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Maria Di Piazza

asPetti storiCi e NaturalistiCi DellaCqueDotto

PalerMo, Citt DaCqua

Copyright by AMAP S.p.A. Presidente Bruno La Menza Amministratore Delegato Sergio Amenta Consiglio dAmministrazione Ettore Maltese (VicePresidente), Giacomo Russo, Giuseppe Giordano Collegio Sindacale Marcello Amato (Presidente), Guido Barcellona, Tommaso Mercadante (Sindaci Effettivi) Direttore Generale Gesualdo Adelfio

Fotografie di Gaspare Licata. Le foto dei quadroni sono dellArchivio storico del Comune di Palermo di G. Mazzola. Le fotografie di archivio dellAzienda sono di Giuseppe Carollo e Giulio Marguglio. Ringraziamenti Un libro non mai lopera di un singolo autore, ma il risultato della collaborazione di molte persone, a cominciare da chi ha permesso la realizzazione del progetto, il Presidente dott. Bruno La Menza. Un ringraziamento va a Gaspare Licata e Francesco La Bruna che hanno curato laspetto iconografico del lavoro, al Direttore dellAMAP S.p.A. dott. Gesualdo Adelfio per le informazioni tecniche, agli speleologi prof. Salvatore Sammataro e Francesco Milazzo per la cordiale assistenza durante il sopralluogo nei qanat, al personale dellAMAP S.p.A. che ci ha accompagnato nei siti dellAzienda, in particolare un grazie a Giovanni Costantino per la sua cortesia, a Monica Ceravolo che ha curato i rapporti con la stampa e a Francesco Galioto per i gentili suggerimenti. Un grazie particolare allarch. Giuseppe Carollo per i suoi preziosi consigli e a Lavinia che si fatta carico di accompagnarci in tutti i sopralluoghi.

alermo, citt dacqua, fondata tra i fiumi Kemonia e Papireto. Un excursus nella storia dellAcquedotto cittadino, tra le sue fonti di approvvigionamento, le sorgenti, i fiumi, i laghi, i pozzi: racchiusi in questo libro ci sono i segreti dellacqua che scorre a Palermo. Centinaia di fotografie e uno speciale Dvd, destinato ai pi giovani nato per la divulgazione a doppio livello: i bambini delle elementari e i ragazzi delle scuole superiori - per raccontare una storia goccia dopo goccia perch lacqua che scorre dal rubinetto lultimo atto di una catena che parte da lontano, anni e chilometri addietro, che in pochi conoscono. Forse, infatti, non tutti sanno che ... fino al 1885 lacqua in citt veniva raccolta in delle vasche chiamate ricettacolo magistrale e da qui inviata ai castelletti collocati prevalentemente sulle mura esterne di Palermo. Lacqua arrivava nelle case trasportata attraverso tubi in argilla doccionati e veniva raccolta in dei recipienti di zinco o di argilla le giarre, a fare questo provvedevano i garzoni che venivano non a caso chiamati anche sanguisughe perch facevano la cresta sulle consegne. Fu il sindaco Giulio Benso, Duca della Verdura, a bandire un concorso per la realizzazione dellacquedotto di Scillato. Era il 1894. Dopo il primo dopoguerra si pensa al potenziamento delle fonti di approvvigionamento in relazione allaumento delle necessit dacqua e il Comune ottiene di poter utilizzare le forniture idriche delle fonti Gabriele e San Ciro-Maredolce. Seconda guerra mondiale: il sistema di distribuzione dacqua accusa un duro colpo, il prezioso liquido inizia a scarseggiare nelle case. Oltre ai danni causati dai bombardamenti, infatti, c una pesante carenza di disponibilit idrica. Per questo si decide la costruzione di un invaso artificiale Scanzano, nei pressi di Marineo, sul fiume Eleuterio, da cui lacqua viene convogliata alla citt, insieme a quella ricavata dalle sorgenti di Risalaimi. Durante il secondo dopoguerra vengono sfruttati anche i pozzi di molte falde cittadine, come quella di Ciaculli-Giardini, quelle di Falsomiele, quelle di Tommaso Natale e Petrazzi e quelle di Bagheria e Trabia perch,

PALERMO, CITT DACQUA

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a dispetto di quanto superficialmente si potrebbe pensare, Palermo sorge su un patrimonio dacqua. Negli anni 60/70 con la domanda dacqua che cresce proporzionalmente allaumento della popolazione, viene resa potabile lacqua dellinvaso artificiale di Piana degli Albanesi, nonch quella della presa ad acqua fluente di Santa Caterina, sul fiume Oreto. A fine anni 70 stato posto in uso anche lacquedotto Jato, che si serve delle acque dellinvaso artificiale Poma. Recentemente sono continuati i lavori di potenziamento e rinnovamento della rete idrica della citt, sono stati messi in funzione nuovi serbatoi e sono stati effettuati degli interventi per incrementare le portate da Scillato e da Scanzano-Risalaimi ed entrata in funzione lutilizzazione delle acque dellinvaso Rosamarina. Attualmente la cittadinanza di Palermo, per lapprovvigionamento idrico, dispone di quattro invasi artificiali (Poma, Scanzano, Rosamarina e Piana degli Albanesi), di diverse prese ad acqua fluente, sui fiumi Oreto, Eleuterio, Imera e Jato, di numerosi pozzi e dei gruppi di sorgenti Gabriele, Presidiana, Risalaimi e Scillato: un patrimonio dacqua come gi sottolineato che va accudito, amato e rispettato a partire dalla sua storia che si lega, inevitabilmente, con le vicende private e personali di chi vive in questo territorio e porta i segni di chi lha abitato prima di noi. La conoscenza, poi, deve farci fare un passo in avanti: la capacit di incidere sul territorio anche attraverso lesperienza del passato - deve necessariamente sposarsi con la solidariet. In un periodo in cui lAcqua un bene raro, e quindi preziosissimo, siamo convinti della necessit di mettere il nostro know how a disposizione delle popolazioni che patiscono la carenza idrica. E da questa considerazione che nata la volont di raccontare e illustrare in un libro la nostra citt dAcqua. Il presidente dellAMAP S.p.A. Bruno La Menza

PREFAZIONE

PREFAZIONE

o  mponente essenziale della Terra, elemento necessario alla vita, simbolo di purezza, attributo divino: da sempre, lacqua  una partefondamentaledellavitaedellimmaginariodelluomo. Findaitempipiremoti,lacquanonstatasoloilprimus movensimprescindibileperlanascitaelosviluppodelleciviltantiche,mahaanche rivestito un ruolo di significativa importanza nellambito di credenze religiose,simbologieesoteriche,ritualimagici.stataconsideratadaTalete ilprincipioprimodelcosmo,daEmpedocleunodeiquattroelementidalla cuicongiunzionenasceluniverso,stataritenutalelementodipurificazionepereccellenza,edappaiata,perlagemmologiaantica,aldiamante1;  stata presente, proprio per il suo valore lustrale, nei riti sacrificali di granpartedellecultureantiche,daquellagrecaaquellaceltica.Conil cristianesimo,poi,lasimbologiadellacquahaassuntoancheilsignificato difontedivitaeterna,diventandounadellemolteplicirappresentazioni delloSpiritoSanto.NelMedioevo,imosaiciegliaffreschicheimpreziosironoleparetidegliedificidicultohannospessopresentatoquestotipo diiconografia;neicontestilaicidipalazziedospedali,invece,lacqua hafattolasuacomparsanellarappresentazionesimbolicadellafontana zampillante,ristorodallefatiche,sorgentedigiovinezza.Unesempiodi questotipodiiconografiarappresentatodallafontanadellagiovinezza chesitrovanellaffrescodelTrionfo della morte2diPalazzoSclafani,ora a Palazzo Abatellis; lirruenza dellacqua che sgorga dalla fontana ben si contrappone alla furia devastatrice della morte in veste di scheletro consunto a cavallo, ed il liquido che si proietta esprime appieno il suo valorediforzavivifica,benefica. Nonsolonellecultureoccidentalidioriginegiudaico-cristiana,maanche nellaWeltanschauungarabalelementoacquaticopresente;perquanto riguarda le belle arti, ci, ovviamente, non avviene, come nel contesto europeo, in oggetti darte con elementi naturalistici ma, in vero, nella praticaarchitettonica,cheprevede,spesso,laprogettazionedipalazzie digiardiniallietatidafontane.

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PREFAZIONE

Da sempre, allora, la vita e la cultura delluomo appaiono segnate dal rapporto con questo elemento. Nella prassi, occorre notare come la possibilit di accedere a fonti di acqua dolce sia stata, nei secoli, un criterioindispensabileperlasceltadelluogodovestabilireunacomunit; nonuncaso,allora,chetuttigliantichinucleiabitativisisianostanziati neipressidifiumiesorgenti. Palermononhafattoeccezione:lacittoo,tuttaporto,haavuto lapossibilitdinascereesvilupparsisoprattuttograzieallapresenzadi duecorsidacqua,KemoniaePapireto.Iduefiumirendevanolapianta delcentroabitatosimileadunfiore:daquiilprimotoponimodiPalermo, Ziz, il fiore. Gi dal sorgere del suo primo nucleo, dunque, Palermo  stata una citt dacqua; e non soltanto in tempi ormai lontani, quando labitatoerapercorsodaiduefiumi,beneficioperlacomunit,portatori diacqua,divita,dirigoglionellecolture,maanche,diconverso,latoridi disagio,soggetti,comefurono,apieneeinondazioni;maancheoggi,che KemoniaePapiretononscorronopiperlacitt,questopudirsivero, grazieallaricchezzadiacquachePalermopresenta,sottosvariateforme: sorgenti, come le quattro fonti che compongono il Gabriele; oppure il fiumeOretoconlasuavalle,oancoralefontane,daquellemonumentali aquelle,sempliciefunzionali,chehannopermessoadintereborgatedi avereacquapotabileavolont,epoiletorridacquaediqanat,strutture antiche che, dopo aver assolto per secoli a funzioni di servizio, oggi rivestonograndeinteressestorico-culturale,amemoriadellediversestratificazioni di civilt che, nel tempo, hanno reso composita la temperie culturaledellacitt. Sarinteressante,allora,rivolgerelanostraattenzioneancheallavariegata vesteiconograficachelacquahaassuntonellimmaginarioartisticodella citt: la fonte della giovinezza nel Trionfo della morte, che abbiamo nominatoprima,peresempio,oppureilcomplessoarabodellaZisacon la sua Sala della Fontana, fino alle allegorie dei fiumi che circondano laFontanaPretoria.Tuttiquestimanufatti,dunque,altrononsonoche

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la rappresentazione visiva di come, in epoche diverse, la cittadinanza diPalermosiastataconsciadelruolodellacquanellosviluppodelsuo centroabitato. Inquestotesto,allora,mostreremoquantaparteabbiaavutolacquanellimmaginariostorico-artisticodellacittdiPalermo.Faremoinsiemeuna passeggiataperleviedellacitteneisuoidintorni,attraversandoepoche diverse, dominazioni straniere, stili e culture multiformi; proveremo a seguire il corso di fiumi e torrenti, dalle sorgenti da cui sgorgano alle fontanedacuilaloroacquazampilla,erivolgeremolanostraattenzione ancheatutteleoperechegliuomini,neglianni,hannomessoinattoper rendere pi utile ed efficiente la distribuzione dellacqua in citt. Sar quasiunviaggio,allora,che,anchesenonpotrcertodirsiesaustivo,ci aiuter a scoprire quelle bellezze storiche, naturalistiche, artistiche, di Palermoedelsuoacquedotto,che,troppospesso,nonsononoteneanche achiviveinquestacittdasempre.

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Maestro del Trionfo della Morte, Trionfo della Morte, affresco staccato,cm.600x642,metsec.XIV,PalazzoAbatellis.

ParticolaredelTrionfo della Morte:iconografiadellafontana dellagiovinezza.

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LACQUEDOTTO DI PALERMO: UNA BREVE STORIA

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rima di iniziare la nostra panoramica sui luoghi di interesse artisticoenaturalisticodipertinenzadellacquedottodiPalermo, pu essere utile ripercorrere brevemente la storia recente della distribuzione dacqua nel capoluogo siciliano. Abbiamo detto storia recente perch, per ci che riguarda la distribuzione idrica a Palermo tramite un acquedotto moderno,  necessario risalire a non pi di un secoloemezzofacirca. Finoal1885,infatti,lacquaeraadisposizionedeipalermitanitramite unsistemadidistribuzioneacastelletti;sitrattavadiunsapientemetodo, di antichissima concezione, la cui origine, secondo alcuni storici, potrebbe risalire, addirittura, alla dominazione araba in Sicilia, e che  stato utilizzato a Palermo, dal Quattrocento agli inizi del Novecento, per smistare lacqua nelle abitazioni. Il sistema, sfruttando il principio dei vasi comunicanti, permetteva allacqua, incanalata alla sorgente in tubature dargilla sotterranee, dette incatusati, e raccolta poi nei cosiddetti ricettacoli magistrali, di essere sollevata tramite le urne o castelletticonservandounapressionetaledapoterraggiungerelediverse zonedellacitt.Illiquido,infatti,venivacondottoattraversotubiconici dargilla,icatusi,sullasommitdiquestetorri,costruiteinmanieratale da raggiungere unaltezza pari a quella della sorgente; lacqua, quindi, sempre tramite un sistema di tubi, raggiungeva le singole abitazioni. Ancoraoggi,aPalermo,sipossonoscorgerelevestigiadiquestosistema didistribuzione;numerosicastelletti,infatti,sonoattualmentevisibiliin molte strade della citt. Molto spesso queste strutture, soprattutto nei primi anni del Novecento, quando, con i Basile, Palermo viveva il suo periodoaureoconlacostruzionediedificiinstileLiberty,furonocostruite in maniera tale da rendere gradevole, oltre che funzionale, la propria presenza;sitrovanoancora,dunque,castellettiinstilefloreale,incuiil prospettomurario,cheracchiudelurnainghisaincuiilpreziosoliquido siraccoglieva,presentalievirincassicheneingentilisconolaspetto. Questo sistema di smistamento dellacqua, che prevedeva, tra laltro,

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unorganizzazionepiramidaleperlavenditache,tramiteigabbellotti ed i fontanieri, univa i proprietari agli acquirenti, venne superato quando fu deciso di sfruttare, per il fabbisogno idrico della cittadinanza, lacqua proveniente dalle sorgenti di Scillato, alle falde delle Madonie. Torneremopiavantisullargomento,perorabasteraccennarealfatto chelastruttura,conisuoi70kmdiconduttureedidueserbatoichesi trovano nella localit San Ciro, oggi alle porte della citt, ha permesso un rifornimento dacqua sufficiente al fabbisogno locale fino al primo dopoguerra, quando, con lincremento della popolazione, si ritenne necessario potenziare le fonti di approvvigionamento; il Comune di Palermo,allora,nelperiodoacavallotraidecenniVenti-Trenta,ottenne di poter utilizzare le forniture idriche delle fonti Gabriele e San CiroMaredolce.Questoaumentatovolumediacquaadisposizionedellacitt venivasmistatotramiteunsistemaditubatureincontinuaevoluzione. Conilsecondoconflittomondiale,ilsistemadidistribuzionedacquain cittaccusundurissimocolpo;oltreagliingentidannicausatidaibombardamenti, la situazione presentava una forte carenza di disponibilit idriche,elanecessit,quindi,ditrovarefontialternative.Siprocedette, cos, alla costruzione di un invaso artificiale, nei pressi di Marineo, sul fiume Eleuterio, da cui lacqua veniva convogliata alla citt, insieme a quellaricavatadallesorgentidiRisalaimi.Duranteilsecondodopoguerra, inoltre, vennero sfruttati anche i pozzi di molte falde cittadine, come quella di Ciaculli-Giardini, ed addirittura quelle di Bagheria e Trabia; in seguito, in periodo ancora pi recente, venne resa potabile lacqua dellinvasoartificialediPianadegliAlbanesi,nonchquelladellapresa ad acqua fluente di Santa Caterina, sul fiume Oreto. Ormai alle soglie del periodo attuale,  stato posto in uso anche lacquedotto Jato, che si serve delle acque dellinvaso artificiale Poma. Nellultimo periodo, sonocontinuatiilavoridipotenziamentodellareteidricadellacitt, tramite la messa in opera di serbatoi e gli interventi di incremento per le condotte di Scillato e Scanzano-Risalaimi. Attualmente, allora,

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la cittadinanza di Palermo, per lapprovvigionamento idrico, dispone di quattro invasi artificiali, Piana degli Albanesi, Poma, Scanzano e Rosamarina, di diverse prese ad acqua fluente, sui fiumi Oreto, Eleuterio,ImeraeJato,dinumerosipozzisitinellazonacompresatra AltavillaMiliciaelaPianadeiColliedeigruppidisorgentiGabriele, Presidiana,RisalaimieScillato. Questo breve excursus  stato utile per avere unidea di massima dellorganizzazionedellacquedottodiPalermoediqualisianoisitidicui parleremo in seguito; da qui in avanti entreremo nello specifico degli elementidiinteresseartisticoonaturalisticochefannocapoallacquedottodiPalermo,dallesorgentiallefontane.Ovviamente,statonecessario compiere una selezione, non potendo trovar posto, nel testo, tutto ci che di esteticamente o storicamente valido esistesse; abbiamo dovuto compieredellescelte,assolutamentearbitrarieepersonali:speriamoche incontrinoilgustodichivorrleggerequestolibro.

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LA FONTE AL GARBAL E I PALAZZI DELLE DELIZIE

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ra i siti di interesse geologico-naturalistico pi sorprendenti, sicuramente si colloca il gruppo di affioramenti naturali denominatiGabriele.IlnomederivadallaraboAl Garbal,grotta irrigante, e viene usato per designare, nello specifico, quattro sorgenti naturalidicontatto,detteGabriele,Cuba,NixioeCampofranco.Perch definiresorprendentiquestefonti?Primaditutto,perlaloroposizione; sitrovano,infatti,allinternodellacittdiPalermo,inunazonasemiperiferica,spessocaoticaerumorosa,quellacompresatracorsoCalatafimie vialeRegioneSiciliana.Imboccatalastrettastradacheuntempoportava alle riserve di caccia reali, il panorama inizia a cambiare; ma, anche se il traffico diminuisce vistosamente allavvicinarsi al comprensorio delle sorgenti,ritrovarsi,passatiicancellidellazonarecintataincuisitrovanole fonti,catapultatinelsilenziodiunampiogiardino,nonpunondefinirsi unapiacevolissimasorpresa.Dallesterno,poi,lesorgentisembranouno spettacolo assolutamente trascurabile: casotti bianchi dalle rifiniture azzurre,quasideidadigettatiallarinfusasuideclividellampiospazio, inmezzoadaiuoledialbero bottigliaevegetazionedimacchiamediterranea;ma,adispettodiquestaapparenzatuttaltrocheattraente,poter entrare allinterno di uno di questi edifici  unesperienza veramente entusiasmante. Nella penombra, la scala ripida porta ad un ambiente fresco, coperto da volte di mattoni; il chioccolio dellacqua che sgorga dallerocce,escorreplacidasulfondo,trasparente,inmezzoallepietre, perpoipassaresottoiponticelliedandareadinsinuarsineicunicoliche laconvoglierannoalricettacolo,sommessoepiacevole.Ilfrescodegli ampi ambienti, rischiarati da poche fonti di illuminazione artificiale,  rilassante; uscirne per ritrovarsi immersi nella luce violenta e nel caldo seccoquasiunoschiaffo.Unesperienzaperpochi,purtroppo,perch lingressoallefonti,comeovvio,nonlibero,maqualcosadiassolutamenteaffascinante:unaverasorpresa. Masepoterosservarelesorgentiqualcosadimoltobello,ancorapi spettacolareprovarearisalire,apiedi,ilcorsodeicanalichesisnodano,

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sotto terra, a partire dalle diverse fonti; armati di stivaloni e di caschi protettivi, scesa una scala a pioli metallici infissi al muro, si entra nel canale Gabrielotto. Un palco, largo a sufficienza per poter camminare, conlacquaaltatrentacentimetri,resabiancadallenuvolettedicalcare chesisollevanodalfondo,conduceadunbivio;nelbuio,rischiaratoda lampadeapile,sivedonoimuridimattonicostruiti,comespiegheremo inseguito,persalvaguardarelapurezzadelleacque.Infondoalcunicolo, quandoimattonisonointerrottidaunaparetediroccia,siintravedono deibuchiasezionerotonda,chepenetranonelparamentomurarioper circaquarantacentimetri:probabilmente,inpassato,qualcunohacercato diabbatterelosbarramentonaturaleconcandelottididinamite,senza, peraltro, riuscirci. Il palco, purtroppo, termina dopo pochi metri;  impossibilecontinuareilgiro,amenodinonvolersiimmergerenellacqua chearrivaallespalle:ilmomentodiuscire. La passeggiata ipogea, per, continua, questa volta partendo dallingresso del ricettacolo Gabriele. Si passa attraverso cunicoli pi stretti deiprecedenti;qui,levoltenonsonomoltopialtedeivisitatori.Nel buio,tenendosiconlemanialleparetidimattoni,interrottedatrattidi rocce naturali, si viene guidati da un chiarore: la fonte Cuba. Lacqua, che affiora tra le rocce,  fredda e limpida, lo spettacolo assolutamente incredibile. Proseguendo il giro, si arriva alla sorgente Gabriele: la passeggiata  finita, si vedono le lampade che rischiarano la fonte, la portacheconduceallesterno:lingressodacui,inizialmente,avevamo guardatolacquasgorgaretralerocceeformareunasortadilaghetto.  Qualcosadisimileaquellochesivedeosservandolinternodellafonte Nixio;anchequi,lacqua,pibassadiquellachesitrovanellealtrezone del comprensorio, affiora dagli elementi lapidei del fondo formando bolle daria che danno vita a splendidi giochi di cerchi concentrici e riflessi cristallini. Purtroppo, il giro attraverso i cunicoli  terminato, ma lesperienza  stata straordinaria, una splendida, inaspettata, visita nellipogeodellacitt.

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Daunpuntodivistageologico,ilsitocostituitodaquattrosorgentida contatto, in cui lacqua sgorga per naturale deflusso; il liquido, infatti, si trova in una falda acquifera sotterranea, parte di una formazione permeabile, posta al contatto con uno strato di materiale impermeabilesottostante.Lidrostrutturafondamentaledialimentazionedellafalda provienedalmassiccioSagana-MonteCuccio,costituitodarocceaforte componente calcarea silico-marmosa. Si tratta, dunque, di terreni che presentanounelevataframmentazioneedunafortecomponentecarsica, conspiccatogradodipermeabilit. LequattrofontidicuisicomponeilgruppoGabrielesononotefinda tempi molto remoti;  la stessa denominazione araba a segnalare come la sorgente fosse conosciuta gi nel X secolo. Menzione delle fonti  contenuta nel testo Descrizione di Palermo alla met del X secolo del viaggiatorearaboIbnHawqal3. Tramiteilsistemaacastelletti,lacquadelGabrielevenivaimbrigliatae raggiungevalediversezonedellacitt.Inpassato,lafaciesdellesorgenti era ben diversa da quella attuale; lacqua, infatti, prima che le fonti venisserocoperteconstrutturediprotezione,affioravaacieloaperto,e lazonaerapaludosa.Poichlaccessoallesorgentinonerainalcunmodo regolamentato,lacquadellafonteNixio,chesgorgavacreandounasorta di laghetto poco profondo, veniva usata dalla popolazione per lavare indumenti;lecondizioniigienichedelluogoeranotalmenteprecarieche epidemiedicolerasembrasianostatecausatepropriodallaconsumazionediquesteacque,allepocainsalubri.Inseguito,ineffettipertutelarela salutedellacittadinanza,ilcomprensoriodellefontivenne,inunprimo tempo,circondatodamura,edinseguitocopertodavoltedimattoni: questolaspettochelesorgentihannoattualmente.Perquantoriguarda lepocaincuisiprocedetteaproteggereleacquedellazona,noncisono datistoriciinequivocabili;adesempio,suunadelleparetiinternedella struttura di protezione della fonte, si leggono delle cifre che sembrano indicareunadata:allapparenza,sileggelespressionefecit R C 1761,

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LA FONTE AL GARBAL E I PALAZZI DELLE DELIZIE

chesisupponepossatradursicomeeseguito dalla Regia Corte nel 1761; possibile,dunque,chepartedeilavorisisianosvoltiinquellanno.Sipu ipotizzare,quindi,chelachiusuradellesorgentisiainiziataintornoalXVIII secoloinoltrato;finoallafinedellOttocento,per,lastrutturadiprotezione nondovevaesserecompleta,seleacquerisultavanoancorainsalubri. Oltre che per usi domestici, le acque derivate dal Gabriele venivano sfruttate dalla popolazione per alimentare il lavoro di mulini; le fonti storichesicilianenefannospessomenzione:FrancescoMariaEmmanuele e Gaetani, Marchese di Villabianca, nella Palermo doggigiorno4, ad esempio, cita il gruppo di sorgenti. Sono frequenti, nel testo, i passi dedicati ai corsi dacqua che si dipartono dal Gabriele, ed ai mulini che sorgevano sulle loro sponde. Anche Rosario La Duca fa menzione di questi mulini che sfruttavano le acque del Gabriele per macinare granaglieechesitrovavanonellattualezonadellaZisa5.Comelostesso LaDucaricordainunpassodelsuoLa citt perduta,ilcorsodelleacque derivate dalle fonti Gabriele  raffigurato in un quadrone ad olio del 1722,conservatoallArchiviostoricodelComunediPalermo.Ildipinto, che fa pendant con altri tre di analoghe proporzioni, riferiti ai corsi dellUscibene, del Papireto e di Garraffo e Garraffello, ripercorre, con laiuto di cartigli esplicativi, resi leggibili dal recente restauro, il corso delleacquedelGabriele,citandoanchele posizioni dei ricettacoli, le diramazioni e i quantitativi di acqua assegnati a ciascun utente6. Anche Vincenzo Auria mostra di essere a conoscenza della presenza di questi mulini;unsuodisegnoapenna,conservatoallaBibliotecacomunaledi Palermo,mostrailcorsodacqua,conlindicazionedeiricettacoliedei mulinichevisorgevano. Lacquadellasorgentenonerautilizzatasoltantodallacittadinanzaperle necessitquotidiane,maservivaancheperalimentareibaciniartificiali deicomplessidellaZisaedellaCuba. PerquantoriguardailpalazzodellaZisa,ilcuinomearabo,al-Aziz,pu esseretradotto comela Splendida,sitrovavaallinterno delparco reale

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normanno chiamato Genoardo (in arabo, Paradiso della Terra); lintera zona, come ricorda anche Rosario La Duca, appare sin dal XIII secolo irrigata dalle acque provenienti dalle sorgenti del Gabriele. [] Le acque del Gabriele alla Zisa alimentavano lo stesso castello normanno e si dividevano per irrigare orti e giardini7.LaZisa,insiemeallaCubaSottana,allaCuba Soprana, e probabilmente pure al Palazzo dello Scibene, fa parte di quelgruppodiedifici,diculturaaraba,cheisovraninormanni,durante la dominazione della Sicilia, fecero costruire nei dintorni di Palermo. Abbiamo parlato di strutture di cultura araba: questo  motivato dal fatto che queste costruzioni, sebbene fatte riprendere dai re della casa dAltavilla,appartengono tuttavia alla cultura islamica, non soltanto per le caratteristiche architettoniche, ma soprattutto per il genere di dimora che rappresentavano: il cosiddetto sollazzo regio, destinato a soggiorni di riposo e di vacanza, piacevolmente immerso in floridi giardini e circondato da peschiere, laghi artificiali e giochi dacqua8.Ilfondamentalepesoche lelementoacquaticoavevaperquestogenerediedificicosdimostrato; leacquedellasorgenteCuba,delcomplessodifontidelGabriele,erano quellechealimentavanoipalazziallinternodelGenoardo. Nel giardino dei sollazzi reali, lacqua non serviva soltanto ad allietare gli spazi esterni, ma entrava al pian terreno della residenza regia e, attraverso il vestibolo, nella Sala della fontana9. Questo ambiente, di ampie dimensioni,  il pi noto delledificio; continuando a leggere la descrizione che Angheli Zalap, palermitana, storica dellarte, ne fa, possiamo appurare che un flusso dacqua sgorgando dalla fontana sulla parete di fondo della sala, scivolava su una lastra obliqua di marmo scolpita con un motivo a zig-zag. [] Lacqua si immetteva poi in un passaggio sotterraneo, per riapparire in una larga peschiera antistante il palazzo10. Facevano parte del complesso della Zisa anche una struttura termale, chesfruttava,sempre,leacquedellasorgenteGabriele,edunacappella privata.Allinternodelpalazzo,lacquanonservivasoltantoadallietare gli ambienti, ma a creare quasi un rudimentale sistema di condiziona-

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LA FONTE AL GARBAL E I PALAZZI DELLE DELIZIE

mentodaria.Lasaladellafontana,infatti,erarinfrescatadallacquache vi scorreva; le misure erano perfettamente proporzionate, in modo da creareunapiacevolesensazionedifrescuraintuttolambiente.Glialtri vani godevano del fresco grazie ad un sistema di canne di ventilazioneche,servendosidellecorrentiascensionalicalde,allontanavanolafa, creandoungradevolissimoambientepiacevolmentefreddoedumido. Comeabbiamodettosopra,sitrovavanoallinternodelGenoardoanche la Cuba Soprana, la Cuba Sottana e la Cubula. Per quanto riguarda la CubaSottana,ilcuinomesembrasiadovutoalla sua natura appunto di padiglione di soggiorno diurno11, la presenza dellelemento acquatico  moltoforte;scriveGiuseppeBellafiorechela sua immagine architettonica era integrata nel verde del parco e nella liquida lastra del bacino che la circondava da ogni lato12.Ancheinquestocaso,leacquecheallietarono isoggiornideireNormanniinSiciliaeranoquellederivatedallasorgente Cuba al Gabriele. Allinterno del Genoardo trovavano posto edifici di cuiormaiesistonosoloruderi,comelaCubaSoprana;indiscretostato diconservazione,invece,ilpiccolochioscodettoCubula,dicui stato supposto che [] appartenesse al bacino dacqua detto Cuba Soprana13. Tuttalasplendidazonadeisollazzireali,dunque,notafuoridellaSicilia anchenelpassato,comedimostrailfattocheBoccaccioambientproprio alla Cuba una delle novelle del Decameron14, ha dovuto, nei secoli, la suaesistenzaeunapartefondamentaledelsuofascinoallapossibilitdi avere,grazieallediramazionideicorsidacquanatidallefontiGabriele, unaabbondanzadacquataledapermetterledidiventareunostrabiliante Paradiso della Terrapuntellatodiveriepropripalazzidelledelizie.

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LasorgenteGabrielevistadallesterno;lastrutturachesivedequellapostaaprotezionedellefonti.

ComprensoriodellasorgenteGabriele:lastrutturadiprotezionedellafonteGabrielotto.

ComprensoriodellefontiGabriele:lesternodellasorgenteNixio.

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LA FONTE AL GARBAL E I PALAZZI DELLE DELIZIE

La sorgente Gabriele, immagine dellinterno delledificio posto a protezione della salubrit delle acque; sulla sinistra si scorge larcocheconduceallafonteCuba,infondo,invece,sivedelavoltadiaccessoalcanaleGabriele.

ParticolaredellavoltaaprotezionedelcanaleGabriele.

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LasorgenteGabriele:lacquasgorgadallepietredelfondo.

Icaratteristicicerchiconcentriciprodottidallebolledariachearrivanoinsuperficiequando,dallerocce,scaturiscelacqua.

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LA FONTE AL GARBAL E I PALAZZI DELLE DELIZIE

GliarchicheconduconoallasorgenteCuba.

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InternodelcunicoloGabrielotto;asinistrasiintravedelostrettopalcosucuipossibilecamminarequandosihalopportunit divisitarelastruttura.

InternodelcunicoloGabrielotto,particolaredellacquachefluiscedallerocce.

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LA FONTE AL GARBAL E I PALAZZI DELLE DELIZIE

InternodelcunicoloGabrielotto,particolaredellareadidiscontinuittralapareteinmattonichericopreilcavodellagalleriae lasuperficierocciosaavista.



InternodelcunicoloGabrielotto,particolaredellagallerianonrivestitainmattoni,mascavatainteramentenellaroccia.

Interno del cunicolo Gabrielotto: sulla parete rocciosa si notano dei buchi a sezione circolare, segni del tentativo, in epoche passate, di abbattere il paramento di pietra tramite linserimentodicandelottididinamite.

InternodelcunicoloGabrielotto:bracciodidestradelcanale, dopoilbiviooltrecuilavisitaresadifficiledallamancanza di palco percorribile; il canale si estende ancora per molti metri,leacquesonomoltoalte.

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LA FONTE AL GARBAL E I PALAZZI DELLE DELIZIE

InternodelcanaleGabriele:sinotalaretemetallicapostaallo scopoditrattenereeventualidetriti.

Lo stretto tratto di galleria, con parete in opus cementitium e voltainmattoni,checonduceallasorgenteCuba.

InternodelcunicoloGabriele;oltreiltrattodigalleriacopertodallavoltainmattoni,sinotaunafontediilluminazione:sonole lampadepostenellambientecentraledellesorgenti,ritrattoapag.28.

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Interno della sorgente Gabriele; superato il tratto in cui il fondo presenta grosse rocce affioranti, si arriva alla fonte Cuba.

La Sala della Fontana allinterno del palazzo della Zisa; lacqua, chescorrendoallinternodelledificiocreavaunambienteparticolarmentefrescoepiacevole,eraquelladellafonteCuba.

EsternodellaZisa,palazzodelledeliziediepocanormanna;lacostruzionesitrovavanelParadisodellaTerradelGenoardo. TuttalazonaprendevaacquadallafonteCubadelcomprensorioGabriele.

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LA FONTE AL GARBAL E I PALAZZI DELLE DELIZIE

IscrizionepostasullaparetedifondodelledificiodiprotezionedellasorgenteGabriele;sileggelascrittafecit R C 1761,chepu tradursicomeeseguito dalla Regia Corte nel 1761.Ilriferimento,ovviamente,allacostruzionedellastrutturastessa.

Vistapanoramica,daunalturaallaperiferiadiPalermo,Poggio Ridente,dellinterocomprensoriodellefonti.

Fontanaadoppiavascacollocatanelgiardinoincuisitrovano lefontiGabriele.

Fotostoricachedocumentailavoridicostruzionedegliimpianti nellareadelGabriele.



Anonimo,Distinzione del corso del Gabriele,1722,oliosutela,ArchiviostoricodelComunediPalermo;questoquadroneeditre cheseguonofannopendantesonodocumentistoriciimportantiperlostudiodeicorsidacquadellaPalermoantica.

Anonimo,Distinzione del corso del Garraffo e Garraffello,1722,oliosutela,ArchiviostoricodelComunediPalermo.

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LA FONTE AL GARBAL E I PALAZZI DELLE DELIZIE

Anonimo,Distinzione del corso del Papireto,1722,oliosutela,ArchiviostoricodelComunediPalermo.

Anonimo,Distinzione del corso dellUscibene,1722,oliosutela,ArchiviostoricodelComunediPalermo.

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CATUSI E CASTELLETTI

CATUSI E CASTELLETTI



bbiamogiaccennatoinprecedenzaaisistemidismistamento dellacquainusoaPalermoprimadellamessainoperadellattualeacquedotto;oraapprofondiremoneldettagliolasapiente tecnicachehapermessopersecoliallacittadinanzadipoterusufruire diacquapotabile. Il sistema detto acastelletti, in uso a Palermo fino alle soglie del XX secolo, ha origine antiche; alcuni studiosi, infatti, ritengono che si trattidiuningegnosomeccanismomessoapuntoinepocaaraba,altri, addirittura, lo fanno risalire al periodo romano. La seconda teoria trova conferme sia in una delle denominazioni che designano queste strutture, castella dividicula, nome di chiara radice latina, sia nel ritrovamentodiunsistemadidistribuzionedellacquacomequestonei ruderidellacittdiPompei. Ilsistemasiservivadelprincipiodeivasicomunicantifacendoinmodo chelacqua,sgorgatadasorgentiposteadunadeterminataquota,fosse condotta sulla cima di torri di raccolta, poste ad un livello piezometrico equivalente alla quota della sorgente di partenza, in modo da poter ottenere un flusso praticamente continuo di acqua. Scendendo nel dettaglio,possiamoricostruiretuttoilpercorsodellacqua,dallasorgente alle utenze finali; alla fonte, il liquido veniva imbrigliato in condutture sotterranee,scavatenellaroccia,detteincatusati,cheloriversavanonel ricettacolo magistrale, da cui veniva smistato nelle diverse direzioni. Attraverso tubi in argilla, icatusi, che formavano fasci detti doccionati, lacquaraggiungeva,quindi,lacitt,evenivacondottasullasommitdei castelletti primari o torri piezometriche, alti edifici in mattoni a sezione solitamente poligonale; spesso, i castelletti erano collocati al di sopra dellemuradellacitt,perrenderepifacileilraggiungimentodialtezze piuttosto elevate. Sulla cima di ogni torre dacqua, il liquido, raccolto in contenitori detti urne, per tracimazione si immetteva nuovamente nelletubature,per raggiungerelasommitdeicastelletti secondari,che sitrovavano,disolito,accostatialleparetiesternedegliedifici;daqui,

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lacquascorrevanuovamenteneicatusi,finoaraggiungere,conunflusso ancora forte, le singole abitazioni, o le fontane da cui la popolazione potevaattingerla. Daognisorgentepartivauninsiemedicatusicheconducevalacquaal relativo ricettacolo magistrale e da qui alle torri dacqua, attraverso un sistemaditubichenonpermettevadifarmiscelareleacqueprovenienti dadiversefonti;sullacimadiognicastelletto,per,sipotevanotrovare anche pi urne, relative allacqua di fonti diverse, che veniva smistata attraversoicatusiseguendotragittidifferenti.RosarioLaDucasottolinea che spesso il castelletto sorreggeva pi urne, poste a diverse altezze, e ci specialmente quando le acque provenivano da sorgenti non tutte di eguale quota15. Questo spiega perch ancora ora, sulle pareti esterne dei pochi castelletti superstiti a Palermo, si scorgano astrusi reticoli di tubi, ascendenti e discendenti, che portavano lacqua alle urne e poi la distribuivano nelle abitazioni. Le condizioni igieniche garantite da tale sistema di distribuzione non erano delle migliori; i tubi in argilla, infatti,costituivanounsistemapocosicuro,acausadellegiuntureedel materialepocoresistentedicuieranocomposti,eperquestopotevano facilmente permettere alle radici delle piante di infiltrarsi allinterno e direnderepocosalubrelacqua.Perlostessomotivo,leacquepotevano esserecontaminateanchedaeventualipozzinerichesitrovasseronelle vicinanzedelletubazionididistribuzione,anchesserealizzateinargilla. Lacquavenivavendutaaiprivatiattraversounmeccanismopiramidale, cheprevedevacheilproprietariostipulassedeicontratticonigabbellotti, che,alorovolta,vendevanolefornitureaifontanieriche,conlaiutodi garzoni,sioccupavanodelladistribuzioneaicittadini.Spessoigarzoni si rendevano colpevoli di furti dacqua; questa disonesta attivit frutt loroilnomignolodisanguisughe.Laquantitdiacquaerogataaciascun privato era regolata facendo defluire il liquido in un sistema di tubi conici divergenti, anche questi di argilla, che permettevano il calcolo delvolumediliquidodaconsegnare,determinatodalcalibrodeltubo;

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leunitdimisurautilizzatenoneranoquelleattuali,malepicomuni erano la penna, il darbo, la zappa16. Nel comprensorio della sorgente Gabriele si trovano ancora esempi di sistemi di misura dellacqua, utilizzatiaPalermofinoallOttocento,costituitidafasciditubiincreta il cui calibro e battente dacqua erano proporzionali alla quantit di liquidodaerogare.Unodiquestisistemidimisurapresentaancheuna gustosacuriosit:sitrattadiuntubointerracottamanomesso,daparte diungarzone,unasanguisuga,inmododaaumentarnesensibilmenteil calibro,edapotere,inquestomodo,mettereinattounveroeproprio furto dacqua. Quando il prezioso liquido raggiungeva le abitazioni, la popolazioneerasolitaconservarloingiarre,contenitoriditerracottaodi zinco,postefuoridallefinestredelleabitazioni,espostealleintemperie ecopertesoltanto,inmanierapiuttostoprecaria,daretineolegno,che dovevanogarantirneligiene. APalermosonopresentiancoracircatrentatorridacqua;nellOttocento,lacittnecontavaalmenosettanta.Icastellettifacevanoparteditre corsi dacqua diversi, il Campofranco, il Gesuitico ed il Gabriele. Non tuttiquestiedificisisonoconservatinellemedesimecondizioni;dialcuni castelletti,infatti,rimangonopocopicheruderi,mentredialtriancora visibilequasituttoilparamentomurario.Puessereinteressante,allora, compiereunasortadipasseggiatachecipermettadiosservarealcunidei castellettiancorapresentiincitt. Da un punto di vista storico, una delle strutture pi interessanti da esaminaresitrovainpiazzaPortaMontalto;sitrattadeirestidiunatorre dacquachesitrovavaaldisopradellemuracittadine,inprossimitdella porta,adoggidiruta,apertavi nel 1638 in bizzarro stile manieristico con bugne a diamante ed alto fastigio barocco17.Laporta,ilcuinomericorda il vicer Don Luigi Moncada, Duca di Montalto, che ne aveva voluto la costruzione, in seguito al crollo di uno dei bastioni, avvenuto nella seconda met del XIX secolo, venne abbattuta18. Ancora oggi, per, si notanovestigiadellanticastrutturaedelletorridacquachetrovavano

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posto al di sopra delle mura; si possono vedere chiaramente i fasci di catusicheaffioranodalparamentomurario,oradiruto,elecostruzioniin mattoniapiantaquadratachesvettanoaldisopradellacintamuraria. Sempre in una posizione simile, troviamo i resti di torri dacqua che si possono notare nei pressi di unaltra delle porte della citt, Porta SantAgata, struttura la cui esistenza attestata dal 127519, ma che  chiaramenteprecedente,echeprendeilnomedallachiesadiSantAgata laPedataneipressidicuisitrova;laporta,oggipiuttostorovinatamala cuicostruzioneancoraleggibile,presentalaparticolaritdiunfornice a doppio arco che, allinterno,  a sesto ribassato, allesterno, invece,  a sesto acuto. Originariamente, la lunetta tra i due archi era decorata da un affresco che effigiava la Madonna del Carmine. Sulle mura in prossimitdiquestaporta,purtroppo,lepartisuperstitiditorridacqua che si possono scorgere sono ancor pi rovinate di quelle nei pressi di Porta Montalto, ma ugualmente si possono notare i tubi in argilla che affioravanodalparamentomurarioechescorrevanosiainsensoparallelo allandamentodellacortina,orizzontalmente,siainmanieratrasversale, scendendodalleurneperportarelacquaallesingoleutenzedellantico quartieredellAlbergheria. Sono molte le zone della citt in cui si possono scorgere i resti di torri dacqua; in qualche caso, si crea un contrasto stridente tra le vestigia dellantico sistema di distribuzione ed il contesto moderno in cui si inseriscono oggi. Un esempio di questo pittoresco conflitto  quello che si vede in piazza Ottavio Ziino dove, in mezzo a palazzi moderni, nei pressi di una arteria molto trafficata della citt, via Notarbartolo, percorsa da auto e scooter a tutte le ore, si erge solitaria una torre dacqua,purtroppomoltorovinata,chetestimonialavitalitdellastorica borgataMalaspina,chedaquestocastelletto,edaaltrichesicuramente sorgevanoneipressi,erarifornitadacqua,soprattuttoperusoagricolo. AncheRosarioLaDucaricordalapresenzadiquestastruttura,quando, parlandodeldrasticomutamentosubitodallaborgataacausadegliinse-



diamentiediliziche,sostituendoavillenobiliaridelXVIIsecolonuovi caseggiati,nehannoradicalmentestravoltolafisionomia,commentache rimangono pure alcune vecchie case ed unantica torre dacqua; ma anche per queste testimonianze della borgata il destino segnato20; fortunatamente, questa previsione si  dimostrata troppo pessimistica, e lantico castelletto,sebbeneincondizionidirelativodegrado,continuaadergersi nellapiazza.Unaltroesempioditorredacquachesitrova,ora,inun contesto moderno,  quella che sorge in via Dante, nei pressi di via Filippo Parlatore. La costruzione si presenta ad oggi inglobata tra le muraperimetralidipalazzimoderni,esivede,infatti,soloseraggiunta da via Antonio Veneziano; da via Dante, per esempio, il castelletto, addirittura, non si nota, perch la sua vista  impedita dai condomini modernichelacircondano. Ovviamente,  nel centro storico della citt che la quantit di antiche torri  maggiore. Abbiamo nominato quelle collocate sulle mura della citt antica, in prossimit delle porte Montalto e SantAgata: queste torri rifornivano il quartiere Albergheria. Ma, provando a percorrere a piedi la zona, col naso allins, se ne possono vedere molte altre. Se ci addentriamo,adesempio,neivicolicheportanoalcoloratissimomercato diBallar,eraggiungiamopiazzettaSetteFate,adiacenteapiazzaSanta Chiara, possiamo vedere, in uno slargo in mezzo ai palazzi, una torre dacqua ben conservata; si tratta di una struttura particolare, , infatti, una torre in stile Liberty. A pianta quadrata, ha lurna in ghisa ed il paramento murario ingentilito da lievi rincassi che ornano, sui quattro lati, la parte inferiore, in cui il motivo a sesto acuto riecheggia sugli altri prospetti il rincasso della porta, ed anche la parte superiore, in cui lo stesso motivo mima delle finestre ad ogiva. La parte superiore  alleggerita da una decorazione ad archetti pensili, mentre le merlature sono decorate da una cornice aggettante dentellata.  tipica delle torri dacqua rifatte secondo i dettami dello stile Liberty, risalenti allinizio delNovecento,lapresenzadiquestotipodidecorazioni,chetendonoa

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renderemenouniformeepesantelamonotoniadelparamentomurario, donandograziaelevitadelementiarchitettoniciilcuiscopoeminentemente pratico. La torre si doveva trovare, originariamente, nei pressi dellemuradellacitt,posizione,questa,comeabbiamoconstatato,relativamentefrequenteperquestotipodistrutture;lazonadipiazzaSanta Chiara,infatti,comeBellafioresuggerisce,dovevatrovarsia ridosso di un tratto delle distrutte mura medievali21. Sempre nel centro storico di Palermo, continuando a gironzolare tra i vicoliallespalledicorsoTukory,siincrocialatorredacquadiviaSiciliano Villanueva,neipressidiviaSanSaverio;inquestocaso,contrariamentea quelladipiazzaSantaChiara,latorreciappareinstatodifortedegrado. Allontanandoci dalla zona dellAlbergheria, e spostandoci, invece, alle spalle di piazza Indipendenza, troviamo due costruzioni abbastanza vicine: si tratta delle torri dacqua di piazza Cappuccini, di fronte allingressodellecatacombe,lostoricocimitero sotterraneo ove a partire dal secolo XVII fino al 1881 si deponevano in lunghi corridoi i cadaveri di ricchi palermitani22,oggimetaturisticamoltogettonata,ediviaCipressi. I due castelletti, che si trovavano sul Corso Campofranco, sono in uno statodiconservazionerelativamentebuono;latorredipiazzaCappuccini mostraancoralascalainmetallochevenivautilizzataquotidianamente daifontanieriper raggiungerelurna e regolarela quantitdi acquada smistareadogniutente,variandoillumedeltuboidrometrico. Riattraversandoivicolidelcentrostorico,edaddentrandocineimeandri delquartierearabodellaKalsa,lEletta,vediamounaltratorredacqua; il castelletto, in ottimo stato di conservazione, si trova in un cortile il cui nome  gi di per s piuttosto evocativo: si chiama, infatti, cortile Giara a Santa Teresa. Trovare citato nel toponimo un elemento fondamentale della distribuzione dacqua con lantico sistema a castelletti, come la giara, che, come avevamo gi accennato, era il recipiente in cuilacquavenivaconservataquandoraggiungevalesingoleabitazioni, rende ancora pi interessante la presenza di questa struttura. Come

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nellamaggioranzadeicasi,latorresitrovavasuuntrattodellacortina murariaaprotezionedellacittdiPalermo,neipressidellaPortaReale, unadellepirecenti;ilfornicedaccesso,infatti,risaleal1784,edtrai pisempliciedisadorni23.Ilcastellettoinmoltepartiancoraintegro;si nota,allesternodelparamentomurariochecelavalurnaperlaraccolta delpreziosoliquido,unfittoreticolodicatusicheconducevanolacqua sulla cima della torre e poi di nuovo gi, verso altri castelletti o verso le singole utenze della zona. Sono ancora presenti, inoltre, i sostegni metallicichevenivanousatidaifontanieriperpoteraccedereallaparte superioredellastruttura.

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Pannello esemplificativo dei diversi calibri che potevano assumere i catusi; lacqua, che veniva fatta defluire attraverso queste tubature,venivamisuratapropriosfruttandoildiversodiametrodeitubi.

Pannello,cheattualmente,comeilprecedente,sitrovanellareadellasorgenteGabriele,conlindicazionedelcalibrodeicatusie delleanticheunitdimisuradivolumecorrispondenti.

Pannello,anchequestoalGabriele,chemostracomeigarzoni,volgarmentedettisanguisughe,potesseromettereinattodeifurti dacqua,aumentando,condegliespedienti,ilcalibrodeicatusi.

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Torri dacquadiPortaMontalto;sinotanolescalemetallicheusatedaifontanieriperregolareillumedeltuboidrometricoper determinarelagiustaquantitdacquadaerogareadogniutenza.

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VistadeltrattodimuradellacittincorrispondenzadellanticaPortaMontalto;aldisopradellacortinamurariasivedonoalcuni castelletti.

SempreiltrattodimurapressoPortaMontaltodovesitrovanoalcunetorri dacqua.

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CastellettiaPortaMontalto.

Bocche di catusi discendenti dai castelletti di Porta Montalto.

Trattidi catusiche,scorrendoparalleliallacortinamuraria,collegavanodiverseurne.

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Trattidicatusiaffiorantidallemuracittadine.

VistadiPortaSantAgata,fornicedellemuradellacittcheconducevaalquartiereAlbergheria.

RetrodiPortaSantAgata;sivedonofascidicatusicheportavanolacquaalleabitazionidellAlbergheria.

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CatusiaPortaSantAgata.

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Bocchedi catusiaPortaSantAgata.

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Torre dacqua in stile Liberty, nei pressi di piazza Santa Chiara.

Particolare del registro superiore del castelletto di piazza Cappuccini;sinotalascalametallicausatadaifontanieri.

Torre dacqua neipressidipiazzaSanFrancescoSaverio.

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ParticolaredelcastellettodipiazzaCappuccini.

Torre dacquadiviaCipressi.

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CastellettositoincortileGiaraaSantaTeresa:sinotanoifascidicatusisulparamentomurariodellastruttura.

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La torre dacquadicortileGiaraaSantaTeresa:sinotanoirampiniusatidaifontanieriperraggiungerelurna.

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IlcastellettodellaKalsa:dettagliodellapartesuperioredellacostruzione,conlastrutturaacoperturadellurna.

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ome molte altre citt con una storia millenaria, Palermo nasconde, nel suo sottosuolo, tutta una serie di strutture, appartenenti ad epoche, concezioni e motivazioni diverse, che creano quasi una sorta di seconda citt, una citt sotterranea; tra le architetture ipogee pi antiche, e che pi rappresentano una particolarit, troviamo i qanat. Si tratta di un sistema di canalizzazioni sotterraneetipicodellezoneincuiunclimaparticolarmentearidopu renderedifficileilreperimentodiacqua. Comeabbiamopivoltesottolineato,Palermounacittmoltoriccadi acquaedistrutturechesonostateusate,neisecoli,percaptarla,smistarla, utilizzarlaalmeglio.LepeculiaricondizionimorfologicheedidrogeologichedellaConcadOro,caratterizzatadaunafaldaacquiferapiuttosto estesa e poco profonda, hanno fatto in modo che la popolazione abbia potuto usare, fin da tempi molto antichi, lacqua che affiorava spontaneamente lungo il corso di Kemonia e Papireto; in seguito, i cittadini iniziaronoaservirsianchedipozzi,masoloconilgovernoarabodella Sicilia che si iniziarono vere opere di ingegneria idraulica, quali quelle di cui stiamo parlando. Lorigine dei qanat, dunque,  antica, ha radici nella cultura araba e persiana; quando abbiamo parlato della sorgente Gabriele,abbiamoavutomododidilungarcisullimmaginariocollegato allacquachegliarabihannocontribuitoadiffonderenellacitt.Maoltre aparchi,comeilGenoardo,allietatidafontaneelaghetti,laconquista musulmanahaportatoaPalermoancheelaboratetecnichecostruttivetese allutilizzazionequantopipossibilerazionaledelledisponibilitidriche, anchedelsottosuolo; proprio daquestotipodicultura derivalidea di captare le falde acquifere sotterranee, che  alla base della struttura costruttiva dei qanat. Questi, detti comunemente in dialetto ngruttati, sonocostituitidaunfittosistemadigalleriesotterraneecheintercettavanolafaldaacquiferae,sfruttandolagraviteservendosidiunaleggera pendenza, conducevano lacqua in superficie. Le canalizzazioni ipogee venivanoscavatedaimuqanni,omaestri dacqua,cheutilizzavanoattrezzi

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piuttostosemplici,nonnecessitandodiattrezzaturepicomplessegrazie alle caratteristiche geologiche del sottosuolo di Palermo, costituito in massimapartedicalcarenite,rocciafriabileefacilmentelavorabile. Esistono,nelmondo,diversetipologiediqanat;leprincipalisonoifoggara, diffusisoprattuttonellazonadeserticadelSahara,ediqanatditipoarabopersiano,chesonoquellipresentiinSicilia.Lecaratteristicheprincipali di questo secondo tipo di costruzione sono quelle di attingere direttamente dalla falda, anche molto in profondit, e di trasportare lacqua, tramite canali in leggerissima pendenza, anche a distanze considerevoli,conunsistemacomodoedeconomicochepermettevanelmedesimo tempo il drenaggio e la captazione del liquido ed il suo trasporto per caduta fino al luogo di fruizione. Lungo lo sviluppo di questi stretti e tortuosicunicolisotterraneisiaprivanodeipozziverticalichearrivavano allasuperficieecheservivano,oltrecheperfarecircolarelaria,anche perfavorirelestrazionedelmaterialerocciosodirisultaduranteloscavo delle gallerie. Nei qanat di Palermo si trovano due diverse tipologie di pozzidicomunicazioneconlasuperficie,dicuiuna,costituitadapozzia sezionequadrataocircolare,didimensionicontenute,cheservivanoper lo smottamento dei materiali di risulta, laltra, a sezione rettangolare e piestesa,incorrispondenzadicuiilfondodelqanatsiallarga,creando sorte di vasche ipogee. Le gallerie, che costituiscono il vero cuore del sistema dei qanat, possono avere varie tipologie costruttive; si possono trovare cunicoli scavati semplicemente nella roccia, privi di un rivestimento,altrichepresentanocoperturesolodelcielodelcamminamento. Inaltricasi,tramiteelementilapideiolaterizi,oancheopus cementitium, vienericopertolinterocavodellagalleria. APalermosonoancoravisitabilisolotretrattidellaanticaretediqanat che percorreva il sottosuolo della citt; si tratta del sistema di cunicoli dettoGesuitico Bassoodella Vignicella,diquellodettoGesuitico Altoe di quello dellUscibene. Potere provare lesperienza di una passeggiata attraverso i cunicoli di un qanat  davvero un privilegio, reso possibile

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dalla cordiale e professionale assistenza delle guide del Gruppo Speleologico del C.A.I. di Palermo. Il qanat prescelto per questa speciale visita  stato quello il cui pozzo dingresso ricade nel Fondo Micciulla e conosciuto nei testi storici come Corso Gesuitico Alto24. Si tratta di uno straordinario sistema sotterraneo, uno dei pi estesi e complessi della citt; probabilmente a causa del susseguirsi di fasi di lavorazione diverse, la struttura presenta cunicoli a tre livelli altimetrici differenti, compresitraseiesedicimetrisottoillivellodellastrada.Iramidellivello superioresonoipiantichi:rilieviestudiarcheologicifannosupporre che risalgano al XII-XIII secolo d.C., mentre quelli pi profondi sono stati scavati per approfondire i rami esistenti25.Icunicoliseguonoilconglomeratodibasepresentelungoilcontattotralecalcarenitibioclastiche quaternarieeleargilleequarzarenitidelcomplessodelFlyshNumidico; le sorgenti, infatti, vengono intercettate nella zona di discontinuit che si crea tra il materiale impermeabile dello strato inferiore e quello permeabiledeterminatodallaprevalenzadiargille.Lazonadicontatto  costituita da ciottoli di quarzarenite frammisti a ciottoli pi piccoli e sabbie di natura carbonatica. Camminando allinterno dei cunicoli, armati di stivaloni ed impermeabili, alla fievole luce della fiammella di acetilene applicata sul casco, si vedono sgorgare dalla parete di roccia sorgenti anche abbastanza copiose di acqua fresca; in alcuni punti si notano percolazioni e quasi delle vere e proprie cascatelle. Allinterno delqanatsinotanocunicolichenonpresentanorivestimentoallepareti ncoperturadelcielo,mentrealtrisonodotatidiunavoltaaVconconci di calcarenite disposti a contrasto; questo tipo di costruzione ha la sua ragiondesserenonsolonelrinforzareilcielodelcunicolo,maanchenel risolvereilproblemadellosmaltimentodeidetritidirisultaderivatidallo scavodigalleriealivelliinferiori.Imateriali,infatti,venivanoaccumulati sutalevoltache,perlasuaparticolaretecnicadicostruzione,diantichissimaorigine,permettediscaricareilpesosulleparetiequindidicaricare lavoltaanchediquantitingentididetritisenzarischiarediappesantirla

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eccessivamente.Lesperienzadivisitareicunicolisotterraneidiunqanat, comeilGesuiticoAlto,interessanteepermettediconoscereunaparte diPalermochenonatuttinota;lopportunitdicamminareinmezzo allaroccia,conlacquachesgorgadalleparetidargillaechepoiscorre attraversolegallerie,atrattianchealta,edinseguitoscivolalentamente sulla lieve pendenza,  veramente singolare, anche se, probabilmente, nonadattaatutti.Nonraro,infatti,cheilbuio,lasensazionedistare camminandonelventredellaTerra,laltissimotassodiumidit,vicinoal 90%,lalarghezzainsufficientedimolticunicoli,possanodareunsenso dioppressione;ma,superatoilcomprensibiletimorediscendere,anche seimbracati,perunascalaapiolichearriva,nelbuio,suunapiattaforma in mezzo allacqua che scorre, la curiosit prevale e la passeggiata ipogea, naturalmenteseincondizionidi sicurezzaeconle opportune guide,diventaqualcosadiveramenteindimenticabile.

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InternodelqanatGesuitico Alto,odiFondo Micciulla;sivedebenelacquachescorresulsuolodellagalleriadiroccia.

Internodelqanatprecedente;alleparetirocciosesialternano trattiinmattoni.

Internodelqanat Gesuitico Alto;ilbloccodipietrapostoinmododa scaricaretraleduecortinemurarieilpesochegravasullagalleria.

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Internodelqanatprecedente:lacquasgorgadallerocce,nelpuntodidiscontinuittrastratoimpermeabilesottostanteestrato permeabile,argilloso,soprastante.

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Internodelqanat:sorgentediacquadallapareterocciosa.

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Particolare della volta a V posta a copertura della galleria di un qanat; la peculiare posizione dei blocchi di pietra permette di scaricareilpeso,chegraverebbesullavolta,sulledueparetilaterali.

Internodelqanat.Galleriailcuicavointeramentericoperto dablocchidipietrasquadrati.

Particolaredellagalleriadelqanat Gesuitico Alto,neltrattoscavatonella rocciaenonrivestito.

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Lacqua scaturisce quasi con violenza da una delle molte sorgenti facentipartedelcomplessodiqanatdettoGesuitico Alto.

Internodelqanat precedente:lacquasgorgadallerocceecreaunasorta dicascatella.

Particolaredellacquachescorreallinternodellegalleriedelqanatprecedente.

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...E LACQUA DI PALERMO NON BAST PI...

...E LACQUA DI PALERMO NON BAST PI...

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bbiamo gi accennato in precedenza, quando parlavamo della storia dellacquedotto di Palermo, al fatto che un moderno sistemadismistamentodelleacqueperusiprivatiincittrisale alliniziodelNovecento,quandosicominciadutilizzarelacquaricavata dallesorgentidiScillato. IlcentroabitatodiScillato,situatoallefaldedelleMadonie,ungrazioso paesino, dalla caratteristica formazione a cerchi concentrici, in cui gli edifici, costruiti in maniera bifronte, racchiudono ampi giardini e frutteti. Del paese si legge sulla guida della Sicilia a cura del Touring Club Italianochela localit soprattutto nota per le numerose e ricche sorgenti, che sgorgano dalle pendici delle Madonie e contribuiscono allapprovvigionamento idrico del territorio palermitano26. Le sorgenti si trovano ad una quota superiore a quella del paese; lacqua affiora a 376,68 metri sul livello del mare, come una scritta dipinta sulle pareti esternedellabottediriunionedellacquedottoricorda.Daunpuntodi vista geologico, il bacino imbrifero delle sorgenti  quello formato dai MontiFanusi,Castellaro,CozzodiCastellazzo,MontedeiCervi,Cozzo Morto, Piano della Madonna, Balata di Caltavuturo, Cozzo Vuturo. La zona  fortemente interessata dal fenomeno carsico; questo  dovuto alla composizione chimica delle rocce, a forte componente calcarea. Il carbonato di calcio, che costituisce il principale composto di cui sono formate le rocce del massiccio dei Monti Fanusi, a contatto con acqua ricca di anidride carbonica mette in atto una reazione che tende a far disgregarelamassarocciosa,creandoledepressioniadimbuto,tipiche del fenomeno, che sono dette doline. Qui lacqua si infiltra, scorrendo in sorte di cavit sotterranee, quasi dei fiumi. Il fenomeno carsico, che prendeilnomedallazonadelCarso,inFriuliVeneziaGiulia,comprende reazionireversibili:nonrarochesiforminoanchestalattitiestalagmiti. In Sicilia, il carsismo  piuttosto frequente, determinato dalla composizione chimica prevalente dei massicci montuosi dellIsola; anche MontePellegrino,peresempio,interessatoinmodospiccatodaquesto

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fenomeno, denotato dalla presenza di gole ed inghiottitoi. Nel caso di Scillato,leacquechescorrononelsottosuoloaffioranoallaquota,come abbiamodettoprima,di376,68metri,amontedelpaese,nellalocalit dettacontrada Sorgive;letrediversesorgentichesicreanoprendonoil nomediAgnello,BoscoeGolfone. Tornandorapidamenteallastoriadellacquedotto,bisognaaccennareal fattocheperragioniigieniche,inseguitoancheadueepidemiedicolera che avevano colpito la popolazione della citt di Palermo, si ritenne opportuno, alle soglie del Novecento, dotare la citt di un sistema di distribuzione dellacqua moderno ed efficiente. Nel 1886, dunque, il sindacodiPalermo,GiulioBenso,DucadellaVerdura,fecebandireuna gara dappalto per la distribuzione in citt delle acque derivate dalle sorgentidiScillato;fuunasocietingleseadaggiudicarsilagara,ma,per ragionimaichiarite,nonfecemaidareinizioailavori,eperselasomma di200.000lire,unacifrapiuttostoaltaperlepoca,cheerastataversata come caparra al Comune. Sette anni dopo, nel 1893, il sindaco Ugo delleFavareassegnilavoriperlacostruzionedellacquedottoaifratelli GiovanBattistaeCelestinoBiglia,eadAlessandroVanni,piemontesi.In tempistraordinariamentebrevivenneportataaterminelastrutturadellacquedotto,dicuifacevanoparte,oltreallaretedicollegamentiche,dal luogoincuileacquevenivanoattinte,sfruttandolependenze,portavala fornituraidricaincitt,anchedueserbatoi,chesitrovanonellalocalit San Ciro, sul monte Grifone, alla periferia sud-orientale della citt, e la rete di distribuzione dellacqua alla popolazione. Allinaugurazione dellacquedotto non fu presente il re dItalia Umberto I, che mand a Palermo,insuavece,FrancescoCrispi;lacerimoniacoinciseconquella che celebrava la realizzazione del Teatro Massimo, progettato dai due architetti-simbolodelLibertysiciliano,GiovanBattistaFilippoBasilee suofiglioErnesto. Lacquedottofinoalprimodopoguerrasopperadeguatamenteaibisogni dei palermitani. Di seguito, citeremo alcuni passi tratti dal documento

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autentico,recentementeristampato,compilatonel1897daitreconcessionaridellacquedotto.Ilprimobranochecisembraopportunoproporre parladellemotivazionichespinseroimaggiorentidelComunediPalermo abandireunconcorsoperlarealizzazionediunsistemadiadduzionee smistamentodiacquesalubriallacittadinanza:Il problema di dotare la citt di Palermo di acque buone ed abbondanti aveva preoccupato da gran tempo gli animi dei rettori del Comune; ma la sua soluzione simpose dopo il colera degli anni 1884 e 1885 e dopo che i postulati della scienza proclamarono le cattive acque quale veicolo delle malattie infettive. Ed essendo sindaco lonorevole Senatore Duca della Verdura fu bandito un concorso per condurre in Palermo le acque fresche e pure delle sorgenti di Scillato. Per non se ne raggiunse tosto lo scopo; e solamente dopo lunghe e varie trattative si pot il 12 febbraio 1893 dal Municipio, essendo sindaco il sig. Marchese Pietro Ugo delle Favare, Senatore del Regno, conchiudere un contratto di concessione, per il quale onde assicurare alla citt un volume dacqua che corrispondesse ai bisogni della popolazione ed alle prescrizioni igieniche si fece obbligo ai signori Gio. Battista e Celestino Biglia e Alessandro Vanni di condurre a Palermo da 350 sino a 500 litri al minuto secondo di acqua dalle sorgive di Scillato27. Il comprensorio delle sorgenti di Scillato si trova, abbiamo accennato, allefaldedelleMadonie;lastradasiinerpicainmezzoaiboschi,inun sereno paesaggio collinare. Non  frequente incontrare qualcuno, il silenzioquasiassoluto,ilprofumodipianteefiorimoltopiacevole; una volta entrati nella zona dove si trovano le fonti, percorrendo un vialefiancheggiatodaalberi,siraggiungeunospiazzo,sucuisiaprono un edificio, un tempo adibito ad abitazione per i custodi, e la botte di riunione. Le sorgenti vere e proprie, come nel caso del Gabriele, sono celatedaedificiassolutamenteanonimi,postialsoloscopo,fondamentale,diproteggerelapurezzadellacqua.Ancheinquestocaso,quindi, dallesterno lapparenza  di assoluta banalit, mentre linterno, con le acque che scorrono tumultuose,  molto affascinante. Anche ledificio

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dettobotte di riunionehaunfascinoparticolare;sitrattadiuninsieme dibacini,incuileacquevengonoraccolte,perfarinmodocheperdano limpeto che acquistano attraversando le canalette in forte pendenza. Citando sempre lo stesso testo, infatti, possiamo sapere che mediante cunicoli di allacciamento quasi intieramente accessibili, di cui parte in muratura e parte perforati in galleria ad un livello inferiore a quello a cui prima sgorgavano le sorgive, le acque si versano in un edificio di presa, detto botte di riunione. A cagione della forte pendenza, diminuita da alcuni salti verticali di m. 2,40, 3,00, 5,85, le acque arrivano in questo edificio quasi tumultuosamente; sicch per calmarle la botte fu divisa per mezzo di muri di diaframma in diverse vasche comunicanti fra loro in modo che lacqua, costretta a salire e discendere parecchie volte, giunga in discreta calma nella camera di misura28. Comeabbiamoaccennatoprima,fannopartedellacquedotto,oltreal comprensoriodellefonti,tuttoilsistemaditubazionicheportalacqua a Palermo e poi la smista alla cittadinanza; ovviamente, il percorso  relativamente lungo, quindi sono previsti passaggi attraverso ponticanale,scivoliedaltrestruttureadatte.Allarrivoalleportedellacitt, lacquavieneraccoltaindueserbatoi,inlocalitSanCiro,alleportedi Palermo.Idueedifici,visibiliallimboccodellautostrada,indirezione Messina,appaiono,esternamente,similiaduesortedipalazzine,dalle muracolorocragialla,immersenelverde.Sullafacciatadelserbatoio superiore, due lapidi ricordano i lavori di messa in opera del grande capolavoro di ingegneria che  lacquedotto di Scillato. Anche sul prospettodiPalazzodelleAquile,aPalermo,applicataunatargache ricordalacostruzionedellacquedotto,segnodibenessereedicrescita per la citt. Le targhe sono per molti aspetti simili ma, stranamente, mentre una di quelle poste a San Ciro ricorda, correttamente, che le acque sgorgano dal fresco seno delle Madonie, quella di palazzo delleAquilefacennoaiNebrodi.Ilperchdiquestastranezzanon

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chiaro;sipusupporre,per,che,inpassato,nonsololacatenaoggi denominataNebrodi,maancheiPeloritanieleMadonie,fosseroindifferentementedesignaticonilmedesimotoponimo.Questononspiega, per,perchlatargapostasulmuroesternodelserbatoiosuperioredi SanCiroporti,invece,ladizionecorretta;nonesclusosipossaessere trattatosemplicementediunerrore. Ora,continuandoacitaredaltestodiprima,leggiamocheper potere regolare il servizio di distribuzione dellacqua in maniera costante ed uniforme ed alimentare la rete interna anche durante le eventuali interruzioni del canale, si sono costruiti in una localit alpestre detta S. Ciro, a pochi chilometri dalla citt, due serbatoi, uno alto e laltro basso, capaci complessivamente dippi che 35000 metri cubi dacqua. Il serbatojo (sic) alto, in buona parte ingrottato nel monte, diviso in due vasche, ed ha complessivamente la capacit di pi che 26000 m 3; il serbatojo basso invece ha una sola vasca capace di oltre 9000 m 3 dacqua. Tanto la parte del serbatojo alto a cielo aperto quanto quella del serbatojo basso sono ricoperte da volte a botte sostenute da archi e pilastri 29. Sono proprio queste volte e questi pilastri che attirano, pi di ogni altracosa,lattenzionedichihalapossibilitdiaccedereadunodei serbatoi. Allinterno, superato un primo momento in cui, a causa del forte odore di cloro, che viene aggiunto allacqua per ovvi motivi di igiene,edacausadellapenombracheregna,sipuprovareunsenso divagaoppressione,lospettacolodellacquachesigettanellavascae cheriflette,limpida,ipilastriinmattonielevolteabottechecoprono gliambienti,digrandesuggestione.Lesternodelledificio,quasiun giardinodelledelizie,incimaadunastradachesaleserpeggiandocon unafortependenza,godediunameravigliosavistache,dalcastellodi Maredolce,spaziafinoalmare.

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Lapidecommemorativa,inlocalitSanCiro,dellacostruzionedellacquedottodiScillato.

Lapidecommemorativa,pendantdellaprecedente,dellarealizzazionedellacquedottodiScillato.

Lapidecommemorativa,postaallesternodiPalazzodellaAquile,chericordalinaugurazionedellacquedottodiScillato;sipu notarecomeilluogodioriginedelleacquenonsiaindicatocomeMadonie,macomeNebrodi.



LacquedottodiScillato:esternodelledificiodettobotte di riunione.

ComprensoriodellefontidiScillato:esternodellabotte di riunione.

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Scillato,fontanedacuiscaturiscelacquadellediversesorgentidellazona.

Particolaredellatargacheidentificalediversefontidelcomprensoriolacuiacquasgorgadallebocchedellafontana.

Fotodepocadellafontanaprecedente:lacquasgorgavadatutteequattrolebocche.

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SorgentidiScillato,internodellabotte di riunione.

Internodellabotte di riunione:lacquavienefattapassareattraversodiversevasche,inmododafarleperderelimpetocheacquista nellasuadiscesadallefonti.

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Particolaredellacquanellabotte di riunione.

Particolaredellabotte di riunione:indicatoredellivellodellacqua.



Aperturadelloscaricodelsovrappieno;lacquachesuperalosbarramentohaunavelocitdi500litrialsecondo.

Fotodarchiviodiunadellegalleriecheportanolacquaalla botte di riunione.

Particolaredellasaracinescadellabotte di riunione.

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Astadimanovra,anticoelementoinusoperlamanutenzionedellabotte di riunione.

ComprensoriodellefontidiScillato:edificiopostoaprotezionediunasorgente.

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ComprensoriodiScillato,cunicolodipresadelleacque.

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Fotodiarchiviodelponte-canaleIncaria,utilizzatoperiltrasportodelleacquediScillato.

Fotodiarchiviodelponte-canaleCammisini,partedelladduttoredellacquedottodiScillato.

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Esternodelserbatoiosuperiore,localitSanCiro.

IlcastellodiMaredolce,partedelpanoramavisibiledalgiardinodelcomprensoriodiSanCiro.

PanoramavisibiledallazonadelserbatoiosuperiorediSanCiro.

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InternodelserbatoioSanCiroAlto.

PilastriedarchiallinternodelserbatoioSanCiroAlto.

Lacquasiimmettenelserbatoiosuperiore,aSanCiro.



ScorciodellinternodelserbatoioSanCiroAlto.

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ParticolaredellesuggestivevolteinmattoniallinternodelserbatoioSanCiro.

Coperchioinghisa,partedelcorredoaprotezionedellemanopoledichiusuradellacqua;loggettoattualmenteespostonelcomprensoriodellefontidelGabriele,erecalindicazionedellannodellinaugurazionedellacquedottodiScillato.

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Fotostorica,deiprimiannidelNovecento,delledificiobotte di riunione,aScillato.

FotostoricadelserbatoiodiSanCiro.

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COSA RIMANE DEGLI ANTICHI FIUMI DI PALERMO?

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alermo nacque sui margini marini di una vasta conca resa fertile dalla clemenza del clima e dallabbondanza di acque. I primi coloni vi trovarono facili approdi alle foci dei numerosi fiumi. Due di questi erano particolarmente importanti: luno, scendendo da ovest per i Denisinni, si allargava nella depressione del Papireto, del Capo, di S. Onofrio e della Conceria e sfociava nel mare congiungendo le sue acque allaltro che, scendendo dalla fossa della Garofala a sud-ovest, lambiva alla sua destra lanfrattuoso terreno dellAlbergaria, inondava i Lattarini e finiva nel mare poco oltre i Quattro Canti di via Roma. Il primo, detto Papireto, era alimentato da parecchie sorgenti ed aveva regime quasi stabile e perenne vegetazione di papiri da cui il suo nome; laltro, detto dagli arabi fiume del Maltempo e pi recentemente Kemonia, era a regime torrentizio30. Abbiamo voluto inserire questa lunga citazione, trattadallaGuidadiGiuseppeBellafiore,persottolineareilruolofondamentalerivestitodaKemoniaePapiretonellastoriadiPalermo,findai suoialbori;leprimecomunit,infatti,sistabilirononellastrettastriscia diterracheiduefiumidelimitavano. Iduecorsidacquacreavanounasortadipromontorio,dellalunghezza di circa un chilometro, largo approssimativamente la met; proprio questalinguaditerrache,grazieallasuaparticolareconforma-zione, risultavadifacilefortificazioneedottimaperlimpiantodiunporto, fu la prima ad essere colonizzata. Il primo nucleo di quella che poi sarebbediventatalaoo,lacitttuttaporto,sicollocproprio nello spazio tra il Kemonia ed il Papireto, una zona fertile e riparata dai venti grazie alle foci dei fiumi che fungevano da protezione nei riguardidellentroterra. I primi ad abitare il territorio dove poi si sarebbe costituita la citt di Palermo,iSicani,intuironosubitolepossibilitchelazonaforniva;in seguito,iCretesi,poigliElimiediGrecisistabilirono,anchesepiuttosto precariamente,nellazonadelimitatadaiduefiumi.MaladefinitivacolonizzazionedelterritorioavvenneintornoalVII-VIsecoloa.C.,quando

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iFenici,edopodiloroiPunici,deciserodisfruttarealmegliolecaratteristicheorografichedellazona,cingendodimuraprimasolounaparte dellemboditerra,formandounostabileinsediamentochepreseilnome diPaleapolis,epoiestendendoiconfiniallinterapenisola,che,cintadi mura,diventlasededellaNeapolis. DallepocadellafondazionedellaNeapolis,iduefiumihannocontinuato a scorrere indisturbati per pi di venti secoli. Labitato, intanto, si era andato sensibilmente espandendo, prima sulle foci dei fiumi, che progressivamente vennero, in parte, interrate, e poi lungo le loro sponde. Sarebbelungo,eprobabilmentenoioso,ricordarelealternevicissitudini storiche occorse alla citt: faremo, allora, una sorta di salto in avanti, scavalcando i secoli della dominazione romana, quelli della Palermo bizantina,ilperiodoincuilacittfuatuttiglieffettimusulmana;epoi il governo normanno, quello degli Svevi della casa dAltavilla, e quello francesedegliAngi,perarrivarenelcuoredellaPalermocondottadai Vicerspagnoli.soloora,dunque,cheiduefiumitornanoadattirare lanostraattenzione;duranteilgovernoviceregiodellacasadAragona, infatti,lacittfuoggettodiunaseriedilavorichenestravolserocompletamenteilvolto,gettandolebasidellimpiantoodiernodelcentrostorico. Ordini religiosi, famiglie nobili, municipalit concorsero nel donare alla citt fasto e sfarzo; la facies barocca di interi complessi scultoreoarchitettonici, come la piazza Villena, edificata dopo il taglio della via Maqueda,preseforma.ilperiodoincuiilComunediPalermoacquista laFontanaPretoria,quelloincuivengonocostruiticomplessimonastici, chiese,palazzi;sebbenelacittadinanzasiaallostremo,falcidiatadafame e pestilenze, gran parte delle entrate viene devoluta al rimodellamento della citt.  in occasione di questa campagna di lavori che il governo viceregio considera lopportunit di bonificare le zone nei pressi di Kemonia e Papireto. Le depressioni in cui i fiumi scorrevano, infatti, si trovavano in aree che, soggette ad allagamenti, risultavano insalubri percolorocheviabitavano;peresempio,lazonaattualmenteallespalle

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del mercato di Ballar, nei pressi di via Ponticello, allepoca parte del quartiereebraico,eraalloranotacomebassura del Ponticello.Riguardo ad essa, scrive Bellafiore che la bassura del Ponticello si estendeva per largo tratto nella piazzetta e nella via omonima. Accoglieva nel vasto letto limpetuoso torrente Kemonia al tempo in cui questo non era stato ancora prosciugato. Sovente era soggetta alle piene di quel violento corso dacqua: nel 1557 unalluvione, pi impetuosa delle altre, vi fece, a dir dei contemporanei, quattromila vittime danneggiando mille case31.Questasituazione di costante pericolo, dunque, venne affrontata dal governo della citt proprioinoccasionedeilavoridisistemazionedelcentrourbano. allora,quindi,chesi attua il prosciugamento del Papireto e il deviamento nellOreto delle acque del Kemonia. La citt migliora in tal modo le sue condizioni igienico-sanitarie e sutura con nuove costruzioni i suoi pi antichi quartieri32. A conferma di ci, si legge sul Piano Regolatore di Risanamento delling. Felice Giarrusso, del 1885, che, a seguito delle inondazioni causate dal fiume Kemonia, e delle epidemie che nel 1557 e 1575 stremarono la citt, il Senato affront il problema della bonifica dei due torrenti; le soluzioni adottate furono piuttosto complesse. Per quantoriguardailPapireto,adesempio,nel1591fudecisodicolmarela depressionedacuiiltorrenteavevaorigine,echecorrisponde,oggi,alla fossadettaDanisinni,ediriparareilcorsodacqua,finoallaCala,conun canalecoperto.Riguardoilfiume,Bellafioreriferiscechesi stendeva in larga depressione. Sotto le mura occidentali dellantica citt, in una zona che ora ha rialzato notevolmente il suo livello per il continuo apporto di detriti. Era in origine un palude malarico (sic) in cui crescevano i papiri che gli diedero il nome. Il problema del suo prosciugamento fu affrontato una prima volta nel 1489, ma il sistema di colmate che allora si adott non fu efficace perch, durante linverno, lacqua ripullulava ed invadeva le fondamenta. Durante il sec. XVI si raccolsero le acque delle numerosissime sorgenti che vi affioravano e finalmente, nel 1591, fu provveduto alla costruzione di un unico condotto che, attraversando la citt per tutta la sua lunghezza fino alla

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Cala, provvide di fognatura lintero lato settentrionale della citt33. Nel caso del Kemonia, invece, il Senato risolvette di deviare verso il corso del fiume Oreto le acque a monte, corrispondenti, odiernamente, allazonadettadellaFossa della Garofala;leacqueavalle,invece,furono convogliate, grazie anche ad un canale con copertura a volta, verso la Cala.Inrealt,questilavorinonfuronosufficientiarisolvereiproblemi collegati alle esondazioni dei corsi dacqua ed al consequenziale clima malsanochepersistevanellazona;infatti,probabilmenteancheacausadi uninsufficienzadeicollettori,lareacontinuamostrarsipaludosaead esseresoggettaadallagamenti,anchecatastrofici,incasodiabbondanti precipitazioni. Dopoquestorapidoexcursusstorico,saropportunotornareariferirci alla situazione attuale; allinizio del capitolo, ci eravamo chiesti cosa rimanesse,oggi,degliantichifiumidiPalermo.Comeappareevidente,i duecorsidacquachehannoavutounruolocosimportantenellosviluppo dellacittnonscorronopiinsuperficie;maqualcosa,diloro,rimane ancora.Enonsolonellatoponomastica(esistonoancora,infatti,unavia, una piazza ed un cortile il cui nome, Papireto, segnala che si trovano nellazonaincui,untempo,sitrovavaillettodelfiume),maanche,ad esempio,nelparticolaretracciatodialcunestrade,comeviaGiardinaccio34,che,tortuoseelievementealdisottodelpianodellestradevicine, sitrovanoapassaredoveuntempositrovavaillettodeitorrenti. Altre vestigia degli antichi fiumi della citt si possono ancora trovare, anche se con un poco di difficolt, e magari non sempre come e dove ce le aspetteremmo. Del Papireto, ad esempio, era prima visibile una dellefonticheloalimentavano,laAveringa;lasorgenteeraprotettada unedicolacheancoraorasitainviaVulpi,nelrioneDanisinni.Atale proposito, le fonti storiche raccontano che questa sorgente fu scoperta quando,duranteilavoridibonificadellazona,volutidaCesareLanza, PretorediPalermodalmaggio1555almaggio1557,quandositentava diprosciugareillagodiBuonriposo,vennescopertaunafontediacqua

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dolcecheLanzafeceraccogliereinunavascaedaprotezionedicuifece costruireunastruttura,sucuifecemurareunatargacheportailsuonome eladenominazionediAveringaperlasorgente35.Lazonacheilpretore aveva tentato di far bonificare era, allepoca, talmente malsana che si dicevacheimaritiscontentidellemoglilemandasseroladimorarein modocheinbreve,sfinitedallamalaria,lirendesserovedovi36.Lostato di conservazione in cui versa oggi ledicola, in completo abbandono, per, la rende storicamente illeggibile; al suo interno, infatti, qualcuno ha sistemato le attrezzature per trasformare il posto in una officina meccanica,mentreallesternostataattaccataunantennasatellitare.La mancanza di adeguata tutela di queste costruzioni  una sconfitta per tutta la comunit; apportare degrado ad una struttura che, per il suo valorestorico,altrononche,apienotitolo,unbeneculturalemisconosciuto,nonmenograveditantialtriattidivandalismochedestano la riprovazione della cittadinanza. Riguardo la sorgente Averinga, un distico di Antonio Veneziano, il cantore della Fontana, inciso su una lapide ora nella chiesa di San Giovanni alla Guilla, recita origino da Nilo e nome dal Papiro; ed io, chero onda del mare, ora sono corso dacqua terrestre37. Dove scorreva il Papireto, oggi c il Mercato delle Pulci, caratteristico centro di traffici dantiquariato. La zona delle sorgenti, ogginelquartiereDanisinni,mostraancora,nellapiazzaomonima,isegni dellanticadepressionepaludosa,riadattataacampocoltivato.Semprela zonadellalveodelPapireto,finoal1848,eraoccupata,incorrispondenza dellattualepiazzaPeranni,daungrandeparco,fattoimpiantarenel1832 dalgeneraleGiuseppedeTschiudy,comandantedelletruppeborboniche in Sicilia; il rigoglioso parco, il cui nome, villa Leopoldo, in onore di Leopoldo, conte di Siracusa, Luogotenente del Regno, non venne mai usato dai cittadini, che comunemente lo definirono, per ovvi motivi, la Papiretana,ebbebrevissimavita;doposolisediciannidallasuaapertura, infatti,duranteimotiinsurrezionali,vennecompletamentedistrutto38. Perquelcheriguarda,invece,ilKemonia,rimanebenpocoaricordodi

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dovescorresseilfiumedelMaltempo;aparte,ancheinquestocaso, toponimicomequellodiviaPonticello,dettacos,naturalmente,perchl sitrovavaunpontesulcorsodacqua,unadellepochevestigiadellantica faldaacquiferalazonacheprendeilnomediFossa della Garofala. Sitratta,oggi,diungrandespazioverde,dellestensionedicircaquindici ettari, che trova posto proprio sulloriginale alveo del Kemonia, da cui prendelacaratteristicaformainfossata,aldisottodelpianostradale.Il nomederivadaquellodelprimoproprietariodicuisiconoscalidentit, OnorioGarofalo,cheneentrinpossessoversolafinedelXVsecolo;in seguito,nelXVIIIsecolo,ilterrenovenneacquistatodalprincipediAci, chevirealizzunastazioneagricolasperimentaleedunatenutadicaccia. Sar, per, con lintervento di Luigi Filippo dOrlans che, nel 1809, riceverindoteilterrenodallamoglie,MariaAmeliadiBorbone,epoidi suofiglio,ilducaEnricodAumale,cheverrimpiantato,nellOttocento, uno splendido parco, punteggiato di laghetti, fontane, panchine, alberi secolari.Allafinedelsecolo,lagrandetenutacaddeneldegrado,erimase inunostatoditotaleabbandonofinoadunrecentepassato,quandofu acquistata dallUniversit degli Studi di Palermo. Al centro del parco, oggiinparteutilizzato,perstudisullepiante,dastudentiedocentidella FacoltdiAgraria,cuncomplessodicavitecisterne,diformesimili acameredellascirocco,chefinisconoinunampiavascacircolare,posta sottoungazeboinghisadifineOttocento.LafossadellaGarofalalegata adunaneddoto,narratodaPolibioeriferitodalLaDuca39,chefacenno allarrivo del comandante punico Asdrubale, con le truppe cartaginesi scortatedaelefanti,aPalermo,edellabattagliavintacontrodilorodai RomaniguidatidaCecilioMetelloche,temporeggiandoecostringendoi nemiciaguadareilKemonia,che,ovviamente,nonavevaancoraquesto nome,liaffrontaronocostringendoliaritirarsiproprionellaFossa della Garofalaebersagliandoli,poi,didardi.

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Fossa della Garofala,postasulloriginalealveodelKemonia,edoggidi pertinenzadellUniversitdegliStudidiPalermo.

Piantadi Palermoantica; lalinguadi terratraifiumi Kemoniae Papiretostata laprimazona delterritorio adessere colonizzata.

Latarga,oggiapiazzaPonticello,chericordalesistenza,inquelluogo,diunpiccolopontesulfiumeKemonia.

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EdicoladellAveringa;ledificioerastatopostoaprotezionedellafonteAveringa,unadellesorgentidelPapireto.

Fossa dei Danisinni.LazonaadessocoltivataeraquellachecorrispondevaalladepressionedacuiavevaorigineilPapireto.

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DA PIOPPO A SANTERASMO: LA VALLE DELLORETO

DA PIOPPO A SANTERASMO: LA

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bbiamo sostenuto fin dallinizio di questa panoramica come, a nostroparere,Palermopossaesseredefinitaatuttiglieffettiuna cittdacqua;laricchezzaelavarietdellesorgenti,deifiumi ipogei,dellecostruzioniche,neltempo,sonostaterealizzatepertrarreil massimoprofittodaquestaabbondanzadiacqua,rendonoPalermouna cittunica.Imontichecircondanoilcentroabitato,perlecaratteristiche geomorfologichechepresentano,mostranolatendenzaaconvogliarele acquesotterranee,favorendogliaffioramentielacostituzionedisorgenti. Abbiamo affrontato largomento riguardo le fonti del comprensorio Gabriele,elafaldaacquiferadacuisioriginanoicorsidacqua,adoggi sotterranei,chedaessasonoalimentati. Comeabbiamopivoltesottolineato,inpassatodiversifiumibagnavanola citt;ilfiumeKemonia,ilPapireto,ilGabriele,permotivazionidifferenti non scorrono pi, attualmente, attraverso labitato. Una situazione dissimile  quella presentata dallOreto: il fiume, che nasce tra i monti Matassaro Renna e Cozzo Aglisotto, e che sfocia nella periferia sudoccidentaledellacitt,ancoraoggipercorreilcentroabitato.Iltoponimo del corso dacqua ha origini relativamente recenti; il viaggiatore arabo Ibn Hawqal, nel suo Viaggio in Sicilia, redatto intorno al 973, infatti, riferivadiunfiumedenominatoWd al Abbs,chepossiamoidentificareproprioconlOreto40.Ilnomeattuale,allora,dovrebbeessereentrato inusoprobabilmentefrailXIIedilXIVsecolo.Perquantoriguardale originidellattualedenominazione,lefontinonfannochiarezza;sembra, per, che la spiegazione pi verisimile sia quella che fa riferimento al grecoOo,montagna,conallusioneaicollisucuitrovanopostolesue sorgenti. Altre ipotesi sono quelle che legano il toponimo ad un culto paganochesupponevalapresenzadiundioOretocheavrebbedimorato nelcorsodelfiume41.Infine,ultimateoria,piprobabilmenteerrata, quellachelegailnomeallachiesadellaMadonnadellOreto;adalcuni storici,per,sembrapiprobabilecheledificioreligiosofossededicato alla Vergine di Loreto, e che il suo nome, vista anche la vicinanza del

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fiume,siastatostorpiatodallapopolazione.Dellachiesa,adoggidiruta, parla anche, sulla scorta dellopera Palermo divoto di Maria Vergine di AntoninoMongitore42,RosarioLaDuca,facendonotarecomeledificio dicultosivuolederividaunmonasterodi religiose basiliane fondato in questo luogo nellanno 108843;considerandoanchecheilcultotributato allaMadonnadiLoretorisaleal1294,lostoricosimostrascetticosulla derivazionedelnomedelfiumedaunastorpiaturagergalediquellodella chiesa,mapropensoasupporreilcontrario.Inunaltropasso,ancora, riferendosinellospecificoalleoriginideltoponimodelcorsodacqua, LaDucaaffermachesul nome Oreto, ci si sbizzarriti nelle pi strane congetture. Chi lo vuole derivato, come il Villabianca, dalle arene doro che a suo dire talvolta si sono pescate nel suo bel letto, chi come il Fazello lo ritiene di origine latina fiume nato dal monte. Il Tornamira, nel trattare della chiesa della Madonna dellOreto [] ritiene erroneamente che il titolo primitivo di questo edificio religioso fosse stato Madonna di Loreto e che, in conseguenza, avesse comunicato il nome, corretto, al fiume sulle sponde del quale sorgeva. Ma invece indubbio che stato proprio il fiume a dare il nome alla chiesa 44. Lo storico palermitano, dunque, sembra orientato a ritenere che il nome delledificio religioso derividaquellodelvicinofiume;inconclusione,laquestioneancora privadiunaunivocasoluzione. Da unpuntodivistageomorfologico,lavalledelfiumesi sviluppaper unalunghezzadipocoinferioreai20chilometriedunampiezzadicirca 6chilometri.Ilbacinodelfiumesiestendeper130chilometriquadrati allincirca, in unarea compresa tra il Monte La Pizzuta ed il Monte Gibilmesielafoce,nellazonadiSantErasmo,aPalermo.Lasorgente, come avevamo accennato prima, si trova nella Conca dOro, lungo la dorsale fra Monte Matassaro Renna e Cozzo Aglisotto; questi rilievi costituiscono un frammento della catena appenninico-maghrebide. In realt,parlaredifontidellOretoqualcosadivagamenteriduttivo;sono diverse,infatti,lesorgentichealimentanoivaricorsidacquachecon-

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fluiscono,poi,inununicoemissario,cheprendeilnomediOretosolo dopoilPontedellaGrazia.Tralefontiche,inultimaanalisi,contribuisconoallaformazionedelfiume,sipossonoricordarequelledenominate Api,AlloroaVigna dApi,Fontana Lupo,Santa Maria,Villa Renda.Lasta principale del fiume  costituita dal Vallone di Fiumelato di Miccini, in cui si immettono diversi affluenti, tra cui si possono citare il Torrente dei Greci,ilVallone Pianodi MaglioedilVallone della Monaca.Sebbene il fiume abbia carattere torrentizio, anche nei periodi torridi conserva undeflussorelativamenteabbondante,grazieancheallaricchezzadella falda acquifera che lo alimenta. Proprio per merito della ricchezza di acquecheilfiumepresenta,statopossibile,dapartedellacquedotto, installareunapresaadacquafluente,inlocalitSantaCaterina,nelcomprensoriodiAltofonte,persfruttareunaparte,seppurepococonsistente, dellerisorseidrichefornitedallOreto. LavalledellOreto,sebbeneinalcunipuntilincuriadellepersoneabbia tentato di rovinarla, presenta enormi potenzialit; intorno al fiume, infatti,possibiletrovareunecosistemamoltoricco,siafaunisticamente,conlapresenzadiraneedirapaciqualigufi,civetteebarbagianni, sia per quanto riguarda la flora, dove la fanno da padroni i pioppi, gli arbustidiginestra,gliolivastri,gliequiseti.Tentatividivalorizzazionedel fiumeedellesuespondesonotuttoraincorso;associazioniqualiFiumara darte stanno cercando di portare avanti processi di sensibilizzazione dellapopolazioneneiconfrontidiuncorsodacquacherappresentaun grandevaloreaggiuntoperlacitt,siaperisuoistraordinariscorcinaturalistici,siaperilvalorestoricointrinseco.IlcorsodellOreto,infatti, haavuto,finoaperiodirelativamenterecenti,unruoloimportanteper icentriurbanicheattraversa;permoltotempoilfiumestatosfruttato per la coltura delle zone ad esso limitrofe, nonch per alimentare il lavoro di numerosi mulini ad acqua che sulle sue sponde trovavano posto. Attualmente, di queste strutture di epoca araba non rimangono che pochi ruderi; in tempi remoti, per, la forza dellacqua riusciva a

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far lavorare molti mulini, dove venivano macinate granaglie, ma anche saleezolfo.NellaFontanagrafia OreteadelMarchesediVillabianca,in cuisonoannotatituttiimuliniancoraesistentiincittalmomentodella stesura del testo, si trovano citati molti di questi impianti. Per quanto riguardalosviluppoattualedellavalledelfiume,sipotrebbefaremolto; numerosepropostesonostateavanzateperunrisanamentointegraledella zona.Traqueste,anchequelladirenderetuttalareaunparconaturale. Se unidea simile pu riguardare solo i tratti del fiume che si trovano allesternodelcentroabitato,mentrepertuttalareachesitrovaentro la citt sarebbe necessario progettare qualcosa di diverso, sta di fatto che la ricchezza di potenzialit della zona  indubbia. Attraversando a piedi le campagne della zona di Pioppo, di Pezzingoli, di Altofonte, si possonotrovaremoltiscorciassaisuggestividelcorsodacqua,incuila fittavegetazione,lacquacheinalcunipuntiscorrequasiimpetuosa,per poitornarealambireplacidamentelerive,ilgracidaredellerane,creano unambientequasidasogno. Lungoilcorsodelfiumesisuccedonomoltiponti,costruitinelleepoche storiche pi diverse; alcuni di questi meritano menzione, a partire dal Ponte della Grazia,chedeveilsuonomeallacollocazioneneipressidel ConventodellaGrazia,sullastradatraAquinoeVillagraziadiPalermo. CostruitopervoleredelSenatodellacittnel1620,rovinatodaunostraripamento,statoparzialmenterifattonel1673,edhasubito,inperiodi successivi,altririmaneggiamenti.SemprenellazonadiAquino,frazione delComunediMonreale,sitrovailPonte di Fiumelato,volutodallArcivescovodelladiocesidiMonrealeAlfonsodeLosCameros;ilponte,che haunastrutturaaschienadasino,comelamaggiorpartedellecostruzioni del periodo, aveva lo scopo di permettere ad una antica trazzera regia di valicare il corso del fiume. Nella zona di Monreale, poi, si trova il Ponte di Parco,checollegailcentroabitatodiAltofonte,ilcuitoponimo dialettaleParcodilnomealponte,allacittadinanormanna.Anchequesta struttura, di antica costruzione, mostra, in alcuni fornici, i rimaneggia-

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mentisubitiinperiodirecenti.Traipontipiantichi,bisognaricordare il Ponte dellAmmiraglio, che prende il nome da Giorgio di Antiochia, ammiragliodiRuggeroII,personalitfondamentaleperlavitaartistica dellacittdiPalermoche,grazieallasuavolont,stataarricchitadiuno dei suoi edifici-simbolo, la chiesa di Santa Maria dellAmmiraglio, pi notacomelaMartorana.Ilponte,chelefontitramandanosiastatofatto realizzare intorno al 1113, presenta anchesso una struttura a schiena dasino, composta in conci vivi; la forma dei sette fornici, marcati da rincassiogivali,mostradelleirregolarit.Perquantoriguardaladatadi realizzazionedellopera,alcunidubbicircalacorrettezzadellindicazioneditaledataconlanno1113sonoavanzatidaDiStefanoeriportati da La Duca; nel La citt perduta, infatti, si legge che il Di Stefano ha rettificato tale data, osservando che in quellanno lAntiocheno era appena agli inizi della sua fortunata carriera, che soltanto verso il 1125 venne nominato ammiraglio ed attorno al 1132 ammiraglio degli ammiragli, per cui da pensare che la data di costruzione risalga appunto al secondo quarto del secolo XII 45. Il valore storico della struttura  accresciuto dal ricordo di un episodio fondamentale della guerra di unificazione dItalia,chevideletruppegaribaldinescontrarsiconquelleborboniche, nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1860, proprio su questo ponte. La costruzionestataoggetto,neglianni,dinumerosirimaneggiamenti,ed attualmenteilcorsodellOretostatodeviatoeleacquedelfiumenon scorronopisottoifornicidellastruttura,checampeggiainmezzoad unampiospazioverde. Unastoriapiuttostoparticolarequelladelpontedettodelle Teste mozze; il nome cos cruento deriva dalla posizione della struttura, che si trova nei pressi del cimitero, annesso alla chiesa della Madonna del Fiume, in cui venivano inumati i condannati a morte. L si trovava anche una piccolapiramideinmuraturachevenivautilizzata,apartiredallafinedel Settecento,peresporreletestedeicondannatialladecapitazione,come monitopergliastanti.Lultimopontecostruitoperscavalcareilcorsodel

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fiume Oreto, inaugurato poco pi di dieci anni fa, nel 1997,  il Ponte Bailey,cheprendeilnomedallingegnereinglesechelohaprogettato;la particolarestruttura,fabbricataconunospecialetelaiometallico,stata realizzataintempiestremamentebrevi.

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Pioppo,contradaAcqua del Pero:unsuggestivoscorcionaturalisticosullespondedelfiumeTaglio.

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Pioppo,contradaAcqua del Pero;ilfiumeTaglio,unodegliaffluentidacui prendevitailfiumeOreto.

Pioppo,contradaAcqua del Pero,unansadeltorrenteimmersa nellanatura.

Pioppo,particolaredellacquachescorreplacidatralepietredelfondo.

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Pezzingoli,lacquadelFiumelatoscorreimpetuosatralerocce.

Pezzingoli,vegetazionesullespondedelFiumelato,altrograndeaffluente checontribuisceadalimentarelOreto.

Pezzingoli,iltorrenteelanatura.

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UnoscorciodelfiumeOretosottounodeifornicidelPonte di Parco.

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IlPonte di Parco,checollegaMonrealeadAltofonte;lOretoscorrebenaldisottodelpianostradale.

SottounodeifornicidelPonte di Parco,unindicatoredellaltezzadelleacquedellOreto.

NeipressidelPonte di Parco,lOretoscorreinmezzoallavegetazione.

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LapresaadacquafluentediSantaCaterina,neipressidiAltofonte;lacquadellOretovieneimbrigliataedutilizzatadallacquedotto diPalermo.

ParticolaredellapresaadacquafluentediSantaCaterina,sulfiumeOreto.

Ponte-canale di epoca fascista, oggi nel comprensorio delle fonti Gabriele, che portava lacqua dellOreto nella zona di corso Calatafimi,perusiagricoli.

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UN CONNUBIO TRA SCULTURA E ARCHITETTURA: LE MACCHINE DACQUA

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a nostra passeggiata per le strade di Palermo si conclude con le fontane,concretarappresentazionedicomelimmaginariolegato allacqua sia presente e vivo nella citt. Non potremo osservare insieme, ovviamente, tutte le fontane della citt; ci soffermeremo solo sualcune,sceltearbitrariamenteinbasealnostrogustopersonale.Tutte le altre, da quelle monumentali che non saranno citate, purtroppo, per ragionidispazio,aquellefunzionali,chepuntellanoquartierieborgate dellacitt,nonsono,perquesto,menoimportanti;anzi,tuttequelleumili, semplicifontanelle,chepertantotempohannoaiutato,edinalcunicasi ancora aiutano, la popolazione di Palermo, a dissetarsi e ad utilizzare acquapotabileperleproprienecessit,sonopresenti,nellamemoriadei cittadini,probabilmentepidellealtre,abbellitedamarmiestatue,che arricchisconolepiazzedelcentrostorico.Sicuramente,nellamemoriadi ognipalermitano,pifaciletrovarelafontanellachecidissetava,nelle stradediValdesi,alritornodalmare,accaldatiesudati;oquellaintorno acui,perleviedelquartiere,cisiriuniva,ladomenicamattina,perlavare lauto.Lefontanedicuiparleremo,allora,sonopresentinellimmaginario dellacittpicomelustroevanto,comesimbolidellarteedellingegno diarchitettiescultori,checomepraticisimbolidelpiacerechelacqua pudarenellavitaquotidiana.Perquello,cisonolefontanellerionali. Abbiamodeciso,allora,dinominaresoloalcunedellefontanemonumentali dellacitt,quellecheanoisembrapossanoincarnareunemblemastoricoartistico di Palermo. Non sar un caso, allora, se la nostra passeggiata partir dalla Fontana Pretoria; la scenografica macchina dacqua, compratadalSenatodiPalermonel1573esistematadueannidoponella piazza antistante il Palazzo delle Aquile, era stata commissionata circa ventianniprimadaDonPietrodiToledo,padrediDonLuigi,chepoisi occupdellavenditaalSenatopalermitano,perlasuavillainToscana, nei pressi di Firenze, agli architetti fiorentini Michelangelo Nacherino e Francesco Camilliani. La meravigliosa fontana, costruita secondo un complessoschemadirimandiedimitologichepersonificazionidifiumie

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corsidacqua,esprime il ciclo della natura e della vita secondo uno schema quaternario che si ricollega alla croce cosmica e al teatro cosmologico della Piazza Villena. Infatti, al tema quaternario dellOttangolo espresso dalle quattro stagioni, dai quattro sovrani spagnoli e dalle quattro vergini protettrici di Palermo, fanno riscontro le quattro scalinate della Fontana Pretoria con le allegorie di quattro fiumi e con quattro coppie di Termini, disposti tutti agli antipodi di varie ellissi concentriche46.Comesivededallafotoinplonge,lapianta ellitticadellastraordinariamacchinadacquapresentaquattrovarchi, attraversocui,attualmente,nonsipuaccedere,controllati,ognuno,da unacoppiadiTermini,mezzefigureviriliemuliebricollocatesupiedistalli. Ilvaloredicardineartisticodelcentrocittadinochelastrutturaincarna, e lo stretto rapporto che, in futuro, la legher al complesso organismo dipiazzaVillena,confermatodalleparolediMarcelloFagioloeMaria LuisaMadonna,cheaffermanochela Fontana Pretoria, infatti, doveva porsi non soltanto come oggetto sacro, nuovo palladio di Palermo, ma anche come seme di centralit e archetipo di cosmologia urbana. La prefigurazione dellOttangolo ci sembra inequivocabile. La Fontana, infatti, si pu riassumere schematicamente in alcune componenti riconducibili al pattern dellOttangolo: a) quattro strade (le quattro gradinate a croce); b) piazza circolare (o meglio ad anello ovale, intorno alla vasca centrale); c) una vasca anulare ripartita in quattro quarti di cerchio, corrispondenti ai Cantoni, e ciascuna suddivisa allesterno in tre zone; d) presenza delle sculture pi significative per la storia di Palermo (i quattro fiumi: Gabriele, Maredolce, Oreto, Papireto) lungo le direttrici diagonali47. Questa lunga digressione, che potrebbe risultare solo un concettoso esercizio di stile, dovrebbe essere utile per sottolineare linscindibile legame che avvicina la Fontana Pretoria, elemento fondamentale del

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paesaggiourbanodiPalermo,ediQuattroCantidipiazzaVillena,sorta dicuorepulsantedellacitt. Tornando alla Fontana Pretoria, occorre notare come la composizione dellintero monumento sia piuttosto complicata: lacqua sgorga da una broccaretta,nelpuntopialtodellastruttura,dalGeniodellacqua,e trabocca da una vasca allaltra del complesso, fino ad arrivare a quella inferiore.Perquantoriguardalidentificazionedituttelefigure,inalcuni casi,comequellodeiTermini,tuttoradubbia;sisupponechesipossa trattare,inquestocaso,dipersonaggistoricamenteesistiti,elacuiidentit siadaricercarenellaFirenzedellepocaincuilafontanafuprogettata. Perquelcheconcerne,invece,lestatuecheraffiguranoallegoriedifiumi, lidentificazionenota;poichlafontanaerastatarealizzataperunacollocazionebendiversarispettoaquellache,ineffetti,haavuto,lepersonificazionideifiumihanno,coltempo,cambiatoidentit.Alleoriginarie corrispondenze,infatti,nesonostate,inseguito,sovrappostealtre.Per esempio, la statua attualmente nota come allegoria del Maredolce, era, in origine, lIppocrene, fonte dellElicona, il fiume sacro alle muse. Il gruppo presenta, sulla groppa del Maredolce, rappresentato in forma equina,unaNaiadecoronatadalloro,cherecalazampognaasettecanne diPan,sireggeaduelibriemostra,accantoas,latestarecisadiMedusa. Tutte le allegorie di fiumi sono scortate da un Tritone ed una Nereide, simbolicamentelasorgenteelafocediognunodeifiumirappresentati. Continuando il nostro giro intorno alla splendida macchina dacqua, incontriamo unaltra figura allegorica, il Mugnone (o il Nilo) fiancheggiato da un Tritone e da una Nereide. Il Veneziano identific in tale statua il fiume Oreto, rappresentato da un vecchio con una lunga barba appoggiato col fianco destro sopra unurna, mentre con la mano destra sostiene una cornucopia, o corno dellAbbondanza, e con la sinistra impugna uno scettro, stringendo tra le gambe la testa di un leone, simbolo notorio del fuoco e del sole. Questa pregevolissima statua, scolpita da Francesco Camilliani, la pi bella tra le allegorie di quattro

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fiumi della monumentale fontana48.Lealtreduefigureallegorichechesi osservanopasseggiandointornoallagrandiosafontanasonoilGabriele ed il Papireto; il primo, identificato da Leonardo Maria Lo Presti con uno dei due bracci del Nilo, e dal Vasari con lArno, venne ritenuto il GabrieledaAntonioVeneziano,il cantore della Fontana.Ancheinquesto caso,sitrattadiunvecchio,conunalungabarba,ecircondatodaelementi iconografici, quali rocce ed urne zampillanti, collegati alla simbologia acquaticachepermeadislinterogruppo.Infine,perquantoriguarda lallegoriadelPapireto,essorappresentatotramiteunvecchio,inuna singolareposaspiraliforme,tipicamentemanieristica.Il gruppo mostra elementi simbolici, quali lancora ed il delfino, che non avrebbero alcunaattinenzacolfiumePapireto,echevengonoadessoartificiosamenteassociatidalVeneziano,alloscopodigiustificarelidentificazione dellallegoriacolfiumepalermitano.Oltrealleraffigurazionideifiumi, alle Naiadi ed ai Tritoni, ed ai Termini che sorvegliano gli accessi, la fontanapresentaancoranumerosissimielementi:protomidianimalida cui zampilla acqua, figure allegoriche collegate alla mitologia classica dispostesullequattroscalinate,epoicavalli marini, arpie, sirene, geni alati, delfini e putti 49 che reggono le vasche laterali; la cancellata che racchiudeilmonumentostatadisegnatadalgrandearchitettoLiberty Giovan Battista Filippo Basile, e ne sostituisce unaltra, sistemata nel 1737 a protezione del monumento50. La lunga digressione su questa grandiosamacchinadacquatrovagiustificazionenelsuoessere,nellimmaginario dei palermitani riguardo lacqua, al primo posto come simbolodellacitt,delsuoprestigio,edeifiumichelehannopermesso disvilupparsiappieno. ContinuandoilnostrogiroperilcentrostoricodiPalermo,rimanendo nei pressi della Fontana Pretoria, ci imbattiamo in un altro complesso artistico emblematico per la citt: i Quattro Canti di piazza Villena. Linterocomplessoscultoreoedarchitettonicoconcorrenelformareuna straordinaria quinta per la citt, secondo una maniera tipicamente

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barocca di intendere lo spazio; Lottangolo ovvero teatro del sole. Cos i contemporanei chiamarono comunemente la pomposa macchina allincrocio delle due principali arterie cittadine, in vista del sole dallalba al tramonto51. Teatro del sole, dunque, anche perch la piazza  stata progettatainmanierataledaessereilluminata,nellasuaquasiinterezza, praticamenteognigiornodellanno.Lastruttura,ilcuiprogettoportail nomediGiulioLassoperlapartearchitettonicaediMarianoSmiriglio, architetto del Senato cittadino, per la decorazione, richiese, per la completarealizzazione,moltianni;iniziatinel1608,ilavoriterminarono dopointeridecenni;lasistemazionecompleta,conlasostituzionedelle effigideisovranispagnoli,realizzateinbronzo,conquelle,attualmente presenti,inmarmo,risaleaddiritturaal1661. Ognunodeiquattrocantonichecompongonolinterapiazzapresenta unastrutturacompostadatreordinisovrapposti,iclassicidorico,ionico, composito. Nellordine inferiore sono quattro statue di Stagioni, in quello medio quattro sovrani spagnoli [] ed in quello alto quattro sante palermitane, ognuna protettrice e simbolo del quartiere che ha alle spalle. Sui timpani dei balconi stanno degli angeli con palme e corone, sullattico lo stemma reale tra quello viceregio e senatorio52.Lasimbologiasottesa allaideazionedellapiazzapiuttostocomplessa;potressereinteressantenominaresolounapartediquestostraordinariosistemadipensiero, quellachesiriferisceaiquattroelementichevengonocitatinellacostituzione dei Canti. Lelemento acquatico, dunque,  presente in un monumento-simbolodellacitt,qualepuessereintesolinterocomplesso dellapiazza,nonsolograzieallacquachesgorgaesiriversanellevasche dellequattrofontane,maanchetramiteunapparatoiconologicomolto elaborato.Lanalisidiquestoimpiantosimbolico,compiutadaMarcello FagioloeMariaLuisaMadonna,partedalpresuppostocheleallegorie delleStagioninonsianopostenellaposizionechecisiaspetterebbe:ad esempio,laPrimaverasitrovanelCantonemeridionale,quindiesposta a Nord, e non ad Est, come si potrebbe ipotizzare; posto che sarebbe

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assurdo supporre che chi ha ordito un complesso artistico orchestrato inunamanieracoscompiutaecomposita,qualelinsiemediarchitettura e scultura di piazza Villena, abbia lasciato al caso la collocazione dellestatueposteinprimopiano,idueautorisipongonoilproblemadi spiegarequestaapparentestranezza.Cosache,secondoloro,sichiarisce interpretando correttamente le figurazioni quasi chimeriche, generate dallincrocio di corpi di animali terrestri e di code serpentine o pisciformi53 che si trovano seminascoste dagli orli delle vesti delle allegorie delle stagioni. Interpretando ci, oltre a spiegarsi lintero impianto statuario dellapiazza,sichiariscecomelafiguracherappresentalInvernoabbia al suo fianco, come si vede bene in foto, un animale, formato da una sortadiincrociodicavalloepesceche,sullascortadellamiticafiguradi Nettuno,rappresentalacqua54. Laeffettivarealizzazionedellestatue,dellefontaneedituttiglielementi scultoreichecompongonoquestasplendidamacchinascenicafuaffidata a numerosi illustri artisti; tra questi, possiamo ricordare Gregorio Tedeschi,GiovanniCirasolo,NunzioLaMattinaperleeffigidellaSante, CarlodAprileperquelledeirespagnoli,mentreleStagionisonostate createdalLaMattinaedalTedeschi. La parte inferiore di ogni cantone presenta una fontana, a vasca doppia, in cui lacqua sgorga, ai piedi di ogni allegoria delle stagioni, da un mascherone. Scrive Gaspare Palermo nella sua Guida istruttiva per Palermo e i suoi dintorniche,aipiedidiogniStagione,sitrovaun fonte di marmo libeccio guarnito di festoni, e scudi collimpresa della citt, tutti di marmo bianco, nei quali da un mascherone pure di marmo si versa dellacqua: i detti fonti sono custoditi da un cancello di ferro semicircolare55.Perquantoriguardalapprovvigionamentoidricodellefontane,queste prendonolacquadalsovrappienochescaturiscedallaFontanaPretoriala quale,asuavolta,alimentatadaunpozzochesitrovainpiazzaBellini, allespalledelpalazzodelSenato.Anticamente,lagrandefontanaprendeva acquadalcorsoeponimo,chescaturivadallesorgentiDanisinni.

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Tra le fontane storiche che abbelliscono la citt, occupa un posto di primo piano quella detta del Garraffo, a piazza Marina. Costruita, su progettodiPaoloAmato,dalloscultoreGioacchinoVitagliano,erastata originariamente concepita per uno spazio diverso da quello in cui, in seguito, ha trovato posto; la fontana, infatti, si collocava inizialmente nellapiazzaantistantelachiesadiSantEulaliadeiCatalani,enoninun angolopocoscenograficodipiazzaMarina,neipressidicorsoVittorio Emanuele, dove invece  sistemata ora. Rosario La Duca ricorda che nel 1698, nella piazzetta antistante la chiesa di S. Eulalia dei Catalani lungo la via Argenteria, dove era in precedenza una antica fonte, ne venne innalzata una nuova su progetto dellarchitetto del Senato palermitano Don Paolo Amato56. Le acque che alimentavano questa fontana, nota sempre lo storico, provenivano da una sorgente, ritenuta medicamentosa, che si trovava al di sotto del piano stradale della piazza. Il nome del monumento deriva dallarabo garaf, acqua raccolta, o da gharrf, abbondante dacqua, questultima soluzione suggerita dallAmari; entrambi i termini, in ogni caso, suggeriscono lidea della copiosit di risorseidriche.Inseguito,lafontanavennespostataapiazzaMarina, siaperchritenutatroppoingombranteperlangustapiazzettaincui erastatacollocata,siapernobilitarelagrandepiazzalambitadacorso Vittorio Emanuele; durante la guerra, il manufatto riport ingenti danni,checostrinseroasottoporloalavoridirestauro,dopoiquali, ricollocatonellapiazza,statonuovamentedanneggiatodaunattodi vandalismo. Intorno al 1974, come ricordato sempre dal La Duca 57, attento cronista degli eventi della citt, la fontana  stata definitivamenterimessaanuovo. IlmonumentopresentalaraffigurazionedellallegoriadellAbbondanza, informadifiguravagamente ermafrodita, la quale sovrasta un aquilotto che artiglia unidra58dalle cui fauci, sette come le sue teste, zampilla lacqua.Nellaparteinferioredellafontanatrovanopostoanchequattro delfini. Lintera composizione risulta mossa e varia, e piacevoli sono i

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giochichelacquacompiepassandodallevaschesuperiorialleinferiori. Per quanto riguarda la sorgente da cui scaturisce lacqua che sgorga nellafontana,ilMarchesediVillabianca,nellasuaFontanagrafia Oretea, sembracrederechesitrattidellAveringa. ContinuandolanostravisitaallefontanenotevolidelcentrostoricodiPalermo, nonpossiamononnominarnedue,vicineanchetopograficamente:lafontana delGarraffelloequelladelGenio di Palermo.Laprima,collocatanellapiazza omonima, nei pressi dello storico e pittoresco mercato della Vucciria, fu eseguita da Vincenzo Gagini alla fine del Cinquecento; originariamente, si trovavaneipressidellaLoggiadeiGenovesi,evennetrasferitasolointempi pirecentinellangustapiazzadoveorasitrova.Rispettoallealtrefontane cheabbiamoosservatoperleviedellacitt,questapiuttostosemplice,in marmobianco.Lacquasgorgadaottocannellicheemergonodaaltrettanti mascheroni,treperlato,piduesuilaticorti;lavasca,diformaallungata,ha alsuointernounasemplicestruttura,montatasucolonnette,conunfastigio e, nella parte inferiore, i mascheroni in rilievo da cui lacqua scaturisce. Anticamente,lafontanaeraalimentatadaunafontechesitrovavaapiazza Caracciolo,nelcuoredelmercatodellaVucciria.AncheilLaDucaricorda questoparticolare,quandoaffermachelacqua che fluiva dalla fontana del Garraffello, contrariamente a quanto scritto nella targa marmorea, proveniva da una sorgente esistente in piazza Caracciolo59. Purtroppo, le condizioni di questa fontana, piccola ma piacevole nella sua forma semplice, lineare, maestosapurnellasuaesiguit,sonooggipiuttostobrutte;sebbeneloperasia statasottopostaadunrestauroallafinedeglianniCinquantadelNovecento, lincuriarischiadirovinarequestopiccoloepoconotomonumentodellarte sicilianadelXVIsecolo. Terminandolanostrapasseggiataperivicolidelcentrostorico,arriviamoa piazzaRivoluzione,nelrioneLattarini,altrostoricomercatodellacitt;qui, alcentrodellapiccolapiazza,racchiusadaunainferriataalancemetalliche, troneggia,suunapiccolaroccainmarmobigio,lastatuadelGenio di Palermo, bizzarra personificazione della maest palermitana e simbolo di municipale

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orgoglio60,aicuipiedisgorgalacquachepoifluiscesuglisbalzirocciosiesi raccoglienellavascaaipiedidellafontana.Inorigine,ilnomedellapiazzaera Fieravecchia,poichl,datempiremotissimi,sisvolgevaunafiera,edancora oggi qualcuno identifica la fontana con questo toponimo. In seguito, nel 1687, per volont del pretore Giuseppe Strozzi, principe di S.Anna, la fontana del Genio di Palermo venne trasferita dal Molo Nuovo, dove fin dal 1500 si trovava, al centro della Piazza Rivoluzione, un tempo detta piazza della Fieravecchia, nel luogo in cui si trovava unantica fontana di Cerere61.Ilmanufatto, che sfrutta lacqua derivata dalla fonte dello Scibene, come ricordato da VincenzoAuria,unodeipibellieparticolaridellacitt.Nellapiazza,alle spalledellafontana,neipressidiviaScavuzzo,sitrova,murataallaparete diunadelleabitazioni,unatargapiuttostosingolare;sitratta,infatti,diun pannello di ragguaglio tra le unit di misura in uso in Sicilia ed il sistema metricodecimale,entratoinvigorenellIsolaapartiredallunitdItalia.Dal 1862, per tentare di agevolare la cittadinanza nelluso delle nuove unit di misura,ilgovernofececollocaretarghediquestotiponeipressidimercati epubblichepiazze;aPalermo,latargadipiazzaRivoluzionelunicachesi mantienenelluogoincuifuaffissa.Senepossonovederedisimiliinpiccoli centridellaprovincia,qualiPolizziGenerosaoPartinico62. OltreaquellachetroneggiaapiazzaRivoluzione,aPalermoesisteunaltra fontanaconunastatuailcuisoggettoilGeniodellacitt;questa,realizzata da Ignazio Marabitti,  collocata nei viali interni della settecentesca Villa Giulia.Liconografiadellafiguraallegorica,inquestocaso,pimaestosae trionfale,il Genio di Palermo, seduto su una rupe, raffigurato dalla bellissima e nobile figura di un vecchio re col capo incoronato, che con le mani stringe uno scettro e un serpente, mentre sul suo fianco sorregge unaquila, simbolo della citt di Palermo63. Finiscequilanostravisitaallefontanepicaratteristichedellacitt;illoro ruolocentralenellabbellimentodellepiazzediPalermomostracomelacqua elimmaginarioadessacollegatorivestaunruolodiprimopianonellavitae nellaculturadeicittadini.

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Vistadinsieme,daunafinestradiPalazzodelleAquile,dellaFontanaPretoria;sinotabeneilparticolareschemacompositivodella macchinadacqua.

FontanaPretoria,allegoriadelfiumeOreto.

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FontanaPretoria,figuraallegoricacherappresentailPapireto.

FontanaPretoria,allegoriadelGabriele.

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FontanaPretoria,allegoriadelfiumeEleuterio.

FontanaPretoria,vistadinsiemedallascalinatadellachiesadiSantaCaterina.

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Quattro CantidiPiazzaVillena,fontanaconlallegoriadellInverno.

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Quattro CantidiPiazzaVillena,fontanaconlallegoriadellAutunno.

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Quattro CantidiPiazzaVillena,fontanaconlallegoriadellaPrimavera.

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Quattro CantidiPiazzaVillena,fontanaconlallegoriadellEstate.

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ParticolaredellafontanadeiQuattro CanticonlallegoriadellInverno;lanimaleimmaginarioseminascostodalpanneggio lallegoriadellAcqua.

FontanadelGarraffoapiazzaMarina.

FontanadelGarraffellonellapiazzaomonima.

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FontanadelGenio di Palermo apiazzaRivoluzione,gipiazzadellaFieravecchia.

TabelladiraffrontodelleunitdimisurainusoinSiciliaprimadellunitdItaliaconilsistemametricodecimale,muratasulla pareteesternadiunedificiotrapiazzaRivoluzioneeviaScavuzzo.

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ParticolaredellastatuadelGenio di Palermonellafontanaomonima.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ESSENZIALI

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ESSENZIALI

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1 SiconfronticonM.C.DiNatale,Gioielli di Sicilia,Palermo,2000,p.17 2 MaestrodelTrionfo della Morte,Trionfo della Morte,affrescostaccato,cm600x642, met sec. XIV, Palazzo Abatellis; si veda in G. C. Argan, V. Abbate, E. Battisti, Palazzo Abatellis,Palermo,2003,pp.27-32 3 IbnHawqal,Descrizione di Palermo alla met del X secolo,inViaggiatori arabi nella Sicilia medievale,traduzionediMicheleAmari,Palermo,ed.2001 4 F.M.EmmanueleeGaetani,MarchesediVillabianca,Il Palermo doggigiorno,inG. DiMarzo,Biblioteca storica e Letteraria di Sicilia,Palermo,1873-74 5 R.LaDuca,Lacquedotto della Zisa,inLa citt perduta, Cronache palermitane di ieri e di oggi,vol.III,Napoli,1976,p.19 6 R.LaDuca,Lacquedotto della Zisa,inLa citt perduta..,vol.III,p.20 7 Ivi,p.19 8 A.Zalap,Dimore di Sicilia,Verona,1998,pp.47-48 9 Ivi,p.48 10 Ivi,p.48 11 G.Bellafiore,Palermo.Guida della citt e dei dintorni,Palemo,1980,p.109 12 G.Bellafiore,Palermo.Guida della citt,p.109 13 Ivi,p.111 14 G.Boccaccio,Decameron,novellaVI,giornataIV,acuradiV.Branca,Torino,ed.1956 15 R.LaDuca,Le torri dacqua,in La citt perduta..., vol.III,p.109 16 Lapennacorrispondevaa0,033l/s,ildarboa2,13l/s,lazappaa8,53l/s 17 G.Bellafiore,Palermo.Guida della citt,p.42 18 SiconfronticonR.LaDuca,La Porta Montalto,inLa citt perduta,vol.II,pp.72-74 19 S.DiMatteo(acuradi),Le porte della memoria. Le antiche porte di Palermo,fascicolo n.50inIl tesoro dellIsola,Palermo,1989,p.29 20 R.LaDuca,La borgata di Malaspina,inLa citt perduta,vol.III,p.41 21 G.Bellafiore,Palermo.Guida della citt,p.44 22 TouringEditore,LItalia-Sicilia,Milano,2005,p.220 23 G.Bellafiore,Palermo.Guida della citt,p.69 24 S.Carrubba,Studio geologico ed idrologico dei qanat di Palermo,inAA.VV.,Qanat. Arte e cultura,Palermo,2002,p.67

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25 Ivi,p.68 26 TouringEditore,LItalia-Sicilia,p.463 27 G.B.Biglia,C.Biglia,A.Vanni,Lacquedotto di Palermo,Palermo,1897,ed.2001a curadiG.Carollo,p.5 28 G.B.Biglia,C.Biglia,A.Vanni,Lacquedotto,pp.8-9 29 Ivi,pp.18-19 30 G.Bellafiore,Palermo. Guida della citt...,p.5 31 Ivi,p.51 32 Ivi,p.8 33 Ivi,p.94 34 InC.Piola,Una corsa per Palermo,Palermo,1977,p.158,silegge:Nei tempi antichissimi era qui un giardino, che si estendeva sino alla porta di Termini, oggi Garibaldi, dove si formavano delle paludi, le quali rendevano laria malsana, e cagionavano gravi malattie. Per la qual cosa il popolo per strapazzo cominci a denominarlo giadinaccio 35 Iltestodelliscrizione,riportatoinS.Morso,Descrizione di Palermo Antico ricavata sugli autori sincroni e i monumenti de tempi da Salvadore Morso, Palermo, 1927, recita:anno ab Adam 5415 ab acquarum clade 3759 a Nativitate Domini 1553, Carolo Quinto Caesare Augusto Romanorum Imperatore, Joanne Vega prorege, Caesare Lancea Praetore, Agamennone Bonomio, Pratesilao Elephanto, Pietro Milano, Perotto Paschali, Vincent Spatafora, Mariano Alliata Juratis. Si ex Styge his Aretusa, quaeso ne vobis Averinga, che tradotto suona come: nellanno 6415 da Adamo, 3759 dal diluvio, 1553 dalla nascita del Signore, sotto il regno di Carlo V imperatore dei Romani, essendo Vicer Giovanni Vega, Pretore Cesare Lanza, Agamennone Bonomia, Pratesilao Leofante, Pietro Milani, Perotto Pasquale, Vincenzo Spatafora, Mariano Alliata Giurati. Se Aretusa viene per questi dallo Stige prego che Averinga non venga per voi 36 DellapraticaparladiffusamenteLaDuca,inR.LaDuca,Papireto: Divorzio allItaliana nel XVI secolo,inLa citt perduta...,vol.I,pp.36-38 37 Il distico, composto dal poeta Antonio Veneziano (Monreale 1543-Palermo 1593), dettoilCantore della Fontana,ancoraleggibile,inlatino,suunatargaappostanella sagrestiadellachiesadiSanGiovanniallaGuilla;lascrittarecitame Nilus genuit,

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nomen fecere Papyri, qui fueram unda salo, sum modo limpida solo.   riportata notiziadeldisticoanchedalLaDuca,inR.LaDuca,I coccodrilli del Papireto,inLa citt perduta,vol.I,pp.10-11 38 Sullargomento si dilunga La Duca, in R. La Duca, La villa Papiretana, in La citt perduta,vol.I,pp.70-72 39 SitrovalinteroresocontodellaneddotoinR.LaDuca,Cecilio Metello e gli elefanti, inLa citt perduta,vol.I,pp.117-120 40 IbnHawqal,Viaggio in Sicilia,973,1,Della Sicilia.Letteralmente,neltestotradotto daMicheleAmarisilegge[Scorre] a mezzogiorno del paese un grande e grosso fiume che sappella Wd al Abbs, sul quale son piantati di molti mulini; ma [lacqua di esso] non si adopera all[irrigazione degli] orti, n dei giardini 41 F.Galioto,LOreto padre dei fiumi,inArenella News,n.14,Palermo,2005. 42 A.Mongitore,Palermo divoto di Maria Vergine,tomoI,Palermo,1719 43 R.LaDuca,La contrada di Falsomiele e la Madonna dellOreto,inLa citt perduta..., vol.III,p.157 44 R.LaDuca,Le pigre acque del fiume Oreto,inLa citt perduta,vol.III,p.183 45 R. La Duca, Una volta lOreto scorreva sotto il Ponte dellAmmiraglio, in La citt perduta,vol.II,p.163 46 G.Blandi,La statuaria di Palermo,Palermo,1989,p.15 47 M.Fagiolo,M.L.Madonna,Il Teatro del Sole,Roma,1981,p.72 48 G.Blandi,La statuaria,p.27 49 G.Bellafiore,Palermo. Guida della citt...,p.17 50 Si veda in R. La Duca, La travagliata esistenza della fontana Pretoria, in La citt perduta...,vol.III,pp.166-169 51 G.Bellafiore,Palermo. Guida della citt,p.13 52 Ivi,p.14 53 M.Fagiolo,M.L.Madonna,Il Teatro,p.79 54 Ivi,p.80 55 G.Palermo,Guida istruttiva per potersi conoscere con facilit tanto dal siciliano che dal forestiero tutte le magnificenze e gli oggetti degni di osservazione nella citt di Palermo,Palermo,1816

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56 R.LaDuca,La fontana del Garraffo,inLa citt perduta,vol.II,p.66 57 R. La Duca, Rivedremo la fontana del Garraffo, in La citt perduta, vol. III, pp. 123-125 58 G.Blandi,La statuaria,p.68 59 R.LaDuca,Il piano della Loggia e la fontana del Garraffello,inLa citt perduta, vol.I,p.96 60 G.Bellafiore,Palermo. Guida della citt ,p.54 61 G.Blandi,La statuaria,p.172 62 SiconfrontiinmeritoR.LaDuca,La targa di ragguaglio delle antiche misure,inLa citt perduta,vol.I,pp.41-43 63 G.Blandi,La statuaria,p.165

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iNDiCe

iNtroDuzioNe Del PresiDeNte aMaP s.P.a. PrefazioNe laCqueDotto Di PalerMo: uNa breve storia la foNte al garbal e i Palazzi Delle Delizie Catusi e Castelletti liPogeo arabo Di PalerMo: i qaNat e laCqua Di PalerMo NoN bast Pi Cosa riMaNe Degli aNtiChi fiuMi Di PalerMo? Da PioPPo a saNterasMo: la valle Delloreto uN CoNNubio tra sCultura e arChitettura: le MaCChiNe DaCqua riferiMeNti bibliografiCi esseNziali Note

Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag . Pag . Pag .

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FinitodistampareaGiugno2008 pressolaTipografiaPriulladiPalermo Progettografico: ARYADEVA.com

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