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INCONTRO CON UN UOMO STRAORDINARIO - 50

tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella

"Nec falso - nec alieno" n con falsa, n con estranea (luce) Cristina di Svezia (1626-1689)

Scandurra, Ranna ed io, dopo aver salutato con un abbraccio Harn, ci dirigemmo verso l'uscita del palazzo. Sentivo tutto il peso della missione. Il cielo rossoviolaceo incombeva sui vicoli di Deya che brulicavano di gente indaffaratissima. Bancarelle, botteghe, vecchi che fumavano seduti fuori l'uscio di casa, bambini che si rincorrevavano e sopra le nostre teste, navi stellari in avvicinamento, alcune silenziose, altre rombanti da tapparsi le orecchie, e tra rumori e colori mi arrivavano alle nari odori di frittura e di spezie. Un colpo d'occhio spettacolare. Medioevo stregoneria magia tecnologia corporativismo gilde scienza, in una misticanza inestricabile. un gran bel casino, come piace a me. Tutto sembra fuori controllo. Ma non ti fidare, Angelo, non c' niente che non abbia una causa e dove c' un'origine c' pure uno scopo il maestro non rinunciava mai a darmi indicazioni.

La mia citt unica in tutto l'universo. Vive anche nel granito di cui son fatti i palazzi o nel cristallo delle sue cupole. Miriadi di esseri vengono almeno una volta nella loro vita a Deya. Chi per culto, chi per affari, chi per godere e soddisfare vizi innominabili. Soprattutto se si vuole fare esperienza del tutto, toccando scienza e magia, briciole di antiche religioni e superstizioni costruttive; Deya ti offre ogni cosa, ma pu toglierti la vita e l'anima Ranna profer quelle parole con amore struggente, ma una lieve malinconia si nascondeva dietro il suo parlare. Devo irradiare il lumen? - dallo sguardo di Scandurra, compresi che lo avrei dovuto gi fare.

Il maestro si ferm presso un banco di frittelle fumanti. Ne acquist un cartoccio e ce le dividemmo. Calde dolci buonissime. Maestro, con quale denaro le hai comprate? Con le lirette nostre. Ogni commerciante, pizzicarolo o professionista che incontrerai su Deya, anche un cambiavalute. Accettano monete di ogni universo. Ma non tentare di fregarli. Gli ho dato due gettoni del telefono e trecento lire. Bastavano. Qui la vita non cara, in tutti i sensi. Magari ti strappano e ti mangiano il cuore, per i funerali sono a carico dell'amministrazione. Mica male. Scandurra era veramente cittadino dei Nove Mondi. Gestiva tutto come se si trovasse a gironzolare nel vecchio quartiere viterbese, dove aveva la bottega di frutta e verdura. Poi, aument il passo e lo seguimmo di buona lena. Si infil in una stradina stretta e scese delle scale e cos facemmo noi.

Incontro con un uomo Straordinario 50 / tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella

Entreremo in una zona di Deya speciale, la chiamano 'sottomondo'. Allora, prima lezione: quando la via dritta, sarete frenati nel passo, viceversa, in curva subirete un'accelerazione. Non toccate le mura delle case n a destra n a sinistra. Se incontrerete qualcuno, chiunque sia, non dategli credenza, andate per la vostra direzione e basta. Maestro, che significato c'ha questo posto cos strano? - feci io con preoccupazione. Lo scoprirai ad ogni passo entrando nell'oceano deyano. Se entri ti svuoti. Cominci la via iniziatica svuotandoti. C' la fine dell'ambizione. La fine di ci che chiedi a te stesso. Non chiederai pi niente a te stesso. Comincerai a svuotarti degli obblighi e dei vincoli, delle necessit che ritenevi importanti. E quando queste cose cominceranno a sparire, rester un'enorme quantit di tempo. E poi scivoler via anche il tempo. E si vivr senza tempo. Il tuo maestro una calamita. In tutti gli universi cercano qualcosa cui attaccarsi. Vogliono qualcosa, ed la sua capacit di cristallizzare e formulare. Le persone sono in pessima forma di questi tempi, l'universo in pessima forma. E in qualche modo il suo aver trovato qualche solidit li attrae Ranna fu molto cara parlando di Scandurra; mi sentii orgoglioso di essere suo allievo.

Il primo passo mi proiett verso uno stato-di-coscienza/territorio immenso. Il flusso dei pensieri si interruppe, qualunque contatto con lambiente circostante cessava. Un senso di angoscia, dapprima, mi pigliava, come sbalzato in un tempo, uno spazio, un universo qualitativamente differenti. Sovvenne la meraviglia: il senso di rivelazione sconvolgente di una realt di fronte alla quale il mondo sensibile non altro che ombra, associato alla consapevolezza che un unico slancio vitale, ununica emozione eterna ci anima tutti allo stesso modo, da sempre e per sempre. La gioia (ananda) mi invest, come uno scroscio d'acqua proveniente dall'alto. Un gavettone divino. La gioia mi liberava dai ghirigori concettuali, accompagnata da una dilatazione infinita della coscienza. Come inghiottire tutto. il fiume unitivo della Vita che si fonde nell'oceano cosmico della Creazione. Il secondo passo fu terribile. Il mio stato di svuotamento espresse qualcosa che non avevo finora realizzato e che pu riassumersi nella parola coagulatio. Due princpi governano tutti i processi alchemici: la coagulatio e la dissolutio. Coagulatio in alchimia significa rapprendersi in un punto, diventare pi solidi, pi definiti, formati. Ora l'intero processo che stavo attraversando era la coagulazione della mia vita nel tempo. Ma la coagulatio sempre seguita dalla dissolutio. Che esattamente il contrario: dissoluzione, le cose che si separano, si sciolgono, perdono la loro capacit di definirsi. La cosa interessante che improvvisamente questo spiegava i miei sintomi. Non facevo che pensare che stavo affondando sempre di pi, che mi stavo dissolvendo. Ma le due cose, dissoluzione e coagulazione, sono inscindibili. Non ci avevo riflettuto finch non mi venne per la prima volta in mente la coagulatio. E la rubefactio, che permette alla bellezza di mostrarsi. Cos, in quell'istante ero una persona diversa. Non avevo mai sentito queste cose dentro di me. O non le avevo mai riconosciute. Prima, non avevo mai saputo chi ero. Feci, di nuovo, la scoperta dell'acqua calda. Il ''normale'' ormai riferito a valutazioni culturali, sociali e utilitaristiche, ed ogni stato speciale di coscienza diventa, secondo i canoni ufficiali, alterato, allucinatorio ed isterico di natura patologica e,
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se questo pu essere vero in alcuni casi, non lo certo in tutti. Oggi questo meccanismo riduzionistico diventato automatico, lo si applica a tutto ci che esula dal comune senso accettato; in pratica, il sistema in cui ci muoviamo diventato la nostra prigione sensoriale, le convenzioni sono diventate convinzioni, le regole trasformate in preconcetti. Ero strano. Diverso. Notai il cambio del taglio della luce sulle cose, l'aria si era fatta pi tenue. Eravamo entrati in un altra dimensione, almeno cos sembrava. Forte era la sensazione di camminare all'incontrario su di una scala mobile. Facevo fatica a tenere il passo. Poi il vicolo svolt verso destra. Una pressione dietro la schiena mi spinse a velocit tripla e caddi scompostamente. Presi una 'smusata' sul piancito. Persi del sangue dal naso: un tonfo incredibile. Una situazione che non avrei mai voluto provare: Ranna e Scandurra risero di gusto. Mi rialzai di scatto ma non avendo oltrepassato la curva, fui di nuovo spinto come da una mano gigante per le terre. Gi, stavolta per riuscii a pararmi il viso con le mani. Col mantello tentai di asciugarmi il volto dal sangue. Ranna mi porse un fazzoletto. Cacchio, non riuscivo proprio a sbrigarmela. Come si poteva camminare cos? Prendi il tempo giusto e lasciati trasportare fece Ranna. Una parola! Non vi sono segni che mi indicano l'inizio della pressione. Ci sono, Angelino. Quando il tuo lumen si contrae, abbandonati, fatti portare dall'accelerazione la dritta di Scandurra.

'Dopo li fochi', maestro. Prima non me lo potevi accennare? Oh s, ma vuoi mettere lo spasso nel vederti arrancare e 'scoppiare' per terra?

Ecco come mi insegnava. Come diciamo dalle parti nostre, 'a mozzichi e bocconi'. Prima mi ci faceva sbattere la testa. Anche letteralmente, se necessario. Comunque, feci attenzione ai movimenti del lumen e, devo ammetterlo, in tal modo diventava un gioco da ragazzi. Sembrava di stare sulle giostre. La spinta che ricevevo dalla curva diventava sufficiente a farmi camminare senza sforzo sul dritto. Come un surfista che sfrutta l'energia trasversale dell'onda per risalire. Che i Beach Boys mi aiutino. Questa fase della nostra missione nel quartiere sottomondo, indicativa per come dovremo affrontare la fine dell'anno 2012. Conoscenza e carattere, abilit e senso della sfida, sono componenti basilari della nostra maniera di essere e di agire. Come ci ha sempre detto Scandurra, quel lontano futuro, il 2012, che non poi cos lontano, il pi libero dei campi, il pi insicuro ma aperto ad ogni evento; la qualit della nostra energia sar determinante circa il significato che avr per noi il Varco. Quali sono le caratteristiche di cui ci dobbiamo dotare per un pi adatto ingresso a fine ciclo? Innanzitutto ricordiamoci che siamo pellegrini in questa vita. Cosa ci utile? Senso dinamico dell'equilibrio nello spostarci, sia fisico che mentale; capacit di mimetizzarci e di attendere, non dimenticando mai, e dico mai, la nostra meta: attraversare il Varco. Capacit di adattamento a condizioni ambientali e spazio/temporali, a costumi e linguaggi desueti, ricorrendo all'intuito e alla creativit. Vi saranno intoppi imprevisti, effetti mal gestiti prodotti dalla mutevolezza delle percezioni, ma ci non dovr distoglierci dal programma. Varianti sul cammino ce ne saranno, non difficile
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prevederlo, tuttavia queste dovranno essere accolte non con fatalismo nocivo, bens come occasioni di esperienza ulteriore. Il passaggio del Varco metter a dura prova quello che credevamo di sapere e di essere: le resistenze psicologiche al nuovo, le sovrastrutture derivanti dai processi subiti di acculturazione moderna e riduzionista. Come ci diceva Scandurra: ogni brutta cosa che ci capita, rilascia un piccolo segreto. Non si butta niente. Quali cambiamenti dovremo sostenere per il 2012? Vi sono percorsi interni trasformativi. Una sorta di intensivo d'illuminazione, magari non in dieci lezioni, sicuramente senza spendere una lira, ma mettendoci totalmente in gioco. Tuttavia, ognuno di noi dovrebbe sentire come ineluttabile un compito da svolgere, qui e ora; un desiderio di ricerca del significato della Vita, prima di ogni altro impulso o convenienza. E non si dovrebbe attendere la fine del mondo, per chiederci cosa ci stiamo a fare quaggi. L'esperienza insegna che per molti, la necessit spinge spesso nella direzione giusta. Pochi scelgono liberamente. Dicevo dell'intensivo. Creiamo campi vitali composti dalla sommatoria di energia emotiva-pranica (prajna), nomi di potenza (o anche i mantra) e cosmogrammi (o anche le iconografie dell'arte sacra occidentale), manipolando le sequenze finch non si configurano e si adattano alla nostra fisiologia interiore. Antica ed efficacissima tecnica di magia bianca. Costruiremo cos un tempio del nostro vigore intelligente, sviluppando cio forme adatte a questa energia personale e al suo uso pratico, con un carburante (respiro), accompagnato da pause di ricarica meditativa. un po' come creare un campo di energia elettrica normale, con i procedimenti del caso. Pensando alla nostra mente come ad un relais elettrico, con un suo potenziale, possiamo creare le condizioni di attivit necessarie. Per, ricordiamocelo, vanno eliminate le interferenze, disturbi del campo vitale stesso, ossia liberiamoci da ogni distrazione. Concentriamoci, in silenzio (poi lo si potr fare anche in mezzo al casino), prima entriamo in uno stato meditativo, attraverso il respiro programmato 1:4:2, inspirare-ritenere-espirare, l'oblio del presente esteriore, lasciando andare la danza dei pensieri attiviamo la ricerca dell'attenzione totale. Facciamo tutto ci, notte e giorno che sia, nelle ore pi confacenti al nostro regime interno. Poi passiamo in rassegna le disposizioni emotive pi dinamiche. Questo il carburante di cui parlavo, il voltaggio pi giusto per noi. Ci in pratica possibile ripetendo questa ricarica personale, con ritmi quotidiani precisi. Avremo bisogno di quintalate di questa energia, e la potremo acquisire in quantit industriali a patto di ritmizzare l'uso: manutenzione e rifornimento costante, senza pause. Il campo vitale pu essere realizzato anche in altre forme, deambulanti, osservative, rotanti. Durante una passeggiata lungo un sentiero collinare, una corsetta di alleggerimento, leggendo in immersione il libro-mondo L'Arcobaleno della Gravit di Pynchon o La Montagna Incantata di Mann, sbirciando l'ultimo capitolo de Il Mistero delle Cattedrali di Fulcanelli. Facendoci riscaldare da Il fuoco dell'Amore Divino di Rumi e visualizzando le scene in parallelo descritte dai quattro Vangeli. Seguendo i consigli dell'abate Susone. Nel Savitri di Aurobindo ammirando la vicenda di una donna che conquista la morte. Entrando nei paesaggi magici di William Wordsworth. Scoprendo il segreto de La nascita di Venere del Botticelli, entrando in punta di piedi ne L'Ultima Cena di Leonardo, fissando le mani nell'opera di Carlo Crivelli. Ascoltando in esaltazione perenne, scopriremo l'armonia e la gioia della Settima Sinfonia di Beethoven, aumentando le frequenze con The Cycle Is Complete di Bruce Palmer,
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facendoci sommergere dalla cascata sonica di Interstellar Space di Coltrane, in assenza di rumori di fondo turbativi, accettando quelle dinamiche come parte del relais. Svegliandoci all'alba, salutiamo il Sole e facciamoci bagnare dai suoi raggi, mentre beviamo un bicchiere d'acqua tiepida a stomaco vuoto: cos, ogni mattina fino alla fine del Tempo, ci trasmutiamo. Posizionandoci al centro di un cerchio sacro megalitico, scoperto come per caso in una passeggiata domenicale nel bosco vicino casa e, incantando i sensi, sentiremo le linee curve girare in senso orario. Le forme rotanti sono quelle corali e danzanti. Tali terapie d'accesso saranno efficacissime mantenendo l'intensit dell'attenzione. Si pu viaggiare ovunque col carburante e il campo vitale adatti. Poi... bisogna andare avanti, oltre la struttura ordinaria in uso e rintracciare i fili della Creazione che ci stanno attorno e sfruttarne le cariche. Superata la fase di sopravvivenza a cui siamo avviati, il futuro Varco pura ricerca bidirezionale: il verticale, tutto quel che sta oltre la dimensione Terra e nelle sue viscere, e l'interiore, tutto quel che in noi, da sviluppare, perfino fisiologicamente negli apparati che ci formano, specie nell'uso delle circonvoluzioni cerebrali, dove le possibilit gi pronte sono almeno il quadruplo del tentativo medio da noi messo in opera. Da uomini planetari giungeremo ad essere uomini cosmici, quello che siamo sempre stati. Scandurra ci avverte di un pericolo formidabile, da non sottovalutare. Ogni nostro passo verso l'anno 2012, sar controllato dai signori della Fiamma, i saturniani, nell'accezione pi ampia. Non solo, se possibile tenteranno di deviare il nostro corso, introducendo veleni mascherati da farmaci, allestendo scenari extraterrestri per la grande pantomima finale. Ogni mezzo sar adottato da chi attenta all'armonia del mondo e combatte la Luce in ogni sua espressione. Come difenderci? Costruendo una sacralit di tipo liturgico, in cui esprimerci con silenzi e astensioni, seguiti da azioni determinate e coraggiose. Il maestro ci ha insegnato a viaggiare dentro/fuori, ad accendere il lumen e irradiarlo, senza pensare a sconfitta o successo. Costruiremo un ponte e loro verranno. Gli esuli torneranno e Madreterra sar pi splendida. Notai una scultura di donna reggente un calice, in un'edicola ad arco incastonata in un muro divisorio. Attraverso una finestra intravidi un soffitto affrescato. Da un altro finestrone, al secondo piano di un palazzo elegante, un muro di libri di tutti i formati e fogge sembrava invitarmi ad entrare. Lucernai balconcini scalette profferli. Mille elementi architettonici, diversificati e appartenenti, pare, ad epoche non recenti. Stili e valori variegati, ci circondavano durante il nostro cammino. Un signore ammantellato ci incroci come spuntato dal nulla. Feci finta di non vederlo, ma la mia curiosit fu cos forte che lui la not, evidentemente. Egli abbass il cappuccio che svel un volto butterato e pallido come un cadavere; quegli occhi rossofuoco mi squadrarono. Divenni rigido, poi dondolai e persi i sensi... il lumen si ritrasse. E fu buio fondo.

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