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Chris Marker o del lm saggio

CAPITOLO 1 “Le ragioni di un silenzio”


Molte idee che stanno alla base di sperimentazioni multimediali stanno alla base delle installazioni
di Chris Marker.
È stato il primo negli anni 90 a pensare ad un cd-rom multimediale.
Chris Marker giocando con le nuove tecnologie ha sperimentato nuovi modi di fare e di utilizzarle,
è stato un compagno di strada lavorando con molti autori della Nouvelle Vague francese.
È stato fotografo, scrittore, ha viaggiato moltissimo.
Chris Marker lavora moltissimo con immagini ritrovate, con il montaggio, utilizza moltissimo
immagini della televisione e della mediasfera.
Utilizza molto il mix and match già negli anni 60.
È un autore che non è mai stato abbastanza amato dalla critica perché lui stesso si negava, ha
attuato un volontario esilio dai media.
Non rilascia interviste e non vediamo foto di lui.
Marker ha un sacco di intrecci all’interno del suo lavoro, è stato moltissime cose insieme, ne fa di
esso una ricchezza ed ecco perché il suo lavoro è ancora attuale.
È tanto presente nell’immaginario quotidiano.
Il gatto è diventato una sorta di alter ego di Marker, con un suo lm racconta le passioni, desideri
e sguardi di un gatto.
Questa sorta di alter ego ci porta in giro nel suo museo ironico, le opere sono una parodia di
opere esistenti.
Chris Marker prende il nudo di Duchamp che scende le scale e lo mette nella discesa delle scale
della corazzata Potemkin, unisce assieme due opere magistrali.
Marker prende un poster di donne nel bagno turco e la riempie di tatuaggi.
Chris marker riesce soprattuto alla ne dei suoi anni ad essere molto ironico e lavora con l’identità
ttizia, questo tipo di identità in realtà è una cosa su cui lui ha creduto da sempre.
È sempre voluto rimanere invisibile, per lui era solo l’opera che contava, voleva che chi vedeva i
suoi lm doveva essere libero di pensare individualmente.
Questo estraniamento è per lui una scelta e volontà, gli permette di moltiplicare i livelli di lettura.
“Sans Soleil” operatore cinematogra co che invia delle lettere dall’Africa, all’interno di esso vi è
un cameraman che raccoglie le immagini e le monta digitalmente, crea delle altre immagini. Vi
sono sempre dei molteplici livelli di lettura.
“Level Five” protagonista dialoga con programmatore, ma noi non sappiamo il nome del marito,
rimane non identi cato anche se è lui che determina lo sviluppo del lm, è lui che ha
programmato il gioco.
Questo nascondersi dietro un alter ego in realtà accade molto prima.
Come sottolinea la Pergnola, Chris Marker è sempre stato un viaggiatore, si confonde nei luoghi e
nello spazio.
Lui è totalmente diverso da un turista. Il turista compie un percorso che lo allontana dal luogo per
farglielo poi ritrovare, il viaggiatore invece è completamente diverso, non sa quando arriverà alla
meta.
Il viaggiatore mette il viaggio al centro ed il suo comportamento viene modi cato dal luogo in cui
si reca.
CAPITOLO 2 “Incontri, in uenze, interazioni”
Chris Marker essendo un grandissimo scrittore nel 54 scrisse un saggio su Jean Giraudoux,
fondamentale per lui, uno delle caratteristiche di questo scrittore è la ricerca dell’aspetto originale
e bizzarro, dello scherzo/fosforescenza.
Questi scarti e curiosità che Chris Marker ritrova in lui lo vediamo anche nei suoi lm “Lettere dalla
Siberia”.
All’interno di questo lm troviamo dei disegni animati in cui lui si occupa della renna, crea un
e etto bizzarro in questi disegni.
Film composto di immagini girate davvero oppure da found footage.
Era un documentario di viaggio molto originale perché racconta la siberia in modo eccentrico,
oltre a questa scrittura strana e montaggio troviamo appunto questi disegni animati.
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Volontà di cercare umorismo e sorpresa, vuole creare ironia e uscire dalla narrazione pre
determinata.
Altro aspetto che lega lo scrittore a Marker è il distacco emotivo, la volontà di creare delle
situazioni in cui il fruitore potesse identi carsi.
Marker sottolinea questo aspetto: la verità può essere arti cio, non bisogna rimanere disincantati
ma mantenere una sorte di distanziamento ed allontanarsi da queste verità che cadono dall’alto.
Ricerca della felicità non deve essere sognante, ma pensiero di fratellanza ed unione che unisce
gli individui: “Sans Soleil” molte immagini girate in Giappone, Islanda ecc…
Lui grazie al suo commento riesce ad uni care anche immagini lontane tra loro, vi è dunque un
legame tra cinema e letteratura nelle sue opere.
Il cinema sembra quindi essere appunto una sorta di specchio che ri ette luoghi, cambiamenti
immagini e montaggio.
Signi cato assolutamente consapevole, ogni parola ha una sua importanza e valore, nelle sue
opere.
Un altro autore che sentiva vicino è Henry Michaux lui lo sentiva vicino rispetto alla critica e ai
mezzi, amavano entrambi l’oriente.
Secondo entrambi era l’unica terra in cui potevano perdersi e rimanere anonimi, diventava un
luogo in cui perdersi e ritrovarsi.
Marker ha viaggiato tantissimo in Giappone.
Mentre Wenders era a Tokyo a girare il suo documentario si mette alla ricerca di Marker.
Quella volta Marker in quel bar lo vede e lui si nasconde dietro il disegno di un gatto, e anche li
Wenders ci dirà che lui non amava essere fotografato, vi sarà questo piccolo cameo.
Marker segue una donna giapponese per laicità e ci fa un’opera, questo artista amato da Marker
quando era vicino alla morte decise di cominciare a viaggiare attraverso l’uso di sostanze.
Marker invece ha sempre viaggiato, si è perso ed immerso nei luoghi in cui è stato, riuscendo così
a trasformare quei luoghi nei suoi lm.
Con “Lettere dalla Siberia” Marker ci fa un documentario scienti co.
Cd rom “Immemory” che ha fatto nel 1999 contiene ampia sezione dedicata al cinema e ci sono
tre lm che parlano di 3 argomenti della sua vita: “Ali” 1927 era molto giovane quando l’ha visto,
era uno dei primi kolossal bellici, cineprese montati su aeroplani, primo lm che vede da bambino
e rimane molto signi cativo.
Altro lm che lo ha in uenzato, di fantascienza, lm che pare sia stato fondamentale anche per
Fritz Lang per Metropolis, lm chiamato “Elita” lm misconosciuto, scenogra e straordinarie e
ambientazioni costruttive.
Altro lm presente in “Immemory” è “La donna che visse due volte”, lui sostiene che sia uno dei
lm più importanti che sia stato realizzato perché dedicato alla memoria.
“La jetee” lm che è stato la base per “l’esercito delle 12 scimmie”, Marker l’ha fatto nel 1962 in
bianco e nero con una sequenza di immagini sse, volontà di congelare il tempo e trama del lm
molto vicina alla volontà dello scorrere del tempo.
Film di Hitchcock lo ama e torna più volte, vi sono molti elementi in comune tra questi due lm e
questo lm di Hitchcock torna molte volte anche in altri suoi lm.
La volontà di Chris Marker di capire come si è formato il suo immaginario è stato creato quindi
trovando dei punti di riferimento che permettono anche a noi di capire meglio come si è formato il
suo immaginario.
CAPITOLO 3 “Vi scrivo da un paese lontano”
Parliamo in questo capitolo di “Lettere dalla Siberia” che è un’opera di di cile interpretazione.
È stato girato nel 1958 ed è considerato il suo primo lungometraggio, prima fa solo corto che però
sono stati rinnegati da lui stesso.
Questo lm è quello con produttore importante, protettore della Nouvelle Vague, regista e
fotogra a importante.
Questo lm ha tutte le credenziali per essere un lm accettato dalla critica, è tutto nuovo, non è di
ction ne documentario ne reportage di viaggio.
Secondo un critico cinema sui cahiers du cinemà viene scritto che questo suo primo lm non ci
insegna nulla sulla Siberia, e quindi anche se lui è stato realmente non abbiamo un documentario
che ci da dati e ci da interviste.
È come un’immersione del viaggiatore in questo luogo che ci restituisce un punto di vista
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documentato di quello che lui pensa sia la Siberia, i modelli su cui lui si riferisce sono più letterari
che cinematogra ci.
La sua Siberia ricorda questi luoghi immaginari, oppure un lm documentario di quegli anni, di
Flyerti.
Non c’è antropologia dichiarata, c’è registrazione di un luogo alterata da elementi surreali (disegni
renne animati) ha creato un documentario nto scienti co, ibrido tra documentario reale ed
immaginario.
Era strano per quegli anni, come indica il titolo è un lm epistolare, è come se fossero lettere, lm
in cui l’aspetto della scrittura diventa importante e dove si crea una sorta di intimità tra chi le
scrive e il destinatario: è un saggio cinematogra co secondo Bazin.
Saggio documentato dal cinema perché è indubbio che vi sia una forma saggistica, a livello di
montaggio vi sono salti e contraddizioni motivati dalla forma epistolare.
È come un saggio di geogra a umana, è stato un modo per raccontare la Siberia senza cadere
nella forma didascalica.
Può anche essere de nito lm estremamente poetico, voce fuori campo voluta accompagnata da
scrittura molto bella, crea un modello letterario nuovo rispetto a quello che si poteva vedere nei
documentari dell’epoca.
È stato un’opera che ha portato molta attenzione su Marker, anche se non tutti hanno capito il
valore dell’opera stessa: questa volontà di creare un documentario eccentrico, che voleva dare un
punto di vista ironico, in cui l’accompagnamento del testo è molto importante , le immagini da
sole non potrebbero parlare.
Questi giochi di parole sono stati centrati e vengono dall’amore per questo altro artista che stima
Jean Girardou.
Queste riprese sulle lettere sono volute ed è assolutamente consapevole di creare un’opera
eccentrica che esce dalle modalità linguistiche in cui esso è legato.
CAPITOLO 4 “A cavallo tra memoria storica e memoria personale”
In questo capitolo parliamo di altri due lm, prima eravamo nel 1958 con “Lettere dalla Siberia”.
Ora andiamo verso gli anni 60, tra il 1960-61 Marker intraprende due viaggi che segnano una
tappa importante della sua vicenda artistica.
Due opere importanti per lui: “Descrizione di un soldato” Israele “Cuba si” girato a Cuba e si
occupa di Fidel Castro.
Opere molto diverse che hanno una diverse conoscenza dei posti visitati.
Cuba lo aveva entusiasmato, Israele no perché era molto diverso dalla sua sensibilità e però
essendo lui una persona curiosa e alla ricerca di s de prova ad andarci perché è incuriosito da
questo paese giovane (Israele).
Film imparziali e soggettivi, Marker realizza sempre ri essioni personali su quello che sta
accedendo.
Lui in qualche modo torna poi a Cuba per mettere in dubbio quello che ha visto in questo suo
primo lm, a posteriori mette in discussioni l’iniziale entusiasmo che gli provocava la gura di
Fidel Castro.
Marker continuamente col montaggio struttura linguaggio e narrazione che necessita di
costruzioni successive, gli si permette così di diramarsi ed espandersi in in nite direzioni.
Per lui il montaggio era un modo di viaggiare, non si pre ggeva una ne ma cercava di indagare
attraverso il montaggio delle immagini.
Ricerca continua tra visione politica-storica e visione personale che rimane all’interno di tutto il
suo lavoro.
Nel 1960 va a Cuba e gira il suo lm però il lm viene subito censurato perché viene visto come
apologia del potere del tempo.
I critici dicevano che c’era una sorta di propaganda ideologica.
Chris Marker rimane sbalordito da questa censura.
Il lm uscirà quindi due anni dopo la sua realizzazione, quando ormai l’agenda e gli eventi di Cuba
non erano più importanti causa altre guerre e rivoluzioni.
Il regista è indubbio che “Cuba si” non è sul lm che ama di più, lm in cui punto di vista
dell’autore era determinante e poi sceglie di capire che aveva peccato di entusiasmo.
Film girato in due parti: prima si concentra sulla vita all’Havana dopo la rivoluzione, sport, lotta
alfabetizzazione e confronto su vecchio e nuovo regime (forse questo non era piaciuto).
Ritratto di Fidel Castro anomalo e professionale, visto attraverso gli occhi dell’autore, che o re
visioni alternative ampliando il reale.
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Lo stesso entusiasmo troviamo nel lm girato in Israele nel 1960, dura 1 ora e viene orso d’oro a
Berlino.
Questo premio aveva lasciato molto stupito il regista che era abituato ad essere censurato.
Secondo Marker ha vinto Orso d’oro perché secondo lui in Germania si poteva parlare degli Ebrei,
in modo ironico incide su questa cosa.
Questo lm crea la descrizione di un combattimento tra popolo Israeliano e la propria memoria,
pena esclusione dalla memoria stessa.
Memoria molto importante per quel popolo, può sembrare lm politico ma non lo è.
In questo lm si mette in una posizione di ascolto e non parte da idee già delineate, si reca in
Israele pronto a scrivere un’altra lettera da un paese lontano.
Chris Marker comunica utilizzando elementi semplici e situazioni banali.
È come se in questo caso non cercasse l’eccezionale ma il quotidiano, quello che è un lm saggio
è un lm conversazione.
Troviamo delle parentesi e allusioni, un seguire il popolo e le persone che si sono trasferite, lm
che si fonda sulla ricerca per indicare futuro di un paese molto giovane, sono ri essioni su questo
paese e sul tempo.
Paese giovane ma pieno di passato, futuro promettente e luogo proiettato verso l’avvenire che
vuole essere un’enigma da sciogliere.
Chris Marker osserva e pensa che in questa complessità del presente ci siano delle tracce della
storia del paese, ultima scena del lm vede una bambina che disegna e secondo Marker lei
bisogna guardarla no all’enigma perché è come Israele.
È incomprensibile ma parte di un sistema conosciuto.
CAPITOLO 5 “Ossessione del ricordo”
Nel 1962 escono due lm di Marker: “La jetee” e “Le jolie boh”
La jetee è considerata uno dei lm più importanti della contemporaneità perché riesce a
raccontare una storia d’amore, l’immagine dell’infanzia, l’attrazione per un’immagine unica ecc…
Omaggio al cinema ad Hitchcock e anche un DOP.
C’è una voce o che all’inizio dice che è una storia di un uomo ecc…
Donna che si trova sulla rampa di lancio di un aeroporto.
Dopo 10 minuti cominciano ad emergere le prime immagini, riappare volto della donna, della
propria infanzia.
Uomo internato e si trova sotto terra, mondo inabitabile.
Coloro che sono scappati alla guerra sono sotto terra e devono cercare di sopravvivere, sono
sotto la supervisione di scienziati.
L’uomo che noi seguiamo è scelto sia per viaggiare sia nel passato che nel futuro, scienziati
cercano di riprogrammarlo, lui prova a resistere ma alla ne torna indietro nel tempo e rivede volto
della donna che noi vediamo nella prima immagine.
Film che è stato base dell’esercito delle 12 scimmie. Viene ricordato uno scrittore che ha lavorato
tantissimo sul tema del viaggio che è J.G.Ballard.
Autore straordinario che però è riuscito a raccontare le possibili mutazioni della società parlando
appunto di climate change in modo molto romanzato.
Parlava dell’alienazione della società contemporanea, di possibili forma di ana ettività, si è
sempre occupato di osservare, riuscendo ad uscire dalla fantascienza.
Nell’”Impero del sole” Ballard parla della sua storia e della Cina, di Shangai.
CCCB ->Barcellona importante per mostre sperimentali.
“La jetee” saggio sui limiti della coscienza mortale, parla dei limiti tra politica e trascendenza ed è
un saggio su come ritrovare un momento di felicità e di coinvolgimento di fronte a forze
opprimenti e distruttive di scelte politiche.
Infatti c’è tutto un discorso che la Pergnola fa sull’investimento emotivo della memoria, sul fatto
che Marker torna sulla dimensione della felicità, momenti che sfuggono al controllo
dell’intelligenza.
Personaggio che ruota attorno ad una sola immagine, si suddivide l’in nito.
Dimensione temporale molto importante, lm fatto di singoli lm fotogra ci, per quello fa
riferimento a Robert Kapa.
Viaggio soggettivo che si fa, anche se il personaggio torna nella vita di prima coi suoi ricordi.
Diventa importantissimo per il protagonista poter tornare indietro coi ricordi, è una sorta di fusione
tra cinema e fotogra a, concetto di cinerama, volontà di sperimentare e fare reportage
apocalittico sul destino dell’umanità.
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Fotogra a in bianco e nero, usa la fotogra a perché essa sospende e gela il tempo.
Deleghiamo all’immagine fotogra ca analogica una verità assoluta, è straordinario perché ci
troviamo di fronte alla volontà di evocare queste immagini ed essere capaci di creare legami tra
passato, presente e futuro attraverso le fotogra e.
“La jetee” o re del mondo pure un’immagine già passata, una rovina o idea di archivio, c’è una
volontà di lavorare su istanti potenziali che danno idea di lavorare su un ricordo che è fermo
immagine del tempo.
Tutto il lm è giocato su questa ri essione, voce o molto importante, così come montaggio e
dissolvenze, elemento sonoro articolato su livelli diversi.Lavorano su binari paralleli e autonomi
che non si mescolano mai, il commento fornisce alle immagini valore diegetico, se non ci fosse lui
il lm sarebbe incomprensibile.
Permette di ricostruire il racconto che è negato dalle immagini
Volontà di lavorare e dare ordine, fotogrammi danno a lm un dinamismo particolare, ci permette
di ri ettere sul valore e importanza di Marker di saper lavorare su parole e ricchezza dei piani.
29 minuti di lm che colpirono i critici dell’epoca grazie ad un lavoro magistrale di suono,
montaggio e commento e la capacità di saperlo scrivere.
CAPITOLO 6 “Cine-ma verité”
Nel 1962 esce “Le Joliee me”.
Nel Maggio la Francia appena uscita dalla guerra d’Algeria.
Una guerra che mostra di coltà del sistema politico sociale della Francia che ha sfatato
Repubblica Illuminista:
La Francia quindi mostra aspetti non piacevoli, popolo egoista, menefreghista, incapace di
pensare a come uscire dal colonialismo in modo meno doloroso.
Chris Marker e il suo operatore decidono quindi che questo documentario e da lmare insieme.
Scendono in strada con attrezzatura leggerissima (portapak) realizzano questo documentario
piuttosto lungo (165 minuti).
Film diviso in due parti: si apre con voice over di un attore amato molto da Marker, parla della città
e poi prima parte in cui si fanno delle domande alle persone incontrate, qualsiasi tipo di persona
incontrano la intervistano, anche personalmente.
Seconda parte più generale, si parla della guerra appena nita e c’è intervista a ragazzo di colore
che parla della di coltà e del razzismo vissuto.
Si chiude con altro voice over.
Parla della società contemporanea ed è piuttosto disturbante, Marker non è accomodante, fa
domande che potrebbero dare fastidio, non c’è mai super cialità.
Film che fa vedere pochezze delle risposte.
C’è un commento uni catore.
Diverso da altro documentario girato, l’altro è molto più accomodante, quello di Marker ha anche
degli aspetti non piacevoli che mostrano super cialità di alcune risposte.
La Pergnola ricorda come questi due lm sono due atti d’accusa verso una società individualista.
Se le immagini de “La jetee” appaiono come proiezione che i Parigini si preparano ad essere in un
futuro prossimo, le immagini che aprono “La jolie me” sono complementari a quelle della guerra,
c’è una guerra in quel periodo.
Durante il primo lm la guerra è evocata, nel secondo è vissuta.
Si parla per questo lm di cinema veritè, si cerca verità non nel ne ma nel metodo, si fanno delle
domande in qualche modo storiche che vogliono raccontare storia di quello che è appena
successo nella società francese.
Intervistatore in uenza la risposta del soggetto, però Marker fa lm saggio, non è un
documentarista.
“Le Jolie me” saggio sulla società parigina anni 70 realizzato attraverso metodi cinema veritè.
Modo di criticare società contemporanea utilizzando linguaggio soggettivo e per intellettuali,
linguaggio che intimidisce e imbarazza.
Sorta di volontà di uscire e raccontare aspetti che lui non condivide, indi erenza ecc…
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Interviste con modalità antipatica che non fa amare molto il documentario ai critici dell’epoca,
risulta spesso scomodo anche se viene riconosciuta la sua intenzione e volontà di creare
racconto di quella società post guerra.
CAPITOLO 7 “Anonimato e impegno politico…” no a pag 132
1967-1977
Nel 1964 scoppia guerra Vietnam, prima guerra documentata da TV, radio ecc..
Così anche i primi simboli si di ondono, tutto il paci smo che connota quegli anni che vengono
fatte vengono di use.
Realizzare lm “Lontano dal Vietnam” non è lmato da lui, lm collettivo in cui Marker chiama altri
autori per ri ettere su questa guerra vista dagli autori.
Marker è ideatore e fondatore di 3 collettivi cinema, di cui uno ancora attivo.
Antagonismo ducioso all’interno di uno nei confronti di un altro collettivo chiamato Dziga Vertov,
in questo collettivo non si riesce a rinunciare all’aspetto autoriale.
Chris Marker invece ama essere anonimo, la sua ironia nei confronti della soggettività è marcata.
“Slone” dopo alcuni anni da vita al complesso ancora attivo ora, “Slone” fondata nel 66.
All’inizio lo scopo era quello di produrre il lm collettivo lontano dal Vietnam.
“Slone” ha raccontato le opere, ha realizzato opere lmiche che raccontavano degli scioperi degli
operai.
La cosa interessante è che faceva anche stage di formazioni tecnica in modo tale che gli operai
fossero in grado di lmarsi da soli.
Questo modello ispiratore di tutto questo era il cinetreno, esperimento straordinario perché era
stato fatto negli anni 30 dove avevano girato in questo cinetreno che ha viaggiato nelle campagne
russe e avevano attraversato la URSS per 294 giorni.
Avevano girato 70 lm e avevano stampato metri di pellicola.
Treno formato da 3 carrozze aventi ognuna il proprio ruolo.
Stampavano anche un giornale informativo che raccontava questo esperimento.
Treno visto come un modo per di ondere la rivoluzione in atto e quindi il cinetreno è stato
importantissimo perché furono girati e montati 7 lm da 32 persone che ci lavoravano.
Il regista era Mcqualcosa.
“Lontano dal Vietnam” era un modo per riappropriarsi e rendere omaggio all’esperimento del
cinetreno che Marker giudica bellissimo e unico.
Questo decennio è molto importante per Marker, di cile da raccogliere, produzione sterminata da
tutti questi collettivi.
Verranno suddivisi per semplicità: un nucleo basato sul Vietnam, l’aspetto dell’America Latine e
lotte operaie nel sud dell Francia.
C’è una grandissima volontà di riprendere ed essere attivo in Marker.
Secondo lui far conoscere e comunicare eventi è più importante di farsi conoscere.
Chris Marker si sottrae per lavorare assieme agli altri e comporre opera importantissima come
“Lontano dal Vietnam”.
Prima guerra televisiva della storia che creò grande tensione nei paesi occidentali, portò tanti
registi a girare un frammento di quest’opera collettiva.
Di questo collettivo facevano parte un sacco di artisti della Nouvelle Vague, ognuno sceglie di
lavorare in modo diverso.
Ognuno mostra immagini in maniera diversa.
Viene raccontato il Vietnam, lontano dal Vietnam, è una guerra che diventa spettacolo per i voyeur
man mano che si svolge.
Questo lm può essere vissuto come un remissivo atto di scuse per esser lontano da quel posto,
è una testimonianza però concepibile rispetto a tanti colpevoli silenzi.
“Slone” nasce per produrre questo lm ma anche le proteste operaie delle minoranze.
Film della durata di 55 minuti che riguarda sciopero degli operai, interviste, immagini
contestazione ecc.. mostrato ai diretti interessati non piacque e da lì nasce la volontà di insegnarli
e dargli le competenze per realizzare un racconto dall’interno più sincero che permette a loro di
raccontarsi.
Dopo questo lm Chris Marker compie un’azione anomala: distribuisce lm “La felicità”
commedia dai toni surreali sulla vita contadina in Russia che racconta la rivoluzione e la vita nelle
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fattorie collettive.
Marker di onde lm inedito in Francia e la cosa più signi cativa è che prima della proiezione di
questo lm Marker realizza lmato in bianco e nero, prefazione al lm, in cui Marker si fa
raccontare esperienza del cinetreno: incontro tra autore sconosciuto e Marker.
Lui lo vuole raccontare per rendergli omaggio e raccontare l’evoluzione culturale che si volevano
fare a livello sia sociale che cinematogra co.
Utopia del cinetreno permette di viaggiare nell’URSS per raccontare quello che accade in quel
paese.
Parte inerente al Capitolo 7.5 da pag 132 in poi
L’esperienza del cinetreno chiude questa parte.
Durante tutti gli anni 70 il SudAmerica fu un simbolo per tutti intellettuali, registi, scrittori ecc…
Popolava i sogni di tutti gli artisti che erano delusi da ciò che succedeva in Europa.
I suoni Latino Americani erano una sorta di Eldorado della rivoluzione, anche però in questi paesi
la scena politica non è un paradiso.
Questo periodo di Marker lo ritroviamo in 3 lm saggi: “La battaglia dei 10 milioni” (Ascesa e
caduta di Fidel Castro), con il lm saggio “Cuba Si” Marke fece un elogia appassionato a Cuba
che venne però censurato per questa passione.
Con la “Battaglia dei 10 milioni” del 1970 Marker torna sull’isola con un senso critico, ha avuto un
distacco per giudicare l’evoluzione di Castro a Cuba.
Si avvicina e fa questa battaglia che signi ca raggiungere 10 milioni di raccolto di zucchero, cosa
che non era riuscita a fare, avrebbe permesso all’economia cubana di fare un grosso passo
avanti.
Questo però non accadde e Fidel Castro dovette rendere conto della scon tta.
Materiale girato da un grande documentarista cubano, con aggiunta di materiali di repertorio,
girati da Marker e Alvarèz.
Sonoro discorsi tenuti da Fidel Castro e c’è quindi un’articolazione di quello che sta accadendo,
visto come una sorta di dichiarazione e di scon tta che diventa asciutto e piuttosto duro nel
commento che scrive Marker, dato da disappunto per quello che è successo.
Altro lm che fa sempre sul SudAmerica è “L’ambasciata” nel 1973: è girato in un paese latino
americano indeterminato che però ci fa pensare a quello che è successo in Cile, nel Cile post
golpe.
Mostra un gruppo di profughi politici che hanno sequestrato ambasciatore e moglie.
Ogni somiglianza è da considerarsi una pura coincidenza, girato in 20 minuti in super8 privo di
titoli di testa vuole essere una metafora della diplomazia in seguito al golpe militare.
In quel periodo (73) paesi europei hanno aiutato i rifugiati di quel golpe.
Ambasciata italiana importantissima in quegli anni.
Film ambiguo che gioca con lo spettatore spacciandosi per documentario creando una sorta di
angosciosa trepidazione e incertezza, il lm prova che la storia può essere ricostruita mantenendo
però le originali coordinate.
Altro lm di quegli anni è “La spirale” che continua il discorso iniziato con l’ambasciata, siamo
ancora in Cile ed è in qualche modo vicino al golpe del 73 e parla di come si instaura la dittatura
del generale di quei tempi.
Opera collettiva in cui Marker crea ideazione del progetto e supervisione nale del commento,
lavoro di montaggio a cui lavorano più persone.
Altri autori lavorano a questo lm, lm didattico ma non imparziale, a erma e difende un punto di
vista, come tutte le sue opere, lontano da propagando ma non evita di mostrare aspetto cupo di
quello che stava accadendo in quegli anni in Cile.
Molto importante voce o e montaggio.
Altro lm importantissimo che dura 4 ore e raccoglie girato nel decennio 1967/77 da professionisti
o da anonimi, viene montato dallo stesso Marker seguendo un preciso ma non scontato lo
logico, a cui aggiunge un brillante commento.
Opera strutturata in questo modo: dal Vietnam alla morte di CheGuevara (prima ora), Rivolte di
Parigi (seconda ora), Primavera di Praga (terza ora) e ultima parte per Cile e ri essione sul
presente.
Film in cui c’è ricorso ad una musica straordinaria di Luciano Berio, opera in qualche modo triste,
Marker disilluso “Scene dalla Terza Guerra Mondiale” lui pensava che il nuovo con itto mondiale
sia frammentato in numerosi luoghi e dilatato in quegli anni, lm molto personale.
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Marker viene rimproverato per avere sottovalutato rivoluzione cinese.
Film privato, soggettivo ed emblematico della ne di un periodo, segna un nuovo modo di
guardare il mondo.
Un’altra cose che gli viene rimproverato e di non essersi occupato del movimento femministe, è
indubbiamente è così, nel suo cinema le donne sono delle gure misteriose, donne che possiamo
osservare o da ascoltare.
Donne icone, immobili e salvi che, restituiscono la morte dell’anima come “Le jetee”, non c’è
immagine unica della donna, è una sorta di principio universale da indagare ma che non è
presente in quel lm.
Film corale con tante voci o , permettono la lettura del commento, cosa strana perché lui
preferisce di solito a darsi ad una voce unica.
Anche se la maggior parte della critica non ha trovato in questo lm nulla che davvero fosse
signi cativo (distacco dai moti del 68) è comunque un’opera che crea molti stimoli di ri essione in
modo tale da interrogarsi su quale fosse stato il futuro del cinema e della storia.
CAPITOLO 9 “Saggi sul Giappone”
Marker amava tantissimo l’Oriente, già detto nell’introduzione.
Nel 1965 fa un lm saggio molto curioso che lui aveva fatto per assistere a Tokyo alle Olimpiadi,
incontra questa donna e la vede come un simbolo vivente del Giappone sconosciuto e pieno di
misteri.
Questa donna la vede come la re incarnazione del Giappone, lm sui generi perché è un omaggio
d’amore ad una donna e ad una città che diventa metafora di un intero paese.
Girato in 16 e poi gon ato in 35mm, ha vinto un premio nel 66 ad un Festival, sorta di epistola
cinematogra ca che ci fa ricordare appunto le “Lettera dalla Siberia”.
Film originale con una sorta di confessione privata, poema d’amore che ha come sfondo il
Giappone, non c’è un commento unico ma una sorta di dialogo tra uomo e donna.
È un lm su cosa vuol dire essere Giapponese, riprende le istanze che avevamo visto in “Le Jolie
me”: macchina da presa a mano, presa diretta e improvvisazione.
Film unico e abbastanza eccentrico in cui ritroviamo uno stile del regista.
Marker nel 1982 propone “Sans Soleil” torna in Giappone e lm esce nell’84.
Film in cui il Giappone è cambiato, dominato dalla tecnologia e dalla seduzione del futuro,
Giappone molto avanzato nella produzione tecnologica.
C’è tutto un immaginario che nasce li.
“Sans Soleil” è un lm che si impernia nel luogo del ritorno, diario del ritorno, in quegli anni lui ha
viaggiato tantissimo e infatti è un lm più maturo, troviamo tutto il bagaglio di vita che ha
accumulato in quegli anni, è il luogo in cui Marker ritrova una sorta di epistola cinematogra ca
perché ci sono diversi personaggi che scrivono e che raccontano.
Ri essione sulla memoria, il tempo e lo spazio.
Ricordare è creare, creare è ricordate, questi termini sono interscambiabili per Marker.

Il secondo personaggio di Sans Soleil fa interagire tempi e spazi al computer. Manipolazione


dell’immagine che col cinema analogico è più di cile.
Terzo personaggio è il cineasta che attraverso il montaggio crea ri essione su cambiamento
sociale e modi di registrare.
Il terzo è colui che attraverso il commento riesce a ri ettere sui cambiamenti in atto.
Struttura del lm piuttosto labirintica, non segue lo logico.
Prima sequenza di apertura è un’immagine che ci parla della ricerca della felicità, ricorda immagini
del prigioniero della “Jetee”.
È un lm che in qualche modo ci parla dei cambiamenti, Marker già negli anni 80 è entusiasta per
la presenza dei computer Apple, inizia a fare interviste al computer.
Chris Marker è un continuo entusiasmarsi per le tecnologie, ha la volontà di mettersi sempre in
gioco, in “Sans Soleil” che va letto come viaggio nel tempo, ci sono immagini oniriche: lui si
chiede quali siano i sogni dei pendolari giapponesi.
In “Sans Soleil” Marker intraprende viaggio nel tempo e spazio con lo scopo di ritrovare immagini
reali, sogni che nell’arco della sua vita lo hanno emozionato.
Non era l’unico artista che amava il Giappone, negli anni 70 il saggio “Impero dei Segni” di
Barthes, importantissimo autore, con la sua forma di scrittura ha rivoluzionato il modo di veder la
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società.
Questo saggio inizia con l’autore che non ha mai fotografo il Giappone, il Giappone lo ha
illuminato e lo ha messo nella condizione scrivere su di esso.
Lettura personale che lo ha predisposto alla scrittura, così come Marker per i suoi lm.
Anche Wenders con Tokyo-ga ha avuto la stessa illuminazione.
È una ri essione sulla società giapponese e la seduzione che ha questo paese nei confronti del
regista.
Nel libro vi sono analogie tra L’impero dei segni, Sans Soleil e Tokyo Ga.
Speci cità che ritroviamo nell’osservazione sul cibo giapponese, segno gra co dove il cibo viene
usato nto, attenzione data al cibo (Tokyo-ga).
Un altro aspetto che lega le opere è il gioco, Giapponesi trascorrono molto tempo di fronte a slot.
Seduzione per le stazioni dei treni, costruite come immense cattedrali, importanza è partire, in
ogni stazione vi è un mercato fornito di cibo e regali.
Ri essione metacinematogra ca che porta all’interno di “Sans Soleil” sezione dedicata ad
Hitchcock, sezione per la seduzione della zona geogra ca, vi è un grande livello di ri essione
importante.
Il commento è sempre molto importante è mostra elasticità mentale di Marker che ci indica
quanto è importante creare un montaggio e commento discontinuo dove ci sono pause e fermi
immagini che permettono di creare accelerazioni nel commento, importante quanto atto creativo.
CAPITOLO 10 “Lo scacco alla memoria, Level 5”
È un lm girato nel 1996 che parla di un episodio mal raccontato della seconda guerra mondiale:
battaglia Okinawa del 45.
Momento conclusivo del con itto mondiale che precede Hiroshima.
Battaglia con una grande strage di civili che si suicidarono piuttosto che nire prigionieri degli
Americani.
Proprio su questa storia cupa di suicidio Marker desidera riportare alla luce il vero di quella storia,
lo fa prendendo una struttura dietetica delineata articolando sette giornate (in 2 mesi) c’è questa
gura femminile che è il motivo conduttore che ci racconta la storia personale di quella battaglia.
Il marito programmatore stava lavorando su un programma di videogame su questa battaglia e
bisognava raggiungere il livello 5.
Lei ha questa eredità di completare il videogioco che ha come tema la battaglia.
Tragedia poco conosciuta in occidente.
Laura cerca informazioni su quanto accaduto ad Okinawa, stava cercando informazioni sul dark
web, anticipato da Marker.
“Level 5” strutturato per livelli, la s da era superamento di questo livello, lm molto complesso.
40 minuti di durata dove Marker a ronta tematiche importanti.
Ri essione sulla memoria molto importante, importante memoria contro l’oblio e in quale modo
dare forma alla memoria.
È un interrogarsi su un fatto accaduto da cui Marker si avvicina nel 1982, si rende conto che
questo episodio merita di essere trattato in modo approfondito.
Questa vicenda diventa un modo per creare lm di nzione e di interrogarsi sulle forme del dolore
e su come parlare del passato e trasformarlo in una sorta di indagine che utilizza la forma estetica
e narrativa del videogioco.
Film saggio sulla guerra e sulle conseguenze di essa, è anche un modo di uscire dal vittimismo e
di guardare avanti, parlando della memoria collettiva che lui andrà ad indagare tantissimo.
Con “In memory” lui farà un cdrom di pura avanguardia sulle sue memorie, la volontà era di
utilizzare un supporto digitale per contenere la memoria e i suoi interessi.
“Level 5” è sedotto dalla struttura multimediale ed è molto originale per quel periodo perché è
come se cercasse di indagare su come le nuove tecnologie avessero dato vita a nuove forme di
visione audiovisuale.
C’è quindi la volontà di Marker di indagare sul presente e soprattutto sul futuro.
Molto importnante la gura di Laura (un ibrido) che ci permette di ri ettere su storia collettiva di
Okinawa e anche sulla sua storia personale.
È un modo di proiettare l’idea e la personalità di Chris Marker, è come se lui ri ette la storia e
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l’utilizzo delle immagini, la memoria collettiva ecc…
È come se lui si servisse di Laura per sdoppiarsi all’interno di un corpo impecetto nché non si
riesce a raggiungere il livello 5, che si raggiunge solo alla ne del gioco.
CAPITOLO 11 “Saggio di ne millennio, In memory”
La Pergnola ci ricorda che “Sans Soleil” è un lm importante che spiega come le macchine
assistano alla specie umana, unico piano che o re futuro all’intelligenza.
Secondo Marker il cinema è un prodotto dell’intelligenza è quindi è la tecnologia è quindi un piano
per il futuro.
Chris Marker con “In memory” interessa mostrare i suoi ricordi, lavora con più immagini e con
e etti speciali e progetti multimediali.
Con questo cd rom che per lui è importante perché rappresenta di nuovo una s da,
commissionato dal centro Pompidou di Parigi.
Diviso in diverse sezioni: la memoria, la fotogra a, il cinema, il viaggio, la poesia, la guerra, il
museo e una sezione dedicata ad x-plug.
A Marker interessa perché cd-rom è in grado di contenere tutti i suoi interessi, diventa una sorta
di atlante per lui.
Gerard Richter, artista che lavora moltissimo su idea dell’atlante.
Attraverso la raccolta di immagini e produzione delle stesse, raccolgono a resco di un periodo
storico politico.
C’è un rapporto tra immagini, parole e il fatto di poterle raccogliere in uno strumento elettronico, a
Chris Marker piaceva moltissimo, per lui l’elettronica era una sorta di democratizzazione,
permetteva a chiunque di lavorare sulle immagini.
Romanzo chiamato “Eva Futura” in cui l’autore celebra avvento di una donna memoria dietro la
quale si può trovare l’idea di un computer in grado di elaborare e assorbire tutto ciò che
accadeva.
Donna come istanza raccolta della memoria, persona e collettiva, la troviamo spesso in Chris
Marker.
“Level 5”, con Laura, “La donna che visse due volte”, in Marker vi sono molte donne presenti che
raccontano la memoria.
Chris Marker vuole sottolineare il fatto che “In Memory” non è un’opera autobiogra ca, a lui
interessa riconoscere dei codici comuni, che permettono al lettore e a chi esplora il cd-rom di
sostituire quelle immagini alle sue, in modo tale che la memoria di Chris Marker sia un espediente
per attivare la memoria altrui.
Continua inversione nel mondo di Chris Marker, come se fosse una raccolta di temi a lui cari che
lui ci mette a disposizione.
Ci sono possibilità di interazione e di ri essioni, è una struttura che ha un percorso determinato
ma che noi possiamo abbandonare e riprendere.
“In memory” in qualche modo è un viaggio che ci permette di confrontare la realtà che lui ha
vissuto, amato, fotografato e su cui ha ri ettuto.
Inizialmente Marker era anche un curatore di libri di viaggio, con questo cd-rom esce una forma
straordinaria di raccolta delle sue passioni principali.
Inventa personaggi immaginari quasi: gura dello zio che era un fotografo che viaggiava e di cui
appunto Marker aveva le fotogra e.
Aldilà della volontà di Marker è anche il fatto di trovare autori poco conosciuti, nella sezione
musei.
Troviamo quella curiosità tipica di Chris Marker.
Nella sezione cinema troviamo il lm “Ali” che aveva ispirato da piccolo Marker, troviamo anche il
lm di fantascienza che ha ispirato Lang in Metropolis e in ne Hitchcock.
CAPITOLO 13 “Immagini dal limbo”
Capitolo breve ma signi cativo dove la Pergnola ci ricorda che “Level 5”, fatto nel 1996 è stato
l’ultimo lm pensato per una proiezione tradizionale.
Gli ultimi anni del suo lavoro sono stati spostati su altri ambiti, dimensione transmediale possibile
grazie anche all’avvento di internet e tutte le altre tecnologie più leggere.
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Gli ultimi anni di Chris Marker quindi sono sottolineati da opere emblematiche.
Negli ultimi anni vi è una grande attenzione da parte della critica rispetto al suo lavoro poiché
molti altri lm maker cominciano a lavorare con il lm saggio.
Questo linguaggio più ibrido ha sicuramente dato nuova attenzione e nuovo valore alla sua
produzione, che faceva queste cose in solitudine negli anni 60 e ha mandato avanti per tutto il
tempo.
“The case of the green cat” è una delle opere sottovalutate del regista francese, ritenuta una
produzione minore, secondo la Pergnola è un lm che parla di temi molto attuali.
Punto di partenza del lm è la ricerca di tutti i gra ti di questo gatto giallo che compaiono a
Parigi.
Marker quindi ricerca questi segni urbani che ritraggono un animale molto vicino a lui, questo gli
permette di cercare il gatto a Parigi, una città che ritrova dopo 40 anni, dopo “Le Jolie me”.
Nel 2004 Chris Marker è di nuovo a Parigi, non intervista le persone ma cerca gra ti a tema
felino, facendo questo osserva la società e vede i segni lasciati dalla pubblicità della campagna
elettorale degli anni prima, oppure quanto sia cambiata la città.
Gli sembra la Parigi di inizio millennio sull’orlo della 3 guerra mondiale, tutto caduto
nell’omologazione, minimalismo ecc…
Secondo Marker questo gatto ra gurano la liberà poetica di creare lontano dalle forme
omologanti della pubblicità e della politica.
Vede in queste forme più minima, delle esistenze più fragili ma più libere dai diktat politici ed
economici.
Nel 2005 viene invitato dal MOMA di NY per realizzare installazione, punto di partenza era una
poesia, il testo si riferisce alla prima guerra mondiale, Marker modi ca e cambia testo a nché
dichiari di essere contro ogni forma di guerra e violenza.
Installazione di 8 monitor che formano immagine discontinue di parole, sembrano quasi dei
gra ti, immagini sporche e lacerate, addirittura reperti di epoca preistorica.
Sembrano ricordarci immagini della “Jetee”, c’è di nuovo una presenza di immagini deformate,
ricordano i corpi deformati dalla guerra.
Secondo Marker però la guerra non nisce mai, ci sono tanti altri con itti lontani da noi.
Marker utilizza la parola in modo poetico trasformando lettere, diventano quasi immagini, le
ingrandisce e crea un movimento avanti e indietro.
Autore che ha sempre amato la volontà di uscire dai codici unici, non solo per il cinema ma per
tutte le forme di arte.
Per Chris Marker “The hollow man” ci accompagna lungo la storia del XIX secolo per seguire il
destino degli uomini vuoti, esseri viventi che hanno perso la capacità di vedere.
Libro si chiude con “Stain back” libro fotogra co di scatti di Chris Marker, anche qui troviamo un
archivio di immagini che ha fatto nella sua vita, per lui però questo tema della memoria ci ricorda
come il supporto delle immagini è secondario.
A lui interessa la tecnologia: internet, cd rom ecc…
Secondo lui dal cinema si può passare allo schermo attraverso qualsiasi dispositivo, l’importanza
è raccogliere immagini e le passioni di una vita.
Atlante dell’anima composto da Chris Marker in cui non si distingue la realtà dall’immaginazione.
Per Chris Marker tutto è immagine e ricordi, a lui piace pensare alle forme di espressione che
permettono di raccontare l’idea, non esistono solo i contenuti.
I suoi punti forti sono il montaggio e il commento, per lui non è importante creare nuove immagini.
L’importante è esprimere e sviluppare idee.
Estremamente ricettivo di fronte al cambiamento è passato di fronte a molte espressioni visive,
esempio coerente di questo suo modo di fare cinema e di ri ettere i cambiamenti della società.
I suoi sono tutti lm saggio in cui lui tiene sempre molto in considerazione l’evoluzione
tecnologica e volontà di creare nuove narrazioni con le tecnologie e i supporti più diversi.
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