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IL PROLETARIATO HA UN INTERESSE ALLE CONSERVAZIONI DELLE PATRIE ATTUALI ?

* Mussolini esordisce ammettendo che il problema della patria oggi uno dei pi gravi e dei pi angoscianti fra tutti quelli che si presentano alla coscienza socialista. Ma anche qui bisogna far forza a se stessi e giungere alle negazioni estreme che non ammettono equivoci. Conviene col Piscel che la patria sia il pi alto organismo collettivo cui siano giunti i gruppi etnici civili. Ammette che sullamore di patria, considerato come sentimento, inutile discutere. Mentre invece giovevole discutere sul concetto di patria, ed esclusivamente dal punto di vista socialista. Il Mussolini domanda : La borghesia ha patrie ? No. Nel campo economico lattivit capitalistica ha infranto le frontiere e imposto dovunque il suo modo di produzione nel campo della cultura si gi realizzato da tempo linternazionalismo del pensiero. Gli artisti, i preti, i filosofi hanno abolito le patrie, come i fabbricatori, i mercanti, gli speculatori. Che cosa la patria per questi ultimi? Il paese dove si pu arricchire. Da chi rappresentata per loro la patria? Dallesercito. Nel concetto borghese patria e militarismo sono la stessa cosa. Il patriottismo socialista equivoco. Gli operai non hanno nulla da difendere. La propriet? Non ne hanno. La cultura? Moltissimi non videro neppure una scuola. La storia ? patrimonio della classe colta. Perch gli operai che dalla patria non ricevono nulla, debbono tutto alla patria? Denaro, sangue e vita? Individui e moltissimi oggi rinunziano alla patria. I borghesi di tutte le nazioni quando si vogliono divertire si stabiliscono a Parigi; quando si propongono darricchire vanno a New York : gli operai poi vendono le loro braccia sui mercati di tutto il mondo. Lindustria, il commercio, le invenzioni scientifiche, le assemblee politiche e infine lorganizzazione dei lavoratori abbattono le frontiere. Orbene, queste devono esistere solo perch una casta di parassiti ha bisogno di far manovrare armi da sterminio. I primi ad abolire la patria sono stati i borghesi. Il patriottismo un feticcio. La borghesia ha offerto all'adorazione delle turbe un primo feticcio: il parlamentarismo. Ora che questo iddio tramonta, ecco un altro feticcio: il patriottismo. Ma invano ormai, perch il proletariato antipatriottico per definizione e necessit. Rimane il caso di una guerra. In questa eventualit i socialisti hanno un solo dovere: La guerra alla frontiera devessere il segnale dello sciopero generale, dell'insurrezione, della guerra civile allinterno. Tanto peggio per le istituzioni borghesi. I socialisti non se ne debbono menomamente preoccupare. Cos i cristiani auguravano la sconfitta agli eserciti di Roma e preparavano lo sfacelo dellimpero. I socialisti non devono temere di proclamarsi barbari. Essi non hanno patria. La patria nel concetto sempre stata negata; dagli stoici che proclamavano luomo il cittadino delluniverso, a Cristo che volle esteso il suo regno a tutti gli uomini, dagli umanisti a noi. Per superare bisogna negare. La nazione ha negato la signoria, la signoria il comune, il comune il feudo, il feudo e la chiesa limpero, lumanit nega la nazione dilatandola sino ai confini del mondo. (Il discorso del Mussolini, conciso, serrato, forse un po troppo elevato, lascia profonda impressione. Il comp. Piscel replica, facendo unipotesi. A questo punto interviene il compagno Ambrosi e aggiunge alcune ultime parole il Mussolini). * Riassunto della conferenza pronunciata a Trento, nella sede della camera del lavoro, il 25 giugno 1909, durante una discussione svoltasi fra alcuni aderenti alla lega per la cultura sociale. Prima di Mussolini aveva parlato lavvocato Antonio Piscel. (Da L'Avvenire del Lavoratore, N. 26, 1 luglio 1909, V).

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