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Schubert
giugno 2015
La traduttrice di fotografia
di Davide Faccioli
Andy Warhol. Nel lavoro della Efisi infatti risorge e si evidenzia il segno
fotografico di alcuni grandi maestri dellobiettivo, il tutto senza malizia
e senza alcuna furberia stilistica. I suoi paesaggi notturni per esempio si
compiono e funzionano senza voler celare le immagini notturne di Ghirri, Barbieri o Crewdson. La sua primordiale voglia di libert si mostra (pur
con un certo pudore) nei conturbanti nudi in bianco e nero alla Francesca Woodman. Qui Giulia Efisi entra in un gioco performativo e rimane
il dubbio se il selfie viene condiviso o se realmente frutto di un raptus
di solitudine. In Hole, Advertorial opera magazine e in Piano stenditore
le sue fotografie vogliono gridare che appartengono allultimo Giacomelli. Appare chiaro che lui lartista che pi ama e che ahim non ha mai
potuto conoscere di persona; il che sarebbe stato per la Efisi un ulteriore salto dentro la poetica della fotoarte sia per lo straordinario immaginario surreale che per lumana quotidianit di Mario Giacomelli...
In ultimo, anche nei tanti ritratti inclusi nelle serie Backstage, Adv Campaign DP69 e Portraits, si riconoscono quegli autori che ha guardato e
inconsciamente registrato come suoi: Cindy Sherman, Richard Avedon, Tony Thorimbert, Philip Lorca di Corcia, Albert Watson e tanti altri. Come per la protagonista de La Traduttrice, la Efisi dimostra quindi
con che passione, con che curiosit e con che mole di informazioni, si
prodigata a essere essa stessa autrice. Da un lato la scelta dei suoi
fotografi pi amati, dallaltro tutti quelli che sono ancora esclusi. Ma per
quanto? Non giacciono anchessi nel suo profondo archivio emozionale?
O forse vi da pensare che proprio in quelle scelte cos nette e precise si
nasconda la sua volont di escludere tutti gli altri? Personalmente credo
che anche i non-compresi (meglio dire in-compresi?) si celino tra le profonde trame dellimmaginario efisiano. In fondo posseggono anchessi
quellaura che fa s che possano emergere da un momento allaltro.
La Pina
La Pina
Olivia e Anita
Emmanuelle Moreau
Tom Rebl
Emiliano Pepe
Rachid Dhibou
Jimmy Jean-Louis
Carlo Monni
Di ci che si offre al suo sguardo trattiene solo ci che reputa vicino al proprio sentire. E non importa quanto siano nobili quei frammenti, quelle forme
inaspettate regalate da punti di ripresa spesso audaci, i profili scomposti o
quasi annullati che annegano ora nella canicola, ora nel buio pi profondo.
Anche nei Ritratti Giulia rincorre la fugacit, il momento in cui il soggetto abbassa le difese, si toglie la maschera e riprende fiato. Lei ama tutto ci che
residuale, anarchico, e per questo autentico. Non cede alle facili lusinghe
delle convenzioni e dei ruoli sociali. E ci permette alle persone da lei ritratte
famose o comuni di riappropriarsi della loro umanit.
Lartista filtra ogni istante con la propria sensibilit, pensando solo al qui e
ora. Riscrive i contorni dei soggetti, li decontestualizza, riduce le loro sembianze ai minimi termini. Sottrae forma per aggiungere sostanza, in un gioco
a perdere che la rende vincente perch scevra dal timore reverenziale verso
ogni stereotipo. Quello compiuto da Giulia , dunque, un atto liberatorio,
per s e per i soggetti che sceglie di ritrarre. In questo suo fare non esistono
mezze misure. Non c spazio per la retorica del documento, del dove, del
come. E, soprattutto, del perch. Fotografa quando ne sente il bisogno.
Per Giulia fare una fotografia come premere un interruttore e far fluire
energia: emotiva, creativa, riflessiva, espressiva. precipitare nellabisso pi
cupo per poi spiccare il volo, verso la luce.
Giulia Efisi (1971) ha compiuto gli studi di Filosofia presso lUniversit di Firenze. Le sue opere sono state esposte in numerose gallerie italiane e pubblicate su prestigiose riviste darte.
I miei figli