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Direttore Luca Beltrami Gadola

numero 35
17 novembre 2009

edizione stampabile

www.arcipelagomilano.org N 35 in questo numero Editoriale - L.B.G. - VERE CASE O CONTAINERS Architettura - Gianni Zenoni - MILANO: LA PORTA SUD Citt - Giorgio Origlia - SI PUO' ESSERE CITTADINI SENZA FISSA DIMORA? DallArcipelago - Walter Marossi - LA NUOVA LEGGE LETTORALE REGIONALE. BUIO Mobilit - Maurizio Mottini - UNAUTOSTRADA SOTTERRANEA A MILANO: UNA FOLLIA! Primo Piano - Francesco Silva - RIFORMA UNIVERSITARIA. IL DISEGNO DI LEGGE GELMINI Approfondimenti - Anne Maass Angelica Mucchi Faina Chiara Volpato - LA DEMOCRAZIA INCOMPIUTA: UOMINI PREPOTENTI E DONNE INVISIBILI Scuola e universit - Giorgio Uberti - STUDENTI E POLITICA. LO STRANO CASO DELLA CATTOLICA Metropoli - Pietro Salmoiraghi - LEXPO E LA SICUREZZA DEI CANTIERI Urbanistica - Jacopo Gardella - I NUOVI POVERI DELLURBANISTICA la vignetta di giovacomo YouTube INTERVISTA A CARLO TOGNOLI SULLA CASA Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit in ARTE & SPETTACOLI MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE - a cura di Silvia DellOrso TEATRO a cura di Guendalina Murroni CINEMA E TV a cura di Simone Mancuso

Editoriale VERE CASE O CONTAINERS L.B.G.


Tra le idee estemporanee di questamministrazione c anche quella di far fronte alla crisi degli alloggi sistemando la gente in case provvisorie, magari containers attrezzati, collocati su aree nude di propriet comunale o di singoli privati, magari in attesa di cedere le loro volumetrie ad altri come dovrebbe permettere il nuovo Piano di Governo del territorio. Non so quanto siano state profonde le riflessioni dellassessore Masseroli che lhanno portato a questa proposta ma dubito che possa essere una soluzione accettabile. Una citt come Milano non pu e non deve pensare di accogliere i suoi nuovi cittadini in edilizia provvisoria, tanto pi se pensiamo sia destinata a studenti o a persone che vengono a lavorare in questa citt per brevi periodi. Non pu perch una sorta di emarginazione preventiva e non pu perch una citt che non riesce a fa arrivare sul mercato almeno sessantamila alloggi vuoti dimostra unincapacit di gestione del proprio patrimonio edificato difficilmente conciliabile con le necessit urbane. Lo scenario comunque sempre quello: una citt che non ha saputo porre alcun freno agli eccessi della rendita di posizione la cosiddetta speculazione edilizia e che sa solo prospettare soluzioni basate su ipotesi assolutamente inconciliabili con la realt. Non possiamo dimenticare le sciocche affermazioni di Albertini sindaco di allora che di fronte alla crescita dei prezzi delle case e dellanaloga crescita degli affitti, andava in giro vantandosi che Milano era una citt preziosa e quindi cara. Le soluzioni che si prospettano oggi, una sorta di imposta sul costruito - chi vuol costruire deve destinare una parte del prodotto a scopi sociali - rispolvera un vecchio attrezzo che ha funzionato nel passato quando la domanda di case da parte di un ceto solvibile era molto alta e quindi capace di sopportare questa sorta di prelievo. Oggi non c domanda, non ci sono crediti allacquisto di case e quindi il mercato ridotto al lumicino e dunque una tassa sul macinato non funzione perch non c nulla da macinare. Sul piano pi generale si devono fare due considerazioni: una di tipo economico, latra di tipo architettonico e urbanistico. Queste case provvisorie, per quanto spartane, hanno un costo che si avvicina abbastanza a unedilizia tradizionale se si tiene conto anche delle urbanizzazioni comunque necessarie e che incidono in maniera consistente in considerazione dellinevitabile bassa densit del costruito. Il loro invecchiamento molto pi rapido e leventuale smontaggio e ricollocazione ne rende un nuovo utilizzo molto problematico, senza contare il pericolo che case provvisorie diventino definitive, com consuetudine nel nostro Paese, innescando una serie di problemi a catena che conosciamo. La rapidit nellallestimento non certo la carta vincente perch oggi in 12 mesi si riesce a costruire una casa, il tempo lo si perde negli adempimenti burocratici e di approvazione dei progetti e nei ritardi nelle opere di urbanizzazione, percorsi questi tutti ineliminabili. C poi il problema dellarchitettura. Nel maggio dello scorso anno la Triennale allest una mostra dal titolo Casa per tutti. Allinterno delle mostra erano esposti progetti di case come i Villaggi Veloci di Cino Zucchi o il progetto di Massimiliano Fuksas: siamo indubitabilmente rimasti nella pura esercitazione formale e nellimmaginario, niente che potesse calarsi in una realt urbana come quella milanese e questo non certo per imperizia dei progettisti, quanto perch il problema delledilizia milanese non ammette in alcun modo soluzioni di provvisoriet. Unultima considerazione va fatta sullestraneit di questo tipo di edilizia alla cultura italiana che, come detto bene nellarticolo di Giorgio Origlia in questo numero del settimanale e ribadito nellintervista video a Carlo Tognoli, incorpora nel bene casa anche profondi valori di cittadinanza e di appartenenza alla comunit, valori difficilmente rappresentati da unedilizia a carattere provvisorio. Altre sono dunque le iniziative che si devono prendere per affrontare il problema dellabitazione a Milano, purtroppo lontane e diverse da quelle affacciate dallattuale Giunta Comunale.

Architettura MILANO: LA PORTA SUD Gianni Zenoni


Tante volte ci si chiede com possibile vedere mediocri progetti come risultato finale di Piani Particolareggiati a lungo attesi e collocati in zone dalla valenza urbanistica particolarmente significativa. quello che succede in viale Famagosta dove un P.P. dellAmministrazione Comunale completa e integra un esistente Parcheggio di Interscambio con la MM2 dotando il sito dei servizi necessari e di aree commerciali e uffici tali da trasformarlo in un moderno Centro di Interscambio. Le responsabilit del banale progetto finale si devono innanzitutto ricercare nella mancanza di una

corretta identificazione urbanistica del sito, da parte degli estensori del P.P.; individuato come area dintegrazione tra le frange urbane e il Parco Agricolo Sud Milano mentre esso si poneva invece come entrata della citt e precisamente LA PORTA SUD DI MILANO. Gi da questa sottovalutazione dellimportanza del sito nascono: la rinuncia allampliamento del parcheggio dinterscambio oggi insufficiente e volumetrie di modesta altezza. Ledificio pi alto di 45 metri, appena una decina di pi degli edifici circostanti, altezza del tutto insufficiente a creare leffetto Punto Cospicuo, necessario allidentificazione, del Centro di Interscambio per chi proviene dallAutostrada MilanoGenova e dalle zone circostanti di Milano. Il superficiale approfondimento della ricerca che ha portato a questo planivolumetrico ha condotto, tra laltro, ledificio pi rappresentativo ad avere un problematico accesso carraio direttamente sullo svincolo autostradale. Questa insufficiente interpretazione del sito nasce probabilmente dalla datata predisposizione del P.P. studiato pi di dieci anni addietro quando il cosiddetto Rinascimento Urbanistico di Milano non era ancora decollato. Anche se, comunque, la sua particolare posizione doveva suggerire qualcosa di pi di una integrazione delle frange periferiche col Parco Agricolo come si legge nella relazione Tecnica dello stesso P.P. Per allanzianit del P.P. si poteva ovviare, perch, soffrendo

tutti i Piani Esecutivi di Milano di tempi di attuazione molto lunghi, nelle Convenzioni allegate agli stessi Piani, lAmministrazione ha inserito una clausola che prevede la riformulazione delle volumetrie ai nuovi indirizzi urbanistici nel frattempo emersi, fatte salve la SLP, le destinazioni e le aree destinate a Standard. E qui nasce il secondo e definitivo errore. Alloperatore, che ha acquistato il terreno di propriet Comunale, mancata laccortezza di capire che la citt stava cambiando e doveva dotarsi dinterventi significativi e identificativi delle nuove funzioni strategiche che dovevano assumere molte parti di Milano tra le quali questa. E cos il progetto presentato si appiattisce sulle proposte volumetriche di un P.P. ormai obsoleto, che avrebbe dovuto essere ripensato non tanto nei bassi edifici che affiancano la funzione del Centro di Interscambio, quanto nella creazione del Punto Cospicuo al posto delledificio di 45 metri previsto in adiacenza allAutostrada. Ledificio a uffici oggi proposto, dalla tipologia in linea tanto alto quanto largo, non interpreta la funzione oggi auspicabile e ottiene anzi leffetto opposto a quello voluto, con la sua banale tipologia in linea (come gli edifici circostanti) Respinge invece di Accogliere, creando un effetto Muro piuttosto che Porta per chi arriva in citt. Eppure unattenta e preventiva ricerca su queste tipologie progettuali, avrebbe scoperto che sulla stessa autostrada A7 si potevano riscontrare due

interventi analoghi, uno pi lontano nel tempo ed uno recente, dove linterpretazione della funzione Porta della Citt ben riuscita. E mi riferisco alledi-ficiotorre Genovese chiamato Matitone e alla Torre del nuovo quartiere di Milano-Fiori Sud a Rozzano. Il Matitone, realizzato ormai diciassette anni fa dalla S.C.I., un vero Punto Cospicuo non solo da terra ma anche dal mare per la sua forma semplice a pianta centrale ottagonale e abbastanza alto da prevalere sui circostanti edifici a uffici del Centro Terziario di San Benigno, che adottano invece tutti la tipologia del corpo in linea. Progettato dallo studio americano Skimore-Owens-Mer-rill, interpreta al meglio la funzione di Porta Nord di Genova. Ma anche il progetto dellelegante torre del nuovo insediamento di locandosi allincrocio tra Tangenziale e Autostrada Milano-Genova diventa invece, grazie alla sua tipologia, uneccezionale Punto Cospicuo a segnalare lentrata per Milano. Il progetto di Famagosta andrebbe quindi riformulato utilizzando al meglio le possibilit di variazione previste dalla Convenzione e indirizzando la tipologia verso forme pi adatte a interpretare la funzione urbanistica oggi richiesta. Il nuovo progetto planivolumetrico si adeguerebbe cos al Rinascimento Milanese creando quel Centro di Interscambio identificabile come PORTA SUD DI MILANO che la posizione territoriale richiede.

Citt SI PUO' ESSERE CITTADINI SENZA FISSA DIMORA? Giorgio Origlia


La politica urbanistica del Comune di Milano espressa nel PGT e portata avanti dall'assessore Masseroli ha una sua compiutezza e articolazione, che per ha il difetto di svilupparsi in una logica solo bidimensionale. In quel programma il territorio limitato alla sua espressione topogafica, ossia a una mappa a due dimensioni, e il progetto stesso si sviluppa come un orga-

nigramma confinato tra i due assi cartesiani delle risorse e del fabbisogno teorico. La terza dimensione, quella che conferirebbe forza e ricchezza alla politica del territorio inserendo valutazioni e obiettivi pi complessi, ad esempio prendendo posizione sull'equilibrio insediativo tra citt e campagna, sulla riduzione dei traffici, sulla sostenibilit, non emerge. Ne viene cio fuori un modello di sviluppo del territorio che si accontenta di una visione "milanocentrica" come passo risolutivo verso un futuro radioso, senza domandarsi se il millennio delle grandi citt che si appena concluso non ha dimostrato al contrario che ormai la concentrazione insediativa un bene solo per il sistema parassitario delle rendite di posizione, mentre ormai del tutto inutile al resto del sistema economico. Senza dar peso a conseguenze quali la congestione, che per essere controllata richiederebbe una governance che pochi sistemi politici riescono oggi a garantire: e il nostro non tra questi. Ma di tale insieme di proposte ce n' una che in particolare mi colpisce, ed l'ipotesi di ricorrere a insediamenti abitativi temporanei. Questa ipotesi ci fa subito venire in mente le baracche dei terremotati o i container dei centri di accoglienza. Ma oggi si potrebbe certo fare di meglio, quindi cerchiamo di superare il pregiudizio: domandiamoci invece seriamente che senso ha questa proposta, al di fuori di situazio-ni di emergenza ambientale, per una citt come Milano. Intanto bisogna ammettere che l'idea di una citt che grazie alla

tecnologia mobile cresce e si trasforma in tempi rapidi e non secolari ha affascinato molte generazioni di architetti, da Buckminster Fuller agli Archigram. Per non un caso che non sia mai riuscita a produrre un modello abitativo decente. Neppure quando dopo le distruzioni di una guerra era l'unica soluzione a un problema abitativo gravissimo. Ad esempio persino il Veteran's Emergency Housing Act in Inghilterra alla fine della seconda guerra mondiale fu un insuccesso. Metter dimora in un luogo significa realizzare una relazione con un insieme di spazi, di funzioni e di servizi che debbono soddisfare un'esigenza prioritaria, che viene prima ancora della loro qualit: l'esigenza di stabilit. Strade e reti di trasporto ma anche panchine, aiuole, bar, edicole, negozi dietro l'angolo sono almeno tanto importanti quanto le case stesse. Chi ha studiato le favelas sa che ci che consente la sopravvivenza al suo interno anche a chi ha redditi bassissimi proprio lo sviluppo stabile di un tessuto fittissimo dinteressi, attivit, relazioni (anche conflittuali) al suo interno. La costanza dell'ambiente fisico e sociale il primo requisito di ogni societ civile sana, che non pu svilupparsi in un ambiente fisicamente precario. Inoltre finalmente abbiamo scoperto che trasportare cose da un posto all'altro ha un costo sociale oltrech economico non indifferente, e spostare un prefabbricato da un posto all'altro una delle attivit pi diseconomiche che si possano immaginare, anche dal punto di vista energetico. Soprattutto perch ogni insediamento richiede comunque la

predisposizione di allacciamenti a impianti, infrastrutture, servizi permanenti che se non utilizzati sarebbero sprecati. L'utopia neotecnica di Archigram non ha mai fatto i conti con il consumo di risorse che avrebbe implicato. Dunque se servono case, tanto vale costruirle permanenti, con tutto il corredo di servizi necessari a renderle effettive "dimore". E gi l'obiettivo di costruire case a prezzi calmierati sembra un obiettivo auspicabile ma utopico, se fondato solo su una politica dincentivi. Nei casi di reale emergenza abitativa perch invece non sostenere gruppi etnici o sociali che simpegnino nella ristrutturazione di edifici abbandonati o sottoutilizzati, magari partendo da quelli gi ora occupati precariamente, fornendo loro non soldi ma materiali, assistenza tecnica e know-how, per convertirli in abitazioni. Chi ci ha lavorato avr il diritto di abitarci per un certo numero di anni. Ma si pu fare anche di meglio. La miopia immobiliarista ha riempito (e continua pervicacemente a riempire) le periferie milanesi di edifici per uffici vuoti, malgrado il declino della domanda per questa tipologia. Molti di questi palazzi non hanno speranza di recupero all'uso per il quale sono stati realizzati. La loro conversione in abitazioni invece del tutto possibile, recuperando cos il valore delle volumetrie costruite con un modesto costo aggiuntivo, che tra l'altro potrebbe essere mirato all'aumento della loro efficienza energetica. Questo s che sarebbe un intervento socialmente utile, sostenibile e a impatto zero sul gi troppo martoriato territorio urbano.

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DallArcipelago LA NUOVA LEGGE LETTORALE REGIONALE. BUIO Walter Marossi


Si concluso sabato scorso il lungo iter congressuale del pd lombardo. Lassemblea regionale svoltasi nel poco scaramantico cinema Fanfulla (speriamo che non finisca come la ben nota canzone goliardica), non ha sciolto i nodi delle candidature e delle alleanze (le liste vanno presentate entro il mezzod del 27 febbraio). Tuttavia sulle alleanze, sia pure in modo iniziatico, un elemento di chiarezza stato fatto. Nessuna voce infatti si alzata contro leventuale modifica della legge elettorale. Se ne deduce quindi che il Pd lombardo in generale favorevole alla modifica, in particolare sulla base della propria proposta. Questo fa chiarezza sulla strategia delle alleanze, perch la modifica della legge elettorale di cui si discute sia nel centrodestra che nel centrosinistra le rendeinutili se non dannose, fortemente caratterizzando il consiglio in senso bipolare e bipartitico. Come gi avvenuto a livello di elezioni nazionale ed europee con questa eventuale riforma bipartisan della legge si rendono superflue le liste minori. Gi oggi daltra parte la legge elettorale regionale indirizza le scelte. Com noto per esempio vincere con troppo vantaggio pu significare avere meno eletti (e i consiglieri si sa sono molto sensibili al tema), ergo tenere fuori dallalleanza vincente qualche partner (udc per esempio) pu significare per Formigoni sottrarre seggi allopposizione. Poi magari gli eletti in conto opposizione (facciamo sempre il caso udc ma ogni riferimento puramente casuale) potrebbero rientrare individualmente in maggioranza. Cerchiamo allora di capire cosa potrebbe succedere se cambia la legge, ma premetto, la mia esposizione complicata lunga e noiosa pur essendo grossolana e generica. I sistemi elettorali daltra parte condizionano molto pi di quanto non si creda la politica e leggere i dettagli serve perch notoriamente il diavolo si nasconde nei dettagli. Vediamo per grandi linee com la legge oggi e cosa si vuole modificare: 1)ELEZIONE DEL PRESIDENTE. Viene eletto Presidente della Regione il capolista della lista regionale (listino) che ha ottenuto il maggior numero di voti validi in ambito regionale. Il candidato della lista regionale che ha conseguito il numero di voti validi immediatamente inferiore a quello della lista vincente eletto consigliere. Il suo seggio viene attribuito:1) all'ultimo dei seggi spettanti alle liste collegate nel caso in cui le liste provinciali collegate alla lista regionale vincente abbiano ottenuto una quota di almeno il 50% dei seggi assegnati; 2) al seggio attribuito coi resti; 3 in caso questi siano stati assegnati tutti con quoziente intero si procede all'assegnazione di un seggio aggiuntivo di cui si dovr tenere conto nel calcolo del premio di governabilit. Su questo meccanismo le proposte di modifica non sono particolarmente significative, se non in relazione al numero dei mandati presidenziali che si vorrebbero ridurre a non pi di 2. Non essendo tuttavia a mio avviso Formigoni un tacchino che vuole festeggiare il Natale, la proposta di limitare il numero di mandati oltre che di dubbia legittimit (per questo caso specifico) poco probabile che sia approvata, visto che dovrebbe essere votata dalla maggioranza, derubrichiamo quindi questa proposta sia del PD che dellIDV al settore propaganda. 2) ELEZIONE DEI CONSIGLIERI CON METODO POPORZIONALE. Premesso che ci sono due liste, quella unica regionale (il listino) collegata al presidente e quelle provinciali che possono essere +di una, in concorrenza tra loro, ancorch collegate alla stesa lista regionale sessantaquattro degli 80 seggi (assegnati alla Lombardia e ripartiti tra le circoscrizioni provinciali sulla base dellultimo Censimento) sono attribuiti a liste provinciali concorrenti secondo il metodo proporzionale dove previsto il voto di preferenza. Queste le liste provinciali sono ammesse al riparto dei seggi se hanno ottenuto nellintera regione una percentuale pari o superiore al 3% dei voti validi riportati da tutte le liste provinciali nellintera regione oppure, se sono collegate ad una lista regionale che ha superato la percentuale del 5% dei voti validi riportati da tutte le liste regionali nellintera regione. Questo passaggio fondamentale perch significa com avvenuto nel 2005 che lIDV elegga un consigliere anche solo con l1,4% dei voti o nel 2000 la lista dei pensionati con l1,58%. In pratica i partiti minori sono portati in una fase iniziale a essere concilianti per entrare in coalizione con un candidato forte che superi il 5% (sbarramento presidenziale), ma poi devono diversificarsi il pi possibile dalle liste alleate per recu-

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perare voti al fine di fare il quorum. Su questo capitolo vengono proposte in mode e forme non molto diverse tra maggioranza e opposizioni due modifiche sostanziali: A) lo sbarramento presidenziale viene alzato (tenete conto che i radicali avevano eletto nel 2000 2 consiglieri, avendo superato il candidato alla presidenza Benedetto della vedova il 3%) B) viene fissato uno sbarramento anche a livello delle liste interne alla coalizione che ha superato il 5%. Le liste minori quindi pur portando voti alla coalizione non parteciperebbero alla distribuzione dei seggi. Il livello dello sbarramento ha valori diversi nelle proposte di maggioranza e opposizione, da un 3% in su. In termini di bassa cucina per la Lega lobbiettivo quello di cercare di impedire alludc di superare i 2 tipi di sbarramento; per il PDL di limitare l ipotetico disturbo di pensionati, Storace Santanch ecc; per il PD si tratta di rendere inaccessibile il consiglio a Verdi, Socialisti di varie famiglie, Sinistra e Libert, Comunisti di varia estrazione etc. Apparentemente il pd sarebbe forse il partito pi favorito da queste modifiche della legge elettorale. In pratica per sono possibili mille varianti. Cos se si alzasse la soglia di sbarramento interna alla coalizione ma restasse al 3% la soglia presidenziale si favorirebbe de facto la presentazione di un numero maggiore di candidati alla presidenza e il pd rischierebbe di dover divide i seggi dellopposizione con altri. Se invece si alzasse la soglia presidenziale ma non quella interna, radicali e udc vedrebbero seriamente messa in dubbio la loro possibilit di presentarsi autonomamente e sarebbero

quasi obbligati ad entrare in coalizione. Aggiungiamo che il rimborso delle spese elettorali previsto per le sole liste provinciali che eleggano qualcuno quindi anche la sopravvivenza materiale dei partiti legata alla legge elettorale. In linea di massima, come del resto gi avvenuto con la legge nazionale ed europea il pd attraverso la modifica della legge rafforzerebbe la sua vocazione maggioritaria (Bersani esattamente come Veltroni) e ci avverrebbe grazie alla disponibilit di Berlusconi/Formigoni (a gratis?). Come vedete buona parte della discussione sulla vocazione maggioritaria del pd e sulle alleanze risolta con una semplice modifica di due numeretti della vigente legge elettorale. LISTINO I restanti 16 seggi vengono assegnati alle liste regionali secondo il principio maggioritario sulla base della quota di seggi assegnati al consiglio ottenuti dalle liste provinciali collegate alla lista regionale vincente. 1. Se tale quota almeno pari al 50% (almeno 40 seggi) la lista regionale vincente ottiene il 10% dei seggi assegnati (8 seggi) e si vede cos garantita una quota complessiva di seggi pari o superiore al 60%. In questo caso non scatta lulteriore premio di governabilit. I restanti 8 seggi sono assegnati alle liste provinciali non collegate alla lista regionale vincente. 2. Se invece tale quota inferiore al 50% la lista regionale vincente ottiene tutti e 16 i seggi (20% dei seggi assegnati). Se i candidati non fossero sufficienti si procede al ripescaggio dei candidati delle liste provinciali collegate. In questa fase scatta unulteriore assegnazione di seggi volta a garantire alla coalizione vincente una quota sufficiente di seggi

in consiglio nel caso con lassegnazione dei seggi della quota maggioritaria ci non fosse accaduto. Si danno due casi. 1. Se la quota di voti validi ottenuta dalla lista regionale vincente almeno pari al 40% e la quota di seggi ottenuti dalla stessa e dalle liste provinciali collegate inferiore al 60% si assegnano alla coalizione vincente il numero di seggi necessari a raggiungere tale quota. Se tale quota invece gi superata il premio non scatta. 2. Se la quota di voti validi ottenuta dalla lista regionale vincente inferiore al 40% e la quota di seggi ottenuti dalla stessa e dalle liste provinciali collegate inferiore al 55% si assegnano alla coalizione vincente il numero di seggi necessari a raggiungere tale quota. Anche in questo caso se la quota gi superata il premio non scatta. I seggi attribuiti in questa fase sono aggiuntivi rispetto a quelli assegnati: essi vanno pertanto sommati agli 80 originari per ottenere il numero complessivo di seggi del consiglio. Il listino e il premio di maggioranza sono due aspetti della legge elettorale che sono tra i pi modificati nelle altre regioni. In generale si tende ad abolire il listino (puglia, marche, toscana) e a garantire premio di maggioranza attraverso le liste provinciali in forme e modi diversi. Per la maggioranza in Lombardia labolizione del listino significherebbe 1) maggior potere dei territori 2) minor peso della lega (presumibilmente) 3) maggior peso dei signori delle preferenze (in genere gli ex psi/dc) 3) rappresentanza certa di tutte le provincie (attraverso anche altre modifiche della legge) 4) maggiore certezza sul numero degli eletti (oggi credo che la paura maggiore di Formigoni sia di

prendere troppi voti, avere meno eletti e dipendere maggiormente dalla lega. Tutte cose possibili per quanto assurde). Per lopposizione labolizione del listino non avrebbe nessun

effetto negativo e anzi potrebbe favorire un numero maggiore di eletti. I penalizzati dallabolizione del listino sarebbero solo i nomina-

ti, figure in genere scelte dal cavaliere. Come promemoria vediamo com andata le ultime volte:

Altri punti fermi comuni alle varie proposte di modifica della legge elettorale sono: 1) il mantenimento delle preferenze, di cui il pd fa un cavallo di battaglia anche a livello nazionale (a mio modo di vedere un palese esempio di masochismo) 2) il reale riequilibrio tra i generi (tra le diverse proposte quella

IDV certo la + originale e funzionale) che comunque non verr mai votata dal consiglio 3) la riduzione delle incompatibilit, in particolare per i sindaci dei piccoli comuni 4) la garanzia che ogni provincia sia rappresentata in consiglio In conclusione possibile che la legge non venga modificata, tuttavia quando si mette mano alle

riforme elettorali gli esiti sono sempre incerti, perch irrazionale il comportamento dellelettore e molteplici le varianti che si nascondono nei dettagli. Speriamo quindi che non finisca come la canzone di Fanfulla di cui allinizio: La morale di questa vicenda si riduce alla legge del menga.

Mobilit UNAUTOSTRADA SOTTERRANEA A MILANO: UNA FOLLIA! Maurizio Mottini


Sulla cronaca cittadina del Corriere della Sera di mercoled 4 novembre apparsa la notizia che la Giunta municipale avrebbe dato il via, nellambito del progetto di PGT, al tunnel autostradale da Linate alla Fiera di Pero/Rho per 14,5 Km. In attesa di avere dati pi completi di quelli forniti dallarticolo di cronaca cittadina, balzano subito allocchio alcuni elementi allarmanti: 1) Nel percorso sono previste ben 9 sbarchi e precisamente in Stephenson, Bovisa, Monteceneri, Garibaldi, Zara, Repubblica, Susa e Juvara. Se consideriamo che ci sia da superare un dislivello di almeno 5 o 6 m, e ipotizzando una pendenza di almeno il 10% con due corsie per senso di marcia, ogni uscita abbisogna di almeno 1000 mq. di area per la sola superficie carrabile, che va sottratta al sistema stradale esistente a piazze e/o giardini. A differenza di una stazione di metropolitana che pu avere unuscita anche dentro un palazzo (si veda la stazione di Lanza MM1) la necessit di spazio per lo sbarco in superficie di unautostrada rilevantissima. 2) Dalla planimetria del tracciato pubblicata dl Corriere vi sono almeno tre svincoli autostradali sotterranei: nel tratto Susa/Repubblica e nelle immissioni nel tunnel autostradale da Monteceneri e da Bovisa. 3) Vi sono anche dei percorsi paralleli in alcune tratte di difficile comprensione allo stato delle informazioni attuali. 4) Infine lautostrada sotterranea si incrocia in sottosuolo, nella zona della stazione Garibaldi, con il Passante Ferroviario e con la linea 5 della metropolitana in costruzione. A che profondit si arriver? Ci saranno problemi per le opere ferroviarie esistenti e in costruzione? Non ci sono dati sui costi dellopera ma si parla di un pedaggio di 10-12 per usare il tunnel. Pedaggio non certamente economico, che verrebbe richiesto dal consorzio di costruttori per recuperare linvestimento previsto. Non ci sono notizie circa eventuali contributi pubblici, se non gli 800 milioni che comparivano nelle precedenti tabelle relative alle opere per lExp. Si spera che non ci siano richieste di questo tipo anche se per il Comune c sempre il rischio di dover subentrare in corso dopera, se i proponenti non dovessero farcela. Gli esempi illustri non mancano a cominciare dalla Galleria Vittorio Emanuele che inizi come opera privata e che poi fu finita solo per lintervento del Comune (che non a caso tuttora proprietario dellopera anche se molto disattento). Queste le valutazioni iniziali e abborracciate sui pochissimi dati disponibili. Ma al di l dei costi e delleventuale incidenza sulla pubblica finanza, va contestato un intervento tutto, e solamente, orientato al trasporto di persone in automobile. Una follia. Da anni ci si preoccupa di ridurre luso dellautomobile per accedere alla citt e soprattutto alla sua parte centrale. Si sono creati parcheggi di corrispondenza (anche se purtroppo a pagamento). Si inventato lEcopass (anche se era meglio la chiusura del traffico privato). Mentre ancora si fatica a dare treni puliti e in orario ai pendolari, e a sviluppare la rete metropolitana sia in citt che nellhinterland, mentre tutti gli sforzi dovrebbero essere protesi a convincere alluso dei mezzi alternativi allauto (treni, metropolitane, bus e filobus, bicicletta e anche a piedi per i piccoli tragitti) si propone una bella autostrada sotterranea. Mentre diventa sempre pi evidente che il suolo pubblico non pu pi essere una disponibilit senza costi per lutenza automobilistica, mentre non c piazza o viale alberato che non siano oppressi da auto in sosta con le modalit pi creative, il Comune di Milano approva unopera fatta solo per incentivare luso dellauto. Se per linterperiferica che tutto sommato era una proposta sensata, si sviluppata una contestazione di lunga lena, cosa dovr succedere per questo vero mostro antistorico? Credo che per tutte le uscite si dovranno gi costituire adeguati comitati di lotta che dovranno essere sorretti e aiutati da tutte le associazioni che si occupano di ambiente urbano e di patrimonio storico. Ma soprattutto devono muoversi tutti coloro che sanno quale patrimonio sia unaria pulita. E vero che non inquina solo il traffico automobilistico. Ma la concentrazione si automobili rispetto agli abitanti a Milano un record mondiale, e ha effetti notevoli, sullaria e sulluso del suolo pubblico da parte di pedoni e ciclisti. Ma la Giunta Moratti approva unautostrada urbana.

Primo Piano RIFORMA UNIVERSITARIA. IL DISEGNO DI LEGGE GELMINI Francesco Silva

Poco pi di dieci anni or sono lallora Ministro dellIstruzione e delluniversit, on. Berlinguer, introdusse uninnovativa riforma del sistema universitario. Ai corsi quadriennali affiancati dai Diplomi - veniva sostituito un ciclo noto come 3+2, ossia un triennio di base pi un biennio specialistico. Lobiettivo, encomiabile, era quello di aprire lUniversit a un pubblico di studenti pi ampio, il che avvenuto. La riforma era una scatola che la corporazione dei docenti e i successivi governi avrebbero dovuto riempir. Non era un compito facile vi era unambiguit di fondo: il triennio doveva avere un carattere professionalizzante, come i precedenti diplomi, o culturalizzante, come richiedevano le nuove vendemmie di giovani assai poco acculturati, anche per effetto dellallargamento della base sociale. come se a una persona si dicesse che pu scegliere tra un pullman o una station-wagon. Negli anni che seguirono due fattori contribuirono a devitalizzare il progetto. I colpi pi duri furono quelli della corporazione dei docenti. Questi non sono stati capaci di declinare la riforma a favore dellutenza, ossia degli studenti, essendo pi interessati ai loro stessi interessi. I governi successivi hanno dato sempre meno soldi per lUniversit e soprattutto fatto interventi in retromarcia. Il Ministro Zecchino ridiede spazio alla parte universitaria, conservatrice; la Ministra Moratti in cinque anni di governo inconsistente ha rinviato, pasticciato e infine anche introdotto nel sistema universitario nuovi soggetti dequalificati (universit fantasma come Reggio Calabria, o che vendono titoli per

corrispondenza); da ultimo viene levanescente Mussi. Con la Ministra Gelmini le cose cambiano in meglio, come mostra il disegno di legge governativo (di seguito DLG) presentato approvato dal governo il 28 ottobre scorso, testo piuttosto chiaro, ben costruito e politicamente intelligente Molte critiche gli sono state subito fatte, ma limpressione che, chi le ha avanzate o confonda Tremonti che taglia i fondi con la Gelmini, o non lo abbia letto attentamente il testo. Il DLG pensa alluniversit come a unorganizzazione che deve funzionare secondo criteri di efficacia, efficienza e qualit, e offre degli strumenti mirati a questobiettivo. Pertanto la prima parte riguarda il governo delluniversit, attribuendo un maggior potere ai Consigli di Amministrazione, nei quali introduce una sostanziale rappresentanza extrauniversitaria, un maggior potere al Direttore generale, e limitando il tempo del mandato dei rettori. Si pu obiettare che mancano attualmente quei soggetti esterni alluniversit capaci di aiutarla a uscire dalla sua autoreferenzialit. Certamente c da temere linserimento di politici politicanti, o dinteressi economici particolari e miopi. A questo proposito appare per interessante quanto gi hanno fatto o stanno facendo alcune universit statali milanesi, come il Politecnico e la Bicocca con listituzione di Fondazioni che hanno appunto la funzione di raccordo tra il mondo universitario e quello delleconomia. C una certa lungimiranza nella gestione universitaria milanese pubblica, per non parlare di quella privata.

Milano modello, assai pi di Roma. Una seconda indicazione interessante del DLG la possibilit di fusioni o coordinamento tra pi sedi universitarie. Sono necessarie aggregazioni e specializzazioni, non nuove piccole iniziative nei vari capoluoghi di provincia esistenti o nascenti, come avvenuto in Lombardia nellulti-mo ventennio, in testa il Politecnico. Si richiede una retromarcia e, soprattutto, la scelta di una vocazione per ogni singola sede. Il DLG prevede la reintroduzione del criterio di valutazione dei risultati delle universit sulla base dei risultati scientifici, un sistema di ripartizione delle risorse finanziarie che ne tenga conto, e un sistema di accreditamento delle universit. un concetto importante che pu favorire una gerarchia di qualit. Sono poi introdotte norme per modificare la carriera e i compensi del personale docente, legandole pi di oggi alla valutazione dellattivit scientifica, facendo uscire luniversit da una situazione in cui conta let e il concorso dingresso. Tuttavia non sempre chiara la linea scelta dal DLG, che oscilla tra un puntiglioso intervento ministeriale e lautonomia delle universit, tra regole eguali per tutti e incentivi. Questo sar un aspetto su cui daranno battaglia i sindacati. Un altro aspetto interessante, per quanto timidamente avanzato, listituzione di un Fondo speciale per favorire tramite borse di studio gli studenti pi meritevoli, con un processo di selezione nazionale. Se questo fondo fosse decorosamente dotato di mezzi finanziari e mirato a promuovere

la mobilit degli studenti migliori verso le eccellenze universitarie la gerarchia delle qualit di cui si diceva sopra -, si comincerebbe a uscire dalla mediocrit oggi causata dalla omogeneizzazione della formazione delle singole universit basata su unofferta per lo studente italiano medio. Infine il DLG vuole riformare il sistema dei concorsi secondo una logica molto accettabile. Vi dovrebbe essere unabilitazione nazionale, un po come la vecchia libera docenza, che accrediterebbe la qualit del personale docente universitario. Spetterebbe poi alle singole universit scegliere chi chiamare seguendo procedure standard di trasparenza. Se queste non saranno rispettate, il che possibi-

le, anche probabile che il sistema di finanziamento delle universit, sempre pi legato al merito, finisca con il penalizzare le sedi che si dimostrino troppo interessate alle clientele. La Gelmini non tocca il problema delle risorse dedicate alle universit, essendo questo un compito delle leggi Finanziarie. Nel 2009, ma soprattutto nel 2010, le universit risentiranno di una pesantissima carenza di fondi, che impone uninusitata e pericolosa cura dimagrante in termini di docenza, di ricerca e di servizi. Parlare di riforma senza prevedere il ritorno a condizioni finanziarie pi decorose non ha per molto senso. Il futuro delle universit italiane, e in particolar modo delle grandi universit, come quelle milanesi,

molto legato al loro finanziamento, ma anche a quanto avverr nel prossimo futuro in seguito al fatto che molti docenti usciranno per limiti di et e nuovi giovani potrebbero entrare. Le proposte contenute nel DLG a proposito della figura dei ricercatori sono sensate (contratti fino a sei anni), a condizione che il meccanismo di carriera successivo sia chiaro, stabile ed effettivamente legato al merito. Potrebbero crearsi le condizioni per una migliore universit, soprattutto se la legge di riforma uscir dal tritacarne parlamentare con un assetto non troppo depotenziato rispetto allat-tuale DLG e magari anche migliorato. Ma forse chiedere troppo.

Approfondimenti LA DEMOCRAZIA INCOMPIUTA: UOMINI PREPOTENTI E DONNE INVISIBILI* Anne Maass Angelica Mucchi Faina Chiara Volpato
Basta guardare pochi dati per capire la dimensione del gender gap nel potere politico italiano. L 82% dei senatori, il 79% dei deputati e il 77% dei ministri sono uomini. La situazione particolarmente sbilanciata in alcuni partiti (PdL e Lega 80%, UdC 92%, IdV 92%), ma anche nel PD gli uomini superano il 70%. Una situazione analoga si presenta nel parlamento europeo, dove lItalia si colloca al quartultimo posto tra i 27 paesi membri, con il 78% di uomini. Che questa percentuale sia pressoch identica per i partiti di destra e di sinistra dimostra che lesclusione delle donne non questione di orientamento politico. Sessismo e misoginia non abitano solo a destra. Si tratta di un fenomeno generale che veicola un messaggio semplice: le donne non devono entrare in politica. O, come elegantemente diceva Pippo Gianni, deputato UdC, in una seduta parlamentare del 2005, le donne non devono scassarci la minchia. Invece si! In Italia serve un antitrust della politica. Non ammissibile che un paese formato da met uomini e met donne sia governato da un unico gruppo, non importa quale. E a dir poco sconcertante che ci si scandalizzi davanti a un tribunale islamico in cui la testimonianza della donna vale met di quella di un uomo, ma si accetti come normale un parlamento in cui per ogni voce femminile ci sono quattro voci maschili. Una democrazia moderna non pu rinunciare alle donne Esistono molti motivi per cui un paese democratico non pu rinunciare al contributo delle donne. Ne citiamo cinque: 1) E una questione di giustizia. La costituzione (art. 3 e art. 51) sancisce leguaglianza di genere nellaccesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive. La sistematica esclusione delle donne dalle cariche politiche anti costituzionale. 2) Le leggi proposte e approvate in parlamento riguardano donne e uomini in ugual misura. Anzi, alcuni temi su cui si esprime il parlamento sono di particolare e, a volte, esclusiva rilevanza per le donne. Quando si decide di ridurre il tempo pieno nelle scuole pubbliche, chi pagher maggiormente le conseguenze? Quando si decide sulla fecondazione assistita, sullo stupro, sull aborto, quali sono le persone direttamente interessate? In una vera democrazia, quale logica pu giustificare lesclusione di uno o dellaltro gruppo dal potere legislativo? Per

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una logica analoga sembra ingiustificabile che la corte costituzionale, organo vitale in qualsiasi democrazia, sia composta dal 93% di uomini. 3) Le donne sono portatrici di una cultura diversa. Ricerche psicologiche e sociologiche dimostrano che, mediamente, le donne sono pi propense a condividere valori democratici come luguaglianza, la responsabilit sociale, laccoglienza, la protezione dellambiente e meno propense ad accettare una struttura sociale gerarchica in cui un gruppo domina su di un altro e in cui le minoranze non vengono rispettate (Caricati, 2007). Per esempio, recenti studi condotti in Italia dimostrano che le donne, rispetto agli uomini, sono meno sessiste (Glick et al., 2004; Manganelli Rattazzi, Volpato e Canova, 2008), hanno minori pregiudizi verso gli immigrati (Manganelli Rattazzi e Volpato, 2001), un atteggiamento pi favorevole nei confronti della societ multiculturale (Mancini, Ceresini e Davolo, 2007) e aspirano di pi a una societ in cui i diversi gruppi sociali abbiano pari dignit. In Italia, come in altri paesi europei, sono soprattutto le donne ad appoggiare misure contro qualsiasi forma di discriminazione (Eurobarometro, 2008). In altre parole, sono loro le portatrici dei valori democratici per eccellenza. E proprio per questo che le istituzioni e, in particolare, i partiti progressisti non possono fare a meno delle donne, a meno che non vogliano rinunciare proprio alla realizzazione dei valori che li distinguono. 4) Lagenda politica incompleta senza le donne. Alcuni studi mostrano che, quando le donne diventano una presenza rilevante (pi del 30%) nelle istituzioni, cambia anche lagenda politica. Per citare solo due esempi, le ricerche di Lena Wngnerud (2000, per una rassegna vedi anche Wngnerud, 2009), condotte in

Svezia, indicano che le parlamentari donne dedicano maggiore attenzione a questioni come luguaglianza di genere e le politiche sociali. Cambiamenti simili nellagenda politica emergono anche dalle ricerche di Beaman, Duflo, Pande e Topalova (2007) condotte nellIndia rurale dove allaumento della presenza di donne nelle municipalit locali corrisponde laumento della spesa pubblica per servizi rilevanti per tutta la comunit, come le infrastrutture e gli impianti per lacqua. Con lincremento della presenza femminile non cambia solo lagenda politica, cambia anche la qualit delle soluzioni proposte. La ricerca sociale ha dimostrato che le idee migliori e pi innovative nascono in ambienti eterogenei, caratterizzati da diversit (Florida, 2003). Come affermato anche nei rapporti del World Economic Forum, solo usando il talento e la creativit di uomini e donne le societ moderne sono in grado di affrontare con successo i molti problemi sociali, economici, ambientali e diplomatici. Non a caso, la diminuzione del gender gap generalmente seguita da un aumento della competitivit economica e del prodotto interno lordo (Global Gender Gap Report, 2008). Ovviamente, questi vantaggi si verificano soprattutto quando donne e uomini vengono scelti secondo seri criteri di merito, cosa che non sempre si realizza nella selezione del personale politico. 5) Infine, la presenza delle donne potrebbe dare un importante contributo per fare pulizia allinterno della scena politica italiana. Sotto il profilo etico le donne sono meno accomodanti degli uomini. E ben documentata la loro minore propensione alla delinquenza di qualsiasi natura, dai furti agli omicidi: solo una piccola parte dei reati commessi in Italia imputabile a donne (Ministe-

ro degli Interni, 2006). Questo vale anche per molti crimini di tipo economico, come le truffe e le frodi informatiche, settori in cui solo il 22% dei reati sono compiuti da mani femminili. La situazione pi ambigua per la corruzione, settore in cui sono spesso coinvolte figure politiche. In questo caso non chiaro se la minor partecipazione delle donne rifletta la loro superiorit morale o, pi semplicemente, la mancanza di opportunit (Transparency International, 2009). Esiste comunque evidenza empirica che le donne sono, mediamente, meno tolleranti rispetto alla disonest e a pratiche immorali negli affari (Franke et al., 1997). Negli ultimi anni, la politica italiana ha conosciuto un degrado etico senza confronti nel mondo occidentale, a cominciare dallo sfruttamento sessuale delle donne. In Italia, ma non solo, gli scandali a sfondo sessuale coinvolgono quasi esclusivamente politici uomini, mentre le vittime sono prevalentemente donne. Anche quando esercitano il potere, in genere le donne non usano la propria posizione o i propri soldi per comprare sesso e non decidono le carriere altrui in base alla disponibilit a passare per il loro letto. Come i loro colleghi uomini, commettono altre scorrettezze, ma lo sfruttamento sessuale non fa parte della loro cultura. Ben venga, quindi, la presenza femminile in politica! Lanti-trust della politica Sulla base di tali considerazioni, proponiamo una norma anti-trust della politica tesa a limitare lo strapotere di un piccolo gruppo. Oggi gli uomini ultra-cinquantenni sono il 17% della popolazione italiana, ma costituiscono il 55% dei parlamentari; esiste quindi una concentrazione ingiustificata e anti-costituzionale del potere politico nelle mani di pochi. Di conseguenza, necessaria una norma anti-trust. Ci sono leg-

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gi che tutelano la concorrenza sui mercati economici, leggi che vietano alle imprese di abusare di posizioni dominanti a danno del consumatore. La stessa logica deve valere in politica. Quale regola pu ristabilire lequilibrio tra i generi? La regola pi semplice, applicabile nelle elezioni nazionali, locali ed europee, che in ciascuna lista elettorale venga inserita una donna ogni secondo posto. A livello europeo, questa richiesta in linea con la European Womens Lobby 50/50 Campaign for Democracy basata sul criterio che donne e uomini, costituendo la met della popolazione, debbano essere rappresentati in pari misura nelle istituzioni politiche. Non complicato. solo questione di logica. Quelle che invece non servono sono dichiarazioni di principio destinate a rimanere disattese. Come quando il PD dichiara uguaglianza di genere nel suo codice etico per poi far eleggere una donna ogni tre uomini, come successo alle recenti elezioni europee. Dichiarare il principio di parit nei programmi inutile se non si traduce tale dichiarazione in regole chiare, applicabili e fondamentale - osservate senza alcuna eccezione. Imparare da altri paesi: quote legislative e quote volontarie di partito Circa la met dei paesi del mondo ha messo in atto qualche misura tesa al riequilibrio della rappresentanza. I modelli cui ispirarsi sono tanti. Gi da tempo, nei paesi scandinavi, le donne rappresentano pi del 40% dei parlamentari. In Svezia, pi della met dei ministri sono donne. Di recente molti paesi hanno cercato di seguire questo esempio, introducendo diversi tipi di misure. Esempi sono il Ruanda, dove dal 2008 le donne sono pi della met dei parlamentari, e la Spagna

dove le donne costituiscono il 36% dei parlamentari e il 50% dei ministri. E interessante notare che tutti i paesi europei che sono riusciti in anni recenti a superare la soglia del 30% delle presenze femminili nella rappresentanza politica hanno raggiunto questo risultato attraverso lintroduzione di un sistema di quote. Krook (2007) ha passato in rassegna quattro scenari che favoriscono lintroduzione delle quote: a) Unampia mobilitazione dellelettorato femminile. b) La presenza di lite politiche illuminate che intuiscono che le quote possono recare vantaggi, anche al fine di ottenere maggiori consensi. Lesempio tipico quello dei Verdi che, in molti paesi, hanno introdotto al loro interno le quote, successivamente imitati da altri partiti. c) Un contesto normativo che sottolinea il valore delluguaglianza (non presente al momento in Italia). d) International sharing e contagio: a volte i paesi prendono esempio da altri paesi o si muovono sotto la spinta di istituzioni internazionali (come esempi vedi la UN convention for the elimination of all Forms of Discrimination against Women del 1979, la Bejing Platform for Action del 1995 e lHandbook on National Machinery to promote Gender Equality and Action Plans del Council of Europe del 2007). Quali modelli sono stati usati per conseguire la parit di genere in politica? Ci sono diverse possibilit, come dimostra un recente studio della Comunit Europea (Electoral gender quota systems and their implementation in Europe, 2008): si va dai lenti cambiamenti normativi (come quelli attuati in Finlandia e in Danimarca) allintroduzione delle quote. Le quote prendono principalmente due forme: quote legislative e quote volontarie. Le quote legislative, introdotte, ad esempio, in

Belgio e Spagna, hanno il grande vantaggio di essere valide per tutti i partiti; esse portano per a risultati positivi solo se accompagnate: (a) da indicazioni chiare sullordine in cui candidati e candidate devono essere posizionati nelle liste elettorali; (b) da sanzioni esplicite e rilevanti in caso di non rispetto della legge (per esempio, lesclusione della lista dalle elezioni piuttosto che una semplice sanzione finanziaria per i partiti che presentano liste non equilibrate). Paesi che hanno introdotto un sistema di quote senza una regola che garantisse la presenza delle donne ai primi posti delle liste elettorali hanno ottenuto risultati deludenti (si vedano, ad esempio, le esperienze di Francia e Slovenia). Lo stesso vale per paesi in cui la sanzione per la mancata osservanza della regole di tipo finanziario: spesso i grandi partiti preferiscono pagare la multa piuttosto che inserire candidate in posizioni favorite (Francia e Portogallo). Un problema intrinseco delle quote legislative per che difficilmente vengono approvato da un parlamento composto da una schiacciante maggioranza maschile. Laltro modello, sperimentato in Svezia, Norvegia, Austria, Germania, e diffuso soprattutto tra i partiti di sinistra, quello delle quote volontarie adottate da singoli partiti. Questo tipo di quota prevede che ciascun genere sia rappresentato nelle liste nella misura del 50% (Norvegia, Svezia), oppure che nessun genere sia rappresentato meno del 40% o pi del 60% (Austria, Germania, Irlanda). Anche in questo caso, lintroduzione di quote ha prodotto gli effetti sperati solo quando la norma includeva, oltre alla percentuale di candidati maschi e femmine, anche una regola sullordine di uomini e donne nelle liste. Il sistema in assoluto pi efficace quello dello zipper, del-

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la cerniera, in cui ogni secondo posto delle liste elettorali occupato da un dato genere. Almeno nel caso dei partiti grandi, questo

sistema porta molto vicino ad una rappresentanza del 50:50. Nessuno dei partiti italiani ha introdotto un simile sistema, limitandosi invece a inutili dichiara-

zioni di principio, ma rifiutando un sistema efficace di quote.


*Per gentile concessione di MICROMEGA pubblichiamo la prima parte dellarticolo comparso sulla rivista con il titolo 50/50, lantitrust della politica

Scuola e universit STUDENTI E POLITICA. LO STRANO CASO DELLA CATTOLICA Giorgio Uberti
Quando Padre Agostino Gemelli, nel 1921, ha fondato lUniversit Cattolica del Sacro Cuore mai si sarebbe immaginato la vivacit politica che questa sua creatura avrebbe contribuito a costruire. Qualche studente scherzando, afferma che varcato il portone secolare di Largo Gemelli si esca dallo Stato Italiano. Espatriare forse no, certo che lAteneo di Padre Gemelli, con le sue peculiarit rappresenta un caso pi unico che raro nel panorama accademico italiano. Peculiarit che troviamo anche nella costruzione delle aggregazioni politiche studentesche presenti e regolarmente riconosciute dalla Direzione di Sede. Oggi, volendo fotografare la situazione, troviamo tra i chiostri bramanteschi tutte le rappresentazioni dellarco parlamentare, extraparlamentare e culturale italiano. Esse hanno avuto e hanno una storia, unevoluzione e un percorso fatto di nascite o di mutamenti ma sempre nella cornice della vivacit intellettuale e politica. Anche la sola descrizione delle varie rappresentanze mostra come sia articolato il panorama. Procediamo con ordine. Volendo partire guardando a sinistra troviamo la lista Unit Lotta e Democrazia, ULD, gruppo fondato nel 1972 e il cui nome derivato dallunione dalle tre colonne politiche di riferimento: lUnit, Lotta Continua e Democrazia Proletaria. Da allora hanno occupato unaula che lUniversit gli ha riconosciuto formalmente solo nel 1981. Oggi si alternano e si dividono tra una produzione culturale legata in parte ai temi della Sinistra pi radicale e in parte al giustizialismo tipico dellItalia dei Valori. E presente poi La Formica Democratica, gruppo nato in contemporanea allUlivo, che rappresenta la cultura riformista e progressista; dal 2008 i componenti di tale gruppo hanno aderito ai valori del Partito Democratico. Proseguiamo con Capramagra, un movimento studentesco, totalmente apartitico, che ha visto la luce nel 2001 per iniziativa di alcuni studenti della facolt di Scienze Politiche per promuovere tematiche legate al terzomondismo, alla pace e allo sviluppo sostenibile. Ateneo Studenti e Athenaeum rappresentano i due movimenti legati a Comunione e Liberazione, la quale ha saputo unire sotto la sua bandiera, a volte creando e a volte assorbendo, gruppi quali: Cattolici Popolari, Oltre il suono (il gruppo musicale) e Cavallo Rosso (il gruppo enogastronomico). Sul piano dei movimenti cattolici, ma in contrapposizione con Comunione e Liberazione troviamo lo storico gruppo della FUCI, Federazione Universitaria Cattolica Italiana, nata dal non expedit di fine ottocento, tra cui figurano, come presidenti nazionali gli stessi Andreotti e Moro. La FUCI presente in Universit Cattolica dagli anni sessanta e mantiene un legame molto forte con lAzione Cattolica Ambrosiana. Volendo proseguire con la nostra fotografia non possiamo tralasciare gli Studenti per la Libert, il gruppo nato da alcuni sostenitori di Forza Italia, presente in Cattolica dal 2002. Da quellanno il gruppo si spartisce larea politica con Azione Universitaria, di riferimento alla exAlleanza Nazionale e ad Azione Giovani i quali hanno raccolto leredit dei FUAN missini (Fronte Universitario dAzione Nazionale). Con una storia pi lunga e travagliata, sono presenti anche i due gruppi pi localisti, la Comunit Antagonista Padana, i secessionisti, legati al Fronte della Lombardia, nati nel 2001 da una costola del pi ampio, Movimento Universitario Padano, dei Giovani Padani, lista presente in universit proprio dalla dichiarazione dindipendenza della Padania da parte di Umberto Bossi nel 1996. Ultimo, ma non meno importante, troviamo il Comitato Universitario Iniziative di Base (CUIB), acronimo che richiama i nidi Rumeni della Guardia di Ferro e che si rifanno ad unideologia fascista o nazionalsocialista. Il gruppo si recentemente diviso per dare alla luce il Blocco Studentesco Universitario, nato da Casapound prima del distacco dalla Fiamma Tricolore. In coda a

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tutte queste sigle non possiamo non citare aggregazioni minori quali, Amici dellUniversit Cattolica, il MOvit, movimento per la Vita, la Libera Associazione Studenti dei collegiali dellAugustinianum, il Circolo nato dai Circoli del buongoverno di DellUtri e i goliardi dellOrdo Monattorum. La sopravvivenza di questi gruppi dipende, in parte dai fondi che luniversit mette a disposizione ogni anno, in parte dalle affissioni di dazibao

nel chiostro che luniversit lascia in gestione agli studenti e in parte dalle attivit culturali, organizzate nei modi pi disparati. I gruppi politici concorrono ogni due anni alle elezioni accademiche. Le ultime, svoltesi il 13 Maggio 2009, hanno assegnato 39 Consiglieri di Facolt ai due gruppi di Comunione e Liberazione, cinque agli Studenti per la Libert, due a Unit Lotta e Democrazia e uno rispettivamente a Formica Democratica, Movimen-

to Universitario Padano e Capramagra. "Nel frattempo la vivacit politico-culturale prosegue nei chiostri di Largo Gemelli coinvolgendo sempre una fetta molto piccola di studenti, parliamo del 10-15 per cento, per tutti gli altri lunico vero obiettivo laurearsi il prima possibile evitando queste distrazioni al prezzo di trasformare luniversit stessa in un, pi triste e meno stimolante, esamificio."

Metropoli LEXPO E LA SICUREZZA DEI CANTIERI Pietro Salmoiraghi


Prima di addentrarmi nella specifica problematica di una corretta gestione della sicurezza nei futuri CANTIERI EXPO vorrei fare una breve premessa. Il tema scelto per lesposizione NUTRIRE IL PAESE, ENERGIA PER LA VITA indubbiamente molto interessante, cruciale com per lintero pianeta. Ma vorrei rammentare, visto che intendo affrontare il tema della sicurezza sul lavoro, che unagricoltura sostenibile tra laltro quella che, oltre a dar da mangiare allumanit, permette di evitare morti, infortuni sul lavoro e malattie professionali: troppi nel settore specifico, uno tra i pi coinvolti (per non parlare dei danni alla salute degli operatori e di tutti i cittadini causati dallinquinamento chimico dove lagricoltura in misura, paradossalmente, di gran lunga pi cospicua di quanto sia imputabile allIndustria.) Va per inciso ricordato quindi che in Agricoltura si muore per incidenti sul lavoro quasi pi che nellindustria in genere e nel settore delle costruzioni in particolare. E che spaventosa anche tra i lavoratori agricoli lincidenza delle malattie professionali: le patologie da lavoro sono cresciute in un biennio dell'11%. Pure mi pare che non esistano, per le Aziende agricole (pur soggette al Testo Unico D.Lgs. 81/08), un profluvio di leggi e norme neppure lontanamente paragonabile a quello dellIndustria manifatturiera o dei Cantieri edilizi. E al contempo sono generalizzati anche nel settore agricolo fenomeni di lavoro in nero, caporalato, sfruttamento degli extracomunitari... Al sud quanto al nord. Sarebbe quindi opportuno e doveroso che gli enti promotori e il comitato scientifico simpegnassero a far si che, quello della sicurezza nelle produzioni agricole fosse uno degli argomenti trattati seriamente e prioritariamente in sede espositiva. Ci detto, mi parrebbe imprescindibile che tutti quanti siano a vario titolo coinvolti nel e dal progetto EXPO se impegnassero formalmente ed esplicitamente a promuovere una campagna di informazione e prevenzione con ogni mezzo possibile perch i cantieri dellexpo potessero vantare, alla fine dei lavori, nessun grave infortunio e, soprattutto, nessuna morte bianca. Sarebbe la diretta testimonianza presso tutto il mondo che ci guarda - e ci guarder - della capacit del nostro paese (e di Milano e Lombardia tutta quando vuole) di affrontare civilmente problemi di cos ingente attualit e pregnanza. Unoperazione di sensibilizzazione che non si fermi quindi solo agli operatori del settore e agli enti preposti: ma coinvolga lintera cittadinanza rendendola, infine, profondamente consapevole. La sicurezza , o dovrebbe essere, un fatto di maturit culturale dellintero paese: non solo dei tecnici! Non passa giorno che non si abbia notizia di qualche grave incidente sul lavoro: spesso mortale. Pure, a ben guardare i dati statistici (anche e soprattutto in Lombardia: e in provincia di Milano in particolare) ci si rende subito conto che non solo tali morti accidentali, ma i gravi infortuni sul lavoro, sono ben pi frequenti degli atti di violenza (omicidi, stupri, rapine... ) che si riscontrano sui medesimi territori. Certo, non che non si cerchi di intervenire. Daltra parte, in particolare a Milano, per lEXPO si ha limpressione che, nonostante le nuove leggi in proposito, si stia verifi-

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cando unemergenza nellemergenza generale. Sono appena incominciate le operazioni per lEXPO del 2015 e gi - del tutto correttamente - ci si allarma per le possibili infiltrazioni mafiose in fase di aggiudicazione degli appalti. Gi in passato (Mondiali di calcio, Nuova Fiera di Milano a Rho/Pero...) abbiamo in forma maggiore o minore dovuto assistitere a tali ingerenze. E ai conseguenti guasti. N si cerca con la necessaria consapevolezza di eliminare almeno alcune delle cause, il terreno di cultura che permette e agevola il fenomeno. A titolo di esempio: limpressione che (vero che manca ancora una discreta quantit di tempo per la concreta realizzazione) le varie burocrazie e la politica se la stia prendendo comoda. Ma mentre un Convegno, persino una Mostra, si possono anche mettere insieme con una certa rapidit ed efficacia, diverso il discorso che concerne i Cantieri propriamente detti. Infatti, siccome a un certo punto le scadenze finiranno per diventa-

re impellenti e ineludibili, le conseguenze nei ritardi si rifletteranno sulla durata dei tempi di progettazione, sullaccuratezza delle procedure dAppalto. In fase di progetto i Professionisti incaricati (e i Coordinatori per la sicurezza in fase di progetto previsti per legge) non avranno il tempo materiale per verificare lattendibilit delle procedure adottabili per produrre i manufatti in sicurezza. Infine Direttori lavori e Coordinatori in fase di realizzazione (pressate come saranno le imprese vincitrici degli appalti da scadenze e penali) avranno vita dura nel cercare di far applicare correttamente quelle norme in grado da limitare lincidentalit: ovvero gli infortuni nei loro cantieri. Questa SITUAZIONE DI EMERGENZA CHE TENDE A MANIFESTARSI PER LEXPO non deve farci dimenticare linadeguatezza che comunque si riscontra nel nostro paese per tutto il comparto edilizio. Certo, in primis, sul versante delle Imprese Edili (le imprese edili in Italia sono pi di seicentomila: fin qui

nulla di grave. Resta per il fatto che, come notano Gloria Domenighini e De Albertis di Assimpredil-Ance: Lunica informazione disponibile al mercato il certificato antimafia. Ma serve a poco e Oggi in Italia, per accedere al settore delle costruzioni, basta iscriversi alla Camera di Commercio. Non deve essere dimostrata n accertata alcuna competenza personale: tanto meno in merito a sicurezza e salute delle maestranze impiegate... ). Ma che dire dei Professionisti. Siano essi Ingegneri, Architetti, Geometri, Progettisti e/o Direttori dei Lavori. Quanto inerente la sicurezza e salute (e, pi in generale, la gestione dei cantieri in tutti i loro aspetti) non perlopi materia che venga insegnata a pieno titolo, con un minimo di approfondimento, non esiste nei piani di studio. Se ne accenna, qua e l, in qualche corso: senza un preciso costrutto. E gli Ordini professionali che hanno da dire? Nulla. Non lo si dice cos, tanto per dire: questo un vero e proprio appello ad adeguarsi rapidamente!

Urbanistica I NUOVI POVERI DELLURBANISTICA Jacopo Gardella


Oggi uno Stato Civile ha lobbligo di assicurare un servizio sanitario gratuito, esteso a tutti i cittadini (articolo 32 della Costituzione). Cos come ha lobbligo di garantire un servizio scolastico gratuito a favore di tutti i minorenni (articolo 33 della Costituzione). Avrebbe anche lobbligo di far rispettare leguaglianza di fronte alla legge, valida per tutti, senza distinzioni sociali (articolo 3 della Costituzione). Ma se alcuni possono pagarsi lavvocato e, altri no, quellobbligo non pi rispettato, cos come non verrebbe rispettata la tutela della salute se alcuni malati possono rimborsare il medico e altri no; n garantire il diritto allistruzione se alcune famiglie possono sostenere i costi della scuola e altre no. Oggi si stanno verificando innumerevoli casi dingiustizia urbanistica; e tuttavia le possibilit di impedire queste violazioni, a volte molto gravi, sono riservate solo a quanti hanno i mezzi economici per ricorrere alle prestazioni di un avvocato. Il gratuito patrocinio oggi, in realt, non esiste; non esiste, di fatto, il difensore civico, pagato dallo Stato per proteggere il cittadino debole dalle ingiustizie che possono venirgli inflitte da Enti pubblici o privati. A Milano si sono costituiti numerosi Comitati Volontari di cittadini, uniti per difendere i loro diritti dalle ripetute prepotenze commesse a loro danno da costruttori privati; e ufficialmente autorizzate dal Comune: altezze superiori a quelle consentite; volumetrie maggiori di quelle prescritte; aree verdi distrutte in spregio alle norme vigenti. Gli sforzi di chi tenta di arginare queste veri e proprie ingiustizie amministrative sono spesso destinati a fallire non per mancanza di coraggio, di energia, di volont, ma soltanto per mancanza di danaro. Le azioni legali, intentate da cittadini contro gli speculatori privati e contro gli Enti Pubblici che li spalleggiano, richiedono il con-

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corso di avvocati esperti ed energici, e perci costosi; del resto si sa quanto siano costosi gli avvocati di fama a cui si rivolgono gli imprenditori immobiliari. La maggior parte delle persone che aderiscono ai Comitati Volontari di protesta non posseggono i mezzi economici necessari a sostenere lonorario di un professionista serio e preparato. Se la

somma indispensabile non raggiunta si costretti a sospendere lazione legale e rinunciare a far valere le proprie ragioni. Lingiustizia vince e dilaga l dove la giustizia non difesa e tutelata dallo Stato; dove lo Stato non in grado di procurare a chi ne ha bisogno un valente difensore civico. Dal momento che vige il principio del legittimo ricorso in giudi-

zio per la difesa dei propri interessi (articolo 24 della Costituzione), doveroso che ai non abbienti vengono assicurati i mezzi per esercitare tale ricorso. Non una grave lacuna delle nostre istituzioni ignorare questo fondamentale principio giuridico? E tollerare che nessun partito politico, n di destra n di sinistra, simpegni a farlo rispettare?

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Lettera di Daniela Volpi e Valeria Bottelli *


La professione di architetto bella ma per i giovani difficile da iniziare: cosa stato fatto per loro e cosa fare per intraprendere la professione con successo. Il tema dei giovani sembra ben presente nella lista di priorit di un Consiglio che conta circa 13.000 iscritti, di cui circa il 40% under 40. Se nel passato la situazione giovanile era dura, oggi davvero critica. La crisi economica colpisce tutti i settori e indubbiamente c meno lavoro. Soprattutto pi difficile chiudere il cerchio dalla formazione, al tirocinio, al lento ma pur sempre possibile accesso ad una libera professione, singola o associata, tale da garantire un lavoro di qualit, dignitoso, con una retribuzione accettabile. Tuttavia, desidera intraprendere questo mestiere affascinante ed disposto a dedicare molto studio e molto sacrificio. Ecco cosa aspettarsi dai primi anni di professione: 1. Studiare molto e in modo molto approfondito 2. Specializzarsi (oggi non c posto per i laureati generici) 3. Fare tirocini o stage allestero (possibilmente in gros-si studi, anche mal pagati) 4. Imparare le lingue (oggi un architetto opera in un mercato mondiale, cominciando gi dagli scambi durante l'universit, Erasmus ecc. 5. Essere disposti a spostarsi e a quasi non guadagnare dall'architettura fino ai 35 anni (mantenendosi con espedienti, doppi lavori, sviluppando la capacit di inventarsi il lavoro, come in parte sempre stato) 6. Non avviare studi da soli, oggi i costi sono proibitivi, ma creando reti professionali anche multidisciplinari per condividere idee, clienti, professionalit specifiche e costi fissi. Certo, questo decalogo non lascia spazio, almeno allinizio, a sogni di gloria o fulgide carriere ben remunerate. E poi c' il difficilissimo tema, che riguarda un'ampia fascia di iscritti, della apparente libera professione che in realt maschera mansioni di lavoro simil dipendente presso studi professionali, con contratti di lavoro che non garantiscono una adeguata retribuzione, tutela, sguardo sul futuro. Nel tentativo di portare alcuni miglioramenti in questa difficile situazione, il Consiglio dellOrdine degli Architetti di Milano, negli anni, ha messo a punto diverse iniziative, per facilitare ai giovani colleghi questi primi anni cos in salita, spesso rispondendo anche a specifiche richieste rivolte al consiglio dai nuovi iscritti, per mail o negli incontri di benvenuto all'atto dell'iscrizione. Il progetto primo. Poich lOrdine ha un suo commissario agli Esami di Laurea, ha deciso, in collaborazione con la fondazione ADI, di selezionare le migliori tesi e di assegnare loro un premio in denaro. Un piccolo riconoscimento al contributo intellettuale di tanti anni di studio. Insieme alla Consulta degli Ordini Lombardi, lOrdine milanese ha promosso la Rassegna lombarda di architettura Under 40. Nuove proposte di Architettura, un premio, giunto alla sua seconda edizione, nato per dare risalto ai giovani architetti della regione. Tale iniziativa, che ha avuto giurati del calibro di Mario Botta e Cini Boeri, stata raccolta in due pubblicazioni, inviate alle amministrazioni pubbliche e ad aziende potenziali committenti, proprio per dare risalto e visibilit alle capacit di giovani professionisti. Nel 2007 questo Consiglio ha completamente ristudiato il sito internet www.ordinearchitetti.mi .it, offrendo, al suo interno, diversi servizi dedicati principalmente a chi inizia la professione. Il sito, infatti, viene visitato da circa 3.000 persone ogni giorno ed divenuto un riconosciuto e autorevole portale di informazioni, strumenti e servizi per la professione. LArea riservata. Ciascun iscritto ha a disposizione uno spazio web in cui avere una certa visibilit, dal curriculum al portfolio progetti un mini sito personale in cui caricare i propri lavori (a oggi sono stati caricati oltre 800 progetti), questo in risposta ad una richiesta di visibilit di difficile attuazione sulla stampa specializzata. Sul sito molto visitata la rubrica cerco e offro, dove vengonopubblicati 15 annunci di offerta e ricerca di lavoro al giorno (circa 5.000 allanno), dedicati soprattutto a posizioni junior. Questo Consiglio ha istituito inoltre sportelli di consulenza gratuita per gli iscritti, che, su prenotazione, possono ottenere ragguagli su tariffe, Inarcassa, pratiche edilizie, fisco, urbanistica, diritto e software. Questi sportelli sono frequentati principalmente da giovani architetti, che difficilmente potrebbero permettersi consulenze qualificate. Per aiutare i professionisti a districarsi in un mercato sempre pi competitivo, con il Consiglio Nazionale, lattuale Consiglio ha partecipato alla stesura del nuovo codice deontologico e a quella dei protocolli prestazionali, importanti strumenti per coprire da un lato l'asimmetria informativa tra committenti e

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professionisti, e dall'altro per poter disporre di un utile strumento per la corretta definizione dell'incarico, in particolare oggi con la derogabilit dai minimi tariffari. Ultima, non per importanza, lofferta di corsi di aggiornamento e specializzazione altamente qualificanti e a prezzi politici. In un mercato non facile ci sar lavoro sollecitato dalle nuove normative, come la certificazione energetica e la sicurezza nei cantieri e sempre maggiore importanza avr, secondo Valeria Bottelli, la capacit di avere una visione flessibile e complessa della commessa di architettura,

con competenze estremamente varie, che spaziano da competenze di marketing e prefattibilit anche economica, a tutte le competenze di poetica e composizione architettonica tradizionalmente associate al lavoro di architetto, alla capacit di fornire un servizio integrato e prolungato anche alla manutenzione e alla relazione con la clientela dopo la fine del lavoro. Fondamentale a suo parere per il giovane architetto costruirsi una formazione complessa, multidisciplinare, internazionale, tale da poter rispondere a richieste estremamente diversificate. Concludiamo con uno sguardo allEuropa. Lattuale Consiglio,

se riconfermato, intende dedicare risorse allo Sportello esteri, gi in avanzato stato di studio. Un portale in cui favorire gli scambi con i colleghi europei, la partecipazione a concorsi internazionali, gli stage, oltre alla creazione di un gruppo giovani dedicato a stimolare il Consiglio con proposte e iniziative specifiche tali da interpretare le necessit specifiche dei giovani. *Daniela dellOrdine di Milano Consigliere dellOrdine di Milano Volpi, Presidente PPC degli Architetti - Valeria Bottelli, Segretario PPC degli Architetti

RUBRICHE
MUSICA Questa rubrica curata da Paolo Viola rubriche@arcipelagomilano.org PAPPANO E ISOTTA
Non ci sarebbe mai venuto in mente di commentare la Missa Solemnis di Beethoven che abbiamo ascoltato il 24 ottobre scorso al Santa Cecilia di Roma e dunque lontano dal nostro ... arcipelago - se non ne avesse parlato Paolo Isotta il successivo 1 novembre sul Corriere della Sera, facendola cos approdare in area meneghina. Inoltre di questa Missa avevamo scritto proprio la settimana scorsa, ricordando che vi si era cimentata da poco lOrchestra Verdi diretta da Xian Zhang nella chiesa di San Marco a Milano, e accostandola alle ben tre esecuzioni della Messa da Requiem di Verdi (tutte nel 2009, lultima - di Barenboim lascolte-remo nei prossimi giorni alla Scala), sorpresi da questo improvviso amore per la musica sacra romantica.Ebbene Isotta, con quello strano linguaggio arcaico che spesso rasenta lincomprensibilit, a proposito dellesecuzione romana diretta da Antonio Pappano fa un ragionamento che ci lascia molto perplessi e che invita a qualche riflessione. Dice Isotta ... esecuzione troppo disinvolta... troppo brillante... troppo serrata. Non vera un filo daria che circolasse nella trama; la dinamica non era variata, ma su di un perpetuo fortissimo(sic)... e ancora ...uno schiacciamento reciproco di cori e orchestra fino quasi a produrre un inintelligibile e troppo veloce corpo... ..Fin qui possiamo essere daccordo con lui ed osserviamo che analoghe considerazioni avevamo fatto a proposito delle Messe verdiane di Marshall e della Zhang, tanto da chiederci che succede. Perch oggi appena possono tutti urlano, corrono, usano cori e orchestre come truppe dassalto, sfuggono le sfumature e lintimit, amano colpire allo stomaco il pubblico quasi a volerlo attonito e senza respiro? Nel caso di Roma bisogna dire (ma Isotta non lo ha detto) che a un certo momento, come se la piet avesse finalmente preso il sopravvento, con il Benedictus tutto cambiato, ed stato un momento di altissima poesia e dolcezza, magnificamente interpretato dal primo violino dellOrchestra romana Carlo Maria Parazzoli sensibilissimo musicista insieme alla sempre straordinaria contralto Anna Larsson. Un raro e magico momento di grande musica.

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Le parole che ci hanno invece sorpreso del critico del Corriere sono quelle che concludono lelzeviro Cerano stati Jochum e Karajan ... e il risultato conseguito da ambedue porta ancora le lacrime sul ciglio asciutto. Un altro verr. Non potrebbe costui esser lo stesso Pappano qualora approfondisse la conoscenza e linte-rpretazione delle fibre del gran Monstrum?. differenza dinterpretazione sicuramente pi netta in Jochum, ma quanto ad enfasi e a magniloquenza anche Von Karajan non scherzava!) come pu venire in mente allIsotta che Pappano, let-

to il suo articolo, ne venga illuminato e si precipiti a rileggere la Missa in modo diametralmente opposto a come ce lha proposta laltra sera? (Ci prepotentemente tornato alla mente il Nostro quando qualche anno fa e sempre sul Corriere fece una durissima stroncatura del Tristano di Claudio Abbado - fu una delle esecuzioni pi memorabili di quello straordinario inno damore wagneriano - mentre si prodigava quotidianamente nelle sperticate e acritiche lodi di qualsiasi prestazione di Riccardo Muti, in ogni occasione, spesso a dispetto delle aspre critiche che gli

venivano formulate da tutto il mondo musicale). Intanto sabato scorso Pappano ha inaugurato la stagione della Filarmonica della Scala con un programma tutto russo (Glinka, Prokofief e Rachmaninov) ma, ahim, non deve avere letto Isotta perch le sue esecuzioni erano quanto di pi disinvolto, brillante e serrato si potesse immaginare, ha fatto volare sul pianoforte le mani della ventiduenne - bravissima e bellissima - Yuja Wang e ha letteralmente mandato in visibilio il pubblico milanese.

ARTE Questa rubrica curata da Armanda Motta rubriche@arcipelagomilano.org


Dopo Enzo Cucchi approda alla Triennale Bovisa Sandro Chia, artista di fama internazionale e noto esponente della Transavanguardia. La formula, gi collaudata con Cucchi, della mostra-laboratorio interattiva di Atelier Bovisa prevede esposizione di opere e workshop ai quali sar presente lo stesso Chia, insieme al curatore della mostra, Maurizio Vanni. Ecco allora un percorso completo dalle opere alla storia, alle parole che aiuter il visitatore a meglio comprendere la vicenda dellartista toscano: da La supercacciata dallEden ai cinque grandi dipinti a olio realizzati appositamente per questa mostra, da cinque video installazioni studiate in modo da restituire al visitatore latmosfera dellatelier a unulte-riore installazione-parete con oltre settanta disegni, un racconto minore inedito, unauto-biografia per immagini, oltre a disegni che rinviano ad aneddoti, pensieri e vicende esistenziali. Il prossimo workshop, il 1 dicembre, subito dopo avere affrontato Limportanza del marketing nella cultura contemporanea, si sofferma su Il cuore delle cose. Larte contemporanea e i cinque sensi. Seguir il 12 gennaio Eros e Logos. Creativit neuroestetica e lemisfero destro del nostro cervello. Sandro Chia. Triennale Bovisa, via Lambruschini 31 - orario: marted-domenica 11/21, gioved 11/23. Fino al 15 gennaio. Quali sono le frontiere della riproducibilit del corpo umano, sia sotto il profilo della rappresentazione che ne stata data nelle arti, ma anche e soprattutto nella scienza e nella tecnologia? Dagli automi ai robot in senso stretto, materia di questa mostra che affronta in modo originale un tema non tra i meno frequentati. Lo fa ripartendo il percorso in due sezioni. Quella allestita a Villa Ciani rievoca la storia degli automi a partire dalla Grecia classica fino ai nostri giorni, includendo androidi e robot della pi avanzata tecnologia. La sezione ordinata al Museo dArte un excursus attraverso le principali correnti della storia dellarte del 900, esplicitando i mutamenti introdotti da un rapporto uomo-macchina radicalmente diverso rispetto al passato. Ci sono opere Dada, Futuriste, Surrealiste, legate alla tradizione del Bauhaus, accanto alle macchine di Tinguely e Munari, e a opere di artisti quali Agnetti, Nam June Paik, Louise Bourgeois, Rebecca Horn e altri. Corpo, automi, robot. Tra arte, scienza e tecnologia. Lugano, Museo dArte, Riva Caccia 5 e Villa Ciani, Parco civico orario: marted-domenica e 28 dicembre 10/18; 24 dicembre 10/16; 1 gennaio 14/18; chiuso luned e 25-26 dicembre. Fino al 21 febbraio. Un centinaio di opere di grandi e grandissime dimensioni, la rassegna, a cura di Marco Meneguzzo che inaugura la nuova stagione espositiva al Serrone rievocando anni che portarono a un radicale mutamento nel concetto di Arte, con la cosiddetta fine delle avanguardie, con la riscoperta della pittura, e con il grande cambiamento dellintero sistema artistico. Dalla Transavanguardia italiana ai Nuovi Selvaggi tedeschi, dai graffitisti statunitensi alla

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Young British Sculpture, dagli Anacronisti ancora italiani alla Figuration Libre francese: circa 50 artisti - da Mario Schifano a Mimmo Paladino, da Francesco Clemente a Luigi Ontani, da Georg Baselitz a Markus Lupertz, da Anselm Kiefer a Helmut Middendorf, da Keith Haring a Jean Michel Basquiat, da Peter Halley a Julian Schnabel, da Miqurel Barcel a Anish Kapoor a Tony Cragg aiuteranno a comprendere quel discusso periodo e l'esplosione di vitalit che fu alla base dell'espressivit pi autentica e immediata. Gli anni 80. Il trionfo della pittura. Da Schifano a Basquiat. Serrone della Villa Reale di Monza, e allArengario - orario: tutti i giorni, tranne il luned, 10/18. Fino al 14 febbraio.

alle 15 solo su prenotazione per gruppi e scolaresche, minimo 30 persone. Fino al 17 gennaio.

Approda per la prima volta in Italia una selezione di una cinquantina di opere dellimportante collezione di pittura spagnola dellErmitage: le tele pi belle del XVI e del XVII secolo con i grandi protagonisti della scena artistica internazionale, come Velzquez, Murillo, Ribera, Zurbaran, oltre ad alcune opere scelte di autori di indubitabile valore, quali Antonio de Pereda e Francisco Ribalta. I primi capolavori spagnoli arrivarono in Russia grazie a Caterina II: tra questi figurano in mostra La preparazione dei dolci, un dipinto ritenuto per lungo tempo di mano di un artista fiammingo e, solo recentemente, attribuito a Bartolom Esteban Murillo, lImmacolata Concezione di Murillo o ancora la tela dimpronta caravaggesca, ma con evidenti riflessi della scuola veneziana, raffigurante La morte di San Giuseppe. Da Velzquez a Murillo - Il Secolo doro della pittura spagnola nelle collezioni dellErmitage. Pavia, Castello Visconteo - orario: marted-venerd 10/13 e 15/18; sabato, domenica e festivi 10/20; luned dalle 10 alle 13 e dal marted al venerd dalle 13

Ancora Giappone a Palazzo Reale, ma non il Giappone dei Samurai, bens limmagine di unesistenza lieve e appagante veicolata dallukiyo-e, Una delle espressioni pi significative di quella corrente pittorica furono certamente le Shunga, termine giapponese che allude alle immagini della primavera, opere a soggetto erotico, create con la tecnica della xilografia policroma, la cui massima fioritura fu tra il 1603 e il 1867. Le shunga furono parte primaria della produzione dei pi importanti artisti del tempo, come Harunobu, Koryusai, Kiyonaga, Utamaro e Hokusai, tutti presenti in mostra con 100 opere, 30 libri originali e alcuni preziosissimi Kimono. Ma le apprezzarono molto anche i contemporanei, sia come stampe, sia come illustrazioni per romanzi erotici e per manuali destinati alleducazione delle cortigiane e delle giovani spose. Considerate per molto tempo immagini di carattere pornografico, nonostante il loro indubbio valore artistico, le shunga sono state oggi rivalutate come espressione alta della cultura giapponese, nonch specchio raffinato dei costumi dellepoca, ma anche come uno dei vertici dell'espressione dell'eros nell'arte. Shunga. Arte ed eros in Giappone nel periodo Edo. Palazzo Reale - orario: 9.30/19.30, luned 14.39/19.30, gioved 9.30/22.30. Fino al 31 gennaio.

pico invece dei decenni successivi. Un bel modo di investire nel mercato dellarte, facendo di ogni mostra unoccasione per accedere a nuove acquisizioni. A cura di Marco Meneguzzo, questa esposizione dedicata a quegli artisti che dalle due sponde dellOceano e con motivazioni differenti, hanno cercato radici e modi espressivi in due ambiti culturali differenti. Trenta le opere in mostra, scoperte in collezioni private o di Fondazioni, e tutte realizzate tra il 1945 e il 1963. Dai grandi protagonisti di quella stagione, agli artisti minori, ma non meno interessanti: Afro, Burri, Cagli, Consagra, Donati, Dorazio, Marca Relli, Marini, Nivola, Arnaldo Pomodoro, Savelli, Scarpitta, Scialoja, Twombly e non solo. Italo-Americani - Arte tra USA e Italia dalla ricostruzione al boom. Galleria Fonte dAbisso, via del Carmine 7 - orario: martedsabato 10.30/13.30 e 15/19.) Fino al 21 gennaio.

I rapporti tra America e Italia nel periodo compreso tra la fine della seconda guerra mondiale e larrivo in massa della Pop Art a met anni 60. Non solo non mancarono, ma furono intensi, continui e biunivoci, senza alcun senso di sudditanza culturale, ti-

Impeto e poesia non facevano mai difetto alle sue tele a tema storico, quelle che gli valsero le pi rosee previsioni da parte di Francesco Hayez alle Esposizioni di Brera e, sebbene si chiamasse Pasquale Massacra fu la vita a fuggire da lui, privandolo del tempo necessario a dimostrare il proprio talento: mor appena trentenne, vittima assai prematura dei suoi ideali antiaustriaci. La mostra a Pavia, a cura di Susanna Zatti, un risarcimento alla memoria di questo illustre cittadino pavese (18191849). Massacra stato un artista pienamente calato nel clima romantico, interprete sensibile e innovativo della pittura di storia, guardando immancabilmente a Francesco Hayez, ma muovendosi gi in una direzione che sar condivisa da Domenico Morelli e Federico Faruffini. Sono 60 le opere selezionate, nel segno di una forte carica emotiva, ma anche della capacit di fare riflettere

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sul significato profondo dellepisodio trattato. Impeto e Poesia. Pasquale Massacra pittore romantico tra storia e mito. Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, viale XI Febbraio 35 orario: marted-venerd 10/13 e 15/18; sabato, domenica e festivi 10/13 e 15/19. Fino al 13 dicembre. Larchitetto americano Frank O. Gehry al centro di una mostra curata da Germano Celant, nellambito di Triennale Architettura. Una rassegna che prende in esame solo lattivit svolta tra il 1997 e i giorni nostri, perch solo da allora Gehry diventato Gehry. Non che prima non lo fosse basta pensare alla Dancing House di Praga ma il nome dellarchitetto americano risuona da che la sua mente ha partorito il Guggenheim Museum di Bilbao, come Athena generata dalla testa di Zeus. Una rivoluzione non solo per la citt basca che improvvisamente si ritrovata al centro di veri e propri pellegrinaggi come il Santuario di Fatima, ma anche e soprattutto dal punto di vista dellesplosivo linguaggio architettonico adottato, della complessit delle tecniche costruttive, dellinedito e sgargiante rivestimento in titanio. La rassegna stata realizzata con la diretta collaborazione dellarchitetto che ha scelto i progetti da esporre, molti dei quali inediti e selezionati anche in unottica di pi stretto legame con il territorio, che per Gehry non sembra essere stata una priorit. Dunque, disegni autografi, disegni di studio, elaborazioni in 3D, modelli e fotografie del DZ Bank Building di Berlino, dellInteractive Corporation Headquarter di New York (20032007), dellArt Gallery of Ontario, del Guggenheim di Abu Dhabi, la cui progettazione cominciata tra il 2005 e il 2006, ma anche di edifici gi realizzati come il Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, la Corcoran Gallery di Washington DC (1999-2005),

il complesso abitativo di Beekman Street a New York (20032009). Frank O. Gehry dal 1997. Triennale. Viale Alemagna 6 orario: 10.30/20.30, gioved fino alle 23, chiuso luned. Fino al 10 gennaio.

via Francesco Sforza 7 orario: 10/12 e 14/18, chiuso domenica. Fino al 10 novembre.

La sintonia di Usellini con gli scrittori fatto assodato, come pure i contenuti narrativi e teatrali delle sue opere. Buona idea, quindi, quella di dedicargli una piccola mostra in occasione del Congresso dellInternational Federation of Library Association and Institutions (Ifla) che si svolto a Milano in agosto. Pretesto graditissimo: la rassegna tuttora in corso, allestita lungo lo scalone monumentale della Sala del Grechetto. Per chi, come fu per Raffaele Carrieri, vede nelle immagini di Usellini un sollievo per tutti, o per chi, come Tom Antongini, segretario di DAnnunzio e scrittore, ha la facolt di godere con intensit fisica anche della pura gioia del cervello, loccasione ghiotta. Dellartista milanese, morto per infarto nel 1971 nelladorata casa di Arona aveva 68 anni sono esposti quadri che traboccano di immaginazione, forza narrativa, originalit e fantasia creativa. Fra tutti la monumentale Biblioteca magica del 55, un po Brera, un po luogo mitico dove il meglio della storia e della letteratura si sprigiona dalle pagine di polverosi volumi, prendendo vita e regalandone con generosit. Singolare vicenda creativa quella di Usellini, le cui ragioni vanno sempre ricercate nel suo ricchissimo mondo interiore, nella sua infanzia, nei cospicui retaggi dell'educazione alla scuola dei Gesuiti, nella settecentesca casa di Arona, teatro prediletto di rappresentazioni che conservano, nel gusto per il particolare sorprendente, un genuino sapore tardo-gotico. La biblioteca magica di Gianfilippo Usellini. Palazzo Sormani,

Milano culla della Scapigliatura. Movimento artistico e letterario cui dedicata lampia rassegna a cura di Annie-Paule Quinsac e di un variegato comitato scientifico costituito da esperti di musica, letteratura, teatro e architettura. Una denominazione che rinviando a chiome disordinate, allude in realt a vite dissolute e scapestrate. Ribelli, appunto, come i protagonisti del romanzo di Cletto Arrighi La Scapigliatura e il 6 febbraio (1861-62) che ha dato il nome a questo mix di fermento intellettuale, impegno sociopolitico e arte, destinato a scompigliare come un pandemonio la Milano tardo ottocentesca. La mostra documenta lintera stagione, a partire dagli anni 60 dell800 fino allinizio del 900. 250 opere, tra dipinti, sculture e lavori grafici, dalla pittura sfumata del Piccio allintensit coloristica di Faruffini, alle innovazioni di Carcano, fino Ranzoni, Cremona, Grandi che segnano il momento doro della Scapigliatura, ma anche Paolo Troubetzkoy, Leonardo Bistolfi, Medardo Rosso, Eugenio Pellini, Camillo Rapetti. Una sezione della mostra ricostruisce la vicenda del travagliato progetto del Monumento alle Cinque Giornate di Giuseppe Grandi, gessi compresi. Ulteriori approfondimenti, in ambito letterario e giornalistico, si trovano alla Biblioteca di via Senato che espone il Fondo delleditore Angelo Sommaruga, ricco di lettere, biglietti postali, cartoline, volumi e riviste, oltre una sezione dedicata alla caricatura e ad alcune opere di artisti fra cui Ranzoni, Troubetzkoy e Conconi. Scapigliatura. Un pandemonio per cambiare larte. Palazzo Reale, piazza Duomo 12 orario: luned 14.30/19.30; marted-domenica 9.30/19.30; gioved 9.30/22.30.

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La Scapigliatura e Angelo Sommaruga. Dalla bohme milanese alla Roma bizantina.

Fondazione Biblioteca di via Senato, via Senato 14 orario: marted- domenica: 10/18.

Fino al 22 novembre.

TEATRO Questa rubrica curata da Guendalina Murroni rubriche@arcipelagomilano.org


SPARA, TROVA IL TESORO E RIPETI. Teatro i. Come gi annunciato nellarticolo della scorsa settimana, dal 12 al 20 novembre, il Teatro i ha organizzato una rassegna dedicata a otto pices scritte da Mark Ravenhill, drammaturgo inglese contemporaneo tra i pi conosciuti al momento. La presentazione di questi lavori, per la prima volta a Milano, vede coinvolta lAccademia degli Artefatti e la regia curata da Fabrizio Arcuri. Vedremo in scena per una settimana: Nascita di una nazione, Delitto e Castigo, Paradiso perduto, Le Troiane, Guerra e Pace, Odissea, La Madre, Donne in amore. Nel 2007 Ravenhill, dopo aver sofferto un attacco epilettico che gli ha causato un coma e una perdita di memoria, si risvegliato trovandosi con limpegno di dover scrivere un pezzo per ognuno dei sedici giorni dell Edinburgh International Festival, un compito che aveva intrapreso prima dellattacco. Segnato da questa esperienza personale, Ravenhill ha scritto diciassette pezzi ispirati a classici della letteratura, del cinema e della musica, intrecciando questa influenza del passato con un commento sulla guerra contro il Medio Oriente avviata dalle potenze occidentali. Le pices infatti, sono ambientate sia in territori come lIraq, sia in paesi dellOccidente. Il linguaggio usato semplice, ci indirizza direttamente al punto di vista critico e scoperto dellautore. Impossibile non porsi determinate domande: Cosa vuol dire invadere un territorio e occuparlo? Cosa vuol dire essere invasi e cosa vuol dire invadere? Domande che sorgono da Le Troiane: Perch ci bombardate? Perch? Non capisconon ci arrivoperch? O da Odissea: Chi porta la libert a chi? Per quali valori si va in guerra? Per quali motivi si scappa? Quando si capisce chi sono i vincitori?. Tutte queste domande sembrano semplici come lespressione linguistica dei personaggi che ci parlano dalla scena, ma per arrivare a risponderle deduco che il tipo di riflessione che dovremmo intraprendere sia tuttaltro che facile. Uso il verbo intraprendere appunto perch risponderci assomiglierebbe allo scardinamento delle nostre infrastrutture personali, dovremmo fare due conti con noi stessi. Ed sempre una impresa non da poco. Questa settimana andranno in scena: Mercoled 18 novembre, Guerra e pace e Odissea; Gioved 19 Novembre, Nascita di una nazione gi presentato il 12 novembre; Venerd 20 novembre, La Madre e Donne in amore. Questi spettacoli sono un altro esempio del tipo di scelta e offerta del Teatro i, sempre attento ed impegnato a presentare al pubblico drammaturgie nuove, giovani e contemporanee. Per ulteriori informazioni: www.teatroi.org

QUALCHE SUGGERIMENTO IN PI: Fratello Clandestino, di Mimmo Sorrentino, dall11 al 22 novembre al CRT Salone Animali vivi , della compagnia Balletto Civile, dal 18 al 22 Novembre, al Teatro Ringhiera. Da ricordare lappuntamento mensile con Radio, ladunata dei refrattari il 20 Novembre al Teatro della Contraddizione.

CINEMA Questa rubrica curata da Simone Mancuso


Nemico pubblico di Michael Mann Non si ferma pi Michael Mann. Gli anni duemila per lui sono stati all'insegna dello stile e dell'esercizio di esso. Partendo con Al del 2001 per poi proseguire con il magnifico, e secondo me suo miglior film, Collateral, fino ad arrivare all'esercizio puro dello stile con gli ultimi due, Miami Vice e Nemico Pubblico. Quest'ultimo, parte da una scelta estetica legata alla bella fotografia del nostro Dante Spinotti. La scelta di usare l'alta definizione, e la macchina da presa che segue e si sposta come gli attori, per riprendere ambienti ed ambientazioni degli anni trenta, accostando la realt di un'epoca antica, alla modalit di visione realista del contemporaneo. Questa scelta di

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campo, provoca un iperrealismo, come se, invece di descrivere il passato, M. volesse trasportare il pubblico nel presente delle azioni filmiche. Ci che sta accadendo sullo schermo, sono fatti reali del contemporaneo, e non un racconto atemporale del passato. A memoria non ricordo nessun altro film, che descriva con una tecnica di regia simile, abbinata all'alta definizione, una sceneggiatura ambientata e scenografata nel passato. A dir la verit una premessa di questo tipo era gi stata fatta, nel precedente Miami Vice, dove per, essendo una sceneggiatura basata su di un telefilm, le ambientazioni si riferiscono ad un passato filmico pi che reale. Una menzione speciale, anche se ormai ormai bisognerebbe farla per quasi tutti i film che interpreta, va a Johnny Depp, alla sua immensa capacit attoriale. La sua bravura una di quelle che potrebbe fare grandi i film mediocri(non questo il caso). E poi , come i film di M., uno che mette d'accordo tutti. Anche questa volta M. riesce a non deludere, dimostrando di essere uno dei pi abili confezionatori di prodotti estetici per la grande Hollywood che ci siano. I suoi film sono l'esempio di come si possano coniugare, bellezza estetica con esigenze produt-

tive e per blockbusters. Il risultato sono film dalla qualit cinematografica eccezionale, proprio per questo motivo di congiunzione fra esigenze differenti: il film che piace alla critica ed ai cinefili e che fa un sacco di soldi ai botteghini. Ce ne fossero di film commerciali cos! Capitalism: A Love Story chael Moore di Mi-

Scritto, diretto e prodotto da M.M., forse il pi bello dei suoi documentari, se si esclude il primo, Roger and me. Questo un vero film di denuncia che parte da una ricerca storica ed economica, molto pi dettagliata rispetto ai precedenti, di ci che successo negli ultimi anni nella politica e nell'economia americana, e, di riflesso, anche in quella mondiale. Un lavoro certosino, insaporito nell'estetica dall'inserzione, tra le classiche interviste, di filmati di repertorio, che spiegano ulteriormente la complicata faccenda, che va dai rifinanziamenti sulle case, ai derivati su gli investimenti, mantenendo il climax per tutto il film. Ne viene fuori una pi consapevole ironia del tema trattato ed alcune scene simpatiche, come quando il regista si reca davanti alle banche ed a Wall street, per farsi ridare i soldi che il popolo americano ha perso.

Il montaggio, la cosa che pi migliorata tra le altre, con un bellissimo inserimento della scena in cui il presidente Roosvelt spiega agli americani, il suo ideale di democrazia. Nel finale M., esorta gli spettatori ad unirsi a lui(e ad Obama), nella ricostruzione di una societ americana volta ad una sorta di ridistribuzione della ricchezza, ma soprattutto li esorta alla non passivit, un carattere americano che negli ultimi decenni stata una delle cause che hanno portato alla situazione politica ed economica attuale. Emblematico l'esempio di un gruppo di persone che hanno costituito un'impresa in cui sono tutti proprietari, in cui il CDA formato da tutti i membri dellazienda, dall'operaio all'amministratore finanziario, dividendosi i profitti in parti uguali. Quindi una situazione in cui l'operaio guadagna come l'amministratore finanziario.

Anche questa l'America, un paese splendido proprio grazie alle sue enormi contraddizioni, che M.M. sa descrivere in tutte le sue sfaccettature in maniera consapevole e con una struttura estetica che fa dei suoi documentari, i documentari alla Michael Moore.

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