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CULTURA

LITALIANO SABATO 11 MAGGIO 2013

Rosella Falk e la giusta distanza

Addio a Rossella Falk. Attrice. Roma 10 novembre 1926 Roma 5 maggio 2013

o scorso 7 maggio, nella Chiesa degli artisti a piazza del Popolo, lo Sato maggiore del teatro italiano porgeva lultimo omaggio a Rossella Falk: Umberto Orsini, Gabriele Lavia, Carlo Giuffr, Andrea Giordana, Gianfranco Jannuzzo, e tutte le persone pi affezionate a Rossella insieme ai carissimi familiari. Io ero particolarmente commosso: partita unartista alla quale il mio inizio professionale stato legato a doppio filo. Lansa del 5 Maggio recita cos: morta oggi a Roma Rossella Falk. Nata nella capitale 86 anni fa, attrice prediletta da Fellini e da Visconti, musa ispiratrice delle commedie di Giuseppe Patroni Griffi e di Diego Fabbri, compagna darte di Romolo Valli e Giorgo De Lullo, stata una delle grandi signore del teatro, ricordata come la Greta Garbo italiana. Con Rossella iniziai a muovere i primi passi nel mondo dello spettaccolo al teatro Eliseo di Roma lavorando nel 1995 come suo assistente alla regia in Anima Nera di G. P. Griffi diretto dalla stessa Rossella, e nel 1996 in Master Class con Maria Callas di T. Mc Nally diretto da Patrick Guinand diretto a sua volta da Rossella. Catapultato dallaccademia di Belle Arti a teatro, ebbi la fortuna di poter cominciare a lavorare con una delle prime donne dello spettacolo italiano e un entourage indimenticabile. Per questa gavetta doro voglio ringraziare ancora Gianni Battista per la fiducia datami. Laria artistica che respiravo era

lurp! Gulp! Gasp! Toc, toc Crash Pam pam Zip zip Bang! Bang! Hic! Ronfzzzz Ronf zzz Limmaginario collettivo delle generazioni dellaltro secolo, quello breve quando la tv non si era ancora presa con arroganza la centralit che riveste oggi sono un contenitore di fonemi che lhanno segnato in profondit come solchi daratro, fino a surrogarsi in unautentica educazione sentimentale. Un affollamento semantico che come la tavolozza di un pittore surrealista: colori accesi, odori dolci, lacerti di memorie condivise. Sociologi da bar sport accreditano pi intelligenza e reattivit, attenzione ai particolari, ai ragazzi cresciuti con i fumetti. Vero, quasi vero, falso: infinite le scuole di pensiero. Su un fatto per dobbiamo concordare: che quei fonemi, quelle esclamazioni (Satanasso!, Corna dalce, Perbaccobaccone! Per tutte le sbornie! ecc.) si sono impregnati nella memoria se riemergono a distanza di tempo, ed essere cresciuti con Texe Kit Carson e Piccolo Ranger, Zagor e Akim, Mandrake e Diabolik, Capitan Miki e Black Macigno, Billy Bis e

Faeti racconta La storia dei miei fumetti


Lone Wolf rappresenta una sorta di appartenenza, anche inconscia, a una trib collettiva che ha condiviso gli stessi miti e sogni, e che si riconosce nelle stesse passioni. Trib che ha abuto uninfanzia felice trascorsa sfogliando gli albi dellIntrepido e del Monello, amando Roddy e il professor Occultis, El Morisco e i Navajos di Aquila della Notte, tremando con le stregonerie di Mephisto, ma solo ora che le tv a ogni ora frullano cartoon giapponesi riesce ad apprezzare. Bonelli & Galeppini, Hugo Pratt, Crepax e Jacovitti hanno i loro eredi, ma hanno segnato unepoca in cui la socialit era data anche dallincontro con lamico per scambiarsi i fumetti, oggi che si va per mercatini in cerca del numero 1 del Comandante Mark e del primo Tex a colori. Antonio Faeti appartiene a una generazione che ha vissuto molto sulle nuvolette dei fumetti. Nato a Bologna nel 1939, ha insegnato un po alle elementari e poi ha assunto la cattedra di Letteratura per linfanzia nella sua citt. Nel 1972 mand in libreria Guardare le figure, ripubblicato da Donzelli due anni fa. Fra romanzi e saggi ha firmato una quarantina di titoli e (limmaginario visivo italiano fra Tarzan, Pecos Bill e Valentina), Donzelli Editore, Roma 2013, XXII - pp. 426, 32 (Collana Saggi). Una ricognizione puntigliosa quanto evocativa (grazie anche a belle illustrazioni) di un secolo di fumetto con cui si contaminato. Si capisce subito che intende volare alto, non appena cita Flaubert. E procede alla scannerizzazione dei fumetti che lo hanno segnato ricostruendo in maniera suggestiva il loro background, che intreccia con delizia a episodi del suo vissuto. Faeti ci porta con mano leggere nellofficina dove nascono, generoso di dettagli, di sfaccettature, si direbbe quasi di intimit con i personaggi che popolano il suo e nostro mondo fantastico, sovrapponendo i livelli della percezione degli eroi di carta con una abilit che sazia noi lettori sempre avidi di nuove angolazioni da cui osservare, poniamo El Morisco o Cico, le Giubbe Rosse e i trapper, Doppio Rhum e Salasso. E la cifra fascinosa del libro, che aggiunge, con la citazione colta, la contestualizzazione, un atout intellettuale ai personaggi e i loro creatori. Se parla, mettiamo, di

di altissimo livello e ricordo ogni giorno con una chiarezza e affetto estremi. I miei copioni straripavano imbastiture sceniche, il mio compito era di ricordarle tutte come una time machine. Ricordo particolarmente la prima di Master Class con Maria Callas a Roma. La sera del debutto, durante il ricevimento a casa di Rossella,

ricevetti in regalo una sciarpa di un colore mai visto: era il suo modo di ringraziare chi lavorava con lei, tutti ricevemmo un regalo. Passai numerosi inverni con la Falk attorno al collo senza incontrare nessuno con una sciarpa di quel colore, la qualcosa diede ineffabile valore aggiunto a quel regalo. Per verificabilissime leggi

prospettiche, quando qualcosa troppo vicino ai tuoi occhi, non lo vedi. Si deve creare una certa distanza, loggetto si deve allontanare un po dal tuo sguardo perch tu possa apprezzarne interamente la presenza. La stessa cosa avviene con la triste dipartita dei nostri cari. Quella distanza abissale che si crea diventa la giusta distanza

che ci permette di metterli improvvisamente a fuoco: lextreme close up al quali eri abituato presto assorbito da una figura che si fa intera e pi comprensibile. Allo stesso modo, mi sembra di vedere meglio Rossella Falk adesso di quando lavoravo con lei allEliseo. Mi avvicino a lei con gratitudine, prima che chiudano

la porta e la macchina parta. Unultima preghiera con la mano accanto alla targa dorata col suo nome Rosa Falzacappa leggo con meravigliaOh Rosella! Ti chiamavi cos, non sapevo. Rosa, grazie per quei due anni e per quei colori mai visti, Con affetto, Manuel MANUEL DE TEFFE

presiede la giuria del premio Bologna Ragazzi Award (Fiera internazionale del libro per ragazzi).

Su questo sostrato non poteva che rivendicare questa sua militanza con un tribute che lascia il segno: La storia dei miei fumetti

Tarzan, Faeti ricorda un pezzo apparso sullUnit, a firma di Dario Natoli, che stroncava il suo disegnatore (fra il 36 e il 50) Burne Hogarth, ospite donore a Lucca: Nel buio del teatro del Giglio, un signore americano illustra a un ridotto gruppo di esperti una gigantesca diapositiva dove un Tarzan giovinetto giace, in cima ad un albero, fra le braccia di una femmina di scimpanz. E spiega, serio, che questa immagine rinnova la Piet Rondanini di Michelangelo. Nessuno ride. Se cita lUomo Mascherato, dice che potrebbe essere un eroe metropolitano, un discendente legittimo di Rodolphe di Gerolstein, un indagatore autorizzato nei misteri di Parigi, un cugino del Fantasma dellOpera, un parente di Fantomas, un seguace di Rocambole Ma bene non togliere al lettore il gusto di ripercorrere i topoi della sua giovinezza, entrando nella macchina del tempo e riascoltando i fonemi che forse aveva dimenticato, ma non rimosso, sempre vivi, come in una seduta psicoanalitica. Glu glu glu Gnam, gnam Clap, clap Vrooom Splash! FRANCESCO GRECO

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