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LA MIA VITA NON MI APPARTIENE

La mia vita non mi appartiene. Lho letto da qualche parte, tanto tempo fa, non ricordo bene. Non so cosa ci sia di veramente mio Ho imparato a dimenticare le cose inutili Mangio petrolio, come tutti Faccio collezioni interessanti, dispongo gli oggetti Ordinatamente sugli scaffali E li guardo Guardo le foto di famiglia La nonna le strade del paese i natali e i capodanni Mia madre piccolissima di fronte ad una chiesa immensa Chiss dove Abitiamo tutti in citt diverse, ci si fa labitudine In fondo oggi le distanze non esistono pi Sono come fili che scompaiono Ho riletto le lettere che mia nonna scriveva al fratello in Brasile Zio Willy era andato in Brasile Perch dopo la guerra aveva dovuto lasciare lEgitto La famiglia si divisa Lha divisa la guerra, chi in Italia, chi in Germania, chi in Brasile Qualcuno riuscito a rimanere in Egitto Mia nonna scriveva lettere lunghissime In una lingua che non esiste, che parlava solo lei E zio Willy rispondeva Tutti questi fogli pieni di parole italiane francesi arabe tedesche Avevano una lingua loro e non rimasto nessuno che sappia tradurla Hanno resistito a migliaia e migliaia di chilometri Fuggiti entrambi dallEgitto senza un soldo in tasca Senza sapere bene dove andare Si scrivevano e si mandavano le cartoline Cara Amalia caro Willy come stai? Come sta Mirella? E i bambini? Come va il lavoro? Eeeh, piana piano, piana piano Zio Dido invece volato in Germania ed ha lavorato Nella fabbrica di un certo Staffel, mio zio tornitore qualificato E voleva fare il cantante lirico Dice sempre che se Nonna Amalia non lavesse costretto ad andare a lavorare A dodici anni, sarebbe diventato come Pavarotti Cerchi di seguire la strada e arrivare fino in fondo, no? Bene. Che altro c? Gli occhi ti tradiscono, a volte Ti piacerebbe avere unaria spavalda e cordiale E quando cerchi di alzarti, tutto intorno a te si mette a girare Chi che osa ammettere una verit e conformarvi la vita? Ognuno porta la sua menzogna, con rassegnazione La verit si arrampica sul letto come un gatto nero che fa le fusa La verit si appoggia al muro e aspetta La scacci innaffiando i fiori sul davanzale

La scacci lasciando entrare la luce del sole Ad aprile ho votato una faccia Una faccia conosciuta ma pur sempre una faccia Tutta la citt era ricoperta di facce Sorridenti ammiccanti accattivanti Che mi chiedevano di pensare a loro dentro quella cabina Ma senza spiegare bene il perch Forse il segreto nellinclinazione del viso Nel nodo della cravatta, nelle pieghe del sorriso Nellacconciatura alla moda In un qualche mistero nascosto dietro quel corpo imbalsamato E mediocre Facce, soltanto facce A cui pagher uno stipendio che dieci volte il mio Per costringermi a stare al mio posto A cui consentir privilegi per me inimmaginabili A cui delegher la mia indifferenza e il mio qualunquismo Facce di cui presto avr noia, senza badare che questo presto equivale a troppo tardi facce di cui non ho alcun bisogno, se ci penso se ci penso c una faccia sola sui muri della citt ed la faccia del mio disincanto ora hai questa cosa e ti sembra tanto hai questa cosa e ti sembra tutto la fatica che ci hai messo ne valsa la pena prima che ti disperdessi hai trovato una direzione come sembrano lontane le paure, le angosce tutto quel tempo sprecato a chiederti cosa fare della tua vita ora che hai tutto finalmente hai il tuo posto nel mondo a 3D hai pagato il biglietto una maschera ti ha accompagnato attraverso la tenda rossa platea, terza fila centrale, poltrona 12 reggi in mano il cartone coi popcorn, confuso e felice, siediti, indossa gli occhialini in offerta e guarda la tua vita che scorre un po di pubblicit poi gli sgargianti titoli di testa attore protagonista attrice protagonista partecipazioni speciali cameo comparse direttore della fotografia casting costumista scenografo autore della colonna sonora produttore produttore esecutivo poi una smorfia, ma solo un momento semplicemente rallenti il gesto che ti porta il popcorn alle labbra hai gli occhi sgranati dietro gli occhiali di plastica rossi e blu un momento solo in cui ti guardi intorno

masticando piano, riaccomodandoti nella poltrona , cercando di ricordarti dove hai parcheggiato la macchina e se hai nascosto bene lautoradio eh no, proprio no il regista non sei tu

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