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- 121 furono Ia carisa morale dell'aggressione del diritto con se cuti^-amente assunta dal niaiiclatario o dallo istigato.

Lacldove 1% corruzione di magistrato si punisce per rispetto alla ~jul~hlica gitistizia, e perdik In prol~it5 magistrati serlisi incontan~inata im(lei ed mune da ogni sospetto. Tanto ci vero che il reato k perfetto ancorclib la corruzione non sia stata susseguita cla offesa di ulteriori cliritti.

Altri al fine di stabilire una linea certa cli separazione fra In coizcztssio~zce la col-rzczione nello interesse di decidere quando dovesse o no involgersi aella responstll~ilit~i penale anche il privato che diede denaro al publ~lico ufficiale, prese un diverso avvio. Questo avvio pare non dispiacesse anche ai sapienti compilatori del codice Austriaco (i). Distinguasi (fu detto) se 1' atto per il quale si promesse o si diede denaro al publjlico ufficiale era gizcsto od i?zgiusto. Se 1' atto era iqizcsto non potete piu parlare di conczcssioize; il privato che lo volle e lo compr con denaro non pu piu atteggiarsi a vittima, nb sottrarsi agli effetti di una volont che in lui non 110th non essere clecisarnente malvagia. Ma se al contr;lrio l' atto era gitcsto voi non potete pii1 parlare (li corrzcsiosze, nO potete mescolare nella pena cjriel cittadino clie in faccia alla venalitii del giudice si trovb costretto a confidare pii nella forza dell'oro che nella forza della ragione: se il privato dovette ihre un sacrificio pecuniario per ottenere I' atto giusto clcve sempre credersi che ei lo facesse perchii ia improntitudine dello ufliciale lo rendeva necessa-

rio: deve sempre credersi che ei lo facesse nzctz~ i~otestatis;per il timore cio che i suoi diritti yuantunque sacrosanti si sarebbero conculcati dall' nfficiale per vendetta di nou essere stato pagato. I1 privato C allora un mero soggetto passivo del malefizio. Violazione della giustizia nella soslccnza egli non conobbe n volle: la violazione della giustizia nella forma tutta colpa della venalita dello ufficiale ; il privato non fece che sottostarci a scapito della propria horsa.
( 1 ) 11 codice Austriaco del 1852 al S. 105 ha conteiiipl;iI~ conie delitto spcciiile il fiilto del privato che tenii corroiiiperc con doni un pubblico uficiale. Ne ha rilevato il titolo di sctlrl.zioi~erid nztso di ~ & / l i c i ue; 10 ha punito COI carcere dn sei mesi ad un anno. Sanziona perb una distinzioiie giustissima ; poicli ruentre i crimine ncl pubblico uffici~le : lo accettare donativi anche per fdre cosa onesta e doverosa iiei proprio ufficio, nel privato seduttore alla essenzialita criniinopa occorre clie abbia profferta il dono i i l preciso fine d i oltciiere cosa contraria al dovere dell' ufficio. pertanto di lipcessit?~che risulti nel privato la coscienza della iugiustizia tlcall' atto che sollecita niedlante sedilzione, ed ogni volta clie POSI credersi avere quegli opinato che I' atto fosse giusto sparisce in lui ogni criiiiinosil. Casi fu dclto (e giustanlente a iiiio credere) che una riiadre la quale abbia fatto donalivi ad un capo di uffizio per ottenere la nomina del proprio figlio ad un impiego non colpevole di seduzione, perch naiuralmente quell:~ rnadre credeva il siio figlio meritevole dello iriipiego cliu cliiedeva, e giusto il conferirglielo. Questa distinzione h piena di seniio: il privato che paga 1' atto It3cito iiieiilre avrebbe dovuto csscre gratuito, sacrifica i propri averi alla avidili vera o siippost;i dello iriipic1gato del governo, e non Iia la coscienza di delinqurre. L' impiegato ti1 c~)nlrdriodelinque seinprc col rendere vetialc I' alto di uf-

fizio quantunque lecilo cd oncsto iri si. sfcsso. La si esige la olksa alla giustizi^ nella srislrl,rza :c1u;i basta clie si o0nd;i uclla form'i. Non p110 perb dubitarsi che anclie !a ofrerta di dono per atto lecito possa essere punibile coine ingiuria al ni:igistrato quando qiiesti s e ne dolsi, pcrchi: q u ~ I I aoEert:i conliene iruplicitamentc l' iiccus:i di venalil contro 1' iiffiCILIIH a cui credesi necessario di onrire un preii~ioonde ticera i l dovere suo. Del resto nou & una specialiti di questo delitto clie la istigazione dirctia al giudice per indurlo a vendere In giustizia, e non accolta dal magistrato, sia punibile come una ingiin.in. Ci~trovasi stabilito come massima gcnernle applicabile a tutte le istigaziorii non accolie per vari nionumenii rlelln giurisprudenze toscana; come il decreto del tiirno clel 15 decernbre 1825 in alEci.c di Colle contro Orrizio Piglan, riferito dal C a t e l l a C c i alla pnrolii ir~giurirr,ed altri. h per, da avvertirsi clie a qut-$lo appiglio dovctie ricorrere la giurisprudenza toscun:i per 1;i mancanza di un testo di legge clie punisse la istig;izione non accolta. Sotto il codice che prevede questo speciale reato 11 titolo supplciiientario d 7 ingitwiu vcl-celibe a scomp;irire.

Secondo questa opinioile la giustizia od ingiustizia dell'atto comperato, clie t: u11 accidens rispetto alla colpevolezza (le1 pubblico rifliciale, clivcrrebbe un criterio essenziale in ordine alla corrcsponsabilitci del privato. Tale sistema Iia un puilto di vista morale c*he alletta; e pu6 anche coordinarsi ai principii giriritlici come argomento di presumere la liberti, o 11011 lil~ertk clel coilscnso nel pi-ivato cittadirio. I1 pericolo di tale sisteura sta unicanlente nella dificoltA di ilcteriiiinnrc prtitic;~ilicntela coscieiiza i ~ c privato l cittacliiio ilclln giustizia od ingiustizia di ci6 c21c cliiedc; pcrclib ogni privato pu6 credere (li aver

ragione quando non l'ha; e pu anclie dire di crederlo anche quando non lo crede. Queste sono le pallidissime linee delle quali trovo traccia negli scrittori per tentare una formula delirnitatrice nelle pratiche contingenze (li due titoli di reato che quantunque affini in apparenza distano toto coelo l' uno dall'altro, quanto dista rapporto al privato cittadino la sua condanna dalla sua assoluzione, la confisca del suo denaro dal ricupero del medesimo. Spetta alla prudenza del giudice cercare nelle circostanze dei casi pi sicuri criterii; ma quante volte apparisca loro in qualclie modo dubbiosa ( l ) la pravit d' intenzione nel privato, adottino pure con coraggio i1 titolo di concussione a preferenza di quello di corruzione, serbino la severit loro contro la perfidia dell'ufficiale e la loro piet8 verso il privato, e vivano sicuri che la pul~blica opinione renderh omaggio alla loro giustizia. E per vero clie i giudici avranno rara occasione di porre in opera questi consigli per la deplorabile rarita (2) delle accuse di concussione.
(l) La regole che in dubbio si debba presumere piultosto la ooncus~iorieclie I:i corruzione, non inanca di appoggio nclla doltrine dei pratici : D e C i a n o Trcictnlils crirnilanlis vol. 2, pag. 553, li6. 8, ciip. 38, n. 17 quiu omizes rcguluriter linient potestfllem et potenlinnz judicis. (2) Un fcnonieno sirigolare ferisce 1' aninio dello studioso nolla rnaleria della concussiane. Ilentro tutte le giurisprudenze abbondano d' innurnercuoli casi pr;iiici in ogni generc. di dcliito, pochissimi rnonunicnli s' iiicoritratio in rnntcria (li ~ ~ U C U S S I Opropri". Sosterierc u spicgaziotie di ci che in ~ I ~ tutla Europa pel corso di oltrc Ire secoli tiilti gl' impiegati superiori ed iufeiuioi.i si siano costaulemcnte asleriuli dallo

abusrtrc di loro potcsti e d,il c;rri~irc inclchiti Iticri sugli amministrati, sarebbe cosa alla clualc non so so occorres3e iii;i~,gioreaudacia per anriuarl:~ o iiiirg;ir~re inpcniii1:i p f r crederla. Bisogna dunquc ricorrere allo spirito di corpo, i: ad una connivenza pi o meiio clasticn dei governi. L' i i i i piegato corrotto tradisce il governo, e questi nella sua %Closia e ncl proprio pericolo ha iiilcresse a punirlo. L' irnpiegalo concussion;irio oflcndc mer;trrienle i privali, tiene in lena 1' autoritk, trova facile protezione, e facili scuse. La SlOria della legge Calpurnia ci mostra quanto siano gravi le dificoli che attraversano il cammino agli amministrati qualido vogliono ottenere giustizia contro i loro amministralori. Io slesso in trentasette anni di esercizio della difesa crirniniile riieulrc ho piltrociniito ;iccusati di ogni genere di delitto noti ho veduto che un solo caso di concussione. Era il Camarlingo di un piccolo comune clic nelle ciirtelle della kissu personale aggiungeva alle poste dove cinqiic e dove dieci centesimi. Fu h l t o un gran processo e riel~iniriutitulli i contrlbuenti, c coiirrontati i niandati COI dazajolo si trov clie colui si era arricciiito in tutto della soriirria di toccane Lire 20 c soldi 5. Era una moscii caduta nell;t tela di Aracne. Per fu tradotto il 20 aprile 1886 innanzi alla Corte criniinale, e poslo in pericolo della casa di forza. Anche fra gli scritLori trapel una sirnpalili per questa specie crin~iuosa.R o u ss e a u d D e l a C o nr b o fJIcctidres criuli?zelles pag. 97 ) tncntre con iriolti altri criininalisti antichi confonde la concussione con la corriiziorie, si fa sollccilo di avvertire clie in questo reato bisogna andar cauti, e richiedere una prova ben solida e coiicluderile, perclib si tratta di condannare un magistrato. Taltino penserebbe clie ogni qual volta ci tralta di condannare una uilianti crealura a grave pena debba sempre essersi scrupolosi nel desiderare la piena prova della colpevolezza, e che la recola in cZuOi pro reo non dovesse insegnarsi come ccceziono a favore di una classe spcciale di :iccusali !

Sia che vuolsi di queste opinioni certo clie la corruzione non B un delitto fomtzle perchb ha Msogno di un evento, e lo evento sta nell' otteilut~ assenso od accettazione clell' uficinle ; cosicch male si direlbe che si consumi con la sola azione senza passione. La concussione al contrario verainente rin delitto foiamale, perchb alla sua consuriiazione non B necessario che il privato abbia realmente dato il denaro che si voleva a lui carpire o col timore o con lo inganno. I1 delitto si esaurisce con 1a sola azione del pubblico ufficiale diretta allo inganno od idla intimidazione altrui. Questa azionc iiovrtt essere completa nelle sue speciali condizioni l~crcliil delitto possa dirsi perfetto; ma quando essa sarti in se completa, il malcfizio sar' consu;L mato, pcrcli dcl iiiedesimo non si trova la oggettivit giuridica nel diritto particolare, ma nel cliritto riniversale o sociale :e 1' aggressione di questo I: perfetta tostochb fu esaurita subiettivarnente 1' azione.

Iltimmcntisi peri, che nei delitti sociali dove appunto non si dcsidcra il danno effettivo particolare per rlichiarnse consumato il rnalcfizio, si desidera per sernpre (Cj. $17) il du?z~zo potcy~sinlc,vale ti (lire che l'azione abbia in s: tutte quelle condizioni clie rentlono passibile 13. consecuzione (le1 pravo fine. RIancando anclie tale potcnzialith non rimarrebbe clie rina malvagia intenzione, un perverso disegno,

- 137 ma ilispogliato di ogni daniio e cli ogni pericolo, e per conseguenza non suscettibile di politica in~~iritabiliti. Nella mancanza di ogni danno poteiiziale ( i ) non si ha nb coiicnssione consumata, n concussione tentata, perch neppure puO obiettarsi un tentativo punibile dove il difetto di potenzialita nuciva presuppone necessariamente la assoluta iridoneit0 dei mezzi.
(1) Del difetto di tale po[enzinliti~ b Odcile imnia,'"ln:li.c esempi ncllii concussione irrrplicittr, ciah oonsomiila n3edi;inle inganno. ()uanclo iin Cariiarliogo od uii br;icciiinte clic pflr ricchezza mobile 6 tnss;ilo di diie franchi Irtisinctla un wvviso di pcigamcnlo per lire ciiiecciito, rotiilirciide ogiiuno che: colui dk segno rli folli:i pii che di nizilizin, csscndo iriipossibile l ~ ~ ~ i t ~ g i id'. s i i il1iidcr.e ;I (al segno il contriburnto e di oltcnero cotanla somnia clnlla povcrth di lui. BIii iioa nl: trctlanlo f,icilr esernpli~crireil difello di potenzialiti ncll;~ coneussionc csplicitrr, pcrclik qii;:Iunqiie [iniore hnsta n cosiituire la conciissionc'. i5 pcrci~ciic, i civilisti ovvprloiio essere la eccrzionc della concussione pi pingiir delli1 eccezione T I Z C / ~ ( SC I I ~ ~ S S : pcrclib iid iiriirncttcre qiicsti~ esige lin (C si limore gnivc yni cntlnt i ~ r t*ivit~tC O I I S ~ I I ? L ~ C I I nicntre nllii &; conciissione h;ri;tn qii;ilsisi;i tirriore del iiiugistt';iio anche lievissimo C fi~tuoC di piccollssin~o ninle. Quest;i rcjiol;~comune fra i civilisii : B e h m e r filvutrr j t i s c o n t ~ - o o c ~ * s i lih. 1, tm ohsera. 41, png. 279.

Per alrere il l i Lolo di c016rz ~ s . ~ ~ o ? z @ I~isogna peri) clie il vtelzts pzrfilicnc polcslnlis sin stato la cazisu divcllcr, per la clunle il privato si arrcsc a patire lo spoglio dei srioi diritti licr pnl.tc: del ~ ~ r i l i l ~ l riffiico cialo. Sc questi introclottosi nella altrui casa ne mi-

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naccia il proprietario con armi, od usi pr:r nltr-G modo la forza individuale a commettere la contrcttazione della cosa altrui o In consegna di 11x1 ilocrimento, avremo 1 ordinario titolo di frirto violento ' di estorsione, e non quello (li concussione. E rjrian~1 anche (come nello esempio addotto srJpra n g. ?T>%) il pul-~blicoufficiale siasi valso delle sue ~otestY I ~ I ' I trarne pretesto ad introdursi nello altrui domiciliu, se poscin a rubare ailoper6 la forza inrliviiluale, 1:t forma di concussione apparisce nel reato di ~riolazione del domicilio, ma non fa degenerare il reato principale dal titolo ordinario cli furto. Al modo stesso si avrcbhe la concussione qu;tnilc il puI)l~lic~ ufficiale minacciando un atto prepotente ili sua :\iltorita inducesse una femmina a tlnrgli conoscenz:i carnale d se medesima; inentr-c: ilon si ;~vrcljlieclicd un caso ordinario di violenx;~cnrnalc se I' ~ificialt' avessr: con la forza fisica soggiogato la ~lonria,u (.(li minacciarla a rriano armata. Ni: caml~icrcl~be t i il tolo se per avventura 1' ufficiale si fosst: 1,r.ccederitenente valso della potesth sua per allontanare cla lei un custode, e poterla cos pii1 lik~ernmento c1i~n1nare con le sue forze inilividuali.
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La ragione di ci6 sta in qucsto, cile n far degcnerare il titolo dal delitto nntacrab nel ilelitto so(*Laleoccorre che l' aggressione alla publ~licngiustizia sia concomitante in quello stesso atto die costituisce la consumazione (le1 reato e In lesione del diritto nnturalc dello individuo. In cinn parola (divcndolo con la formula (1) di I c r, n e r ) nffinchi* 3

- 15!1 il delitto divenga assolutamente o costantemente sociale nella ipotesi di una offesa ad un diritto naturale concorrente con la offesa al cliritto sociale, bisogna che il concorso delle due lesioni sia concorso icknle, cio& che con lo identico atto si violino i clue diritti; non sernpre l~astaa quello effetto il ( concorso .~-euZe o materiale) quello cio che s' incontra cluanclo nello svolgersi cli un'azione composta di diversi momenti avvenga clie in uno di questi momenti l' azione ferisca anche un diritto sociale, ecl iii un altro ferisca soltanto un diritto natu rale. In questa seconda ipotesi sorgono le distintt: figure delle due delinquenze: e soltanto le rinifca (cluai~clo sia) il rapporto di nzezzo a fine, per cui vi non pub irrogarsi che una sola pena. Bia nel punto di vista del titolo da obiettarsi esercitano il loro influsso le regole generali della prevalenza, per cui quando nel caso semplice ed orclinario una di tali lesioni si considera pcr regola come principale e l' altra come accessoria qualifica, seguono ad esercitar~ ciascuna tali respettive funzioni, sclibene quella violazione che d'ordinario si calcoltr come qualifica al~bia caso incontrato un' aggravante od una denel generante per In incidente offesa di un diritto socialc.
(1)

B c r n e r tratteto d i diritio penale, 3 edis. pnq. 257.

La concussionc Sitf)?-olrs*i~~ r~uclltlcile si corniit iiiettc da un 111*isato; non con lo C(OZ.I.CO (percti il privato non ha patestli pril~lilicn)ma col p?.clcsio ilell' autoritn. Questo pnit avretlir.~o sitriulanclo la

esistenza di un'atctorit; come nel caso di privati che assumono le divise di pubblici ufficiali per estorcer denaro. O simulando la esistenza del? 01-dine; co-

me se un privato faccia credere di agire per ordine di un magistrato che veramente tale. Anche in questo secondo caso i? sempre concussiorie i117prop~*ia, perch dell' autorit non ne Iia abusato chi veramente ne era investito (1).
(1) Non sempre fa usurpiizione di un uificio procede dalla procede veduta di estorcere indebito lucro; ed anche da veduta di lucro non sempre si estrinscca con la incussione di un timore. Qtiesto fallo pub dunque svolgersi in tre forme clie sono dii'ereniissime Ira di loro. 1 . O C a s o 11 v i vaio usurpa un ufficio che rion lla, oppure 1: i~ficinle deslituito o sospeso conliniin abusivamerite ad esercitare 1' uficio perduto per estorcere denaro irieltr p b l i c c i e potestnlis. O i i siamo nei termini ordinarii della concussioric irnliropri:i. 2." Cnso Il privato si sp;iccia pubblico uffici:ile per dlirsi credilo nel modo stesso con cui si spaccierebhe Conte o hIamliese. a (nodo di esempio) [in raggiratore clie condiicendosi in una Ciilb dove scoiiosciu~o,e volendo scroccare vitto ed alloggio in una Locanda si nnnunzia cunie i l Segretiirio invii110 col8 per affari governiitivi, o siniili. Qiii non v i neppiire implicifo i l mctus p u b l i c a e potcstatis, n& vi si adatta il titolo di concussioiie : siamo nei lerrnini oidinari della frodo, o stellionnto. 5.0 Cnso Non vi fu lucro n : ; veduta di lucro: il moverite (leli' animo fu soitanio una sciocca boria, rina vanilh. Questa indiisse i l privato vi:iggiatorn a spncci:irsi come l>reletto,Segretario, o simili, speridcndo largamente del silo per oltenere clie tutli gli facessero di cappello: oppure lo impiegato sospeso 11 quale vergognatido di confessare la sospeosiotie patita continua ad esercilare I' unici0 o ~ e s ~ a m e n l e quanto ;ti resto. Queslo terzo caso sfugge @viin denlemenle al tifolo di concuesione come al tiiolo di frode:

e rolcndo punirlo in altra guisa che con semplici pene di polizia bisogna farne un titolo spcciale di delitto. questo il concetto iri obbedienza del qualc si trova nei corlici conternporanei il titolo supplemenlario di ~ s u r p a z i o ~ z c zrfi,-io: di vedasi codtce cardo art. 289, codice Toscano art. 155 e 154. ilIa questa distinzione di casi, che ! uiia logic,] deduzione dei crilerii essenziali deliniitativi dei diversi malefizi ~d una spontanea applicazione della teorico della prevalenza, non sempre vedesi praticamente osservata. Di tale deviazione prendo un esempio dal giudic;ito della Corte di Parigi del 5 aprile 1869, riportalo da h1 o r i n a r t . 8851. I1 codice Francese all' articola 197 piiiiisce col carcere da sei mcsi a due anni qualuiique fiinzionario pubblico revocato, sospeso, o interdetto, che avr conliriuato l' esercizio delle s u e funzioni dopo avere avuto cognizione della revoca, sospensione, od interdizione. Quesl' articolo non dislingue fra ufficio indebitamente eserci, tato per fino di l u c ~ o e con duntio effettivo dei patrimooi privali, ed esercizio indebito diretto ad allri fini diversi. Or bene, il Not;iro Franchc dopo aver cessato dal pubblico uficio dei Notariato continub per circa due mesi ad emettere spedizioni a pi e diversi particolari, ed altri consimili atti, valentlosi di un sisillo artificiosarnentc carpito. 11 pubblico Xinislero dcnuncib qiicsto delitto, t? chiese applicazione del solo i art. 197, I coosc~iicnlcrnento Tribunali iipplicarono quell'articolo. ala il Nofaro P ~ u ? ~ c Iaveva fallo quelle spedizioni per Lc procurarsi ingiurfo g~tadnyno,mediante 1' abuso di Jnlso qiralit: qiiesta circostanza doveva secorido la opinione miit C secondo la teorica sovraesposta al caso n." 2 portare i l fritto sotto il titolo di sc~.occl~eria: noil sollo c~ueilodi roncuss i o z t ~ ,pcr il difetto di qii;~lunque intiniidazione; nia soiio qiiello cli scrcicclic~~iu lo inganno a fii:e di lucro. Ii fritto por rientr,iva solio 1' art. 406 dello stesso codice Francese che minaccia la pi scvcra pcnn clcl carcere da un alino a ciriyiie - ivi CI~iir~~gzrc cos non distiiifiiie persoiiii di\ ( C I)ersoiia ) lirccirdo ztso (li f~ilsi?lolili o tli fr:lse quulil( !e cos t1011 diskir~giie fra clu,iliii pi~hblic11~ qi~olit privale) e

Yoz. Y.

il

a v r scroccalo o tenlato d i scroccnre, s a r pt~ilito COI carcere di un anno n1 meno, e d i cinque al piir. Conle poteva il Notaro Franche evitare l'applicazione di questo pi severo articolo, e la pi grave pena della conimessu scrocclieria? Non valeva obiettare che la legge speciale deroga alla geuerale, avvegnach la legge spccinle pcr reati cornmessi a fine di lucro sia invece evidentemente 1' art. 405 rispetto all'art. 197, il quale nel punire il caso semplice degli esercizi illeciti non preclude le pi severe punizioni richiai mate dai t ~ t e z z o dai fini eventualmente pi odiosi. Neppure poteva l'art. 406 limitarsi all' uso di f'ulsi ?lomi, o di false quulif semplicemente private, escludendo dalla censura del medesimo i falsi nomi e qualit pubbliclie, chb cib sarebbe stato un errore per ogni lato. Errore perch: 1' arl. 406 non otrre cenno di simile distiuzione: errore percli: non Iiavvi ragione plausibile d~ cos distinguere: errore ed assurdo perch8 con siffatto sislenia colui che abbia scroccato cinquanta lire cun fingersi Conte o nlarcliese potrebbe incorrere in cinque anni di carcere, mentre colui clie scroccasse anclie dieciiiiila lirc fingendosi Magistrato o pubblico UlEciaIe, non potrebbe incorrere che solo in due anni; e questo nii pare repugnarite al senso niorale e allo interesse politico. Per ultimo neppure parmi che posso porgere ragioni di dislinguere la differenza fra privato che mai rivesti pubblico ufllcio e falsaniente lo assuma, e pubblico ufficiale che un tempo lo rivesti ma ne B adesso spogliato: s l' uno che I1 altro nel momento della scroccheria ingannano con asserire una qualith che non hanno: laondo nci caratteri giuridici del fatto non vi differenza. E s e 11 confronto si fa sotto il punto di vista polilico ;ipparisce al conlrario clie la confi~iircirionciyadebita b gravida di pericoli pi che non lo sia la nsstlrjzioize a r b i t r a v i a dell' uficio, perchtS h pi facile triirre i t i irijiariiio il pubblico; ed ognuno I' intende: siccli non s i ~ p r e ~ ~ b e iridoviriarsi ritgione conariin per coacedere ai pubblici funzionari dimessi il privilepio di commetlere scroccherie a pi huon mercato.

Qui gli scrittori esaminano la questione se Ilossa aversi il titolo di coizcussione anche nell' abuso non di ~rfjici, di p~~Ofilic1~e ma ficnsioni per causa di lucro; per esempio, per parte del testimone (l) di un fatto, che estorcesse clenaro minacciando di denunciare o (li deporre. Ed anche iti clnesta configurazione, la concussione potrebbe esser p~~opricc cose lui avesse veramente veduto coraiiiettere il delitto; ed fiiq~*opl..ia non lo avesse veduto commettere, se o non esistesse il delitto di cui si minaccia 1' accusa. Nei quali termini sareLbc sempre pi grave la plopt*iu, e per la maggiore probabilita di riuscire, e per il risultato della soppressione delle prove, e per il piu difficile scuoprirnento. Questi fatti potrebI~eroassumere nei congrui casi anche il carattere cli corruzione, quando il delinquente avesse pagato il testimone perchk tacesse. Tutta la teorica si svolgerebbe spontanea, tostoch si ammettesse il postulato di riconoscere i titoli di corruzione e di concussione ncll' ahuso di mere fzmzio?zi pubbliclie. Scorgasi da cib come talvolta certe divisioni e distinzioni che allo inesperto appariscono di puro metodo, siano poi nei risultamenti fcconde spesso delle pii1 gravi conseguenze giuridiche. Se si rispetta In linea di separazione fra abuso di z@c.io, e abuso di fi'lazzione tracciata dal C a r m i g n a n i , non si pu0 amnlettere il titolo di corruzione o di concussione a carico clel testimone, o clcl perito ; avvegnacll questi si dicono fzc~zzio~ta~ii, ufficiali. Per e non fare yuest.o passo ljisopna cancellare quella linea e

quella distinzione, o ridurla tutto al piii alle funzioni di semplice criterio misuratore. Ad ammettere ci persuadcrebbe la riflessione che nel fatto di comprare il silenzio cli un testimone vi e un risultato lesivo della giustizia ottenuto con prava intenzione, e che non si pu raggiungere con altri titoli. Non col titolo di falsa testiv~onianua,perche il testimone tenutosi occulto non B chiamato a deporre. Non col titolo di favoreggiavzento, perch il silenzio e 1' alto negativo non possono costituirlo.
i l ) 11 concctlo di applicare il titolo di concussione anche al privato cbe con la minaccia di una caliinnia estorcii dei naro, non E sollanto d ~ criminalisli moderni: risale alle leggi romane : 1. 1, $. 5, f . de c a l t l ~ ~ t n i a l o ~ i bAnzi. dal fram~is mento di h1 a c r O flih. 47, tit. 15, fr. 2) appnrisce clic pi specialmente il nome di concussore si desse c i qui oh necusntldtim vcl non nccttsnndiin~, denicnciai~dw~rc non vel dcnictlciatidi6m festimoniuin pccutaiam nccepcrit. Sii1 qu;ll franimento a vedersi I' Il c r a I ci o tlr rcrziiir jlitlicrrlnrum auctor. liii. l , cnp. 6 , (5. 10, ncl iesoro dcll' C) t t o 11 e forn. 2, png. 1109 ; e G r o l i u s flortlrn sprc~sioprcg. 250.

Alla concussione impropria si richiama una specie particolare di delinquenti che si dicono ora ccssidzci, ora scofan2i, ora vc~zdilori fumo. E questi di sono coloro.che abusando della familiarit che al)biano od ostentino avere con qualchc pubblico riffciale od anche col Principe ( e perci9 si dicono assidui) vanno spacciando protezioile e promettono di ottenere grazie c fiivori con miilnntata infrienz:~ ( C perci si dicono sicofanti) e cosi estorcono do-

nativi o denaro dai creduli ai quali essi vendono una influenza che realmente non hanno: e perci0 si dicono venditwi di famo (1). Questa ultima denominazione si ebbe a schifo da parecchi modorni : ed anche il XIE o r i I' adoper nell' indice del suo codice, ma esito a proclamarla nel testo come nome del delitto. Io confesso ingenuamente di non sapere spiegare siffatta esitanza. La formula vendita di ficm.o classica, perch risale al testo rornano. Essa esattissima, perch ritrae la essenza del malefizio. Non so dunrlue comprendere la mcticolosita di adoperarla, quando d' altronde si costretti a sostituirle nomenclature inesatte e perplesse. Per innovare la tecnologia di una scienza vi vogliono buone ragioni che respingano 1' antica, o vi vuole miglioria nella nuova. Ma sia che vuolsi del nome, certo che il criterio essenziale di questo reato la falsit del favore.
(1) Vcdasi s u questo delitto il mio scritto inseriio nella Escuelu dcf dereciro, tom. 1, prtg. 194, Madrid 1863.

Questa niala genia che costituisce una vera camorra, con la differenza che la camorra presta realmente i suoi turpi uffici mentre i venditori di fumo non prestano che vane lusinghe, abonda pur troppo piu che non credesi, e serpeggia. in tutte le classi: dove strisciando tra i servi del giudice; dove elevanclosi tra gli abiti gallonati dei familiari del ministro o del principe a pi superbe speculazioni. Tale delitto suppone che la promessa sia falsa, poiche sc ~*ealmente sicobnta fosse un segreto agenil

- 166 te dell' ufficiale di cui spaccia i favori, si avrebbe un titolo di vera corruzione, nella quale il privato agente sarebbe un complice dell' ufficiale corrotto insieme con lo stesso corrnttore. I1 carattere politico di questo reato dunque evidente non eonsistere nel pericolo reale della giustizia, ma nel discredito al qriale la giustizia si conduce nella pubblica opinione coltivando il popolo nella fatale credenza che col mezzo d' impegni, protezioni e denaro, la giustizia si muova. Lo che mentre torna ad offesa dei magistrati, eccita delle viziose speranze, e micidiale riesce alla fldanza nel diritto e nella virtu.

Sta in quest' unico concetto la criminosit di simili fatti, pel quale vengono evidentemente condotti nella categoria delle offese alla pubblica giustizia; e cosi tra i rnalefizi di danno universale. Danno particolare in cotesto reato non vi 8. E con la sua repressione non gi si mira alla tutela del privato, che lagnisi del denaro frandolentemente carpitogli dal sicof'anta: avendo costui scientemente dato opera nil un turpe ccintratto col quale egli credeva d i abrisnrc della giustizia, non pu meritare protezione s e rimase vittima della propria malizia. Anzi a rigore di principii egli non solo non sarebbe il soggetto passivo della concussione, ma sarebbo un complice del maleflzio; e da taluno si vorrebbo anch' esso punito: ma pii1 generalmente si esonera da una pena propria per non difficultare il discoprimento del reato ; e solo si punisce con la confisca del denaro promesso o sborsato, che il sicofanta deve restituire non al privato accattatore di favori, ma al pubblico erario.

Le penali t& clella concztssio~zesi veggono inodilicarsi secondo i! variare degli ordinamenti politici. I1 codice Toscano punisce la concussione propllia esl~licita(art. 1st) con la casa di forza da 3 a 12 anni: la i~q~licitct 152) col carcere da 2 mesi ( art. s 5 anni: col carcere parimente (art. 200) la Gend t di fzct~zo.La concussione imp1*op1*ia ia commessa con simulazione di un' autorita o d ordine, la enuniera fra le e~t~orsioni 303) e la punisce con (art. la casa di forza da 4 a 15 anni. Ravvicinando yuesi' articolo all'art. i S 1 si scorge che 1' icZe?zlico f u l t o (quello cioe di estorcere denaro mercb In minaccia di una violenza esercitata con abuso di pubblica potesti) se commesso dal sevo zcficialc. 13 punita assai meno, poicllij il massimo non pu estendersi che a 12 anni di casa di forza, e il minimo puo scendere ad unqanno di carcere : ed assai piu punito se commesso dal privato che si51iztla l'o]*di~zc,dell' ufIiciale; poicli qui il massimo si eleva a 15 anni, cd il mini1110 non pub scendere sotto i quattro anni. Lo che non sa in altra guisa spiegarsi trannc con la protezionc sistematica dcgli impiegati; alla cluale molti codici moderni troppo spesso si ispirano. I1 codice Sardo (art. 215) punisce la concon ];t cussione 2i'r'op3ictcol carcere sc 'i~?z~iZi~it(~; reclusione (art. 216) e con la galcra a tein110 se esplici6~6.La concussione .il?qlrop?*ia 596, n. 5 ) (art. commessa con meiitirc diviso, o sinitilare oriline di puhblico uiricialc, In punisce con la galera noil ininore di quindici anni. Sul che ripcto la gi& fatta

osservazione. Se un individuo vestito a carabiniere si presenta ad una casa, e con minacce estorce danaro, non pu essere colpito da pena inferiore a quindici anni di galera, almeno nelle previsioni ordinarie della legge, perch era un privato che mentiva divisa: ma se cra un vero agente della pubblica forza che cosi bruttamentc abusasse dei poteri afiiclatigli pu essere punito con soli tre anni di reclusione. In quanto alla vendita di fzuno esso la punisce col carcere noti inferiore a due anni (art. 314) se fu fatta per fine di lucro; e per sua specialitri la punisce anche quando fu fatta per boria e senza speculazione, col carcere inferiore ai tre mesi: art. 313 (1).
(1) La storia ricorda due singolari cscnilii di sdegno dei governanli contro i vcndi~oridi fumo. L' uno quello notissimo di Alessatidro Severo che pcr simile colpa fece perire solfocaio dal fumo nella pubblica piazza Vctronio Turino mentre il L>rccone gridava firlno picniltir qiii vendidit Dmzon: fatto clie altro non fu se non I' applicazione di un modo di siipplizio usiil0 pci pirricidi, e gih lodalo di1 C i C e r o n C nclla cpistola a d Qllitllui~t frulrern lib. 1, e y ~2 . te curritzcrum trt fici~ro cor~altiriiiur tuta plaudcriie provincia: e chc travasi descritlo in cfligie iicl R a m o s errores T~ibotriawi de p o e m parricidii png. 181, edizione di Lcydcn dcl 1728. L' allro b quello riferito dal Pri o1 c t t i di uri Granduca di Toscgtua il quale una mala donna, percii crosi vniitai; di otleticrc quiilunq\i~grazia da lui, fccc coridurre :i~oi.noper Fireiizc sopra un asino nietilrc ad ogiii aiigolo di via le si Jc~viinofruslatc dal boja, ed il banditore gridava quesli sono i favori che il Granduca accorda a costei. Trovssi nei t~riliici tcdesclii dalo il noriie di concussione pilbblica a quella che noi chiamiamo propria, e di concussione pvivatu a quella che noi chiamiamo impropria. Sembra che la

Xernesi Carolina non dcttnsse disposizioni speciali contro la concussione pirtllica, e clie la pratica lrrocctlcndo a penti arbitraria giiiugesse fino all' ultimo supplizio. Quello che aveva fatto la pratica si convert in legge dalla coslituzionc Teresiaila, cbe ali2 articolo 68 Ej. 2 dettb una scala di penali[& che dalla pecuni~riasaliva fino alla pena di morte: B a u n i z a rlrlitreiitio juris c r i ~ i b n l i s 425. Ej.

Abuso CE pzfbliche funzioni,

Gi. sappiamo che secondo la distinzione del C a riii i g n a n i e dei crimisalisti precedenti e srisseguenti che corsero sulla medesima orma, si dissero fz'zcnziona~ii(in antitesi ad uaciali) coloro che s'ingriscono in atti di giustizia con una veste assunta accide~ztal~neiizie,della quale non sono abitualmene te investiti. Queste ft.lcszz.io?z.i,1' abuso delle quali pi specialnientc fa sorgere la nozione di alcuni particolari reati contro la pubblica giustizia, sono quelle di patr-ono, di acczcsntorc 21rival0, di testimone. L' a h su delln prirria funzione fa sorgere i1 titolo cli prevuricasioio?ze;1' abuso della seconda la culufznia, alla quale accedono i titoli di cakln2zic1 ?va& o si'~.zziltr;sione ci2 delitto; l'abuso della terza la falsa testiirizo?zia.izzn, alla quale accede il titolo di sztbornazio124 e per analogia il titolo cli spn-r$zu-o.In quei paesi dove i. introdotta 13 giuria, dovenllo ( a quanto itli pare) definire la opera del giurato come una fii11~.ioio?ze non come un oiricio, potrebbe aggiune

- 170 gersi una quarta ipotesi di fanzioni pubbliche esercitate dal privato; e sarebbe quella del giudicailoe. Ma qui non abbiamo una specialith di nosne e di titolo che meriti trattazione distinta. I giurati vogliono essere in tutto equiparati ai giudici titolari per quanto riguarda la loro responsabilith penale ; e cos sono passibili del titolo di corruzio~zee di Conct~ssonequando abusino per venaliti clel grave incarico che loro atfida la patria.

Prevaricazione.

La parolapreva~*icazione derivata dal verbo pgnae-

varicare ( deviare dalla (2) retta via ) si adopera in tre diversi significati. Ora Iia un senso lato e volgare, ed esprime qualsisia aberrazione intellettrialc o morale clell' uomo : cos Salomone prevaric per le femmine; e taluno B inviato al manicomio perclib prevaricato di niente. In senso giuridico lia talvolta un significato yiu largo, c designa cyualunque atto di un pubblico impiegato col quale deflette dai doveri del proprio ufficio o tie usa ad illecito fine. i\In il senso stretto e prop~*io qrialc le scuolc e la nel pratica coartarono la parola prevu)*icaaionc,e rluello in cui si assume nel presente titolo, esprime soltanto gli abusi che dai patroni dei litiganti s commettono avverso i medesimi contro la data fede. Nel reato che qui prendiamo a descrivere incorre pertanto -('l4iuwquc nello escrcitas.e la professione tli pairono

di una parte si accordi per uedzcta di lucro con 'l nuvei~sario pregiudiwio delprq~rio a clicnte. L' analisi di questa definizione ci fa strada ad esporre i caratteri essenziali del rnalefizio (2).
(1) Siilla etimologia ed onionimia della prevaricazione dissertb Z i e g l o r nel cap. 25 della siia Rahulisticu, che trovaci la lerza nella raccolta delle sue clisceptaliones pag. 202. (2) ~ ~ ~ L I O G R A F I A G o b i o conszilt. decis. 108 G reg o r i o syrflcrgilz. Eib. 32, cap. 21 i3 o s s i o trncl. l i l . de p r t r ~ ~ ~ ~ ~ ~pc(g. c278 *ic rt. T e p o t u s t i r i s n1 i n u s rlarinr. sentent. pag. 569 Z a u l o obscruot. ciu. ct crini. ad Stntut. Frruewiine lonl. l , 11119. 104, 1 1 . 22 A n g e l o cle ticlictis, ccip. 105 ; rt p t r ~ s2 , cap. 2 -- C r 11 si o de itzdic~iis, p w s 2, cnp. 59, n. 46 et scqg. li l o C li consilici, li!). 5, cons. 18s - P a n C i r o l o vnriclrum lrclionrlrn lib. 2, cup. 1 l!), png. 2118; et [le claris lcgirrn inlerprctibus lib. 2 , ccip. 8 , puy. 78 \V o I t e r i11 a n n dc nrquitiu advocnlo~ u o i , ,Vu~-pirrgi 1712 L e y s e r nirdit. in pandect. spcc. 62:5, 1.t 654 A l e p li dies ncademici dissert. 29, p i ~ g . 732 i i s t n e r cle praevuricnlionis criniine IIo 11stle cririvrr contcmpiiis doctorii~n i n tltesnaro Zlnrtle; hen lilnt. 1, prrr.s 2, tlissr~'t.8 i3 e y C r d c adz~ocator. praeatrric~ltione RI C l C h i o r i n~isccllrr~~cc volgari rap. 5 , n. 12 T r n 11 t m:\ n n de s t ~ ~ ( ~ t ~ r y e ~ t zadz)ocatoru~n, ~libus J e n c ~ 1720 1' u t t rn n ri n elcmrntn S. 612 et aeqg. BI c l 1 i o inslilzil. jrtl*. crim. ctrp, 5 , S. 10, png. IiG B i 11l i ;i ri i istituzioni vol. 2 , prg. 154.

Dico eser-cilaszcZo locc ~~rofcssio~zc di pnt?-ono, pcrcliil ritengo clie in ci6 stia il primo clemento di qricsto reato sotto il punto ili vista della persona (1). Nei tempi primitivi ma impossibile si svolgesse il concet-

- t72 to di una classe di cittadini esclusivamente destinata al patrocinio delle parti nelle loro controversie. Tutto allora facevasi nel giudizio tumultuariamente e secondo 1a occasione: improvvisati gli accusatori, che erano gli offesi o i loro aderenti: improvvisati i giudici, che erano i seniori della trib; si improvvisavano pure i patroni secondo che a qualche amico o coripinnto dell' accusato piaceva di farsi innanzi a sostenerne la innocenza (2): cos leggiamo nelle sacre pagine che Susanna calunniosamente accusata colne impudica si vide inattesaniente redenta per lo spontaneo accorrere di Daniele clie ultroneo ne assunse il patrocinio.
(1) Questa opiiiione prevalente fra i giuristi, i quali comunemente esigono come estrerno di queslo delitto lo essere eseguito (i personis jrrrauicnto obstrictis: B a n n i z a delinci~tioS. 4%. ("2) La spiegazione speciale dei riti che accompagnano la collazione del dottorato si trova elegantemente descritta ncgli Sirrtutn fiicullnfis jitreconsuliorum Vilenzbergensiztm unrio 1508 coillpositn, edili iri Lipsia l' anno 1858 dal daltore Bl u t li c r fprrg. 21 ) dove si clii;irisce i l simbolo dei libri, del pilcci, dcll' iiricll~, dell' amplesso. sulle origini e dell' ordiiio dei procuratori C degli avvocati pu erudirci il 31 a n z i nel suo tratt;ito de c~dtiocaliscrcp. 1, 2 et 3, ove rspotie le diffcrenzo rclaiivc. c loro ragioni : ti a n d r i n li de juribus adeocntorum crrp. 1, Utrcclrt 1840 L n n g I a c 11 s scmcstr.iiiri~ 1 li$. C oqii i 1 1 e lcs Zp'gistcs pny. 212. In Prussia il corpiis jiiris Fricdcriritrnitt~z 26 ; i ~ s i o l781 proclamb 1.1 inuiilit dei p r o v ~ c d i r n ~ n idettati dalla Ordir~~jiiza i del 1713 per frtaiiaregl' intrigtii degli avvocnii, diccrido c l i ~ i rcgolamerili iion serviranno a niente finch iion si snii tol(o ~Ifdlto1' inferveulo degli avvocati nelle liti. Base della tiuova

- 173 procedura fu eiic la iniziativa dei processo e la conclalazioae dei f ~ t i itutlo dovesse farsi dal giudice. Poeta come principio In proscrizione assoluta dcgli avvocati, i: giudice polova nelle cause nominare un ciif~nsoreofficioso, ma questo non era n il rappresentante dclla paric, n& salariato (fa Ici. Era iin assisrentc che il giiidice dava u s stesso pcrclii? lo aiuitisse nella ricerca del vcro. I1 principio cosi posto da Federigo il Grandc si sriluppb nel codice di procediira Priissiano tlel 6 luglio 1795 c h r venne conlcmporaneo al dccreio di abolizione dcgli svvoc:iti in Frkincia. Qiicslo nuovo codirc di procedura aboli anche il nomc dcgli avvocaii, C lo ufficio dei difensori officiosi introdotti dal codice dcl 1781. Tui(o fu deferito al giudice, il qiuale non ebbe obbligo di li~nitarsialle conclusioni e dimandc dclle parli; doveva cercare da sC quello cile era vero o gii~sio. Alla vcril fornlnle di cui si conteniava il codice del 1781 si disse doversi sosliluirc 1'1 verith niateriulc. Alla ricerca si destin un giudice itislruenlc, a cui succcrlcva un ciudicc rcfcrcntc il qiialc iriformovii 11 t r i b u n ~ l c sullo stato definitivo del proccsso. B1ii IJ forza delle cose fu pi patente dclla legge. Lc parli coniiiiuarouo ad invocare l' aiuto dcgli avvocnti, crl i giudici per minorare Ic noie furono conniventi. Queslo stato flagrante di cciilradiziorie fra la legge scritta e la priitica cccil alcuni ovvocali a presentare una nien-ioria i11 Re di Prussia nel 9 novcinhre 1851. Da ci nac q i c il nuovo codice di procedura dcl 1 siugno 1855 cornpilato da una conimissione pcr In tii:)ggior p'irte di avvociili clic h:i ristabilito 1" ordine, cotifcrciitlogli quella dignil, quei fcivori, e qiirlla indipcridcnzd clic sono iieccssarie a farne un iitile strilntcnto della giuslizia. Qucstn iiidipendcnza dell' ordine i? sfata coiiferniata ed iiccrc!sciiit:r in Prussia diill;i legge del 21 luglio 1S46.

Ma poidii: i progressi dclla civiltit (hbcrn costituito 1 orilinc giudiciario, egli era bene una ~ieces'

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sit correlativa che si costituisse la curia: vale a dire clie nel modo medesimo con cui l' autoritj sociale destinava fra i cittadini certe persone alle quali fosse data balia di sedere corne giudici, cosi anche la facolta di patrocinare nei giudizii gl'interessi altrui si restringesse ad un ceto cli persone alle quali sotto debite condizioni ne fosse data licenza dalla autoritii medesima (l). Queste conclizioni furono c-pelle (li probiti e di capaciti presunte per certi fatti anteriori di coloro che aspiravano a sedere in quel ceto. Ed rina volta costituita la curia come ceto privilegiato e distinto, voleva bene giustizia che come alla iiiedesima si compartivano speciali diritti, cosi si iinponessero ai membri della medesiri-in particolari doveri, e piU specialmente quello della fedeltl~ verso i privati che ad alcuno (li quei funzionarii venissero afllidanclo la tutela ilei proprii interessi nelle controversie forensi. Ed ecco la origine dei delitti p011r~ii patroni ; e piii specialmente del reato di dei p?ncvu?iicuwionc, quale piacque ai Rorilani di dare (i1 il norrie pii1 particolare di tergizcrsazio.ne (2) (derivato da volgere il t e ~ g o )se era commesso nello accrisare, e di collzcsio~aenegli altri modi.
(1) Udii spesso uomini di alta fdma nclle scienze ecoriomiche inveire contro 1' odicrno sistcmil degli studi obhligalorii, degli esami e delle licenze o diplonii rictiirsti allo esercizio delle professioni. Dovr~bbcro(si dice) essrr libere le professioni come lo sono le arli: e i posteri rideranno di noi perche vo~liamoun tirociiiio ed irii' aulorizziizione siiperioie per lo esercizio deil' nvvoclierin, del ~ioliirinfoo della medicina; corne noi ridiariio dri;li avi rioslri perchi: esigevano un lirocinio ed una pjtenie per clii volev:i darsi a l niaslicro del calzolaio o del sarto. lo non potei mai farnii

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persuaso di tale pcnsiero c (li tale parificazione. Feilcle al principio fondaineniale nel quale io ravviso 13 sola ragione di essere del magistero politico e del magistero punitivo, io non posso accettare come buono tuttocib che traaccndc oltre quel cardine, ma non so amnietterc dubbio sulla lcgitliinilk di tlitie quelle dpduzioni logiclie che ne derivirio. L' autorilb soci,ila non fonda la propria lcgitliniiih n& sopra un privilegio person:ile, ui! sopra il sognato bisogno di educare le masse, che necessariariiente la f<i traboccare in tirannia, e clie conduce o ad una :iitlocrcizia asiatica, od ai cornitaii di saluto putblic;~ed al santo iiEzio, ehc sono due fratelli. pi che germarii gcmclli, partoriti d;rll'eegoisn~odi poclii e dall;i presunzione di infallibilit2. L: autorit sociale non ha altra ragione di essere tranne la neccssitb di difendere il diritto negli individui. Ti~ttocii,che bisogna ;illa tulela giuridica I' autorifa soci;ile p u i ~farlo: tutto cib che non i: ricliiesto da tale necessith L; un iibuso di forza ; i! tirannide, O si faccia da uno o da pii, o si faccia sotto il pyetesto di una utilitii seilipre indefinita, o soito il pretesto di un ascelisnio non riieno indefinito, o col pretesto di spingere innanzi una idea clie suicida sB stessa nella propria estrinsecaziorie. Ala. gli individui Ii;inuo Lcn diritto che la loro siilute e le loro proprictii vengano protette non solo contro i malvagi ctie vorrebbero direltanicnto lederla, ma anche eonlro coloro clio la porrebbero a repentaglio per aviditk di guadagno. Dare a d uoiiiini inesperti picna hnlia di rcgolnre gli interessi privati, di patrocinare liti, di i-ogare testanictiti, o di fare opere di incdicinn o di cliirurgiii, ville lo stesso che esporre tutti i cittadini ai1 essere rovinati nel p;itriruonio, o storpiati, od ticcisi. Invano mi si risponde c h e il male si guarisce da per si! stesso, pcrclib gli ignoranti i quali pretendano farla da avvocnli o d;i cliirurglii non troveriinrio avveiitori. (Jiiecta risposta conticne un circolo vizioso, percli per giurlic:ti.e della ignorariza di clii si spaccia cliirurgo od ostetrico vi hisogiio che costui :ibbi:, diilo cspci.icnza dell:i propria incttitudine: v:ilc a dire che ne abbia 612 storpiati od uccisi

buon numero nel suo paese; ed ecco che per proteggere il dirillo si proceduto col mezzo coniradiliorio di spingere alla sua violazione; contiene inoltre il vizio del falso supposto, percli la ignoranza del cerretano o del mozzoreccbi non si rivela alla inluizione di tutti, e gli idioti che sono i pi non 1' acquistano mai ( e m e ne appello alla esperienza ), a poi quando siasi per tristi prove acquisiia in una provincia, vi vogliono prove novelle e nuovi sacrifici di vite e di averi perchb la si acquisli in un'altra provincia, dove il furfante i trasporti le sile speculazioni. Invano pure si riaponde che : tali pericoli provvede un sistema energico di repressione penale avverso coloro che vantandosi esperti in una professione 1' abbiano esercilata con pregiudizio dci singoli. h que1 . O Brulsto si~golaraargoniento io replico per pi guise to metodo fare nascere il male per poi colpirlo col nuovo 2." Irapossibile il pi dcllc volte giudimale della pena care s e lo evento sinistro derivb da iniperizia del nicdico O del palrono, o piuiiosio dalla malignilh dcl morbo, o dalla inctiiludine tlelle preiesc 3.0 DifTicile rccnre con siffallo inelodo compleia riparazione alle vite cd ai patrinionii sacrificali. Il diritto si vendica col inagisiero pcriale quanclo non si b potulo difendcrc preventivar~~cnle; qiiaado vi inn Pi modo di difendcrlo prima che venga f c r i i ~ ,quesio s:ir.k sempre il sistema pi confornie alla giiislizia cd ai riguiirdi verso la un~anitb.Fu doiiq~ietirannide I;i vcllci~di iriiporre I' ohbligo della patente al f;ilegnamo e al snrlorc, pcrcli il fiilegnnmc e il sartore non niiniicciario ili gr;ivi Ivsioni 11 dirillo, e perchb la loro imperizia ? f;icilnicnic disccriiibilc dal popolo. ala sarebbe una dcserziono del proprio ufficio, iin vile iibbandono dellii propria iriissicnt? qiicllo dcll' aiiioril ~ociiiif? clic c0nscnlil;se allii iiii~~ronliliiili~~e rrl ii~i<~iIir di ciiiun(ltic lo rscrcizio drllc ~rofrssioniccr1z;i cliic~rlcrc ccilc! condiziorii e yiareiiiigic clie 1);isiino :tlriieno n d.1r.r ritia prebrillant,a (li B c c C n r i ;i, sunzione di cnpiiciib. (1iir11;i srntcnz,~ felice quella n n z i o ~ iin cui In giilstizin non d IlYiB nrietr~ La, seduce conie volo di un fiiosof~ mii non da acccttiirsi :

comc una speratizd di ~~ocsibilc reulth. L'gualiiienle piiu 1 1 1 r > ~ felice qirellrt tlouiuue rloce il diraitn i rispcliulo .wn;u I i r -

di lcggc peitule. (2) La tergivers~zione un redto proprio dcqli 4iccuacitor~ era clie desertuvano I'nccusa dopo averla soleiinciric~nteprof)o.i.i: M a r c i a n o nel suo comrilerito al s ~ n ~ t o ~ o n s u l11 1 -o1 i I i C I T ~1 n o f l. l, [/'. ud Sr?irrtuscotisc~litrml'r~rpiliniziii~rj ?W. 11it1 enit~rculuori~irrnttrr,aitt p~.nel~nriciirrlu~., Ier.grt'e~-sanailt tur. Vedasi 11 u r t ni a n n P i s t o r u b s c r i ~ 53. .
80l/910

Uiln ~ o l t ncostituita la curia bisogna hene cile i i delitto ili l~t-cont*icccziolze divanga un muto speciale di coloro die appartengono alln nieclesiina; e (li qui il requisito cZeIIa persona negli clementi cli questo reato; la quale generalmente nei codici conteriipo ranei ricliieilesi che sia un j~roczcratore od un t ~ ilocato (1). Koii repugna peri, elle in clualclie urilintimento civile possa piaccre cli allargare la facolta del patr*ocinioo iicllc cnusc penali od anclie in quel. le civili di niinoi n~oniento,nminettendo nll' ufficio di patrono u n prirato non sscritto alla curia iiin ilcstinnto caso per caso a quella Sunzione dallo stecs u tribunnlc ]mi bisogni della occasione. Ed a1lor;r cluanilo si :lilotti cotesto sistema potrd bene sostcncrsi clic ;riiche a costoro si allatti in un inodo ;,,I11i.o]~vioil iVeato ili prcvaricazioiic?, perclii: senlprt: cssencio loro aflilnto lalc inc:iricn per tin atto clel1' ntitoritii giri dici ari:^, ~ O S W O " O nlc(I!:silui consiclci i.:~rsi conie ~ivestiti una 1)ul~l1licti (li iCcle, alln qrialgl non dchi~anon1:incai.e scnz:l ilclitto. ;\la dove lo iiitc~vcntodcl yrivato in uri:i. liti! ibssc sempliccincntc: tollcrafo, e dove il clifciisorc ilellc ragioni di una VOL.V. 12

- 178 parte fosse eletto per mera Aducia della medesima fra i suoi pari, io non vedrei in siffatta elezione che un atto di Aducia privata, un mandato orclinario; cosicch quando lo eletto tradisse anche per venalit i1 suo cliente colludendo con l' avversario, non troverei in simi!e malvagit una cagione di pu0blico allarme meritevole che si elevassc cotesta mionc, per quanto riprovevole, a clelitto civile. Iriiputi a sL; stesso il danneggiato la cecita della scelta; non pu dire di essere stato ingannato per le clualith presuntivamente attribuite a quell' individuo dalla autorit che lo ascrisse alla curia o lo destini, a quella speciale funzione: e non ha ragione cli chiedere la protezione delle leggi punitive rnentre tutti gli altri cittadini augurando a s medesimi una maggiore cautela non sentono diminuita per quel fatto la opinione della propria sicurezza: .ne nlai potrh dirsi che siasi abusato di una funzione pubblica quando allo esercizio della medesima l'autoritk pubLlica Su rneramente passiva. Chi per altro, senza guardare alla genesi dello incarico, considerasse nel ~~atrocinio delle cause un atto di pubblica funzione che per s%stesso costituisse una oggettivita giuridica interessante a tutti i consociati, potreblx bbc-, nissimo nel definire la prevaricazione prescindere da tutte queste distinzioni.
(1) Uovc le due professioni di avvocato e tIi procuratore distiiile si ritiene che \a avvociirri:i iiivesta di iiia,,' *r"~ore digtiii cile la procura. hla qui iio11 i: quesiione di diaiiit: G queslione di fede tradita. E questa essendo uguale in eritraii~bo le professioni non vi & ragione di distinguere fra I' una e 1' allea in ieina di prevaricazione tanto per* la no-

SOIIO

zione del reato cjuanlo per la misura della penalit. I1 coslume di tenere separale quelle due professioni i. inolto antico ed esteso iu Europa: ed ha la sua radice nella differenza che passa fra la cognizione c la pratica nella materialiti delle procedure, e la sapienza del giiireconsulto necessariil a penetrare nelle profondith delle questioni giuridiche. Vi sono per altro tultavia dei paesi dove iiori si accetta tale separazione: ed ivi coloro che sono assuefatti al promiscuo esercizio di ambedue vivnnienle comba~tonoi l nietodo della divisiotie. A1 contrario il IJr o m a n n lamenta clie a Croning;i siano unificali coteeli due unicii, oiid' egli dice esserc derivato lo avvilirnenlo dell' esercizio nel foro.

Ma certo peri5 che quasi tutti i codici conternporanei limitano il titolo di prevaricazione alla infedelth degli avvocati e dei procuratori, laonde clriesto requisito clella pei-soizu puV dirsi oggidi prevalente nella pratica. Erl certo del pari che non fa mutazione nelle condizioni essenziali del malerizio lo essere il patrocinio esercitato per nler.cecle o grutziitm-izctzte (1). Quel curiale clie assume una difesa ofiiciosa, o lo faccia egli spontaneainente o perclib tlestinato dal giuclice, ha il debito di Sedelth verso il cliente, n&pii n&meno deli' altro che riceva larga retribuzione tlelle proprie faticlric. Cici 6 coerente rtlla inclole .socicrZc (li clricsto ronto.
( I ) Ir terriiini C a r p z o v I o dccis. 91, n. 22. E che ;ilI' avvocato prevaric;ilore non serva di scusii In dcdiiziotie di non essere slato soddisfatto del suo onorario, lo insegni) S t r y k i o (Lissert. vol. 1, diss. 16, cnp. 3, n. G. Le pretcsc ci+ esageriili oi~orai,ii(qiiai~tuiiq~ie possano reprirricrsi disci-

plinariaiiicnlc) niente hanno di comune con i caratteri giuridici della prevaricazione: B u r g e r s s i a g t l l n ~ ~ okserk~)~ uatio~iioscettturia 3, obsero. 76, e niolto meno con In c4r1.u.zionc: B e r n e r Lthrbuclb S. 224, pag. 572.

(iccolvllc

I'oninmo nella nostra de.finizionc la I~)r1nulasi (1) c qui trovian~o il vero momento consuinativo ilel rnalefizio: risolvendo rosi il prol~leinn piii iinportaiito dello argomento nel senso che In perfezione del reato stia nel contratto. Avvi qui una pririln l~roposizioneii~disputabile ci1 che alla con: sumazioiie clella prevaricazione i: inililrcrente clie 1:r jmrt,c tradita alll~inci no per efl;~ttodelle male arti 1)ertlrito In lite. PuO Iienissiiiio il giudicc aver supplito al diritto clol difensore, c il cliente tradito ar7ei'e ottctiuto :tssolrizionc o vittoria malgrado la ncquizin il(4 pali-uiio. Ci0 liortcrh. a dire clie il ilelitto o l ~ b e cf/kl/i nlciio gvnci, rna esso s a r i ci non pertanto iici*fr>llo, e coriic tale tlovri irl~putarsi. o g g c t t i ~ i t j ~ La giriibiilir*n clricsto i-cato non b 11h il ~,atriiiioiiio&:l (li Iitig:ti~i~, 1;i lil~arti clell'accusalo. E s s , c i nclln 1iLi , santiti1 tli:l iiiiiiistcro, il clri:ilc a tutti i citt;~rliiiiint c3rcs~a riiatitciicrsi inteinct.atn. E il sacro i~iiiiictci0o {li [ntrono i: rlalioiilesso gi$ completamcntc c gittnto 1 1 ~ 1 i'riiigo per In rit?rluizia del patto scelloi.nto.
(1) osni :illo clie nuoci] cvcnlii:ili~~cnle clic~itt?,. al I iiori ogni (lic1ii;ir~zione confessione inipriidente dcl tlil'crisorc o I W S S O I ~ O dar kise :illa sua puiiibilit crini in al^, cluaiitlo ;iliclir> 11) si);i~lioo la iricrir.i6i si;itio tali da far luogo :i rili:ii.iizioii~ civili, se iioa C provalo il ninlizioso iiccordo coli I' nv\.crsnrio.

- 181 Ur\l resto i liinili entro i quali lecito ai difensore di iniIIu:,.nnre la veri[&tln lui conosciiith, oppiire debito di IenltH concordiirl;~qiiantunque pregiudicevole al suo clirntc, sono cos delicnii ed elastici che bisogiia' lasciarne giudice In COscienza iridividunle. \'ed;isi R e c l; e r de la j u s l i c c el dea ;toocnts e11 Ulirlerc et c n Allcrnicg~re, Paria 1861, pug. 20 P / 25.Dn il~iaiitosopra si B detto rilevasi clic guurd;ito il b i t ~ odella rivcl~izinnedi un scgreto coriirriessa dal patrono ;i danno del proprio cliente, rluesta piiL rivestire diKereriti loriiie, ed ;issuriirre diverso tilolo secorido i casi. Nel caso ser)iplicc; cici: nella nssenz;i di ogni collusioiic niiiiiziosa, il Ibnlrono irii~~i~ildeulc riniiirr sotto i l peso della inci,:i :iccIisa di rivt*l,izione di segrcto, che nppirnio (corric iricistramnio a $. 16.12 ) si nppng;i della sola impriidenza ccinic suo elenicrito niorale. hl;i qriando la rivel:izione siil f;iii:i scienleiiierite aila sli?ss;i Iiiirle avversari;^, il reato si tr;iiiiuter in iina vera e pi.opriii prevariciizione pi sever:itrienle puriila: ti I h e r i i j u s p u ~ r d e c t a r t s /lib. 41, !il. 15, puy. 82-f. (Juan~ do ~)c*ri~ltro 1);irl:i di s e g r e t o interidesi di vero segreto si clic c:id;i siil p i l l o . Nori C criniinoso suggt!rirc per airiicizia n1 piitrorio :ivvoi~siirioqualclie testo, quiilclie dottrina, oil altro clie stia s1r~tt;1111c[iteriel ccrctiio ciilridico, qctic~ ( coiiie i11 Icrrniiii osscrv;, U n ri ii i z :t S. 494 ) Iin(~c ~iilril civcotii i18
sc cwrrlir/eti:.

S. 2600.
>In il dubbio puO nasrere quando si consideri ciO c.he il patrono abbia h t t o od omesso dopo avere conclusa la turpe convenzione. Se dopo avere ottenuto ifnll'avvcrsnrio il prezzo del brutto tradimento il pntiaoiio abbia poscia deluso l'avversario stesso e strcnusmentc :issistito e con fbrtuna condotto al suo desiderio il cliente, potrh cgli dedursi a favore cli colui cli' ei si niaccl~ii) unti semplirc frode cumcli 1):ittcndo la perfidia cori la perfidia; clic forse egli

col fatto siio giov meglio al proprio cliente, perchb 1' avversario Adente nella simulazione della guerra trascur pi gagliardi mezzi nella propria difesa; che in una parola egli non colperole di prevaricazione perch mai non ebbe lo intendimento di vendere il proprio ufficio? Se facesse forza sull' animo il riguardo allo intcresse del litigante queste deduzioni potrebbero parere buone ad escludere il pi grave titolo di prevaricazione: ma s e si persiste a considerare questo reato come sociale, ed a riconoscerne la oggettivit nel profanato ministero bisoglia respingere questo sistema, e giudicare colpevole di prevaricaxionc il patrono che si vende al1' avirersario, quailtunrpe lo abbia poscia deluso adcm1)iciido con zelo i doveri (le1 suo incarico. Soltanfo p0tr.h qui dirsi che il reato ebbe e % meno [ / & yra6z;i per fatto c volonti dello stesso colpevole, e di quella circostanza tenergli conto come criterio misriratore; ina il malefizio si dovr sempre impritarc come c o n s z ~ ~ ~ ~ a t o .

lJarinlcnte pub nascere controversia intorno alla ipotesi della proposta tion accolta. Coerentemente a quanto si detto in tema di coia?-uzione,1' autore principale del reato di prevaricazione non pu esscrc clie il patrono: il privato clie lo corruppe e lo comprb non b clie un coiil~iliredel reato. E per deduzione giuridica di tale postulato bisogna anclie (lui dire che il terzo col proffergere all' avvocato un prezzo afBnchh tradisca il cliente non pone in essere un tcnlafiz-o punibile di prevaricazione, non

liotentlo ammettersi tentativo ili ~~li11~icitH. Pure anclle qriesto ragio~iamento,che sombra cosi nitido, e che coiiluneniente si accoglie, puO lasciarci esitanti quando si immagini clic Ia proposta non sia partita (Tal litigante rna tlallo stesso dil'cnsore dopochi3 egli ebbe accettato (1) lo incarico del patrocinio di una parte, e In rcpulsa sia invece partita dall' avversario.
j l j ; coiicorde appo tutti I:I opinione clie limita la crirninosil~a1 ci\So di difesa acccttalfl, ci03 di ni:indato definitivarilcnlc conferito. 1:in~Iii: si lrntln di semplice co?rsirilri non vi luogo a repressione p~ii:iloIror cIrinnlo possa essere brutta cosa i l &tre ogqi ali' uno i l consiglio i n UII senso, C dare poi dimani all'allro un consiglio in senso contrario: IIe r t i 11s +esp. 247 K o c h iilsliE. jzir. crirn, 5. 558. Yii onclie questa dottria:~ pii;) generare una qiialche dilXicollki quando I' avvocnio riehieslo per consulto abbia nd occasione del rnedesimo acqiiisbnlo cognizione di segreti iriterensonti la parte, e ne abbia fatto rivelazione poscia alla parte contrarie clie alla sua volta lo consulli). La dificollh nnsce dal coneiderare ~ . " L : Ipari[& di riigione cho ricorro nel caso 2." L abuso che prir sempre vi U del nubile irfficio - 3." Lii ' regola prelicn per la quale iridislitilamentc s i riover frn i casi di pr~v:iricrizione la rivclnzioae dei segreti conoscititi ad occasione dell;i professione : h1 e n o c h i O de nrbil?,rrr. lib, 2,cns. 637, n. 25 A n g e \ o de ma1eflcii.s ee)*t)o f i l srt~do, ?L. 49 4 s i o t r ~ t c t u t l i titi (le crwcerntu fide~ jtbss. t~el~rxmrido, 50 n, C a r n v i t a comlcnt. n11 rir. )iragncte cibrine rit. 5, n. 14.

In qucsta ilifferente ipotesi che rovc!scia la ligurB:t coriiuriemsntc conterriplnta non pub piu spoiiilei'si

184.-

lo usato argoinento del tentativo di complicit&. Qui sarebbe il futuro autore principale che avrel~be proferto di vendere il suo ministero, e col dire che egli si macchiato di un co~znfoc7i p~*cvrc~*icnzio?ze non si urta pi nello assurdo di r;ivvisare un ccut o ~ di tentativo in chi a delitto cotisrimato non sac rolil~estato atlfol-c del delitto. P e r sostenere dunque r4ie ncppurc, l'avvocato si renda colpevole di tentativo di prevaricazione qrianclo proponga all' avrersario di fjre a lui guadagnare la causa perch ne :~l~hia premio, bisogna risalire ai cardini del coun nato e decirlere se qriclla proferta e quella ricliiesta sia O no un principio di esecuzione dcl malcfizio, o piuttosto un inero nttolii.cl~a~~ntoi~io. JIa poichi? il ci'itcrio dcll'atto preparatorio non costituente co~ i x l o ~ ~ n i b i l per noi nella inancanza d i rinivoci~ sta e l;\(, e qui In univociti tlcl fine (supponenrlo la serieti, ilclla jiroposta) i' intuitiva, correndo su tale ordine ili iilcc si verrelhe alla conclusione di trovare in cliicl l'atto del patrono un tentativo Ipunibilc: e certninentc rlri sostenesse simile tesi non potrcbhe ap!iriiitarsi :li errore o c1i contrarlizione ai principii.

Iticonoscerc la coiisumazione tlel inalefizio nel serio crcco~-&.~fra il patrono c 1' nvvcrsario B inoltre

rina ncccssitA. Se si esigesse eziandio la prova della 11:iiincggi:it:t difesa si entrerebbe in un campo di ( l i fficilissiine prove, ed il pii1 delle volte impossibili.

i4rinndo un perfido patrono avesse maliziosamcntc lasciato decorrere un termine fatalo, potrcbl~edirsi cdic In vnlotit9 perseverante a danno ilul proprio

- [S., cliente k manifesta, e che 1' effetto prcgiudicevole del reato L. incontrastabile. SIa la iriotcsi cli un tradimei~to~strinsecato sotto questa f'orrilti. k troppo rara, troppo grossolana, troppo pericolosa per lo stesso patrono che si espone a rifacimento (li indennita. La ipotesi pii1 orilinaria cluelln di rin tradimento svoltasi col mtinifestare aH' avvei*snrioi segreti del proprio cliente, col fare od ornettere ccrtc eccezioni, o il richiamo di certe prove, o altri movimenti defensionali, per cui sotto f:illncc apparenza cli un3 calorosa difesa si venga a condor~el giridicc nelin i opinione contraria, e ad un pronnncinto noccvole al ~irol~rio cliente (1). hIa in sitnilc forrtin s:ii-;i sempre ~ v d u odistinguere ci6 che fu fatto od omcsso per ncgligcnza ocl ignoranza c1:i ci0 rlic lo f u per rnaliziri : c sare!)l~e pure giuridicame;ite impossibile dimostrare che se il difensore non avesse difeso in quella tal guisa, il giridicato sarebbe stato differente. Anche per una necessitii politica bisogna dunque accettare la rcgola che 1:~ consumazione (li questo iacato stia ncllo accordo.
( 1 ) I'ii~ dunque esservi in uri atlo tltll patrono i 1 c1;inno priivih>iirii~ del cliente e non esservi previiricazione: come pii;) esservi prev;iricnzionc seriza il concorso del danno effrattivo. Laondc si dctlrro coine possibili i termini della preriiric!aziono i~iiclic ncllo iiidiirrc iiiiiliziosanjcnie il cliente ad iinii traiisazione f B n n i i i z a S. 455) quantunque p r r la iricerfczza degli esili delle l i i i difliciiiiicnie I)OS\;I nssrverarsi h 11re;iurlizio di'ilii pacr olirniii;~.

Con la formula generale accorclw).si, i i i i pnrc si comprendano tutte le ipotesi di fatto. E ~ v ~\c:r.O [:ilti i torma specialr! che da molti criminalisti e da molti legislatori si volle espressamente designare corue raso di prevaricazione : ed e quella in cui il ~atruiio presti, o a fronte scoperta o per mezzo di altri, 0 co.ntempo?.a~tearnente oppure successicaiiznbe la opera sua ad entramho le parti: caso gii preveduto dalla 1. 4, S. 4, ff. de I~is notant. injiuizia, e 1. 3, qui 3. i, et 1. 3 , S. 2, ff. de praeuaricat. Quando cib si faccia conte.rnp0.1+anea'~1ze?zte evidente lo accordo doloso. Quando per0 il patrono dopo avcro oncstamente difeso il suo cliente fino ad un certo perioilo della lite lo abbandoni o nc sia al~bandonato,ed allora assuma la difesa dell' avversario, pu seinbrare clie in simile contegno vi sia una mera indelicatezza e non il vero delitto di prevaricazione. Pure si accolse da molti (1) la regola pik severa, perch si consider che il patrono nel secondo periodo della sua difesa poteva abusare di cognizioni di fatto e segreti acquistati nel primo periodo per la sua qualitd di difensore. Ma qrii nacque la disputa sulla intelligenza della formula nella medcsitrztc causa. Si dubitt se la causa portata in appello dovesse dirsi diversa dalla prima: ma questo dubbio mi sembra futile. Si dubit se dovesse dirsi la stessa causa una lite promossa dalla parte contro un nuovo coritro il priavversario dopo ultimata la mo avversario, perch per avventura fondata suli identico titolo o sul medesimo principio dal qrialc '

muoveva la prima: e prevalse la negativa. E veramente al patrono non si pu imporrq nb una fede 21c,*so?zcclr,nb una fede giuridica corne dovere assolato del suo ministero. Cosicchb se oggi combatta il cliente che altra volta patrocin; o venga in giudizio a propngnare una massinia od una interpetrazione contraria a quella cie fu altra volta da lui propugnata, potr rimproverarsi di leggerezza od anche di poca delicatezza, .ma non potri dirsi colpc~oledi un' azione delittuosa. >la se per altro nella nuova lite il patrono si valesse a danno del suo veccl~iocliente di segreti che questi avesse a Illi conficlato nella suci prima difcsu io vi troverei bene gli elementi di maleilzio punibile o come preuavicazio~ze.ii~~prop,-.ia, come rivelazione di segreti o qualificata.
(1) Non mancano peraltro scritlori di vaglia che neghino I' ap~>licabilil titolo di prevaricazione alla prestazione del success2va di patrocinio ai due litiganti nella medesirns causa. ijuesta opiniaile pih mile scrnhra prevalere appo i commentatori del codice penale Auslriaco. 1 vecchi pratici sulle orme del il a r t o l o vollero dislinguere ira patrono che avesse abbandoniiro il priruo clieirte per passare a nuovi amori; e pntrono che nc fosse s~;ito abbandonato. Ma questa distinzioue rui sembra piuttoslo etica che giuridica. Altri ha voluto si distingua sc il patrono col mutare le sue parti abbia o non abbia recalo danno al cliente. RIa qiiesta opinione non mi persuade, percli! troppo cmpirica, a perch! sostituendo il criterio del danno pavticolnrc ;il crilerio del danno universale, a la iudligine sul diinno cfcttclliiio alla indagine sul danno polen,xiale, viene a denalurdre il titolo di prevaricazione, e ad alterarne i criterii es~cnziali. D' alironde apro l'adito a delle ricerche troppo dillcili il pi delle volte nd essere portale

;illa necessaria chiarezza. noiabile in ordine alla difesa c%iiteiiiporanea de!le due piirti [in giudicalo della Corte di (;:issiiziorie di ~ O r i n o 10 rnitrzo 1866, inserito e iinnot~to dcl ilegli Annnli (li yiz~rispt~udenzo Italiriiar~?)art. 2 , iitrg. 78. dove respingendo ogni c,ivillaziorie e sotterfugio stabil che ai tcrrnini dell' arl. 510 dcl codice penale Sardo non b eleincnto iieccssario di prevaricazione n& che vi fosse mnntlalo scritto, i i e clie I? avvocato abbia firrnato gli iitti per una parte F: per I' ,iltr;i, ni: clic iibbiii Liito personali con~parsein tribunale, riil clie siti clcriviito alla parte un danno effetiivo. Basta ctie abbia in qualsiasi modo partecipato alle difese di arnbo i litiganti. Li1 teorica del danno poteiiziale fu sapientcmente rispettiiia in c1ues:o giudicato. Ed io lodrr, sciiipre ogni iritcrprr~azionc per quanto rigida che valga a nianlenerr I i i di;tiilii di uo:nini i quali dovrebbero essere csempio perpetiio iion SOIO di onesti nia :inclie della pi sqiiisila delicatezz:i. 111 pratica .;i esnrninb ancora Itr qiieslione s e u ~ iavvocnlo diwriulo giudice potesse giudicare i n una causa riti lui [iree~deutrnicntc patrocin:ita : Ca b e d o d e c i s i o n ~ s Lrrsil(inoc rltcis. 20, lih. 1. Li1 nrgativn B manifesta.

per vedlifn (li

Completa la definizione di questo reato In formula J I I + O ~ I " ~ lucro, la quale esprime il O tcrzo elemento essenziale del malefizio. Io penso (quantunque la contraria opinione sin pi ricevuta) vlie clella. venalita (1) debba farsi rin estremo indis~~ensabile questo malefizio. Puci bene concepirsi in il fatto riprovevole di un avvocato che tradisca il proyirio cliente colluilenclo con l' avversario per iiiiiiisti od odio segreto: puO immaginarsi il Srrtto doloso di rin patrono clie pregiudichi lo ragioni del proprio cliente tnosso da importuna pietii verso l'av\-ersario pcrch veggn per avventura clie I' esito

della lite sarel~be rec:ire In ultima rovina ad urla per desolata famiglia: pub pure il moralista nticl~oin tali ipotesi stigmatizzare il contegno inhclele coine t i tuperevole e malvagio: rna difetta, a parer riiio, lo a elemento politico di un danno mediato I~tistevolc: dare a quella inficleltli il carnttcre cli delitto civile. idriesta mia particolare opinione non e peri) accolta nelle legislazioni contemporanee; c forse lo accoglierla in un testo di leggo pui) essere pericoloso per la facilitti della scusa. Spetterk pera1ti.o a1 giudicc valutarla quando dal seiltimento pictoso c!io nlosse il patrono ei ne dcsumn argolilcilto di n~aiicaiizn di dolo. Pongasi clie un ~~ati.(~no clilnahl~in zionato di clualchc giorno una esccrizionc inol~iliarc per rigaardo alla grave inalattin clio oppririicvn il clel~itorc,o poscia l'aabin regolarmente esegriitn : cjuelln dilazione fu uii UCCOI-[lo,e cade sotto 13 ?.(?t.. tert~.hIa sc al giuclicr: rifiiggirti 1' nninio dallo inAiggcrc? unti pena contro clii esit8 a 11rccipit;lrc ncl sepolcro un infi:i.~iio,potri~l~cnc? nczxre il 12ol0, i: nessuno sa1,i.t~censurarlo.
(1) Alciiric legisl:iziiii coiitcinpornncct, ci consc:;ii~iilciirt~ritr parccclii cririiirinlisli, non liiiiil:iiio il ciilci.io dcll;i ~>i,cviiric;iziune ;ill;i u c d i ~ l (li 11ir:rn; iii;i voglioiio piiiiilri i.olio q i ~ i ~ ~ sto tilolo 1' nvvoc;rto clie tr~idiscii il clierite :c!iclic pi'r 1iicr.i passione di odio o per iin ;ilfro :ilSet[o rioii vcnnlc. lisplici[o V 11 i n qtiesto S C I ~ S I Ub il S. 102 I ~ i t .cl del C O ~ ~ C ~\iis[i-i;ico, clualu a1t.r-o non Scco s e iiori rilirotliirre l i i dntii.iii;i c.oiiiiiiirtiiienlc pi~cv;ilsiiSrti i ci'iiiiiii;ilisli i\lcin;iiiiii i11 biipci nll' iirlicolo Il!; dcll;i C. C. C. dovc iiicrite ~)ni.loiiclrrsidel iiiovf.iiti: :IL delillo duvctlc I.!t~ric rcsiriii~ci-sid;iylTiiiicipc>lr.i ogni ( l i slinzione circa I;i indole dcilo :ilfr.llo clir ;\\.evi\ iii(1trllo ;i Irrc>variciirc. Ln Cosliluzioiio criiiiin;ilc C;ir~uliiia a\cvii cicli;iio It>

100

sue sanzioni contro i soli procuratori, nia qui la pratica usb di una interpetrazione estensiva soggettando ad identiche repressioni anche gli avvocati : K r e s s ad art. 115, S. 1 S c h i l t e r o exsr.cilat 5, tlhes. 57 B a n n i z a deli~zeatio S. 452. E veramente vi i: tale convergenza fra le funzioni dei due ceti che sarebbe repugnante ed assurdo non estendere allyuno le discipliiie e le repressioni dettate per 1' altro. Sulla delimitazione di questi due ordini e siilla origine della mcdesirna, i! a consultarsi oltre i gi cilati: Ba t a i ll a r d les origines de l' histoi9.e des procurezcrs et rles avorr6s deptlis le cinqui2nje si2cle jttsqu' nit qitiwi4n2e, Paris 1868. Alcuni nel defiriire la prevaricazione iisarono il : verbo ussistere 1 avversario, anzich il verbo a c c o r d ~ i r s i da noi preferito. Cib diede occasione alla singolare queslionc se un avvocato il quale soccorra del proprio con denaro il SUO avversario si renda colpevole di prevaricazione. E fu la questione risolula in seiiso negativo, percti la sovvenzione pecuniaria t? un atto di privato nel suo particolare, e non 1 1 il110 di ufIicio dell' avvocato come tale. 11

Del resto anche qui la voce luci-o spendesi in quel senso lato che abbiamo gin parecchie volte esemplificato : qualunque cosa appetibile rappresentante un godimento materiale promossa o data ad u n patrono perch tradisca il proprio cliente e dal patrono accettata, costituisce lo estremo della venalita. Bensi in questa specialit. puO riascere una questione relativamente ad un lucro dio iJ patrono miri a conseguire col manomettere rnaliziosainente le ragioni del SUO cliente, ma senza percepirlo dalle mani dello avversario: mi spiego. Trattasi di una lite che dipende dallo sciogliere un problema generale di in-

terpetrazione di una legge che pus refluire sopra un numero indefinito di casi simili; per esempio, LA validitti di un testarnento con certe forme. Ora avviene che i' avvocato il quale dovrebbe sostenere I:r nullit& del testamento nello interesse del suo clientc abf~iaegli stesso un legato o una eredita merce un testamento che presenterclhe il vizio denunciato oggi come causa di nullitit. L' avvocato accetta la diiesa per cui si impegna a far pronunciare dai tribunali che quella foriila i: viziosa. ala egli viene a riflettere che proclamata sigatta interpetrazione 1 s massima giurisprudenziale offrirB un' arme ai suoi cugini per insorgergli contro ed irritare il testaniento che lui aveva beneficato in pregiudizio loro. Questo pensiero spinge il patrono a colludere (senza premio) con lo avversario, per fjrc sorgere una giurisprudenza clie lo renda sicuro nel pr.oprio.interesse. Quando ci6 si provi pcr confessioni e successive jattcirize clello stesso avvocato potrh costrii denunciarsi come prcvaricatorc? Io ritengo che no. Non avvi in cotesto iatto la bruttura tlcl insrcatc, della giustizia cluanturiclue possa trovarvisi un fine indiretto cli lucro: la rpecialitli del caso rende rriiniriio lo allarme e lo istruire una inquisizione in cotesto senso portere1)be acl indagini sempre astrtise e pericolose. S a r i duriqut: indelicato (1) e hiasimevole il contegno di tale patrono, iiia difficilmente si potri sostenere che sin criminoso.
(1) Sono tali i riguardi di delicdle~ad neceswri :111' e v r cizio dell;i professione di avvocalo clie si dubilb persiiio se nella tilerlcsiinii lite polcssc permettersi la difesa (Icllc piirir irvversarie 3 due Ci-ntclli esercenti la professione di y~lrooi.

- 192 11 C r e l! trov in questo dubbio materia per uiin eicgiinltr dJspuliizione iriiilolat;~Ue duobug patribua i18 ccillci~t l i l e

parlium adcersurui~r poli-oci~riurrr s ~ s ~ i ~ ~ i ~ 1 1 ~ i b l l S ; clic la 37 nella sua r:iccolta, frscic. 7, png. 1176. E selil~euc triicsse argonieiiio di dubbio d,illa li~g,.l , S. G /f. </C j)osltll i i ~ ~ clic iiutorizza il pretore ;i rcniovere diilla difesa (li I I I I ; ~ d. lite cliiuiiq~eIiorgii sospelto di prev;iriciizioue, conclusc C ~ C cib polchse lolicriirsi. 31ii iiisegii~ pcraltro clie qual or;^ i l giiidice destinasse di uliizio uri avvocato alla difesa di una ci~iis;~, quwii potesse riciisarsi diilio accettarla qu:indo rnostrnsse clie il difensore clell' avversario era il su stesso fratello. Sar peraltro seiripre prudente clie gli avvocati si ii3tetig:iiio da siailte ~qiiivocticsituazioni, e da quarito 1)iiL diire occssiorie di gettar loro iti ficcia la dolorosa scritenz;i di T e r l u I I i il n o / U e Pcillio, c t ~ p 5 ) plus togcle Ztrcsrrr . rcnlt)/i~licrrnr qiirrnr Lovictrc. Si disput ancora s e fosse Iscilo :ii17 av~'ociito ricevere dal prol~riocliente una dori:izionc? rriiiuiicr;itori;i : C:) 11 e d o rlcriisioiics I,iisi[u~itrc,lecig. 19, /il). 1.

Ilolti giaristi ravvisarono rin caso di ~11~ecai~ictt;ione iicl patto quotnlizio. Ma sebbcne tulc iiornoriclatur:i si :illotti dn P ri C c i o n i (saggio ptrg. 35 1 ) io non stiprci scguit:ii.lri. Non gi:~ clic io fiicci:~ questioiic sulla irnl)robith rlcllc convenzioni per Ic quali il patrono si fa. socio del clicrite nel ricupcru ticlln cosa litigiosa. Tale iinprobitil non solo si (liiiiostra per I' nntoritQ della Ieg. 53, 1): dc pnct.is; /(>,q.. , li, 9. 2, C. dc postiti.; nia per lo stesso scnso j ~iioralcn crii rcliugna clie I' riflcio (li p:itrono, il qnnlc ~lovrebbeessere seiiipre itnparzinli: c cosrunzioso, porgasi in conflitto con una specu!azioiie. 11;~ i o dril~itoso c1i ci6 possa farsi titolo d ~lcllfo, per-

1%

clii: non vi trovo sufficiente elcrnento politico: e ad ogni mollo, quando pure se ne volesse fare un reato, ncin mi parrebbe che il titolo di preuaricu.sio~2efosse i~uello (la adattarvisi; avvegnach ben lungi dallo essere un tradimento del cliente ed un difetto di zelo, il patto quotalizio e odioso precisamente per I'olq~osto sospetto di troppo zelo. Lodero dunque il ci lilice Toscano clie imitando il codice Greporiano ( art. 206) 1x1 coilten~plato il patto quotalizio alI'nrt. l97 coine reato. i\la poichb questo codice la vera prevaricazione ( descritta agli art. 198, 1 !)!3 ) l-iuniscc col carcere da tre mesi a tre anni, nientre contro il patto quotalizio minaccia una multa da cento a mille lire: e poicli quel capitolo non intitola gik della ~i.r.evclricuzioize, ma gli da la pii1 generale rubrica ili delitti dei causidici; non panni aritol.iti~che basti a giustificare la enumerazione (li ijuesto htto f'ra i inodi di p~~evarica~ione. un Sar abuso di funzioni; 3 meglio una concussione i ~ i q i t ~ ) plia se valutasi la ragione addotta dallo stesso P u c c i o n i e da G i u l i a n i (vol. 2, pag. 3.55) per non punire il cliente; vale a dire che quesli i ~ i ~ l subito la legge inipostagli dalla ingordigin del ~ia ~vltrono ma una 211*euuricazionenon pu9 dirsi, senza : c.oniOndere col significato speciale di questa pni'dln, il suo significato generale che coiiiprenile f 8. 2594 ) tjrialunquc! ileviazione clell' ufficiale dal proprio tlovt?re. Osservo poi clie non molto persuade la distinxii~notra li? partc allquoln, della cosa litigiosa, e la 11,o-tcgtsnnln che siasi pattuita. Posto che sin cri~iiinosoper il pericolo di slealtli il pattuire sullri vittoria, i tiniori mi sunihrano ugucilrnente gravi se fu proinesso all' avvocato il iel3zo dei tremila fianVOL.v. 13

- 194 chi rappresentante il capitale litigioso, come se un premio di mille franchi : ed ognuno comprende che tale distinzione offre modo facilissimo ad eludere la legge (2).
(1) Altri adatto il titolo di prevaricazioue anche ai rncdici che cliian~aiia curare un ferito omettano di darne referto: ma il K o c h f Instit. 5. 559) bene osserv Iroc peri aine jure, yuanuis 9ion negem eos poenam mereri. Anche il il u c c e l l a t i nel suo libro intirolato Osseruaziotli sul progetto del ctldice penale del Regno d' Itnlio, alla pag. 525, sostiene la opinione che il patlo quotalizio per quaiito indelicato non dovrebbe mai elevarsi a reato, ma riportarst fra le trnsgressioiii di polizia ; o meglio rimettersi alla cariiera di disciplina degli avvocati,'alla quale dovrebbe tornarsi a d affidare (indipcndcriteinente da qualunque intrusione del potere esecutivo) la vigilanza del ceio, e la facolt& d7 infliggere i l riiotiito, la ceiisura, e la sospensione.

La penalit di questo reato se si determinasse

col critcrio dei moralisti dovrebbe reridersi sevcrissirna. V i r g i l i o nel suo inferno loc i traditori dei clienti insieino a coloro chc la mano sacrilcga avessero portato contro la persona dei genitori pzclsattcsve parens aut fraus inncxa clienti, Ma sotto il punto di vista politico si gtisrila questo reato coi1 minore severit. In generale i legislatori si limitarono alla pecuniaria ed alla intercliztonc spesso temporanea: alla quale io sento decisa repugnanza. Una sospensione temporanea di uMzio per piccole mancanze che non mostrano depravazione di animo puO essere pena esemplare, correttoria e convenientis-

sima. SIa per fatti chi: rivillnno avirlitb irisorecondn e dccirrc di?pr;wcizionc dell' uninio noil I ~ I J Y Y C ~ J ~ C amructteni niai il ritorno dcl colpcvol~:nel ricpcttabili? ceto. Troppo sacro il sacerdozio ilullri giustizia; troppo sono delicati i riguardi rlhc si dckliono 311:~ pul~hli~a fiilricia. Ctic! torni ail iiiilossnre la toga riti cnrialc, od a ricovttrc un testamento un notaro dopuclii: scivi di slii>ttacolo ttl l~ui~blico u n giudizio in criiilinale; cllc (la01 giudii:e che pronriilc:i;j 1;i sua condailnn conle iiitaiiie ~ji~rlvnric:itore, deL11:t dopo un antlo o due cli t ~ l ~ i r i : t t ! r l ' ~ i~irigiane 1)t~rgCre Illi l t 3 rererents I' ui4ecchio; (!h@ in rlueIln ilieileoiintl sala egli rii.!ila ad irtqjurrc ntl altri In l:rc(loilzn nulla ~lri~l~ria la ilcverr:nza pcLrla ptnopriaonc:st:i e loalti, clottrinct, e :id avore in cnn )):dia i piii vit:ili interessi clcllu famiglio, clln b cosa chc a rne non persriadc, c sento che soffrirei di mnlumoro il contatto (li simili confratelli. Senza spirigc:rc? i1 rigore fino ad applicare ai sacercloti clclln giaslizia il celebre niutto di Ces~trc intorno l' arlultcrio della sua rnogie, cjriatido una, solenne pronuncia veriflcb la 1,rofailazionc della toga, questa ncrbilo vr;ste non piii dovruhl~e inctossnl>si(1%chi 1 1 prostituj ; ed il velo iri-emuvi, Liic di Faliero ilovrcl)ljc in pi:rpctuo coprire il srio nonrc SU (~uell'al1~0 rln lui venne disonorato. D'aleho tronde cosa volete clir! f'kcccia costui clopo il suo sitorno alla yrofcssionel (Jrinli stiralino i r:Iiciiti die vorranno :li2iil~?rgli tiiE~ri?Slirggito dai colleghi, guardato con cliil[idcirza d:ri giutlir:i, tlsseilto di clicntcla egli non tr.over& nulla sulitu~tineiIr?l suo scrittniii clie In occasione di srtp1)lit~r:con rnorli inonesti ai cresccrili I~isijgrii; coli accorrer;Lnilo soltanto coloro e

quali avranno desiderio di un complice a clualche insidia, a qualche frode, a qualche soverchieria (I).
(1) 1 pralici la prevaricazione del patrono nei giudizi critnlnali vollero punita cou la regola del talione per argonienlo dalla leg. penultimn ff. di! praevaricationiblcs. Jla io generale fu arbitraria: BI e n o C h i o de a r b i t r n r i l s cas. 525, n. 12 P u t t in a n n elementci j u r . crim. S. 620. La Carolina all' art. 115 minacciava la fustigazione e la relegazione: ma la pratica germanica inlrodusse pene pi miti: K o c h ittstitut. S. 560. Torn invece a pi esagerato rigore la C@stituzione Teresiaila all' art. 69, $. 2.

I1 codice Toscano agli art. 198 e ,199 infligge contro i patroni prevaricatori la interdizione perpetua, la multa da duecento a duemila lire, e nei casi pii1 gravi la carcere da tre mesi a tre anni; senza porre come estremo del malefizio la veduta di lucro. I1 codice Sardo all' art. 31 1 invece richiede come cstremo i doni, ororte o promesse; e minaccia il cnrcere, la multa da lire trecento a tremila, e In sospensione dall' esercizio della professione e di ogni pubblico umzio per un tempo estensibilc! ad anni clriindici (1).
(1) Questo dcliiio t\ previsto e punito dal codice Sp;igniiol(t
( art. 274 ) cori la inabilitazione temporanea e niulln da venii a duecento d ~ t r o s ; dal codice Austriaco (S. 102, 105) cornct

abuso del potere di ufficio con i l carcer duro da uuo a dieci anni; dal codice Portogliese (arl. 239) con la sospensione tenipoianea c rriulta; dal Prussiano (S. 329) cori 1;i carcere rion

- li17 iiiinore di tre mesi ectensilile alla casa di forza fino a cinque anni; dal codice delle Isole Jonie (art. 5661 con la ioterdizionc tino a dieci anni e rnulla; e nei casi pi gravi col secondo jir:ido di casa di disciplina e con 1;i interdizione perpetua; dnl codice di Malta con la interdizione temporinPa e rniilta. c nei casi pi gravi con i lavori forzati fino a diciotto mesi e con la interdizione perpetua; dallo Svedese (cap. 22 S. 14) coli I" ammencl:~; dal Boliviano (art. 579) con la i.eclusione da tlue n quattro anni e multa.

C a l u n n i a .

La parola ccclzrtznia ha due significazioni. Nell' uso volgare esprime un concetto pi largo, applicandosi indistintamente al fatto di chiunque o per mezzo di scritti o per mezzo iii parole vada imputando ad altri un fatto determinato che per sB stesso o per la pubblica opinione delittuoso o capace di ingenerare contro 1 autore suo 1' odio od il disprezzo ' del cittadino. Nel senso pii speciale e pvopl+io il linguaggio legale riserb0 il noaie di calunnia alle imputazioni che fornite (lei suddetti caratteri fossero portate innanzi alla giustizia (1).
(1) La etiniologia dclla pnrolir cttlit?znirt si vuole desumere dallii antica ~ o c u c t l ~ o ,calvi, ca~?iclziuz, c calvire; leg. calvititr 255 11,'. ff. ile W. S . quasi alludendo alla delusione di chi tenli afferrare pei capelli persona calva: M e n n g i u s unroc,ttiifites j u r i s , in verbo cnli~mniaiorcs,pug. 319, 321. Si adoper ancora in senso figurato per qualunque artifizio di

parole ( C i c c r o n e de tepublica 2) e per qualcivogliii malizia od iiiganno colpevole. Pi specialmente i civilisti diedero a qut1sta parola un tcrzo significato, indicando con la riiccle~iriia ogiii pcliz.oiie itigiiisi;i clic si inoltri ai tribunali cl-iicdendo come a sb dovuto ci clie si sii non dovulo: e qui venne appo i romani i l costuine clic, :ill'iittore in causa civile si i;iccsse prestare lo jtirni,retilzriir cnlaritninc ( S e t s e r d e jtii~ri11ror1i.s lib. 5 , cap. l , 7 1 . 4 . R a e v a r d u s uirriotum lib. 5 ccip. 10) , c '~nclic le liti civili si dissero caliinniosc quando tc~inerariai\ieiito promosse e soslcnule per altrui vessazione: leg. 255, /I: dc u. S. 3rg. I n , ff. [ad exhihenil. - I.stil. lit. ds aclionbus S. ncfio calui~iriiue- leg. 1 , rj. p e r cnllarininm R. ..ci nzltlicr ?ient?is nonline. L' uso della parola ciiluniiia nel puro senso cioile dovetle pt.rt:iiito sul fonddrnariio del siiiro Roin:irio e Canonico rn:iiitencrsi anclic nello pii recenti praliche ILafiaric: vcdasi nella c o l l ~ * z i o n cdelle B c c i s i o ~ i i ~ V ~ ~ d e ncornpilatii per cura di Bo s e l i i n i e V c r:i t li In esi decisio?te 265, v o l . 6, ptrg. 507. !iIolle altre figurate cccezioiii (lclla voce calunnia not lo S t r i k i o d i s s r r t . de calio)lnicr; in c j r ~ collcclae vol. 9, rlisp. 20, cap. 1, 3. 5, 4 h1 u n z i (le frduoctrtis l i t . 7 tle co!zrnt~~irilorib~cs. d;i tutte queste Ma v;irir si;iiificazioni noi qiii ticcianio conipleta astrazioric.

E evidente clie risanilo ncl primo senso generale la pnrolci calunnia ( I ) o si verrebbero a promiscuare sotto il medcsiino norrie due rcati che lianno un obiettivo iadicaliilcnte distinto ; cio la d.ifawiauio?ze (S. 1713) che dcIittn contro l'onore (3 e la vera e propria ca1zt)tnia clie i: reato sociale contro la pubblica g-iristizia: 0ppui.e riserbnto il Iioinc di calunnia allo diE~iiiazioni,bisognerebbe dare al reato di calunnia un altro nome distinto; per esempio denuncia calun~ziosa.Noi stimiamo pertanto inesatto

adoperare la parola calis~znia senso vulgaro, quannel tunque ci6 piacesse ai comyjilatori del codice Frnncese (art. 367) e arl altri che imitarono rlael coilict:.
(1) BILLIOGRAE IA cap. 51 - D e ye diciis i?o ri j e a n ttierttti I-rip. 12, 91. 1 7

- A n g e l o de delirtia cup. 26, purs 2 ,


-

de delicto rrrlirlt~riioe i n pirlicis juilc crrluninicr 13 o ti f i ri o i~abrr nniet scqq. C CI ti t e r a prctest. crimiri. p~ndlrtcl.6 L) n m li o u d c r pt.cixis rer. eri^^). cap. 190 S o l o r z a n o de jitre b d i a r u ~ ~ r 4 , cap. 8 , I&. 5G li6. inclngutiones jitris lib. 2, cap. 17 Cas till o Carsi colrlroz~ liil. 5 , cnp. 21 B r e n C m a n n de frttir c E ~ i ~ t ~ i e s t ~ bi1i7pc~11ti~ri6t~sP u t t m a n n Disserfcitio (le dclutoribzis prnenziis lircucl excitoadis, i n ejus Opuscutn n. 10 C a r m i g n a n i etezentcc S. 845 C i u l i a n i islitzrzioni aol. 2, pag. 156 e seyg. P 11 C C i o n i saggici d i diritto pet~ale pfry. 575, S. 13. (2) In questo senso lo S t r y k i o fDiap. dc caluriinin cnp. 2, S. 18) nover:indo per lungo con la corisuei;i sua erudizione lutto le cause che danno origine alla calunnia, ricorda fra queste la aviditti dei tipografi insieme iilla avidit degli avvocati; cos unificando In calunnia gizttlicinle e 1;i st~~tryiaclieirtle: quale disiinziolie non deve essere confusa la con l'altra della calu~niu pitbblicn e privata. Ques1:i dirisiotie ha causa diil giudizio roniiirio; aride si disse la cnliintiia o pubblica o privata secondo che era avvenuta in giiidizi pubblici o in giudizi privali: W e s e ni b e C:i o Pnrlilla nd Se~zutztsconsult~a~z Tuvpilius~u?~a 1. Anche P ;t g a n i, che n. nel suo tratiaio delle ifigizrrie e cnlitnizie ( J l i l n ~ c o 1 8 5 3 ) declnn~,a pny. 55 e seyuenti, contro il niiil uso odierno di lacerare le altrui reputazioni, prende la parola cnlunnitr tic1 senso voljinre di diKa~naziono.

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