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1 CASA DI ARINGO, CORTILE - EST.

GIORNO 11

… i due uomini raggiungere un piccolo spiazzo


accanto alla casa di Aringo, una vecchia rimessa
nautica, un capannone scrostato ora tutto coperto di
assi di legno.

ARINGO
Avevo un cane, io.
IL PADRE
Non lo sapevo.
ARINGO
Non importa, adesso è tardi,
non ce l’ho più.
Aringo posa il fucile e si siede su una cassa di
legno. Indossa un paio di galosce scompagnate. Si
sfila uno stivale di gomma blu che porta ai piedi. Lo
svuota dell’acqua del lago, come fosse una damigiana.

Il Padre lo osserva, poi si siede anche lui su un grosso


bidone coricato sul terreno, con la pelle del cane in
grembo. Osserva il vecchio massaggiarsi il piede
fasciato malamente con una garza giallastra.

ARINGO (CONT’D)
Sono due giorni che non torna.
IL PADRE
Il cane?
ARINGO
Il cane, sì.

Aringo svuota anche l’altro stivale e se lo rinfila.

IL PADRE
Lo crescevi per mangiarlo?

ARINGO
Per compagnia. Come hai fatto tu
con tuo figlio.

Il Padre solleva su Aringo uno sguardo di odio, ma


non gli risponde. Lo guarda prendere la pelle della
bestia e osservarla con attenzione. Poi, come per
giustificarsi…

IL PADRE
Era già morto.
ARINGO
E lo hai portato a me.
IL PADRE
E a chi dovevo portarlo?
ARINGO
Ed era già morto, dici.
Aringo riprende il fucile che aveva appoggiato accanto
alla cassa di legno. Fa paura.

ARINGO (CONT’D)
Sei sicuro?
Il Padre esita.

IL PADRE
Sì, era morto. Stava in un fosso.
Aringo tossisce, catarroso. Poi sputa a terra. Si
pulisce con una mano.

ARINGO
Non è uno scambio. Questa
pelle è mia. È del mio cane.

Il Padre non la prende bene. Aringo lo scruta…

ARINGO (CONT’D)
Che c’è? Non mi credi?
Il Padre non ha il coraggio di ribattere.

ARINGO (CONT’D)
Almeno mi tengo la pelle.
E si alza, come se la trattativa fosse conclusa. Il
Padre però resta seduto.

IL PADRE
Ce l’hai qualcosa da mangiare?

ARINGO
No.
IL PADRE
Sono tre giorni che non riesco a
pescare niente. Le gabbie sono sempre
vuote.

Aringo lo guarda con sufficienza. Si volta, apre la


cassa di legno.
ARINGO
Ho due bombe. Le butti in
acqua e ci prendi i pesci,
le vuoi?
Il Padre lo segue con lo sguardo e con una voce insicura…

IL PADRE
Vorrei qualcosa da mangiare.
ARINGO
Ti posso dare un pesce
secco.

IL PADRE
Dammene due, per favore.
Aringo lo scruta, dall’alto in basso. Gli si
avvicina, si china per osservarlo meglio, a pochi
centimetri dal viso, ripugnante. Tira su col naso.

ARINGO
Dimmi la verità, è stato
tuo figlio.

IL PADRE
A fare che?
ARINGO
Il cane. Lo ha ammazzato
tuo figlio.

Questa volta il Padre regge lo sguardo di Aringo.

IL PADRE
No, l’ho trovato io. Era già morto.
ARINGO
Quello è nato dopo i veleni.
Quelli nati dopo i veleni non
hanno rispetto.

IL PADRE
Lui ce l’ha il rispetto.

Aringo si tira su, poco convinto. Poi si incammina verso la sua baracca.
ARINGO
Vieni che ti porti via il pesce
essiccato.
I due adulti si allontanano verso la casa di Aringo.

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