Sei sulla pagina 1di 4

Paride Uboldi MPT A4A 06.12.

2013

Stefano Benni, Papà va in TV

1.1 a)

<<È tutto pronto in casa Minardi. La signora Lea ha pulito lo schermo del televisore con l'alcol, c'ha
messo sopra la foto del matrimonio, ha tolto la fodera al divano che ora splende in un vortice di
girasoli. Ha preparato un vassoio di salatini, un panettone fuori stagione, il whisky albionico e
l'aranciata per i bambini. Ha lustrato le foglie del ficus, ha messo sul tavolino di vetro la pansé più
bella. I tre figli la guardano mentre controlla se tutto è in ordine, si tormenta i riccioli della
permanente e becchetta coi tacchi sul pavimento tirato a cera. Non l'avevano mai vista in casa
senza pantofole.
Anche i tre figli sono pronti.
Patrizio, dodici anni, è sul divano con la tuta da ginnastica preferita, rosso fuoco, e un cappellino
degli Strozzacastori di Minneapolis.
Lucilla, sette anni, ha un pigiama con un disegno di triceratopini e tiene in braccio una Barbie
incinta.
Pastrocchietto, due anni, è stato imprigionato tra il seggiolone e una tuta superimbottita che gli
consente di muovere solo tre dita e un cucchiaio-protesi. È stato drogato con sciroppo alla codeina
perché non rompa.
Suonano alla porta. .È la vicina di casa, Mariella, col marito Mario, hanno portato i cioccolatini e il
gelato che va subito in freezer se no si squaglia.
Mario, in giacca e cravatta per l'occasione, saluta i bambini e stringe con energia la mano a
Patrizio.>> R. 1-19

La famiglia Minardi è in casa in attesa di guardare la televisione. Suscita un po’ di perplessità il


fatto che la casa sembra in un ambiente di festa, quando invece dovrebbe dare la sensazione di
tristezza per un lutto. Lea prepara cibo e bevande per tutti i presenti, tra cui i suoi bambini e i suoi
vicini di casa. Tutto questo è un po’ strano, perché in caso di lutto, almeno qua da noi, niente
sarebbe uguale a quello descritto dall’autore.

<<In quello stesso momento anche il signor Augusto Minardi è emozionato. Ha consumato
un'ottima cena a base di risotto al tartufo, e cerca di rilassarsi sdraiato su una brandina.
- Spero di fare bella figura - pensa.
- Tra cinque minuti tocca a lei - dice una voce fuori dalla stanza.
- Maledizione - pensa il signor Minardi - mi sono dimenticato di lavarmi i denti. Chissà se in
televisione si vede.>> R. 31-36

Il signor Minardi, condannato a morte, sembra davvero poco preoccupato per la sua esecuzione.
Infatti pensa solo a fare bella figura davanti alle telecamere piuttosto che rattristirsi per la sua
famiglia. Lo si capisce molto bene anche perché ha “paura” che qualcuno dalla televisione lo veda
con i denti sporchi, visto che si è dimenticato di lavarli. Questa è una preoccupazione poco
importante quando ci si ritrova davanti alla propria fine.

<<- L'ho legata troppo stretta? - chiede il tecnico.


- No, no, va benissimo - risponde Augusto.
- Se vuole un consiglio, quando arriva la scarica, tenga la testa giù. Così non si vedono le smorfie...
Paride Uboldi MPT A4A 06.12.2013

- Le cosa?
- Le smorfie...
- Ma io vorrei che a casa mi vedessero bene.
- Io- dice il senatore - vorrei dire come prima cosa che sono contrario a quest'uso della diretta.
- E allora cosa ci fa qui, sepolcro imbiancato? - urla Schizzo. - Come al solito lei e quei porci parassiti
del suo partito vi attaccate agli avvenimenti, ma non volete pagar dazio...
- Lei si calmi e rispetti la gravità del momento, cialtrone...
- Cialtrone sarà lei, pezzo di merda...
- Per favore per favore - interviene padre Cipolla.
- Vorrei richiamarvi alla solennità dell'evento - dice lo speaker- e a tal proposito vorrei fare una
domanda al regista Cappellini. Schizzo e Carretti per favore, un po' di silenzio. Lei Cappellini,
sarebbe mai riuscito a immaginare uno scenario simile? Voglio dire, se per esempio dovesse
pensare a un attore per la parte di Minardi, chi sceglierebbe?
- Ma, non so... forse, visto che è un tipo così sanguigno... non sarebbe male Depardieu...
- Hai sentito - dice Mariella, tutta eccitata - l'ha paragonato a Depardieu! Non sei contenta?
- Beh sì, è un bell'uomo ma non so se gli somiglia davvero... - dice Lea, timida.
Squilla il telefono.
- Mamma - dice Lucilla - è un giornalista. Chiede che cosa stiamo provando in questi momenti...
- Zitta, stanno inquadrando papà - dice Lea senza prestarle attenzione.
- E per la parte femminile? - dice lo speaker. - Lei, signorina Vedovia, se la sentirebbe di fare la
parte della moglie?
- Beh, è una bella parte, molto drammatica... certo, bisognerebbe invecchiarmi molto col trucco.
- "Molto" lo dici tu, brutta troia - dice Mariella.
- Non fa niente, non fa niente - dice Lea conciliante.
- E di me non parlano? - dice Patrizio. - Io vorrei che la mia parte la facesse Johnny Depp.
- Sì, e io Gary Cooper- ride Mario. .
- Uper- dice Pastrocchietto.
- In questo momento siamo davanti alla televisione e mangiamo i gianduiotti e dopo c'è anche il
gelato - sta dicendo Lucilla al telefono. - Quali gusti? Non so, vuole che vada 1ll freezer a vedere? >>
R. 131-168

Ancora una volta Augusto Minardi sembra non preoccuparsi affatto della sua morte, soprattutto
quando dice <<Io vorrei che a casa mi vedessero bene>>. Con questo sembra anche che non ha
paura di morire davanti alla sua famiglia, cosa che credo nessuno vorrebbe che accadesse. Un’altra
cosa un po’ scioccante è il paragone che i presenti all’esecuzione fanno con Augusto.
Sdrammatizzano la sua morte ricreano uno scenario di un film sull’accaduto, usando attori reali
come controfigure delle persone coinvolte in questa storia. Anche a casa banalizzano la situazione
immedesimandosi in attori, sperando che pronuncino il loro nome.

1.1 b)

Personalmente credo che l’autore voglia mettere in evidenza la morte, ma da un punto di vista
televisivo. Al giorno d’oggi siamo sempre più confrontati con i media che riportano notizie sulla
morte di persone. Ci sono dei programmi di informazione che per farsi ascoltare e guardare,
sdrammatizzano e banalizzano le notizie; in questo caso la morte, attraverso immagini e parole
poco adatte per descrivere il fatto. Anzi, a volte non parlano neanche di come è successo, ma si
limitano a spiegare a grandi linee chi è coinvolto divulgandosi dalla vera notizia. Questo
chiaramente non succede solo in televisione o sui giornali, ma soprattutto sul nuovo mezzo di
Paride Uboldi MPT A4A 06.12.2013

comunicazione, internet. Prendiamo ad esempio Nelson Mandela, deceduto poco tempo fa.
Appena la notizia è stata rivelata, tutti le persone sui social networks si sono messe a scrivere
qualcosa sulla sua morte e scommetto che la maggior parte di essi non sapevano neanche chi era e
cosa ha fatto per il suo popolo. Su internet soprattutto, si cerca di attirare l’attenzione dicendo
cose non vere, ma che chiaramente richiamano nel lettore quel senso di voler sapere.

1.1 c)

Il comportamento della signora Minardi, come già detto in precedenza, non sembra proprio quello
di una moglie che sta per rimanere vedova, che sta per perdere per sempre suo marito, l’uomo
che ha sposato e con cui dovrebbe passare tutto il resto della vita. Lo si può notare principalmente
da come ha preparato la casa per guardare l’esecuzione di Augusto. Cibo, bevande, fodere allegre,
come se si stesse andando al cinema.

<<Ha preparato un vassoio di salatini, un panettone fuori stagione, il whisky albionico e l'aranciata
per i bambini.>> R. 3-4

Infatti sembra quasi che la moglie si preoccupi più di preparare la casa per guardare la televisione,
piuttosto che della morte di suo marito.

1.1 d)

Questa affermazione significa che, secondo loro, la ripresa in diretta di un’esecuzione è


fondamentale per lo sviluppo della democrazia. Il loro è uno stato in cui non ci si preoccupa di
mostrare in televisione la morte di una persona, ferendo i parenti e la gente vicino alla vittima.
Uno stato in cui non viene più censurato niente, se non la morte. Per tanto così allora potrebbero
trasmettere anche scene erotiche per far imparare ai ragazzi e ai bambini come funziona la
riproduzione. Anche se questo non è il caso in cui bisogna imparare qualcosa, non è comunque il
comportamento ideale, perché va contro l’etica e la morale della popolazione. Infatti c’è un
controsenso; come mai, l’amore, che è cosi bello, non lo fanno vedere in TV, mentre la morte, che
è brutta e indesiderata, invece si? Il fatto di riprendere in diretta la morte di una persona non
migliora di sicuro la democrazia, ma rende uno spettacolo quello che è ritenuto un evento
terribile. In un certo senso è giusto mandare in onda notizie sulla morte, per evitare pericoli futuri,
ma da come si presenta nel racconto, questo sembra un programma televisivo a scopo di lucro,
giusto per attirare l’attenzione di più persone possibili.

1.2

Lo stile linguistico di questo testo è principalmente un linguaggio semplice, non ricercato. Si


potrebbe dire che per tutto il racconto viene usata la Koinè. Ci sono però dei passaggi in cui il tipo
di linguaggio cambia. Ad esempio gli insulti tra Schizzo e il Senatore, come “sepolcro imbiancato”
oppure “Cialtrone sarà lei, pezzo di merda…”. Questo linguaggio rientra nella categoria del gergo.
C’è anche un altro tipo di linguaggio, quello settoriale soprattutto quando parlano i presentatori
della televisione.
Paride Uboldi MPT A4A 06.12.2013

ANALISI INTERTESTUALE

Come già visto in precedenza, il testo di Stefano Benni rispecchia la nostra realtà di fronte alla
televisione, ma con fatti che vengono esagerati proprio per rendere meglio l’idea al lettore la
problematica legata a questo mezzo di comunicazione. Infatti l’autore racconta la storia di un
uomo ripreso con la telecamera mentre viene condannato a morte. Questo per far capire che la
nostra televisione non ha più paura di censurare eventi che dovrebbero rimanere nascosti. Dato
che non nasconde la morte, cos’altro potrebbe nascondere? Niente. Perché la fine della propria
esistenza dovrebbe essere la cosa più brutta che ci potrebbe capitare.
Il condannato non ha neanche paura di morire, anzi, si preoccupa più del suo aspetto esteriore e di
come appare in televisione, piuttosto che del proprio decesso. La stessa cosa succede in casa
Minardi, nella quale non si nota troppa tristezza e disperazione, ma bensì come guardare un
programma televisivo qualunque. Questa considerazione rispecchia la realtà, non di oggi, ma
quella ai tempi dei combattimenti tra gladiatori nell’epoca romana. Un fatto più recente è quello
dei lottatori Mandingo, uomini di colore schiavizzati e addestrati dai bianchi per combattere a fini
di divertimento.
Il testo di Stefano Benni ha dei concetti che vengono ripresi anche nel testo di Stefania Repola.
Anche se principalmente l’autrice vuole esporre le tematiche legate alla televisione di una volta,
quella di oggi e quella che ci sarà in un futuro. Stefania Repola dice che la televisione al giorno
d’oggi è basata principalmente sull’apparenza. Lei afferma che questa nostra televisione è
composta per la maggior parte da programmi come reality shows, che portano ad una visione
della realtà molto vicino alla finzione. In pratica non si sa più cosa si vuole guardare, perché a volte
se ci facessero vedere la vera realtà ci potremmo spaventare. Però anche far vedere solo le belle
cose porterebbe la popolazione a vivere in un mondo di sola fantasia. L’autrice ribadisce che non
può sapere come sarà la televisione del futuro, perché con l’entrata di internet cambierà tutto.
Ognuno avrà una TV personalizzata a proprio piacimento, a dipendenza di cosa si vuole ottenere.
In passato la televisione era basata essenzialmente sull’insegnamento e l’arricchimento di sapere
e conoscenze.
La poesia di Valerio Magrelli espone una storia vera, accaduta tempo fa. Il protagonista è un uomo
che è stato ritrovato senza vita nel suo appartamento davanti alla televisione. Nelle prime quattro
strofe l’autore spiega che l’uomo morto, fissava il “Niente”, che non sta ad indicare lo schermo del
televisore spento, ma bensì dei programmi televisivi che valgono poco, in cui dell’insegnamento
non c’è proprio nulla.
<<cercava il cuore e non vedeva Niente.>>
Questo sta ad indicare che l’uomo cercava una trasmissione da cui trarre qualche apprendimento,
ma non trovò proprio niente.
Le seconde quattro strofe si riferiscono alla puzza che c’era in quella casa, emanata non dal
cadavere, ma dallo schermo. Questa metafora fa capire che l’autore disprezza questo apparecchio
dandogli la colpa per la morte dell’uomo. Come si può ben capire Valerio Magrelli detesta la TV, o
comunque non ne parla bene. Questo vale anche per gli altri due autori che preferiscono trovare
difetti in questo congegno piuttosto che pregi. Infatti Stefania Repola dice che la nostra televisione
dovrebbe essere impuntata più sull’acculturamento e non su reality shows.
Stefano Benni fa comprendere che questo sistema di comunicazione non censura niente,
banalizzano un fatto terribile come la morte.
Valerio trasmette un messaggio che ci fa capire come la televisione non porta nulla di buono,
soprattutto dal punto di vista culturale. Sono d’accordo con gli autori per il semplice fatto che la TV
mostra solo quello che vuole fare vedere, ma a modo suo; e non sempre lo fa nel modo giusto.

Potrebbero piacerti anche