Sei sulla pagina 1di 7

Modulo amplificatore HF-VHF-UHF NWDZ RF_PA v2.

0
Per meno di 10 Euro si può trovare sul mercato cinese un piccolo modulo, siglato
con la sigla NWDZ RF_PA v2.0.

Si tratta di un amplificatore r.f. operante nel range dichiarato 5 MHz.- 700 MHz. , con un
guadagno di circa 40 dB. ed una potenza di uscita superiore ad 1 Watt su tutta la gamma.

Modulo NWDZ RF_PA v2.0 (mm. 45 x 30)

Il dispositivo è molto interessante in campo radioamatoriale, in quanto costituisce un


ottimo front-end fra un v.f.o. (necessita di una potenza di segnale in ingresso di meno di
mezzo milliwatt) e uno stadio di potenza.

Oggi infatti si trovano sul mercato cinese a basso prezzo (circa 25 Euro) dei kit completi
per realizzare amplificatori di potenza HF e VHF a mosfet con 100 Watt di potenza di
uscita che richiedono circa 1 watt di potenza di ingresso, perfettamente raggiungibile da
questo modulo.
Con una spesa poco superiore (circa 50 Euro) è possibile sostituire il mosfet tarocco usato
presente nel kit (MRF9180 o MRF185) con un mosfet MRFE6VP100 nuovo della NXP,
che permette, senza alcuna altra modifica del circuito, di raggiungere una potenza in
antenna di 100 Watt, con al massimo 1 watt di potenza di ingresso sulla banda dei 2 metri.

A proposito di questi kit cinesi (e del modulino in oggetto) apro una parentesi.
I kit sono completi di ogni componente, anche se completamente privi di documentazione
e di marcatura dei valori sugli strip dei condensatori. La documentazione comunque si
trova in rete, mentre per i condensatori occorre un capacimetro (funzione presente su
quasi ogni tester).
Il pro è il basso costo e la fornitura nel kit di componenti difficilmente reperibili sul mercato
o difficilmente auto costruibili (come i cavetti schermati a 25 Ohm di impedenza, i
condensatori SMD ad alta tensione, il circuito stampato doppia faccia a foro metallizzato).
Il contro è la pessima qualità dei mosfet. Quelli forniti con il kit sono usati e spesso non
funzionano o funzionano malissimo. Sul mercato cinese si trovano anche a basso costo
mosfet di potenza “nuovi”. Sono tutti taroccati, dentro c’ è di tutto salvo quello dichiarato
sull’ involucro. Meglio buttare nel cestino della spazzatura il mosfet e comprarne uno
nuovo da un distributore serio. Per il 100 watt un’ ottima scelta è il MRFE6VP100HR6
della NXP. Che funziona senza alcuna modifica.
Con una minima modifica (aggiungendo un condensatore ed una resistenza) si può
montare sulla scheda il mosfet MRFE6VP6300HR5 capace di erogare 300 watt oppure il
mosfet MRFE6VP5600HR6 capace di erogare 600 watt. Questi mosfet, reperibili presso
fornitori italiani, sono di classe HR, ovvero resistenti ad un ROS 65:1 senza deteriorarsi, e
permettono, con un costo sotto i 100 euro di avere un modulo amplificatore robusto ed
affidabile.

Per gli amanti del QRP il modulino può essere anche usato come stadio finale di
trasmissione.

E’ necessario premettere che, così come è venduto, il modulo NON FUNZIONA, o meglio,
è possibile utilizzarlo solo a potenza molto ridotta, alimentandolo a non più di 8 volts, se si
è disposti ad avere un modulino che scalda come una stufa.
Se si tenta di alimentarlo a più di 8 – 8.5 volts (o ancor peggio a 15 volts come dichiarato
dal venditore) il modulino “muore” dopo pochi secondi, a causa della rottura del gate del
mosfet U2.
Fortunatamente per me, che per trovare la soluzione ho fuso almeno 4 modulini, il mosfet
di ricambio si trova (sempre sul mercato cinese) a meno di 50 centesimi di Euro, e per
circa 2 euro si trovano mosfet “nostrani” della ST che migliorano notevolmente le
prestazioni del modulino, come spiegato nel seguito.
In questo articolo espongo le soluzioni per ottenere le massime prestazioni dal modulino e
l’ analisi delle capacità e dei limiti dello stesso.

Analisi del circuito e modifiche consigliate

Circuito originale del modulo NWDZ RF_PA v2.0


Il modulo si compone di 2 stadi di amplificazione.
Il primo stadio è costituito da un amplificatore MMIC ASL550, progettato come
amplificatore per CATV, e quindi con un’ impedenza di ingresso di 75 OHM.
Se la cosa dovesse presentare un problema a causa della lunghezza dei cavi di ingresso,
è possibile ridurre l’ impedenza di ingresso a 50 Ohm semplicemente mettendo in parallelo
al connettore di ingresso una resistenza SMD del valore di 150 Ohm. La cosa non è
comunque necessaria se il cavo tra il modulo ed il VFO è lungo pochi centimetri.
Il primo stadio è alimentato a 5 Volts, tramite uno stabilizzatore di tensione 78L05,
preceduto da uno zener che serve a ridurre la tensione di ingresso allo stabilizzatore,
specialmente se il modulo è alimentato a 15 Volts, per ridurne la potenza dissipata.
Il regolatore di tensione serve inoltre per stabilizzare la tensione di polarizzazione del gate
del mosfet U2.

Il secondo stadio usa un mosfet di potenza RD01MUS1


della Mitsubishi, capace di erogare 3 watt in HF, 2 watt
a 144 MHz. E poco più di 1 watt a 430 MHz. La
polarizzazione del mosfet, nel circuito originale, è errata
per il mosfet usato, in quanto con il partitore originale
R4-R6 la tensione di polarizzazione del mosfet è di più
di 3.5 Volts, il che porta ad una corrente a riposo di
circa 500 mA con VDS=10 Volts, ed una corrente che
supera i 600 mA (il massimo valore ammissibile per il
mosfet) se alimentato a 15 Volts. senza contare l’
eccessivo calore prodotto dal mosfet in tali condizioni, una corrente di 600 mA porta ad
una immediata distruzione del mosfet.
Sostituendo R6 con una resistenza da 2.2 KOhm la corrente a riposo del mosfet scende a
meno di 100 mA. e il circuito funziona correttamente se alimentato a 14-15 Volts.
Oltre tale tensione non si notano significativi aumenti della potenza erogata.

Una modifica che migliora notevolmente le prestazioni del modulino consiste invece
nel lasciare la polarizzazione originaria per R4-R6 a 3.5 volts e sostituire il mosfet con un
analogo PD85004 della ST, che ha le stesse dimensioni e lo stesso pinout, e che con la
polarizzazione originaria con R6=5KOhm ha una corrente di riposo inferiore a 50 mA con
VDS=15 V. (tensione e corrente dichiarate ottimali dal costruttore per questo dispositivo).
Questo mosfet (reperibile presso il distributore MOUSER a circa 2 euro) è originariamente
concepito come amplificatore nella banda degli 800 MHz. ma funziona ottimamente anche
in HF e VHF, riuscendo ad erogare, con il modulino alimentato a 13-15 volts, una potenza
non inferiore a 4 watt per frequenze comprese tra 1 MHz. E 500 MHz (oltre non ho
provato)., con una potenza di ingresso di -10/-4 dBm. Per ottenere la massima potenza a
frequenze superiori a 150 MHz. occorre portare la tensione di polarizzazione del mosfet a
circa 3.7-3.9 volts, con una corrente a riposo di circa 150 mA. Polarizzando in tal modo il
mosfet in classe A.

Come illustrato nel seguito di questo articolo, tali potenze di uscita sono comunque
utilizzabili solo in F.M. in quanto a questi livelli di potenza il modulo presenta un guadagno
assolutamente non lineare, oltre ad una distorsione non trascurabile di terza armonica e
gravi problemi di intermodulazione (notevolmente ridotti polarizzando il mosfet in classe
A).

analisi delle potenzialità e dei limiti del modulo con mosfet originale.

10 MHz. Potenza massima con V.Alim=14 Volts 3.4 Watt con potenza ingtesso -10 dBm

Zona lineare: Potenza massima 30dBm con


potenza di ingresso -18 dBm.

30 MHz. Potenza massima con V.Alim=14 Volts 3.5 Watt con potenza ingtesso -8 dBm

Zona lineare: Potenza massima 32dBm con potenza di ingresso -15 dBm.
144 MHz. Potenza massima con V.Alim=14 Volts 2.4 Watt con potenza ingtesso -4 dBm

Zona lineare: Potenza massima 32dBm con potenza di ingresso -12 dBm.
430 MHz. Potenza massima con V.Alim=14 Volts 1.4 Watt con potenza ingtesso -2 dBm

Zona lineare: Potenza massima 32dBm con potenza di ingresso -2 dBm.

Potenza di uscita in funzione della frequenza

Il guadagno del modulo per piccoli segnali Supera i 45 dB per frequenze finoa 150 MHz.
Per scendere fino a 35 dB per frequenze superiori ai 300 MHz.

La potenza di uscita resta sempre sopra i 31 dB per frequenze fino a 500 MHz. con
potenza di ingresso -2…0 dBm.
Intermodulazione

Le due immagini mostrano lo spettro del segnale di uscita con segnale di ingresso
composto da due frequenze distanziate di 150 KHz. Se il livello di uscita non supera i 20
dBm (100 mW) il segnale di uscita è pulito (intermodulazione inferiore a -36 db) mentre
con segnale di uscita che si avvicina alla potenza massima (30 dBm) le frequenze spurie
di intermodulazione raggiungono un livello di -10 dB rispetto ai segnali originari.

Concludendo, la potenza massima è sfruttabile solo in modulazione FM mentre volendo


utilizzare il modulo in AM o in SSB la potenza di uscita utile non supera i 100-200 mW.
I grafici e le immagini sopra riportati sono
stati rilevati con uno strumento
multifunzione autocostruito, che unisce le
funzioni di generatore RF nel range 1 Hz-
520 MHz. con potenza di uscita nel range
-75dBm-0 dBm , analizzatore di spettro
nel range 1MHz-1.800 GHz, wattmetro e
rilevatore selettivo di radiofrequenza, la
cui foto è riportata qui a lato.
Il progetto dello strumento è illustrato in
un altro documento presente su questo
sito.

Il modulo NWDZ RF_PA è utilizzato come stadio pilota di un amplificatore RF a larga


banda per la gamma dei 2 metri, operante nel range di frequenza 80MHz-220 MHz. con
potenza di uscita di 100 Watt in FM e potenza di ingresso di 0.5 milliWatt, oggetto di un
altro articolo su questo sito.

Potrebbero piacerti anche