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Il FATTOdi Enzo Biagi

una notizia al giorno, per cinque minuti

Mazzotti Romina Matricola n 0000316311

Indice

1)Chi era Enzo Biagi. pag. 3

2)Il programma...pag. 4

3) Verso la fine ..pag.5 3.1-Lintervista a Indro Montanellli.pag.5 3.2-Lintervista a Roberto Benignipag.7

4)Il ritorno...pag.11

1)Chi era Enzo Biagi


Questa professione un po come un acquedotto che deve portare nelle case acqua potabile. Enzo Biagi Parlando de Il Fatto dobbligo dedicare un accenno alla vita del suo conduttore, nonch anima del programma.Il 9 agosto 1920 a Pianaccio, un paesino dell'Appennino tosco-emiliano in provincia di Bologna, nasce Enzo Biagi.Figlio di un aiuto magazziniere di uno zuccherificio, appena diciottenne inizia la carriera giornalistica lavorando come cronista al Resto del Carlino. A 21 anni, et minima per entrare nell'albo professionale, gi professionista. Protagonista della guerra partigiana entra a Bologna con le truppe di liberazione e annuncia la fine del conflitto. Dal 1952 al 1960 dirige a Milano il settimanale Epoca; in questi anni che comincia il suo rapporto con la televisione destinato a rafforzarsi e durare nel tempo: chiamato alla direzione del telegiornale, entra alla Rai nel 1961 e lanno successivo fonda RT-Rotocalco Televisivo, rubrica dattualit che per la prima volta porta in televisione lo stile giornalistico del rotocalco. RT un quindicinale del Tg che tratta di politica interna e estera, di cronaca e di costume con servizi e approfondimenti. Negli anni successivi realizza inchieste e reportage tra Europa e Stati Uniti. Successivamente conquista il pubblico anche con numerose altre trasmissioni in cui sia autore che conduttore. Il pi celebre e discusso rimane Il Fatto, programma giornaliero di cinque minuti su avvenimenti e personaggi italiani .Dopo cinque anni di forzata lontananza dalla sua Rai, torna in televisione per raccontare ancora una volta, a modo suo, lItalia: il programma RT e - nel titolo oltre che nella formula ripropone il primo rotocalco della storia della televisione italiana. Enzo Biagi muore a Milano il 6 novembre 2007. E' sepolto nel piccolo borgo natale di Pianaccio. Poco dopo la sua morte, giungevano alle figlie Bice e Carla, migliaia di messaggi di cordoglio da tutt'Italia. Per sua espressa volont al termine della messa, la processione verso il cimitero stata accompagnata dalle note di Bella ciao. Pochi giorni prima di morire disse ad un infermiera: Mi sento come le foglie su un albero in 3

autunno, ricordando Soldati di Ungaretti, aggiungendo ma tira un forte vento.

2)Il programma

Il 23 gennaio del 1995 va in onda la prima puntata de Il Fatto programma serale, subito dopo il tg1, della durata di cinque minuti e condotto da Enzo Biagi. Cinque minuti per riassumere i fatti del giorno. O meglio il fatto. Biagi inventa un format di approfondimento giornalistico nuovo, tuttora studiato nelle universit e copiato da molte altre televisioni. Otto edizioni, 846 puntate, 34 speciali, 1200 ospiti intervistati e 140 ore di trasmissione. E cosa pi importante 6.450.000 telespettatori di media dascolto.Grazie alla breve durata e alla chiarezza con cui si presenta, il programma riesce a catturare lattenzione dei telespettatori.Senza vallette, effetti speciali, schiamazzi o scene strappalacrime. In poco tempo diventa il programma pi visto. Gli argomenti trattati riguardano lattualit, fatti di cronaca o interviste ai personaggi celebri come Sofia Loren, Benigni quando vinse loscar, Marcello Mastroianni, Antonio Di Pietro alla scesa in campo politico e molti altri.Il programma entra nelle case degli italiani e nel giro di poco viene bene accolto. Abituati ormai a fine giornale a quellinconfondibile sigla. Poi il mezzo busto di Biagi, in scrivania, sempre in giacca e cravatta, rigoroso come sempre. E le sue inchieste, sempre con quellocchio attento e vigile di chi non vuole farsi sfuggire nulla.Tutti gli aspetti della vicenda vengono presi in considerazione. Spiegati in modo chiaro e conciso.Tutto viene detto.Anche se a qualcuno sta scomodo. Il taglio giornalistico che sa dare ai suoi servizi inconfondibile.Un punto di vista pulito e netto. E rispecchia tanto uno stile che, scorrendo i programmi di oggi, non si ritrova pi. Quando sento dire che uno considerato un innovatore perch decide di leggere il Tg in piedi, come se mi chiedessero se scrivi con la biro o con la macchina, e quanto questo influisce diceva. A testimonianza di quanto fosse legato al fare cronaca di una volta.Senza tante pretese. Ma con passione , semplicit e onest nellinformare. Era riuscito a dare al Fatto uno stile semplice ma pungente e mai inappropriato. Schierato sempre dalla parte del cittadino, questultimo ritrovava in questo programma la professionalit e la coerenza che lo hanno contraddistinto. Il tutto trasmesso dal suo conduttore, un uomo e un professionista che non si mai piegato alle logiche del potere, le lusinghe del Cavaliere, come le chiamava lui. E che ha pagato a 4

proprie spese la libert del suo pensiero.La capacit comunicativa che Biagi con Il Fatto riesce a dare rimane un chiaro esempio di un giornalismo che rischia oggi di risultare impopolare, di scomparire. O forse gi scomparso

3)Verso la fine
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.[..] Questo larticolo 21 della Costituzione Italiana. La nostra Costituzione.Quella che dovrebbe proteggerci e tutelarci. Dico dovrebbe perch per Biagi non stato cos. Dopo 41 anni spesi al servizio dei cittadini con lunico intento di raccontare la verit, gli viene impedito di farlo. Come se larticolo sopra citato non esistesse pi. Cancellato dalla memoria. Ma andiamo con ordine. Il 26 settembre 2002 viene recapitata a casa Biagi una raccomandata con ricevuta di ritorno da parte della direzione generale della Rai. Dopo 41 anni di lavoro in Rai, il contratto di Biagi viene disdetto. Ricorder Biagi: La disdetta che mi ha dato il dottor Sacc me l ha data con ricevuta di ritorno, che la cosa che mi offende di pi. Io sono stato licenziato con ricevuta di ritorno. la conclusione di una vicenda iniziata molto prima, nelle settimane e nei mesi precedenti alle politiche del 2001. Una storia ridicola, fatta di menzogne, false promesse, code di paglia, interessi economici e politici e una gran dose di servilismo mista a paura nei confronti del Presidente del Consiglio. Una vicenda che la dice lunga sul nostro Paese, sulla crisi di valori ed economica della RAI e su cosa voglia veramente dire lespressione berlusconiana uso criminoso della televisione. I fatti che hanno scatenato lira del premier e la conseguente cacciata di Biagi sono state due interviste, di Montanelli e di Benigni, accusate di aver violato la par condicio in modo cos evidente a pochi giorni dal voto.E interessante che si parli di violazione della par condicio in questoccasione visto che solo due giorni prima, Berlusconi aveva inscenato il teatrino del contratto con gli italiani nel salotto di Vespa. Ma andiamo avanti. 3.1)Lintervista a Indro Montanelli Il 28 marzo 2001 ospite de il Fatto Indro Montanelli, noto giornalista e scrittore. I due giornalisti, rappresentanti di una vecchia 5

generazione di cronisti come si defin so stesso Biagi, parlano delle imminenti elezioni. Montanelli era in quei giorni oggetto di minacce di morte per le dure posizioni anti-berlusconiane espresse nei mesi precedenti su alcuni importanti quotidiani e su Telemontecarlo. LItalia berlusconiana la peggiore delle Italie che io ho mai visto. E dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime.[]Non sono spaventato: piuttosto sono impressionato, come non lo ero mai stato. Va bene, mi dicevo, succede anche questo: uno dei tanti bischeri che vengono a galla, poi andr a fondo. Ma adesso sono davvero impressionato, anche se la mia preoccupazione molto mitigata dalla mia anagrafe.Che vuole, alla mia et preoccuparsi per i rischi del futuro fa quasi ridere.[] lo avevo definito un pagliaccio, un burattino. Per tutte queste storie su Berlusconi uomo della mafia mi lasciavano molto incerto. Adesso invece qualsiasi cosa possibile.dichiarava Montanelli a La Repubblica, due giorni prima dellapparizione televisiva. E al Fatto rincarer la dose tanto che il direttore di Rai1 Maurizio Beretta permetter la trasmissione dellintervista solo dopo aver censurato due risposte di Montanelli. commovente lappassionato appello di un signore ormai novantaduenne, che morir l a quattro mesi. Non si pu non leggervi una preoccupazione onesta e sincera, disinteressata ma riflessa sul mondo che rester dopo di lui, una presa di posizione forte quindi, ma assolutamente non faziosa. Dallintervista emergono risposte dure che scuotono le coscienze dei telespettatori. Con le domande dirette e mirate di Biagi, tipiche del suo stile, Montanelli si sente di dare risposte schiette, sicuramente troppo sincere, senza quel filtro di verit che ormai caratterizza diversi programmi e testate giornalistiche. E un cronista di una volta che, come sempre ha fatto, risponde alle domande in tutta sincerit. E cos si fa scappare risposte come: ..sono convinto che governer con molta corruzione(riferendosi a Berlusconi). Interessante quando si parla del rapporto tra Montanelli e Berlusconi poich questultimo era editore del giornale di cui Montanelli era direttore. Biagi domanda:Ti accusano di una certa doppiezza nei confronti di Berlusconi. C un prima e un dopo? . Curiosa e esaustiva la risposta di Montanelli: Nei confronti miei e del giornale fu un editore eccellente, che non mise mai il becco dentro alla conduzione, che rimase fedele alla formula che io avevo escogitato. Tu sei il proprietario, io sono il padrone almeno fino a che rimango qui a fare il direttore, e d'improvviso quando mi dichiara che entra in politica va nella redazione a mia insaputa e dice: qui bisogna cambiare tutto, perch adesso il giornale deve mettersi al suo servizio. Non dica di no perch io ho le testimonianze di quasi tutti i redattori del giornale. Quindi diventa un uomo diverso, io non potevo trattare il mio editore allo stesso modo in cui poi ho dovuto trattare il mio padrone, perch lui voleva diventare il mio padrone, e io veramente la vocazione del servitore non 6

ce l ho. Fin qui lintervista fu mandata in onda. Il seguito invece fu censurato.In questa parte tagliata al pubblico emergono affermazioni rilevanti. Montanelli, da sempre schierato a destra, ha dichiarato che alle prossime elezioni voter centro sinistra.Alla domanda sul perch, Montanelli risponde: Questo centro-sinistra pieno di magagne.[] un armata Brancaleone [], balbuziente come me; quindi per carit pieno di difetti, per non fa paura, mentre questa destra mi fa paura.. Altra risposta da menzionare quando Biagi chiede un ritratto di Berlusconi: Berlusconi chi , ormai credo che l'abbiano capito tutti, meno naturalmente quelli che non vogliono capire: ma insomma il pi grande piazzista che ci sia non in Italia, ma nel mondo. Certamente un uomo che ha risorse inimmaginabili, che ha della verit un concetto del tutto personale, per cui la verit quello che dice lui. E a questa sicumera forse a furia di dire le bugie ci crede, forse diventa un bugiardo in buona fede perch questo lo faceva anche prima. Questo Berlusconi. Infine Biagi chiede: Cosa ti auguri allora?. E Montanelli con la schiettezza di sempre risponde: Mi auguro, adesso naturalmente scandalizzer tutti, la vittoria di Berlusconi, perch Berlusconi una di quelle malattie che si curano con il vaccino. Per guarire di Berlusconi ci vuole una bella iniezione di vaccino di Berlusconi. Bisogna vederlo al potere .Una risposta sincera, unopinione personale. Magari un po forte ma pur sempre unopinione. Che per coster cara a Biagi. 3.2 Lintervista a Roberto Benigni L8 maggio la volta di Benigni.Questa intervista viene additata come la causa principale dellinserimento di Biagi nella lista di prescrizione stilata da Silvio Berlusconi a Sofia, circa un anno pi tardi. Nei giorni seguenti suscita una valanga di attacchi e critiche. Durante lintervista, Benigni quello di sempre;un intrattenitore scatenato sempre pronto a ridere.Con la sua parlantina resa esplicita dalla sua tipica gesticolazione un po strampalata, risponde comunque in modo netto alle domande di Biagi. E lascia trapelare una non tanto velata ironia. Riesce quasi a far sbottonare il serio e composto Biagi mettendolo a volte anche in imbarazzo. E cos, intercalando anche con un po di toscanaccio, Benigni si lascia scappare qualche considerazione di troppo. Alla domanda Chi Berlusconi? con la sua inimitabile ironia risponde: uno che... gli piace proprio esser presente, gli piace proprio essere dappertutto, vuole proprio e... ... a ogni cosa, insomma, come si pu dire? un 7

po'... gli piace esser protagonista, lui ... c' un comizio, parla lui, c' un... a un matrimonio vuol essere lo sposo, a un funerale vuol essere il morto, vuol esser sempre il protagonista.E divertente e allo stesso tempo clamoroso come riesca a rispondere con unaffermazione ma proponendola con quel sarcasmo rumoroso e gesticolato che lo contraddistingue. Come quando risponde alla domanda: Chi Rutelli?, si lascia scappare questa considerazione:Mi voglio mantenere veramente equidistante: Berlusconi non mi piace, Rutelli s. Io non voglio proprio, non voglio che si dica: ah, ha espresso delle preferenze, va bene? Perch dopo la gente capace di dire eh... Invece qui lo chiariamo: siamo equidistanti, per carit, giusto? Oh. E chiaro quanto Benigni si diverta nel rispondere. E anche quanto Biagi riesca, pur rimanendo nella sua compostezza, a divertirsi a suo modo e a porre le domande giuste per tirar fuori il meglio di Benigni. Unaltra domanda da considerare : Ma tu l hai capito cos il conflitto dinteressi di Berlusconi? E Benigni: Ma dico 'sto conflitto d'interessi, ma il conflitto d'interessi, dico, ma Ges ce l'insegna, nel Vangelo quando Ges ha chiamato i suoi apostoli, che gli diceva? "Spogliatevi di tutte le vostre propriet!", era la prima cosa! Ma dico, ma... siamo un paese cristiano, c' il papa!.Riesce a far divertire anche di fronte a queste tristi realt. E questa la forza del Fatto di Biagi. La semplicit delle sue interviste che sembrano pi chiacchierate colloquiali, le domande dirette ma comprensibili ed efficaci, senza tanti giri di parole. In cinque minuti riesce a tirar fuori il succo del discorso su cosa ne pensa veramente la persona intervistata. E riesce a intuire anche quali siano le persone giuste da intervistare. Ma spesso tutta questa lealt e spontaneit a qualcuno non va bene. E questa intervista a Benigni fu la goccia che fece traboccare il vaso.

4)L Editto bulgaro


Alle elezioni del 13 maggio del 2001 vince Berlusconi. Loris Mazzetti, direttore responsabile del programma, nonch grande amico di Biagi dichiarer nel suo libro: Dopo la vittoria del centrodestra nel 2001, la RAI, nel giro di un anno, stata conquistata, che dico, di pi, colonizzata dai partiti della maggioranza. Cominciano le nuove nomine Rai: Antonio Sacc nominato alla direzione di Rai uno. Nei mesi seguenti si dovrebbe decidere il nuovo contratto per Biagi che, anche se in Rai da 41 anni, ha un contratto biennale con rinnovo automatico. Del nuovo contratto non se ne parla. Il discorso viene sempre sviato, evitato. Comincia a sentirsi nellaria la futura linea editoriale della nuova direzione. La scusa ufficiale della messa in discussione del Fatto nei palinsesti Rai che c bisogno di una trasmissione pi forte per contrastare la concorrenza di Striscia la Notizia. Dimenticandosi 8

che Il Fatto, secondo dati Auditel, stato il programma pi visto della Rai. Biagi smentisce i dati utilizzati da Sacc per screditare il programma. E proprio la puntata di quella serata tocca un vertice di 27,92% di share.Ma gli attacchi a Biagi sono sempre pi forti, fra tutti quello di Giuliano Ferrara che su Panorama scrive:Caro Biagi, non faccia il martire. E ancora:Se avessi fatto a qualcuno quello che Biagi ha fatto a Berlusconi, mi sarei sputato in faccia.Ma lattacco pi duro arriva da Gasparri, Ministro per le Comunicazioni che auspic, in un emittente lombarda, lallontanamento dalla Rai dello stesso Biagi. Questultimo fu quindi denunciato allAutority per le comunicazioni per violazione della par condicio ma sar assolto con formula piena. Ma siamo alla vigilia del 18 aprile 2002 che passato alla storia come la giornata dellEditto bulgaro. Silvio Berlusconi, in una conferenza stampa a Sofia, in Bulgaria, dichiara: L'uso che Biagi, come si chiama quell'altro...? Santoro, ma l'altro... Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere pi che questo avvenga.La sera stessa Biagi risponde al premier nel corso della sua trasmissione, in un editoriale dal titolo Libert e pluralismo: [] Signor presidente Berlusconi dia disposizione di procedere, perch la mia et e il senso di rispetto che ho per me stesso, mi vietano di adeguarmi ai suoi desideri. Sono ancora convinto che in questa nostra Repubblica ci sia spazio per la libert di stampa. E ci sia, perfino, in questa azienda che, essendo proprio di tutti, come lei dice, vorr sentire tutte le opinioni. Perch questo, signor presidente, il principio della democrazia. Sta scritto, dia un'occhiata, nella Costituzione []. Di l a poco pi di un mese comincia il periodo di programmazione dei palinsesti per lautunno. E cominciano lunghi mesi di silenzio. Il 22 maggio, la settimana precedente allultima puntata de Il Fatto, Enzo Biagi scrive ai giornali, denunciando di non esser mai stato contattato dalla Rai per progettare la nuova stagione: La sensazione che si vogliono fare dei favori politici, non c altra spiegazione. Si riaccende la polemica.Successivamente vengono presentati i nuovi palinsesti. A sorpresa la nuova programmazione prevede le comiche di Max e Tux al posto de Il Fatto. Questa clamorosa assenza suscita scalpore in tutto il mondo . Scriver a Berlusconi anche il rappresentante dellOcse per la libert dei media. Sacc promette trattative per Enzo Biagi. Dopo mesi di silenzio Del Noce, preso il posto di Sacc che era diventato direttore generale, propone a Biagi 20 speciali in seconda serata sullattualit internazionale e sulla cronaca, a partire dai primi mesi del 2003.Laccordo verr formalizzato solo due mesi dopo. Intanto comincia a andare in onda Max e Tux. E come prevedibile, gli ascolti sono deludenti. Il Direttore Del Noce arriva ad attaccare per il flop di Max & Tux Enzo Biagi stesso: Max & Tux sono vittime della solidariet a 9

Biagi che ha provocato un accanimento senza precedenti contro il nuovo programma. Ai giornali vengono dati in pasto dati falsati sul rapporto tra i due programmi. Per ben tre volte il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri dichiara che il nuovo programma superava costantemente gli ascolti de Il Fatto, aggiungendo: Questo triste per Biagi, perch francamente Max & Tux non sono un granch. Le cose si fanno sempre pi difficili anche per il programma promesso a Biagi. Lunica serata disponibile sar il venerd, tradizionalmente serata sfavorita negli ascolti e viene vietato a Biagi di occuparsi della politica italiana. Biagi quindi il 19 aprile 2002 intervistato da Repubblica dichiara: Sono in Rai da 41 anni e, sinceramente, non mi sento di restare a qualsiasi condizione []Ma non sono disponibile a morire per strangolamento, per una lenta asfissia. E' da settembre che non vedo n sento nessuno. Un progetto, soprattutto se nuovo, ha bisogno di lavoro, di scambi di idee, di prime iniziative. Invece, intorno a me, c' solo silenzio e indifferenza: e allora andassero a quel paese.Lultima offerta dalla Rai arriva dal direttore del Tg 3 Antonio Di Bella che propone a Biagi un programma molto simile al Fatto, nella stessa fascia oraria dopo i Tg regionali della sera. La dirigenza RAI cerca di opporsi dichiarando che al canale non saranno destinati nuovi fondi per il programma e che quindi non potr permettersi Biagi. Ma Biagi scrive a Sacc di essere disponibile a lavorare al compenso che tocca allultimo giornalista assunto (senza raccomandazioni) che devolver alla Casa di riposo degli anziani di Lizzano in Belvedere, il mio paese . Sacc allora rilancia la proposta delle puntate in seconda serata, ma con il chiaro intento di confondere le acque, smentire Biagi e allungare i tempi. Lultima offerta di Rai 3, dopo lintervento diretto di Sacc, di condurre il programma prima dei telegiornali ma Biagi non pu accettare, perch A casa mia prima si danno le notizie, poi i commenti. Ma la lettera di licenziamento gi pronta e il 26 settembre viene consegnata a Biagi, a quattro giorni della data in cui, per contratto, si prevedeva il rinnovo automatico, dopo 41 anni di carriera. Sacc continua a rilasciare dichiarazioni volte a screditare Biagi e riversare le colpe sul giornalista, lasciando per intendere che sono ancora aperte trattative. Biagi sordo a qualsiasi proposta. Decide di porre fine a questo indegno trattamento, affidando al proprio avvocato un comunicato il 13 dicembre. Biagi afferma di rinunciare alle proposte di Sacc per ragioni personali. Le porte della Rai si sbarreranno davanti a Biagi per gli anni successivi. Non sar nemmeno invitato alle celebrazioni per i cinquantanni della televisione, lui che ne aveva passati e scritti quarantadue. In questoccasione una giuria di critici e giornalisti votarono Il Fatto come miglior programma giornalistico realizzato nei primi 50 anni della Rai, causando molto imbarazzo nel presentatore Pippo Baudo e nel nuovo direttore Cattaneo. Biagi apprender la notizia da amici dopo la sua pubblicazione 10

sui giornali: Sono un vecchio cronista, se non mi avessero cacciato avrei continuato a raccontare lItalia. Una notizia al giorno, per cinque minuti. Per questo non mi hanno voluto. Li spaventa la realt.

5)Il ritorno
Buonasera, scusate se sono un po' commosso e magari si vede. C' stato qualche inconveniente tecnico e l'intervallo durato cinque anni. C'eravamo persi di vista, c'era attorno a me la nebbia della politica e qualcuno ci soffiava dentro Vi confesso che sono molto felice di ritrovarvi. Dall'ultima volta che ci siamo visti, sono accadute molte cose. Per fortuna, qualcuna anche finita.

cos che dopo cinque anni di lunga assenza, Biagi ritorna. La voce smorzata e gli occhi lucidi lasciano trasparire una velata commozione che contagia subito tutto lo staff, la banda di sempre.L' ironia, anche quella si sente, e pure il gusto di una legittima rivalsa. Ma il tutto dura pochi secondi. Parlare di s non poi cos importante, per il vecchio cronista. C' la realt che bussa, i fatti, le storie da raccontare. Enzo Biagi quello di sempre, e torna a fare il mestiere di sempre dopo cinque anni di esilio dalla Rai.Rimane ancora quello stile inconfondibile, dedito dei grandi successi, quella sobriet e preparazione che hanno contraddistinto da sempre Il Fatto e il suo conduttore.Ma qualcosa cambiato. Biagi appare invecchiato, stanco e provato dalle innumerevoli lotte per tentare di fare la cosa pi banale del mondo: il proprio lavoro.Infatti dir: Abbiamo contro solo lanagrafe. Nessun altro ostacolo lo ferma. Insomma, avanti col lavoro. Purtroppo per Biagi aveva ragione citando il suo unico ostacolo. Difatti pochi mesi pi tardi viene ricoverato in ospedale ed entro alcuni giorni muore.Se ne va un giornalista daltri tempi.Consapevole degli anni che passavano non ha smesso di lottare per la libert di espressione di cui tutti hanno diritto.Nonostante i gravi lutti famigliari, la moglie a cui tanto era legato e la figlia, ha continuato a far sentire la propria voce e ad andare avanti a testa alta. Abbandonato dalla sua seconda casa, la Rai appunto, non si abbatte e viene ripagato con il ritorno, dopo cinque anni, al suo tanto amato lavoro. Con la sua morte se ne va uno degli ultimi cronisti vecchio stampo. Lunico, nonostante appartenesse alla vecchia scuola,capace di dimostrare la 11

propria bravura non solo con articoli di giornale ma anche in video. Sapeva usare la televisione come se fosse un foglio di carta. E con il suo modo di fare pacato riusciva a ridare quella importanza centrale alla parola, alle facce e alle persone che con la televisione era andata persa.Era solito dire: Siamo una vecchia generazione di cronisti. Indro Montanelli se n' andato. Restiamo io e Giorgio Bocca, che teniamo botta perch entrambi dell'agosto del '20. Ma, voglio dire, non durer in eterno. Ho 82 anni. Tra un po' tolgo il disturbo e raggiungo la mia povera moglie al camposanto. E l, tra i miei ultimi ricordi, avr le stucchevoli discussioni con questa gente, dopo la mia onorata carriera, dopo aver lavorato in ogni epoca e con qualsiasi vertice Rai.

Fonti

L. Mazzetti -Il libro nero della Rai-Ed. BUR 2007

E.Biagi -Era ieri- Ed. Rizzoli 2005

Papuzzi A., Professione giornalista, Donzelli, 2003

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