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La cultura

I dannati della Terra salvati dai romanzi


LUIS SEPLVEDA
UPPONGO che il primo documento che d voce a chi non ha voce sia il poema epico intitolato LAuracana, scritto da un soldato poeta, Alonso de Ercilla, che nel 1542 accompagn Garca Hurtado de Mendoza nella conquista del Cile. In quel poema, Ercilla testimonia il valore dellAltro, dellindio, di chi era diverso ma al tempo stesso degno e coraggioso. SEGUE A PAGINA 43

ulso dallItalia

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Esce Ingredienti per una vita di formidabili passioni il nuovo libro dellautore cileno

RACCONTARE RESISTERE
Luis Seplveda: Scrivo dalla parte degli ultimi per salvarli dal silenzio
Il libro
Ingredienti per una vita di formidabili passioni di Luis Seplveda (Guanda, pagg. 210, euro 14,90) Lo scrittore cileno presenter il suo nuovo libro alle 16,30 di gioved 16 maggio al Salone del libro di Torino

LUIS SEPLVEDA
(segue dalla prima pagina) nvece la testimonianza letteraria pi nota di questo dar voce a chi non ha, o non pu far sentire, la propria voce forse il Jaccuse di mile Zola, anche se in realt il capitano Dreyfus, malgrado lenorme coraggio dellarticolo di Zola, non ebbe modo di far conoscere il suo punto di vista e la verit non riusc a imporsi in tutto il suo splendore. Nella letteratura latinoamericana, a partire dal Settecento, sono molti gli esempi di scrittori che hanno dato voce a chi non aveva alcuna possibilit di dire: Esisto. Vivo e non sono invisibile. Quando il cileno Baldomero Lillo pubblic gli splendidi e durissimi racconti di Subterra e Subsole, diede voce alla gente pi miserabile in modo non meno efficace di Zola con Germinale, soffermandosi per a identificare con assoluta chiarezza i responsabili delle condizioni di vita poverissime, inumane, in cui consumavano le loro esistenze i minatori del carbone nel Sud del Cile e i minatori del salnitro nel deserto di Atacama. Baldomero Lillo diede la sua voce a questi uomini e a queste donne e contribu a far entrare parole come giustizia e diritto nel loro vocabolario di operai. Lo stesso si pu dire del brasiliano Guimares Rosa perch, quando scrive Grande Serto, sceglie come narratore un uomo che vaga in una terra disastrata e attraverso quel racconto in linguaggio popolare avanza una durissima denuncia sociale. Nella nostra epoca, credo che lo scrittore pi coerentemente impegnato a dar voce a chi non ha voce sia stato il polacco Ryszard Kapuscinski. Un libro di racconti come Ebano ritrae lidentit del continente africano nel suo sforzo di mettere fine al colonialismo e a una povert che per le potenze straniere era non meno naturale del colore della pelle degli africani. Fortunatamente sono molti gli scrittori e le scrittrici che hanno compreso la dialettica implicita nel dualismo persona-scrittore. Come persone abbiamo il dovere di stabilire un rapporto con la vita e con la societ improntato a unetica rigorosa, che pi rigorosa pi ci umanizza. Alla letteratura siamo invece legati da un forte vincolo estetico. Letica e lestetica sono per destinate a incrociarsi e quindi la cosa pi interessante negli scrittori e nelle scrittrici che apprezzo che conferiscono alla loro letteratura la stessa carica etica con cui affrontano i fatti sociali, mentre le loro vite si arricchiscono della stessa carica estetica che conferiscono alla letteratura. Non un caso n un semplice stratagemma letterario che lo svedese Henning Mankell si serva della trama di un noir scandinavo per dare voce alle vittime dellapartheid in Sudafrica. Come

Disegno di TULLIO PERICOLI

non un caso che Doris Lessing abbia fatto della sua opera una continua tribuna da cui chi non ha voce esprime la propria disillusione e al tempo stesso la propria speranza. Per me particolarmente difficile immaginare una letteratura priva del conflitto fra luomo e ci che gli impedisce di essere felice. Non potrei mai affrontare la letteratura, la scrittura, senza la consapevolezza di essere la memoria del mio paese, del mio continente, di tutta lu-

manit. Mi sono trovato a vivere nella seconda parte del Ventesimo secolo, un secolo segnato dal confronto tra due potenze che hanno fatto della guerra e della pace un ricatto per spaventarsi a vicenda, e hanno deciso che nelle rispettive zone dinfluenza la libert, la giustizia sociale e la dignit fossero riservate alllite. So che a volte vengo considerato un individuo strano che sacrifica il suo talento e la sua capacit di affermarsi (pecca-

to che non abbia mai capito in cosa ci si possa affermare senza schiacciare gli altri) e che spreca il suo tempo a raccontare storie di gente non molto interessante. E in effetti, per esempio, invece di raccontare laudace vita di un uomo di affari che riesce a diventare il maggior azionista di una fabbrica di rubinetti per lacqua potabile, preferisco narrare la storia di un umile idraulico preoccupato perch certi rubinetti gocciolano, perdono acqua, e cos, per evitarlo, al tramonto

Il caso

CONTRATTI DI SOLIDARIET ALLE LIBRERIE FELTRINELLI


MILANO Nel 1957 a Giangiacomo Feltrinelli erano bastati due grandi scoop letterari, Il dottor Zivago e Il Gattopardo e una piccola libreria a Pisa. Poi venne la volta di Milano, Genova, Roma: fino ai 106 negozi di oggi e oltre 1.500 dipendenti. Ora nemmeno un nuovo dottor Zivago risolleverebbe il mercato del libro in crisi e per 1.378 di quei dipendenti scattano gli ammortizzatori sociali. Contratto di solidariet per tutti. Una trattativa di due mesi ha evitato la chiusura di una quindicina di punti vendita: la riduzione dellorario di lavoro far risparmiare allazienda 4,3 milioni di euro a fronte per di una forte perdita di fatturato che passato dai 270 milioni del 2010 ai 239 milioni del 2012 (-11 per cento). Adesso la formula su cui il colosso delleditoria sta investendo quella della gastrolibreria gi avviata con i punti Red (Read Eat and Dream). Entro il 2015 aprir quello di Milano progettato da Jacques Herzog. (Laura Fugnoli)
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della sua vita condivide le proprie conoscenze con la gente umile del quartiere, e gli do voce perch spieghi il portento dellacqua, la duttilit di certi metalli, il nesso che lega un attrezzo alla mano nellesaudire un desiderio. Qualche anno fa ho visitato il campo di concentramento di Bergen-Belsen. Di quel posto sapevo che, fra centinaia di migliaia di vittime dei nazisti, era stata assassinata anche una bambina, Anne Frank, e che i suoi resti giacevano in una delle tante fosse comuni, delle tombe collettive, dei monumenti allorrore. Bergen-Belsen e tutti i campi di concentramento di qualsiasi luogo al mondo sono posti che si visitano in silenzio, perch la voce si rifiuta di descrivere quello che locchio vede, quello che vede la memoria, pur sapendo che dovremo compiere lo sforzo di nominare tutto ci che abbiamo visto con la forza inaugurale che hanno le parole. In un angolo di Bergen-Belsen, vicino ai forni crematori, qualcuno non so n chi n quando ha scritto delle parole che sono le fondamenta del mio essere scrittore, lorigine di tutto ci che scrivo. Quelle parole dicevano, dicono e continueranno a dire finch esiste gente decisa a sacrificare la memoria: Io sono stato qui e nessuno racconter la mia storia. Mi sono inginocchiato davanti a quelle parole e ho giurato che, chiunque le avesse scritte, io avrei raccontato la sua storia, gli avrei dato la mia voce perch il suo silenzio smettesse di essere una lapide carica del pi infame degli oblii. Per questo scrivo. Traduzione di Ilide Carmignani Luis Seplveda 2012 By arrangement with Literarische Agentur Mertin Inh. Nicole Witt e. K. Ugo Guanda Editore
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