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Matteo Settura

Derrida: lettera morta, spirito vivente.


De la Grammatologie unopera che finge di porsi a fondazione di una scienza. Tale
scienza appunto la grammatologia , ovvero, in modo a prima vista ovvio, la scienza della scrittura . Diciamo finge perch! la grammatologia non costituisce, come vedremo, una scienza piena : essa non pu" mai definire lunit# del suo progetto e del suo oggetto $p. %%&. Della scienza, essa possiede nondimeno due caratteri irriduci'ili: in primo luogo, essa incorpora in s! e si palesa come percorso critico( in secondo luogo, contiene un riferimento ineludi'ile allavvenire. )a grammatologia dun*ue, primariamente ed essenzialmente, una prassi critica nei confronti del logocentrismo, che metafisica della scrittura fonetica $p. +,&, di tale metafisica, che attraversa, rivelandone lidentit#, la storia dell-ccidente e la storia del pensiero filosofico occidentale, possiamo dire di intravvedere la chiusura , non la fine $p. %+&. .n *uanto primariamente critica, critica in senso decostruttivo, la grammatologia allora, pi/ che scienza piena, l errare di un pensiero fedele e attento al mondo irriduci'ilmente a venire che oggi si annuncia , pur nella consapevolezza che lavvenire non pu" anticiparsi che nella forma dellassoluto pericolo $p. %%&. .l carattere di scienza non piena o di scienza, in termini husserliani, inesatta ,che spetta alla grammatologia, deve dipendere in senso essenziale dalla natura del suo oggetto, del *uale non si pu" nemmeno dire, al limite, che sia oggetto. . tre pro'lemi che a''iamo appena sollevato $grammatologia come scienza inesatta, grammatologia come critica del logocentrismo e della metafisica, grammatologia come erranza che indica il mondo a venire& si trovano dun*ue intrecciati a livello dello snodo centrale costituito dalla relazione tra linguaggio0phon!0scrittura. )inestrica'ilit# irriduci'ile delle tre pro'lematiche data dalla situazione per cui unepoca storico1metafisica deve infine determinare come linguaggio la totalit# del suo orizzonte pro'lematico $p. %2&. Tale proposizione che esprime e riassume proprio la situazione di chiusura di cui sopra, insieme, dal punto di vista dello sviluppo storico1teoretico, un punto darrivo gi# sempre raggiunto e un punto di partenza mai guadagnato, inarriva'ile. 3ertanto, analizzando il testo, dovremo innanzitutto chiarire *uali geneaologie concettuali sottendano a *uesta affermazione cos4 decisiva per la comprensione del pensiero di Derrida. 5i" dovr# essere fatto, innanzitutto, scomponendo il testo per mostrarne la struttura. .l testo strutturato in due parti: )a scrittura prima della lettera e 6atura, cultura scrittura , le due parti sono precedute da un 'reve 7sergo , il cui contenuto stato da noi sintetizzato *ui sopra. )a prima parte a sua volta divisa in tre capitoli, di cui i primi due contengono una ricognizione teoretica, presentano cio la struttura concettuale dellidea fondate del li'ro( il terzo capitolo contiene invece una ricognizione storica, che recupera allinterno della tradizione filosofica occidentale moderna i tentativi di fare una scienza della scrittura, con lo'iettivo di segnare la distanza tra essi e il programma dellautore. .l primo capitolo contiene la posizione del pro'lema

sopracitato e articola la relazione linguaggio0phon!0scrittura dal punto di vista dei riferimenti filosofici. Derrida comincia con lesplicitazione di una duplicit# interna alla storia del pensiero occidentale: da un lato, il costante dominio della phon!, della voce intesa come significante non1esteriore. )a scrittura alfa'etico1fonetica intende la voce come il vero linguaggio. Dallaltro, allinterno di *uesto movimento, c un contromovimento in *ualche misura occultato o rimosso che infine rivela la scrittura e non la voce come condizione del linguaggio. Simpone a *uesto punto la necessit# di definire che cosa sintenda per scrittura: proprio *ui si palesa lostacolo che deve impedire alla grammatologia di diventare scienza piena: la scrittura, il gramma, infatti proprio lelemento privo di semplicit# , lirriduci'ile, il gi#1da1sempre articolato 1 ci" che irriduci'ile al semplice, sfugge alla definizione che esaurisca il proprio oggetto $pp. %81%9&. :l contrario la phon! sare''e proprio lelemento che si vuole o che si suppone semplice, immediato, trasparente a se stesso. 3hon!0)ogos la coppia insepara'ile che segna il concetto di verit# in tutta la storia che per ci" stesso detta anche epoca storico1metafisica . )a phon! limmediatamente ed essenzialmente vicino al pensiero ed al senso, ci" che pi/ autenticamente lo dice e lo raccoglie $p. %,&. )a conseguenza di *uesto fonocentrismo proprio la riduzione del significante scritto a mera tecnica di registrazione del significante primo fonetico. )a scrittura cos4 ridotta a significante del significante . 5i troviamo *ui di fronte ad una struttura concettuale simile a *uella descritta da 3latone nel li'ro ; della <epu''lica $=,>'=1=,9'8&. )a scrittura, come la mimesis artistica, tre volte lontana dal vero. 3roprio la rappresentazione e il suo rapporto pro'lematico al rappresentato Derrida ha di mira *uando analizza, nella seconda parte del testo, l7ssai sur lorigine des langues di ?ean1?ac*ues <ousseau. @ual il fondamento a partire dal *uale la voce assurge a *uesta centralit#A )a phon! deve il proprio privilegio al suo carattere di autoaffezione: in essa il soggetto si affetta da se stesso e si rapporta a s! nellelemento dellidealit# . )a voce dun*ue la presenza immediata ed autoevidente di s! a s!, ecco come si chiarisce la relazione tra logocentrismo0fonocentrismo0metafisica della presenza. .l secondo capitolo completa il *uadro dellanalisi teoretica attraverso il riferimento alla linguistica, e in particolare al 5ours de linguisti*ue g!n!rale di Berdinand de Saussure. .l riferimento a Saussure ha un duplice significato: da un lato, mostra come il presupposto filosofico del logocentrismo continui a funzionare implicitamente allinterno delle formazioni scientifiche apparentemente autonome o pretese tali( dallaltro, coinvolge in senso pi/ generale il metodo strutturalista, che, nato dalla lingusitica, si afferma in am'ito prima francese e poi internazionale come metodo delle scienze umane e sociali. 5i" che Derrida intende mettere in luce come la partizione interna al segno tra significato e significante non faccia altro che assumere e portare pienamente in luce la distinzione di fondo che guida lintera epoca storico1metafisica. Saussure dun*ue il capitolo saliente e in *ualche modo rivelativo di *uesta storia, al pari del Galileo di Cusserl genio che scopre e occulta . )a sua fondazione della linguistica si trova infatti fratturata tra: :& proposito: che, o''edendo inconsapevolmente al dettato dellepoca storico1metafisica, riduce la scrittura al rango di strumento asservito al linguaggio(

D& gesto: la necessit# interna delle sue analisi li'era il campo ad una grammatologia generale di cui la lingusitica fonologica si rivela essere solo una regione. Da una parte, Saussure esclude la scrittura dal suo progetto di fondazione della linguistica: )ingua e scrittura sono due distinti sistemi di segni: lunica ragion dessere del secondo la rappresentazione del primo $5)G, p. 2E&. 7gli dun*ue assume a modello la fonetica, la lingua parlata, la voF il solo oggetto della linguistica, il segno autentico, in *uanto unit# immediata di significante e significato. Daltra parte, e proprio nelle stesse pagine, Saussure ammette che 'ench! la scrittura sia in se stessa estranea al sistema interno, impossi'ile fare astrazione da essa, occorre invece conoscerne lutilit#, i difetti, i pericoli $ivi, p. 2=&. Si vede immediatamente come lanalisi contraddica i propri intenti, e come, proprio mentre ne denuncia lestraneit# alla vera lingua, Saussure si veda costretto a sancire lirriduci'ilit# della scrittura. )a scrittura presentata allora come tecnica pericolosa, che minaccia di usurpare il privilegio naturale della fonetica, di cui essa solo una rappresentazione accessoria. 5i" che avviene che, senza che Saussure se ne avveda, lusurpazione si consuma proprio attraverso *uei principi dai *uali dipende la possi'ilit# stessa della linguistica strutturalista: lar'itrariet# del segno e il criterio differenziale del valore linguistico. )ar'itrariet# del segno non significa li'era scelta del soggetto parlante ma proprio lassenza di *ualsivoglia aggancio naturale tra significante e significatoG )unit# tra le due met# del segno non essenziale, ma divenuta. .l segno stesso non che un sim'olo decaduto, esso il divenir1immotivato del sim'olo: lunit# significante0significato che nel sim'olo poggere''e su una ragione intrinseca, nel segno ha un carattere semplicemente immotivato. .l segno dun*ue esso stesso, in *uanto segno, nientaltro che una traccia immotivata. 5i" non dipende, di nuovo, da cause accidentali, proprio nel suo modo di funzionare, nel suo far1segno, nel suo voler1dire che il segno si deve trovare sempre immotivato. .n altri termini, esser motivato, essere *ualcosa di pi/ che traccia, significhere''e per il segno intrattenere una relazione intrinseca alla cosa, avere la cosa in presenza, in carne ed ossa, ora proprio *uesta relazione che si rivela come costitutivamente impossi'ile, infatti ci" che inaugura il movimento della significazione ci" che ne rende impossi'ile linterruzione. )a cosa stessa un segno $pp. >=1>E&. .nsistiamo ancora un momento su *uesto aspetto, che il cuore dellargomentazione di Derrida: decisivo sottolinearne la radice filosofica. .l fatto stesso che la cosa possa essere, in generale, rappresentata significa che la sua presenza necessariamente e costitutivamente affetta dallassenza: la rappresentazione infatti la cosa in assenza della cosa. )a corruzione, lusurpazione detta rappresentazione non un accidente esteriore ma piuttosto, con una definizione paradossale, un accidente essenziale . .l criterio differenziale del valore linguistico, ovvero la tesi per cui la fonte del valore di un termine allinterno della struttura linguistica dato solo e soltanto dalla differenza rispetto a tutti gli altri completa il rovesciamento involontario che Saussure compie contro se stesso. 7gli stesso dice infatti che lessenziale della lingua H...I estraneo al carattere fonico del segno linguistico $5)G, p. +E&, infatti nella sua essenza, esso Hil significante linguisticoI, non affatto fonico, incorporeo, costituito non dalla sua sostanza materiale, ma unicamente dalle differenze che separano la sua immagine

acustica da tutte le altre $p. 9+&. .l criterio che permette di assegnare il corretto significato non dun*ue n! materiale n! ideale, esso non n! dellordine del suono n! dellordine del concetto: il significante nella sua essenza irreale. @ui assistiamo ad un rivolgimento sorprendente che permette a Derrida di accostare la fenomenologia alla linguistica. 5ome Cusserl, anche Saussure deve operare una riduzione : mette tra parentesi lelemento materiale limitandosi al puro esser1inteso del suono . )immagine acustica image psJchi*ue . .l pro'lema : che cosa trovato tramite *uesta riduzione dellelemento materialeA -perata la riduzione dellelemento materiale $il suono nel caso della linguistica, il mondo ingenuo nel caso della fenomenologia& non si accede alla pura trasparenza di una struttura o di una coscienza assoluta, ma si trova che larticolarsi stesso della struttura o della coscienza intenzionale a sua volta segnato dalla distinzione tra una forma e una materia irreale, il cui nesso sfugge ad ulteriore riduzione. .n altre parole, la riduzione che mette tra parentesi lelemento materiale non rivela la pura forma, ma rivela la forma solo in *uanto correlato di una materia estranea, ulteriore, irriduci'ile. Dove il pensiero, li'eratosi dellaccidentale, progetta di rinvenire una struttura originaria, ununit# essenziale, trova invece unarticolazione ulteriore, unaccidentalit# irriduci'ile. )a forma non che laltra faccia dellimpronta, dove si cerca la forma, non si trova che limpronta. 7ccoci dun*ue nuovamente alla traccia: essa il movimento puro che produce la differenza. )articolazione, il gramma, cio la scrittura, precede la sognata unit# tra significato e significante che la phon! prometteva. 5i" permette a Derrida di introdurre il concetto di archiscrittura, essa non altro che la scrittura che il linguaggio sempre stato, sicch! esso non mai stato n! naturale n! originale. 7ssa : :& lo schema che unisce la forma ad ogni sostanza $dalla tesi del criterio differenziale&( D& il movimento stesso della significazione $dallar'itrariet# del segno&. Derrida inaugura cos4 un pensiero della traccia , sotto il titolo di traccia immotivata comunicano nella stessa possi'ilit# e insepara'ilmente: :& struttura del rapporto allaltro( D& Movimento della temporalizzazione( 5& )inguaggio come scrittura. )a logica perversa della traccia rivela la compromissione gi# da sempre avvenuta dellinterno con lesterno, dellio con laltro, del presente con il passato assoluto $la ritenzione husserliana significa appunto la cooriginariet# di presentazione e depresentazione&. .l concetto di 'risure $fenditura& il tentativo di designare ad un tempo la differenza e larticolazione, essa indica limpossi'ilit# per un segno, per lunit# di un significante e di un significato di prodursi nella pienezza di un presente e di una presenza assoluta $pp. +K%12&. )a fenditura si mostra scritturalmente nella spaziatura $pausa, 'ianco, punteggiatura, intervallo in generale ecc... & che appunto il non1percepito, il non1conscio, lassente che sta a condizione della scrittura stessa. .l farsi della scrittura, il dif1ferimento della differenza dun*ue il lavoro della morte e del negativo, che non esteriore al pensiero vivente e idealizzante, ma al contrario si rivela come condizione di esso. 5os4 Derrida giunge ad esporre lo'iettivo generale e lidea guida della sua opera: <endere enigmatico ci" che si crede di intendere sotto i

nomi di prossimit#, immediatezza, presenza $il prossimo, il proprio ed il pre1 della presenza&, ecco dun*ue lintenzione ultima del presente saggio $p. +K2&. )a presenza1assenza della traccia porta in s! i pro'lemi della lettera e dello spirito, del corpo e dellanima ecc... $p. +K8&. .l pensiero della traccia rovescia dun*ue i giudizi di valore impliciti nelle dicotomia dellontoteologia, ovvero del pensiero dell epoca storico1metafisica la cui ultima e pi/ profonda illusione si rivela essere, giunta alla considerazione del linguaggio come forma fondamentale della strutturazione di tutti i pro'lemi fondamentali dellepisteme, proprio il sogno di un linguaggio pensato sul modello della voce: il concetto ontoteologico per eccellenza appunto la parous4a, ovvero la presenza piena, la vita senza dif1ferenza, realizzata come su'ordinazione della traccia, a''assamento della scrittura al di sotto di una parola che sogna la sua pienezza $i'id.&. .l terzo capitolo della prima parte, che affronteremo solo 'revemente avendo gi# determinato a sufficienza lidea fondante del saggio nellanalisi approfondita dei primi due capitoli, mostra come proprio *uesta pretesa di semplicit# e assolutezza della presenza guidi anche i tentativi occidentali di pensare una scrittura o una lingua universali. .n particolare il tentativo di una characteristica universalis proposto da )ei'niz rivela lintima connessione tra logocentrismo ed etnocentrismo: linterpretazione lei'niziana segnata dalletnocentrismo in *uanto identifica lideogramma cinese con una scrittura puramente filosofico1razionale dove la lettera coincide immediatamente col concetto. )a scrittura cinese sare''e allora la scrittura filosofica per eccellenza il modello di una scrittura puramente concettuale. .l pro'lema della scrittura si rivela daltra parte strettamente legato a *uello delletnocentrismo: infatti la grammatologia anche la scienza del nome delluomo : il tema della scrittura contiene cio una determinazione antropologica di fondo espressa nella distinzione tra popoli con scrittura0popoli senza scrittura $che, come Derrida mostra ancora nel primo capitolo della seconda parte, dedicato a )evi1Strauss, ancora allopera anche in *uesto campione dellanti1etnocentrismo&. .l punto che la scrittura, il significante scritto la condizione indispensa'ile delloggettivit# ideale. Si faccia allora attenzione a *uesto meccanismo: da un lato letnologo svaluta la scrittura, individuandovi lorigine del potere e del dominio delluomo sulluomo $cfr. )a lezione di scrittura&, dallaltro, non riconoscendo che la scrittura condizione essenziale e non accidentale del pensiero, si mantiene in un logocentrismo etnocentrico inavvertito *uando distingue tra popoli con e senza scrittura. 3roprio a *uesta complicata dialettica dei rapporti tra natura0cultura0scrittura dedicata la seconda e pi/ voluminosa parte del testo, che presenta un approfondita decostruzione del pensiero di <ousseau $non a caso il filosofo preferito da )evi1Strauss, che vede in lui il fondatore delletnologia moderna&, incentrato sull7ssai sur lorigine des langues. 6on vogliamo *ui seguire il percorso in modo approfondito, ma solo indicarne il metodo e i passaggi salienti. Si tratta ancora per Derrida di mostrare lam'ivalenza della posizione di <ousseau nei confronti della scrittura: a tutti gli effetti <. valorizza e s*ualifica ad un tempo la scrittura. :nche *ui verifichiamo la

contraddizione tra il proposito e il gesto: il proposito di <ousseau *uello di sta'ilire unorigine, un momento preciso del passaggio dalla natura alla cultura, che dovre''e coincidere con il sorgere della scrittura. 5i" che invece < realizza con le sue analisi una logica del supplemento , in cui ogni posizione originale gi# su'ito anticipata e fluidificata da un elemento a tutta prima esteriore che si rivela per" cooriginario alla supposta natura. )intento di <ousseau leliminazione della mediatezza: ci" che egli trova che ogni semplicit#, ogni naturalit# gi# sempre intaccata da un supplemento, cio da una addizione esterna . 5i" risulta massimamente evidente nei casi: :& delleducazione nell7milio: essa supplemento alla natura, ma che la natura a''ia 'isogno di un tale supplemento, indica gi# che essa non piena, non presente, non assoluta, manca di *ualcosa( D& Della legge nel 5ontrat social: la piet# naturale non sufficiente a regolare i rapporti tra gli uomini, la legge interviene dun*ue come una struttura di supplementarit# che completa in modo indispensa'ile la voce della naturale piet#. .l punto che la ragione stessa fratturata tra lesser natura e lessere supplemento, la ragione naturale, ma anche supplemento di se stessa. 3rogressivamente Derrida giunge dun*ue, facendo emergere le rimozioni del testo di <, ci" che egli dice senza voler dire, a definire una logica del supplemento : il supplemento costituisce al contempo una sostituzione, un accrescimento e una o'literazione della presunta origine sulla *uale sinstalla. 7sso *uell accessorio originario , *uell accidente essenziale che presiede fin dallinizio allarticolazione delloriginale. )a logica della supplementarit# H...I vuole che il fuori sia dentro, che laltro e la mancanza vengano ad aggiungersi come un pi/ che sostituisce un meno, che ci" che si aggiunge a *ualcosa tenga il posto del difetto di *uesta cosa, che il difetto, come il fuori del dentro sia gi# al di dentro del dentro ecc... $p. %,%&. 5os4 lorigine della lingua segnata dalla sua insepara'ilit# dalla scrittura: il principio del parlato, il tono e laccento, dovre''e essere pi/ originario del principio dello scritto, larticolazione, < vorre''e mostrare che essa non che un elemento esteriore, sopraggiunto, ma finisce per descriverlo $e non potre''e essere diversamente& come operante allorigine stessa del linguaggio. )a scrittura infatti, da una parte segue la parola, dallaltra la comprende: < descrive una genealogia della parola, ma la vera fonte di *uesta genealogia lanalisi delle diverse scritture che si sono succedute storicamenteG 6on esiste dun*ue nulla che si possa chiamare linguaggio prima dellarticolazione. Ma nella misura in cui il passaggio dalla natura alla cultura coincide teoricamente con la nascita della lingua, *uesto stesso passaggio che si trova in unimpasse. 7sso sfugge cio allalternativa tra genesi e struttura: la possi'ilit# supplementare inconcepi'ile per la ragione essa una necessit# della non1necessit# 1 la cultura, cio la caduta il progresso originariamente inscritto nella stessa virtualit# della natura, la scrittura la possi'ilit# essenziale della lingua che dun*ue non mai naturale. .l *uarto e ultimo capitolo, Dal supplemento alla sorgente reinserisce dun*ue <ousseau in una storia pi/ generale, l epoca storico1metafisica nella *uale la scrittura costituisce il represso e il rimosso. )a scrittura il supplemento, supplire scrivere. Ma la logica del supplemente una mise en a'ime: il supplemento sempre supplemento di supplemento, non mai direttamente articolato in rapporto ad unorigine semplice.

5i" ha un significato direttamente politico: la scrittura laltro nome della costituzione di soggetti $p. 2>8& la scrittura cio ci" che rende possi'ile la responsa'ilit# davanti alla legge. )a legge non tale se non scritta. .l grafico e il politico rimandano luno allaltro, la legge supplisce la natura, la scrittura supplisce la parola, che sare''e la supposta natura del linguaggio. 6el 5ontrat social alla rappresentazione totale $che coincide con la scrittura& corrisponde lalienazione totale. @uesta rappresentazione che alienazione lessenza della modernit# . .l patto sociale lalienazione totale del rappresentato nel rappresentante. .l concetto di rappresentanza ha come propria condizione la rappresenta'ilit# in generale, il potere in a'sentia, cio, ancora la violenza della scrittura. @uesto potere in a'sentia poi il concetto stesso dellepisteme moderna, la possi'ilit# stessa della formalizzazione scientifica come estrema conseguenza della massima autonomia del rappresentante : )a scrittura universale della scienza sare''e *uindi lalienazione assoluta. )autonomia del rappresentante diventa assurda: essa ha raggiunto il limite e rotto con ogni rappresentato, con ogni origine vivente, con ogni presente vivente $p. 8K+&. 3erci" Derrida pu" dire, con Cegel, che la storia non che la storia della filosofia . Siamo dun*ue alla chiusura dellepoca storico1metafisica, che struttura tutti i pro'lemi sotto forma di linguaggio, e scopre, con Derrida, la scrittura come origine cancellata e cancellazione dellorigine del linguaggio( alla chiusura, ma non alla fine. @ual lavvenire che la decostruzione annunciaA 7sso non annunciato in Della grammatologia. Do''iamo ricercare in direzione della coincidenza tra grafico e politico per trovare *uesto annuncio. .l senso della pratica decostruttiva si trova nellaffermazione secondo la *uale la decostruzione la giustizia , la decostruzione folle di *uesto tipo di giustizia. Bolle di *uesto desiderio di giustizia $Borce de loi, pp. 8818E& e ancora lapertura dellavvenire meglio, ecco lassioma della decostruzione $:rtefattualit#. 7cografie della televisione&. )a1venire dun*ue la chiave nascosta attorno a cui ruota il destino della decostruzione: la pratica decostruttiva ha il senso di mostrare la chiusura dellepoca metafisica senza poterla oltrepassare positivamente, ma solo di mantenere aperta lindicazione di un de la. 5os4 la1venire sta in relazione allevento $la cosa della differenza & e alleredit# $eterogeneit# radicale e necessaria, ingiunzione di riaffermare scegliendo, ci" di cui non posso appropriarmi &, esso stesso non nientaltro che laffermazione stessa, il s4 in *uanto condizione di ogni promessa di ogni speranza, di ogni attesa $Mal darchivio , p. ,K&. )evento sempre evento dellaltro, e lavvenire pensa'ile solo a partire da unalterit# radicale. @uesta alterit# radicale ci" che segna la differenza tra giustizia e diritto $il termine giustizia del tutto assente in De la grammatologie&. )a prima rappresenta lintransigente urgenza della singolarit# $la situazione irripeti'ile&, il secondo deve regolare e selezionare secondo norme generali. -ra la decostruzione ha luogo nellintervallo che separa lindecostrutti'ilit# della giustizia e le decostrui'ilit# del diritto. L possi'ile come unesperienza dellimpossi'ile 1 la giustizia resta a1venire, essa ha a1venire, a1venire, dispiega la dimensione stessa di eventi irriduci'ilmente a venire. )avr# sempre *uesto a1venire, e lavr# sempre avuto $Diritto alla giustizia, p. 28&. Di pi/, affinch! ci sia a1venire, necessario prestare ascolto a *uell invinci'ile desiderio di

giustizia . )a logica del supplemento, trasferita sul piano delletica, d# dun*ue luogo ad unetica prima delletica: il mondo a1venire annunciato dalla grammatologia un
mondo al di l# del 'ene e del male , al di l# cio dei giudizi di valore che si trovano inconsciamente sottesi alle dicotomie che guidano la storia del pensiero occidentale. @uesto mondo per" un mondo che si annuncia soltanto, per il *uale si pu" soltanto fare spazio: *uesta opera negativa, *uesto lavoro della morte, *uesto far spazio o fare spaziatura appunto la decostruzione. 7ssa la giustizia stessa, ovvero lindecostrui'ile. )incondizionato non dun*ue ci" che privo di condizione, ma ci" che deve incessantemente riconoscere la proria condizionatezza e negoziare, senza perci" disciolgiersi e risolversi in essa. )o spirito vivente tale solo a condizione che non creda di poter espellere da s! la lettera morta.

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