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1 CASA DELLA STREGA - INT. EST.

NOTTE 24

Attraverso il vetro sporco della finestra, vediamo il Padre


seduto al tavolino di legno. Osserva una donna dai lunghi
capelli neri, china davanti a un rudimentale depuratore per
l’acqua, simile a quello del padre ma più grande: è la Strega
(42).

La Strega versa con circospezione acqua da un secchio al


depuratore. Ascolta l’acqua scorrere in una brocca. È magra,
esile, ma un tempo doveva essere una donna molto bella.

IL PADRE
Vuoi aiuto?
STREGA
Se mi servisse aiuto sarei già
morta.
La Strega prende la brocca ormai piena e la porta al padre.
Si muove con sicurezza, ma ha lo sguardo fisso di fronte a sé
perché è cieca. A tentoni cerca i due bicchieri sul tavolo,
li riempie. Ne spinge uno in direzione del padre.

IL PADRE
L’hai presa dal pozzo?
La Strega non risponde. Si tiene al tavolo per trovare la
propria sedia, poi si siede.

STREGA
È pulita, ti puoi fidare.
IL PADRE
Tu da quanto tempo non ti fidi di
qualcuno?
STREGA (INCORAGGIANTE)
La bevo da anni e sono ancora viva.
IL PADRE
No, non pensavo a questo.
Prende il bicchiere e beve: il gesto gli ricorda qualcosa,
per un attimo chiude gli occhi.

STREGA
A cosa pensavi?
IL PADRE
Alle parole morte che usi.
STREGA
Che parole?
IL PADRE
“Ti puoi fidare”, hai detto.
STREGA
Non sono parole morte.
Il Padre scuote il capo, la guarda quasi con pietà.

IL PADRE
Invece sì. Ma tu qui hai solo cose
morte. I bicchieri di vetro, la
brocca. Tutto come si faceva prima.

STREGA
Manca a tutti, no? La vita com’era
prima… Il passato.

IL PADRE
No, non serve più a niente il
passato.

STREGA
Non è vero, lo sai.
IL PADRE
Io ho cancellato tutto.
STREGA
Hai tenuto tuo figlio.
Il Padre distoglie lo sguardo. Non è un argomento di cui ha
voglia di parlare.
Si versa ancora dell’acqua e beve lentamente. Anche ora che
il Figlio non è presente, ostenta una durezza impenetrabile.
Un radicale controllo delle emozioni.

IL PADRE
Ti chiama la Strega, lo sai?
STREGA
Sì. Quando lo tratti troppo male
viene a trovarmi.

IL PADRE
Ha ucciso un cane. L’ha portato a
casa, gli ho ordinato di scuoiarlo
e lui lo ha scuoiato. Per lui è
normale. Un cane, un topo… Li
ammazza e li mangia.

STREGA
Lo facciamo tutti. Se abbiamo la
fortuna di trovarne.
Blue Rev. (mm/dd/yy) 22.

Si alza, con molta naturalezza prende la brocca e la rimette


al suo posto, accanto al depuratore.

IL PADRE
Non è la stessa cosa. Io e te
sappiamo cosa sono i cani, sappiamo
che un tempo stavano sui tappeti,
accanto ai divani… e invece di
mangiarli gli facevamo le carezze.
Lui invece non sa niente.

STREGA
Sei tu che non vuoi che sappia.
IL PADRE
E cosa dovrei fare? Dirgli cos’è un
divano, cos’è un tappeto, una casa
riscaldata?

STREGA
Cos’è una carezza, anche questo
dovresti dirgli.
Nel dirlo, la Strega gli si è avvicinata. Gli mette una mano
sulle spalle. Il Padre si volta verso di lei, pensa.

IL PADRE
Non servono a niente le carezze.
La Strega gli si siede di fronte.
STREGA (CON DOLCEZZA)
Ne abbiamo ancora bisogno. Io ne ho
ancora bisogno.
Il Padre la interrompe, come seguisse il filo di un proprio
pensiero…
IL PADRE
A volte penso che sarebbe meglio se
fosse morto.

STREGA
Non dire sciocchezze.
Il Padre chiude gli occhi, consapevole dell’enormità di
quello che ha detto. Lei gli mette la propria mano sulla mano. È
un gesto dolce, pieno di tenerezza. Ma lui lo trasforma in
qualcosa di diverso.

Si alza e fa alzare anche lei. La bacia, la aiuta a sedersi sul


tavolo.
Blue Rev. (mm/dd/yy) 23.

C’è una frenesia nel Padre: è un’esigenza fisica, insieme a


un desiderio più profondo che lui però continua a negare e
a negarsi.
STREGA (BACIANDOLO) (CONT’D)
Lo vedi… Anche tu ne hai bisogno…
Ma lui non la lascia parlare: non può concedersi troppe
illusioni, vuole restare forte, distaccato, inattaccabile.
La fa girare.

Fa l’amore con lei così, sul tavolo, come lo si può fare dopo la
fine del mondo: lottando contro i sentimenti e desiderando un
amore che non vuole concedersi.

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