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Titolo: Rime
Pubblicazione: Roma : Biblioteca Italiana, 2003
Lingua: ita
Genere: Poesia
Periodo: 500
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XXII
Re degli altri, superbo e sacro monte,
ch´Italia tutta imperioso parti
e per mille contrade e più comparti
le spalle, il fianco e l´una e l´altra fronte,
de le mie voglie mal per me sì pronte
vo risecando le non sane parti,
e raccogliendo i miei pensieri sparti
sul lito, a cui vicin cadeo Fetonte :
per appoggiarli al tuo sinistro corno,
là dove bagna il bel Metauro e dove
valor e cortesia fanno soggiorno;
e s´a prego mortal Febo si move,
tu sarai ´l mio Parnaso, e ´l crine intorno
ancor mi cingerai d´edere nove.
STANZE
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E se pur fia che le mie insegne sante
lasciando, alcun da me cerchi partire,
de l´altre schiere mie, che son cotante,
sarà trionfo, e non sen´ potrà gire.
Per voi conven che ´l mio valor si cante
in altre parti, sì che ´l possa udire
la gente che non l´have udito ancora
e per usanza mai non s´innamora.
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Come, a cui vi donate voi, disdice,
sed egli a voi di sé si rende avaro,
così voi, Donne, a quei, che v´hanno in vice
di sole a la lor vita dolce e chiaro,
mostrarvi acerbe e torbide non lice;
e quelle men, cui più l´onesto è caro:
che s´io sostenni te, mentre cadevi,
debbo cadendo aver chi mi rilevi.
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