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la Repubblica

DOMENICA 14 LUGLIO 2013

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R CULT

ILMUSEO DEL MONDO


MELANIA MAZZUCCO
FOTO DI BASSO CANNARSA

LARTISTA

Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1480/1485 Venezia 27 agosto 1576) Il genio del colore fu uno dei pochi pittori italiani titolari di unazienda Tra i suoi capolavori Amor sacro e amor profano, la Venere di Urbino, Danae

KLEE Ad Parnassum (6 gennaio)

GRNEWALD Crocifissione (5 maggio)

BEATO ANGELICO Annunciazione (13 gennaio)

OKEEFFE Black Iris (12 maggio)

KOKOSCHKA La sposa del vento (20 gennaio)

DEGAS La stiratrice (19 maggio)

ACHEROPITA Il Santissimo Salvatore (27 gennaio)

PISANELLO San Giorgio e la principessa (25 maggio)

POLLOCK Full Fathom Five (3 febbraio)

KANDINSKY Lirica (2 giugno)

RAFFAELLO Ritratto di Leone X (10 febbraio) GOYA Cane (9 giugno)

BCKLIN Lisola dei morti (17 febbraio) HOPPER Cinema (16 giugno) DI COSIMO La morte di Procri (24 febbraio)

MONDRIAN Lalbero grigio (3 marzo)

Il trionfo del corpo femminile nella scandalosa Venere di Tiziano

MICHELANGELO La creazione di Eva (23 giugno)

BACON Due figure nellerba (30 giugno)

CORREGGIO Giove e io (10 marzo)

MATISSE Violinista alla finestra (17 marzo)

GIOTTO Resurrezione di Lazzaro (24 marzo)

DE STAL Footballeurs (31 marzo)

LEONARDO Uomo vitruviano (7 aprile)

CZANNE La montagna SainteVictoire (14 aprile)

TIEPOLO Leducazione di Maria (21 aprile)

BURNE-JONES Il destino compiuto (28 aprile)

uesta donna nuda felice, potente e irresistibile. Erotica, disponibile, audacissima e per di una purezza perfino sublime. Il fatto che si possano e si debbano usare per lei questi aggettivi contraddittori spiega le reazioni incontrollate che ha scatenato fin da quando, nel 1538, il ventiquattrenne Guidobaldo della Rovere signore di Camerino che forse laveva commissionata, o forse no la vide ancora in lavorazione nello studio del pittore e voleva farsela consegnare, anche se non aveva i soldi per pagarla (dovette chiederli alla madre, fatto che, visto il soggetto del quadro, spiega la sua paura che costei glieli negasse e un altro acquirente pi danaroso potesse soffiargliela). Negli spettatori suscitava desiderio, imbarazzo o scandalo. Negli artisti una cupidigia altrettanto violenta: possederla replicandola. forse il quadro pi copiato della storia dellarte. Fino a oggi i pittori si sono confrontati con lei, offrendone una versione pi casta, pi astratta, oppure

pi pornografica. Ma, nonostante i rifacimenti, la nuda di Tiziano rimasta senza sorelle. La cosiddetta Venere di Urbino ha per una madre. Nel 1510 Giorgione aveva dipinto per un aristocratico veneziano una Venere nuda, dormiente in un paesaggio (la Venere di Dresda). Quel quadro, incompiuto, lo aveva finito Tiziano stesso. Ventotto anni sono un tempo lunghissimo nella vita di un uomo: da sodale di Giorgione era diventato uno dei pittori pi celebri dEuropa. Nel 1538 aveva una cinquantina danni. Eppure, torn al modello dellamico scomparso: riprese la posizione della figura femminile, ma apportando delle varianti mut completamente il senso del quadro. La Venere di Dresda dorme. Si titilla il pube, ma in sogno forse o, in un gesto di pudore, per coprirsi. Non sa che la stiamo guardando. La nuda di Tiziano sveglia. Di pi, consapevole della nostra presenza: ci guarda. Le labbra accennano un sorriso. Questo quadro ha generato infinite repliche, ma anche fiumi di parole e polemiche secolari. Riassumendo brutalmente, le interpretazioni si dividono in due scuole. Alcuni studiosi forti della definizione del quadro data dal suo primo acquirente: la donna nuda, appunto negano ogni implicazione mitologica, e leggono limmagine per ci che essa : un magni-

fico nudo contemporaneo. Senza messaggi e implicazioni allegoriche. La modella sarebbe una cortigiana amica di Tiziano o del giovane della Rovere o di entrambi: la sua identit non conta. La donna reale diventa lincarnazione della bellezza effimera e per trionfante della carne. Altri, forti della testimonianza di Vasari (che defin il soggetto come una Venere giovanetta), vi decifrano implicazioni filosofiche, neoplatoniche, oppure epitalamiche: leggono gli oggetti del quadro come simboli, propedeutici alla sessualit riproduttiva del matrimonio e alla fecondit della sposa. Questo sarebbe un quadro nuziale. Ma la ragione del suo fascino risiede proprio nel fatto che limmagine non si lascia spogliare della sua ambiguit. La nuda distesa su un letto. La pelle lattea il suo vestito. Unici ornamenti, un braccialetto doro tempestato di pietre preziose, un orecchino di perla a forma di pera e un anellino al mignolo. E i capelli biondi: sistemati in una complicata acconciatura che per s sciolta, le ricadono sulla spalla. Le lenzuola spiegazzate lasciano affiorare il rivestimento del materasso, un prezioso tessuto rosso a motivi floreali. Poggiata sul braccio destro, la nuda giocherella con un mazzo di rose. Un fiore caduto spicca tra i fiori finti del tessuto, come sollecitasse il paragone tra

realt e finzione artistica. Un paragone evocato in primo luogo da lei. a grandezza naturale (il quadro lungo un metro e sessantacinque). Stoffe e carnagione sono dipinti con tale maestria da sembrare vera epidermide e vero broccato. Lei qui, davanti a te. La mano sinistra si carezza il pube, con lo scopo apparente di nascondere il pelo, ma in realt attirando il nostro sguardo proprio su quel triangolo, scurito dallombra. Ai piedi di lei acciambellato un cagnetto da compagnia locchio vispo, come promessa di fedelt e di vigilanza. Una linea verticale (il bordo di un rettangolo scuro) divide in due lo spazio, separando la nuda in primo piano dalla stanza sullo sfondo. Il letto per non poggia sul pavimento, non si trova davvero in quella stanza. La prospettiva non rispettata, e la diminuzione in scala delle figure non scientifica. La nuda e le donne non esistono nello stesso spazio, non appartengono alla stessa realt. stato ipotizzato perfino che lei sia dipinta sul coperchio interno del cassone in cui rimesta la serva. Una specie di quadro nel quadro. Comunque nella parte destra si svolge una scena di vita quotidiana: le serve trafficano coi suoi vestiti che nel 1538 le veneziane conservavano in cassoni dipinti o intagliati (solo in seguito si diffu-

se labitudine di lasciarli in forma sui manichini di legno). Una serva, china sul cassone, vi fruga dentro. Laltra, in piedi davanti alle tappezzerie, le tiene sollevato il coperchio col braccio nudo, mentre con noncuranza ospita sulla spalla un elegante abito blu. Sul davanzale di una finestra a bifora campeggia un cespuglio di mirto tosato da un giardiniere, mentre un alberello stormisce alla brezza del tramonto. In questo interno cittadino la natura tenuta sotto controllo, a distanza. La natura che trionfa qui unaltra: il corpo della donna la bellezza della carne nuda che sigilla ogni mistero. Se gli occhi di lei ti invitano, il centro del quadro la sua mano sul sesso. Le dita piegate suggeriscono il movimento e muovono lo sguardo dello spettatore, che viene risucchiato l dove ha inizio ogni cosa. La combinazione degli occhi teneri e maliziosi della nuda col gesto della sua mano raggiunge una perfezione concettuale, pittorica, emozionale irripetibile. Tiziano ne fu consapevole. In seguito si specializz nella raffigurazione di Venere a letto con musicista o di eroine mitologiche nude (come Danae). Ma non ripet mai questa. Lo sguardo e il gesto sono rimasti unici. Come fosse consapevole di aver colto lessenza della vita: nessuno pu spingersi oltre.
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ROUSSEAU Il sogno (7 luglio)

LOPERA
Tiziano Vecellio Venere di Urbino (1538) Firenze Galleria degli Uffizi

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