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Circolo del Partito Democratico dellAzienda Regionale Emergenza Sanitaria 118

LE NOSTRE VALUTAZIONI IN MERITO ALLA PROPOSTA DELLAZIENDA SULLA RIORGANIZZAZIONE DEL SAI E DELLAUTOPARCO
La scorsa settimana la Direzione Generale dellARES 118 ha inviato alla RSU e alle Organizzazioni Sindacali del comparto la proposta di riorganizzazione del Servizio dellAssistenza Infermieristica e dellAutoparco aziendale. Gioved 8/11 con uninformativa fax viene inviato ai Sindacati un corposo progetto di riorganizzazione di due servizi vitali dellARES che il Direttore Generale, applicando la norma vigente, intende automaticamente approvato se entro 48 ore non giungono dalle stesse Organizzazioni richieste di apertura del tavolo di concertazione per discuterne il contenuto (diversi esponenti di varie sigle bench firmatari di contratto e inclusi nella Delegazione trattante riferiscono di non aver ricevuto il documento in tempo utile, sicch, sabato 10/11 lo stesso diventa esecutivo). Peraltro, per ci che riguarda il SAI, nella lettera daccompagno il Direttore Generale cita ragioni di immediatezza e limita lambito degli interventi di questo provvedimento agli aspetti gestionali fondamentali e urgenti, rimandando quelli di maggior dettaglio ai lavori dellapposita Commissione istituita per redigere il Regolamento del Servizio Infermieristico che - si badi bene potr essere adottato solo dopo lapprovazione del Nuovo Atto Aziendale (che stato presentato da diversi mesi ma mai approvato, e che giace tuttora in chiss quale ufficio di una Regione commissariata che si appresta, tra poche settimane, ad andare a elezioni): singolare che, mentre vi una Commissione che discute di come riorganizzare il SAI e lAutoparco (posticipandone a data indefinita ladozione del relativo Regolamento, quando questo sar prodotto), si decidono per interventi urgenti e tuttaltro che limitati su questi due Servizi, rendendo quantomeno inutile il lavoro che questa Commissione dovrebbe svolgere. Fin qui il metodo adottato, ma veniamo al merito: i pi volte declamati e condivisibili intenti di decentrare le attivit del SAI nelle Macro-aree in nome dellottimizzazione e dellefficienza si infrangono per rapidamente ai primi accenni del nuovo disegno funzionale che viene proposto: intanto, riemerge e vi da restarne davvero basiti un elenco di funzioni e compiti assegnati al Coordinatore infermieristico e al titolare di Posizione Organizzativa: non ci aspettavamo davvero, dopo anni di battaglie e trascorso un decennio circa dallabolizione del mansionario degli infermieri, di veder riproposto in chiave moderna una sorta di compitiere dellinfermiere, sia esso Coordinatore o titolare di P.O.: sarebbe bastato richiamarsi alle declaratorie che descrivono non gi i compiti bens, pi propriamente, le attribuzioni e le linee di attivit assegnate a queste figure dal CCNL e dalla normativa vigente se davvero si voleva delineare un ambito professionale specifico preservando, nel contempo, anche la dignit di questi professionisti. Non si tratta, evidentemente, di una sottigliezza, ma di una questione di forma che assume valore di sostanza e di riconoscimento della professionalit: nessuno si sognerebbe mai di elaborare un elenco di compiti e funzioni per un medico. Successivamente, osserviamo che il rimedio trovato per corrispondere alla legittima richiesta dei titolari di P.O. di essere sollevati dalle funzioni che contemporaneamente svolgono di coordinamento di Postazione appare contradittorio: infatti, si sancisce lesclusivit dellincarico di P.O. per tutti i Coordinatori territoriali fatta eccezione per quelli che ricoprono un incarico di coordinamento delle Centrali Operative. Una soluzione singolare perch sottende una complessit maggiore dellazione di coordinamento per la gestione di una Postazione (talmente onerosa da vietarne la cumulabilit con un incarico di P.O.), mentre tale cumulo sarebbe tranquillamente praticabile per la cruciale attivit di una Centrale: questo, pare intendersi, indipendentemente dal carico di lavoro della COP che si gestisce e
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dallampiezza dellArea afferente. Se tale deroga, pur con molti interrogativi, pu considerarsi fattibile per le Centrali delle province del Lazio (che hanno, pacificamente, un carico di lavoro meno sostenuto di quello della COP di Roma), viene da chiedersi come potr il Coordinatore di questultima, titolare anche della P.O. strategica Centrale Operativa di Roma e della Provincia, esercitare contemporaneamente limpegnativa funzione di coordinamento della COP pi grande dItalia e quella di raccordo di ben otto Macro-Aree distribuite su tutto lampio territorio afferente alla Centrale stessa! Inoltre, per garantire la conservazione del posto ai Coordinatori titolari di P.O. viene escogitato un espediente piuttosto curioso: si provveder alla sostituzione della figura di Coordinatore con un referente, istituzionalizzando, quindi, un profilo ed un ruolo inesistente nel CCNL (e, di conseguenza, senza che siano chiare le sue attribuzioni e responsabilit), designandolo, peraltro, con un bando aperto non gi a tutti, ma attingendo da un concorso effettuato ben quattro anni fa la cui graduatoria , in maniera lampante, scaduta. Se non bastasse, a ci si aggiunge la beffa che ai nominati non sar neanche applicata lattribuzione economica delle mansioni superiori in quanto viene specificato che le funzioni saranno svolte nel profilo professionale di inquadramento. Ma le incongruenze macroscopiche che abbiamo rilevato non finiscono qui: lAzienda ridisegna lassetto regionale del SAI (e dellAutoparco, come vedremo poi) dimenticando che stato appena emanato dal Governo il decreto che riordina le provincie. Sicch, invece di tenere nel dovuto conto questa novit reimpiegando le P.O. disponibili in nuovi ambiti di attivit (allineandosi per tempo ad un provvedimento cui saremo costretti prima o poi ad adeguarci), mantiene inalterata una distribuzione delle P.O. che figlia di una suddivisione provinciale che non esiste pi. In aggiunta, da ci che dato intendere dal documento, sorprendentemente non si ascrive nessuna specificit al nuovo assetto che, alla luce del recente decreto, assume il territorio di Roma Capitale (il quale, gi da solo, rappresenta per estensione il comune pi grande al mondo dopo quello di Los Angeles in grado, peraltro, di contenere nei propri confini le otto pi grandi citt italiane) che, sommato alla sua provincia, determina la nascita dellArea Metropolitana pi vasta e pi importante dItalia. Ove fosse confermata tale disattenzione, parlare di una Direzione aziendale che soffre di miopia organizzativa e non in grado di cogliere le innovazioni che un simile disegno amministrativo porta con s stante lincapacit di rimodulare la propria organizzazione sulla costituzione di una specificit territoriale di tale rango, appare un eufemismo. Sicch, in nome del tanto declamato decentramento (anche le vie dellinferno sono lastricate da buone intenzioni), si smembra questo cruciale corpo intermedio del SAI (quello che, per intenderci, ha tradizionalmente sempre gestito proprio Roma e la sua provincia) e se ne destina il personale sulle Macro-Aree: questo il ringraziamento e il benservito irriguardoso che si riserva a professioniste che hanno dedicato tanto impegno ed hanno accumulato una preziosa esperienza e una profonda conoscenza del territorio, cancellando con un tratto di penna una trascurabile casella da un progetto: un po come se nella neonata Roma Capitale si eliminassero tutti gli Assessorati e le funzioni svolte dal Comune (personale della macchina capitolina e dellAmministrazione centrale degli uffici) e tutto ci venisse decentrato nei Municipi lasciando questultimi a s, dicendo loro da oggi fate da soli senza pi alcun coordinamento! Verrebbe da sorridere se non fosse che quello che sta per realizzarsi rischia di lasciare senza governo un ganglio centrale del SAI. Per questo diciamo con forza che sul documento scritto decentramento, ma si deve leggere smembramento!

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Per finire, col pretesto di far poggiare questo progetto sulle giuste gambe dandogli, secondo le intenzioni, piena efficacia e speditezza, si dichiara disinvoltamente la decadenza dei contratti in essere per gli attuali titolari di P.O. affermando questi essere scaduti e perci in regime di prorogatio. Si omette per di citare quale articolo del contratto individuale sottoscritto da ognuno di questultimi, o previsto dal relativo regolamento, riporti una data di scadenza, e si glissa elegantemente sul fatto che tutti gli attuali Responsabili di P.O. hanno ottenuto, alla verifica annuale prevista per ognuno di loro alla data del 16/7/2012, il giudizio positivo dal dirigente cui afferiscono e, pertanto, proprio come sancito dalle norme, avevano visto rinnovato per altri dodici mesi il loro incarico. E come se larbitro di una partita di calcio dichiarasse terminata la partita alla fine del primo tempo e non al 90 minuto, cambiando le regole del gioco a gara ancora in corso. Per ci che attiene alla proposta che riguarda lAutoparco, questa non altro che la fotografia dellattuale organizzazione in essere da tempo, implementata da una trasformazione di due posti di Autista soccorritore in figure di meccanico: sono tutti qua i significativi cambiamenti previsti per lorganizzazione dellAutoparco dal documento proposto dalla Direzione, che vorrebbe essere contrabbandato per una cosa seria. Se davvero si riteneva che per risolvere gli annosi problemi che affliggono questo importante servizio aziendale, pi volte segnalati dagli operatori addetti e dalle OO.SS., bastasse aggiungere due meccanici alla sua dotazione organica (senza dimenticare che tutte le riparazioni sono esternalizzate da anni), ebbene, ci si chiede perch si aspettato cos tanto per questa decisiva innovazione organizzativa. Peraltro, si osserva pure lo smantellamento dellAutoparco economale, una funzionale fondamentale: da chi verr svolta? Noi riteniamo che unAzienda che marcia su gomma e che trasporta pazienti e personale su automezzi non pu pensare davvero di affrontare in questo modo i problemi di gestione delle fondamentali attivit complementari alla movimentazione e alla gestione dei mezzi senza allestire unArea Tecnica dedicata, superando la vetusta funzione dellAutoparco: cos si vola bassi, si difetta di visione e non si risponde alle esigenze degli operatori e a quelle dellefficienza che il servizio e la cittadinanza richiedono. In conclusione, stridono pure i riazzonamenti delle Aree e gli accorpamenti delle Postazioni operati sia per il SAI che per lAutoparco: nelle Aree del SAI vero che il precedente disegno presentava forti incongruenze e incoerenze, ma non si capisce solo per fare qualche esempio quale ratio sostenga lapparentamento della Postazione del S.Andrea con quella di Capannelle, oppure cosa accomuni quella del CTO con quella di Fregene. SullAutoparco si osserva invece la costituzione di cinque aree di straordinaria estensione, che comportano che una di queste, ad esempio, vada da Civitavecchia a Nettuno, oppure da Briziarelli ad Arsoli. Ma per quale recondita ragione non si sono previste delle Aree che fossero le stesse per il SAI e per lAutoparco? Crediamo che in ARES si sia particolarmente esperti a trasformare in complicate le cose che, ai pi, apparirebbero ovvie e di buonsenso. Oppure una ragione esiste e non ha nulla a che fare, evidentemente, con esigenze di razionalizzazione. Forse, quello che appare ovvio non era utile, e lobiettivo stato proprio quello di tener distinte le cose Insomma, il documento non ci piace. Il progetto non ottimizza la funzionalit dei due servizi ma anzi, nel caso del SAI la mina pericolosamente, mentre in quello dellAutoparco lascia inalterato lesistente: un progetto che, proposto cos com, ha un sapore ben diverso da quello che si vuol propagandare. E poi, ci chiediamo: ma perch, con tanti anni di tempo a disposizione, tutta questa fretta di approvarlo proprio ora, tal quale, con modalit che precludono qualunque possibilit di confronto e di discussione?
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Chiunque ci venga a dire che questa proposta va bene cos com, senza cambiare una virgola e/o che condivida le ragioni di questa urgenza del suo varo, senza modifiche, ci dovrebbe aiutare a capire. Perch? Per caso centrano anche le imminenti elezioni regionali? A pensar male si fa peccato

LE NOSTRE PROPOSTE DI RIORGANIZZAZIONE


Siamo convinti che si debbano costantemente apportare miglioramenti e modifiche organizzative reali al funzionamento di ARES 118: ricordiamo che per lobiettivo di superare la frammentazione delle cinque Centrali Operative che costituivano il S.E.S. Lazio Soccorso 118 ed arrivare a fondare questa grande Azienda regionale dellemergenza, siamo stati, nel 2004 allinterno del Consiglio Regionale del Lazio, come Democratici di Sinistra e Margherita (co-fondatori del futuro Partito Democratico), decisivi. Ma non ci convincono le operazioni di facciata, n, tantomeno, pasticci arruffati dellultimo minuto, a tempo scaduto, insomma. E un metodo che non ci appartiene e che respingiamo con forza. Siamo per il confronto delle idee e per la ricerca del consenso sulle proposte, e per questo ci candidiamo a governare Roma, il Lazio ed il Paese, convinti, come dice un nostro slogan, che lItalia sia un bene comune. Vale anche per lARES, un grande patrimonio dei cittadini, che deve restare un servizio pubblico e gratuito, mortificata dalla Giunta Polverini. Le nostre proposte sulla riorganizzazione del SAI e dellAutoparco non mirano a conservare lesistente ma guardano avanti, alle sfide che lAzienda dovr affrontare per migliorare se stessa, per offrire sempre meglio unefficace ed efficiente prestazione di pronto soccorso ai cittadini, valorizzando il ruolo degli Operatori. La nostra proposta tende a superare quella aziendale, minimalista e riduttiva, e le nostre idee costituiranno un elemento centrale del programma elettorale che caratterizzer, se il centrosinistra vincer le elezioni regionali, lazione del futuro governo, e su questi punti prendiamo un impegno: Un nuovo Patto tra i professionisti del soccorso Qualunque Azienda si fonda sul personale che vi opera: in ARES, lo ricordiamo, tutti gli Operatori (medici, infermieri e autisti-soccorritori) hanno sempre dato ottima prova di s (basta ricordare lo sforzo profuso dalle donne e dagli uomini del 118 in occasione del Giubileo del 2000). Per questo, se si vuole cambiare, occorre partire da loro, da chi nei servizi presta quotidianamente la propria opera. Dobbiamo ammettere che fino ad oggi gli autisti-soccorritori, gli infermieri e i medici hanno stentato a trovare un ruolo compiuto nellAzienda, anche per colpa del detto che in ARES regna imperante, cio che ognuno pi bravo a fare il mestiere dellaltro ma dimentica di eccellere nel proprio. Cos, i primi hanno tentato di sanitarizzarsi sempre di pi rincorrendo pretese di miglioramento del loro ruolo spesso velleitarie, con il risultato che le competenze di professionalit necessarie per la conduzione in sicurezza dei mezzi di soccorso vengono tenute in nessuna considerazione, mentre queste figure pagano un prezzo troppo pesante in termini di incidenza di infortuni (anche letali, come dimostra lultima tragedia avvenuta a Frosinone ad un nostro collega). Medici e infermieri sono intenti da anni a contendersi un ruolo preminente ed esclusivo nellemergenza sanitaria: tuttavia, i primi, avanzando forti e comprensibili contrariet sulla validit del modello rendez-vous a causa della carenza di risorse, hanno disertato le auto mediche, i secondi, in un contesto di confusione, per colpa di una cultura del soccorso ancora immatura nel nostro paese, hanno talvolta pensato di poter occupare lo spazio lasciato libero dai primi (quello della diagnosi e terapia), ed entrambi hanno sbagliato.
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Le scorciatoie individuate perch ogni categoria si attribuisse autoreferenzialmente lidentit negata hanno prodotto, come sempre avviene in questi casi, inevitabili discrasie: i medici hanno abdicato al ruolo clinico occupandosi di questioni burocratiche estranee al loro percorso professionale (quei pochi operativi rimasti, non pi giovanissimi, si spaccano la schiena tutti i giorni su mezzi ALS la cui utilit appare dubbia), fino a poco tempo fa abbiamo pure dovuto assistere a Direttori di Struttura Complessa (che avrebbero ben altre e pi prestigiose incombenze di tipo clinico, al pari dei loro omologhi ospedalieri) che gestivano il personale (con competenze improbabili) facendo il lavoro di altri, mentre gli infermieri si affannano nel rivendicare una specificit clinica che nessuno loro insegna. Gli autisti-soccorritori (inqualificati), possono solo coltivare la propria frustrazione. Poi vi sono quelli che non ce lhanno fatta a diventare autisti, i soccorritori, cio quella pattuglia di figure che non casualmente non trovano lequivalente nellorganizzazione ospedaliera: sono i pria del Sistema, i senza casta. Le attivit di partecipazione alle procedure di emergenza (BLS in tutte le sue varianti, PHTC e via dicendo), pur richieste, com ovvio, non fanno titolo. Nellambito del volontariato la figura del Soccorritore incontra maggiore considerazione (come del resto ovunque allestero). Nel pubblico, ci si ostina addirittura a rifiutare questa denominazione: barelliere la definizione che questi operatori non sono, negli anni, riusciti a scrollarsi di dosso. Una scelta lessicale che la dice lunga sul punto di vista di tanti. Buona, forse, per un servizio di vecchio stampo e orientato al trasporto, non certo per quello moderno e devoluto alla clinica e allassistenza che noi vorremmo rafforzare e rilanciare. Noi invece pensiamo ad unAzienda che esalti la sua natura clinico-assistenziale e restituisca la professionalit negata ai propri attori, medici e infermieri, e che si preoccupi di far crescere le fondamentali figure di supporto degli autisti e dei soccorritori, costruendo modelli organizzativi scientifici, sicuri e affidabili per operatori e cittadini. In ARES, molto pi semplicemente, ognuno deve tornare a fare il proprio lavoro, quello per cui ha studiato, e noi vogliamo parlare a tutti coloro, invitandoli a mettere da parte ogni pretesa categoriale, ogni piccola rendita di posizione del proprio ruolo e a fare sistema delle proprie competenze. Ma per fare ci occorre che ogni categoria, ogni casta faccia un passo indietro e ci si sforzi di ricercare non tanto le cose che dividono una professionalit dallaltra, ma quelle che uniscono. Dovremo ritornare, come Partito Democratico, a riflettere attentamente su questa confusione e coacervo di competenze che si artificiosamente creata nel tempo, ma il recente documento dellAzienda ci costringe ad affrontare due questioni prioritarie, quella del Servizio Infermieristico e quella dellAutoparco. Nella nuova visione che vorremmo lanciare a tutti i professionisti (perch tali vanno considerati) di queste fondamentali Unit Operative dellAzienda, per noi questi due Servizi estranei luno allaltro non sono. Quantomeno, non dovrebbero. Gli scenari che ci si parano davanti ci parlano di una sanit che, volenti o nolenti, ci costringer, tutti, a cambiare. Cos come linfermiere nudo sulla scena del soccorso senza laiuto di una valida figura di supporto che lo coadiuvi nelle manovre e nelle pratiche assistenziali, lautista deve perseguire una sempre maggior specializzazione anche nella sicurezza della guida per la propria e altrui incolumit: se non si capisce ci, si rischia di non avere ancora ben compreso che questo (e sempre rester) un lavoro il cui outcome la risultante di un combinato disposto e dellazione sinergica di unequip. E evidente che ne siamo a priori tutti ben convinti: allora, questo il momento di mettere a sistema anche il modo di programmare il lavoro e le attivit, il momento in una sola parola - di condividere di pi. E questa la ragione del fatto che, tra infermieri e autisti-soccorritori, serve un nuovo Patto tra professionisti.
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Il Servizio delle Professioni del Soccorso ARES unAzienda diversa dalle strutture ospedaliere per le caratteristiche del personale che vi opera e per loperativit esercitata: ma non solo per una questione di numeri delle categorie presenti che intendiamo far stringere un Patto tra infermieri e autisti-soccorritori, ma perch entrambi hanno bisogno luno dellaltro. Per noi, lanciare il Servizio delle professioni del soccorso non significa, evidentemente, solo un cambiamento del nome del SAI, ma ci serve per identificare che in quella U.O.C. vi lavorano tutti i professionisti del comparto dellAzienda con modalit e modelli operativi e organizzativi propri delle strutture ove si deve improvvisare sempre meno ed integrarsi sempre di pi. Pensiamo ad un Servizio che non si limita ad inserire una figura di coordinamento degli Autisti allestendogli semplicemente una scrivania e un PC, ma integrando questo professionista (coadiuvato da altri collaboratori della medesima qualifica) nei processi decisionali e di governo delle Macro-Aree per lo specifico di competenza (ci piace riferirlo allArea Tecnica, e non pi genericamente allAutoparco), cio, facendogli assumere responsabilit diretta di questArea e delle risorse umane e tecniche che gli vengono affidate, rispondendone al Direttore del Servizio. Insomma, intendiamo dare unidentit e unopportunit di crescita a questi professionisti cui sono demandate funzioni cruciali. Riteniamo, in questo modo, che la collaborazione che potr emergere dalla continua e costante interrelazione, consentir di elaborare procedure condivise ed efficaci per la migliore gestione dei diversi aspetti delloperativit. Infatti, il modello organizzativo che proponiamo, e che supera lAutoparco (quello un parcheggio, non una funzione), costituir un valido sostegno alle necessit dei diversi Direttori delle COP e mira, a cascata, a riprodursi nelle Macro-Aree. Saranno necessari formazione e aggiornamenti mirati che potranno pianificarsi insieme, ed immaginare che anche i turni di guardia che il SAI e lAutoparco oggi effettuano slegati possano domani far nascere una reale sinergia in direzione dellefficientamento plausibile. Per noi rappresenta un valore aggiunto mettere nello stesso Servizio i protagonisti del 90% dei componenti dei mezzi di soccorso distribuiti sul territorio. Debbono essere ricercate, compatibilmente con le risorse economiche e contrattuali disponibili, le soluzioni di incentivazione e di produttivit necessarie a valorizzare e sostenere economicamente gli Autisti non idonei che, per ragioni di salute, sono costretti ad interrompere, temporaneamente o definitivamente, lattivit sui mezzi: sul modello del progetto-obiettivo predisposto per gli infermieri dellElisoccorso, elaborare analogo progetto che ne determini le attivit riconoscendo il giusto quantum economico a questi Operatori economicamente penalizzati contro la loro volont assume una questione di rispetto della dignit del lavoratore. Le P.O. soppresse nelle Macro-Aree provinciali a seguito del decreto di riordino delle province debbono essere trasformate in P.O. per linee di attivit riferite a funzioni strategiche ed implementate nelle medesime Aree. Il disegno cui ci ispiriamo per un decentramento che ottimizzi e razionalizzi i costi, quindi serio e non propagandato, non pu non prevedere che le Macro-Aree debbono essere messe nelle reali condizioni di espletare la loro attivit restituendo ai Responsabili di U.O.S. le competenze dirette di gestione delle stesse, facendo assumere al titolare di P.O. il ruolo di gestore delle risorse umane assegnate e al coordinatore tecnico quelle del proprio ambito. Lobiettivo di far vivere le Macro-Aree come entit dirette da questi tre livelli di responsabilit (e che rispondono degli obiettivi assegnati, rispettivamente, al Direttore di U.O.C. della COP di appartenenza, al Direttore del SPS e al Coordinatore dellArea Tecnica) , per noi, una condizione irrinunciabile per realizzare un modello di integrazione operativa davvero efficace ed efficiente e che guarda al vero rilancio dellARES 118 e non alla sua inesorabile destrutturazione.
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