pratica che trascende la religione. Se dovessimo presentare la meditazione da una prospettiva Buddhista, per prima c osa dovremmo notare che la pratica meditativa mira a lavorare sulla mente sul cu ore, e con l'energia. Certe volte possiamo praticare la meditazione in maniera m olto semplice: lasciamo tranquilla la nostra mente, in una condizione naturale; nell'immobilit, nel silenzio e nella pace. Quietamente. Alcuni possono conoscere un metodo e usarlo, come l'osservazione del respiro. Ma

altri quando diciamo loro " Sedete ", poi non sanno assolutamente che fare, e aspettano che il silenzio fi nisca il pi presto possibile, perch qualcosa a cui non sono abituati, e per quanto idilliaco possa essere l'ambiente in cui viviamo, senza'altro stato raggiunto d agli influssi del ventesimo secolo. Limitarsi a rimanere tranquilli e silenziosi una cosa con la quale abbiamo la minima familiariet: l'immobilit ed il silenzio c i rendono nervosi ed insicuri, come se trovarsi di fronte a se stessi, senza alc una attivit - tutti soli con noi stessi - fosse un'esperienza piuttosto terrorizz ante. E la maggior parte delle volte, quando sedimao tranquilli, quello che succ ede che i nostri pensieri cominciano a correre a 2000 l'ora, se non pi veloci. Q uasi sempre, quando sediamo, il problema riguarda l'energia. A volte per, le cose sono facilitate da un certo ambiente, potrebbe essere un amb iente naturale, o una certa atmosfera creata da amici o praticanti che siedono i n silenzio tutti insieme: allora, anche se non avete familiariet con la meditazio ne, il fatto stesso di essere in un ambiente del genere vi ispira la pace mental e. Nelle prime fasi, quindi, la meditazione calma, pacifica e stabilizza la mente. In effetti il termine sanscrito per indicare la meditazione ' Dhyana ', in Tibet ano 'Samten', in Cinese 'Ch'an' ed in Giapponese 'Zen'. Che cosa iognifica la pa rola tibetana 'Samten ' ? 'Sam' la mente pensante, e 'Ten ' significa solidifica re, calmare o stabilizzare. Significa anche " affidabile " o " stabile ". Cos il nostro primo passo calmare e stabilizzare la mente pensante. Se la mente i n grado di stabilizzarsi da sola, senza ausilio di oggetti o tecniche, va beniss imo. Altrimenti, se non siamo abituati, o se non ci sentiamo a proprio agio, e s e semplicemente non sappiamo come fare, allora in certi casi ci serviamo di tecn iche quali osservare il respiro, guardare un oggetto, od usare un mantra, per ai utare la mente a focalizzarsi, calmarsi e stabilizzarsi. Quello che sempre molto importnate tenere a mente che il metodo, o l'esercizio, non sono che un mezzo; in altre parole, non sono la meditazione. E' per mezzo de lla pratica che si raggiunge la perfezione: il puro stato di presenza totale, ch e la meditazione. Quando siamo realmente noi stessi ... quando noi ci manifestiamo .. quando tutto il nostro ego innaturale si dissolto ... quando non esiste pi dualit ... quando s iamo in grado di arrivare alla condizione non duale di assenza dell'ego... quell o stato si chiama meditazione, nel senso ultimo della parola. Allora non esiste pi alcun conflitto, perch la dualit viene naturalmente dissolta e liberata. Cos, quello che cerchiamo in realt di fare quando pratichiamo la meditazione calma re e stabilizzare, cos da dimenticare la nostra mente confusa o " s egoico ". L'eg o un sostituto, un s fasullo, sempre mutevole. Non altro che un insieme di idee, concetti, condizionamenti, basati non sulla verit ma su pure menzogne e credenze che, sottoposte ad esame, dimostrano di non aver alcun fondamento reale. E' importante ricordare che il principio dell'assenza dell'ego nel Buddhismo non significa che prima c'era un ego, e che per il Buddhista se ne liberato ! Al c ontrario, significa che per cominciare non esiste alcun ego, e che bisogna reali zzare 'questa' assenza di ego. Talvolta, quando facciamo pratica, riusciamo a trovarci in stato meditativo; all ora scopriamo che non esiste pi alcuna dualit, conflitto o confusione. E se guardi amo dentro di noi quando ci troviamo in tale stato, scopriamo che l'ego inesiste nte: ci manifestiamo attraverso il nostro vero s naturale, o S Buddhico, il " s pri vo di s " che sempre dentro di noi, e che costituisce la nostra natura inerente. E' questo che tutte le religioni hanno sempr definito principio di bont o divinit: l'uomo fatto ad immagine di Dio, come dice il Cristianesimo; nel Buddhismo dici amo che la natura del Buddha esiste in ogni cosa. E dov' questa bont, questa natura Buddhica ? Nel profondo della Natura della Mente . E' come il cielo momentaneamente oscurato dalle nubi che, quando le nuvole si dissolvono, si rivela, limpido e chiaro, con un sole immenso di compassione che risplende su ogni cosa. Noi chiamiamo questa luce solare " Boddhicitta ", il " c uore della nostra essenza illuminata ". Questa bont fondamentale deve essere trasportata nella nostra realt; anche se la n

ostra natura, e siamo tutti Buddha, siamo solitamente piuttosto confusi e rannuv olati, ed abbiamo dimenticato e perso il contatto con quello che siamo realmente . Quando diciamo che abbiamo la natura di Buddha, parliamo in termini di Terra; no n dello stato finale di purificazione. Cos, anche se Buddha '' la nostra natura, non ce ne rendiamo conto, dal momento ch e siamo oscurati da due nubi: quella emozionale e quella intellettuale. Siamo partiti insieme ma il Buddha ha preso una strada, e noi l'altra. Cos negli insegnamenti chiamiamo questo concetto " una Terra, due Sentieri ". Abbiamo fatt o qualche passo lungo la nostra strada, e questo si chiama ' Samsara'. In partic olare in Occidente, stare nel 'Samsara' molto facile perch il suo meccanismo domi na il nostro essere con tanta potenza, ed il passo con cui procede cos spedito. N oi dobbiamo uscire dal nostro sentiero per cercarlo, il 'Samsara', e nemmeno att endere che arrivi; ovunque come la polvere: oggi pulisci e domani ce n' altrettan ta. Dal momento che la sua influenza cos forte, il 'Samsara' si perpetua da solo, senza bisogno di alcun aiuto da parte vostra. Il fine della meditazione conservare la purezza della nostra natura inerente, ed anche se non riusciamo a rimanere a lungo in tale stato, se ogni giorno inietti amo almeno una goccia di una tale pura consapevolezza nel nostro flusso mentale, ne costruiamo lentamente l'intelaiatura. Il nostro carattere di base, fondamentale, non altro che un flusso mentale od en ergetico: noi 'siamo' solo un flusso mentale. Se ci guardiamo, e ci chiediamo chi siamo realmente, forse scopriremo che la nos tra identit tutte queste cose dfiverse: il passato, i nostri genitori, la nostra casa, il nostro lavoro, il nostro cane, la nostra compagna, nonch qualsiasi altra esperienza. E' possibile che oggi ci sentiamo bene perch oggi le cose vanno bene, ma se doman i, chiedendoci come stiamo, scopriamo che non la stessa cosa, dov' finito il " se ntirsi bene " ? E' scomparso completamente, perch nuove influenze si sono succedute all e precedenti. E noi continuiamo a cambiare con il mutare delle circostanza, come il flusso di un ruscello; anche se sembra sempre lo stesso, in effetti cambia c ontinuamente.... Cos dobbiamo modificare questo flusso mentale, con la purezza della nostra natura intrinseca. Infatti, lo scopo della meditazione, non solo avere davvero una fug ace visione di quello che la nostra natura e penetrarla, ma anche portare una ta le consapevolezza nella nostra vita quotidiana; la nostra esistenza ordinaria ed il modo in cui vediamo le circostanze normali della nostra vita saranno allora benedette da una tale prospettiva. Anche solo esercitarsi per un breve periodo n ella meditazione pu fare un mondo di bene, ma se volete una tale pratica abbia re almente un effetto stabile e duraturo, quello che dovete fare non prenderla come una medicina o una terapia occasionale, ma come se fosse la fonte quotidiana di cibo o sostentamento. Solo allora gli effetti reali della meditazione potranno farsi sentire. Basta pensare a quanto a fondo abbiamo percorso l'altra strada, creando concreta mente un'abitudine' che domina la nostra esistenza. Se guardiamo i nostri sogni, per esempio, vediamo che non sono altro che rappresentazioni ed immagini di abi tudini, e, come si usa dire, " le vecchie abitudini sono dure a morire ". Ci vuo le 'un bel po', perch se anche lo stato meditativo un'arma molto potente capace d i spezzare la confusione, altrettanto vero che non fa parte della nostra esperie nza quotidiana e che non diventata essa stessa un'abitudine: cos non siamo capaci di trasportare la sua influenza positiva nel mondo delle nostre abitudini radic ate. Ma, ancora una volta, importante non accentuare troppo concetti dualistici, di l otta tra bene e male; tutto questo pi simile al concetto di luce: quando splende, non si trova pi l'oscurit. Cos dobbiamo portare luce alle nostre vite, tirar fuori la nostra vera natura e p ermetterle di risplendere. Se guardate a certi grandi maestri, od ai buoni prat icanti, od anche solo alle persone buone, vedrete che irradiano calore, una pres enza che fonte di ispirazione, e che potete riconoscere quando vi trovate in lor

o compagnia. E' interessante notare che i Tibetani, quando parlano tra loro, non chiamano il loro capo " il Dalai Lama" bens " Kun Dun", che significa " la presenza ". Una pe rsona realmente presente un Buddha, e questa presenza buddhica ci che dobbiamo co ltivare. All'inizio viene chiamata " attenzione " e quando la si realizza pienamente, div enta 'presenza'. La disciplina della pratica reale della meditazione insegna a m antenere una tale presenza nella nostra vita quotidiana. Nel Buddhismo, si sente spesso pronuciare la parola 'disciplina': la disciplina non significa un atteggiamento rigido o una routine militaresca senza senso dell 'umorismo, ma una consapevolezza e presenza di spirito continua. Viene definita " come un profumo impregnante ". Nelle conversazioni avute con dei terapeuti, molti mi hanno spiegato come, stand o alla loro esperienza, uno dei metodi pi potenti di guarigione sia una 'profonda ' meditazione in postura. A volte chiedono ai loro pazienti di rimanere in postu ra, come minimo per tre ore. Un altro fenomeno che hanno osservato il fatto che anche se alcuni possono essre fortemente legati alla meditazione o ad altre tecniche di trattamento, e si sen tano a proprio agio con esse, ci nonostante non riescono ad ottenere gli effetti desiderati: i sintomi non mostrano alcun miglioramento. Scoprono poi che la caus a il fatto che questi particolari pazienti accettano di meditare solo in presenz a del terapeuta. Non continuano poi effettivamente, fino a portare la pratica ne lla vita quotidiana facendone qualcosa di reale. Quando invece ci riescono, i su ccessi sono molto pi netti. Nello stesso modo, dobbiamo vedere la pratica della m editazione come modo di vivere. Ogni volta che praticherete la meditazione, sia nelle prime ore del mattino che in qualsiasi altro momento della giornata, vi accorgerete che aprir una porta sul vostro essere inerente. Dopo questa apertura iniziale, la cosa pi importante non la pratica in s, ma lo st ato merntale che una tale pratica sviluppa dentro di voi: mangiare piacevole, ma pi importante sentirsi soddisfatti e nutritit; cos, lo stato mentale indotto dall a meditazione ha un significato molto maggiore del fatto stesso di meditare. Troppo spesso la gente si dedica alla meditazione per ottenere qualche risultato straordinario, come visioni, luci o miracoli sovrannaturali, e se tutto questo non accade , si sentono piuttosto delusi. Ma il miracolo che avviene in realt pi normale e pi utile: una trasformazione sotti le, non solo nella vostra mente e nelle vostre emozioni, ma anche nel vostro cor po, ed altamente curativo. Come hanno scoperto scienziati e medici, quando godet e di un buono stato mentale, anche le cellule del vostro corpo sono pi contente: riuscite ad immaginare le cellule che alzano i loro piccoli calici di champagne e dicono " cin cin " ? Ma quando la vostra mente si trova in uno stato negativo, allora anche le vostre cellule diventano maligne. La nostra salute globale ha parecchio a che fare con il nostro stato mentale, e con il nostro modo di essere. In particolare in questo periodo, in cui gli uomini sono colpiti da cos tante mal attie, la comprensione di questo fatto non pu non risvegliare in noi la possibili t di veder la vita in modo diverso: in un certo senso non esiste possibilit di sce lta; davvero questione di sopravvivenza. Vivere con lucididt la pi grande protezio ne, anche per la nostra salute. Cos dovete prolungare lo stato mentale nel quale vi trovate dopo la meditazione, sicch farete ogni cosa con quella presenza mentale. C' una storia molto famosa di una conversazione di un maestro Zen ad un suo discepolo, il quale gli chiede: " Maestro, come porti l'illuminazione nell'azione concreta ? Come la pratichi nell a vita quotidiana ? " " Magiando e dormendo ", risponde il maestro. " Ma, Maestro tutti dormono e mangiano ." " Ma non tutti mangiano quando mangiano, e non tutti dormono quando dormono ". Da qui deriva il famoso detto Zen: " Quando mangio, mangio. Quando dormo, dormo ".

Questo significa essere presenti al 100% nell'azione; non siete pi il vostro ego ordinario, e la vostra azione diventata un'azione universale, un'azione compassi onevole. Senza pi dualismo, 'diventate voi stessi l'azione'. Per esempio, stato s coperto che quando rigoverante, se mantenete la mente pura e lavate i piatti con tutto voi stesso, ci molto energizzante. Se invece nel frattempo pensate a molte altre cose, allora diventer una seccatura. Questo dovrebbe suggerirvi l'applicaz ione continua della lucida attenzione e della presenza. Se volete che la vostra pratica sia veramente di beneficio per voi e per la vostra esistenza, e perci anc he di beneficio per gli altri, non potrete dedicarvi ad essa solo occasionalment e. Spesso la gente chiede: " E' meglio praticare venti minuti la mattina o la sera, oppure fare diverse sedute pi brevi ? " S, positivo praticare la meditazione venti minuti, anche se questo non vuol dire che venti minuti sia un limite massimo. Da nessuna parte nelle scritture si par la di venti minuti. " Venti minuti " una nozione che si sviluppata in Occidente; potreste chiamarla " Periodo Standard per la Meditazione " . A volte la gente t eme, se non rimane in postura per venti minuti, di fare qualcosa di sbagliato, c ome quando si interrompe una cura di antibiotici. Ma il punto fondamentale non i l tempo: il punto se la pratica vi porta realmente ad un certo stato di presenza . Se cos , potete rimanere in postura anche solo cinque minuti, per tre minuti, pote te sedervi anche solo per un minuto ..., per trenta secondi... perfino cinque se condi... ma potrebbe non essere sufficiente ! Il punto fondamentale non nemmeno la postura, in particolare i meditatori pigri che si siedono per venti minuti e si appisolano ! Per loro in particolare, venti minuti di meditazione sonnolenta non sono consigl iabili: dovrebbero praticare seduti cinque minuti , ma ben svegli... Credo che s iano abbastanza felici di questa notizia ! Il mio maestro Dudjom Rinpoche, diceva sempre che un principiante dovrebbe medit are in brevi sedute. Praticate per tre-cinque minuti, poi fate una breve pausa, di almeno un minuto. Quando fate una pausa, quello che in realt fate lasciar andare la tecnica meditat iva. Specialmente se vi siete impegnati molto durante la seduta, nel momento in cui fate una pausa, lasciandovi andare ma mantendendo la vostra presenza, spesso la meditazione si manifesta ' in quel momento'. Ecco perch la pausa una parte de lla meditazione importante quanto la postura. Riprendete la postura per un breve periodo e poi fate una pausa, lucidi e naturalmente rilassati. Poi sedetevi di nuovo. Cos fate numerose sedute brevi: cinque minuti di pratica, pi un minuto di pausa, e cos via. Se fate cos, l'intervallo rinfresca la vostra meditazione, e la meditaz ione fa della vostra pausa un'espressione naturale della vostra pratica. Se continuate una tale forma di alternanza di pratica e di rilassamento intercon nessi dal filo della vostra lucidit, allora lentamente, lentamente, tra meditazio ne e post-meditazione ci sar minor differenza, scomparir il confine. Come ha detto un g rande maestro: " Non ho mai meditato, ma non mi sono mai neanche mai distratto, neppure per un sol secondo. Un tale praticante non ha bisogno necessariamente di meditare, perch si trova sempre in tale stato, e non si distrae mai, nemmeno per un solo momento. Naturalmente, il problema sta nel riuscire a farlo per ventiquattr'ore al giorno , trecentosessantacinque giorni all'anno. Quando fate un ritiro meditativo, per esempio, il fine fondamenatle tagliarvi fuori dagli impegni della vostra esisten za e ritirarvi nell'ambiente naturale e propizio della meditazione. Ritiro signi fica mettere un limite alle attivit superflue: in una tale situazione voi mantene te la meditazione quasi ventiquattr'ore al giorno, anche mentre dormite, mangiat e e vi rilassate. Se la vostra pratica intensiva, profonda e rilassata a quel mo do, allora comincia ad avere un effetto di fondamentale importanza sul vostro es sere profondo, e sul flusso della vostra mente. Per, non soltanto praticando nell'ambiente di un ritiro che i benefici della medi

tazione possono permeare il vostro flusso mentale. Dopo un tale ritiro, anche me ntre vivete la vostra solita esistenza in citt, potete praticare un po' al mattin o e quindi applicare una tale presenza in tutta la vostra vita quotidiana. Allor a, ogni volte che vi sentite persi, confusi, o distratti, tornate alla vostra me ditazione, od alla vostra respirazione, riconquistate e matenete tale stato di p resenza, e riposate in esso per tutto il tempo che potete. E' l'applicazione continua di tale presenza che provoca realmente cambiamenti pr ofondi. Se a volte vi accorgete che non cos semplice praticare da soli o nella vo stra stanza, allora cercate di andare a praticare all'aperto. Alcuni, che trovan o difficile mantenere la postura, traggono grandi benefici dal praticare in sile nzio mentre camminano, in particolare se vivono in un bell'ambiente naturale. Potete sedre in riva ad un fiume e vedere come continua a cambiare mentre vi pas sa davanti: ispirer la vostra introspezione, e potrete abbandonare quietamente la vostra mente, lasciando fluire l'energia. Oppure potete contemplare l'oceano, o sdraiarvi per terra e fissare il cielo, abbandonando quietamente la vostra ment e, e lasciando che il cielo esteriore ispiri una spazialit interiore. Questo un m odo nel quale potete praticare. Un altro usare la respirazione, che il metodo pi comune nel Buddhismo. La respirazione il tramite vitale dell'energia; come lo sp irito, che riunisce il corpo e la mente. Si dice spesso che la respirazione sia il veicolo della mente. Cos, se volete calmare o domare la mente, domate il respi ro, e allora domerete abilmente la mente nel contempo. Quando usate la respirazione, tenete la bocca leggermente aperta come se foste s ul punto di dire " aaah ". Non serve una respirazione speciale; respirate come v i viene, in maniera rilassata. A volte respirare ed essere presenti sufficiente, ma se avete bisogno di concentrarvi perch la vostra mente molto agitata e turbol enta, allora centratevi sulla vostra respirazione ed identificatevi con l'espira zione. Questa una tecnica interessante, perch mentre all'inzio pu essere solo una semplic e pratica di osservazione dell'espirazione, in seguito, se si viene introdotti i n forme di meditazione pi avanzate, ci si accorge che pu aprire molte, molte porte . Serve quasi come preparazione per la pratica meditativa di Mahamudra o dello D zogchen. Osservate la respirazione, focalizzatevi sull'espirazione e identificandovi in e ssa. Quando espirate, il respiro si dissolve nello spazio; l'inspirazione avvien e naturalmente ogni volta che i vostri polmoni si svuotano, cos non dovete pensar ci troppo. Non concentratevi troppo; date circa il 25% della vostra attenzione, e lasciate il resto quietamente rilassato, tutt'uno con il vostro respiro. Usate questa tecnica per tutto il tempo che vi serve. Vi porter maggiore chiarezz a. Poi, quando vi ritroverete pi centrati nella natura della vostra mente, e quan do vi ritroverete in sintonia con il respiro, non dovrete pi rivolgergli particol ari attenzioni. Limitatevi semplicemente a riposare nella pace della vostra ment e. Tranquillamente, svegli, attenti e rilassati. Poi, cominciate nuovamente a distrarvi, ritornate ancora una volta alla respiraz ione. Questa la tecnica. Ora si tratta solo di metterla in pratica. Santa Rosa 1988 La Rigpa Fellowship Rigpa sifgnifica " la vera natura della nostra mente ", e lo scopo degli insegnam enti Dzogchen di farci realizzare tale stato per poi rimanere in esso. La Rigpa Fellowship un'associazione internazionale di centri di meditazione budd histi, in Europa, Stati Uniti ed Australia, sotto la direzione spirituale di Sog yal Rinpoche e Dzogchen Rinpoche, il cui scopo di promuovere una reale comprensi one dell'insegnamento del Buddha, facilitare coloro che intendono, tramite la pr atica, realizzare lo stato di Rigpa, e rendere possibile uno scambio di conoscen

za fra l'approccio buddhista e le discipline occidentali ad esso connesse. I momenti essenziali dell'attivit della Rigpa Fellowship sono i ritiri sotto la g uida di Sogyal Rinpoche, aperti sia ai principianti sia agli studenti pi avanzati . Essi vengono organizzati in Inghilterra, in Francia, in Germania, negli U.S.A. , in Australia. Nel 1992, Sogyal Rinpoche diriger il primo ritiro di tre mesi, in Francia. Ai ritiri partecipano numerosi altri maestri, anche di tradizione diversa, nello spirito ecumenico del movimento Rim. La Rigpa Fellowship raccoglie inoltre i fondi per numerosi progetti di ricostruz ione e creazione di Monasteri e Centri, in Oriente e in Occidente.

I Centri Rigpa in Europa Francia Rigpa 22, Rue Burq 75018 Paris tel (011) 42545325 C. Bouchard 59, Monte de la Grande Cote 69001 Lyon tel. 78272831 I. Liptay 4, Rue des Tresoriers de la Bourse 34000 Montpellier tel. 67447421 tel. 67447421 67662681

Irlanda Rigpa 2nd Floor 12 Wicklow Street Dublin 2 tel. (01) 540480 M. Leonard 8 El Dorado Milford Grange Castletroy Co. Limerick tel. (061) 331160 DZOGCHEN BEARA GarranEs Allihies West Cork tel. (027) 73032

Germamia Rigpa Forster Str. 37 1 Berlin 36 tel (030) 6181801 H. Winkler Kravogelstr, 46 8000 Munchen 60 tel. (089) 876716

Gran Bretagna Rigpa 330 Caledonian Road London N 1 1BB tel. (071) 6076051

Svizzera Rigpa P.O. Box 253 8059 Zurich tel (01) 4631547 Rigpa 6 Rue de Villereuse 1207 Geneve tel. (022) 7350947 Olanda Rigpa P.O.Box 17233 1001 JE Amsterdam tel. (020) 238022

INDICE Introduzione pag. 1 Meditazione pag. 7 Istruzioni fondamentali pag. 17 Trovare la quiete del cuore pag. 31 Nel flusso mentale: la meditazione come modo di vita pag. 51 La Rigpa Fellowship pag. 83 I Centri Rigpa in Europa pag. 85 ALTRI TITOLI DEL NOSTRO CATALOGO

Nella collana delle opere di Anne e Daniel MEUROIS GIVAUDAN: - L'altro volto di Ges ( Memorie di un Esseno - vol. I ) - Le strade di un tempo ( Memorie di un Esseno - vol. II ) - Le vesti di luce: leggere l'aura e curare per mezzo dell'amore - Terra di smeraldo: testimonianze dall'Oltrecorpo - Racconti di un viaggiatore astrale - Viaggio a Shambhalla - L'incontro con Lui - I Nove scalini: cronaca di una reincarnazione - Wesak: il tempo della riconciliazione - Cronaca di una disincarnazione: come aiutare chi ci lascia - Di luce in luce: un anno di cammino con te - Il popolo degli anima-li Nella collana Findhorn: - Le porte interiori di Eileen Caddy - Il mio volo verso la libert di Eileen Caddy Nella collana Energie: - Reiki: energia, guarigione, di Giancarlo Tarozzi - Feng-Shui: la casa in armonia con il cosmo, di Yannick David - Casa tra terra e cielo, di Jean-Charles Fabre - L'uso cosciente delle energie, di Rinaldo Lampis - Gioia guarigione, di Torkom Saraydarian - La scienza spirituale del Kriya Yoga, di Goswami Kriyananda - Medici del cielo, medici della terra di Maguy Lebrun - A.I.D.S.: Roger guarito, di Bob Owen Nella collana i Deva: - Fratello elfo, sorella fata di Johfra, Lorien, Carajan - Il ritorno del popolo alato ( il Libro degli Angeli ) di Ken Carey - Messaggeri di luce: come includere gli angeli nella tua vita, di T. L. Taylor Nella collana altri universi: - Di stella in stella, di Serge Reiver Nella collana dedicata alle favole iniziatiche: - Usa ci che sei di Fung-Chang - I saggi dalla veste color prugna, di Fun-Chang Nella collana L'Uomo e il Cielo: - Meditazioni zodiacali, di Johfra Nella collana I Grandi Precursori: - Giordano Bruno, il vulcano di venezia di Yvonne Caroutch - Luci della Grande Loggia Bianca, di Michel Coquet Nella collana I LIBRINCARTE: - I Messaggeri dell'universo: un gioco di carte per andare oltre la mente - Le 108 meditazioni di Findhorn, di Eileeen Caddy Nella collana non solo libri: - Le chiavi delle fate, di Gabriella Delfante AMRITA VIDEO

- Swami Premananda: la gioia di amare - Come aiutare chi ci lascia di Anne e Daniel Meurois-Givaudan Riceverete gratuitamente il nostro catalogo e i successivi aggiornamenti richied endolo a: Edizioni Amrita - Casella postale -1 - 10094 Giavieno (To) telefono (011) 9349128 - fax (011) 9340579 Finito di stampare nel mese di maggio 1991 dalla Nuova Oflito - Mappano ( Torino ) Composizione Logo - Giavieno ( Torino ) ristampa 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 anno 94 95 96 97 98 99 2000 01 02

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