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Giuseppe Di Vittorio

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libera.
on. Giuseppe Di Vittorio
Bandiera italiana Assemblea
costituente
Giuseppe Di Vittorio
Luogo nascita Cerignola
Data nascita 11 agosto 1892
Luogo morte Lecco
Data morte 3 novembre 1957

Professione contadino,
sindacalista
Partito PCI
Gruppo Comunista
Collegio Collegio Unico
Nazionale
Incarichi parlamentari
Componente della Giunta per
il Regolamento interno
Componente della
Commissione per la
Costituzione

Componente della Terza


Sottocommissione
Componente della Seconda
Commissione per l'esame dei
disegni di legge
Pagina istituzionale
on. Giuseppe Di Vittorio
Bandiera italiana Parlamento
italiano
Camera dei deputati
Professione sindacalista
Partito PSI, PCI

Legislatura XXVI (Regno


d'Italia); I, II (Repubblica
Italiana)
Gruppo Partito Socialista
Italiano (XXVI); poi Partito
Comunista Italiano
Collegio Bari (I legislatura),
Collegio Unico Nazionale (II
legislatura)
Incarichi parlamentari
Componente e
Vicepresidente della XI
Commissione (Lavoro e

previdenza sociale) - I e II
legislatura
Vicepresidente della
Commissione speciale per
l'esame del disegno di legge
n. 2442: "Ordinamento e
attribuzioni del Consiglio
Nazionale dell'Economia e del
Lavoro - I legislatura
Componente della
Commissione speciale per
l'esame dei disegni di legge
Cassa per il Mezzogiorno ed
esecuzione di opere

straordinarie nell'Italia
settentrionale e centrale - I
legislatura
Componente della
Commissione speciale per
l'esame del disegno di legge
n. 1762: "Delegazione al
Governo di emanare norme
sulle attivit produttive e sui
consumi" - I legislatura
Componente della
Commissione speciale per
l'esame dei provvedimenti a
favore delle zone e delle

popolazioni colpite dalle


alluvioni - I legislatura
Componente della Giunta per
i trattati di commercio e la
legislazione doganale - I
legislatura
Vicepresidente della
Commissione speciale per
l'esame del disegno di legge
n. 568: "Ordinamento ed
attribuzioni del Consiglio
Nazionale dell'Economia e del
Lavoro" - II legislatura

Vicepresidente della
Commissione speciale per
l'esame della proposta di
legge Angelini Armando n.
427: "Dichiarazione di
pubblica utilit e norme per
l'espropriazione degli
stabilimenti industriali
inattivi" - II legislatura
Vicepresidente della
Commissione parlamentare
consultiva per il parere sulle
norme delegate relative al
nuovo statuto degli impiegati

civili e degli altri dipendenti


dello Stato - II legislatura
Pagina istituzionale
Giuseppe Di Vittorio
(Cerignola, 11 agosto 1892
Lecco, 3 novembre 1957)
stato un politico, sindacalista
e antifascista italiano. Fra gli
esponenti pi autorevoli del
sindacato italiano del
secondo dopoguerra italiano,
a differenza di molti altri
sindacalisti non aveva origini
operaie ma contadine, nato

in una famiglia di braccianti,


il gruppo sociale pi
numeroso alla fine
dell'ottocento in Puglia.
Indice

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1 Biografia
1.1 Gli anni giovanili
1.2 Famiglia
1.3 Di Vittorio sindacalista
1.4 L'entrata in politica con il
Partito Socialista, il Fascismo
e la clandestinit comunista

1.5 Il Dopoguerra e il
dissenso da Togliatti per i
'fatti d'Ungheria del 1956'
2 Filmografia
3 Note
4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Collegamenti esterni
Biografia[modifica | modifica
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Gli anni giovanili[modifica |
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Figlio di braccianti agricoli


che lavoravano la terra dei
marchesi Rubino-Rossi di
Cerignola. Costretto a fare il
bracciante, a causa della
morte del padre per un
incidente sul lavoro nel 1902,
dopo avere appena imparato
a leggere e scrivere
sommariamente, teneva un
quaderno in cui annotava
termini ignoti che udiva,
mettendo da parte
faticosamente i soldi per

acquistare un vocabolario.
Gi negli anni
dell'adolescenza, a 12 anni
circa, aveva iniziato
un'intensa attivit politica e
sindacale con Aurora
Tasciotti; inizialmente di idee
anarchiche[1], pass poi al
socialismo, e a 15 anni fu tra
i promotori del Circolo
giovanile socialista della
citt, mentre nel 1911 pass
a dirigere la Camera del
Lavoro di Minervino Murge.

Famiglia[modifica | modifica
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Di Vittorio si spos due volte:
la prima con Carolina Morra,
sindacalista e bracciante di
Cerignola, dalla quale ebbe i
figli Baldina (1920-2015) poi
curatrice della Fondazione Di
Vittorio, e Vindice
(1922-1974[2]) nato mentre
i fascisti assaltavano la
Camera del Lavoro, poi
partigiano nella Resistenza

spagnola[3]; dopo essere


rimasto vedovo, a Parigi nel
1935, si rispos nel 1953 con
la giovane giornalista Anita
Contini, conosciuta negli anni
'40.
Di Vittorio
sindacalista[modifica |
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Al centro dei problemi del
lavoro c'era allora in Italia,
come oggi, la questione

meridionale. Nel 1912 Di


Vittorio entr nell'Unione
Sindacale Italiana, arrivando
in un anno nel comitato
nazionale. Cos come alcuni
membri del sindacalismo
rivoluzionario egli fu
"interventista" riguardo alla
prima guerra mondiale, a
detta di Randolfo Pacciardi,
smentito da Di Vittorio stesso
in un'intervista a Felice
Chilanti.[4]

Di Vittorio, a cui amici ed


avversari riconobbero
unanimi un grande
buonsenso ed una ricca
umanit, seppe farsi capire,
grazie al suo linguaggio
semplice ed efficace, sia dalla
classe operaia, in rapido
sviluppo nelle citt, sia dai
contadini ancora fermi ai
margini della vita economica,
sociale e culturale del Paese.
Lui stesso era un
autodidatta, entrato nella

lotta sindacale e politica


giovanissimo, inizialmente
come socialista e
successivamente come
comunista, dal 1924, tre anni
dopo la scissione di Livorno
del 1921.
L'entrata in politica con il
Partito Socialista, il Fascismo
e la clandestinit
comunista[modifica |
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La elezione a deputato
avviene in circostanze del
tutto eccezionali. Esse ci
offrono un quadro della
situazione non solo
personale, ma ci indicano lo
scontro sociale in atto tra la
fine del 1920 e la met del
1921. Grazie alla conoscenza
di Giuseppe Di Vagno in
Puglia, che lo presenta poi a
Bruno Buozzi, allora entrambi
membri del Partito Socialista
Italiano al Parlamento,

diventa anche lui membro del


PSI. Con lo stesso gruppo nel
1921 viene eletto deputato
mentre detenuto nelle
carceri di Lucera. In seguito
avrebbe diretto anche la
Camera del Lavoro di Bari,
dove organizz la difesa della
sede dell'associazione,
sconfiggendo gli squadristi
fascisti di Caradonna insieme
con ex ufficiali legionari di
Fiume, socialisti, comunisti,
anarchici e Arditi del Popolo.

Con la scissione di Livorno,


aderisce al Partito Comunista
Italiano, dove rimarr tutta
la vita.
Con l'avvento del Fascismo in
Italia e disciolti tutti i partiti e
i sindacati, viene condannato
dal tribunale speciale fascista
a 12 anni di carcere, nel
1925 riusc a fuggire in
Francia dove aveva
rappresentato la disciolta
Confederazione Generale del

Lavoro nell'Internazionale dei


sindacati rossi. Dal 1928 al
1930 soggiorn in Unione
Sovietica e rappresent
l'Italia nella neonata
Internazionale Contadina per
poi tornare a Parigi ed
entrare nel gruppo dirigente
del PCI clandestino. In
questo periodo iniziarono i
primi dissapori con il
segretario del PCI sulla figura
guida di Stalin del
'Movimento operaio

internazionale' e sul suo


diktat, accettato da Togliatti,
contro i 'socialfascisti'. Di
Vittorio quindi si pose contro
la similitudine voluta da
Stalin nell'equiparare il
Nazifascismo alla
Socialdemocrazia, anche
perch considerava l'unit
politica della sinistra
(socialisti e comunisti)
ancora attuale, in nome di un
socialismo democratico,

marxista ma rispettoso della


libert.
Durante la guerra d'Etiopia,
su indicazione del Comintern,
invi una squadra di tre
persone - tre comunisti chiamati "i tre apostoli", fra
cui Ilio Barontini, esperto in
questo genere di missioni con l'incarico di organizzare
la guerriglia locale contro
l'invasione fascista.

Insieme ad altri antifascisti


partecip alla guerra civile
spagnola, iniziata con
l'insurrezione dei militari
comandati dal generale
Francisco Franco. Con il
nome di Mario Nicoletti fu
inquadrato come
commissario politico nella XI
e poi nella XII Brigata
Internazionale e venne ferito
a Guadalajara.

Nel 1937, diresse a Parigi un


giornale antifascista la Voce
degli Italiani a cui
collaborano personaggi come
Maurizio Valenzi. Fu una delle
poche voci autorevoli che si
espresse contro le leggi
razziali fasciste antisemite,
avendo capito che, dietro
l'apparenza di leggi "blande"
(rispetto a quelle tedesche),
avrebbero in realt portato
col tempo allo sterminio.[5].
Nel 1941 fu arrestato dalla

polizia del regime e mandato


al confino a Ventotene. [6]
Nel 1943 fu liberato dal
governo Badoglio e, negli
ultimi due anni della seconda
guerra mondiale, prese parte
alla Resistenza tra le file
delle Brigate Garibaldi.
Nel 1945 fu eletto segretario
della CGIL, che era stata
ricostituita l'anno prima con
un accordo fra Di Vittorio,
Achille Grandi e Bruno

Buozzi. Quest'ultimo, ucciso


dai nazisti la sera prima della
firma del patto, fu sostituito
da Oreste Lizzadri. I tre
erano i rappresentanti delle
principali correnti del
sindacalismo italiano:
comunista, cattolica e
socialista. L'anno seguente,
nel 1946, fu eletto deputato
all'Assemblea Costituente
con il PCI.

Il Dopoguerra e il dissenso
da Togliatti per i 'fatti
d'Ungheria del
1956'[modifica | modifica
wikitesto]
Exquisite-kfind.png Lo stesso
argomento in dettaglio:
Storia della Cgil.
Giuseppe Di Vittorio,
francobollo commemorativo

Di Vittorio in una foto del 23


ottobre 1957, impegnato in
un comizio a Canosa di
Puglia. Morir dieci giorni
dopo.
L'unit sindacale cos
raggiunta dur fino al 1948,
quando, in occasione dello
sciopero generale politico
proclamato in seguito
all'attentato a Palmiro
Togliatti, la componente
cattolica si separ e fond un
proprio sindacato, la CISL,

presto imitata dai


socialdemocratici che si
raggrupparono nella UIL.
La fama ed il prestigio di Di
Vittorio ebbero largo seguito
tra la classe operaia ed il
movimento sindacale di tutto
il mondo tanto che, nel 1953,
fu eletto presidente della
Federazione Sindacale
Mondiale. Fu uno dei primi
marxisti a intuire la

pericolosit del regime


stalinista sovietico.
Nel 1956 si riacutizz il
confronto con Togliatti
sull'URSS, suscitando
scalpore la sua presa di
posizione, difforme da quella
ufficiale del PCI, contro
l'intervento dell'esercito
sovietico per reprimere la
rivolta ungherese, tanto che
lo stesso Di Vittorio in una
confidenza (come rifer anni

dopo Antonio Giolitti)


esclam: L'Armata rossa
che spara contro i lavoratori
di un paese socialista!
Questo inaccettabile! Quelli
sono regimi sanguinari! Una
banda di assassini!.
La pietra dello scandalo fu
che Di Vittorio, allora
segretario generale della
CGIL, scrisse un comunicato,
votato all'unanimit dal
sindacato, nel quale

rimarcava tutto il suo


dissenso nei confronti della
repressione comunista:
L'intervento sovietico
contraddice i principi che
costantemente rivendichiamo
nei rapporti internazionali e
viola il principio
dell'autonomia degli Stati
socialisti. Togliatti,
segretario del PCI, volle la
'sconfessione' del comunicato
della CGIL, reo di essere
contro il 'Partito' e di

renderlo debole agli occhi


dell'Italia e del mondo. Di
Vittorio si oppose alla
richiesta di Togliatti
mantenendo ferma la sua
idea di un'autonomia del
sindacato nei confronti dei
partiti politici.
Di Vittorio continu a guidare
la CGIL fino alla sua morte,
avvenuta nel 1957 a Lecco,
poco dopo un incontro con
alcuni delegati sindacali: gi

colpito da un primo infarto


nel 1948 e da un secondo nel
1956, e un terzo attacco lo
stronc all'et di 65 anni.[7]
sepolto presso il Cimitero
del Verano di Roma.
Filmografia[modifica |
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Nel 2009 Raiuno ha
trasmesso la fiction Pane e
libert, che racconta la vita di
Giuseppe Di Vittorio in due

puntate, andate in onda


domenica 15 e luned 16
marzo. La regia stata
curata da Alberto Negrin,
mentre la figura del
sindacalista stata
interpretata da Pierfrancesco
Favino.
Sono state rilevate alcune
inesattezze storiche, alcune
dovute alla necessit di
caratterizzare in tempi stretti
vicende lunghe e complesse,

altre dovute alla stessa


lavorazione della miniserie
tv. In particolare la pellicola
stata girata, invece che a
Cerignola (Foggia), nella
vicina provincia di Bari. Le
location principali sono state
a Gravina in Puglia (la piazza
delle Quattro Fontane) e ad
Altamura (la Curia, il Corso
Federico II ed il Museo
Contadino).

La pellicola ha ricevuto un
pubblico apprezzamento
proprio in RAI, da parte del
Presidente della Regione
Puglia, Nichi Vendola.
Note[modifica | modifica
wikitesto]
^ Fai e anarchia
^ Dati sulla sepoltura al
Verano di Vindice Di Vittorio
^ I particolari nomi dei figli
esprimono le convinzioni di

Di Vittorio: Baldina deriva da


Balda, cio "coraggiosa",
mentre Vindice significa
"vendicatore" o "colui che
vendica i torti subiti", in
riferimento allo sfruttamento
e al fascismo
^ "La vita di Giuseppe Di
Vittorio" di Felice Chilanti
^ Giuseppe Di Vittorio, In
difesa degli ebrei italiani
^ Commissione di Foggia,
ordinanza del 24.9.1941

contro Giuseppe Di Vittorio


(Combattente antifranchista
in Spagna). In: Adriano Dal
Pont, Simonetta Carolini,
L'Italia al confino 1926-1943.
Le ordinanze di assegnazione
al confino emesse dalle
Commissioni provinciali dal
novembre 1926 al luglio
1943, Milano 1983
(ANPPIA/La Pietra), vol. IV,
p. 1599
^ Giuseppe Di Vittorio - ANPI

Bibliografia[modifica |
modifica wikitesto]
Idomeneo Barbadoro, Storia
del sindacalismo italiano:
dalla nascita al fascismo. Due
vol. Firenze, La nuova Italia.
1973.
Giuseppe Bonanni, Il Patto di
Roma. Documenti inediti, in
"Quaderni di rassegna
sindacale", n.114-115,
maggio-agosto 1985.

Giuseppe Bonanni, Partiti e


sindacato: la nascita della
Cgil, in "Analisi storica", n. 8,
gennaio-giugno 1987.
Antonio Carioti, Di Vittorio,
Bologna, Il mulino, 2004.
Anita Di Vittorio, La mia vita
con Di Vittorio, Firenze,
Vallecchi editore, 1965.
Carlo Ghezzi, Giuseppe Di
Vittorio e i fatti d'Ungheria
del 1956, Roma, Ediesse,
2007. ISBN 88-230-1175-2.

Adriano Guerra e Bruno


Trentin, Di Vittorio e l'ombra
di Stalin. L'Ungheria, il PCI e
l'autonomia del sindacato,
ISBN 88-230-0301-6.
Davide Lajolo, Il volto umano
di un rivoluzionario: la
straordinaria avventura di
Giuseppe Di Vittorio,
Prefazione di Luciano Lama,
Firenze, Vallecchi, 1979.
Michele Pistillo, Giuseppe Di
Vittorio, Roma, Editori riuniti,

1907-1924: Dal sindacalismo


rivoluzionario al comunismo,
1973.
1924-1944: La lotta contro il
fascismo e per l'unit
sindacale, 1975.
1944-1957: La costruzione
della CGIL, la lotta per la
rinascita del paese e l'unit
dei lavoratori, 1977.
Michele Pistillo, Giuseppe Di
Vittorio. prefazione di

Luciano Lama, Manduria,


Lacaita, 1987.
Michele Pistillo, Togliatti - Di
Vittorio, 1956-1957: dal
ventesimo Congresso alla
morte del grande
sindacalista, Foggia, Claudio
Grenzi editore, 2007. ISBN
978-88-8431-250-1.
Michele Orlando, Sul
sindacalismo di Giuseppe Di
Vittorio, Cerignola, 2009.
ISBN 978-1-4452-3606-3.

(vd. il sito
http://www.lulu.com).

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