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Credo poi inutile dimostrare &e non I? possibfIc?

la figura giuridica della co@a pnnibile nel delitto #li falsa moneta. C i t inlnitivo. Sebbene alcuno fra gli antichi sembri averne dubitato io non creclo accettabile la punihilit dclla co@a nel falso num~nario. Essa non potrebbe configurarsi che nel caso di uno che avesse ricevuto per buona la mono-ta fdsa e la spendesse senza averla verificala quantunque dubtlccsse della sua sincerith; e in questa ipotesi non puO trovarsi delitto : ne doloso (l), perche lo stato dubbioso dell' animo non equivale n1 dolo; .tic colposo, perclib la coIpa B cornune a chi da la moneta ed a &i la riceve, Potrebbe pure configurarsi in chi a buona fede abbia affittato la casa ai fabbricatori o imprestato loro strumenti, potendo a costui rirwiproverarsi di non essere stato cauto e prudento quanto era necessario: ma qui saremmo noi termini di una conzjdicitLt coQosa ormai inaccettabile per le regole ( S . 4.36) fondamontali, Che se nialgrudo queste ~ e r i t & da troppi insegnsto fu die in questo delitto anche la inprulder~xa fosse punibiie, tale ditterio ebbe radice nella, errata iUazione dalle regole della lesa maest& e nell' ossequio verso i severi editti ilegl' Imperatori Romani ; donde giunse fiiio a noi (triste avanzo della anticrr barbarie) anche la punizione dei non rivolatori.
(1) 31 a s s in us de cortfiscatio?ac bonorunz qirnest. 6, n. 85. P l ri t o n e aveva posto come principio generale che i falti eolposi facessero luogo soltanto a riparazioni clvili e non a pu-

nizione ammenoch per circostanze di eccezionali bisogni. Vedasi T h o n i s s e n nel suo opuscolo intitolato I ' -idee dc ; la peine dnns lcs oeuures de Plnton pag. 13. Questo principio pu dirsi che sia giunto fino a noi poichi: le leggi odierne non accettano la punibilit della colpa tranne i n quei casi ove sia avvenuta una lesione di diritto (S. 127 j non reintegrnbile: ma tale effetto pernlanente non p u i ~ trovarsi davvero nel falso numrnario.

Porgono occasione a maggiori indagini i criterii essenziali del falso nummario sotto il rapporto dello elemento fiaateriale: e ne esporremo la teorica per via di diverse eliminazioni e conclusioni. 1.0 Non influisce sul materiale di questo reato la quantith o la qualit delle monete contraffatte, alterate, spese, o introdotte. Trattisi di molte monete o di poche; trattisi di monete di grande o di piccolo valore; il materiale del delitto vi sempre salvo a questionare sul dolo, e salvo a tener conto di tali differenxe come criterii misuratori (1).
(1) Ricorda P u c C i o n i che molti scrit.tori insegnarono non essere applicabile il titolo di falso nummnrio alla contraffazione di moneta vile, e pih specialmente di moneta erosn. E difatti trovasi ci insegiialo d a parecchi pratici : A l e x a nil r o lib. 1, cons. 104 in fin. B o s s i o tractatus tit. de fizlsa moneta n. 4 W e r nli e r observationzmz vol. 2 , pars 9, observ. 200, pag. 572. hla era pi generale il detlato che la tenuith del danno valesse soltanto a diminuire la pena : R i C h t e r consilioruna vol. 2, conuil. 385 C oP u t t m a n n elementa jur. crim. $. I 7 8 l e r o decia. 179 E n g a u elemcnta juv. crim. S. 528 Bertazzolo conszdtationcs cvirninales eonsult. 552 G ril i i t i u s dc

defensione reorum p a r s t, cctp. 6, nzenzhr. 1,puy. 29, n. 85 CI a r o S. fctlsun, n. 57, vers. dixi R i c c i u s deS a n f e l i c e decis. 59; il cis. 104, n. 3 in fin. purs 2 quale per0 avverte che anche la falsificazione di moneta vile debba punirsi di morte quando essa S fregiata della inimagine del Principo ; e in cib concorda P a r i n a c c i o consil. $8, n. 25: lo che peraltro non era che una deduzione dello errore radicale sull' obiettivo del falso nummario che pi volte ho notato; e perci non era una eccezione generalmente consentita, come avverte C o r t i a d a dccis. 87, vol. 2, n. 39. Non deve per dimenticarsi che alla negazione del titolo di falso nummario nella monetu vile ricorserc~ i pratici al fine di evitare la esorbitante pena di morte. Che il delitto di tosatura, lavamento, abrasione, non trovi termini abili sulla moneta di rame o bronzo ella S cosa evidente per la natura stessa e vilt del metallo. iila che la contraffazione di una moneta di rame non esaurisca le condizioni ontologiche del falso nummario e debba togliersi da questo titolo per portarla fra gli stellionati, io non lo posso assentire. Qui come in generale ripeto che (dentro i dovuti limiti) io nori faccio mai questione di penalil maggiore o minore; e cosi pu stare benissinio che la contraffazione di moneta erosa si punisca mitissimamente, ed anche (se cosi piace) con pena mollo inferiore a quella della frode o stellionato. Cib che forma principale argomento dei miei studi e delle mie insistenze la uozione ed il titolo che deve attribuirsi ai singoli malefizi. Questa S la opera della scienza e sui pronunciati dclla inedesima non pu transigere un insegnante, e non deve transigere neppure il legislatore se non vuol dar saggio di sua ignoranza O di un arbitrio prepotente. I pratici che si agitavano nel letto di procuste di leggi tassative e feroci subirono la necessit della situazione; e spinti dalla umanit non esitarono talvolta a manomettere la nozione di un titolo per evitare pene barbare ed ingiuste. iiia il legislatore non versa in uguali strettoie: egli ha piena balia di punire pi e punire meno i diversi casi, nia non ha balia di falsare la na-

tura delle cose, percb lo imperativo ontologico sfa al di SOpra di lui. Punisca meno o punisca pi, sarh questione di modo di sentire; e noi rispetteremo le sue opinioni ariche dove non potremo dividerle. Ma tutte le volte che egli pretenda dire essere falso nunimario dove moneta non , o viceversa non esservi falso nummario dove moneta, noi Srideremo ali' errore ed al superbo ardimento di ricoinporre il creato.

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2 . O Neppure pud tenersi come criterio essenziale la ssstaszza diversa della quale e formata la moneta sincera che si alterb o che si volle imitare. Qualunque ne sia il metallo, e fosse anche per ipotesi creata una moneta di altre materie sarebbe sempre indiff'erente ci6 alla essenzialit del reato, purch quella fosse moneta avente corso kgale o conzwercial~(i).
(1) Non h dubbio che la specificazione della carta inonota iiella lesse penale sia una cautda prudente; la quale perb potrebbe venire omessa e ci non octante il falsificatore di carh sarebbe sempre tegittlrnamente prrnilo come falso monetario. Ci si E verificato in Francia. L' art. 134 di quel codice (divenuto art.153 dopo la riforma do1 1865) punisce coi lavori puhblici da clnquo a venti anni chiunque abbia in Pranclo contracalto nioneta straniera. Nacque dubbio s e li1 fdlsificazione della moneta cartncea che aveva corso forzato in Austria, in Prussia od in Turchia cadesso sotto quella sanzione : e fu debilamente risposto che si; perchb nella generale designazione di rnonetn cade ogni moneta, qualunque sia In nlntcria della quale formato: Cassaziose di Francia 25 ;~prile1828; 20 giugno 1820 ; 29 settembre 1865 ; e 22 liaglio 1858.

Per lo che nessuno pu6 seriamente dubitare che Ia falsificazione deUa moneta di carta costituisca non la sola falsit in documento, ma propriamente il falso nummario, nb pi n& meno come la falsificazione di moneta metallica, tutte le volte che un governo in occasione di straordinarii bisogni abbia dovuto ricorrere al rimedio della moneta cartacea. Ed anzi sotto questo rapporto si B allargata la nozione della moneta col dare questo carattere giuridico (1) non ai soli fogli' emessi dai governi, ma anche a quelli emessi dalle pubbliche banche con autorizzazione dei governi.

(1) Di qui il dubbio se la questione relativa a stabilire :I equivalenza pei fini penali di certi fogli alla moneta sia qiieslione di diritto da proporsi alle Corti, o mera questione cli futto da proporsi ai giurati. E sembra che debba dirsi questione di diritto : Cassazione di Torino 30 aprile 3867 : Arrnli di Giurisprudenza 1866-67. 1 , 2,296. Vedasi la noia al S. 3542. Sulla distinzione tra fogli di banca, cartelle del debito pubblico, e carta moneta ai fini della presente materia pu vedersi D r o n s b e r ,o de r e monetalipccg. 115. Ma noi1 la diversa forma od intitolazione della carta quella che adegua il foglio alla moneta corrente: k bens la condizione di essere trasmessa da mano a mano senza bisogno di atto di cessiotie, senza gira, e cos senza responsabiliti spociainietite assunta in ogni passaggio dallo spenditore; ed ir lii sanzione governativa attrihutoria di tale privilegio.

Ci chiaro pel codice Toscano, poichb all'art. 228 e segg. adegua alla carta che abbia valore legale la carta che abbia valore conzmercinle. P u c c i on i a1 suo commentario (1) su cluello articolo rileva con molta verit lo errore di chi corse a dire sotto il punto di vista economico che le cedole erano moneta, poichb il denaro merce e con quello si estingzte il credito, laddove la carta non che un tfiolo clz' credito, una promessa cli futuro pagamento e pagando con quella si fa una ~zovaaio~ze surrogando la banca in faccia al creditore nel luogo del pristino debitore. Ma loda peraltro la equiparazione ai fini penali per la quale le falsificazioni di carte di credito, che in mancanza di apposita legge (2) si dovettero dalla giurisprudenza punire come falsitk in pubblici documenti, vengono ad incontrar(: una repressione pi certa e conveniente. E nel corinmento all'art. 230 (inerendo alla definizione data tla questo articolo) insegna che anche nelle ceclolo come nella moneta si equipara oggi la protezione per Ie estere alle nazionali. Sola condizione E;! quella della forma e della autorizzazione governativa, p del corso almeno commerciale. Che se la carta estera (.(mela moneta non abbia neppure corso commerciale nello Stato non si ha scientificamente che una frode ;e quantunque alcuni legislatori abbiano voluto specializzare anche questo caso nella trattnzionc (lei falsi nummarii anche essi col portare 13 Ijenaljtk alla norma di quella stabilita contro la frodi: hmno dovuto fare omaggio alla scienza, la qual(^

- 207 non pu6 ammettere titolo di falso numrnario dove non moneta o carta spendibile.
(1) $1 dotto commentatore a questo luogo (vol. 4, puy. 42)
fa una rapida storia sulla invenzione delle banche di credito

e sulla grande utilit delle roedesime. Su tale argomerito possono oonsultarsi C l i e v a l i e r de lu mannaie secl. 1, cap. 5 C o q u e l i n dzc crdit cap. 2 , S. 1. (2) Come proceda la giurisprudenza Francese nel distinguere i fogli di banca dalla moneta rilevasi dalle combinate decisioni che si riferiscono in h1 o r i n agli art. 6078, 6107, 8232, et 8593.

Ma se i' anzidetta equiparazione non incontra diti ficolt fincl~si parla di fuZlbricnzione o contraffhalone ne doveva incontrare per la nat~ira delle cose in terna di alterazione. Non essendo pi delitto oggidi la fusione, o la distt~u~ione della moneta (t) pubblica, la forma del falso numrnario per alternzime non pu altrimenti costruirsi tranne subordinatamente a1 concetto di chi togliendo per veduta di lucro una porzione del suo metallo dalla moneta 1' abbia minorata cli peso e d' intrinseco valore per a rimetterla in circolo cosi deteriorata. M siccome non B escogitabile che si voglia speculare sopra un frammento (li cwta tagliato da una cedola, cosi li1 vera e propria forma clell' alterazione non trovava npp~icabiliti,nella moneta carkcea.
(l) Gli :intichi ebbero cos pre~iut1ic:ite opinioni in Illi*lerin di ecoiioiiiia politica che s i elevi) o delitto anche il fi~tlu

- 208 di portare all' estero monete nazionali: h1 a r a d e u s Obseruationes cap. 18 B e r n e r Lehrbuch, 5. edit. Leipzig 1871, pag. 516 a 618. Vedasi $. 3525 nota 1.

Ma poich molti scrittori e molti legislatori ( e fra questi anche il codice Toscano) nel descrivere il falso nummario per alterazione hanno contradetto la verit antologica per servire al reparto delle penalith, chiamando alterazione quella che pi esattamente doveva dirsi contraffazione, vale a dire il fatto di dare ad una moneta o carta inferiore per qualsivoglia modo di artifizio l' apparenza di un valore superiore, cos la forma del falso per alterazione si & renduta per siffatto linguaggia possibile anche rispetto alle cedole di credito pubblico. Ma appunto per 1' anzidetta ragione fu necessario dettare per 1' alterazione in rispetto alle cedole una definizione speciale quale quella dell' art. 229 del codice Toscano dicendo che 1' alterazione qui consiste soltanto nel dave ad una carta di puboli~o credito 1' apparenza di un valore maggiore. Cosicche ogni altra abrasione, lacerazione o taglio che facciasi sulla moneta cartacea non delitto. Anzi udii narrare che in aleuni paesi per mancanza di rnoneta piccola Q invalso il costume che si taglino nel mezzo i fogli del valore di una lira e si spendano ciascuno per mezza lira. Chi facesse cib per arbitrio suo correrebbe risico di perdere il capitale, ma non sarebbe reo di delitto; e molto meno lo sarebbe dove fosse invalso il costume anzidetto.

RIa se si era voluto dire cosi, e chiamare nlterit,nio7te un fatto clie non ha la sua criminositit iisl
danno recato alla carta da dieci lire, ma nello avere contvuffutto una carta di cento o di mille lire con aggiungere uno o due zeri alla carta di dieci, era egli conveniente che la adequazione nella penalitii fra la moneta di metallo e la cosi detta iiioneta di carta si mantenesse ancora per questa foggia di delinquenza? Io ne dubito seriamente. E le ragioni del mio dul~itctreche in parte colpiscono cziandio la pilrificazione nella pena della contrafft~zione sono piu evidenti in questo modo (li alterazione. In I? tlccennerb (li volo: altri le apprezzi per quello che valgono. S. 3540. Dir6 dunque dre parmi intercedere tra Ihtto c. fatto una differenziale di gravita politica pcr le alipresso considerazioni - 1 Io giudico meccanica: mente pih facile imitare la carta che non la rrinnetn iiietallica 2." Lo imitatore della moneta nietsllica risica un valore che pur sempre nel metallo cluant,unqne faccia la moneta di pi bassa lega - O I,a . : carta imitata pub forse piU facilmente trarre i11 inganiio un maggior i~unierodi persone e tutti gl' illetterati 4.@Final~iienlenclla carta il danno pu crssere immensamente maggiore. 1 massimo ra1oi.r 1 delle monete oggid correnti B clue'tlo di vrnti o quaranta franclii, rare quelle di oento : ma delle ccilolc 7e ne Iia di mille, Laonde se ilelln altcrnxionfk 7 VOL.TTII. 14

- 210 di una moneta metallica difficile a prevedersi un danno superiore a venti franchi l' opposto avviene nella carta: ed naturale che chi si cimenta a risico della pena trovi maggior tornaconto nello imitare fogli di cincluecento o di mille lire.

Ora 1' art. 225 del codice penale Toscano che giustaiiiente lia iatto una distinzione fra la pena della fal11)ricazione e la pena dell' alterazione riducenclo questa al carcere clie pu scendere fino acl un mese, non merita censura finchi: si applica ad una vera alterazione ed alla moneta nzelallica. Qual' k in fin (lei conti il clanno se da un napoleone vero si i i sottratto una lira di oro '2. Ma applicato il titolo di alte;l0azionealla simulazione di maggior valore ed esteso talc linguaggio alle cedole, quella penalit cosi ridotta non parmi soddisfacente ai bisogni. Quando un artefice sia riuscito a porre in circolo uno o pii1 fogli clello apparente valore di lire mille in che consiste In differenziale tra fornza e forma? Nella oggeltivittit E iclentico il risultamento. Nella soggettivitk tutta la differcnziale consiste in questo: che 1' lino per falhricare il foglio di mille lire si 6 servito di un pczzo di carta di nessun valore mentre 1' altro ha. Sabl~ricatoun foplio di lire mille o di c*iiiilueceiilo servendosi per materiale di un foglio tli caiLtn valeva dieci o cincluanta o cento franclic tshi. 11-1 ultiinn analisi tutta la cliff'crenza sta qui. hI8 111 sostanza C' cntrato nel circolo conimerciale un fijglio f't~lsndi lirr, cinrlueceilto o (li lire mille cosi rn tiila tiirrsia coine iicll' altra. Ora rluclla diversitk

- 211 lielle condizioni originali del pezzo di carta servito a contraffare il foglio falso messo in circolo dessa tale e di tanta importanza politica che dia ragione della diversitti che passa fra tre anni di casa di forza ed un mese di carcere? Questo 6 ci che dovrebbesi dimostrare per dileguare i miei dubbi. Ma quale egli il resultato scientifico di tale osservazione? Esso la costante coliferma di ci6 che ho tante volte ripetuto, vale a clire clie quando si falsa la verit antologica nella definizione di un reato s' incontrano sempre inciampi e difilcolta (i).
(l) singolare la conLradizione. nella quale cadono i sufi stenitori della opinione da me combatluta. Se Cajo converti un foglio di cinquanta lire in un foglio di cinquecento essi si ostinano a dire che il delitto consiste nello avere trlterato un foglio di cinquanta, anzich dire (coine io vorrei) che il delitto consiste nello avere fabbrictlto un foglio di cinquecento. iiIa poi quando misurano la penalit essi la calcolano siil valore di cinquecento (vero danno recato) e non sul valore di cinquanta. Dunque essi puniscono la contrafitzione e non la nlterazio?re.

:L0Essenziale a questo reato che la moneta adulterata abbia covso legale o co?nnze~ciale nel(1)
lo Stato. Lo appartenere la moneta adulterata ad estero paese non B di ostacolo al titolo di falso nuniinario finchi: il tipo di cjuclla ha corso legale o con/,?jza*ciaZefka noi; ladclore la moneta (anche nazionale) clie sia stata tolta cli corso non p i ~moneta. Clii l'adulteri per venderla ad un amatore coilio vera o per spenderla conio tuttavia correntc tcn-

ter una frocle, ed una frode consumerA se riesce ,2110 inganno, ma niente pii di una frode percile rluel17oggetto non pii1 una ?~tolzetcc, il reato pii1 e iloli incontra 1 oggettivo della pubblica fede ma lede ' soltanto la fiducia e proprieti privata. La differeilza fra corso Zqale e corso co~~z?ize~*ciale intuitiva per dliunclue ricordi la differenza che passa fra cosa ZegciZe e cosa Zegittfiizcb. E cosa B g a b quella che i. co!~~zn.rzdc~tct legge: e cos moneta che lia dalla corso legale tutta quella (sia di fabbrica nazionale o di fabbrica estera) clie la leggo 'i411;)3o?ze cittaai dini di ricevere col punire il riiiuto, e che l' autorita stessa riceve alle pubbliche casse. Cosa Zegittinta 6 quella che Eollcs~c~lu legge : corso ledalla gittimo hanno dunque in uno Stato tutte quelle inonete alle cluali 1 autoriti perinetta di circolare ' e clie per volont libera dei cittadini si ricevono difatto ne1 commercio benchi: nessuna legge iinponga l'obbligo di riceverle : e questo ci che vuolsi esprimere con la formula corso conanza4cicde. La fratellanza dei popoli, lo increinento dei comnierci internazionali, l' ostracismo dato orinai nella nintei.ia del falso nummario ad ogni pensiero di lesa maest&,hanno inilotto i pii1 liberali fra i moderiii legislatori a parificare i due casi : rimanendo cos il titolo di falso nummario escluso soltailto dalla falsificazione di cluclle nionete il corso delle quali sia 111~oiZ)i10 clallt~legge o che siano affatto inusitate alla pinzzn. Questo un vero yrogresso; ed in quanto alla ?ilozione io vi aderisco l-~iennmente, snlvochi! parreljbemi doversi valutare In diii'ercnza fra corso legale e corso coniiiierciale coiue criterio 111isriratore, per le ragioni che a suo ltiogo clirb.

/l) Anche qui coine in altre mille occasioni la instituzione della giuriil fa sorgere il dubbio se la questione relativa a deterininare la esistenza o no del corso legale o conan,c?acictlc nella moneta adulterata sia questione di dirilto oppurc. questione di f(itto. Pu vedersi intorno a ci B l a n C b e etzcdes sur le code pnul, troisilmc etude, pag. 57 : il quale a png. 51 ne erudisce inlorno la differenza che passa fra iiioneta ncczionale e moneta avente cos'so legala. Certamente questa una condizione gizcridicn data a quel pezzo cli metallo o dalla logge o dalla consuetzcdilze. Finche trattasi pertanto di giudicare del corso legale non parmi dubbio clie Iii questione cada sulla leyye e sulla sua applicazione, e che per conseguenza il conoscerne spetti ai Magistrati. Dubbio pu elevarsi sul corso conzn2crcic~le perchk questo 6 uno stato di fi-tto o almeno dipendente da una serie di fatti che costituiscorio la consuetudine commerciale. hIalgrado cib p u i ~ dirsi che anche il fatto dei singoli perch acquisti forza tli consuetudine ha bisogno di cerle condizioni che sono puraniente giciridiche. Questa osservazione E peraltro generalmeuto applicabile a tutti i titoli di reato, e se bene addentro si guarda la distinzione Francese (trasportata ora fra noi) tra questione di fatto e questione di diritto, k forza concludere che ella dificilissin~a a coaservarsi nel suo rigore nella prati: cn applicazione, e che non & conservata davvcro nel mctoclo vegliante. Tutti i giorni si propongono ai giurati questioni d diritto quando si dimanda loro se un tal fatto costituisca i l il furlo o In frode, la effrazione o la chiave falsa, od altro sirriile titolo o qualifica che non B definibile se non per virt di conclizioni giuridiche e d7 interpetrazione clel disposto della legge, Si passa oltre pcrchb l' ordinamento nostro vuole cosi; e poi di tratto in tratto si eleva una disputa dove forse la indole giuridica della questione b meno sedsibile. Tale perplessit2 si rivela ad ogni momento, e si B rivelata ancora nella presente questione relativa al corso legale della iiioncta adulterata. Infatti la Cassazione di Francia decise cIie ella fosse una questione di diritto col decreto del 10 ago-

- 214 sto 1826, e con 1' altro del 2-2 setteiiibre 1851. KJ i!~r'eci: la stessa Corte ciudlci, che fosse qiic+iionc di f i r l l o cril rleOu creto ?eliy 11 genaaio 18uO. F C ~ JSS ~ g 11 i *? r 111 Cft:r>l!)> rl" ,lssises vol. 4, S. 2654, )i.9.

Ad uguale ragione rln~~ilcl.die eliminarsi i1 titolo (li falso nnmmario per chi kb1)ricasc;c-inioncte ideali (1) non mai esistite.
(1) l i molti piacque desuriiere dri r~innelirlo In e1iniolor;ia della parola inoncta per indicare che essa doveva ammlitiirt: del proprio valore coloro ai qtiali ci veniva ofTcrendo. !Jklesta elimol~:ia se non I: vera (coiuo nvvri'le 1'3 E) r o tltesf~?lm e r u d i l i o ~ i r ,verilo maitetri J i: 1)en trovata ; e niOstTi1 cos mth sin quasi ingenito il concetto che In veri1 ess~irxrc dcllit ilioneta stti nel portare Irripresaj q u e i segni cntivcnzioriaii che sono testimonianza del suo battcsimo. BIa i ~ i l pmzo di ruetallo con segni ideali che nou rispondonn ti1 Upo di neosuna moneta esistento arrirnoniscono della falsila di rluell' 0 8 gettrr iitel;illico: ed i? rcpngnante clie si dica co?rt~~aBolla una rrioncta che rion esisfe, o fufibricrrlri uua rnonetn col dore ad iin pezzo di metiillo forme e segnali di pura fantasia clle non sono segnali o forine di niotieta sfiicera. Sar una frode in(1ubbianielite punibilo, n: io Taccio questione della pena, faccio qiiestiane tinicariicnle del. titolo e del suo materiale. L moiieta falsa deve essere il ritra~todella vora. nlalqrti(l0 a ci;) in IJrari~iasi S corso arichc qui nelle vie del rigore, pnella confusione di tiloli outologicamentc distinti, e I' autoerazia dei giuristi ha voluto porsi sotto i piedi anche la tirrfi delle cose. Ottimamente B o e h m e r u w~ctlkritiotiesin C- C, C- art. 113,$. 2 .?i!jna crccipio que N ~ ~ I ~ ~ TT) O I pria, o6 n quricumqz~c superiore irztic dcstirtala; laon nl.4ts.cl?*in.Potcvn apparire a prima vista broconr&co il caso di

Glazidio 1Tlerle ritenuto colpevole di falso nurnmario dalla Cassazione di Francia nel suo giudicato del 25 marzo 1837. Costui aveva fatto una moneta prendendo il tipo di una delle sue facce da una moneta appartenente alla Francia e il tipo dell' altra sua faccia da una moneta Italiana. Cosi aveva costruito una moneta ermafrodila: Francese da una parle, Italiana dal17 altra. La Corte di Riom, Camera d: accuse, aveva eliminato il titolo di falso nummario per la considerazione che si era imitata una moneta immaginaria. R1;i la Corte Suprema cass motivando la revoca in questi termini, Bttendu que 1rb confreficgo~zpeut rbsulter i zcne somme l ' d' apparellcss szlffiscintes pour qtce la circztletion picissc c n &re obtenzce ctu ciktrir~ze~zt des esp6ces uc;ritnbles; e cos fllerle fu inviato in Corte d' Assise. iiIa 6 evidentiscirno che la Cassazione ben lungi dal negare la dottrina che noi teniamo per vera, la confermb richiedendo nella nioneta come elemento materiale la sua attitudine alla circolazione a pregiudizio dello nzoneta sincera. La questione di fatto non poteva pregiudicarsi e si era inavvertentemente pregiudicata dalla Corte di Riom. RIa s e i giurati ai quali si invi AIerle avessero dichiarato in fitto che quella moneta non era atta alla circolazione perche qualunque persona esperta di dendro l' avrebbe respinta da sS, per sinlile dichiarazione si sarebbe dovuto sottrarre Alerle alla pena dei falsi monetari in obbedienza a quello stcsso pronunciato della Corte Suprema. Il giudizio sulla spendibilitu un giiidizio di fittto; e la spendibilit pu negarsi con tutta verit anche dove sia avvenuto lo spendimento per 1' accidentalit. di un idiota al quale si pii anche dare ad intendere che i1 nuovo governo ha messo in circolo monete di cuoio o di legno, ed imporgli come moneta un pezzo di siratta materia, senza che perci la dabbenaggine di coloro che hanno creduto alla frottola renda quel pezzo di legno o di cuoio una inoneta avente potenza di circolare. 11 giudizio sulla spendibilitu ii di puro fatto, e quando iiou esisle al i~iondoil lipo della rnoneta spesa impossibile di proniiri-

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~ i ; l r c i i cuscierrzn clic c;uella moneta di l'mtacin iitcva nttii tiidine :I circolare a pregiudizio della moneta vera che nuri esisteva. JIa dove i giudici del fCltto si pronunzino per lo rion sp~nilihilitia cagione o della goK;iggine della iniitazione, o della non esistenza della nioneta che si pretendc irinttnla, In regola di diritto che svolgo pi abbasso k la pi r:igionevole, ed 4 amniessa da quelli stessi giudicati i quali h:inno sembianza di contrari : non esislc materiale di Falso i~iiiani;irio: non si ha che una semplice scrocclieria.

4." Criterio costitutivo del materiale del falso nulliiuario k la .inzitauio?ze;la quale vuole essere considerata sotto un punto di vista soggett.ivo, e sotto un punto di vista oygeltiuo. Nel rapporto soggettivo consiste nel lasciare alla moneta alterata o nel dare alla iuoneta contraffatta quei connotati forme e tigure clle sono caratteristiche della vera che vuolsi imitare. Chi dimezzasse un franco con la stolt?aidea di spendere le due meta come franchi integrali, per rluaiito agisse con pravo fine non sarebbe colpevole di alterazione di nioneta: e non lo sarebbe chi desse ad un pezzo cli met:illo la forma e diiiiensioni di qualche moneta corrente, nin senza riprodurvi nessuna effigie (1) e nessuna iscrizione di quelle clie sono caratteristiche della moneta metlesin~a:ni: chi lasciasse il pezzo di rame nel suo i:olorc naturale clandogli i caratteri del franco di argento senza perO imitarne il colorito. La parola f~*a?tcEoktz.to, k interessantissima (come bene al7che verte F u c c i o n i ) nella defiiiizione del fa.1~0nunzmario, non esprime lo clemeiito intenzionale ossia la forza morale soggettiva del mnlofizio, ma invece

- 21'7 Jesigila un carattere della sua forza fisica: dcsign:l cio nel punto di vista soggettivo (2) i 91zocZi e gli ur.tifz~iadoperati dal falsario per imitare la moneta sincera, e nel punto cli vista oggettivo il risultaiizento materiale di tali artifizi, consistente in una moneta atta ad illudere ed a circolare conle sincera. La fraude pertanto tiene alla essenza di fatto tlel falso.
(1) Anche di questa contingcnza ebbi il caso pratico circa venti anni addietro. Un contadino delle montagne Lucchesi girava in cerca di paioli vecchi. Esso si era fornito cli unct sti'utnento incidente a taglio circolare clella dimensione d ~ i vecchi soldi toscani i quali erano cos frusti che p i ~ non orrivano segnali nessuni. Tagliati dai suoi vecchi paioli i pezzi destinati a diventar soldi, colui li ripuliva e dava loro un colore di antichit per cui gli veniva fatto di spenderne qualcuno come soldo. bli cost poca fatica ottenere che le Camere CI' invio dichiarassero non esser luogo a procedere, e riniandassero quel povero .\:eccliio a carcere sofferta. Non vi era falsiti nij intrinseca n estrinseca: e per la frode di pochi soldi non valcva la pena recargli ulteriore molesti:^. (2) Non vi sar imitazione soggettiva sc mancherh la so~ n i g l i c i ~ t znella nxztericc scelta a fabbricare In moneta : die fetto d' imitazione soggettiva pu anche trovarsi nel ?nodo c~uandola falsa moneta sia gettata CL JOvnz;rc invece di essere coniata a pressione : o quando ne siano notabiln~ente difformi le dit~zensioni: o quando le iscrizioni e gli einblcmi si~inoad incisione nientre la vera moneta li Iia in rilievo, o viceversa. Queste differenziali nella imitazione soggettiva devono apprezzarsi secondo i casi dalla prudcnza del giudice: ma il loro influsso sul titolo del reato dipender princilialniente cltilln imitazione osgeltiva, come dir tra poco,

Non deve perh credersi che la imitazione debba essere esatta, completa, ecl incliscernibile. Fu dai nostri tribunali riconosciuto sufficiente il materiale in certi napoleoni falsi hbbricati in Lucca quantunque il colpevole non essendosi potuto procurare il punzone della lettera 11 vi avesse impresso nella periferia DIEU ROTEGE (invece di PROTEGE) LA FRANGE, perch anche un esperto poteva non avvertire a quella piccola. variante essendo cluelle monete in ogni altra loro parte somigliantissime alle vere. Laonde cpesto criterio della .inz.iccxione male pub defiiiirsi nel suo punto di vista soggettivo, e meglio viene chiarito dalla contemplazione oggettiva (l).
(1) La maggior parte dei monumenti della giurisprudenza Francese sul17art. 152 mentre ammettono che la itnitnaione della moneta sincera vi debba essere sembrano peraltro ritenere indifierenle che tale imitazione sia riuscita pi O meno felicemente. Niente valse la grossolaneit della imitazione a Garriclhon: costui dannato a niorle per falsificazione di moneta d' argento inutilmente dedusse come mezzo di Cassazione la infelicit della imitazione : quella Corte con decreto ilcl 5 ottobre 1821 rigett il suo ricorso. %a era egli in faccia :illa Corte Suprema che doveva proporsi un simile mezzo tutto inerente ad una vcrificaziono di fiitto sulla quale non erasi richiamato il giuri? fiIa lasciando di dar peso a qualche raro giudicato che pot? ispirarsi ad eccezionali contingenze di fatto, certo ? che universalmente accolta in tutte le p r a tiche la regola che senza inliluzione noli si abbia ntnter i d e di falso nummario, quantunque possa aversi un nullerirtlc di frode per lo ingnnno eventualmente ottenuto. E tali

essendo i critrrii essenziali del falso nunimario solto il punlo di vista dello elemento materiale, manifesto che anche in questo reato deve rispettarsi impreteribiirriente la regola generale che richiede la prova specifica del corpo del delitto ottenuta per via diretta ed in modo indubitato. Regola prevalsa oggid in tutte le buone giurisprudenze (E r u g n O l i della certezza in crilninale, ilfoodena 1846, S. 144, e 204) e per la quale la prova specifica del corpo del delitto noli si supplisce per via d indizi e nemmeno per la confessione del giudicabile. Inutilmente pertanto nel processo per fnlso nun~mariosi recherebbe contro il gindicabile la sua confessione di avere fabbricato false monete, o il deposto di testimoui che lo avessero vedulo coniar monete. necessario che la giustizia abbia in mano il corpo del delitlo, cio la iiioneta che dicesi falsa; e quella sotloponga a regolari perizie onde accertare s e veramente siasi imitato il tipo di una moneta avente corso legale in guisa che la' moneta falsa avesse potenza di entrare in circolo. Vedasi pi abbasso la nota al S. 55513.

so.Infatti generalmente i criminalisti ed i pratici


concretarono il requisito della imitazione nella forLa mula clella spe~zclzbiiitci. moneta deve essere s9endibile perchb si abbia il materiale del falso nummario; deve essere tale ci08 che possa correre come vera alla piazza rappresentanclo agli occhi dei pii1 la idea clella sua verit. Una moneta pu non essere perfettamente imitata ed essere ci nondimeno clichiarata sj~etzdicibile, come lo fu nel caso ricordato teste sebbene la iniitazione fosse deficiente in una lettera della ordinaria iscrizione. E viceversa la imitazione pu essere soggettivamente completa perchi2 si siano ril~rodottinella klsa moneta tutti quanti i

segni caratteristici della vera ed imitato ancora il suo colorito, ma il tutto cos infelicemente che ognuno purclib uso a maneggiare monete ne conosca a prima vista la falsita. Questa quella clie clicesi .i./jritazione oggettiun, e che per maggiore esattezza vuol essere considerata come un yztid fatti distinto dalla imitazione soggettiva e come un estrsmo diverso dal precedente (I).
{I) Sembra che la Corte di Cassazione di Torino con un ~iudicato 16 aprile 1866 abbia ritenuto come circostanza del indifferente al titolo di falso nummario la non spendibilitli della rnorieta, o la sua grossolana imitazione. Ria io voglio aspettare prima di credcre che con quel rigetto si volesse stabilire in un senso generale ed assoluto una massima COtanto grave. Spesso le Corti di Cassazione si trovano strangolatc dalle dichiarazioni di fatto, r: non credono di loro competenza approfondire una questione di diritto la quale essendo nel soggetto caso eliminata dalle dichiarazioni di fatto diverrebbe una questione puramente accadeiiiica. Xoti senipre pub asseverarsi clie uno o pi giudicati costituiscano giurisprudenza tranne quando un problema' giuridico sin stato in modo principile e ripetutamente discusso o deciso.

: t

1 giudizio sulla ,sj~e?zclibiZith tutto speriinenlale 1 i: liratico. Ogni giudice puO deciderne coi sensi propri guardando cluella moneta e dimandando a s metlesin-to se egli l' avrel~bericevuta: ma in pratica io vidi deferirsi tale decisione al giuclizio dei periti clcll' arte, e quanto volte questi dicl~iararonola ino~ i c t iioii essere spe?zdiOile altrettante volte vidi va~? cillare l' acctisa di falso monetario.

E la ragione di ci i! manifesta a chi ricordi Ici, indole giuridica cli questo izialeiizio. I1 i~~edesirno si perseguita non come aggressione alla privata proprieti ma come aggressione alla publjlica fede. Bisogna duncine che la publ~licafede possa patire offesa da quel fatto; bisogna ci06 che la moneta possa essere messa in circolazione. Ove le manchi siffatta alilitA rimane una perversa intenzione inanifestata con atti ed operazioni inidonee, e sparisce In indole politica del delitto. Nessuno si allarina per una moneta che non a ~ r e b b e potuto ingannarlo ne alcuno trae malo esempio da un atto incapace a raggiungere il pravo effetto desiderato.

E sarebbe erroneo il pensiero di chi volesse ;r questa ipotesi adattare la nozione di tentativo puiiibile. k regola che il tentativo i~zidojzeonon i.. puiiibile. E vi contradizione aperta nel negare rjuelln idoneifci nel delitto consumato e supporla nei suoi tentativi. Fra i mezzi per consumare la contrafrazioiie monetaria entrano necessariamente la r~iano del colpevole e gli strumenti dei quali si valse; se li strumenti e la niano non giunsero a fare una moneta spendibile quantunque non fosse interrnt,ttn 1' opera ed il colpevole avesse esaurito quanto egli poteva fare per completare 1' apparenza fttllace, ci?) prova che o negli uni o nell' altra non er:lvi nttitucline a raggiungere il fine, e clic cosi In p~il~l~lica

Ikcle noil tu mai per cluelli posta neppure iii pericolo. Quando la fabbricazione fu interrotta il .tentativo punihile vi k, purch i primordi della operazione offrissero potenza di ulteriore perfezioi~arnento, sicchi! fosse a prevedersi si sarebbe ottenuta la irnitazione conipleta da quel fabbricatore se non fosse stato interrotto. iifa quando la opera compita ed Ii inettamente compita si ha la certezza della mancata 1~otenzialitA.

S.

3550.

Nel punto di vista generale la teorica clella s23elzEiLbiZitci come recluisito del falso nurnmario pub dirsi universalmente ricevuta, e senza contrasto dominante cosi in Italia come in Germania (1). Ma una difficolth si eleva c~uandola moneta fu spesa di fatto, perchl: il colpevole trovo un cieco od un gonzo inesperto di monete al quale la fece accettare per huonn sebbene a giudizio di tutti si debba dichiarare moneta non sj3endibile. Allora sembr a taluno clie fosse contrarlditorio dichiarare non spendihillr una moneta la quale fu spesa. Ma questo obietto che lia 1' apparenza di rimproverare un sofisma S invece egli stesso un sofisnitl giuridico.
i ) Do lf i o nllcgnlio~iesvol. 2, allcgcatio 162, a. 11 l P a r i s i o consil. 69, n. 27, lib. 4 A f f l i C t o i n constitutiones Regni, ritbrien de cudente filsa ?nonetu, n. 5 A l e x a n d r o consil. 104, lih. 1 P o g g i ele911entc.i. jz6ri.s c~rimlnnlislib. 4, tit. 8, S. 67 C o n t o l i clei delitti e delle perac lib. 4, cup. ti, a r t . 1, 5. 9, png 152: ove allega i11 conformil iiii giudicato del Tribunale di Bologna del 23 ilccenilrc 1781,relativo a ccrti paoli gcltali in stagno i quali appijiilo percliis getluii ril~rodiicevano noiuralmcnic iiitti i

- 233 segni e tutti i simboli dei paoli veri, ma perchE gettati e di stuyno rivelavano a colpo d' occtiio la propria falsit a qualunque uomo prudente al quale venissero presentati. Si vedano anche le oonclusioni del Procuratore Generale L ec l e r c spiegate avanti la Corte di Cassaaione di Brtixelles ad occasione del giudicato del 22 decembre 1856 : e C h a uv e a il e t I4 e l i e the'oric clu code p h u l n. 158% ct suiv. e la Corte di Cassazione di Parigi 12 agosto 1555, ove si riassume la dottrina in questa formula che la i ~ ~ ~ i t u z i o n ~ della n o n e l a s i n c e ~ odeve avere una somma d i nppc6renze da potere circolare liberamente. Analoga questione si solleva nella materia del falso documentale (come vedren~o:i suo luogo) intorno alla grossolaiia imitazione della scrilturii altrui: ed anche l vedremo che la goffaggine della irnitazione pu talvolta eliminare il titolo di falso. fila non vuole essere dimenticato che la dottrina eliminativa pu avere diversa ragione nel falso nunimario per cui rendasi in questo reato pi largamente applicabile che non lo sia nel falso istrurnentale: ragione che emerge da due co~cideraziotii 1."Che la falsit dalla scritturo 6 pi difficilmente riconoscibile dai terzi che non lo sia la falsa moneta cognita a tutti 2.0 Che la falsa scrittura esaurisce in molte circostanze il suo obiettivo quando tale da polere illudere colui o coloro che era destinata ad ingannare laddove la falsa nroneia non esaurisce il suo obiettivo s e non tale da potere illudere la maggior parte dei cittadini. Nelle osservanzc giudiciali Toscane procedeva la regola che la non spendibilit della rrioneta e la sua jirossolanil convertisse i1 titolo di falso nummario in quello di stellionato. La minoraziorie notabile della pena derivante dalla impropriazione del titolo si ammetteva ancora nell' antico Supremo Consiglio di Mo! dena, coiilc chiaro pei due giudicati che si leggono nella collezione B o s c l l i a i e V c r a t t i al 801, 6, dccis, 196, c al uol. 7, decis. 451.

Infatti l' obiettivo giuridico deI falso nu111in:t~io deve essere la pul~l~lica fede; e perche la publ~lica fede si possa dire offesa bisogna che la moneta LZ'EIbia attit,ucline a circolare ;e perche alul~ia attitudine ;t circolare bisogna che rivesta tali apparenze esteriori da poterla dichiarare spendibile in guisa tale clie ognuno 1 avrebbe ricevuta per l~uonn ' aminenoche non fosse stato un uoino espertissiriio e di straoi'dinaria diligenza capaciti e solerzia. La condizione ilella spendihilita deve essere nella 1i201zelrc: il fatto dello essersi spesa potr fornire un argomento clelia spendibiliti, ma non potrA inai vincere la evidenza della prova contraria. I1 fatto di essersi quella 'moneta ricevuta per buona da un cieco o da uii fanciullo non prova che fosse spendibile. La negligenza del terzo non supplisce alla diligenza ed abilit die si richiede nel falsificatore, e inolto nzeno supplisce a quelle condizioni clie devono essere nel nzccterlalc clel reato. Vi fa un inganno lesivo del diritto del privato, e per conseguenza vi fu una frode punil>ile, lila iion vi fu falso nummario dove mai iion esistb una nioneta falsa che avesse attitudine s circolare. Questa tesi io sostenni con plauso e sull' autoritk [lei migliori pi*atici in faccia ai tribunali.

N& varrebbe l' opporre quanto noi stessi insegiiainmo (5. 2343) in proposito dcl delitto di f r o ~ l ~ ; vale a dire clie aiichc la frode grossolana, 1,ossn essere punibile rjuundo raggiunse lo intcnto, per-

{:h& fra gli ailifizi del colpevole fuvvi precisarricntc. quello di scegliei3eper sua ~ittirna uomo straorun dinariamente credulo e baggiano pel quale la frode, benche grossolana e palpabile, riusci al pravo fine a causa appunto di quella straordinaria dabbenaggine ilella vittima. Qnesto argomento corre con tutta logica quanclo lo spendimento della moneta non spendibile si fa valere al ilne di applicare il titolo di f~-ode, la relativa pena; percili? la frode cssendo e delitto naturale &e ha por oggettivo giuridico i (liritti dello individuo B naturalmente coinpleta quando i diritti dello individuo sono dati effetlivamente lesi, bench le condizioni eccezionali della vittima al+ hiano aiutato il colpevole a saggiungore il fine volato. Nel modo stesso qnancl~talnno fa ~rolontariamente ncciso mediante poco velerio il quale basti, ad uccider colui perclrie gracile ed infermo mcutla non sarebbe prohal~ilmentebastato ad uccidere un uomo robusto e sano, giustamente si applica il titolo di veneflcio, perch I' obiettivo di quel reato ossentlo il diritto che lo avvelenato aveva alla propria vita sarebbe vanith andar cercando costi potesse u v v nire in altri, quaildo nell' offeso si verifrc6 In completa lesione del diritto percl~bla ~ i t a spenta. fu Sarebbe insensato nei clelitti ~tn$zcrnZi intlapare I:t lo potenza di nn fatto rispetto aci altri quando il fatto stesso non solo ebbe potenza m;% produsse anccrru .lo effetto voluto rispetto a colui a danno del cludc h esercitato. g. :355:3.

Na nei delitti sociatz' non corro pari argomrnto, e l~iiispeciallmonte non corre nel falso i~rlrnmario;
VOI,. VTI.
4 F5

- 26 2

perchi? l' oggettivo giuridico di questo delitto non st:r ilella proprictk privata o nel diritto che ha lo individuo a non patire inganno a ingiusto detrimento nel patriiiionio. L' oggettivo giuridico del falso nunrmari0 e la 11zc.bblica feck; ed e cluesta che si protegge con le severe sanzioni lanciate contro questa forma di furto, le cluali sarebbero irragionevoli ed esorbitanti se si guardassero nel solo rapporto del rlanno patito dallo individuo. Sarebbe intollerabile applicare la galera al clanno di una o due lire. Ora la publ~licafede non i: violata n& scossa per una violazione di fede privata condotta a termine merce la eccezionale ilahl~eaaggiilcciell' offeso. Perchii la fede pril,Mica sia aggredita l~isognache il fatto ahhia tali condizioni da poter trarre in inganno un nuinero indeterininato di cittadini : bisogna che alineno la iuaggior parte di questi si conimuova al pensiero cl-ie quella moneta se fosse rimasta in circolo poteva csser data a lui e trarre lui pure in inganno. Ma ci noil avviene se la moneta non era slici~dibile,nC siffatto timore si genera per l' accidentaliti che quella inoneta siasi stupidamente acnettata da qualclle inclividuo, percllb ci6 desta al riso o piet della costui dabbenaggine, ma non vale ad indurre altri nella opinione clie quel rozzo pezzo di iiielallo avesse potenza cY ingannare anche loro stessi, I~ovc,la pubblica fede non si cominuove, dove nessuno vicne in sospetto di potere essere facilmente ingaxlnato da false monete che circolano con serrihin~izndi vci*o,sparisce la oggettivitt~giuridica del ihlso nun'Ilanrio e non rimane che cluelln della frocle consukzatn; e lrt pena inflitta per. questo titolo pii1 che safficicnte alla ropressiorlc.

D'altronde se si tenesse contraria dottrina facendo completare con strano tn~bawentod' idee alla Isuaggine del terzo quel materiale che non era nella moneta e che non si seppe ottenere dal colpevole, si anderebbe all' assurdo. Come la cecit del terzo otterrebbe per siffatta dottrina abilitii di supplire ad rin difetto p c ~ g ~ ~ i del colyz~sclfiiufii+zis, ule ssnebl~e necessit logica darle abilit5 di supplire al difetto toZu7e. Avviene spessissimo che un gettone da giuoco sia dato ad un incauto come moneta corrente : avvieiic oggi con troppa Dequenza che i biglietti cosi detti di cornpli~nelztoi quali somigliano ai veri figli di banca s' impongano ad un illetterato come vere carte e di credito : io vidi di ci molti esempi ed a n ~ stesso fu non ha guari presentato uno di quei tali biglietti come foglio da lire cento da un inio colono chc lo aveva ricevuto per quella sonima nella vendita di un cavallo. Ora sc vero fosse che il fhtto dcllo spendi??tentoequivalesse alla deficiente sgegldili.ilit sarebbe per logictl indecliiialsile necessario che simili fbtti si dichiarassero costitutivi cli ft~falso numrnario e non gi&soltanto costitutivi di frode. M ci6 non si fa, e la a pratica universale obictta i n quei terinini il reato di frode anziche quello di falsa nkoneta: e ci IL buona ragione, perchk repugna obiettare il titolo di hlsa moneta dove no?% 77zotze!a. Rla se non 6 molle6 tta. un gcttone od un I->iglietto ilella banca dei coiilplimenti non b neppur monota rin pezzo grossol~?no di stagno che gettato in una forma di gesso ripi.oilur:i. goffan~ontealcuni caratteri del franco rrrn pitsenli

agli occhi ed dla maiio (1) i segni manifosti della propria falsith.
{I) Erano questi I termini precisi nei quali versava una causa gravissima dn nle difesa nel 18.30 aranti ia Roba Criminale iiel gi&Ducato di Lucca. Trattavasi di un artista Fiorelitino ~ h c recatosi da pochi mcsi nel Ducato di Lucca aveva fabbricato alcune lire diicali di argento c ne avova spese aicunc sulla bruna mandando una sua figliuoletta a comprar pane e candcle. Il codice penale Francese del 1810 che fino al 1848 govern il Duceto di Lucca minacciava iuesorabilmente la pena di morte contro i fabbricatori di moneta nazionale di argento: il procosso regurgilava di prova; ed inesorabilmente sarebbe stata eseguita la condanna di morte se si fosso protluaxista, aiacclii: il Principe aveva la sua buona ragione di noil fare mai grazia ai condannati a morte opinando chc la grazia Sovrana sia una censura o della legse o dei siaaici quando non b concessa in base :ilte dimostrazioni (li emenda. Il Presidente mi destinb d' ufizio alla difesa di qiiel povero infelice; c lo ascrissi a mia fortuna, poiche indotti i periti a difesa ne ottenni la dichiarazione delIa nola spendibilibit e cos la inversione del titolo pi grave in quello di trupd punito con oarcerQ. Anche in questa occasione io ebbi espcrianza palpabile della illusioiie nella quale vercauo coIoro i quali credono che i delinquenti possano andar cercnndo il paese o la provincia dove non In pena di morte per ivi commettere con pericolo rnlnore i loro tliisfntti. Vi~ions i questa snienlila dalla storia dei oriniinali processi. (Jrlel : mio raccomandato aveva lasciato da poco la Toscana dove per la legge del 1780 fabbricando quelle poche monete d'argento non correva risico che di poca prigionia; ed era venuto ad caerciiarc quella iiidustria sua iiel territorio Lucchese dove c~uelfatto ora colpito di morte. N questo f u il solo asenlpio che rrii occorresse nello mie l u u ~ h epratiche. Io potrei rioverrire i nomi di oltre dieci abitanti dell' attigua Toscana olio furono colpiti da severjssima pena in ordirie al

codice Francese per essere venuti da Pisa, O da Pescia nel contado Lucchese a rubare bestiami od altro, menlre se quei delitti avessero commesso nel conlado Toscano avrebbe sovrastato loro una pena assai pi leggiera. I colpevoli calcolano sulla impunit pi o meno facile: non calcolano sulla maggiore o minore gravit della pena che sperano di evitare. Che pi? Si mediti il fatto dell' infelice Pagano che perdette la testa colto la scure del boia lucchese per avere uttcntato l' omicidio di Romeo suo compagiio di viaggio. Quei due procedevano dal Pietrasanlino verso Pisa. Deliberato Pagano di uccidere il suo compagno lo aggred nel territorio FTiaregginointermedio fra Pietrasanta e Pisa. Il codice Francese che governava Viareggio come appartenente al Ducato di Lucca puniva di morte il tentativo alla pari del consumato delitto, mentre nella contigua Toscana era lii pena di gran lunga minore. Se Pagano avesse aggredito Romeo mezzo miglio pi presto o mezzo miglio pi tardi non correva pericolo di vita ; ma egli scelse al delitto quella lingua intermedia di terreno la quale essendo Lucchese lo condusse a perire sul palco. Ecco alcune delle moltissime mie esperienze le quali potrei largamente dooumentare e per le quali ho dovufo convincerrrii essere ua romanzo scientifico la forza atterritiva della pena sugli uomini determinati a1 delilto. Io ragiono sui fatti, gli altri a posti1 loro ragionino sulle supposizioni.

S. 3555.
Perquisiti quegli aborti di monete, ogni perito, ~ g n uomo dotato di sensi vi dir& che impossibile i spendere come veri franchi alla piazza cotesta roba; e voi siete costretti a depositare il processo perchi? le camere d' invio debbono dichiarare che manca il materiale del delitto. E se u11' indoinani di quel decreto viene a conoscersi che uno di quei pezzi di stagno gik clickiiarati insufficienti a costituire il colp?ls

c~*il?si}zisu iilip-isto ad uii credulo proiittanclt~ilella S sua nieiitec.:~ttaggine,clriella lisica ~re;-itk ieri si clie riccerto da periti e (la giuclici cessera di essere .c,efqn; e voi potrete dire che nato cinel materiale di delitto che ieri non esisteva? E nato si il 1~6ater-icile di zctzcc ft-ode la quale consiste nel10 avere di ktto ingannato alcuno anclit. con artificii bestiali pesche siaino nei teriniiii di delitto di fatto h*ansezcszte(S. 51) e di delitto .)-zalza~6le; no davvero non puO dirsi rna che sia superfetato il wzaterictle c k l fc6l.so ' ~ z z c Y ~ ~ z ~ ~ ~ I o , perche in questo ablsiamo i termini di reato di fatto pe~~nzalzetzte e di reato sociale: e nei delitti di (I) fatto pemuanente il materiale deve cssere sizatericcle. Lasciamo andare adesso la ricerca del modo di prova, e ammettasi pure che alla costatazione del materiale di un delitto di fatto permanente si possa eccezionalmente giungere col mezzo di prova 3norccle e senza prova fisica: ciO non vriol dire che la conrlizione fisica non debba essere iisicarnente esistita perch appunto la prova morale vi rende certi che il materiale fisicamente esistette. Ma 1' accettazione per buona moneta che sinsi fitta da un gonzo di un rozzo pezzo cli mota110 prova le condizioni fisiche degli occhi dello iiiganizato e le deplorabili condizioni del suo intelletto, ma non prova per modo alcuno cl-ie nella monctti, , ricorressero le condizioni fisiclie della sua spcndibilitii rjuanclo avete sotto gli occhi rlnella moneta, ed ognuno per poco che la g~iartli astretto a dire che nessuno la prenderebbe i? pers buona.
(1) h regola con-iune fra i dottori che il falso nrirnrriar'io sia delitto di ltiu p w w a t i e t i t e : C ciie pcr conseguenza vi

occorra la rigorosa constatazione del corpo del delitlo : C; ir rg i a r i o decisiones nzilitnres decis. 1 H e r t i u s i3espousct t o i ~ 1, coi~s. 9 2 . 4 D r u n n e ni a n n o in processzc inq u i s i t o r i ~cap. 7 , 12. 2 C a p y c i u s l a t r o ceci.$. 179, 11. 2 9 , et 56 Respo?zs(c Tzcbingetzsiu vol. 6 , m s p . S4, 11. 8 9 , ove esattainente distinguesi la prova del corpo del delitto dalla prova del delitto. Lnonde E regola costante dellit pratica che la prova del corptcs c ~ i r n i s i snella falsa moneta debba essere specz'fica e clo?npletct, e al difetto della medesima non suppliscii n la confessione dell' accusato n! 1st reperizione dei conii od altro simile materiale d' indizio; perch il ?natcriale di un indizio non equivale al nzutericrle del delitto. Cos le vesti insanguinate o lo soalpello offrono il nznteriale d i un indizio dell: omicidio o della efrraziooe ; ma non concludono il nzuleriale dell' omicidio o della efrrzizione, il quale deve costruirsi sullYuomo morto O sull' uscio rotto : L a l l i de reo contutmce discept. 2 0 , n . 27 et seqq. C O n c i o1 o ~esolutiones,verbo monelcr. fidsa, resol. 1 , n. 2 , et 3 F a r i n a c c i o quaest. 2 , 91. 2 2 - B l a t t h e i i e t S a n z cle r e criminali controv. 4 4 , n. 7 .

Non B esattainente vero che lo essersi spesa la moneta f'alsa la quale non imitava la vera, dia prova della sua spendibilith, e sia ijzzdile occuparsi della ricerca di questa. SifEitto argomento l-ia uri dup1ic.c~ vizio - 1.O Quello di stabilire una presuiizione jzwis e cle $we, lo che una eresia in giure penale 2 . O Quello di cercare lici sensi del terzo gli elementi (le1 C O ~ ~ critwl+zische devono essere nel matei.ialc* Z ~ S prodotto della delincluenza. Forse l' argoiilernto sudfletto pecca l ~ i nel modo col qualc si vriolc interi~ dere di cluello che non fosse vizioso nella iiicnt~. iii

chi 10 dett0: perchi? in fondo evvi un lato vero che precede un' applicazione falsa.

Clie il fatto dello spendzento induca una presrr,nzione io ne convengo, ma presunzione jzcvis tantunz che sempre deve cedere il luogo alla verit contraria dimostrata. Quella regola buona per il giudice processante non pel giudice decidente. A1 giudice processante corre l' obbligo di porre in sodo tutti gli elementi del corpus craninis con singola dimostrazione di ciascuno di loro: dunque in un processo per falsa moneta deve porre in sodo la spe~zdz'bilith. Ora qualche pratico avverti che non faceva mestieri di una ricerca speciale sulla spe~zdi7~ilitb dove si aveva il fatto dello spendimento, perche questo faceva bastante presunzione di quella. E finqui il precetto i? verissimo. Ma tale presunzione non che una presunzione jzbris tanlzlm, la quale riducesi a niente quando il giudicabile o la sua difesa mostrino a luce di evidenza la verita del contrario ; mostrino ciob che la moneta imposta ad uno stupido lao-12 era spendibile alla piazza. Allora il giudice decidente deve amministrare giustizia secondo la veriti dimostrata e non secondo una presunzione orniai distrutta da quella. In una parola altro B dire che la moneta spesa si presume spendibib fino a prova in contrario: altro B convertire per via di cavillazione quella proposizione vera in una proposizione falsa, dicendo che dove sia manifesto e certo che alla moneta mancano le condizioni della spendibiliti, il giudice debba al fine di pii1 severa con-

- 233 danna dichiarare spendibile la moneta che per gli occhi e coscienza sua come per gli occhi e coscienza di tutti non spendibile. Ci vale quanto costringere a proclamare bianco il nero per il gusto di dare venti anni di galera invece di cinque anni di prigionia all' autore di un fatto che rec meschinissimo danno ad un privato vittima della propria ignoranza, e che nel pubblico eccita piuttosto riso che serio timore. Io non voglio impuniti cotesti fatti, ma li voglio puniti per ci che sono e non per una iperbole.

Alla prova di un fatto si potr giungere per cento vie, ma le condizioni materiali del fatto che lo pongono in contradizione col diritto costituente nn dato titolo di malefizio debbono essere intrinseche al fatto stesso; e dove nel fatto mancano non possono senza gravissimo turbamento d' idee supplirsi per eqnipollenti esteriori. Ponete che un malvagio abbia dato ad altri zucchero per veleno, e ponete che la vittima venuta in cognizione dell'attentato credendosi avvelenata muoia per subitaneo terrore. Voi potrete disputare srill' applicabilit del titolo di omicidio, perchb la morte avvenne, ed avvenne per consegnenza del fatto colpevole :ma non potete davvero obiettare il titolo di venefici0 dove non fa veleno. Come la opinione del colpevole e la opinione anche della vittima congiunta al danno patito da questa non valgono a creare il veleno dove veleno non fa, cosi la opinione del frodolento di aver fatto una moneta, e la opinione ed il danno della vittima che credette pigliarsi una moneta, non suppliscono

- 234 alla deficienza della nzoncta: e ci6 che fornisce ad un pezzo di metallo la essenza di moneta i la sua : spendibilita come moneta.

Se una volta si accettasse lo .spetzdi.rizento eseguito come equipollente della .spendibilith riconosciuta deficiente nella moneta sarebbe imperiosa necessit, di logica ricostruire la .izoxio~zeclells falsa ioneta. Eisognerebbe dire che b moneta qualunque oggetto che siasi /I-iceuzctocome mofzata, e con anacronismo ed assurdo palpabile cercare il covzrs c.r.57z.ilzisnon pii1 a priori ma aposterioj*i, ed ammettere un materiale che nasce un giorno od un mese clopochk il ~natwialefu compiuto e senza nessuna aggiunta o modificazione ~iznterialedel gik compiuto.

Questo errore deriva dal sofisiziu nel quale s'incorre applicando la teorica clegli eyuy~olle?zt.i. Gli equipollenti possono amnzettersi nella PEOVA del COI~ZCS c$ni~1zifiis, non si possono mai nmn~ettero ma nel CORPUS CRIRIINIS ; C chi confonde i due termini sbaglia a partito. Si potr5 arninettere in casi eccezionali che il coiyzc,s criminis della lesione personale o dcll' omicidio si provi cori ecluipollenti, cio con mezzi giustificativi clie equivalgano alla ispezione e certezza fisica, qualido sia stata impossibile : c cosi non riusccrido la giustizia ad impndronirsi dclln falsa moneta perchi: distrutta poti: ottenere la praovcc della irnitazioile, della spendibilitu, cc1 iri
CL

una p a u l t c del coip2ls cl*hizigzi.s col mezzo di testimoniali degni di fede, confortandoli anche con la presunzione resultante dal fatto dello spendimento. hla ridicola cavillazione sostituire agli equipollenti della piqova gli equipollenti clel materiale. Nessuno oserebbe dire potersi ammettere un ecluipollente della morte o della lesione, dello incendio, delIn esistenza del feto, e simili, quando la giustizia ebbe sott'occhio il corpo vivo e sano, la casa senza neppur segno di fumo, o la mola inerte e senza vita che volevasi supporre un feto. Cos B ridicola cavillazione nel f'also nummario riconoscere che quel pezzo di inetallo non era spendibile o nel tempo stesso al materiale che non esiste sostituire la intenzione da una parte e la credulitk dall' altra parte. Senza questo cavillo chi guardi bene addentro la questione bisogna che dica non essere una questione se~icc.

Ammetto come seria la cjuestione relativa a decidere se nella fabl~ricazione moneta riuscita non di spendibile si debba ravvisare un le?zGcctivo cli falso ~zzmzmurio,o piuttosto un senlplice tentativo di Pode. Io non trovo qui gli elementi del tentativo a causa, della inettitudine clei mezzi ; ma pure lealniente ammetto che possa anche disputarsi in contrario: ed anzi dico che anche questa come tante altre difficolt non ebbero forse in Francia quella importanz~c appo i giuristi che esse hanno fra noi, perchb adeguanclosi col la pena del tentato a cluella del consumato delitto potb pensarsi che la ftlbbricazionc! senza spendibilith esaurisse il tentativo dcll' art. 2

3i quel codice penale; e cosi guardarsi In ricerca ilella spendibilith nella moneta spesa come una yuestione destituita di eonclrrdenza ed effettivita pratica. Na in vcritH non B tale: e non lo e poi sicuramente fra noi che abbiamo la pena del tentativo inferiore di due a tre gradi a quella del delitto perfetto; e cosi aliche nella ipotesi, da me non concordata, che la deficienza della spendibiliti non portasse a. cainbiure il titolo di falso nummario in quello di ~ I Q de ma soltanto a convertirlo in un tentativo, resterebbe sempre interessantissimo porre in luce lo errore che Io evento temuto dalla legge penale nel falso nummario vorrebbe trovare nello inganno avvenuto dello individuo (danno effettivo di uno) anzichk. nella creazione di anzi moneta fornita di attitudine ad ingannare e nuocere un numero indeterminato di cittadini. un' aberrazione patente, e una vera contradizione riopoch si. vuole punito severamente il falso nummario per il criterio del /1:n??,?a?ao u?aive~sa;le sovercl~iauteil danno del privato che accetto la falsa lira, mantenere poi barbaramente la gravit del titolo dove la Ilun spendibiliti rendendo impossibile la circolazione rende iperbolico e fantastico il timore tiel danno universale. Si sostiene caldamente la pena gravissima per il pericolo di tutti i cittadini e poscia si applica quella pena dove pericolo non esiste. Cosi lo spirito di rigorismo 8' insinua nella generalit del titolo per un motivo che poi vuolsi contradire e rigettare nella appb razionc delle specialit. Non avvi repugnanza per iyuanto illogica che valga a trattenere lo xolo dei rigoristi. E ci6 e bene nella natura umana; perche o I ira o la paura che agiti la mento la pit ragionatrico s

- 337 le impediscono di ben ragionare; e gli entusiasti del rigorismo si trovano appunto senza avvedersene sotto lo incubo dell' ira o della paura. Qual meraviglia adunque se tante volte ragionano a rovescio! Del resto ripeto che al fabbricatore di moneta non spendibile che sia riuscito a spenderla repugnante adattare la nozione del conato mentre egli ha raggiunto il suo fine immediato che era quello di lucrare sullo inganno altrui, senza curare se allo accipiente fosse possibile imporre ad altri come sincera la falsa moneta.

Falsano maliziosamente la questione coloro che ci obiettano la regola delle attenuanti. Noi non diciamo che il delitto di falsa moneta si attenzci per la non spendibilita: diciamo che il fatto rnuta titolo; e dallo essere un delitto contro la fede pzch6Zica passa ad essere un delitto contro la pro$rieta. Sia pure che la imbecillit o debolezza della vittima scelta come soggetto passivo del reato non ne minori la imputazione: sia pure che al debole ed all' imbecille debbano le leggi protezione uguale ed anco maggiore che ad altri. Queste regole generali sono verissime in tutti quei reati dove si protegge il diritto particolare dello individuo aggredito : ma se ne fa una applicazione falsissima ed illogica quando si estendono ai delitti sociali dove si protegge il diritto universale, e la pubblica fede, e il commercio, i quali non possono essere mai offesi da una creduta moneta che non 6 spendibile (1).

(1) Riacsumetido gli argomenti che sosterievano la rcccbia teorica la quale nella non spcndibilitri ile1I;i moneta trovava urla circostanza che eliminava il titolo di falso nummario anche quando la moneta non spendibile fosse stata s p e s a , e che nel fatto del seguito s1~endi?)rri2totrovava unil frode consumata; e ponendo tali argoiiienti a confronto con la GppoSta teorica modernamente prevalsa, la qualc vorrebbe supplire alla deficienza del nzntevinle del falso numruario con la successiva accidentalit dello inganno di un idiota; chiaro si scorge cbe la vecchia dottrina da noi tenuta per vera si conforta per considerazioni morali, oniologiche, giuridiche, e politiche 1.0 Si conforta per considerazioni nzornli, perch chi hbbricb moneta ?zon s~lenclibilenloslra una malizia di gran lunga inferiore al raGnamento ed alla perseveranza di malvagit manifestata da chi siunse a fabbricare moneta spendibile 2.0 Per considcrazioni onloloyiche, perchi? alla essenzialiti del falso nummario essendo necessaria la esistenza di moneta che abbia potenza di circolare, la non spendibilit contradice ed elimina siffalta potenza ; e cos fa sparire il ntctteri~~le reato che vorrebbe del obiettarsi 8.0 Per considerazioni glzr,riclicl~e, pcrch 1' obiettivo costituente il titolo speciale di falso numrnario essendo pitbblicu fede, questo diritto universale non E ferito da una niooc~tache non Iia poteriza di circolare 4.0 D! considera: zioni politiche-. pcrch il dniino cosi immediato coine mediato non soltaiito n~itzorcctoper la non Spendibilit5 della moneh, ma veramente cambiato e denaturato. Lo allarme che $lesta la creazione di una moneta spendibile si diffonde in tutti i cittadini e sorge dai pericoli e dal detrimento che sovrasta al cornmeraio per la creazione e spandimento di monete abili a circolare. hIa lo allarme che nasce dalla accidentalit di essere stata spesa una nionetii non spendibile bcu dilfercntc; ed n& pi ui: mcuo qucilo stesso timore che Hcrler:i ogni frodc riuscita ad illudcrc iin gonzo ; tem1)erato ciob (liilla fiducia nei proprio :~ccorginicnt. Non vi t: duiique una trilc gravi12 di i>cricolo, od un tule turba-

111

- 2.3
ilicnio nel?:! opinionc dei13 propria sict~rezzachc consigli
1

non iippagwsi dellt~pena di qiialtro tr cinqiie anni di csrcere, nia imperiusarnenie esign c11c il colpevole si mandi in g~iler ~ iod in casU di forza. L 3 repressione calcolnta (con arrrncnro di rigore se vuolsil sol criterio deilo siellionato basta al bisogno; n&occorre chiuder gli oecl~i alla verila deIie cose per IP esigenze di una conveniente reprcsslone. Al giudice spetta clicliiarare che la moneta non speadibile; e ad illuminare la propria coscienza per dichiarare la spo?zdibilit & deire sen7irsi di criterii desunri dalle condizioni rnater i d i della moneta, perch quello deve essere un giuclizia del gzkclice; e non pu adagiarsi siil criterio della opinione del gonzo che ricevette per buona quella nianeti, percht in tal guisa giudicherebbe col giudizio erroneo dcl gonzo e non col giudizio proprio. Quando pertanio il giudice senfa di dover riconoscere la noiz spe~zclibiEith, di doverla dichiarare e come condizione intrinseca alla moneta che ha sotto la sua innno, siffatta dichiarazione conduce ad escludere ogni pensiero di drr~ano.ilrzrrzedirito sociale. Di fiicile si coniprendc ciie chi fiicci;i nioriete vlon sl~ei~ilibili non pub temersi clie inondi la piazza di simili monete: a grande fatica egli riiisciro a spenderne p~chissime scegliendo i circhi per siie vittime; ed anche queste pocl-iissime (offerte poscia dcii ciechi ai veggentij condurranno prestissimo alla scoperla del delitto e del delinquente. Sicch guardata la questione anche sotto il punto di vista del danno politico, la scienza non trova ragioni che le coniandino di deflettere dalla radicale veriva dclle cose, e subire conle una necessit la sostituziane del fitolo di fdlso nummario al titolo di stellionalo che solo i! uniforme alle genuine condizioni del failo. Non ha peso di autorit In osservazione che le vecchie prsticlie toscane, ollonlanandosi in queslo dallo insegn:tmenlo prevalso nelle pratiche degli altri paesi, giiidicasse lalvolta che lo spendiiiienlo csegiiilo sirpplisse alla delicieotc spendibiiith. Non vi i?peso tli aiitoriiit iri quei giiidiciiti pcrcli: essi ol~h~divant) :ill;r y,eci;~lith dcl dirillo eostiluilo clie P ~ ; I loro del~itu (li

applicare. Ritorna qui la osservazione da me fatta ad altre parecchie occasioni. Ly autorit dei dottori e dei tribunali non ha peso in una questione scientifica quando quei tribunali e quei dottori subirono l' impero di speciali disposizioni di un diritto costituito. La legge toscana del 1786 era caduta nello errore di considerare 1' obietiivo costituente il falso nummclrio nella propriet privata parificandolo al fitrto qualificnto: ed era ben naturale che in simile concetto lo spendimento il quale consumava le offesa alla propriet privala supplisse alla spendibilil materialineole mencaute nella moneta. Rla oggi che s i universalmente riconosciuto nella pubblica fe: d e 1' obietlivo speciale costituente il titolo di falso numxuario deve giudicarsi diversamente, perch: lo esaurimento dei crilerii essenziali di ogni malefizio deve sempre cercarsi con criterio subordinato allo speciale obiettivo di ciascun maletizio. Finalmente non ha valore l'obiezione della pretesa colitradizione che si vuol trovare ncilo anerniare non spendibile una monela spesa. Questo non che un giuoco di parole, una logomachia e non una contradizione sostaiiziale, percli la formula non spendibile non esprime gi la 2mf),0ssibilit di spendere la moiieia come vera, meutre supposto un balordo siffaLta impossibilit non esiste neppure in una moneta di cuojo; m a esprime invece la impossibilitu di circolare alla piazza.

Fermo in questa opinione io mi trovo condotto ad esporre i miei dubbi sulla questione del coloramento. Parlo della ipotesi di un soldo di rame che siasi indorato, e speso come un napoleone. Nessun dubbio che ci9 costituisca una frode : ma gras.e esitanza avrei nel dichiararlo falso nurnmario. Storicamente guardata tale questione presenta una oscillazione. La giurisprudenza qualche volta si nego a

- 241 riconoscervi il falso nnmmario, tal altra vi si prestb. Poscia in alcuni paesi si tronco il nodo legislatiramente, proclamando la parificazione del coloramento alla contraffazione (1). Ma questi fatti non decidono la questione scientifica.
(1) Una giovine aveva fatto dorare delle monete da due franchi e le aveva spese come monete da quaranta franchi. La Corle di Colmar osservi, che quelle monete portando sopra di loro la iscrizione due franclii nessun uomo intelligente poteva riceverle come mouele di quaranta frariclii, e decliri il titolo di falso nuiiimario riducendo i l falto ad una scroccheria. Ma la Corte di Cassazione sul ricorso del Pubblico filinisler cass quella sentenza col decreto del 4 marzo 1850. Sorte uguale incontr un altro simile fallo nel 1840 ; ch la Corte di Bordeaux avendovi scorto una seiuplice scrocuheria, il suo decreto f u cassato il 6 marzo 1841 dalla Corte di Cassazione, la quale ritenne non escludersi il falso numriiario per I' art. 132 quantunque la falsit fosse facile a riconoscersi. Questa stessa Corte per con decreto del]' 11 agosto 1828 aveva deciso non costituire falso rnonatario la doratiira di un pezzo di ratile a forma di rnoneta ma cenza nessuna impronta di moneta correrite. hla lo essere scritto cinque cenlesinri sulla nioneta che 'vuolsi speudere come urt napoleone non climinuisce egli la probabilit di riuscita dello inganno e la prohabillta della eircolaziooe? La imitazione bastera dunque che sia di nioneta i n y e n e w , e non sar invece necessario che siasi specificanierile imitata la moneta che si vuole contralf;ire? La conclusione che i commeniatori dovettero trarre da consimili decisioni. fu precisamente questa Qtc: ly a coiit~efu$on totctes li!s fois que l(c pice conlrefuite porte l'une des ernpreinlcs de l'itne dcs monrluics nyant cours Egul en Prnnce, quoique elle ne soit pus celle de la piicc quc te coupable a voulu co,ttl.ef(tire. CosicchS chi ha fctbbricaio uri soldo se riesce a spendcrlu corrie uiiu VOL. 'S'II. 111;

moneta da venti franchi sar reo di contraffazione di moneta d' oro !!! Lo eccessivo rigore di tale dottrina oscill peraltro anche in Francia non solo per quanto ho ricordato di sopra; ma anche nei precisi termini della colorazione: avvegnach quantunque la Corte Suprema fosse costante nel tenere la colorazione come un falso monetario, e non come frode, oscill peraltro nella determinazione della forma. Dopo avere pi volte deciso che la colorazione costituisse contraffazione della moneta d' oro o d' argento che si era voluta fase apparire, altre volte (4 luglio 1811, e 4 marzo 1830) decise al contrario che la colorazione costituiva soltanto il delitto di alterazione della moneta colorata, Mentre la pena della contrnffiwione di moneta d' oro era quella di morte, la pena dell' alteraaionc della moneta di rame era quella della galera a vita : la questione dunque che sembrava di mere parole fra il dire alterazione o contraffazione era questione di vita o di morte. In faccia a tanta severit di giurisprudenza fu dunque opportuno in Francia che nella riforma dei 1 . O giugno 1863 si dettasse il nuovo art, 134 che previde il caso speciale della colorazione come una forn~asui generis di delitlo monetario, iofliggendo contrr> il medesimo la pena del caroere da sei mesi a tre anni. Cos avviene che la troppa severlt spesse volte si suicida. Ai rjgoristi parve ingiustaniente benigna la dottrina delle Corti inferiori che nel coloramento ravvisava un furto p una scroccheria passibile di cinque anni di carcere, volendola inesorabilmente colpita dalla morte o dalla galera. E questo rigore fu causa della legge del 1865 che limit la pena del coloramento al massin~odi tre anni di carcere! Fenomeno singolare e frequente! La redazione di questo articolo fu argomento di lunghi studii e discussio~i,e malgrado ci la medesima stata oggetto di parecchie critiche: vedasj B l a n c h e traiz i h e elude pay. 53. In quanto a mo faccio questione di sostanza. Se la tiioneta colorata ha una iscrizione che denunci il SUO vero valore non vi c o ~ t r o f f u z i o ~ e allen rclaione, e il fatto c~stituisce una scroccheria o frode, e

1' articolo speciale serve soltanto a punire questo fallo meno della frode. O la moneta di rame (nazionale O straniera j non presenta la indicazione del suo valore, ma invece porta effigie od emblemi simili a quelli che si trovano soprii la moneta d' oro alla quale si voluta sostituire; ed allora ricorrendo la imitazione pel solo fatto del coloramento, e la possibilit del circolo, si ha una vera contraffazione (non una alterazione) e la legge speciale sul coloramenlo non serve ad altro che a sottrarre il colpevole dalla peua pi grave che avrebbe meritato. Seguitando questa linea d' innovazione il codice Belga del 1867 fu almeno pi ossequenle alla filosofia del metodo quando il coloramento delle rnonete contempl all' art. 497 nella classe delle frodi fescroquerie e trowperiej cos concepito Seronl pzlnis d a i c ? ~ emprisonnemcnt de huit jours ci trois una et d'cme ametlde de cinqzconte frnncs ci cinqcenls f'rctncs, cezlx qui nzcronl nlls ou tenti d' mettre pozdr des nzon~zuiesd' o r ou d'nrgent des nzonnuies de nzoindre ualeur aux quellcs on a donne' I' apparente cb' o r ozc d' aryent. I1 codice Belga fece omaggio alla criticz portata sul primo Progetto da Dec n m p s riducendo il minimo del carcere da un mese a otto giorni e il massimo della multa da mille franchi a cinquecento: ma non commise 1' errore di noverare un caso evidente di frode nella classe dei falsi nummari. La emissione di una moneta colorata pu ferire il diritto del privato che ne rimase ingannato e leso nel patrimonio, ma non pu avere per oggettivo la pubblica fede perch quando porla scritto in fronte il battesimo del suo vero valore impossibile la sua circolazione. La mera trasporlazione di un articolo da una classe ad un7 altra rivela talvolta una grande sapienza nel legislatore. Definire come frode e non come forma di falso nummario la mutata apparenza del metallo vale quanto obbedire esattamente alle condizioni ontologiche del malefizio.

Scientificamente io credo si debba distinguere. Se la moneta in rame aveva sopra di sb dei meri simboli senza iscrizione denotante il suo genuino valore ammetter io pure elle il colorainento in argento od in oro, quando le forme cli quella moneta somiglino quelle della moneta d' oro o di argento alla quale si volle sostituire, equivalga alla contraffazione, e faccia sorgere il titolo di falso nummario. Ma non mi persuado di altrettanto (1) dove il soldo portasse sopra di s&la iscrizione - citzqzle centesimi - e tale iscrizione non siasi cancellata da chi gli dette il colorito diverso. La iscrizione del relativo valore si fa precisamente come progresso dell'arte nurninaria perchb ognuno possa leggere il l~attesirno della moneta sulla moneta stessa. Chi prende una moneta senza portare lo sguardo sulla iscrizione & vittima della propria correntezza e non pu ragionevolmente prevedersi che di siff'atti imprudenti si riproduca il nriniero per guisa che il soldo possa circolare a lungo come un na~iofeone.
(1) D e c a n] p s nello eccellr.nte libro pubblicalo a Bruxelles il 1864 sotto il titolo Contre Pvojet de code p~lnl, P dove pi-oclama altissime verit, ha niostrato a pug. 4 quanto aia ingiust~1.1 esagerazione di alcune le~isliizioni riioderne contro i l colornmento delle monete ivi Celle rsuyGrntiow de l peine, suile de l' nrdeur qr~'o n pporte dnns les trouveuute's, se firit aussi re,)rarqicer dlins l e foils de color-atioi des monnoies, art. 560 a 562. Le Projet a cric devoil. conlnri~erjusqtc' ci tisois niis d* cm-

- 2.45 prisotr~ie~lzcnt mille francs d' arnen.de pour ccs fiLits e.! de colortioul filr.rirdiileuse, qtii se produise)lt trs rurcmc?zt; qui ae pezioelit j~1112ill$ avoir qua ?tite i ~ ) i p ~ ~ t ( i ? l r e de quelques p a ~ i c s ; qii' etatn irc purvientzcnl jamc!i,s lro?tipcr qziJ une pelssonne ou d r ~ i x uoulavit bicn se bzisser 6?'onlper, cur In frtusse coztleftr clonn&e li des montzaics ne cche r~ulle?)&e?il lez6r.s car'act8res esse~btiolsst n' R qtt'une durde des plzcs fiqitivss. I I supt d e punir cctte tl1oaiperic de l ' a c h e t e ~ tenvcrs le i>endetr,comnie I'co.t dijj'ci In tram~ pcric dc ve?&deurenuers I' c~cltelezcr.Io divido inlicrameote le couvlnzloni di D e c a m ps, e perci quando alli art. 1 ho descrilio le forme del falso numrnario non lio iio~~erato coQuesto m e forms speciale il c o l ~ ~ ~ a m c ~ r t o . agli occhi miei o uiio contrafihzioae, o i! uua frode. i una controfldzione, 3 Lie si suplione un governo cos stolido da falbrioare sopra 1' istesscl conio i soldi ed i franchi iu modo clie aggiunto a quelli i l colorarneoto riproducano tutti i caratteri inateriali del franco. Senza ci non B che una froda; perch8 non pu dirsi u n y nlterasio?tc, non consistendo il delitto nel guastare il coldo, o non pu dirsi una cu?itrn~usiu,~e quaodo si 6 spesa come lira una moneta che portava scritte sopra di sB le parole soldo oppure clnque ce?rtesiml. hln ho ad filtra occasione gi osservato qiicsto fenomcrio che nel secolo dei Iumi si k per un controsenso evidente esagcrnta la protcziorie dei bnggieni. Gli eroi dcI Recamerone che quei tempi di buona fede s dicevano autori di una celia la quale facei va ridere le brigate, e non atterriva nessutio, o:gi si sono pariflcati a i ladri pi vili; e quasi clb fosse poco si sono convertiti in fc\lui monehari diapetto della pubblica opinione clie per simili fatti noil si curnrnuove a tirilore, rna deride e disprezza lo illuso scnza cuuipiangerlo. $i vtiole istruire ed illuminare il popolo, e si punisce severriiiientc chi spacciandosi come stregorio ha carpito q u a l o i i ~soldo iid un credulo. Na il popolo vedendo colui punito si conforta nella credenza che realmente vi siano degli stregoni, C che colui sin piiuilo perch t. realnieliic tale e noil gii

perch tale siasi finto. Lo stregone uscito dal carcere torna al suo esercizio con un creclito ringagliardito perch la pena sofferta gli d i 1' aureola di martire della propria scienza. Questa la verit vera che io parecchie volte ho accertato coi fatti. Spessissin~oho speso il fiato coi miei dipendenli 31 fine di persuaderli che non vi sono stregoni; e mi hanno risposto; come no? quello li stato fino in carcere perch il governo perseguita li streghi, e se non fosse stato vero strego non lo avrebbero posto in prigione. Ecco conle troppo spesso il volgo contorce il senso giuridico della pena.

Questa mia osservazione ha tanto maggior peso quanto B maggiore il valore che si voluto dare fittiziamente alla moneta; perchb se un vile soldo si piglia e si d nelle contrattazioni giornaliere senza attenzione nessuna, laonde un soldo falso circola facilmente, non l' istesso di una moneta d' oro, la quale non si riceve senza portarvi lo sguardo. Che se nei grandi pagamenti si costuma di consegnare i napoleoni a cartocci od a peso, ci non offre argomento contro la nostra tesi. Pu nel cartoccio essere stato sottoposto al napoleone vero un ciiinclro di legno per. far credere che il cartoccio contenesse tutti napoleoni (ed io vidi in pratica questo caso che fu peraltro giudicato come stellionato) pu sulla bilancia mischiarsi ai napoleoni una quantit di gettoni, O di soldi colorati (l). Queste saranno frodi severamente punibili, ma non sarA falso nummario, perch quei gettoni e quel cilindro di legno non sono moneta, e non possono 24ti singuli circolare. La potenza di circolare deve chiedersi alla moneta nella ipotesi di chi riceve quella moneta isolata-

- 347 niente e puo toccarla e guardarla; non uclle ipotesi di chi riceve un sacco a buona fede credendo che in quel sacco chiuso vi siano denari mentre pub rion contenere c110 vetri: e se difatti non conticne die vetii o monete non spendibili sara stoltezza dire che vi erano monete spendiEz'ZliZi percli furono spese. No11 si richiede la imitazione petufella: questo gik l'ho detto: ma una imitazione che possa illudere il conos~itoredclla moneta quando la guardi, b indisperisabile estremo al materiale di questo reato.
(I j I1 codice Toscauo (art. 125) novera' i l colorameilto dir*etto a simulare un maggiore valore fra i modt di alteraziooe anzich di. contra@tziorie. Ci piacque a quel legislatore a causa della unificazione nella pena; o forse parche predilesse la voce fublrricazione alla voce contraff~aione quantunque quesla fosse pii propria ed esatta. P u C C i o n i nel suo aureo con~menturio n1 codice T9sc~ao vol. 4, png. l 0 obbed a quel oollocamenlo non senza avvertire per0 che la voce ctintraffuzione avrebbe meglio espresso il concetto. Non vale In pena far sci'ia questione sopiln una parola quando siamo concordi sulla distribuzione dalte penalit : iiii i11 quanto a me perslslo a dire che chi colorisce jli oro una moneta d' argento o di ratne non reo per I' nllcrnzione mo per la contn!flk,cione se gli C riuscita.

6." Stabilito cosi il substrnto dello elcriiento ri~aie-

riale del falso nummario coiisistente in una ruoneta corrente e spendibile ma :iclulterata, poche osservazioni sano n farsi intorilo tigli aItri rl-iomenti costitutivi della fitrza fisica [li yriesto rnnleflzio. Su ognurio cosa sia lo spsndimei~to(l), cosa sia la introcluzionc

- 2.18 e cosa la alterazione di una moneta. E quanto alla contraffazione considerata sribieltivamenle riiriangoxio indifferenti i diversi mezzi adoperati parche idoneamente adoperati, e rimane pure indifferente la ~naggiore o minore difformit tra il valom dlzt~iflseco della moneta falm ed il ~raloreintrinseco della moneta vera.
(1) La parola .?pendhtcnto si usa qtii in un senso larghissimo eqiiivnlente alla parolti oniasio?te ed al nzcttere in circolo la moneta. Esso perlnnto si verifica anche l dove la monela a rigore-di termini non sia spesa perchb a (modo di esempio) cambiata cori itltru moneta o donata. Cos la Cassazione di 121renze avrebbe frl~i?zali Giurispn~denzn (li Toscclna XIV, 1,370) deciso che In duziono i i pegno di falsa oio~ oeta, accompagnata dalla scienza del vizio, costituiva il tiloio di spenclinieulo O espansione di fiilsa moneta. Ma la stessa Corte decise (Annali SX, 1, 928) che non esouritra il titolo di spendiniento doloso il falto di chi abhin dato ad altri una moneta u condizione che la faccia vedere, e con promessa di ripiglinrln se resullerit clie sin falsa. Risse la Corte che questo fatto poteva tulto al pi considerarsi cnnic tentulfvo di spendiinento : ma ci dipende dalle circostanze, e pu essere vero, o noil vero secondo che resulti nel coosegnarite la cevIc;sa del vizio oppiire un semplice fiospelto.

SO tale diffcrenzn nel valore iiiti*irisecc:, (i) fosse estremo del falso nui~marione avverrebbe In inpossibilitk di obiettare qual titolo in tutte le contraffazio~lidi moneta erosa, gercl~bla qnalitA tuetallo essanclo quasi sempre In stessa nella falsa o nella vcru ~nonetanon si avrebbe quasi nrui il

materiale di questo reato in simili specie. Ma se pub ammettersi che la maggiore o minore differenziale nello intrinseco sia valutabile come criterio misaratore, certo 13 clie non puO costituirsene un criterio essenziale. Quando anche pertanto la moneta di oro o di argento coniata dal privato fosse di una lega migliore (2) di cluella che si conia dalla pubblica zecca esisterebbe pur sempre il delitto.
(l) In Francia non si L mai dubitato che il privato si renda debitore di falso nummat'io coniando monete quantunque le formi con giusto valore intrinseco ed al saggio legale: Ca r n o t conzmantaz're nzc code p8nrrl a r t . 132, obs. 8. (2) 11 codice Austriaco del 1852 a1 S. 118 let. a contiene la previsione speciale della fabbricazione di falsa moneta eseguita dal privato senza autorizzazione, ma con lega ugualmente buona ed anche migliore di quella genuina. G i o r d a n i nel suo commento a quel paragrafo parve insegnare che in siffalta ipotesi non vi fosse danno per il privato, ma soltanlo 1' oltraggio al diritto regio, e cos senza accorgersene torn a dar valore agli antichi errori. Nello adulteratore di moneta non vi b nb il fine di offendere la prerogativa regia; nB la oiTesa di questa per SB sola valutabile. Il pubblico non so[fre danno per la violata prerogativa, ma pel disturbato circolo del denaro. Anclie G i u l i a n i {istituzioni vol. 2, png. 208) dette a mio credere soverchio peso alla circostanza della lega peggiore O migliore che trovisi nella moneta falsa. I1 pubblico non riceve inonela per fonderla, nia per esitarla a sua posta. Una inoneta lira se 2! vera con cinquanta cenlesimi d'intriuseco vale pi che la moneta lira falsa contenente settanta centesimi di argento. Questa maleria fu cos involuta nella pratica per lo influsso degli errori giuridici ed economici caduti intorno la sua nozione clie si rende anche oggi d i a cile non subirne involonlariamenle gli effetti nelle applicazioni del criterio, anche per chi abbia riconosciuto lo errore

del criterio antico e 1:i verit del moderiio. .iiiclie P 11C C i O n i fco~iiiiientario vol. 4, png. 1 4 ) recisaniente insegna che non sia reo di falso nummario chi fabbrichi falsa moneta con l e p od intrinseco perfeLlamcnte uguale a quello contenrito nella moneta legale o legittima. Egli per non dimora ad esporre It? ragioni di quella sua opiuione: ed anche qui io mi permetto dissentire da tanto maestro. Si dir forse che con cib non vi ditnno? Questa Io unica ragione clie se ue possa indovinare: ma non buona ragione 1.1'Perclik prouic lroppo, porlaodo a scriminare la contrarazione di moneta erosa e cartacea 2." Perch frrlsu in fatto, ed il danno vi F: sempre mentre ogni governo con lo emettere una nloneta contrae 1' obbligo di ripigliarla per il valore noiilinale ogni qualvolta creda buono di levarla di circolo, e sostituirne una nuova. Ponete che il Governo emetta oggi centomila 1110nete di argento da una lira e vi ponga li intrinseco di novanta centesimi stando la differenza ad indenniti di spesa. certo che verr giorno in cui egli dovri ripigliare novtintamila lire di metallo e dare in cambio cenlomila di valor'i. Nou pu sapersi quando questo giorno verr: ma unii volta deve venire per l'ordine delle cose sociali. Patir in c~uel' giorno 1' erario dieciniila franchi di perdita e sarh giusho che la soffra. &la s e nello intervallo i privati hanno emesso altre duecentomila monete simili di buona lega 13 perdita di qiiel giorno sar aumentata di altre ventimila lire. Quella prrdita cadr sullo erario s e la falsit non cari riconoccibiln; e ricadrh sui particolari se lo sar: mii F: indubitato che o prima O poi questa perdita sar una realt contro giustizia. Mi illuder forse: ma a me pare clie a torto si asserisca la mancanza di ogni danrio nella fabbricazione privata di moneta hcncli composta al sagsio ordinario. Del resto la opinione clie il falso numinario si costituisse dalla fabbricazioiie privata di moneta pubblica nil~ilattenta lionitute prevalse appo i migliori giuristi: P e r e z in codicem ad lit. dc falsct tnonetn n. 9 G o t h of r e d o iti cod. Tlfeod. u d lcg. 5 de falsu ntoneta M a s ca r d o de probationil,us cotzclus. 1066,

n.5-Peguera deci.s.66,n. 7 - E n g a u de falso nunzgntrrio 5. 32 B o e h n1 e r o medilationes in C. C. C. ad art. 111, S. 2, et 8 P u l t m a n n elementa jiir. crim. g. 199, png. 86 C o r t i a d a decis. 87, n. 21, tom. 2. I1 R Ov i t o nei suoi cou~me~atitrii Pragmatiche Napoletane alle fpay. 471, 1z.15) immagina il caso di chi trovando che una monela sincera contiene un intrinseco superiore a quello stabilito come normale della sua specie la tosi per ridurla al saggio legale, e insegna che costui non si renda colpevole di falso nummario. Questa ipotesi difficilissima a verificarsi oggi stante i perfezionamenti dell' arte monetaria: ma quando si avverasse io esiterei a seguitare l' autorit di R o v i t o. L'alterazione vi : vi un lucro indebito sine causa: vi t? un danno futuro allo erario realizzabile quando avvenga il ritiro di quella specie: vi anche eventualmenle il danno di chi trovatosi possessore di quella moneta abbia bisogno di servirsene come metallo. Colui poteva senza delitto profittare di quella circostanza e ridurre a metallo la moneta se egli ne aveva vantaggio ;ma rimetterla in circolo degradata delle condizioni che le aveva dato la legittinm autorit, non lo poteva. Che poi la fabbricazione di moneta pubblica eseguita dal privato costituisca il crimine di falsa moneta ancorch! si forrni des pi2ccs de bon uloi lo insegna M e r l i n riperloire, mot ~tzonnuieS. 2. E lo ripet D r o n s b e r g de delictis )nortetaEibufipay. 113, ove ne adduce una ragione sottile ma vera: interessa (egli dice) al oomriiercio non solo che circolino buone monete, ma eziandio che le diverse specie monetarie stiano in una certa proporzione relativa fra loro: della convenienza di questa proporzione unico giudice competente I' autorit dello Stato; laonde il privato che conia monete (siano pur buone, anzi buonissime) di una certa specie turba lo equilibrio monetario, e couiravvieiie al giudizio dell' auloril co.mpeteiite.

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