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LA REPUBBLICA 41
DIARIO
di
Milano l filosofo della scienza Giulio Giorello trova riduttiva la contrapposizione che fra laici e cattolici si instaurata a proposito di quella variante biopolitica che la legge sulla procreazione assistita. Dice Giorello: Ci sono laici che per le proprie paure si possono schierare su posizioni che appartengono alle gerarchie ecclesiastiche, e cattolici che su questi argomenti hanno sviluppato una indiscutibile sensibilit laica. Quanto allidea che la vita sia sacra un principio messo in questione dalla scienza molto tempo fa. E trovo particolarmente interessanti le parole di Christian de Duve - uno scienziato che ha studiato nella cattolicissima Lovanio - dove nel suo libro La vita che evolve (edito da Cortina) sostiene che proprio il rifiutarsi di intervenire l dove la scienza ci permette di farlo per superare i limiti dovuti alla cattiva sorte, sia un atto di irresponsabilit. Naturalmente la responsabilit non consiste nellutilizzare il famoso principio di precauzione con il quale bloccare qualunque decisione in nome del fatto che questo principio prescrive che si possa intraprendere un intervento tecnologico solo quando si sicuri che non ci sia rischio alcuno. Pensare che il rischio non si annidi nel nostro mondo, nella nostra vita una pura e semplice pretesa metafisica. Ed interessante che questa posizione metafisica la condividano tanto i soloni dei comitati bioetici quanto i pi estremi leader della contestazione agli Ogm. Intendiamoci. Non dico dato da una lite di super che i timori non debbano esseesperti bioetici che stabiliscare presi sul serio, soprattutto no le regole in base alle quali quando sono timori biopolitidecidere che cosa giusto o ci, ossia problemi che riguarsbagliato in materia di interdano i nostri corpi, che coinventi sul corpo umano. Ci che volgono direttamente le nostre ritengo basilare la scelta che vite. Ma mi sembra un errore va ricondotta ai singoli indivimadornale scolpire dui, donne e uomini, sapendo bene che in degli idoli o dei feticmolti casi si tratta ci dentro le nostre RIPORTARE davvero di scelte dopaure. Uno di questo lorose. Perci la prifeticci che madre LA SCELTA ma cosa che un bioenatura non va toccaAI SINGOLI ticista dovrebbe fare ta, laltro che le bio rispettare la soffetecnologie non ma- INDIVIDUI renza reale delle pernipolino ci che Dio sone. Si pu davvero ha voluto non manicredere che una donna che ripolabile. Questultima battuta corra alla fecondazione etero stata profferita da quel titano loga ci vada a cuor leggero? O del pensiero che risponde al che un uomo incapace di pronome di Carlo dInghilterra. creare sia contento del proprio Certo, non penso che la stato? Sono scelte difficili, non scienza debba governare il lo metto in dubbio, ma in una mondo, ma daltra parte non societ che si richiama ai prindesidero che il mondo sia guicipi liberali, quelle scelte ricadono sullindividuo, gli appartengono. Perci invece di preoccuparsi dello stato psicologico dei nati in provetta - i quali pe-
BIOPOLITICA
Chi decide della nostra vita
ANTONIO GNOLI GIORGIO AGAMBEN
NON certo un caso se il termine - biopolitica - che dovrebbe definire la politica in cui viviamo abbia potuto dar luogo a definizioni opposte. Il significato di una parola il suo uso e dipende quindi necessariamente dalle strategie in cui si trova inserito. Ma - contro l'incauta disinvoltura di chi se ne serve come una parola d'ordine positiva - occorre ricordare, con Foucault, che biopolitica significa innanzitutto l'ingresso della vita biologica nei calcoli e nei meccanismi del potere e che l'assunzione della cura della vita dei cittadini da parte degli Stati moderni va di pari passo alla possibilit di autorizzarne lo sterminio. Con altrettanta fermezza, contro coloro che vorrebbero restaurare una chiara separazione fra vita e politica, zo e bios, casa e citt, si deve ricordare che una tale chiara distinzione non forse mai esistita e che la politica occidentale nasce appunto dal difficile incrocio fra queste due realt. E' a partire da questo terreno incerto, in cui il nostro privato corpo biologico diventato indistinguibile dal nostro corpo politico, che dobbiamo provare a ripensare lo spazio politico dell'0ccidente, a immaginare una vita che non sia pi separabile dalla sua forma politica.
BIOPOLITICA.
eredi. Eredi di una dottrina, di una visione del mondo, che ha fatto progredire lEuropa. Non possiamo rinunciare allesortazione di Kant quando dice che occorre avere il coraggio di sapere, ma, aggiungo che bisogna avere anche il coraggio di fare. E ci non significa lesaltazione della ragione acritica, n il tentativo di instaurare il governo della scienza sulla citt. Ma piuttosto il riconoscimento dei propri limiti per poterci poi lavorare dentro e non accettarli passivamente. Michel Foucault stato tra i primi a capirlo: parlando dellimportanza del prendersi cura di se stessi e della biopolitica. A questo proposito non mi pare irrilevante ricordare una cosa ovvia, ma fondamentale: non pu essere lo Stato a decidere che cosa sia naturale o artificiale. Come pure bisognerebbe fare giustizia delle battute tipo: Dio lo vuole o non lo vuole. Se uno ha un filo diretto con una entit spiritualmente superiore e Qui a fianco, un scambia il proprio autoritaridisegno di Joy smo per infallibilit, ogni posGallowitz sibilit di confronto o discussione si chiude in partenza. Se lasciamo cadere queste pretese e ridiamo il ruolo che spetta al cittadino, ossia a colui che solo pu decidere in materia del suo corpo, allora c speranza per una civilt fatta di individui reali e compiuti. Abbiamo imparato che la biopolitica ha due facce. Quella con cui lo Stato vuole prendersi cura a tutti i costi del mio corpo, della mia vita, e della mia morte. E lo trovo aberrante. Non sto parlando della sanit, degli ospedali, dellassistenza, che sono servizi che raltro mi dicono che non stanogni civilt sviluppata deve avere, ma di unentit astratta no n meglio n peggio di quelche entra nelle tue decisioni li nati dalle famiglie normali perch non provare a capire i pi intime e dolorose. Il lato positivo della biopolibisogni e i desideri che la gente tica che la scienza deve divenha e che non sono qualcosa di tare unalleata dellindividuo, puramente trasgressivo, ma non un avversaria da temere o nascono spesso da una manda combattere. canza, da una soffeSi invocano i valorenza. C un rispetto VIETATO DIRE ri comuni. La morale codificata. I valori codellesistenza che muni creano uomini non coincide con li- DIO NON LO dea che la vita sia sacomuni. E la morale VUOLE O DIO cra. E nondimeno codificata la si usa fiquel rispetto ci che LO VUOLE no a quando fa comoconta perch nasce do. un feticcio da dalla libera scelta deesibire in alcune cirgli individui. Pur nel dolore e costanze. Mi stato chiesto se nellincertezza quella libera la bioetica in qualche modo scelta va salvaguardata. Ricorlanticamera dello stato etico. rere a forme proibizioniste Ho risposto che avendo la bioeinsensato. Fra laltro non hantica che si pratica in Italia perso no mai funzionato. Il filosofo i caratteri per cui era sorta, pi Habermas ha liquidato lidea che lanticamera dello stato di libera scelta come qualcoetico la sua sala da pranzo. sa di riconducibile al liberalismo prima maniera, allilluminismo settecentesco. A lui e ad altri che usano in maniera sprezzante letichetta illuminismo replico che ne siamo gli
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DIARIO
LE NORME IN EUROPA
FRANCIA La legge che regola la fecondazione assistita prevede la possibilit della donazione eterologa, e pu essere richiesta da coppie sposate o costituite di fatto da almeno due anni.
GERMANIA E previsto un limite di 3 embrioni da impiantare. permessa (anche per coppie stabili non sposate) la fecondazione eterologa solo con donazione di seme ma non con ovulo.
GRAN BRETAGNA La legge inglese non pone alcun limite alla fecondazione eterologa e nemmeno alle coppie che chiedono assistenza. E permette la sospensione delle cure ai malati terminali che ne fanno richiesta.
I LIBRI
HANS JONAS Il principio responsabilit Einaudi 1990 Tecnica medicina ed etica Einaudi 1997 GIORGIO AGAMBEN Homo sacer Einaudi 1995 ROBERTO ESPOSITO Immunitas. Protezione e negazione della vita Einaudi 2002 PETER SINGER Ripensare la vita Il saggiatore 1996 Etica pratica Liguori 1989 GIOVANNI BERLINGUER Bioetica quotidiana Giunti 2000 MAURIZIO MORI La fecondazione artificiale Laterza 1995 DIONIGI TETTAMANZI Nuova bioetica cristiana Piemme 2001 EUGENIO LECALDANO Bioetica. Le scelte morali Laterza 1999 DAVID LAMB Letica alla frontiera della vita. Eutanasia e accanimento terapeutico Il Mulino 1998 ANNA MELDOLESI Organismi Geneticamen te Modificati Storia di un dibattito truccato Einaudi 2001
(segue dalla prima pagina) UESTO oscillare da un estremo allaltro conduce, in effetti, a situazioni di pericolo per lumanit, situazioni in cui la nostra logica occidentale si ritrova essa stessa assoggettata a contraddizioni assai illogiche. Di quale vita stiamo parlando? I discorsi riguardanti la vita spesso parlano di una vita possibile, di una vita futura o di una vita passata. Dissertano di una vita a venire o di una vita ormai perduta, senza preoccuparsi molto della nostra vita presente. Quanti dibattiti, etici o giuridici, si svolgono sui diritti di un essere umano alla nascita naturale o artificiale o di un essere umano dopo la morte? Quanti si appassionano alla difesa della nostra vita quotidiana? Di questa vita in quanto tale sembriamo quasi inconsapevoli. Noi la subiamo, in un certo senso, ma senza premurarci di assaporarla, di coltivarla, di condividerla. Responsabile di questo stato di cose in gran parte la divisione tra corpo e spirito che ci stata insegnata. La vita, che abbiamo ricevuto insieme al nostro corpo, ci appare quasi trascurabile. Invece di ringraziare chi ce lha donata e chi ci permette di conservarla, invece di premurarci di farla maturare e sbocciare affinch si evolva in amore, parole, respiro condivisibile, pretendiamo di sostituirle unaltra vita, una vita artificiale, una vita da noi fabbricata. Una vita senza vita: una vita ancora da nascere o che gi morta. Siamo esiliati dalla nostra vita presente. Dovere di una reale biopolitica mi sembra sarebbe quello di ricondurci ad essa, o di condurci ad essa, e di proteggerci in quanto esseri viventi. Sarebbe quello di prestare assistenza alla nostra vita, una vita non ancora sbocciata del tutto e gi spenta o paralizzata da una cultura, in particolar modo politica, che ha dimenticato di rispettarla. La disperazione dei sopravvissuti impotenti Una vera biopolitica dovrebbe prestare attenzione alla disperazione che mina i cittadini, come una malattia che la scienza e la tecnica preferiscono ignorare in quanto esse stesse potrebbero esserne la causa, e per curare la quale rimangono senza rimedi. Di che cosa soffrono dunque i cittadini? Prima di tutto dellangoscia provocata da pericoli che mettono a rischio il nostro pianeta. Poi di aggressioni continue, che subiscono i corpi e i sensi a causa dei diversi tipi di inquinamento ai quali sono esposti. E ancora: delle violenze e delle guerre che minacciano loro e i loro simili, e in rapporto alle quali non possono far sentire la loro voce. Per di pi, subiscono incessanti bombardamenti, da parte dei media, di informazioni le une pi drammatiche delle altre. Senza dimenticare lobbligo di assimilare un nutrimento, materiale o spirituale, pi o meno adulterato o sofisticato. In realt i cittadini soffrono di una perdita di fiducia nel loro ambiente naturale ed umano e, infine, della perdita di fiducia in se stessi. Soffrono per aver perso fiducia nel futuro, per la mancanza di responsabilit nelle decisioni vitali, prese in loro nome. Sorvolo... n dimentico... taglio corto...Ma come non rendersi conto, per, che i suicidi, le tossi-
codipendenze, la depressione e laggressivit, le guerre e i vari tipi di conflitto, il ripiegarsi in un individualismo meschinamente possessivo o gaudente sono il risultato di una mancanza di cultura della stessa vita e della sua condivisione? Gli esseri umani sono in grado di sopportare molte cose, a patto di conservare speranza e responsabilit nei confronti del loro bene pi prezioso: la vita. E che cosa, invece, chiedono loro quelli che decidono davvero delle cose, compreso la loro vita? Di accettare di diventare inconsapevoli. Di
lasciarsi distrarre da mille e uno dibattiti o spettacoli. Di considerare la sopravvivenza la sola condizione umana (ancora) possibile. Lambiguit della scienza e della tecnica Scienze e tecniche spesso sono pi delle protesi dellumana sopravvivenza che non strumenti al servizio della vita, per lo meno nella nostra tradizione. Per accostarsi alla vita, la scienza inizia con lisolarla dal contesto che le permette di esistere. In qualche modo, non le si accosta se non in vitro, al-
trimenti la scienza non pu farne il suo oggetto: la vita sfugge ai suoi procedimenti, ai suoi strumenti, alle sue tecniche. Quando si avvicina ad essa, la scienza isola la vita dallambiente in cui essa pu vivere: linsieme del corpo, il contesto cosmico, il contesto relazionale. La vita di cui parla la scienza non mai la vita che io vivo: essa estrapolata dal tutto vivente che io sono e al tempo stesso ridotta ad una pura e semplice naturalit e fattualit. al di l e al di qua della mia vita, quella che animata dal mio respiro, dalle mie intenzioni,
LEONARDO
Qui sopra, un disegno anatomico di Leonardo da Vinci. Sopra a sinistra, Renato Dulbecco
dalle mie relazioni con un ambiente naturale o culturale, con laltro e con gli altri. Il potere attuale della scienza ci ha a poco a poco espropriati dalla percezione di che cosa significa essere vivi e, a questo riguardo, dalle nostre responsabilit. Certo, la scienza pu talvolta aiutare la nostra vita, ma a condizione di non volervisi sostituire, diventandone lorigine o la fine. La stessa cosa vale per la tecnica. Dominata dalluna e dallaltra, spesso in relazione tra loro, la nostra epoca ha dimenticato che cosa voglia dire vivere. La nostra
MICHEL FOUCAULT
Questa nuova tecnica di potere si applica alla vita degli uomini, o meglio, investe non tanto luomocorpo, ma luomo in quanto essere vivente
Bisogna difendere la societ (1998)
ANTONIO NEGRI
La biopolitica rappresenta una medicina sociale che si applica alla popolazione, al fine di governare la vita. La vita fa parte ormai del campo del potere
Guide (2003)
delle proprie strategie. Quando tale investimento ha incrociato il fenomeno del razzismo, lesito distruttivo stato inevitabile: quella che era nata come politica della vita anche in contrasto con lantico diritto sovrano di dare la morte si rovesciata in una forma di tanatopolitica. Lesperienza in cui questa deriva ha toccato il proprio apice stato naturalmente il nazismo i cui campi di sterminio costituiscono il paradigma estremo di una vita ridotta alla mera sussistenza e, in quanto tale, destinata alla morte. E oggi? Ritenere che il crollo del nazismo abbia significato la fine della biopolitica e che dunque si possa semplicemente riattivare il vecchio lessico politico dei diritti e della sovranit, sarebbe una pericolosa illusione. In realt non soltanto il rapporto
DIARIO
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OLANDA Legislazione totalmente permissiva. Non ci sono limiti alla fecondazione assistita e leutanasia consentita. Il reato di suicidio assistito stato depenalizzato nel 2002.
SPAGNA La legislazione spagnola consente la fecondazione eterologa, non pone alcun limite al numero di embrioni da impiantare e non richiede condizioni alle coppie che chiedono assistenza.
SVEZIA Le norme non prevedono la possibilit di ricorrere alla fecondazione eterologa e pongono un limite (tre) al numero di embrioni che possibile impiantare nellutero.
GLI AUTORI
Giorgio Agamben, filosofo, tiene corsi in Francia e negli Usa Luce Irigaray, psicoanalista teorica del pensiero della differenza Roberto Esposito filosofo della politica
epoca si lascia affascinare dal potere dei demiurghi che si pongono troppo raramente linterrogativo di quale sia limpatto delle loro ricerche o delle loro prestazioni sulla vita stessa: la vita di tutti, la vita di tutti i giorni. Non un sogno di vita, utile per trascurare i nostri quotidiani doveri di esseri viventi: condividere unaria respirabile, un cibo e unacqua non nocivi, entrare in relazione di desiderio e di amore con laltro, gli altri, e costruire un mondo pi vivibile e pi felice per loggi e per il domani. La biopolitica dovrebbe sostenere
questo dovere e questo diritto elementare di ogni cittadino, anche tramite leggi che garantiscano la tutela delle persone in quanto tali, e delle loro relazioni. Questo compito corrisponde ad una politica democratica attinente alla vita. Cosa che non si verifica quando una biopolitica si mette al servizio di alcuni soltanto, si fa complice di facoltosi di qualsiasi genere, si perde nelle sottigliezze giuridiche o etiche che hanno come effetto, se non addirittura come scopo, di mascherare le vere urgenze. (Traduzione Anna Bissanti)
ni risultati. Ma la sperimentazione animale utilissima: ad esempio, quella sui cani, per lo sviluppo di tecniche operatorie in cardiologia. Ora, in molti degli Stati Uniti si proibisce luso dei cani dei canili per la ricerca, nonostante essi vengano soppressi comunque, ed di nuovo illogico. Questa volta il problema creato dagli animalisti. I quali, tra laltro, si preoccupano quasi esclusivamente degli animali da casa, cio cani e gatti. Non delle scimmie, ad esempio, che pure sono pi simili alluomo. Adesso
MATERNIT
Qui sopra, ancora tavole di Leonardo. Nella striscia in alto la prima, terza, quarta e sesta foto sono tratte dal libro "Newborn", Chronicle Books editore
HANS JONAS
Un altro disegno anatomico di Leonardo da Vinci
diretto tra politica e vita non si per nulla allentato, ma si esteso, con la globalizzazione, allintero corpo del mondo. Rilievo crescente dellelemento etnico, incipiente trasformazione dellazione politica in operazione di polizia interna ed internazionale, aumento continuo di immigrati deprivati di ogni identit giuridica non sono che i tratti pi evidenti di tale situazione. Se poi si guarda alla progressiva indistinzione tra norma ed eccezione determinata dallo stabilizzarsi delle legislazioni di emergenza e alla pratica di guerre umani-
tarie in cui si sganciano bombe e viveri sullo stesso territorio, si ha la misura del rischio autodistruttivo cui una biopolitica immunitaria ci espone. E tuttavia, questo solo un lato della questione. Che la politica, saltando le classiche mediazioni istituzionali, si intrecci con la vita in tutte le sue dimensioni costituisce, oltre che una minaccia, anche uninedita opportunit. Non solo per gli effetti di liberazione che ha avuto la rivendicazione della centralit del corpo rispetto ai modelli metafisici che lo hanno a lungo dominato o emarginato. E neanche solo per le resistenze che le dinamiche di controllo e gestione della vita ingenerano nel mondo globale. Ma perch proprio il paradigma di vita se inteso nella sua potenza di trasformazione pu comunicare allazione politica quella carica innovativa che essa sembra avere da tempo smarrito.
Non ogni impedimento naturale ha diritto a essere eliminato. E il diritto ad avere figli, quale diritto naturale, connesso alla naturale capacit di farlo
Tecnica, medicina ed etica (1997)
SLAVOJ ZIZEK
Entro questorizzonte va giudicato il crescente rifiuto per la pena di morte. Dovremmo identificare la biopolitica nascosta che sostiene quel rifiuto
Benevenuti nel deserto del reale (2002)
i cani e i gatti che si vogliono usare in laboratorio devono essere allevati esplicitamente per questo scopo, e i loro costi sono saliti alle stelle. E non si pu proprio farne a meno, nella ricerca? Io credo di no, almeno per una buona parte della medicina. Quando parlo con un animalista, la prima cosa che gli chiedo se ha vaccinato i suoi figli contro la polio: perch lo sviluppo di quel vaccino ha richiesto luso di molte, molte scimmie! Senza saperlo, molti animalisti sono contrari a una ricerca di cui loro stessi si avvantaggiano. Il che non significa, naturalmente, che si possano liberamente infliggere sofferenze inutili agli animali. Come si forma lopinione pubblica, riguardo alla bioetica? Troppo spesso, purtroppo, il pubblico viene esposto a una propaganda unilaterale: religiosa, politica, ambientalista, animalista... In Massachussetts abbiamo unAssociazione per la Ricerca Medica, che cerca di smascherare le menzogne e le assurdit, ma i suoi fondi sono minimali rispetto a quelli degli avversari della ricerca. I quali, tra laltro, hanno facile accesso alle scuole e ai bambini. Che bisogna fare, per avere opinioni equilibrate? Chiedere cosa ne pensano i medici e gli esperti, ad esempio. I quali, per, spesso preferiscono tenere un profilo basso per evitare attacchi, che farebbero perdere loro pazienti e fondi. Io ho tentato di mobilitare la categoria, soprattutto per quanto riguarda la sperimentazione animale, cercando di convincere i medici a mettere opuscoli informativi nelle sale daspetto dei loro studi, invece di stupidi rotocalchi. Quindi, come al solito, il problema leducazione scientifica. S, il riuscire a diffondere il punto di vista razionale a fianco di quello irrazionale, cos che poi la gente possa decidere da s. Spero che anche in Italia gli scienziati facciano sentire la loro voce contro questultima legge. La Montalcini ha immediatamente firmato un appello. Meno male. Lei certamente la persona giusta per combattere questo genere di insensatezze. E quale ruolo deve giocare la politica, in queste cose? Dovrebbe emanare leggi sulla base della ragione, e non della propaganda di gruppi che si prefiggono obiettivi senza senso. Una politica razionale non forse un ossimoro? Cos come il fatto che il diritto alla vita sia spesso difeso da gente che , allo stesso tempo, in favore della pena di morte? S, certo! E le limitazioni allaborto sono un altro esempio di biopolitica dettata dalle motivazioni irrazionali della Chiesa cattolica e degli ultraconservatori: siamo da capo, cio da dove eravamo partiti.
I FILM
I RAGAZZI VENUTI DAL BRASILE Un cacciatore di nazisti scopre che il dottor Mengele vivo e vuole allevare una razza ariana attraverso manipolazioni genetiche. Con Laurence Olivier e Gregory Peck. Regia di Franklin J. Shaffner del 1978 I FIUMI DI PORPORA Esperimenti eugenetici in una clinica universitaria francese. Con Jean Reno e Vincent Cassel Regia di Mathieu Kassowitz, 2000 GATTACA In un futuro dove gli uomini nascono tutti in laboratorio, lunico naturale cerca di sfuggire ai controlli. Con Ethan Hawke e Uma Thurman. Regia di Andrew Niccol, del 1997 LA FUGA DI LOGAN Nel 2274 la vita programmata e finisce a trentanni. Due ragazzi sfuggono al potere per unirsi alla Resistenza. Con Michael York e Peter Ustinov Regia di Michael Anderson del 1976
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Polemiche dopo il no del Quirinale alla Gasparri. Entro il 31 dicembre il provvedimento durgenza del governo
UndecretoperRetequattro
Berlusconi: non legger i rilievi di Ciampi. Fini: vanno accolti
ALTAN IL CASO
Scontri tra soldati Usa e miliziani. La protesta del Vaticano per le immagini del dittatore in tv LEZIONE DI CORAGGIO
CURZIO MALTESE
ON IL rinvio alle Camere della legge Gasparri, il presidente Ciampi offre al Paese e ai partiti unoccasione formidabile, storica e purtroppo unica per invertire il processo di degenerazione della democrazia italiana. una bocciatura solenne quella del presidente della Repubblica, che colpisce al cuore la riforma ed anticipa un probabile giudizio di incostituzionalit della Consulta. Si capisce che un Berlusconi livido e provocatorio non voglia neppure leggere le motivazioni del Quirinale. Il suo problema che forse non ha mai davvero letto neanche la Costituzione. Ma gli altri leader politici di maggioranza e opposizione, che non sono toccati nella carne viva degli interessi aziendali come il premier, hanno ben ragione di voler riflettere sulle ragioni di un no tanto secco e deciso. SEGUE A PAGINA 17
LA POLEMICA
WASHINGTON Saddam Hussein un disgustoso tiranno che merita la pena estrema. Il presidente Bush chiede esplicitamente per il ras prigioniero la pena di morte, pur ripetendo che spetter al popolo iracheno giudicarlo. Ma per ora gli interrogatori sono condotti da agenti della Cia. Ma il clima nel paese sempre pi teso: scontri da nord a sud, maxiretate di guerriglieri. Sulle condizioni di detenzione di Saddam, e soprattutto sul video girato durante la visita medica, si apre ora la polemica. Dal Vaticano critiche agli americani: Quelluomo fa compassione, lo hanno trattato come una vacca, ha detto il cardinale Martino. DA PAGINA 10 A PAGINA 15
DIARIO
Quando la scienza, lo Stato e la Chiesa devono stabilire regole sui temi etici
CON REPUBBLICA