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12 agosto 2022
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0.1 Case3
Ho respirato il tuo volto attraverso un lenzuolo
le mani lontane, lontane, quasi non mie
mi ricordi il ricordo d’un mondo diverso
sussurro in silenzio il tuo nome nel vento
0.2 Case2
E’ questo, è questo l’altare
dinnanzi a cui sacrificasti
il tuo nome, lo sguardo, le mani
questo è il luogo ove cedesti le armi
0.3. CASE3 3
0.3 Case3
Miserere di me! Gridò il folle all’assassino
Non senti? I gabbiani ridono del mio destino
Girano e girano su questo folle mondo
0.4 Case4
It’s always been the same matter
to be or not to be
the perception of the latter
0.5 Case5
Illusi di vivere in torri sbarrate all’angoscia
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0.7 Case7
Corrono
tra lampi di vetro
scarne figure
di mutevole aspetto.
Cupe
gli sguardi tremanti
sussurrano nomi
di morte
0.8
Benedetta sia la vita
in questo mondo marcio
votato al male
Capitolo 1
Immerso nella tiepida luce del tramonto un uomo mormora tra sé
e sé. Alla sua destra una finestra dal vetro ingiallito dal tempo
dà su un fiume dalle acque torbide, alla sua sinistra una grande
stanza semivuota riecheggia in modo strano con la sua voce. Forse
è il soffitto dalla complicata forma, unione apparentemente priva di
senso di archi affilati, o forse è l’assenza di arazzi sulle pareti di
pietra, sconnesse e incise da molte mani, ma solo il folto tappeto
impedisce alle sue parole di accavallarsi in ogni direzione.
Chino su una grande scrivania di legno rossastro chiude un pic-
colo pacchetto; la carta, pallida e slavata, cosı̀ anonima da cozzare
in modo particolare con il suo contenuto.
Dalla porta, titubante, entra un ragazzino.
Per qualche motivo quell’uomo lo inquieta. Nonostante sembri
un placido signore sulla quarantina non riesce a superare la sensa-
zione che...lo stia fissando. Anche quando non lo guarda. Forse sono
quegli occhi rossi, come se nelle iridi ci fosse troppo sangue. Forse è
il fatto che sembra che si vedano anche al buio, come quelli dei gatti.
No, deve essere solo la sua mente a fare scherzi. Il fatto che non
lo abbia mai visto dormire deve essere solo una coincidenza. Il fatto
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6 CAPITOLO 1. APRILE 1916, CITTÀ DI //
che non veda mai nessuno? Sarà solo una persona riservata. Poi
paga bene no?
Concentrandosi sul peso rassicurante della paga settimanale dice:
« Signore, ho trovato qualcuno che potrebbe fare al caso vostro. »
« Perfetto! Ti sono molto grato. »
Le parole sono quelle giuste, il sorriso che le accompagna sembra
gentile, ma mentre le pronuncia il sole scende dietro l’orizzonte e
l’uomo alza gli occhi. Il giovane si sente inchiodato da due pozzi
rossastri, ardenti nel buio. Mostrano troppo bianco, sembrano spa-
lancati innaturalmente. Si gira troppo in fretta e si avvia fuori da
quella stanza, senza riuscire a reprimere il pensiero di non aver mai
visto sbattere le palpebre a quell’individuo.
Si ripromette di dormire di più, deve essere quello a fargli brutti
scherzi.
Una vocina nella mente però, continua a fargli pensare
Capitolo 2
Appoggiata allo stipite della porta una donna guarda verso il limita-
re del bosco, dove una ragazzina china e dall’aria concentrata cerca
di riconoscere delle erbe particolari. Non riesce a credere a quanto
sia cambiata nei pochi mesi in cui la ha conosciuta: sembra impos-
sibile vedere in quelle guance rosse e piene la creatura emaciata e
mezza morta di fame che aveva incontrato nei boschi. La guerra e
la solitudine fanno questo alle persone.
Chi scatena le guerre non pensa mai a chi resta indietro, riflette
con un velo di amarezza. Non pensano mai alle ragazzine lasciate
da sole senza le capacità di portare avanti la falegnameria del padre,
con solo una mucca di nome Fiore di compagnia. Non pensano alle
compagne che restano a casa in attesa che l’altro torni per potersi
sposare. Non pensano alle famiglie distrutte, e alle famiglie stroncate
prima che possano esistere.
Vedendo però il sorriso luminoso di Lahja per aver trovato quello
che cercava Lumi non riesce a essere triste: pensa solo al posto che
quella ragazzina si è ritagliata nella sua vita, e a quanto vorrebbe
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8 CAPITOLO 2. APRILE 1916, CAMPAGNE DI //
Finale?
Ah, se solo, se solo! Se solo Jarko fosse stato meno scettico, e avesse
guardato con più attenzione le pareti di quella galleria. Forse avreb-
bero imparato a usare l’astrolabio. Forse le cose sarebbero andate
in maniera diversa. Se solo avessero deciso di costeggiare il fiume
anzichè attraversarlo. Forse avrebbero incontrato una capanna, e
nella capanna una strana persona. O fose avrebbero proseguito an-
cora e trovato un lago, e non sarebbero rimasti bloccati nella foresta,
ancora e ancora. Se solo Fidan non avesse usato il fuoco contro di
lei, fuoco che le è caro e amico come un figlio, un amante, un padre.
Loro però non avrebbero potuto saperlo: nessuno può mai sa-
perlo. Urla, impreca, non fa differenza, alla Vita non importa. E’
solo una pallida osservatrice e non sapremo mai se pensa qualcosa
guardando la deriva delle nostre vite.
La loro unica colpa? Di essere umani, troppo umani, troppo
meravigliosamente umani. Di aver sentito tutto con tutto il cuore,
di essersi fidati della propria mente senza dubitare.
Girando l’astrolabio tra le mani l’espressione della strega cam-
bia. Gli occhi le diventano enormi, la bocca si apre in un ghigno
disumano, troppo ampio e con troppi denti, troppo in alto sul suo
volto.
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12 CAPITOLO 3. FINALE?
Fuori gli svassi gridano, stridono, il loro verso mima la risata della
strega mentre si gira, immersa nelle fiamme, pronta ad andarsene.
Le culla quasi con affetto mentre queste lambiscono la tenda, i
giacigli, le borse, e con loro, uno per uno, i suoi occupanti.
Lambiscono Fidan, che aveva sperato davvero di poter cambiare
le cose.
Lambiscono Lahja, che ancora piange la perdita del fratello ap-
pallottolata sul pavimento.
Lambiscono Jasmene, che con un coltello in mano guarda nel
vuoto ripetendo no, no, no.
Lambiscono Jarko, la cui mente di scettico vacilla e si spezza.
Lambiscono Numi, (OPPURE SI ERA DATA AGLI SVASSI?
DECIDI) che con le mani accarezza il volto di Bjorn, la tela che va
in pezzi.
Non può aiutarli, non può essere lı̀, ma loro lo stanno vivendo. Il
minimo che può fare per loro è non distogliere lo sguardo e ricordare,
ricordare finchè la sua mente non andrà in pezzi per il peso degli anni.
Almeno, pensa, non sono entrati nelle bocche dell’inferno. Meglio
andarsene insieme, come una famiglia, una famiglia caotica e litigiosa
ma amata, piuttosto che in mezzo ad allucinazioni e con le mani
sporche del reciproco sangue.
Cosı̀ osserva Numi spegnersi con un sorriso, l’immagine di Bjorn
a braccia aperte che la attende.
Osserva Jasmene andarsene soffocata dal fumo, una misera grazia
prima che i suoi bellissimi capelli d’argento diventino una corona di
fuoco.
Osserva Jarko e Fidan che fino all’ultimo provano a uscire dalla
tenda, nonostante le mani bruciate e i polmoni intossicati dal fumo.
Li osserva andarsene insieme, spalla a spalla.
Osserva Lahja, piccola e gentile, che piange davanti alla cenere
che erano le sue piume. La guarda stringere il ciondolo che ha al
collo e sforzarsi di pensare al fratello e alle sue parole quando glielo
ha regalato. Non riesce a ricordarle e prima di andarsene grida. La
morte non è stata gentile con lei.
L’uomo grida con lei. Grida e scatta in piedi. Non sarà la fine. Non
lascerà quell’oggetto nelle mani di quella creatura, non lascerà che
siano morti per nulla.
La vita... la vita vince sempre.
Vince anche contro la morte.
Questo sarà l’inizio di una storia più grande e con un bel finale.
Deve crederci o rimarrebbe paralizzato dallo sconforto.
Mentre raccoglie i suoi averi si ripete una frase che una persona
più brava di lui con le parole gli ha detto tanto tempo prima: ”Se
anche il mondo finisse domani, pianterei comunque un melo.”
Con questo pensiero fisso in mente corre fuori dalla grotta.
//FINE
14 CAPITOLO 3. FINALE?
Capitolo 4
Personaggi
Personaggi:
Lahja: 15/16, timida e gentile, superstiziosa con buona ragione
da piccola la madre muore e il fratello e il padre iniziano a crescerla
e a introdurla a piccoli rituali per far andare bene le cose (guarire
la mucca, scacciare spiriti, cose affini) utilizzando le piume di uccelli
rari quando lo fa tipicamente funziona o dà i suoi frutti Sono stati
di recente chiamati in guerra, e lei da sola non può gestire la fale-
gnameria, cosı̀ (grazie a Lumi) è stata introdotta al bracconaggio?
non mi viene la parola ha un ciondolo intagliato dal fratello
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16 CAPITOLO 4. PERSONAGGI