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Rivelazioni della loggia P2 nel 1981

ABSTRACT

Lo scopo di questo elaborato è quello di voler fare un rapido excursus sulle vicende
inerenti i movimenti massonici che si sono sviluppate in Italia dagli anni 30, periodo in
cui la massoneria cominciava a permeare il tessuto politico italiano, fino alla fine degli
anni 80, ovvero quando in seguito alle rivelazioni della magistratura e alle prove
scaturite dalle indagini della guardia di finanza, si è aperto un dibattitto nazionale sui
fini ed i modi delle logge massoniche, nello specifico sulla loggia Propaganda 2 (in
seguito rinominata P2). Ad oggi infatti, ci sono ancora molte domande aperte
sull’argomento, in particolare, dopo che molti presunti colpevoli di stragi e attentati
sono stati arrestati, rimane ancora aperta la fatidica domanda, se veramente dietro la
cosiddetta “strategia della tensione” ci fosse il benestare della P2. Licio Gelli, famoso
imprenditore e gran maestro della loggia, ha lasciato diverse dichiarazioni in merito,
prendendo le distanze da tutta una serie di collegamenti alle stragi che gli sono stati
presentati, anche se, durante diverse interviste rilasciate a quotidiani e settimanali
nazionali, molte delle sue affermazioni risultavano essere sempre al limite del
moralmente accettabile (come ad esempio quando più volte ha affermato di essere un
fascista convinto) o quantomeno presentavano delle parvenze di forte ambiguità (ad
esempio quando ha dichiarato durante un’intervista con Maurizio Costanzo che
lentamente tutto il suo piano stava prendendo forma e a mano a mano che gli anni
passavano, si stava realizzando ciò che lui avrebbe predetto). Questo approccio alle
dichiarazioni di pubblico dominio ha contribuito a rendere l’argomento ancora più
nebuloso di quanto in realtà esso già non fosse e ad alimentare due fazioni contrapposte
dell’opinione pubblica in merito all’operato della loggia P2. Se da una parte infatti, la
strategia della tensione ha presentato per molti, collegamenti palesi e definiti tra le
organizzazioni filofasciste che hanno materialmente effettuato gli attentati e lo stesso
Gelli, dall’altra parte molti giornalisti italiani hanno affermato che Gelli non sarebbe
stata la mente diabolica che gli accusatori hanno voluto rappresentare, in quanto non
aveva le capacità intellettive ed i mezzi necessari per poter attuare delle operazioni
terroristiche tanto complesse e raffinate. Le uniche certezze che ad oggi abbiamo su
questo argomento sono che, durante quel periodo, Licio Gelli abbia lavorato
alacremente per tessere relazioni sociali con ministri, politici, esponenti dei vertici
militari e giornalistici italiani, per espandere quanto più possibile l’influenza della P2
verso le diverse sfere sociali statali. In modo da poter influenzare gli eventi ed i processi
decisionali più importanti, per trarne un beneficio per sé e per i suoi adepti. Tutto questo
anche utilizzando dei modi poco ortodossi o in alcuni casi illegali (come il presunto
furto di lingotti d’oro dal patrimonio di Pietro II di Jugoslavia nel 1941), al fine di
arricchire le casse della loggia per poter poi finanziare la sua campagna di reclutamento
di nuove importanti personalità. Inoltre bisogna ricordare che, ad ogni modo, le stragi
italiane (strage di piazza Fontana, bomba alla stazione di Bologna, etc.) hanno segnato
per sempre la popolazione italiana, lasciando intravedere quel sottile strato di interessi
reciproci che c’è ancora tuttora tra alcune parti dello Stato italiano e alcune
organizzazioni criminali, per mantenere determinati equilibri di potere, senza i quali ci
sarebbe un dissesto delle gerarchie sociali ed una crisi socio-economica in molte regioni
italiane, in particolari quelle più povere. Si può dire senza dubbio, quindi, che seppure
non si è sicuri che la Loggia P2 e Gelli siano stati i promulgatori dei malefici piani di
tali attentati terroristici, sicuramente abbiano contribuito ad alimentare la sfiducia dei
cittadini nelle istituzioni e nella politica attuale, alimentando un clima di ignoranza,
superficialità e indifferenza che purtroppo ancora oggi regna nella nostra nazione, non
permettendoci di raggiungere obiettivi di intelligenza collettiva e disgregando l’identità
nazionale di ogni singolo cittadino che abbia a cuore la propria nazione.

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