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ETERNIT.

IN 800 PAGINE TUTTI I MOTIVI DELLA CONDANNA IN APPELLO DI SCHMIDHEINY

Sapeva, ma minimizzava in difesa dei suoi profitti


Citatoilmanualedel76chespiegavacomepilotarelapubblicaopinione
SILVANA MOSSANO TORINO

Stephan Schmidheiny da un lato era ben consapevole del nesso causale esistente tra linalazione delle polveri di amianto e linsorgenza di patologie che, per la loro gravit, giustificavano una prognosi quasi sempre infausta; dallaltro, intendeva sdrammatizzare il pericolo, accreditando ambiguamente ingiustificate incertezze, pilotando il modo con cui sarebbe stato recepito il fenomeno dalla pubblica opinione. Lo scrivono i giudici della Corte dAppello di Torino (presidente Alberto Ogg, affiancato da Elisabetta Barbero e Flavia Nasi) nelle 800 pagine in cui dettagliatamente descrivono come sono arrivati al convincimento oltre ogni ragionevole dubbio che lo svizzero patron di Eternit era consapevole di causare quel disastro da cui sono derivate gi migliaia di morti e la cui conta tragicamente ancora in atto. Leggere quelle pagine crea un paradosso fisico: mette freddo a ogni fibra del corpo e fa bruciare lanima. Perch tanti e tanti sono morti, e chiss quanti moriranno come pedine di un piano consapevole che consisteva nel fornire informazioni fuorvianti, mescolando un po di verit con alcune falsit, presentando la conoscenza parziale e sostanzialmente ingannevole dei fatti come un fedele quadro di insieme. Schmidheiny sapeva, sapeva, sapeva. Gi nel 1973 designato a guidare Eternit, suo padre Max ha affidato a lui il settore dellamianto, al fratello Thomas quello del cemento. Ma il 1976 lanno in cui Stephan afferra le redini dei pieni poteri. E convoca il convegno di Neuss, riservando liniziativa a una platea selezionata, composta dai massimi responsabili del gruppo. Largomento pi urgente da trattare rappresentato dai problemi concernenti i posti di lavoro delle fabbriche in cui ci sono polveri di amianto: lesordio

Il pool dei pm: da sinistra Sara Panelli, Raffaele Guarineillo,, Ennio Tomaselli e Gianfranco Colace

testuale di Schmidheiny. Avanti: Negli anni 60, sono state eseguite ricerche negli Stati Uniti e in Canada ed stata constatata lesistenza di un effetto cancerogeno delle fibre di amianto. Lo ha detto lui. Nel 1975 lOsha negli Stati Uniti elabora una proposta secondo la quale la concentrazione dellamianto deve restare al di sotto di 0,5 fibre per cc. Sono parole sue. Per, fu subito pronto a seguire le a lui pi favorevoli argomentazioni dello scienziato (sic) Robock, secondo il quale il limite di 0,5 doveva essere ripudiato, perch era troppo basso per le industrie che producevano manufatti di eternit, in quanto non sarebbero state in grado di adeguarvisi e si sarebbero viste obbligate a chiudere. Da qui la mistificazione: quel complesso di informazioni pilotate per consolidare nellopinione pubblica la credenza che, in certe condizioni, la produzione e il commercio di manufatti di amianto potevano continuare senza esporre a serio rischio lintegrit fisica delle persone. Cos, a dicembre dello stesso anno 1976, fu licenziato,

con il consenso dellimputato, si legge in sentenza - un documento denominato Ausl 76. Era una specie di manuale di istruzioni per dirigenti operativi. Bisognava insistere sul fatto che le argomentazioni a discredito dellamianto erano frutto di una campagna diffamatoria che mette a repentaglio lesistenza della nostra industria. Cos, secondo quella cinica bibbia, se un tal signor Smith

Investimenti modesti per la sicurezza dentro e fuori la fabbrica: solo 3 miliardi di lire a Casale
avesse distribuito volantini contro lamianto, il dirigente modello avrebbe dovuto indurlo a desistere tramite i propri legali. E ancora: Se qualche persona troppo curiosa avesse domandato per quale motivo si doveva continuare a produrre manufatti di amianto, veniva raccomandato di rispondere che lamianto come tale non pericoloso; lo solo se viene respira-

ta polvere sottile tale da essere visibile solo al microscopio. Se i sindacalisti avessero chiesto di realizzare il livello zero fibre, bisognava replicare, con tono minaccioso, che la richiesta non aveva fondamento scientifico, ma politico e che quel livello non era n realizzabile n indispensabile; anzi, avrebbe condotto alla cessazione dellattivit e alla disoccupazione. Lo svizzero fece investimenti per ridurre la diffusione delle polveri? Se si detraggono dal computo quelli palesemente destinati a rinnovare o potenziare le capacit produttive degli impianti, anzich a chiare finalit di risanamento, risulta che nello stabilimento di Casale limporto fu soltanto di 3 miliardi di lire. Quindi, la Corte, accogliendo la richiesta del pool dei pm (Raffaele Guariniello, Ennio Tomaselli, Sara Panelli, Gianfranco Colace) ribadisce: Sussiste la prova che ha agito con dolo: sapeva che la prosecuzione dellattivit a quelle condizioni avrebbe dato causa a un evento di natura disastrosa. E cos stato. E cos ancora continua a essere.

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