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Sanna S Il sogno di Spinelli ha generato i mostri

IL SOGNO DI SPINELLI HA GENERATO I MOSTRI


di Stefano Sanna
18 mar 2016

La retorica su lEuropa di Spinelli nasce con il Manifesto di Ventotene, continuamente


sbandierato nei media come unica ragione che possa dare un senso alle sofferenze imposte
dallausterit. Ma cosa ha scritto Spinelli esattamente nel manifesto? Vediamo, perch forse in
pochi si sono documentati.
Il manifesto fu redatto tra il 1941 e il 1944 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni,
confinati nellisola di Ventotene dal regime fascista. Alla sua stesura contribuirono anche le
discussioni con altri antifascisti confinati.
Il manifesto si divide in quattro capitoli. Il primo capitolo, La crisi della civilt moderna,
unanalisi politica e sociale degli Stati europei dei loro governi di quel periodo storico, i quali,
dopo 10 anni di Keynesismo militare alimentato da dittature di destra o di sinistra, si affrontano
sui campi di battaglia della seconda Guerra Mondiale. Il secondo capitolo illustra quali siano i
compiti che attendono lEuropa post-conflitto. Il titolo I compiti del dopo guerra lunit
europea ha una prospettiva programmatica rispetto alle scelte da compiere. Nel terzo
capitolo, I compiti del dopo guerra la riforma sociale, gli stessi compiti vengono analizzati
dal punto di vista sociale, individuando i punti fondamentali e irrinunciabili di una riforma
sociale. Infine, nel quarto capitolo La situazione rivoluzionaria: vecchie e nuove correnti,
vengono definiti i limiti delle rivoluzioni ad oggi portate avanti e viene proposta la nuova
strategia europea.
Il manifesto pu essere scomposto in tre elementi identificabili:
1. lobiettivo da raggiungere;
2. i nemici da combattere;
3. lo strumento da utilizzare.
LOBIETTIVO
Lobiettivo ultimo lemancipazione delle classi lavoratrici e la creazione per esse di
condizioni pi umane. Gli strumenti per raggiungere questo obiettivo sono:
a. la nazionalizzazione delle imprese monopoliste, che se in mano ai privati possono
diventare strumento di ricatto verso lo Stato e verso gli operai;
b. la rivisitazione del diritto di propriet nella direzione di una ridistribuzione della
ricchezza in senso egualitario, eliminando privilegi e parassitismi;
c. lattenzione ai giovani, il diritto allo studio per tutti e la preparazione al lavoro;
d. una solidariet sociale in grado di garantire a tutti un tenore di vita decente senza
ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio, cos che nessuno possa essere ricattato da
contratti di lavoro capestro perch costretto dalla miseria;
e. lavoratori liberi di scegliere i propri rappresentanti, in modo che le condizioni di lavoro
siano trattate da un punto di vista collettivo e grazie ad uno Stato garante degli accordi
stipulati.
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Questi elementi rappresentavano per Spinelli le basi su cui progettare un modello di ordine
sociale a cui tendere.
I NEMICI DA COMBATTERE
Numerosissimi sono i nemici da combattere. Proviamo ad elencarli:

i ceti dei proprietari terrieri e di coloro che vivono di rendite parassitarie;

il ceto dei monopolisti e delle societ che sfruttano i consumatori succhiando i loro
risparmi;

i ceti plutocratici che, nascosti dietro le quinte, tirano i fili dei politici a loro esclusivo
interesse;

un regime economico in cui la potenza del denaro si perpetua nello stesso ceto,
trasformandosi in privilegio sociale.

Ostacoli agli obiettivi sopra riportati anche la Chiesa cattolica e le forme di corporativismo
sindacale (proprie del fascismo).
Nel linguaggio di quegli anni, che vuole essere rivoluzionario, questi soggetti sono citati come
ostacolanti rispetto agli obiettivi.
LO STRUMENTO
In questa chiave di lettura del contesto, diventa necessario dotarsi di uno strumento
rivoluzionario, che Spinelli e gli altri autori del manifesto individuano nellEuropa.
LEuropa interpretata come strumento in grado di arginare quegli Stati nazionali che, al tempo
di Spinelli, hanno generato dittature e continue guerre. LEuropa rappresenta ai loro occhi il
solo antidoto. Dopo 20 anni di fascismo, Spinelli non riesce a vedere, dallangolatura del proprio
confino a Ventotene, un ruolo diverso del singolo Stato da quello svolto dalle dittature europee.
La Nazione per lui lo spazio in cui operano le forze reazionarie da combattere, e si rende
necessario abbattere gli Stati favorendo ununione sovranazionale europea. Questente
sovranazionale pu nascere solo da un movimento rivoluzionario, senza la preventiva
consacrazione popolare. Il nuovo regime rivoluzionario deve rappresentare le profonde istanze
della societ moderna, e consegnare al popolo europeo un nuovo ordine che favorisca la
partecipazione di tutti alla vita del nuovo Stato sovranazionale.
Dopo 80 anni dalla pubblicazione del manifesto, constatiamo tristemente che lEuropa che
aveva in mente Spinelli stata costruita in realt dalle stesse classi sociali che voleva
combattere. Le attuali politiche, neoliberiste e neomercantiliste, sono esattamente lopposto
dellintento sociale che il manifesto promuoveva. Il libero mercato, la distruzione dello Stato
sociale, laumento delle diseguaglianze e i milioni di disoccupati sono il risultato di unEuropa
che doveva essere, nellidea di Spinelli, lo strumento di civilt, e si invece trasformata
nellobiettivo.
Spinelli riteneva opportuno barattare le giovani e traballanti democrazie con lo slancio
rivoluzionario europeo. Nella realt dei fatti, le cose sono andate diversamente: pochi
tecnocrati, non eletti da nessuno e per nulla rivoluzionari, hanno messo in piedi un sistema
che smantellato la democrazia, producendo proprio quei mostri che lo tormentavano. In
questottica, non sorprender nessuno se il giovane Sandro Pertini, a cui fu chiesto, non
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sottoscrisse il manifesto. La peggior democrazia sempre meglio della pi illuminata dittatura.


LEuropa dellausterity e delle riforme contro il lavoro si imbelletta con lo Spinelli pensiero, ma
la dimostrazione degli effetti devastanti della fine dello Stato. Il miglior tecnocrate
delleurozona, amante del rigore dei conti, sempre peggio di un qualunque politico cialtrone
ma rappresentante di una Nazione democratica e sovrana.

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