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Da II Popolo, N.

2719, 4 giugno 1909, X Di Benito Mussolini I TENERI AGNELLINI Ben quattro giorni sono occorsi alla cronica stitichezza intellettuale di un Degasperi, per trovare una qualunque miserevole risposta al mio articolo di sabato. E dopo a un cosi lungo periodo di faticosa elaborazione era in diritto di aspettarmi qualche cosa di meglio che quel lassativo comparso nella V. C. di ieri col titolo I violenti *. In quellarticolo c tutta la cerebrazione dei redattori del Trentino : Degasperi ha fatto la malacopia, Don Chelodi ha raddrizzato i periodi claudicanti, e soppresse le locuzioni dellimperial regio lingua italo-austriaca, Don Gentili ha concesso l'imprimatur. Tirate le somme di tutto questo lavoro collettivo, unesclamazione viene spontanea alle labbra: Che miseria! Si ripetono contro di noi le solite stupide accuse: noi socialisti, noi soli siamo i violenti. I discendenti spirituali di quel principe vescovo trentino che fece battere a sangue ed accecare Carlo Pilati, i difensori di quella setta che ha illuminato coi roghi la tenebra medioevale, gli epigoni dei carnefici che uccisero S. Simonino e sacrificarono decine di ebrei innocenti, sono i teneri, gli innocui agnellini che sanno belare ma sono incapaci di offendere. Tutta la storia della Chiesa da Costantino, uomo per molti delitti nefando, a Pio IX che Giosu Carducci chiam Polifemo cristiano non che una serie continua di violenze perpetrate a danno degli spiriti liberi. Da quando i clericali non possono pi valersi del braccio secolare per compiere le teologali vendette, innalzano linno della tolleranza e ricorrono a quelle conquiste delle rivoluzioni che furono raggiunte abbattendo precisamente il dominio politico della nobilt e del clero. Lo scribivendolo clericale ammette che nessuno gode il privilegio di fissare preventivamente le forme della lotta.... . Plaudite cives alla sensazionale scoperta.... I profeti, i facili profeti sono scomparsi, a meno che non si vogliano considerar come tali i finanzieri che compilarono i bilanci della Marmifera.... Ma, prosegue il bolso copista, nessuna giustificazione offre la pi agitata vita pubblica alla vigliaccheria di un giornalista che maltratta a sangue un debole collega, che non poteva, n era in dovere di assumere responsabilit alcuna . Con somma arte gesuitica non si fa il nome di questo giornalista, ma tutti sanno a chi diretta la frase. Ebbene, distinguiamo. Nei fatti che hanno avuto il recentissimo epilogo giudiziario, 1 agitata vita pubblica non centra. Cera e c una maligna plateale offesa di cui finora nessuno ha assunto la responsabilit. Io ammetto per dannata ipotesi che il povero Gadler, il debile Gadler, sanguinante da una impercettibile graffiatura di pochi millimetri, non potesse, n dovesse assumersi responsabilit alcuna. Ma voi, Degasperi, voi direttore del giornale, dovevate parlare e avete taciuto. Il vostro silenzio la vostra condanna. Non avete avuto il coraggio di difendere personalmente lo schiaffeggiato, n di solidarizzare moralmente con lui : lo avete messo nelle mani dei giudici. Non parlate di agitata vita pubblica quando si tratta di una stupida insinuazione personale; non parlate di vigliaccheria, voi, povero eroe da palcoscenico delloratorio clericale ! Cosi per quanto mi riguarda non si tratta di agitata vita pubblica , bens di unaffermazione falsissima a proposito della mia fedina penale che netta e non si macchier mai di quei delitti per cui sono rimasti celebri nelle antiche e nelle recenti cronache molti fra i vostri insottanati. Voi eccellete nellarte di affermare scientemente il falso e vorreste che noi seguissimo la morale di S. Filippo Neri? Tentate di percuoterci la guancia destra e dovremo dunque porgervi la sinistra? Dovremo rassegnarci con un fratesco grazie alla vostra diurna campagna di denigrazione personale contro di noi? Oh! magnifica impudenza possibile solo nella terra del Concilio, del Principe Vescovo e di Leo Taxil ! O teneri agnellini dalle lane morbidette, perch respingete la riforma della sintassi e il rinnovamento della prosa? Fate male, perch avete bisogno delluna e dellaltro. Un periodo che comincia cosi: Rispetto alle nuove ingiurie, il posto che occupiamo ecc. pu passare solo in una lettera scritta da un caporale o da un portinaio tirolese intendiamoci non italiano d'Italia. Tanto piacere se il posto che voi occupate nell'estimazione pubblica altissimo. Ammetto senza

difficolt che ci siano a Trento e nelle vallate qualche centinaio di residui di sacrestia che credono fermamente nel vostro verbo . Tutti i bisognisti che battono allo sportello delle vostre banche o si affollano nei magazzini delle vostre cooperative; gli ipocriti che si curvano dietro le misteriose garrette dei confessionali; i trafficanti che Cristo caccerebbe dai templi; gli arrivisti della torbida politica clericale; i filosofastri che non hanno il coraggio della vita ascetica e tendono al dominio di quelle cose profane che Ges disprezz, ecco gli uomini che giurano in verba Degasperi e fanno di un giornale semi-analfabeta larma delle loro piccole insidie! O teneri agnellini che belate contro la nostra violenza, noi vi conosciamo! Sotto il morbido velo voi nascondete il pelo rossastro ed ispido dei lupi. Ma i fatti e lopera nostra che continueremo senza tregua vi pongono nella debita luce. In noi la violenza 1 episodio , in voi il sistema nella vita e nella storia.

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