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Mi appresto dunque ad adempiere al mio compito, scrivendo in questo diario le mie parole

con l'intento di preservare la mia memoria e i miei pensieri per il futuro. La mia penna scorre
sulle pagine con grazia e leggiadria, eppure sento il peso della responsabilità che ho
accettato.

Ogni istante della mia vita è un'occasione per imparare, crescere e comprendere il mondo
che mi circonda.

La mia mente è da giorni in costante fermento, alla ricerca di nuove risposte alle mie
innumerevoli domande.

In questo momento, mi trovo immerso in una profonda riflessione, in cui medito sulla mia
vita, sulle mie scelte e sul mio futuro. Le mie azioni e le mie decisioni sono guidate dalla fede
nell'arte arcana, dalla mia consapevolezza e dalla mia intuizione su di essa.

Non so cosa riserverà il futuro, ma ho la certezza che la mia determinazione e la mia volontà
mi aiuteranno a superare qualsiasi ostacolo che si presenterà sul mio cammino. La mia
anima è forte come l'acciaio, e nulla potrà mai piegarla o spezzarla.

Concludo queste mie parole, nella speranza che possano un giorno essere lette da chi vorrà
scoprire la mia storia, le mie scelte e le mie vicende. Che la luce del Sole possa sempre
risplendere sul mio cammino e che il mio spirito possa essere sempre libero e vibrante:

Queste sono le memorie dell'elfo Tirandal Ilirie in cui cuore, figlio degli speziali Inchel e
Melenar, fin da bambino ardeva un desiderio ardente di conoscenza magica, che lo portava
a contemplare con occhi di fuoco la maestria dei maghi che risiedevano nella torre dell'alta
magia. Nonostante la sua nascita tra gli speziali, Tirandal sentiva che il suo destino era
quello di diventare un mago, di manipolare le forze arcane e di padroneggiare la conoscenza
che solo pochi eletti potevano acquisire.

il giovane Tirandal fu testimone di un evento straordinario, che avrebbe segnato il suo


destino per sempre. Davanti ai suoi occhi sbalorditi, vide squarciarsi l'aria nei pressi dell'Alta
Torre, e un drappello di maghi uscire da quella frattura, svelando così la corte dei maghi che
rientrava alla torre. Quella visione lo riempì di meraviglia e di un profondo senso di
ammirazione, ma anche di invidia e di rispetto, per quei maestri delle arti arcane che
dominavano quelle misteriose forze.

Pur sapendo di non avere diritto di studiare la magia, essendo nato tra gli speziali, Tirandal
non si arrese alla sua brama di conoscenza, ma continuò a desiderare ardentemente di
apprendere l'arte magica. Cresciuto tra gli scaffali della bottega di famiglia, specializzata in
pergamene ed inchiostri magici, il giovane elfo invidiava gli apprendisti della torre dell'alta
magia, con le loro vesti colorate, che si esercitavano nei cortili della gran torre. Ma il
desiderio di Tirandal era duro e puro come il diamante, e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di

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realizzare il suo sogno di diventare un mago.

La vita di Tirandal Ilirie fu destinata al cambiamento quando, intorno al centesimo anno della
sua esistenza, ebbe il piacere di conoscere Ashala Holadan. L'elfa era solita visitare
frequentemente la bottega dei genitori di Tirandal per acquisire inchiostri e pergamene.
Inizialmente, il giovane elfo non era interessato a qualsiasi tipo di relazione amorosa, ma la
persistenza di Ashala finì per attirare la sua attenzione.

Dopo qualche mese di corteggiamento da parte dell'elfa, Tirandal venne a sapere che Ashala
era la figlia di uno degli alti maghi della torre, Thyrinor Holadan. Malgrado la propria
riluttanza in merito al matrimonio, Tirandal finì per cedere alle lusinghe di Ashala, e i due
amanti si unirono in matrimonio alcuni mesi più tardi.

Tirandal provava un affetto sincero per Ashala, benché in realtà la considerasse solo un
mezzo per arrivare al cuore del vecchio mago.

Non che la moglie fosse di brutto aspetto o poco interessante, ma il suo cuore batteva per
qualcosa di più grande. Il vero obiettivo di Tirandal era la magia, l'arte arcana che da sempre
aveva sognato di padroneggiare. La bottega dei suoi genitori, specializzata in pergamene ed
inchiostri magici, era stata il suo mondo fin dall'infanzia, ma sentiva che lì non avrebbe mai
potuto soddisfare la sua sete di conoscenza.

Tirandal sapeva che il vecchio mago era il suo unico modo per arrivare a quell'arte, e che
Ashala era la chiave per accedere alla sua conoscenza. Tuttavia, non intendeva utilizzare la
figlia dell'alto mago come un semplice strumento, ma provava per lei un sincero affetto, per
quanto difficile da capire e da definire.

Il suo desiderio di apprendere sempre di più lo spingeva ad andare oltre le limitazioni


imposte dalla bottega dei genitori, e a cercare nuovi orizzonti, nuovi maestri e nuove
conoscenze.

Fu dopo qualche mese dal matrimonio che Tirandal, animato dal fuoco della passione e dalla
sete di conoscenza magica, decise di implorare il nobile Thyrinor, con l'intercessione della sua
amata Ashala, di poter essere eccezionalmente accolto come apprendista mago. Tuttavia,
l'elfo Thyrinor, diffidente verso il matrimonio della figlia, non solo a causa della modesta
discendenza di Tirandal, ma anche a causa dell'atteggiamento freddo e distaccato del
giovane nei confronti della sua amata Ashala, respinse la richiesta con fermezza.

L'animo di Tirandal, flagellato dal rifiuto di Thyrinor, versava nella desolazione. Tuttavia, per
dimostrare il suo sincero attaccamento alla figlia, il giovane elfo decise di concederle presto il
dono della vita, dando alla luce una nipote, Siraye. La nascita della nuova creatura
ammorbidì in parte l'alto mago, che acconsentì ad accogliere il genero alla torre dell'alta
magia. Tuttavia, non vi era giorno in cui Thyrinor non osteggiasse l'apprendimento di
Tirandal, mantenendolo in uno stato di continua sofferenza.

L'elfo, già emarginato per la sua origine umile, si sentiva ancor più svantaggiato rispetto ai

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suoi pari apprendisti. Solo Thyrinor, col suo atteggiamento freddo e distaccato, riusciva a
fargli sentire ancor più viva la sua inadeguatezza. Tirandal, con tutto il suo essere, odiava il
suocero, ma dovette nascondere ogni manifestazione di tale odio e dimostrarsi rispettoso e
sottomesso, anche se ogni volta che lo fissava, sentiva il suo animo fremere di ribrezzo e di
rabbia.

Nonostante tutto questo, Tirandal perseverava nel suo lavoro di copista, nonostante fosse un
compito monotono e ripetitivo che gli faceva sentire ancora di più il peso della sua
condizione. Tuttavia, il suo desiderio di successo e di dimostrare il suo valore lo spingeva
avanti, anche se le punte delle sue dita erano permanentemente macchiate di inchiostro
nero come una cicatrice che ricordava i suoi sforzi e sacrifici. Nonostante le difficoltà,
Tirandal non avrebbe mai smesso di lottare per raggiungere i suoi obiettivi.

Tirandal sapeva di avere un dono speciale per la magia, ma fu il suo maestro Teclis Eltharion
a riconoscerlo davvero e ad aiutarlo a svilupparlo. Oltre ad apprendere le arti magiche,
Tirandal imparò da Teclis l'importanza di avere un vero rispetto per la magia, di
comprendere la sua complessità e delicatezza. "Prenditi cura della magia e lei ti ripagherà",
erano le parole che Teclis ripeteva spesso a Tirandal, incoraggiandolo a considerare il suo
lavoro di trascrizione dei testi magici come un'opportunità per nutrire e preservare la magia,
piuttosto che come un lavoro banale e meccanico. Grazie a queste parole e
all'incoraggiamento del suo maestro, Tirandal iniziò a vedere il suo lavoro in un modo nuovo
e profondo, guadagnando così una prospettiva unica sulla magia e sul suo ruolo come scriba.

**L'uso della prima persona d'ora in poi non é casuale**

Furono anni densi di scoperte, in cui il mio spirito si nutrì della bellezza e della potenza della
magia che animava ogni cosa. scoprimmo un particolare potere da antichi scritti che
risiedeva nelle terre di Kaer Grith: le pietre entropiche.

Questi minerali, dotati di una singolare capacità di assorbire l'essenza magica degli esseri
viventi, suscitarono subito la mia curiosità. Era mia intenzione, e quella del maestro Teclis,
scoprire il segreto del loro funzionamento e indagare sul destino della magia che veniva da
essi prosciugata.

Lunghe giornate di studio e ricerche si susseguirono, scandite dallo scorrere inesorabile del
tempo. Tuttavia, il mistero delle pietre entropiche si rivelò un enigma ostico e
insormontabile, che tese a sconfortare il nostro spirito.

Cosí il maestro Teclis partí con una spedizione, con altri 4 arcanisti al suo fianco, sarei dovuto
partire anche io, a fianco del mio mentore, ma osteggiato come sempre dal vetusto serpente
rimasi a custodire tomi e pergamene all'alta torre.

Finché

Il mio cuore è colmo di un'infinita tristezza mentre ricordo il tragico destino che ha colpito

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miei compagni della torre:

Teclis ed il gruppo di studio si trovarono vittime di un'imboscata mortale. Solo uno dei nostri
riuscì a fuggire e a portare la tragica notizia al consiglio. Teclis, e i miei compagni erano stati
catturati e saranno entro breve tempo condotti in catene nella fortezza di Desmo Terio, dove
saranno privati della magia e imprigionati per sempre.

Ma il consiglio, avvertito della loro sorte, ha deciso di non intervenire. Certo, non vogliono
rischiare la vita di altri elfi per una missione che sembra destinata al fallimento. Ma per noi,
incantatori di grande potere, la prigionia e la privazione di qualcosa che per decine di vite di
altre razze abbiamo ricercato, raffinato, perfezionato... non posso accettarlo.

Oggi ho preso la decisione di affidarmi all'Alto Mago Thyrinor per chiedere aiuto nella
liberazione di Teclis ed i suoi compagni, imprigionati dagli umani di Kaer Grith. Non posso
accettare che il mio maestro rimanga in mano al nemico senza fare nulla. Sono convinto che
la sua conoscenza e la sua maestria siano fondamentali per la Torre dell'Alta Magia, per
tutta la nostra gente... per me...

Nonostante i miei timori, l'Alto Mago ha concesso il permesso per la missione di salvataggio,
grazie all'aiuto della mia comprensiva moglie. Sento un misto di emozioni mentre mi
preparo a salpare verso le coste di Varcoprimo. La determinazione è forte, ma anche la
paura e l'incertezza mi assalgono.

Nonostante tutto, ho fede nella mia abilità e nella mia conoscenza della magia, e sono
pronto ad affrontare qualsiasi sfida per salvare Teclis ed i suoi compagni. Spero solo di
riuscire a raggiungerli in tempo e di non mettere a rischio la mia stessa vita e quella degli
altri elfi prigionieri di queste bestie.

Dovranno passare obbligatoriamente per Farseen e quella é la mia migliore, se non unica
occasione...

In Fede

Tirandal Ilirie, Incantatore della torre dell'alta magia

Ordine degli scribi

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