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NEWSLETTER T&P N°37 ANNO IV

GIUGNO 2010

NEWSLETTER
Trifirò & Partners Avvocati

Editoriale
Avevamo chiuso la precedente newsletter con “Il Punto su…” che trattava del
rischio da stress che dovrà essere obbligatoriamente valutato dal 1 agosto 2010.
Apriamo questa newsletter trattando dell’argomento nell’Attualità del Diritto del
Lavoro, con un approfondimento del tema. Come noto, si tratta di una novità
introdotta dal D.Lgs. n. 81/2008 che avrà un impatto importante sui rapporti
di lavoro. Raccomandiamo, dunque, la lettura dell’intervento della nostra Partner
Anna Maria Corna.
Sempre nell’Attualità vi diamo notizia di un’importante pronuncia della Corte di
Giustizia della Comunità Europea in tema di contratti a termine. La Corte
esamina la questione delle esigenze sostitutive. Era attesa ed avrà un impatto sui
giudizi in corso.
Nelle “Nostre Sentenze” vi proponiamo un caso davvero interessante
nell’ambito della “Sentenza del mese”: si tratta di una questione attinente la
somministrazione, figura molto utilizzata nell’ambito del rapporto di lavoro.
Seguono, nelle “Altre Sentenze” casi attinenti la violazione del principio di
fedeltà, con l’enunciazione di principi in tema di licenziamento.
Chiude la sezione un provvedimento in tema di condotta antisindacale.
Nell’ambito del Diritto Civile trattiamo delle procedure di conciliazione.
SOMMARIO Il Partner Stefano Trifirò ce ne parla con riferimento a quanto avviene in altri Stati e,
in particolare, negli Stati Uniti, dove da tempo le procedure alternative di
conciliazione e mediazione sono ampiamente utilizzate.
✦ EDITORIALE
La sezione “Assicurazioni” ci propone tre casi esaminati da recentissime
✦ DIRITTO DEL LAVORO sentenze della Suprema Corte, con particolare riferimento a questioni di
carattere interpretativo delle clausole contrattuali.
✦ ATTUALITÀ 2
Segue il “Punto su…” curato, come sempre, dal Partner Vittorio Provera. Il tema
trattato concerne le nuove norme introdotte dal D.Lgs. n. 27/2010 che ha
✦ LE NOSTRE SENTENZE 4
recepito una direttiva comunitaria relativa alla partecipazione alle
assemblee e ai diritti dei soci (in particolare quelli di minoranza).
✦ CIVILE, COMMERCIALE,
ASSICURATIVO Nelle “News” abbiamo il piacere di annunciarvi la pubblicazione del nuovo sito
dello Studio: www.trifiro.it. Completamente rinnovato nei contenuti e nella
✦ ATTUALITÀ 7 grafica, il Sito T&P si arricchisce di nuove sezioni: Lo Studio, Attività, Professionisti,
Pubblicazioni e News. Progettato con l’intento di coniugare la tradizione dello
✦ ASSICURAZIONI 8 Studio con l’innovazione tecnologica e le tendenze globali contemporanee,
www.trifiro.it è un luogo d’informazione e approfondimento multimediale, interattivo,
✦ IL PUNTO SU... 9 multipiattaforma.

✦ NEWS 10 La Rassegna Stampa chiude questa newsletter che ci auguriamo incontri, come le
precedenti, il vostro interesse. Buona lettura e arrivederci alla prossima!
✦ RASSEGNA STAMPA 11
Stefano Beretta e il Comitato di Redazione composto da: Stefano Trifirò,
✦ CONTATTI 12 Marina Tona, Francesco Autelitano, Luca D’Arco, Teresa Cofano, Claudio
Ponari, Tommaso Targa e Diego Meucci

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Diritto del Lavoro


Attualità
A cura di Anna Maria Corna

VALUTAZIONE DEI RISCHI

Tra le significative novità introdotte dal D.Lgs. 9/4/2008 n. 81 - che ha abrogato ed in parte
accorpato la precedente disciplina (tra cui il D.Lgs. 626/94) in tema di tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro - vi è indubbiamente la valutazione dei rischi anche “collegati allo
stress lavoro-correlato”, in conformità ed attuazione delle direttive comunitarie.

La ormai assodata valutazione dei rischi di impresa, di cui all’art. 17 del D.Lgs. 81/08, deve, quindi,
essere integrata, entro il mese di agosto del corrente anno, con quanto attiene anche a questo specifico
aspetto. La disposizione, di cui all’art. 28 del suddetto D.Lgs., non è, peraltro, di facile concreta
attuazione, limitandosi a rinviare ai contenuti dell’accordo Europeo del 8 ottobre 2004, nonché alle
indicazioni che avrebbero dovuto essere emanate dalla Commissione Consultiva permanente per la salute
e la sicurezza sul lavoro, che, però, non vi ha provveduto.
Linee guida sono state, tuttavia, elaborate dal Coordinamento Tecnico Interregionale della
Prevenzione nei luoghi di Lavoro (CTIPL), con l’apporto delle maggiori Regioni Italiane.
Dette linee guida consentono di approntare l’attività necessaria per pervenire alla identificazione dei
pericoli, alla stima del rischio, e, quindi, all’individuazione di eventuali misure di prevenzione e
miglioramento, laddove sia stato rilevato un rischio.
Si tratta di effettuare una valutazione su fattori oggettivi, da cui possa desumersi la sussistenza, o
meno, del rischio stress e solo ove questo venga accertato in misura media o medio alta, è prevista una
seconda fase volta a stimare il livello soggettivo di stress correlato al lavoro.
Sulla base dei dati scientifici a livello internazionale, le linee guida elencano i principali indicatori di
rischio a cui è necessario fare riferimento, tra cui alcuni effettivamente di facile rilevazione (quali:
numero di infortuni, assenze per malattia, tournover, procedure disciplinari, segnalazioni al medico
competente, carichi e ritmi di lavoro, orari e turni) ed altri connessi all’organizzazione di impresa (quali:
funzione e cultura organizzativa, evoluzione e sviluppo di carriera, rapporti interpersonali, interfaccia
casa-lavoro, ecc.), sicuramente molto più discrezionali e di non semplice catalogazione. Sulla base dei
dati così raccolti, il datore di lavoro deve, comunque, pervenire a definire il livello di rischio, secondo una
scala parametrica di basso – medio – alto.
✦Nell’ipotesidi rischio basso, la valutazione può ritenersi conclusa, fermi periodici (almeno ogni due
anni) monitoraggi/aggiornamenti della valutazione.
✦Nel caso, invece, di rischio medio o alto, il datore di lavoro deve effettuare anche una indagine
soggettiva, ovvero di valutazione della percezione dello stress da parte dei lavoratori. A tal fine vengono
esclusi tutti i tipi di indagine prettamente individuali, ma, anche a seconda delle dimensioni dell’azienda,
si prevedono questionari anonimi, focus group (ovvero sessioni condotte da un esperto nei confronti di
un certo numero - da 6 a 12 - di lavoratori per far emergere gli aspetti stressanti del lavoro), o interviste
semi-strutturate, volte a raccogliere gli elementi che generano lo stress sul lavoro.

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All’esito anche di questa attività devono essere


individuate le azioni volte a prevenire e migliorare >> Guida operativa:
la situazione sul luogo di lavoro, con interventi di Valutazione e Gestione del rischio da
tipo organizzativo e, solo in casi conclamati, che stress lavoro-correlato (PDF)
potessero emergere, anche interventi specifici
tramite l’intervento del medico competente.
Nelle linee guida, si differenzia, peraltro, la
Protagonisti di questa rilevante attività sono non posizione delle aziende con meno di 10
solo il datore di lavoro, su cui cade l’onere di dipendenti, per cui è sufficiente, ai fini della
ottemperare alla valutazione del rischio, ma valutazione dei rischi ex art. 17 D.Lgs. n. 81/08
anche coloro che questo devono rilevare - (di cui anche quello da stress fa parte), una
ovvero esperti quali medici del lavoro, psicologi, autocertificazione del datore di lavoro.
sociologi, ecc. - e soprattutto i lavoratori ed i
loro rappresentanti, tra cui, in primis, il delegato Per queste si prevede, comunque, la necessità di
per la sicurezza (RLS). documentazione che attesti lo svolgimento
dell’attività di indagine, pur senza poi pervenire al
Elemento essenziale perché si possa pervenire ad documento di valutazione dei rischi, e si esclude -
un concreto risultato è, quindi, l’informazione e la per le ridotte dimensioni - l’indagine soggettiva
formazione dei lavoratori ed il loro coinvolgimento (richiesta, invece, con appendice alle linee guida,
in tutte le varie fasi. dalla Regione Lombardia).

CONTRATTI A TERMINE ED ESIGENZE SOSTITUTIVE: INTERVIENE


LA CORTE DI GIUSTIZIA
A cura di Valentina Ruzzenenti
La Corte di Giustizia Ue, con sentenza 24 giugno 2010, C-98/09 - in merito all'interpretazione della
clausola 8 dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999 e
recepito dalla direttiva del Consiglio 1999/70/CE - afferma che nei contratti a tempo determinato
stipulati per ragioni di carattere sostitutivo, l'abrogazione, ad opera del D.Lgs. n. 368/2001,
dell'obbligo di indicazione del nome del lavoratore sostituito e della causa della sostituzione è
legittima, purché riguardi una categoria limitata di lavoratori e sia compensata da misure di tutela; è
compito del giudice nazionale dare al diritto interno rivelatosi incompatibile con il diritto dell'Unione
un'interpretazione, per quanto possibile, conforme a esso.

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Le Nostre Sentenze
LA SENTENZA DEL MESE
PROLUNGATA ASSENZA DEL LAVORATORE SOMMINISTRATO – COMPORTAMENTO
DIMISSIONARIO – INFONDATEZZA DELLA DOMANDA DI RICONOSCIMENTO DI UN
RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO IN CAPO ALL’UTILIZZATORE
(Tribunale di Monza, 9 aprile 2010)

Un lavoratore somministrato conveniva in giudizio la società utilizzatrice, lamentando la


illegittimità dei contratti di somministrazione e chiedendo l’accertamento della sussistenza di
un rapporto di lavoro subordinato nei confronti della società utilizzatrice. La società
utilizzatrice si costituiva in giudizio evidenziando il fatto che, per l’ultimo mese e mezzo della
durata dell’ultimo contratto di somministrazione, il lavoratore si era assentato dal lavoro senza
comunicare e giustificare le ragioni di tali assenze all’utilizzatore e al somministratore.
La società utilizzatrice rilevava di aver segnalato al somministratore l’assenza del lavoratore e
che quest’ultima società aveva preferito non procedere disciplinarmente ma attendere, invece,
la prossima scadenza del contratto. Ciò premesso, l’utilizzatrice deduceva che – a fronte della
prolungata ed ingiustificata assenza dal lavoro – dovevano considerarsi cessati sia il rapporto
fra il ricorrente e il somministratore sia, soprattutto, quello rivendicato nei suoi confronti.
Chiedeva, comunque, la chiamata in causa del somministratore nei confronti del quale
avanzava domanda di manleva nell’ipotesi in cui i contratti di somministrazione fossero stati
dichiarati illegittimi. L’utilizzatrice evidenziava, infine, la legittimità formale e sostanziale dei
contratti.

Il Tribunale di Monza disponeva la chiamata in causa del somministratore e procedeva


all’escussione dei testimoni i quali confermavano che il ricorrente:

• si era assentato per un mese e mezzo;


• si era limitato a comunicare al somministratore che sarebbe tornato nel Paese di origine
senza avanzare richieste di ferie e senza neppure fornire indicazioni in ordine alla possibile
ripresa del lavoro;
• non aveva fornito alcuna comunicazione al riguardo all’utilizzatore.
Sulla base di tali presupposti il Tribunale di Monza ha ritenuto la condotta del lavoratore
indicativa di un’evidente carenza di interesse alla prosecuzione del rapporto lavorativo, tanto
con il somministratore, quanto con l’utilizzatore. Secondo il Tribunale, in tale comportamento,
“innegabilmente concludente”, doveva ravvisarsi una volontà di fatto dimissionaria che, a
fronte della richiesta di costituzione del rapporto direttamente con l’utilizzatore, “non poteva
che essere produttiva di effetti anche (e proprio) con riguardo a tale rapporto”. Pertanto, ha
rigettato il ricorso del lavoratore “dato che l’accertamento giudiziale dell’illegittimità del
contratto di lavoro in somministrazione e la conseguente costituzione di un contratto di lavoro
subordinato a tempo indeterminato con l’utilizzatore, nonché l’accoglibilità delle domande di
condanna al ripristino della funzionalità di tale rapporto ed al risarcimento del danno sono
impedite dalla conclusione del rapporto medesimo per effetto di un fatto estintivo diverso ed
autonomo rispetto al mero spirare del termine”.

(Causa curata da Marina Tona e Francesco Chiarelli)

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ALTRE SENTENZE
LA VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI FEDELTÀ GIUSTIFICA IL LICENZIAMENTO IN TRONCO

Nei due provvedimenti in commento (ordinanze emesse all’esito di procedimenti d’urgenza ex art. 700 cod.
proc. civ.), ancorché riguardanti fattispecie diverse, emerge un “fil rouge” comune, rappresentato dal particolare
rigore con cui i comportamenti del lavoratore sono stati giudicati in contrasto con l’obbligo di fedeltà nello
svolgimento del rapporto.

✦ (Tribunale di Napoli, 12 aprile 2010)


Nel primo caso si trattava di un lavoratore che aveva ottenuto da un terzo fornitore della datrice di lavoro un
prestito di denaro a condizioni di favore (perché senza interessi). Il Tribunale ha affermato che un lavoratore che
chiede ed ottiene somme di denaro da un fornitore sul quale esercita un potere di controllo finalizzato al
successivo pagamento, è un dipendente non più degno di fiducia, perché così facendo si è posto in una
condizione di conflitto di interesse che è in aperto contrasto con i fondamentali principi di diligenza, fedeltà e di
generale corretta e buona fede che il dipendente deve osservare nell’esercizio della propria attività lavorativa.
(Causa curata da Luca Peron)

✦ (Tribunale di Novara, 13 maggio 2010)


Nel secondo caso si trattava di alcuni lavoratori licenziati in tronco perché approfittando del turno notturno si
erano introdotti nel magazzino della datrice ed avevano sottratto prodotti alimentari ivi stoccati. I lavoratori in
questione si sono difesi sostenendo che la merce era destinata ad un consumo personale durante l’orario di
lavoro e che, comunque, si trattava di beni di modesto valore economico (qualche decina di euro). Il Tribunale, sia
pure nell’ambito della cognizione sommaria che caratterizza il procedimento d’urgenza, ha respinto tale
impostazione, aderendo all’orientamento giurisprudenziale secondo cui è irrilevante, ai fini della sussistenza della
giusta causa di licenziamento, l'assenza (o la modesta entità) di un danno patrimoniale a carico del datore di
lavoro, ove il comportamento illecito del prestatore abbia determinato il venir meno del requisito della fiducia.
(Causa curata da Luca Peron)

LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA - ILLECITO PENALE - IRRILEVANZA DELLA DENUNCIA


DEL TERZO DANNEGGIATO
(Corte d’Appello di Milano, 27 maggio 2010)
Un lavoratore era stato licenziato per essere stato ripreso da una telecamera installata dalla polizia nel mentre
rovistava all’interno di un bagaglio di un cliente del datore di lavoro. Il dipendente aveva impugnato il licenziamento
innanzi al Giudice del lavoro che aveva ritenuto illegittimo il recesso sul presupposto che il datore non aveva
dimostrato la colpevolezza del lavoratore, non avendo indicato (né nella contestazione, né nel licenziamento, né in
giudizio) gli oggetti del furto contestato, le denunce dei passeggeri riferite al giorno della contestazione e
l’impossessamento dei beni da parte del lavoratore.
La Società aveva impugnato la decisione di primo grado, evidenziando che vi era la piena prova del fatto che il
lavoratore, che era stato identificato da un ufficiale di polizia giudiziaria, avesse rovistato in un bagaglio e che detto
comportamento, quale che fosse la qualificazione penalistica del fatto, era sufficiente a giustificare il recesso, anche
avuto riguardo alle mansioni del lavoratore che era addetto alla movimentazione bagagli.

La Corte d’Appello di Milano ha integralmente riformato la sentenza di primo grado, rilevando che, a fronte della
dimostrata riferibilità al lavoratore del comportamento contestato, le ulteriori esigenze probatorie ritenute necessarie
dal Giudice di primo grado in relazione agli oggetti del furto, alle denunce dei passeggeri ed alle modalità di
impossessamento dei beni non hanno, in realtà, alcuna importanza ai fini della valutazione relativa all’idoneità del
fatto contestato a integrare gli estremi della giusta causa, potendo avere rilevanza solo ai fini della qualificazione
penalistica del comportamento. La Corte ha, inoltre, precisato che nel caso di specie il contegno tenuto dal
lavoratore, così come contestato e provato, era sicuramente tale da determinare l’irrimediabile lesione del vincolo
fiduciario, non potendo la Società contare sulla corretta e leale collaborazione del lavoratore.
(Causa curata da Giorgio Molteni e Claudio Ponari)

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CONDOTTA ANTISINDACALE
(Tribunale di Brescia – decreto ex art. 28 Statuto dei Lavoratori 14 giugno 2010)
Il ricorso per la repressione della condotta antisindacale può essere promosso dai soggetti legittimati solamente se il
preteso illecito del datore di lavoro è attuale, poiché sta ancora spiegando i suoi effetti.
Nel caso di specie, le organizzazioni sindacali hanno lamentato la pretesa antisindacalità del mancato adempimento
di un accordo che poneva, a carico del datore di lavoro, un obbligo di fare, da adempiersi entro un certo termine; il
ricorso ex art. 28 dello Statuto dei Lavoratori è stato rigettato per mancanza di attualità, essendo stato depositato
quando il termine indicato dall’accordo era decorso ormai da oltre due mesi.
(Causa curata da Tommaso Targa)

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Civile, Commerciale,
Assicurativo
Attualità
LA NUOVA CONCILIAZIONE In Italia, nel processo Civile e del Lavoro, il
Giudice esperisce il tentativo di conciliazione,
A cura di Stefano Trifirò generalmente in prima udienza, ma sovente si
tratta di un fatto solo formale.
Nella newsletter di febbraio, si dava risalto
alla conciliazione obbligatoria, nelle L’introduzione, con il D.Lgs. n. 28/2010, di un
controversie civili e commerciali, introdotta sistema alternativo di valorizzazione solo della
dal D.Lgs. 4 marzo 2010 n. 28. conciliazione portata avanti da “ausiliari e
collaboratori” della giustizia che si dedicano a
La procedura di conciliazione e mediazione queste incombenze, utilizzando tecniche e metodi
entrerà in vigore dal 21 marzo 2011. In altri già sperimentati in tale settore, dovrebbe favorire
Stati è da tempo utilizzata. la composizione della lite in modo bonario.

Negli Stati Uniti, per esempio, l’Alternative Secondo il D.Lgs. 28/2010 i punti di forza che
Dispute Resolution (ADR), è un istituto sorto nel dovrebbero garantire un certo sviluppo e
1950 a livello di dibattito accademico e negli anni successo delle conciliazioni sono i seguenti: gli
70 nella pratica, per rispondere alla “crisi della atti di mediazione non sono soggetti a formalità; il
Giustizia”, che si concretizzava in un eccesso di processo di mediazione non può durare più di 4
domanda della stessa da parte del cittadino, mesi; la parte che non parteciperà al
senza risposte adeguate. Il rimedio che allora procedimento senza giustificato motivo avrà
venne prospettato, fu il ricorso a procedure conseguenze negative da tale comportamento
alternative, che potessero alleggerire il sistema nell’eventuale processo in Tribunale; l’accordo
giudiziario. costituisce titolo esecutivo per procedere
forzatamente sul debitore.
Dopo fasi alterne dell’ADR, ai giorni nostri,
sempre negli Stati Uniti, tale procedura di Per l’esito positivo delle conciliazioni in Italia
composizione amichevole delle liti, genera risultati molto dipenderà dai decreti attuativi di tale
positivi. Nel 2009 nel distretto Est dell’ADR di riforma; dalla formazione professionale dei
New York, su 174 controversie pendenti, 130 casi mediatori, dalla imparzialità degli stessi e
sono stati risolti e/o conciliati, gli altri 44 casi sono quanto tale tipo di giustizia sarà competitiva a
in attesa di una soluzione o verranno rimessi al livello di costi con quella ordinaria.
Giudice per la prosecuzione nel processo.
Ciò detto, rimarrà sempre il problema, che chi
Le materie dove si concilia di più sono: le non vuole conciliare, anche se costretto a sedersi
discriminazioni nell’ambito lavorativo, il al tavolo delle trattative, avrà più tempo per non
risarcimento danni per cure mediche, marchi e pagare e continuare a comportarsi contro le
brevetti, contratti relativi a transazioni bancarie, regole; del resto anche il sistema della giustizia
nell’ambito dei rapporti di famiglia. lenta lo ha premiato!

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Assicurazioni
A cura di Bonaventura Minutolo e Teresa Cofano

Il premio dovuto dall’assicurato all’assicuratore (art. 1882 c.c.) è la somma


incamerata dal secondo e destinata, insieme ai premi versati dagli altri assicurati, a
ESCLUSIONE DEI
coprire il rischio proprio della causa negoziale, onde non può comprendere somme
CONTRIBUTI
che l’assicuratore è obbligato a versare ad altri soggetti, tra le quali i contributi dovuti
OBBLIGATORI
ad enti pubblici. È pertanto, illegittima la interpretazione dell’Accordo Nazionale Agenti
DESTINATI AL S.S.N. E
che include nella nozione di premio somme di denaro (contributi obbligatori dovuti al
AL F.G.V.S. DALLA
Servizio Sanitario Nazionale e al Fondo di Garanzia Vittime della Strada) che non
NOZIONE DI PREMIO
costituiscono corrispettivo del contratto di assicurazione e, per di più, sono destinate
ASSICURATIVO
a soggetti diversi dall’assicuratore.
(Cass. Sez. Lav., 7 maggio 2010, n. 11142)

Alla interpretazione di un contratto di assicurazione deve procedersi, in ragione della


natura sinallagmatica del vincolo, alla luce del principio di necessaria corrispondenza
INTERPRETAZIONE
tra ammontare del premio dovuto dall’assicurato e contenuto dell’obbligazione
DEL CONTRATTO DI
dell’assicuratore, per cui, ai fini dell’individuazione del massimo dell’obbligazione
ASSICURAZIONE
facente capo all’assicuratore, rileva la determinazione del premio di polizza.
(Cass. civ., 30 aprile 2010, n. 10596)

La clausola di un contratto di assicurazione della responsabilità civile, la quale


stabilisca che tutte le comunicazioni a cui l'assicurato è tenuto devono essere fatte
CONTRATTO DI con lettera raccomandata, non ha carattere vessatorio, perché ha il precipuo fine di
ASSICURAZIONE - regolare la prestazione dell'assicuratore, sia pure subordinandola all'osservanza di un
CLAUSOLE ABUSIVE onere da parte dell'assicurato. La clausola è, quindi, efficace, anche se non
approvata specificamente per iscritto.
(Cass. civ., 26 aprile 2010, n. 9916)

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Il Punto su...
A cura di Vittorio Provera

NUOVE NORME PER FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE ALLE


ASSEMBLEE

In questo particolare momento di criticità nella vita delle Società, non è stata data molta
evidenza all’approvazione del D.Lgs. n. 27/2010 che recepisce in Italia la Direttiva 2007/36/CE
dell’11 luglio 2007 sui cosiddetti shareholders rights e cioè sui diritti dei soci (in particolare
quelli di minoranza) di partecipare con maggiore efficacia agli eventi assembleari delle società
quotate.

Passando ad un sintetico esame di taluni punti significativi del provvedimento, si segnala l’introduzione
di un sistema di identificazione degli azionisti che potrà essere attivato in qualunque momento dalla
Società o da gruppi di azionisti rilevanti. In breve la Società, attraverso la Monte Titoli, prenderà contatto
con gli intermediari presso cui sono contabilizzate le azioni, chiedendo loro di fornire i dati identificativi
degli azionisti unitamente al numero di azioni registrate sui conti. Entro 10 giorni la richiesta di informativa
deve essere soddisfatta. Lo statuto delle Società può prevedere che tale sistema di identificazione dei
soci sia attivato anche da singoli azionisti, purché in possesso di una quota minima di capitale.

Nell’ambito delle procedure assembleari, le novità sono numerose e quindi dobbiamo limitarci, in
questa sede, ad alcuni cenni sintetici.

✦Innanzitutto è previsto che le assemblee delle società siano convocate mediante avviso pubblicato sul
sito internet delle medesime, normalmente entro il 30° giorno precedente dalla data di assemblea,
nonché con le altre modalità che la CONSOB potrà stabilire con proprio regolamento (i termini sono
anticipati o ridotti in base agli argomenti all’ordine del giorno).

✦L’avviso di convocazione dell’assemblea deve contenere - in aggiunta al luogo, giorno, ora ed elenco
delle materie - anche la descrizione delle procedure che gli azionisti devono rispettare per poter
partecipare e votare in assemblea, con particolare riferimento al diritto di porre domande prima
dell’assemblea; i termini entro cui può essere esercitato il diritto di integrare l’ordine del giorno; la
procedura per l’esercizio del voto per delega; l’identità del soggetto indipendente ed eventualmente
designato dalla Società per il conferimento di deleghe per il voto e le modalità per conferire le deleghe;
l’indirizzo del sito internet dove gli azionisti possono acquisire la documentazione occorrente per lo
svolgimento dell’assemblea; le modalità e termini di reperibilità del testo integrale delle proposte di
deliberazione unitamente alle relazioni illustrative, ecc.

✦È inoltre imposto alla Società di mettere a disposizione del pubblico, presso la sede sociale e sul sito
internet una relazione sulle materie all’ordine del giorno; così come devono essere resi disponibili sul
sito internet i documenti che saranno presentati all’assemblea ed i moduli da utilizzare per il voto per
delega.

✦Ulteriorenovità importante, che peraltro riguarda tutte le società per azioni (non solo quelle quotate,
essendo stato modificato l’art. 2370 quarto comma c.c.), è la possibilità di prevedere in statuto
l’espressione del voto in via elettronica.

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✦Da ultimo, si segnala l’obbligo di convocazione senza ritardo dell’assemblea qualora ne sia fatta
domanda da soci che rappresentino almeno un ventesimo del capitale sociale od una quota minore
prevista nello statuto; inoltre i soci titolari di almeno un quarantesimo del capitale sociale possono
chiedere, entro 10 giorni dalla pubblicazione dell’avviso di convocazione dell’assemblea, l’integrazione
dell’elenco delle materie da trattare indicando nella loro domanda gli ulteriori argomenti da essi proposti.
Gli stessi soci dovranno poi predisporre una relazione su tali materie.

Il Decreto Legislativo di recepimento della direttiva entrerà in vigore per le assemblee il cui
avviso di convocazione sia pubblicato dopo il 31 ottobre 2010. In tal modo si consente alle
Società destinatarie un periodo di preparazione a questo nuovo regime.

In conclusione la legge, ovviamente qualora venisse attuata in modo efficace, consentirà anche agli
azionisti di minoranza (che sempre più di frequente, tuttavia, rappresentano fondi di investimento o
investitori di notevole peso economico, con propria sede in luoghi assai distanti ed anche in altro
continente) di conoscere perfettamente e tempestivamente, scaricandoli da internet, i materiali che la
Società deve mettere a disposizione dei soci in vista delle assemblee; i medesimi, sempre via internet,
potranno esprimere il voto o rilasciare, al soggetto di loro fiducia, una delega elettronica per l’espressione
del voto a loro nome. Tutto ciò potrà favorire e rendere più agevole la partecipazione di importanti
investitori nel capitale di rischio di grandi aziende che siano ritenute meritevoli di interessamento
finanziario, innescando così un circolo virtuoso che potrebbe anche favorire scelte imprenditoriali più
efficaci.

News
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RASSEGNA
STAMPA ✦BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 29/06/10
twitter 24job http://twitter.com/24job
“Chi dichiara il falso all'azienda che lo assume (mancanza di
carichi pendenti e di condanne) rischia il licenziamento”
di Anna Maria Corna e Alessandra Landi

✦C&P - GIUSTIZIA: Giugno 2010


“Una riforma necessaria”
Intervista a Salvatore Trifirò

✦BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 16/06/10


twitter 24job http://twitter.com/24job
“L’importanza di essere onesto: il dipendente colto in fallo dalla
videocamera non può invocare la privacy, lo dice la Cassazione”
di Stefano Beretta

✦Dirigenti Industria: Giugno 2010


“Riforma, Regole e Sanzioni sono indispensabili”
di Salvatore Trifirò

✦HR On Line - AIDP: N°11 Giugno 2010


“Nuove norme sulla videosorveglianza”
di Stefano Trifirò

✦AIDP Newsletter: N°5 Giugno 2010


“Non sempre lo “scout”può fare...l’esploratore!”
di Stefano Beretta

✦BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 18/05/10


twitter 24job http://twitter.com/24job
“Arbitrato e lavoro precario: il tormentato iter del collegato lavoro
prosegue..”
Trifirò & Partners su twitter di Stefano Beretta
http://twitter.com/TrifiroPartners
✦HR On Line - AIDP: N°10 Maggio 2010
“Se il lavoratore sceglie la via arbitrale, il successivo ricorso
davanti al Giudice del Lavoro è improponibile”
di Giacinto Favalli e Angelo Di Gioia

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TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMA GENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT
TRIFIRÒ & PARTNERS AVVOCATI

Realizzazione Newsletter: Emanuela Zocchi


Trifirò & Partners ha sede a Milano e filiali a Roma, Genova,
Torino e Trento. Fondato negli anni ‘60 dall’Avvocato
Salvatore Trifirò, oggi annovera 80 professionisti e
collaboratori coordinati dai Partners.
Leader nel Diritto del Lavoro, Trifirò & Partners fornisce
assistenza anche in numerose aree del Diritto Civile, e in
particolare del Diritto Societario, Assicurativo, Commerciale,
Finanziario, Industriale e Sportivo.

Lo Studio, interlocutore delle più importanti aziende nazionali


e multinazionali, dispone di una rete di qualificati
corrispondenti in tutta Italia, Europa, Stati Uniti, Cina e
Emirati Arabi assicurando la presenza diretta dei propri
avvocati in tutto il territorio nazionale e estero.

Dotato di tutti i più moderni sistemi di comunicazione, con tecnologie di supporto continuamente
aggiornate, Trifirò & Partners dispone di una fra le più prestigiose biblioteche giuridiche, sia cartacee che
multimediali. Lo Studio è centro di riferimento per la formazione professionale, la partecipazione a
convegni, la redazione di articoli per i maggiori quotidiani e le riviste specializzate e la redazione di
pubblicazioni e libri.

Aree di Attività
Diritto del Lavoro
Diritto Societario
Diritto Assicurativo
Diritto Commerciale
Diritto Finanziario
Diritto Industriale
Diritto Sportivo

Milano
20122, Via S. Barnaba 32
Tel.: + 39 02 55 00 11 Fax.: + 39 02 54 60 391; + 39 02 55 185 052; + 39 02 55 013 295

Roma
00192, Lungotevere Michelangelo 9
Tel.: + 39 06 32 04 744 Fax.: + 39 06 36 000 362; + 39 06 32 12 849

Genova
16121, Piazza della Vittoria 12
Tel.: + 39 010 58 01 39; + 39 010 56 22 62 Fax.: + 39 010 58 28 71

Torino
10121, Via Raimondo Montecuccoli 9
Tel.: + 39 011 52 10 266 Fax.: + 39 011 51 19 137

Trento
38122, Via Galileo Galilei 24
Tel.: + 39 0461 26 06 37 Fax.: + 39 0461 26 44 41

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