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TRAMA
Ifigenia, salvata dalla dea Artemide dal sacrificio del padre Agamennone, è sacerdotessa
in Tauride e, grazie alla benevolenza del re Toante, riesce ad introdurre nell’isola una mentalità più
aperta e ad imporre la rinuncia ai sacrifici umani in onore degli dei.
Dopo aver rifiutato la proposta di matrimonio del sovrano (“-chiami minaccia la sua offerta di
nozze?” - disse l’arcade – “per me è la cosa più terribile di tutte” - rispose Ifigenia), quest’ultimo
decide di reinserire la pratica dei sacrifici e dispone che siano uccisi due prigionieri greci catturati
da poco.
“Ma mi perdoni Diana se io a lei finora, a torto, e con un intimo rimorso ho negato i sacrifici di una
volta”.
Nei due prigionieri, Ifigenia riconosce il fratello Oreste, spinto dalle Furie in esilio per espiare il
matricidio commesso, e il suo amico Pilade che propone alla sacerdotessa un piano per fuggire.
Inizia così la tragedia di Ifigenia: cosa fare? Ricorrere alla violenza e tradire i valori fino ad ora
professati per la salvezza? Ingannare Toante per assicurarsi il ritorno in patria?
Prima di cedere al piano di Pilade, Ifigenia si ravvede: perché creare altro male? Il suo compito è
quello di risanare le malefatte compiute dalla sua famiglia; per questo motivo decide di rivelare la
verità a Toante, da cui dipende la sua vita e quella dei suoi cari.
A sorpresa, Toante si rivela capace di tolleranza e umanità. Impressionato dalla grandezza d’animo
di Ifigenia, libera i prigionieri e concede alla sacerdotessa di far ritorno in patria.
Le parole di Ifigenia per liberare il fratello Oreste dalla vendetta delle Furie sono battute rivolte a
tutta l’umanità: non vi è colpa né debolezza umana che non possa essere espiata tramite atti di
pura umanità. Questo è il messaggio di Ifigenia in Tauride.