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(il sipario si alza e sulla scena appare Giovanni che va su e giù per la stanza, in

pigiama)

Alle dieci di una mattina di agosto, nel suo monolocale di Trastevere, Giovanni si è
appena svegliato per il gran caldo. Ha dormito un sonno agitato. Da qualche giorno sta
cercando inutilmente l’ispirazione per scrivere un racconto che gli permetta di
partecipare a un importante premio letterario. Da anni cerca di sfondare, ma non è
ancora riuscito ad entrare nel giro giusto. Il talento non basta, in Italia ci vogliono le
raccomandazioni – questo luogo comune gli passa per un attimo nel cervello mentre
stancamente si avvicina alla scrivania per mettersi al lavoro. Ma dopo un attimo
rinuncia e decide di andare a fare un po’ di jogging per prendere una boccata d’aria e
schiarirsi le idee. (si mette la tuta e esce con uno zainetto sulle spalle; correndo si
avvicina a un chiosco di giornali e si ferma per comprare Il Corriere della Sera. Due
persone sono davanti a lui. Giovanni ascolta la conversazione)

I. Che caldo, non se ne può più.

L. E’ proprio vero, dal freddo ti difendi, ma dal


caldo...

A. E in più, secondo me, l’aria condizionata fa


male.

L. Ha ragione, ma bisogna difendersi. Sembra di


stare ai tropici.

I.Vedrà, prima o poi arriva un bel temporale e


addio estate.

L. Mah, secondo me non piove fino al prossimo


autunno e a ottobre arriverà un freddo improvviso.

I. Può darsi, con l’inquinamento e l’effetto-serra


il tempo è impazzito.

L. E’ vero, non ci sono più le mezze stagioni.

(Giovanni prende il giornale e riparte correndo) Giovanni ha comprato il giornale per


cercare anche lì una fonte d’ispirazione, un fatto di cronaca, un evento originale ma
d’estate, si sa, ci sono solo storie di corna e notizie balneari. (si siede su una panchina e
ascolta la conversazione di due signori seduti lì accanto)

A. La gente non fa altro che lamentarsi, ma poi la


sera escono tutti. A Trastevere i ristoranti sono
sempre pieni.

B. Io l’ho sempre detto! L’America è qui da noi!


A. Per non parlare dei giovani! Rimangono svegli fino
a tarda notte a mangiare cornetti o gelati, non sanno
cosa vuol dire lavorare.

B. La verità è che c’è troppo benessere, a nessuno va


più di fare sacrifici, altro che storie!

A. E i politici? Sono solo capaci di andare a


chiacchierare in televisione...

B. E si capisce... fanno i comodi loro. Oggi chi non


appare in tv non prende voti.

B. Tante chiacchiere e pochi fatti, sembra di stare


in un’eterna campagna elettorale.

C. E’ proprio vero, a lavorare dovrebbero andare! E


comunque, si stava meglio quando si stava peggio.

Giovanni comincia a innervosirsi. Da quando è uscito non fa altro che ascoltare


conversazioni di una banalità sconcertante. (si allaccia le stringhe e si allontana
correndo; ma dopo qualche metro deve fermarsi poiché sul marciapiedi ci sono due
donne che stanno lavando a terra. E’ costretto ad ascoltare la loro conversazione)

1. C. Hai sentito di Giulia, ha partorito ieri sera.

D.Ma va? Che bella notizia e com’è andata?

C. Ha sofferto tanto, le hanno fatto il cesareo.

D. Poverina, ma l’importante è che ora stia bene.

C. Certo che sta bene, una gioia così grande fa


dimenticare tutto.

D. E suo marito che dice?

D. Come che dice, è felicissimo. Ha assistito al


parto, è sempre stato vicino a Giulia. E poi, lo
sai com`è fatto.

E. E come no, è tanto caro.

(Le donne si scostano e lasciano passare Giovanni che


riprende a correre) Giovanni si sente un po’ soffocare, vorrebbe poter correre
via senza incontare più nessuno, trovare un posto tranquillo dove riflettere, cercare
un’idea. Fa caldo, un caldo afoso, terribile. (Giovanni si ferma per cercare nello zaino
la bottiglietta dell’acqua; due persone si avvicinano e parlano tra loro)
- Ha visto quanti extracomunitari, è una vera invasione,
hanno occupato tutti i marciapiedi, è un vero scandalo!

H. Va bene, ma bisogna avere pazienza, del resto


anche noi italiani siamo emigrati in passato.

E. Ci tolgono la casa, ci tolgono il lavoro, bisogna


intervenire! Io non sono razzista, ma penso che
vadano aiutati a casa loro.

F. Ma come si fa. Bisogna essere pronti una società


multirazziale.

F. E’ facile dire così, ma lo sa quante tasse pago


io che ho un’attività autonoma. Più della metà di
quello che guadagno va al Governo. Altro che
Europa unita! Con l’euro ci siamo rovinati.

H. In Italia chi sta bene sono gli statali, ferie e


contributi pagati.

G. E’ proprio vero... Lei ha da accendere?

G. No, non fumo.

G. E non c`è neanche un marocchino qui in giro,


quando ti serve non lo trovi mai.

(Giovanni si avvicina al pubblico e si sfoga) “Basta, non li sopporto più, altro che
ispirazione, mi stanno facendo impazzire con queste frasi fatte, è un incubo, aiuto,
aiuto! “ (sipario)

(si riapre il sipario)

Giovanni ha deciso di sedersi tranquillo a un bar per riprendere fiato e rifocillarsi. E`


stanco e avvilito, non ha la forza di tornare a casa. Ha perduto ogni speranza di trovare
un’ispirazione. (una ragazza gira tra i tavoli distribuendo volantini; due signore sedute
a un tavolino accanto a Giovanni prendono un volantino e iniziano a commentare)

2. - Eh sì, il futuro è internet, inutile negarlo.


- Ha ragione, un giovane di questi tempi
dovrebbe sfruttare le possibilità che le
tecnologie gli offrono.
- Però purtroppo né la scuola né
l’università sono pronte a raccogliere la
sfida.
- E i professori non si aggiornano e anche
per questo sono poco rispettati.
- Oggi la parola rispetto non si sa nemmeno
dove sia di casa.
- Sì, ma è un po’ tutto che va rinnovato: un
giovane dovrebbe anche imparare a
responsabilizzarsi, pensare a farsi una
pensione integrativa, una polizza
infortuni.
- Lo so, ma il pezzo di carta continua a
essere importante, mi creda.

(Giovanni si volta dall’altra parte, con un’espressione quasi disperata)

3. E. Le cose non vanno bene, oggi c`è troppo egoismo,


troppo individualismo.

F. La verità è che non esiste più il senso della


famiglia, non ci sono più valori.

H. Le donne vogliono fare gli uomini e ora fanno


persino il militare!

I. Siamo nel terzo millennio e ancora non si capisce


quali siano i ruoli dell’uomo e della donna, è
qui lo sbaglio.

G. E poi le donne oggi vogliono l’emancipazione,


vanno in vacanza da sole, sono diventate più
aggressive...

H. Per noi uomini ora è davvero dura.

E. Non me ne parli, mia moglie non fa che dire che


vuole i suoi spazi...

F. Come la capisco.

(Giovanni sbuffa dalla disperazione; intanto due suoi


amici si avvicinano al suo tavolo, lo salutano e si
siedono)

M. -Allora Giovanni come stai, hai una faccia!

- (Giovanni) Forse ho fatto indigestione di...

M. (lo interrompe) – Eh sì, i medici hanno ragione, con la


salute non si scherza, bisogna fare attenzione a quello che
mangiamo.

N. Secondo me con moderazione si può mangiare


qualsiasi cosa.
M. Sarà vero che un bicchiere di vino durante i pasti
fa bene alla circolazione?

N. Io dico di sì e poi, scusa, non fumo, non prendo


caffè, potrò almeno mangiare e bere in santa pace.

M. Sì, però, i medici dicono che mangiamo troppo.

N. Guarda, i medici non fanno che prescrivere


medicine inutili. E se uno finisce all’ospedale, sa
come entra ma non sa come esce.

M. Lo so, ma quando è destino è destino...

N. Sì però, lasciamelo dire, si vive una volta sola!

(Giovanni si alza di scatto e si rimette a correre senza neanche salutare; corre veloce e
dopo qualche metro alza le braccia ripetutamente al cielo in segno di vittoria)

Giovanni è un uomo felice. Alla fine della sua difficile giornata cominciata male e
continuata peggio sotto la canicola dell’agosto romano, ha finalmente trovato
l’ispirazione che lo trasformerà in uno scrittore di successo. Ha capito che tutti vivono e
non fanno che parlare di luoghi comuni. E allora scriverà un libro sui luoghi comuni, se
è quello che tutti vogliono. Sarà l’uovo di Colombo ma è vero o no che è meglio un
uovo oggi che una gallina domani?

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