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QUALE SPETTACOLO?

PERSONAGGI
Giovanni Attore della compagnia teatrale
Claudia La moglie gelosa
Roberto Uno spettatore (Marito di Teresa)
Alessio Uno spettatore
Ginevra Una spettatrice
Rachele La donna delle pulizie
Paolo Il venditore
Giulia La venditrice
Martina Attore della compagnia teatrale
Lisa Operatrice del 118

La storia si svolge fra il palco e la platea

GIOVANNI: (Ė leggermente brillo, Si guarda intorno impaurito e spaesato) …Insomma, scusate,


ma non riesco proprio a ricordarmi un bel niente. Come era la prima battuta? Per me devono
essere stati quei due grappini che qualcuno mi ha offerto prima di tirare il sipario per farmi
coraggio… Non sono ancora arrivati gli altri attori? Ah, andiamo proprio bene; questa gente è
venuta qui apposta per vedere la commedia, magari hanno anche pagato il biglietto … e adesso?
Ne vedremo delle belle… Sarebbe dovuta essere una commedia brillante! Ciao brillante, qui, se
andiamo avanti così, diventa opaca e di cartone. Mi ricordo che facevamo uno spettacolo… ma
quale spettacolo? E pensare che era così bello quando facevamo le prove … Parla di uno che …
Cazzarola, non mi ricordo più nemmeno com'era … Però era bello, eh, ve lo assicuro! Ma a voi
non è mai capitato di bere due grappini a stomaco vuoto? Hai la testa che gira come una giostra e
la memoria va a farsi benedire. Però siamo più allegri … Guardate me per esempio… Va beh che
non mi ricordo la mia parte, ma non sono triste lo stesso.
ROBERTO: (Seduto fra il pubblico di fianco ad Alessio. Gli suona il cellulare) Pronto… sei tu
Claudia? Come dove sono? Sono qui al teatro, te l'avevo detto sì o no che venivo a teatro questa
sera? Tranquilla Claudia, sono qui da solo. Con chi sono? Sono qui con Alessio. Non vorrai che
porti a teatro un'altra donna … Proprio qui in mezzo a tutti! Dai, smettila di fare la gelosa. Come si
chiama lo spettacolo? Aspetta un attimo. (Si rivolge all’attore sul palco) Come si chiama lo
spettacolo?
GIOVANNI: Quale spettacolo?
ROBERTO: Claudia, si è dimenticato anche quello. Chi? Uno che è sul palco e mi sembra ubriaco
fradicio.
GIOVANNI: Oh, guarda che ubriaco sarai tu! Tu e il tuo amico lì… Come hai detto che si chiama?
ROBERTO: Alessio.
ALESSIO: Guarda che di ubriaco qui ci sei soltanto tu.
GIOVANNI: Se proprio non siete ubriachi, allora venite su voi e vediamo cosa siete capaci di fare.
ROBERTO: Vai su tu Alessio, altrimenti se mi avvicino mi sa che lo strozzo.
ALESSIO: Vengo, vengo subito!(Sale sul palco) E allora, adesso come la mettiamo? Chi è l'ubriaco
fra me e te?
GIOVANNI: Ammettiamo pure che l'ubriaco sia io e che non riesca a cominciare lo spettacolo... Se
tu non hai bevuto... allora comincialo tu.
ALESSIO: Incominciarlo io? Me se non so nemmeno il titolo? Roberto, hai sentito questo qui?
ROBERTO: Lascia perdere Alessio. Però, se mi ricordo bene, all'oratorio le commedie le facevamo
anche noi. Prova a ricordartene almeno una... Non ti ricordi che abbiamo fatto quella della bella
addormentata nel bosco? Quelli che sono qua stasera sono tutti grandi e magari non se la
ricordano più. Tu facevi da parte del principe azzurro...
ALESSIO: Sì, e la bella addormentata chi la fa ? Quel coso qui che, al di là di essere ubriaco e di
avere un alito che sa di fogna, di bello non ha proprio niente…
GIOVANNI: Ha parlato George Clooney.
ALESSIO: Per la principessa ci vorrebbe almeno una donna, magari messa abbastanza bene, con
tutte le sue cosine a posto, se no che principessa sarebbe?
GIOVANNI: Una donna? (Urlando verso l’esterno) Rachele! Rachele!
ALESSIO: E chi sarebbe questa Rachele?
GIOVANNI: La donna delle pulizie del teatro. L'ho conosciuta dieci minuti fa. Qui dietro ho visto
solo lei…
ROBERTO: E dici che sarebbe capace di interpretare la parte della principessa?
GIOVANNI: Di sicuro! Pensa che qui la chiamano la principessa delle pattumiere per via del fatto
che deve raccogliere tutto quello che la gente lascia in giro qui a teatro. Carte di caramelle, i
biglietti strappati all'entrata, i mozziconi delle sigarette... Pensa che una volta mi ha detto che ha
trovato anche un reggiseno. Bisognerebbe tenere le luci un po' più alte qui dentro … Guarda quei
due là per esempio … Giù le mani, sporcaccioni!
ALESSIO: Lascia stare gli sporcaccioni, chiama questa Rachele.
GIOVANNI: Rachele! Rachele!
RACHELE: (Dall’esterno) Che c'è?
GIOVANNI: Vieni qua che ti faccio fare la principessa.
RACHELE: Io faccio la regina o niente. Dai, non fatemi perdere tempo perché devo andare a pulire
i cessi.
ALESSIO: Incominciamo bene … Dalla principessa delle pattumiere l'hanno promossa alla
principessa dei bagni....
RACHELE: Allora devo andare a pulire la toilètte, contenti? Ma serve poi sempre per cagare, eh.
GIOVANNI: Vieni o no? O devo metterti il tappeto rosso?
RACHELE: Vengo! (Entra.) Pronti. Sono qua. I cessi, pardòn, le toilètte sono fatte. Certo che ho un
lavoro che mi fa proprio schifo … Io non riesco capire come fate voi uomini ad andare a caccia e

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mirare alle lepri o ai fagiani e non riuscire a centrare il centro del cesso. E sì che il buco è bel
largo! Forse per voi ce ne vorrebbe uno grande come una vasca da bagno, e magari sbagliereste
anche quello … Non potreste provare con un imbuto? E mettere la prolunga? E poi mi piacerebbe
sapere perché andate proprio lì a scrivere sui muri. “Jessica ti amo”. Come dire che quella Jessica
lì, quando vuol sapere che qualcuno gli vuole bene, deve proprio andare in quel posto lì per
leggerlo… Non per dire, ma che modo di merda di dichiararsi!
ALESSIO: E questa sarebbe la principessa?
RACHELE: Perché, tu saresti per caso il Re d’Inghilterra? Vuoi che facciamo gli Harry e Megan
della situazione? E com'è questa storia della principessa?
GIOVANNI: Guardati intorno Rachele. Cosa vedi?
RACHELE: Cosa vedo… Ommammamia, cosa fa tutta questa gente qua? Ma è già cominciato lo
spettacolo?
GIOVANNI: Se è aperto il sipario, noi siamo sul palco e c'è qua tutta la gente che ci guarda …
RACHELE: Ma ti sembrano scherzi da fare?? (si nasconde dietro a una quinta) Ma tu chi sei?
Come ti chiami?
GIOVANNI: Guarda che ci siamo conosciuti dieci minuti fa… almeno credo. Ad ogni modo…
Giovanni, per servirla.
RACHELE: Woooow adesso sì che comincio a sentirmi davvero una principessa. Per servirla?
Che piacere! Invece mi sembra di cooscerti... Non sei per caso il marito della Caludia?
ROBERTO: Sì, il marito della Teresa, Roberto.
RACHELE: Buona quella …
GIOVANNI: Perché buona quella?
RACHELE: Perché è talmente gelosa che non vorrei che venisse qua e mi trovasse in parte al
Mariano …
GIOVANNI: Guarda che dove c'è la gelosia c'è anche l'amore.
RACHELE: Io vi dico che sono solo le donne brutte ad essere gelose. Quelle belle non hanno
tempo. Sono troppo impegnate a essere gelose degli uomini delle altre.
GIOVANNI: Però dicono che la gelosia è il pepe dell'amore …
RACHELE: Magari quando è poco, ma se è tanto il piatto è da buttare via.
ROBERTO: Pensate che la mia Teresa tutte le sere, quando torno a casa, mi fa passare il colletto
della camicia per vedere se ci trova sopra un capello e quando non lo trova mi dice: “Per me tu mi
tradisci con una donna pelata”.
GIOVANNI: E allora? La facciamo questa commedia o andiamo avanti così tutta la sera? Guarda
che questa gente prende su e se ne va … Allora Rachele, tu fai la principessa e Roberto fa il
principe azzurro.
RACHELE: E io di che colore sono?
GIOVANNI: Come di che colore sono?
RACHELE: Se lui è azzurro, io voglio essere verde.

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GIOVANNI: Perché verde?
RACHELE: Perché voglio fare la principessa del pisello.
GIOVANNI: Ma questa è la principessa e basta! Né del pisello né dei fagioli. Allora, mettiti lì sulla
poltrona e dormi. Cerca però di dormire come una principessa...
RACHELE: Perché, come dormono le principesse? In piedi?
GIOVANNI: In piedi non penso, ma almeno senza russare.
RACHELE: E il pigiama?
GIOVANNI: Senza pigiama. Basta il vestito che hai.
RACHELE: Posso almeno togliermi il grembiule e depositare gli stracci e il secchio?
GIOVANNI: Fa come vuoi. (Rachele si siede). Forza Roberto, datti da fare e entra. Dai che
incominciamo.
ROBERTO: E il cavallo? Dov'è il cavallo?
GIOVANNI: Quale cavallo?
ROBERTO: Guarda che di solito i principi entrano a cavallo.
RACHELE: Non andrebbe bene un asino?
ROBERTO: No, io voglio il cavallo altrimenti non faccio proprio niente. Però mi hai dato un'idea.
Alessio, vieni sul palco che mi fai il cavallo.
ALESSIO: Ma tu sei matto. Guarda tu se io devo venire lì a fare il cavallo a te …
ROBERTO: Ma non sei il mio amico?
ALESSIO: Sì, sarò il tuo amico, ma non sono il tuo cavallo …
ROBERTO: Ascolta Alessio; o tu fai il cavallo o io non faccio il principe. Guarda che l'idea del
principe azzurro me l'hai data tu… (Rivolto al pubblico) Dai, battete le mani; insomma, applaudite
un pochino per fargli coraggio…
ALESSIO: Vabbè, farò il cavallo … (Sale sul palco. Si posiziona in un angolo e Roberto gli sale in
spalla)
ROBERTO: Avanti mio destriero!
ALESSIO: Guarda Roberto che io sono mancino …
ROBERTO: Avanti mio manciniero! (Roberto si inginocchia ai piedi di Rachele) Mia bella
principessa… o dio, facciamo finta che sia bella…
RACHELE: Sarai bello tu! Guarda che tu ad un principe non assomigli nemmeno nel pollicione dei
piedi…
ROBERTO: Sta zitta chiacchierona! Ora ti darò un bacio passionato e tu ti sveglierai. Ale, dove
devo baciarla?
RACHELE: C'è soltanto un posto dove vorrei essere baciata …a Miami in Florida, al tramonto…
ROBERTO: Principessa, dimmi… qualcosa.
RACHELE: (Declamando) Qualcosa!
ROBERTO: Ma no, qualcosa di dolce…
RACHELE: Tiramisu!

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ROBERTO: Ora mi avvicino alle tue labbra… Ale, c'è un problema…
ALESSIO: Quale problema?
ROBERTO: Le puzza il fiato …
RACHELE: Guarda bello che io per i denti uso sempre la pasta del Capitano.
ROBERTO: Allora compra quella del generale che forse andrà un po' meglio.
RACHELE: È colpa mia se mi piacciono l'aglio e le cipolle a pranzo e cena?
ALESSIO: Allora baciala sulle orecchie. Ma va avanti! (I visi si avvicinano)
CLAUDIA: (Dal fondo del teatro) Com’è, com’é ‘sta storia? Roberto, cosa stai facendo? Traditore!
Stronzo!
ROBERTO: (Si alza di scatto) Claudia, cosa fai qui?
CLAUDIA: No, sono io che ti ripeto … Cosa fai tu lì!
ROBERTO: Ma non vedi? Faccio il principe
CLAUDIA: Ah sì? Stai facendo il principe? E adesso io faccio il boia. Come minimo ti taglio la
testa, anzi no, prima ti taglio quello che penso io …
ROBERTO: Che cosa Claudia?
CLAUDIA: Hai presente quello che abbiamo fatto al gatto qualche anno fa?
MARIANO: No, non mi ricordo…
CLAUDIA: Fra due minuti lo saprai! (Va sul palco) E questa chi sarebbe?
ROBERTO: La bella addormentata nel bosco, Claudia.
CLAUDIA: Zitto tu. Con te farò i conti dopo! La bella addormentata? Svegliati pure carina, che fra
un po' sarai la bella strangolata nel bosco. Sei un bastardo! Cadavere!
GIOVANNI: Perché cadavere?
CLAUDIA: Perché è quello che diventerà fra un paio di minuti! E pensare che io ho sempre voluto
un gran bene a questo traditore. E adesso sono sola, abbandonata! E per chi? Per la principessa
degli stracci e dei secchielli! Perché proprio a me la dovevi fare? Guarda che io non sono soltanto
una principessa, ma una regina, la regina della tua casa.
ROBERTO: Ma guarda Claudia che qui stiamo facendo teatro…
CLAUDIA: E io adesso ti farò vedere il cinema con tutte le stelle! Ma perché Roberto mi fai queste
cose? La tua Claudi è come i carabinieri, nei secoli fedele! Non come te che ci hai provato con
Ginevra, quella troia! Minigonna quasi fino alle mutande, scollata a tal punto che le si vedeva
perfino il bottone della pancia, le labbra gonfiate col silicone, il rimmèl che sembra un mascherone,
lo smalto d'oro sulle unghie, le ciglia finte così lunghe che quando sbatte gli occhi fa aria
dappertutto e si muove anche il lampadario, piercing al naso e una rosa rossa tatuata sulla tetta
sinistra… Me l'hai fatta anche quella volta lì, eh, principe… E tu hai anche avuto il coraggio di farci
andare al mare insieme quando ancora non la conoscevo!
ROBERTO: Così, quando sareste tornate indietro, una mi avrebbe detto come si è comportata
l'altra. Non ti ricordi che quando siete ritornate ti ho chiesto come si era comportata Ginevra?

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CLAUDIA: Certo che mi ricordo. E cosa ho risposto? Che era andata a letto nella sua camera tutte
le notti con un uomo diverso. Io mi facevo il bagno e lei il bagnino! Ha fatto passare da camera sua
tutti quelli che c'erano sulla spiaggia.
ROBERTO: Ma guarda che anche tu in quell'occasione non sei stata proprio un esempio di virtù…
CLAUDIA: Perché?
ROBERTO: Perché io ho chiesto anche a lei come ti sei comportata tu…
CLAUDIA: E cosa ti ha risposto?
ROBERTO: Che ieri una donna perbene.
CLAUDIA: Menomale…
ROBERTO: Che sei andata in albergo con tuo marito e che non ti sei mai staccata da lui, nè di
giorno, né di notte. Ma io, come ti ricordi, ero rimasto a casa!
CLAUDIA: Io non mi ricordo! Sono debole di memoria. Ma cosa diresti se per caso uno mi rapisse?
ROBERTO: Mi vendicherei!
CLAUDIA: Davvero Mariano? Cosa gli faresti?
ROBERTO: Farei in modo che ti tenga!
CLAUDIA: Ma quanto sei stronzo?
ROBERTO: Vedi Claudia, la catena del matrimonio è così pesante che bisogna essere almeno in
tre per portarla
CLAUDIA: Stronzo sei e stronzo resterai! E adesso parliamo di questa principessa. Ti piace il mio
Roberto, eh?
RACHELE: Insomma Claudia, come uomo non è uno schifo e non è nemmeno da buttare nella
discarica … Peccato che sia già impegnato con Ginevra…
CLAUDIA: Cosa dici? Cosa dici? Prova a dirlo ancora una volta se sei capace!
RACHELE: Guarda che la storia della Ginevral'hai tirato fuori tu. Quella della minigonna, delle
labbra gonfiate con il silicone … Anzi, se proprio lo vuoi sapere, con il silicone ha tirato su anche le
tette di due taglie.
GINEVRA: (Anche lei fra il pubblico) Ah no eh… Questo proprio no! Non ti permetto di dire queste
cose! Era una quarta prima ed è la quarta adesso! Non ci credete? Adesso le mostro a tutta
questa gente qui nel teatro (Si rivolge allo spettatore accanto) Tocca, tocca qui… Senti come sono
sode! Non aver paura... Tocca… Tocca…Va béh, fa pure a meno, ma ci tengo a dire che quello
che la natura mi ha dato mi è rimasto tale e quale e ancora con tutti i suoi bottoncini che guardano
in su! Diglielo tu Alessio, che le hai toccate per ultimo, a questi signori come sono solide…
ROBERTO: Com’é questa storia Alessio? Perché tu… e Ginevra…
ALESSIO: Lo sai Roberto come è fatta Ginevra… Siccome hai sempre alle costole la Claudia,
pensando di farti piacere, la tenevo… allenata io.
ROBERTO: Con te farò i conti dopo, traditore, serpente, Giuda!

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CLAUDIA: Traditore Alessio? Sei tu disgraziato che mi ha tradito! Vieni un attimo da queste parti
cara la mia Ginevra… Vieni qui sul palco che ho un paio di paroline da dirti… Vieni su se hai il
coraggio, cagna!
GINEVRA: Io di coraggio ne ho da vendere e non ho certo paura di te. Ma, siccome sono una
persona educata, non mi va proprio per niente da venire lì a litigare. Davanti a tutta questa gente
poi…
CLAUDIA: Allora vengo io da te. (Scende dal palco) Adesso facciamo i conti, Sasha Gray dei
poveri!
GIOVANNI: (La rincorre e la trattiene ) Cosa fate poi? Ma state diventando matte?
CLAUDIA: No, non sono io la matta. La matta è quella lì che si è messa in testa di essere la
Regina del pisello! Dillo a quella suorina lì che non si faccia vedere in paese, se no la faccio a
fettine con l'affettatrice…
GIOVANNI: La Claudia ha detto di non farti vedere in paese altrimenti ti fa a fettine con
l'affettatrice…
GINEVRA: E allora tu di' alla Claudia di non farsi vedere ad attraversare la strada altrimenti la
metto sotto con la mia macchina. Ma per fare qualcosa a quella lì dovrei usare una ruspa…
GIOVANNI: Ha detto Ginevra di non farti vedere ad attraversare la strada altrimenti ti mette sotto
con la sua macchina.
CLAUDIA: E io, se le metto addosso le mani, le strappo gli occhi e glieli metto in mano…
GIOVANNI: Ha detto la Claudia…
GINEVRA: E piantala di fare il pappagallo! Guarda che non sono sorda!
CLAUDIA: Almeno alle orecchie non avrà fatto la plastica…
GINEVRA: A quelle no, ma tu, al tuo didietro, l'hai fatta di sicuro. Me l'ha detto Roberto. Diglielo,
dillo a tutti…
CLAUDIA: Guarda bella che io non ho fatto la plastica, ma la liposuzione…Siccome il mio Roberto
un giorno mi ha detto che al posto del sedere avevo due prosciutti di Parma, per continuare a
piacergli, ho fatto quella cosa lì. Mi hanno infilato nelle chiappe una cannetta e mi hanno
risucchiato due o tre etti di grasso che avevo di più.
ROBERTO: Veramente mi hai detto che hanno riempito tre o quattro secchi…
CLAUDIA: Fatto sta che adesso il mio Roberto mi chiama culetto d’oro.
ROBERTO: No Claudia, non è proprio così… non culetto… muletto! Ma si può sapere cosa state
facendo lì sotto? Ritornate sul palco e fatela finita! Vieni anche tu Ginevra a fare la pace.
(Risalgono sul palco)
CLAUDIA: Certo che le donne non sono mai comprese… Noi facciamo di tutto per gli uomini, quei
disgraziati, e loro fanno di tutto per metterti sulla testa…
RACHELE: Un diadema di brillanti?
CLAUDIA: No Rachele.
GINEVRA: Una collana di perle?

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CLAUDIA: No Ginevra; un paio di corna!
GINEVRA: Hai proprio ragione Claudia, non siamo davvero mai capite… Cerchiamo di capirci
almeno noi… (Si abbracciano) Pace?
CLAUDIA: Pace.
RACHELE: (A Claudia) Pace?
CLAUDIA: Pace. Ma che sia la prima e l'ultima volta! Ma adesso voi bastardi andate di là che qui
siete di troppo.
ROBERTO: Di là… dove??
CLAUDIA: Dietro le quinte, no? In castigo! (Gli uomini escono. Le tre donne si siedono davanti al
proscenio). A me mi ha sempre fregato l'amore
GINEVRA: Le storie d'amore si dividono in due categorie… Quelle sfortunate e quelle infelici…
CLAUDIA: Chissà perché gli uomini, non riescono a superare le capacità intellettive di un macaco.
RACHELE: Per loro, se la vita è il pranzo, noi siamo il dessert…
CLAUDIA: Però, anche se gli uomini credono di essere i nostri padroni, alla fine siamo noi che
comandiamo.Credono di essere i capofamiglia e poi devono fare tutto quello che vogliamo noi
RACHELE: Loro sono la macchina…
GINEVRA: Ma siamo noi al volante.
CLAUDIA: Tutte per una!
TUTTE: (Scattano in piedi) Una per tutte! Andiamo a dirgliene quattro! (Escono. Entrano MARTINA
e LISA)
LISA: … Per l’ultima volta signorina, lei si chiama Martina, è un’attrice della compagnia teatrale,
avete avuto un incidente mentre tornavate in teatro dopo essere andati tutti a mangiare fuori!
MARTINA: È sicura? Personalmente non mi ricordo nulla dell’incidente… ma da quando ho aperto
gli occhi lei mi è rimasta parecchio impressa, Lisa.
LISA: Si chiama complesso dell’infermiera signorina, è una reazione comprensibile in chi soffre di
amnesia temporanea…
MARTINA: Non ho bisogno di ricordare nulla, mi basta che tu non mi dimentichi! (Tenta di saltarle
addosso)
LISA: Signorina, la prego! Si guardi intorno! Non vede la scenografia? Non sente le luci sul viso,
l’odore di palcoscenico, il pubblico che… occazzo c’è il pubblico! Scusate, sono qui per motivi
medici, fra poco cerco di togliere il disturbo!
MARTINA: Beh in realtà mi sembra di ricordare qualcosa…
LISA: Davvero?
MARTINA: Sì, l’interno dell’ambulanza mentre venivo trasportata in ospedale… c’eri tu al mio
fianco!
LISA: È un caso perso.
(Entrano Giovanni, Roberto e Alessio)
GIOVANNI: Martina?!? Ma dov’eri finita? Dai che finalmente possiamo cominciare lo spettacolo!

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MARTINA: Quale spettacolo? E poi, tu chi sei?
LISA: Lei riconosce la signorina?
GIOVANNI: Certo, sono ubriaco mica cieco.
LISA: Meno male! Senta, Martina ha riportato un’amnesia in seguito all’incidente-
GIOVANNI: Woah, quale incidente?
LISA: L’intera compagnia teatrale era andata a mangiare fuori e… diciamo che hanno alzato
troppo il gomito.
ALESSIO: Ah, quindi sono tutti come lui?
ROBERTO: E magari poi si sono pure messi alla guida…
LISA: No. Sapendo di essere ubriachi hanno deciso di tornare a piedi dalla trattoria. Il problema è
che sono stati investiti mentre camminavano in fila da un pirata della strada.
GIOVANNI: O santo cielo! E ora come stanno?
LISA: Nessuno è in condizioni critiche per fortuna: un paio di costole rotte, commozioni cerebrali,
un’amnesia e uno ha le emorroidi.
ALESSIO: Cosa c’entrano le emorroidi?
GIOVANNI: Sarà stato l’ultimo della fila.
ROBERTO: Ho capito una cosa importante.
ALESSIO: Mai stare per ultimi?
ROBERTO: La vita può cambiare da un momento all’altro, magari hai programmato di venire qui a
fare uno spettacolo e… bum, vieni investito. Devo andare a fare pace con Claudia.
ALESSIO: Vengo anch’io, che se è con Ginevra faccio pace volentieri! (Escono)
GIOVANNI: No no, aspettate, dobbiamo ancora mettere in scena lo spettacolo! Esce rincorrendoli)
MARTINA: Allora… finalmente siamo sole…
LISA: Aspetta, dove andate?!? Veniamo con voii! (Esce rincorrendoli)
PAOLO: (Entra dal fondo assieme a Giulia. Si posizionano ai due lati del palco stando in platea.
Portano a tracolla una cassetta per le loro merci) Caramelle!
GIULIA: Coca cola!
PAOLO: Noccioline!
GIULIA: Sigarette!
PAOLO: Castagne secche!
GIULIA: Gazzosa!
PAOLO: Chupa chups!
GIULIA: Aranciata!
PAOLO: Lecca lecca!
GIULIA: Succo di frutta!
PAOLO: Panini!
GIULIA: Giornali!
PAOLO: Caffè corretto grappa!

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GIULIA: Amaro del Capo!
PAOLO: …Amaro del Capo? Perché l’Amaro del Capo, Giulia?
GIULIA: Uno sta qui, vede la commedia e, se è troppo noiosa e complicata, due bicchieri di amaro
e ridi lo stesso!
PAOLO: Però sullo stomaco sai che effetto fa… E se dopo gli scappa?
RACHELE: (Affacciandosi da una quinta) Ah no, eh! Quello proprio no. Ho appena finito di pulire la
toilètte e non vorrei incominciare da capo! Tenetela almeno fino alla vostra casa! (Si ritira)
PAOLO: Tu, Giulia, la vuoi smettere di farmi concorrenza?
GIULIA: Concorrenza io? Ma se sei tu a far concorrenza a me!
PAOLO: Vergognati! Vendere le sigarette qui a teatro…
GIULIA: Io sono padrona di vendere quello mi pare!
PAOLO: Ma le sigarette no, fanno male… Guarda che io sto tentando di smettere di fumare…
GIULIA: Hai provato con le caramelle?
PAOLO: Sì, ho provato, ma quelle non si accendono…
GIULIA: Per forza, non hai provato con i miei accendini.
PAOLO: Che tipi hai da vendere?
GIULIA: Di tutti i tipi; quelli per i ricchi e quelli per i poveri.
PAOLO: Per i poveri?
GIULIA: Sì, per i poveri… Invece di contenere la benzina hanno dentro il petrolio. Fanno un po' di
fumo, ma a volte si accendono. Per i ricchi invece ho un tipo a carica lunga, insomma, ci vogliono
almeno trent'anni prima che si esauriscano…
PAOLO: Questa non l'ho mai sentita! E come sono fatti?
GIULIA: O dio, è un po' complicato e faticoso… L'accendino è direttamente collegato ad una
bombola di gas da 25 chili che bisogna caricarsi sulle spalle…
PAOLO(Più piano, avvicinandosi): Ma ti sembra il caso di continuare a dire queste stronzate e fare
tutto 'sto casino mentre stanno facendo teatro?
GIULIA: Veramente mi hanno detto che non avevano ancora incominciato perché gli attori non
erano ancora arrivati… Piuttosto, vedi di smettere di copiarmi i prodotti e rovinarmi gli affari.
PAOLO: Guarda che io vengo qui, più che per fare affari, per poter vedere il teatro gratis. A me è
sempre piaciuto fare l'attore. Magari potessi salire sul palco e recitare…
GIOVANNI(Rientrando): Ma dove si sono cacciati?!? Non li trovo più… Oh, buonasera signori,
attendete ancora un pochino e cominciamo lo spettacolo eh!
GIULIA: Ma che succede qui?
GIOVANNI: Voi due! Capitate giusto a proposito! Venite un po’ qui sopra!
PAOLO: È serio?
GIULIA: Ma parla con noi?
GIOVANNI: Siete gli unici in piedi! Forza, appoggiate quella roba e venite in scena!
(Paolo e Giulia appoggiano gli articoli da vendere e salgono sul palco)

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PAOLO: Mi sembra un sogno che si avvera!
GIULIA: Un incubo, casomai.
GIOVANNI: Forza, mettiamo in scena uno scambio di battute brillante, spontaneo e improvvisato!
PAOLO: Si! Ma… quali battute?
GIOVANNI: E cosa vi ho chiamati a fare? Dai, proponete!
GIULIA: Ma scusa, almeno ci paghi per questo?
GIOVANNI: Pagare? Siete in teatro, l’unica valuta è la mia gratitudine.
PAOLO: Ho cambiato idea, non voglio più fare l’attore.
GIOVANNI: O santo cielo, anche questi due non vanno! Devo richiamare la princicessa… Rachele!
Racheleee!!
RACHELE: Che c'è ancora? La principessa è occupata!
GIOVANNI: Cosa stai facendo? Stai ancora pulendo i cessi?
RACHELE: Guarda che si chiamano toilètte! Non vorrai insegnare ad una principessa… Sto
cancellando quello che hanno scritto sui muri. (Entra con un quadernino in mano)
GIOVANNI: Cosa fai con quel quaderno in mano?
RACHELE: Prendo nota di tutto quello che la gente scrive sui muri
GIOVANNI: Per farne?
RACHELE: Un libro di poesie
GIOVANNI: Un libro di… Prova a leggerne qualcuna…
RACHELE: Pronti. “Entro pesante e esco danzante”. “Bella o brutta, fatela tutta”. “Libera il corpo,
libera la mente e non badare all'odor che si sente”. “Papi, re e generali, sopra quest’asse son tutti
uguali”. “Stretta è la foglia, larga la via, fate la vostra che io ho fatto la mia”.
GIOVANNI: E come lo intitoleresti qual libro di poesie lì?
RACHELE: “Vorrei amarti adesso, ma devo andare al cesso”
MARTINA: (Entrando con Lisa)Giovanni!!! Mi sono ricordata!! Stavo cercando di baciare Lisa e al
buio dietro le quinte mi sono inciampata e ho sbattuto la testa, e da lì ho cominciato a ricordare
qualche dettaglio!
GIOVANNI: Allora ti ricorderai anche lo spettacolo!
MARTINA: … Quello no. Ma tranquillo, adesso parlo io con loro (Riferendosi al pubblico) Ciao a
tutti, non abbiate paura, so che questa serata non è andata come previsto! Prima o poi verremo
qui tutti, tutta la compagnia insomma, e allora vi mostreremo quello che siamo capaci di fare.
Quando penso a quante prove abbiamo fatto per venire a divertirvi… non me le ricordo, ma mi
dispiace… Un'altra volta, invece di venire a piedi, prendiamo l’autobus.
GIOVANNI: E questo ti sembra un discorso di chiusura?(Rivolgendosi al pubblico) Cari miei
signori…
(Entrano Claudia e Ginevra con Roberto e Alessio)
GIOVANNI: Ma guardali, tutti a litigare e poi magicamente si fa la pace!
ROBERTO: L’amore trionfa sempre!

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GINEVRA: Amore… per ora mi porta a cena, poi vedremo.
GIOVANNI: Stavo giusto facendo un discorsino di commiato per questo gentile pubblico: signore e
signori, anzi, egregi spettatori...
CLAUDIA: Perché spettatori?
GIOVANNI: Se hanno avuto il coraggio di aspettare fino adesso vuol dire che sono …spettatori.
Spettatori vuol dire che sono lì che aspettano. Imparalo l’italiano! Egregi spettatori, certo che siete
stati davvero gentili e pazienti a volervi fermare qui fino adesso. Mi dispiace che questa sera voi
non siate riusciti a godervi la commedia che noi avevamo preparato per voi. Tutta la compagnia è
andata a finire all'ospedale per il fatto che si è presa un trattore nel didietro e io, dopo quei due
maledetti grappini, non sapevo proprio come cominciarla. Questo maledetto spettacolo
dimenticato… Per fortuna abbiamo trovato qualcuno del pubblico che mi hanno dato una mano per
farvi trascorrere la serata. Per fortuna che abbiamo trovato Roberto, Alessio, Paolo,Giulia, Claudia,
Ginevra e Rachele. Fategli un bell’applauso!
Appena che la compagnia verrà dimessa dall'ospedale, vi promettiamo di ritornare in questo teatro
e allora vi rappresenteremo finalmente il nostro spettacolo… Lo spettacolo… ma quale spettacolo?
(Buio)

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