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Pentema fra i monti Picture of a strange Ligurian village

Tracce imponenti di vita, di generazioni passate, case incollate alla montagna, a scaletta, in gruppo, per risparmiare, per proteggersi. Costruzioni in pietra, assemblate con cura a ricordo di nordiche tradizioni qui trasportate da genti lontane nel tempo. Loebbie, punt, risseu, tutte raccolte attorno ad una grande chiesa, ora sproporzionata, un tempo fucina di anime, di carattere, di gente forte e testarda, gente con lanimo cristiano ed il braccio di buona stirpe ligure fiondata nel mondo alla conquista di spazi, di vita pi umana, che sempre ricorda lorigine, ricordo struggente che si trascina per generazioni. Pentema,vecchia di secoli, forse di pi, ricetto di mezza costa per chi decise di sostare, di interrompere leterno itinere del mondo antico. Su nel crinale la strada per la pianura, i muli, la gente, la merce preziosa, da mondi lontani e sogni di vita. La scelta di sole, di buoni raccolti, forse pi frequenti, ma duro lavoro su questa china scoscesa, a scalini, a fasce, lentamente si radica e progredisce. Musiche lente, suoni striduli e penetranti dei pifferi addolcite poi dal pinfare di muse sbuffanti a creare continue alternanze di sensazioni. Origano, timo,lavanda, rocce scavate, elmintoidi, calcare grigio dellAntola, vipere lente, insidiose, ginestrine gialle e cardi pallottola. Ghiri curiosi, volpi sottili, faine catturate col laccio e poi per giorni affogate nel ruscello a frollare. Pasto di pochi decisi, sarveghi, come la natura che li circonda. Poi la Pentema viva, il ricordo e la lanapetrolio di quei tempi, le pecore a friccio dalle riviere, le transumanze, le liti continue per luso dei pascoli di monte sempre pi affollati, sempre pi impoveriti. Allora via, i migliori vanno, il sorprendente inserimento nella Genova del 400, con laiuto del Fiesco, gran casato e signore della montagna, priori e maestri , per anni dominanti su quella famosa corporazione dei textori pannorum lane in Borgo Lanieri allombra di Santo Stefano. Le guerre, continue, contributi di morte al costume del tempo. Ancora Pentemini importanti, certo huomini fideles ai Fieschi, a Varzi, Pontremoli, poi i secoli di dipendenza dal Feudo Torrigliese, ora esistenza povera ma pi tranquilla. Il tempo scandito dalle funzioni in chiesa a lode del Signore che anche qui doveva assistere questa comunit, anche qui il ministro di fede cristiana sempre presente ai ritmi di vita. I mercati a Torriglia, Varzi, Monleone, i mulattieri, i balli, le favole di paura raccontate nelle sere dinverno ai bimbi durante le veglie. E sempre la lana, ancor ora ne troviamo le tracce, negli strumenti ormai camolati nelle cantine o in qualche artigiano che scarlassa lana e crini per le strapunte, itinerante nel territorio. Me lo hanno mandato a dire, da Bavastri, Montebruno, Serre, cos era, quando tutto era pi lento, quando anche le informazioni viaggiavano nelle menti dei viandanti e venivano portate

come i fuochi di casa gatti belli gatti, melo date un po di fuoco racconta la favola, cos si faceva quando anche accendere un focolare con esca ed acciarino poteva essere costoso!! E tutta una comunit di gente abile, ad aguzzare lingegno, a studiare sempre soluzioni poco costose ma valide, eccome se erano valide, sono durate quasi fino ad oggi. Ne vediamo le tracce ora mostrate e ben esposte nella ricostruzione fatta nel Presepe ultima geniale difesa che i Pentemini hanno escogitato per fare fronte allannientamento della montagna, ultima insidia dei tempi moderni alla sopravvivenza di questo patrimonio di gente e di idee. Mauro Casale

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