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La videoispezione porta con s un patrimonio dinformazioni spesso non trattate o utilizzate fino in fondo. Un impiego pi razionale di questo strumento potrebbe valorizzarne in maniera diversa la sua utilit.
otremmo evitare la discussione rispondendo semplicemente no al quesito posto dal titolo, ma pi conveniente riflettere sul fatto che la tecnica della videoispezione non viene sfruttata appieno al fine della fase progettuale. Questo strumento in genere utilizzato per localizzare e conoscere un possibile problema idraulico (ostruzione, presenza di radici, disassamenti etc.) senza rivestire poi, quasi nessun interesse nella successiva fase progettuale. La videoispezione viene prevalentemente impiegata come strumento operativo di supporto alle manutenzioni, spesso senza tener conto che le registrazioni conservate non solo sono utili come memoria dello stato di fatto delle condotte, ma portano in dote una serie di informazioni che aspettano solo di essere adeguatamente trattate. Il modulo che gli autori hanno deciso di adottare per valorizzare la videoispezione in un sistema integrato quello della Ricerca Operativa, una sorta di protocollo matematico ideato nel Regno Unito, sostanzialmente per ragioni militari, nel corso del secondo conflitto mondiale. Un breve cenno storico, che evidenzi un possibile parallelismo con la situazione odierna, secondo noi utile per evitare di ripetere gli errori del passato. Dopo il 1937 la Gran Bretagna si era dotata di un sistema di rilevamento di mezzi navali e aerei, basato sulla riflessione delle onde elettromagnetiche, il radar, ma disponendo di un numero limitato di unit, si rese subito conto che era indispensabile lottimizzazione dellimpiego di queste attrezzature. Nacque cos il Biggin Hill Experiment che nel 1938 port alla definizione del protocollo operational research. Visto il successo del procedimento, tale metodologia venne in seguito estesa anche alla lotta contro i sommergibili ed in altre applicazioni militari. Anche in Italia erano in corso alcuni esperimenti sulla realizzazione del radar: infatti fin dal 1922 Guglielmo Marconi aveva suggerito di utilizzare le onde corte come sistema di telerilevamento. Ma nel nostro Paese a tali ricerche vennero dedicati fondi estremamente limitati (per esattezza al professor Tiberio vennero assegnate 20.000 Lire, convertite e rivalutate al cambio attuale circa 13.000 Euro), ben diversamente da quanto accadeva invece nel Regno Unito. La notte del 29 marzo 1941 navi inglesi della Royal Navy, grazie alluso del radar, affondarono al largo di Capo Matapan buona parte della flotta militare italiana.
CONDOTTA SCATOLARE
PARZIALMENTE OSTRUITA DA RADICI DI PIANTE
La marina militare in realt un radar lo aveva ma, da ben due anni il prototipo costruito dal prof. Ugo Tiberio giaceva inutilizzato in un magazzino di Livorno. Non era stata ben compresa limportanza di quel progetto e i soldi necessari alla realizzazione in serie erano stati utilizzati per costruire un incrociatore che, bizzarria del destino, fu affondato proprio in quella notte del 1941. Per molti versi la situazione attuale non cambiata, perch spesso la mentalit italiana non molto diversa da quella dellanteguerra. Gli autori sono stati testimoni in numerosi casi della costruzione di opere superflue o dinterventi inutili, quandanche non dannosi, in quanto si preferito risparmiare sulla videoispezione o sulle ricognizioni considerandole solo un costo.
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VIDEOISPEZIONE
UNO DEI PRIMI ESEMPLARI DI RADAR limpiego. Un tentativo fatto dagli autori in questo senso riguarda ricognizione della rete fognaria del padovano, per conto di Acegas-APS sotto legida dellAATO Bacchiglione, dove si reso necessaria una classificazione delle condotte senza ricorrere ad una preventiva pulizia (si tenga conto che la citt di Padova vanta unestensione di rete di circa un migliaio di chilometri) in modo di avere unidea dello stato di fatto. La strada seguita stata quella di classificare le condotte secondo cinque classi che tenessero pi conto delle criticit strutturali del sistema, che non lordine di affidabilit complessiva, - dove per affidabilit sintende levoluzione nel tempo di tutte le caratteristiche qualitative dellelemento, in questo caso le condotte fognarie, ovviamente diverse dalla situazione iniziale -. Come si pu dedurre dai punti sotto elencati, mentre piuttosto semplice definire le classi poste allestremit della scala (A ed E), per limitare il fattore interpretativo ad operatori diversi per le tre centrali si deciso di associare alle descrizioni foto esplicative, cui possono far riferimento i tecnici impegnati nelle opere di rilievo: classe A - condotta realizzata con materiali idonei ed in normale stato di conservazione (colore verde) classe B - condotta con lievi difetti e minimo rischio di collasso strutturale nel breve termine ma con potenziale ulteriore peggioramento (colore azzurro classe C - condotta con difetti di media entit e con rischio di collasso poco probabile nel breve termine ma con degrado strutturale in ulteriore avanzamento (colore arancione) classe D - condotta con numerosi e/o gravosi difetti che ne pregiudicano il corretto funzionamento e/o rendono molto probabile un grave peggioramento strutturale o funzionale nel breve termine (colore rosso) classe E - condotta in pessimo stato di conservazione con crolli diffusi e/o soggetta a elevato rischio di imminente collasso strutturale (colore viola). In fase di videoispezione viene effettuata la classificazione seguendo i suddetti criteri, restituendo allente una planimetria in colore dalla quale, gi a colpo docchio, ci si rende conto dello stato generale della rete. Poich nel caso specifico la ricognizione era finalizzata alla ricostruzione delle condotte in peggiori condizioni strutturali, si dato maggior risalto a questo aspetto della ricerca, relegando in secondo piano lefficienza
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idraulica. Nulla toglie che un tale tipo di classificazione si possa integrare con variabili numeriche che tengano conto di questo elemento (per esempio A1 sarebbe quindi una condotta perfetta sia sotto il profilo conservativo che idraulico, mentre A3, invece, descriverebbe una condotta che pur perfetta sotto il profilo strutturale non esente da fallanze ovvero guasto o probabilit di un evento che ne mini laffidabilit - a livello di funzionamento idraulico). Il senso del discorso quindi fornire al committente uno strumento conoscitivo ma soprattutto di supporto decisionale, in funzione anche della successiva modellazione o progettazione. Troppo spesso invece gli operatori propongono limpiego di software, quasi sempre non compatibili tra di loro, in qualche caso senza avere ben chiare le idee sul risultato che si vuole ottenere, finendo talvolta per generare un certo disorientamento nel committente. Ma le finalit della campagna ricognitiva sono fondamentali: questa devessere la stella polare della ricerca: con carenza di dati, o addirittura con informazioni sbagliate, non esiste software che possa restituire risposte corrette. Ad esempio, nel caso che lobiettivo sia la gestione generale della rete, la classificazione delle condotte riveste un ruolo determinante al fine di evidenziare che, sempre ad esempio, una condotta DN mm. 800 sia realmente tale e che non si comporti invece come un manufatto di dimensioni inferiori a causa della presenza di ostruzioni, crolli o
GLI AUTORI
GIORGIO RAMPAZZO
direzione@rampazzobruno.com info@rampazzobruno.com Geometra, lavora per unazienda nata nellimmediato dopoguerra che si occupa di difesa idraulica, costruzione, manutenzione di condotte e manufatti sotterranei. Da oltre ventanni opera nel campo della ricognizione della rete secondo il modello della Ricerca Operativa.
NICOLA MILAN
info@videoispezioni.it Geometra, titolare di una delle prime aziende italiane specializzate nella videoispezione, con una lunga esperienza maturata in fase di acquisizione e trattazione dati.
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