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Le ragioni del prefisso ipo- e per- nella sequenza delle anidridi del

cloro e negli ossoanioni derivanti

Stato di ossidazione nei composti organici (es HCHO, CH3OH, C3H8): si


scrive la formula molecolare semplice e si calcola lo s.ox. del
CARBONIO con le regole descritte. Si possono ottenere anche s.ox.
frazionari, privi di significato fisico, ma adatti al bilanciamento delle
reazioni redox

CGI 18-19
Come bilanciare una redox:
1) calcolo degli s.ox. e individuazione tra i reagenti e i prodotti di chi lo cambia
2) calcolo quantità di e- persi e acquistati nei reagenti dagli elementi che si ossidano e si
riducono
3) bilancio degli elettroni tramite coeff.stechiom. dei reagenti che si ox e di rid
4) bilancio masse elementi ridotti e ossidati tra i prodotti
5) bilancio a destra dei cationi e anioni dei reagenti redox (bilancio cariche se in forma ionica,
tramite H+ o OH-)
6) sistemazione di eventuali acidi o basi se necessitano altri anioni o cationi
7) bilancio acqua
8) controllo ossigeni

FeCl2 + KMnO4 + HCl  FeCl3 + MnCl2 + KCl + H2O

Passaggio in forma ionica: come per reazioni acido/base, poi si procede


con lo schema a punti

CGI 18-19
2Mg + O22MgO

Fe2O3 + CO  Fe + CO2

K2Cr2O7 + CH3OH + H2SO4  Cr2(SO4)3 + CH2O + K2SO4 + H2O


in forma molecolare e ionica

C4H10 + O2  CO2 + H2O.

Zn + HCl  ZnCl2 + H2
(passaggio in forma ionica): reazione tipo dei metalli con gli acidi - distinzione tra
metalli nobili e non nobili

CGI 18-19
La struttura atomica e la tavola periodica
La luce come onda: radiazione elettromagnetica, relazione tra frequenza e
lunghezza d’onda wavelength amplitude ● Tutte le onde hanno una
caratteristica lunghezza d’onda, l, e
un’ampiezza, A
● La frequenza, n, di un’onda è il
identica velocità di propagazione

numero di cicli che passano


attraverso un punto in un
onde: lunghezza secondo. Unità della frequenza:
d’onda, frequenza, Hertz, Hz, = 1 ciclo per secondo
ampiezza ● La velocità di propagazione di
un’onda, v, è legata alla sua
frequenza e alla sua lunghezza dalla
relazione: v = nl
● Per la luce nel vuoto, velocità = c,
pari a 2.99792108m/s. La relazione
c = nl vale per tutte le radiazioni
elettromagnetiche

CGI 18-19
Lunghezze d’onda e tipo di radiazione elettromagnetica, lunghezze d’onda
e spettro della luce visibile

CGI 18-19
Fotoni e natura particellare della luce
La radiazione elettromagnetica può essere assorbita e
rilasciata dagli atomi solo in “pacchetti”, detti quanti,
la cui energia è
E = hn
dove h è la costante di Planck
(6.626  10-34 J/Hz)

Ogni quanto di luce è una particella, il fotone, la cui energia


dipende dalla frequenza.
P.es. luce blu:
E = (6.6310-34J/Hz) (6.41  1014Hz) =4.2  10-19J

CGI 18-19
Spettro di emissione dell’idrogeno: luce emessa nsolo a determinate lunghezze d’onda (righe), la
cui frequenza è determinata dalla formula di Rydberg, poi modificata da Bohr, che dice che la
frequenza della luce emessa e dunque l’energia dei fotoni corrispondenti, è quantizzata

ni e nf assumono solo valori interi (1,2,3), e


  dunque la frequenza della luce emessa può
 E  R H  1 1 
n  n= R ×    assumere solo valori discreti e cioè
h  h  n 2 n 2  quantizzati. L’energia dei fotoni
 i f 
corrispondenti, E = hn, assume anch’essa
valori quantizzati.
R, costante di Rydberg, vale 3.29×1015 Hz

CGI 18-19
Modello atomico di Bohr: atomo di idrogeno come “sistema solare” con nucleo al
centro ed elettrone su una delle possibili orbite, ciascuna ad energia
E = -h×R/n2 (n= 1, 2, 3…) Lo spettro dell’atomo
di idrogeno sarà a
righe (emissione
quantizzata) perché
saltando da un’orbita
all’altra andrà
incontro a variazioni
di energia del tipo:

 
 E  R H  1 1 
nE
  = h× R ×   
h  h  n 2 n 2 
 i f 

}
n secondo Rydberg

CGI 18-19
 
 E  R H  1 1 
n
E = h × R ×  2 2
   
h  h  n nf 
 i 

CGI 18-19
Modello ondulatorio dell’atomo. Superamento del modello di Bohr

a) relazione di De Broglie che esprime il dualismo onda/particella non solo


per la luce ma anche per la materia (inclusi gli elettroni): l = h/(m×v) [m =
massa, v = velocità]
b) principio di indeterminazione di Heisenberg, che afferma che quanto
più precisamente viene determinata la velocità di una particella, tanto
meno precisamente può essere definita la sua posizione:
x(m  v)h/4p
c) equazione di Schroedinger: stabilisce che l’elettrone è un’onda e ci
permette, per l’atomo di idrogeno, di descriverlo con una funzione d’onda,
 (leggi: psi), con la quale non possiamo definirne la posizione precisa
nello spazio, ma solo dare la probabilità di trovarlo in un certo punto
la probabilità di trovare l’elettrone in un certo punto è
proporzionale a 2
CGI 18-19
Nell’atomo di idrogeno le funzioni d’onda (), soluzioni esatte dell’equazione si Schroedinger,
sono dette orbitali atomici, il cui quadrato definisce le regioni dello spazio in cui c’è una elevata
probabilità di trovare un elettrone. Le funzioni d’onda (funzioni matematiche) contengono tre
numeri quantici: n, l, m

Dall’equazione di Schroedinger si possono calcolare anche le energie che corrispondono ai vari


orbitali atomici, e le loro differenze nell’atomo di idrogeno corrispondono a quelle trovate da Bohr.
Vale E = - cost/n2

Gli atomi polielettronici (da He in avanti) sono troppo complessi perché l’eq. di Schoredinger
abbia soluzioni esatte. Si usano le funzioni d’onda trovate per l’idrogeno e le si corregge per
l’elemento considerato: si ottengono così per tutti gli atomi orbitali atomici, che ci danno
informazioni sull’energia e sulle regioni di spazio in cui è più probabile trovare un certo elettrone

il modello atomico di Schroedinger contiene il


modello di Bohr e lo amplia.

CGI 18-19
Ciascun orbitale atomico ha la propria energia e la propria forma
definita da dei numeri quantici
Numero quantico principale, n
specifica l’energia di un elettrone in
un atomo, e può assumere i valori
nome simbolo valori significato
n = 1, 2, 3… fino a 
Nell’idrogeno (ma non negli atomi principale n 1, 2, 3… definisce il
livello e la sua
polielettronici!) tutti gli orbitali con lo energia

stesso valore di n hanno la stessa azimutale l (elle) 0, 1…,n-1 definisce il


sottolivello
energia: E = - cost/n2 0, 1, 2, 3, 4...
s, p, d, f, g…
Tutti gli orbitali con lo stesso valore di
definisce gli
n costituiscono un guscio o livello magnetico m l, l-1…, -l
orbitali di un
dell’atomo sottolivello

magnetico ms ½, -½ definisce lo
possono esistere due orbitali con di spin
stato di spin

la stessa terna n,l,m: uno con ms


= +½, un con ms = -½
il valore di n regola il valore di un altro n.quantico, “l”, che a sua
volta regola “m”

CGI 18-19
Gli orbitali appartenenti a un determinato guscio (cioè livello) sono
raggruppati in sottolivelli
Un sottolivello è costituito da tutti gli orbitali con il medesimo valore del
numero quantico secondario o azimutale, l (elle), che può assumere,
all’interno di un livello, i valori di 0, 1, 2… fino a n-1 (dunque un numero di
valori totale pari a n).
l = 0, 1, 2, ... (n-1)
Si indicano i sottolivelli comunemente tramite lettere:
s per l = 0 ½
p per l = 1
d per l = 2
f per l = 3

i sottolivelli sono legati alla velocità con cui si muove un elettrone:


più l è elevato, più è grande

CGI 18-19
Ciascun sottolivello è formato da 2 l + 1 orbitali, caratterizzati dal numero quantico magnetico, m,
che può assumere i valori
m = l, l-1, l-2… -l.

Esempio: un elettrone del sottolivello con l = 1, cioè il sottolivello p, può assumere tre valori di m:
1, 0 e –1
Gli orbitali di tipo p con i diversi valori di m sono anche indicati con
px, py, pz.

Esempio: un elettrone del sottolivello con l = 2, cioè il sottolivello d, può assumere cinque valori di
m: 2, 1, 0. -1, -2
Gli orbitali d con i diversi valori di m sono indicati come
dxy, dxz, dyz, dz2, dx2-y2

e un elettrone del sottolivello con l = 0? Cioè il sottolivello s? m può assumere solo il valore 0,
dunque c’è un solo orbitale s

esiste un quarto numero quantico, ms, numero quantico magnetico di spin, che può assumere
solo i valori +1/2 e –1/2, e ha a che fare con la rotazione dell’elettrone su sé stesso

CGI 18-19
n l m ms nro max
elettroni nel
sottolivello
1 0 (1s) 0 -½, +½ 2

2 0 (2s) 0 -½, +½ 2
1 (2p) -1,0,+1 -½, +½ 6

3 0 (3s) 0 -½, +½ 2
1 (3p) -1,0,+1 -½, +½ 6
2 (3d) -2,-1,0,+1,+2 -½, +½ 10
4 0 (4s) 0 -½, +½ 2
1 (4p) -1,0,+1 -½, +½ 6
2 (4d) -2,-1,0,+1,+2 -½, +½ 10
3 (4f) -3,-2,-1,0,+1,+2,+3 -½, +½ 14

CGI 18-19
La “forma” degli orbitali

Orbitali s. Nell’atomo di idrogeno, l’orbitale 1s è quello a più bassa


energia (n = 1, l = 0, ml = 0). Un elettrone descritto da un’orbitale (cioè
da una funzione d’onda) di tipo 1s, occupa una certa regione di spazio

Si può visualizzarla con una superficie isoprobabilistica, cioè una


superficie che racchiude una regione di spazio con certe condizioni
di probabilità

CGI 18-19
1) l’elettrone ha il 90% di probabilità di trovarsi al suo interno

2) la probabilità di trovarlo sulla superficie disegnata è uguale su tutta


la superficie
L’orbitale 1s è sferico e sono sferici tutti gli orbitali dello stesso
tipo, cioè s

- sono sferici
- al crescere di n aumentano le
loro dimensioni
- il nucleo non è su una
superficie nodale
- al crescere di n varia la
distribuzione radiale

superficie nodale, o punto nodale: superficie o punto dove è zero la


probabilità di trovare un elettrone

CGI 18-19
probabilità “radiale”: come è distribuita la probabilità di trovare un e- all’interno di un
orbitale 1s, 2s, 3s

CGI 18-19
Orbitali p. Nei livelli con n > 1 (n = 2, 3, 4…) esistono tre orbitali con l = 1, e
cioè tre orbitali di tipo p.
La forma delle superfici isoprobabilistiche e il loro orientamento negli orbitali
px, py e pz (ml = -1, 0, 1)
● sono a doppio lobo
● al crescere di n aumentano
le loro dimensioni
● il nucleo è su una superficie
nodale
● sono orientati lungo i tre assi
di un sistema cartesiano (e i
due assi lungo cui ciascuno
non è orientato, definiscono
una superficie nodale)

I tre orbitali p sono degeneri, cioè hanno la stessa energia

CGI 18-19

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