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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA

FACOLTÀ DI PSICOLOGIA
CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN PSICOLOGIA
CURRICULUM “PROCESSI DI INTERVENTI CLINICO/SOCIALI”.

FUNZIONI ESECUTIVE E CONSUMO DI DROGHE


NEGLI ADOLESCENTI SPAGNOLI

Relatore:
Ch.ima prof.ssa CATIA GHINELLI

Correlatore:
Prof.ssa PAOLA CORSANO

Correlatore:
Prof. MIGUEL ÁNGEL MUÑOZ GARCÍA

Laureanda:
ANNA PUNZO

ANNO ACCADEMICO 2010-2011


La vera cosa importante nella scienza
non è solo scoprire nuovi fatti,
ma piuttosto nuovi modi di pensarli

William Bragg (1915)


RINGRAZIAMENTI

Desidero innanzitutto ringraziare la Professoressa Catia Ghinelli, per aver permesso che
questo mio progetto di tesi si realizzasse, per avermi dato fiducia e per l’autonomia
concessami nello svolgimento del mio lavoro.

Ringrazio inoltre molto sentitamente il Professor Miguel Ángel Muñoz García, mio
correlatore per questa tesi, per avermi seguito con completa disponibilità e pazienza
negli ultimi mesi, per l’umiltà mostrata durante il lavoro insieme, per i consigli dati e gli
incoraggiamenti calorosi, sempre disponibile a dirimere i miei dubbi durante la stesura
di questo elaborato.

Ringrazio con immenso affetto la dottoranda Marlen Figueroa Varela, per la complicità
raggiunta nei mesi in cui la ricerca veniva effettuata nelle scuole, per l’incessante
entusiasmo riposto in questo progetto, per gli insegnamenti preziosi e per l’aiuto
materiale e morale che sempre mi ha fornito. Assieme a lei ringrazio tutto il
Departamento de Personalidad, Evaluación y Tratamiento Psicológico della Facoltà di
Psicologia di Granada per l’opportunità concessami.

Un ringraziamento caloroso va ai miei amici Tommaso e Veronica per avermi sempre


sostenuto e animato, per essermi sempre stati vicini e per avermi aiutato nel momento
del bisogno. La vostra vicinanza è per me preziosa e fonte di energia per qualsiasi
avventura da intraprendere nella vita.

Infine esprimo i miei più sinceri ringraziamenti ad Alfonso, compagno ed amico, per
l’interesse verso questo mio lavoro e per la pazienza e comprensione mostratami
durante la sua realizzazione, ma soprattutto per il tempo dedicato ad aiutarmi, per gli
incoraggiamenti e i sorrisi preziosi. Grazie per aver condiviso con me qualcosa per me
importante.
INDICE
RINGRAZIAMENTI ........................................................................................................5
PREFAZIONE .................................................................................................................11
PARTE I
CAPITOLO PRIMO
L’ADOLESCENZA E LE SOSTANZE..........................................................................17
1.1. L'adolescenza: tappa di cambiamenti ...................................................................17

1.2. Che cosa sono le droghe ....................................................................................... 19

1.2.1. Uso, abuso e dipendenza ...............................................................................19


1.2.2. Classificazione delle sostanze .......................................................................20
CAPITOLO SECONDO
TENDENZA DEI CONSUMI IN SPAGNA ..................................................................23
2.1. Tendenze di consumo secondo l’ osservatorio Spagnolo sulle Droghe ...............23

2.1.1. I risultati del Questionario Statale su Uso di Droghe in Studenti di Scuola


Secondaria (ESTUDES) .......................................................................................... 24
CAPITOLO TERZO
FATTORI INFLUENTI SUL CONSUMO DI SOSTANZE ..........................................35
3.1. Fattori generali che condizionano l'inizio del consumo, il mantenimento e lo
stabilimento di una dipendenza a sostanze psicoattive. ...............................................35

3.2. Fattori di rischio ...................................................................................................36

3.3. Fattori di protezione ............................................................................................. 39

3.4. La resilienza..........................................................................................................40

3.5. Alcuni fattori particolari che hanno influenza sull'inizio del consumo di droghe 41

3.6. Le funzioni esecutive e la presa di decisioni ........................................................ 42

3.7. Il ruolo dell’impulsività nell’uso di sostanze ....................................................... 45

3.7.1. I questionari per la valutazione dell’impulsività ...........................................46


3.7.2. Le prove di laboratorio per la valutazione dell’impulsività .......................... 46
3.7.3. Modelli di vulnerabilità: l’impulsività in popolazioni ad alto rischio ...........47
3.8. Decision making, impulsività e percezione del tempo .........................................51

3.8.1. Presa di decisioni ed impulsività ...................................................................52


3.8.2. I modelli cognitivi che uniscono la percezione de tempo e l'impulsività ......53
3.8.3. Due procedimenti essenziali per gli studi sulla percezione del tempo ..........55
3.8.4. Le conseguenze di un’alterata percezione del tempo ....................................56
PARTE II
CAPITOLO QUARTO
PROGETTO DI RICERCA ............................................................................................. 61
Introduzione .................................................................................................................61

4.1. Ipotesi e obiettivi ..................................................................................................62

4.2. Popolazione di riferimento e contesto del campionamento ..................................62

4.3. Campionamento ....................................................................................................63

4.4. Strumenti utilizzati ............................................................................................... 64

4.4.1. Prove fisiche ed elettrofisiologiche ............................................................... 65


4.4.2. Prove soggettive (questionari) .......................................................................65
4.4.3. Test comportamentali .................................................................................... 71
4.5. Procedimento Generale ........................................................................................ 71

CAPITOLO QUINTO
ANALISI DEI DATI .......................................................................................................73
5.1. Prevalenza e modello del consumo di droghe degli adolescenti dell’Andalusia
Orientale ...................................................................................................................... 73

5.1.1 Estensione del consumo di sostanze ............................................................... 73


5.2. Fattori associati al consumo di droghe .................................................................75

5.2.1. Risultati in riferimento alla sostanza Tabacco ...............................................77


5.2.2 Risultati in riferimento alla sostanza Alcool ..................................................81
5.2.3. Risultati in riferimento alla sostanza Cannabis .............................................86
5.2.4. Policonsumo ..................................................................................................90
CONCLUSIONI ..............................................................................................................91
ALLEGATO .................................................................................................................... 97
BIBLIOGRAFIA ...........................................................................................................115
PREFAZIONE

Il personale interesse verso il mondo delle sostanze, dell’uso, abuso delle droghe e della
dipendenza nacque molti anni fa grazie a diversi tipi di collaborazione e contatto con gli
operatori del Servizio Tossicodipendenze della mia città e che si è rafforzato nell’ultimo
periodo della mia formazione avendo avuto la possibilità di svolgere molte ore di
tirocinio formativo presso questa stessa struttura.
Alle esperienze e curiosità potute sperimentare personalmente in un centro
sociosanitario dedicato alla cura e riabilitazione delle persone con problemi di
dipendenza, nonché alla prevenzione, ho potuto unire l’opportunità unica e preziosa di
poter collaborare a un progetto di ricerca su questo tema, messo in atto in una Università
straniera che ho frequentato per un anno accademico grazie al progetto Erasmus
concessomi. In Spagna dunque mi è stata data l’opportunità di collaborare all’interno
del Dipartimento di Psicologia, con il fine di poter lavorare al mio elaborato di tesi, in
un progetto sperimentale sulle funzioni esecutive negli adolescenti e l’uso di sostanze.

Entrando nel particolare il lavoro qui da me presentato è frutto della cooperazione tra il
Dipartimento di Psicologia e di quello di Scienze dello Sport dell'Università di Granada
che si impegnarono in un vasto e lungo progetto il cui obiettivo generale di ricerca è
realizzare un studio su determinate abitudini di salute relazionate con l'esercizio
sportivo, l'alimentazione ed il consumo di sostanze nei giovani di età scolare
appartenenti alla Comunità Autonoma dell’Andalusia. In particolare, focus del presente
lavoro sarà quello di esaminare le interrelazioni e covariazioni di parametri psicologici
come predittori di buona salute fisica e psicologica, oltre all'uso di sostanze. Quando si
parla di sostanze, si farà riferimento non soltanto alle droghe illegali, ma anche a
sostanze quali il tabacco e l’alcool.
Il consumo di droghe e le diverse conseguenze implicate rappresenta, senza dubbio, uno
dei temi che più preoccupano i cittadini ed una seria minaccia per la convivenza sociale,
punto che ci fa interrogare su come stiamo contribuendo attualmente alla
consapevolizzazione della società sul fenomeno delle droghe. Le pagine seguenti
nascono dagli sforzi che, dalle istituzioni pubbliche e l'iniziativa sociale, si stanno
applicando in Spagna per prevenire il consumo ed abuso di droghe. Tutto ciò secondo
una prospettiva di cooperazione ed omologazione delle strategie politiche che si stanno
applicando nei differenti paesi che conformano l'Unione Europea, con il fine di
aumentare l'unità territoriale della lotta contro le droghe. Le cause che agiscono sul
comportamento del consumo di droghe, in qualsiasi delle sue fasi, sono di natura
diversa e di dinamica complessa, cosicché non è strano che i programmi di trattamento
abbiano un rendimento che, in molti casi, è meno efficace di quello che si desidera. Per
questo motivo, in questo ambito delle drogodipendenze come in altri della Sanità
Pubblica, si è venuto a considerare che la prevenzione è un aspetto di intervento
prioritario e desiderabile, con una migliore relazione costo / beneficio che il trattamento
o la riabilitazione. Tuttavia, una premessa essenziale affinché questa considerazione
possa essere presa in conto seriamente è che la prevenzione si basi su solidi fondamenti
e si senta appoggiata dalla ricerca scientifica.
La conoscenza dei modelli del consumo di droghe degli adolescenti dell'Andalusia
Orientale e dei fattori associati a detto consumo può apportare un'informazione
fondamentale per la previsione di quello che può succedere nei prossimi anni in
riferimento a questo importante problema. Inoltre, la realizzazione di studi, come quello
che qui si presenta, deve essere una premessa essenziale di fronte al disegno e alla
pianificazione di strategie di prevenzione efficaci il cui oggetto sia la riduzione
dell'abuso di droghe tra i giovani.
Senza alcun dubbio questo lavoro non pretende esaurire le conoscenze su un tema così
ampio e complesso come quello dell’uso di sostanze tra i giovani bensì vuole aprire una
piccola finestra sui processi che stanno alla base dell’inizio di tale comportamento.

Nella prima parte del lavoro si presenta una rapida analisi sul concetto di adolescenza e
le droghe, presentando dettagliatamente la situazione attuale sull’uso di sostanze, legali
e illegali, tra gli adolescenti spagnoli secondo l'Osservatorio Spagnolo sulle Droghe.
Verrà svolta inoltre una revisione critica della letteratura scientifica sulle interrelazioni
tra parametri psicologici come predittori dell'uso precoce di sostanze, con particolare
riferimento alle funzioni esecutive.
Nella seconda parte della tesi si espone dunque la ricerca sviluppata dal Dipartimento di
Psicologia e dal Dipartimento di Scienze dello Sport dell'Università di Granada, nonché
l'analisi effettuata sui dati acquisiti ed i risultati ottenuti.
PARTE I
CAPITOLO PRIMO

L’ADOLESCENZA E LE SOSTANZE

1.1. L'adolescenza: tappa di cambiamenti

L'adolescenza è stata definita da numerosi autori come un periodo di transizione che


vive l'individuo nel passaggio dall'infanzia alla giovinezza (Frydenberg, 1997). Nelle
società attuali, il periodo dell'adolescenza sembra che sia andato allungandosi
progressivamente, di fatto che attualmente abbraccia un intervallo d’ età compreso tra i
12 e i 20 anni. Questo periodo normalmente si divide in tre tappe, ognuna di esse con
caratteristiche proprie. La prima di esse si denomina prima adolescenza, ed include
giovani dai 12 ai 14 anni di età; la seconda è l'adolescenza mediana, qui si inquadrano
quelli dai 15 ai 17 anni, e l'ultima tappa è quella chiamata adolescenza tardiva, che va
dai 18 a 20 anni.
È abituale nella letteratura scientifica identificare questa fase dello sviluppo
biopsicosociale dell'individuo come una delle sue tappe più importanti, caratterizzata
della brevità e rapidità dei cambiamenti fisici, sociali, cognitivi e psicologici che si
producono. Come hanno segnalato Bruhn e Philips (1985), l'adolescente si trova in un
momento di ricerca di un'immagine che non conosce in un mondo che appena
comprende e con un corpo che sta iniziando a scoprire. Gli adolescenti si trovano in un
momento di indefinizione personale che a sua volta viene accompagnata dal desiderio di
conquistare lo status di adulto e di allontanarsi dai ruoli infantili. Questa transizione
provoca cambiamenti nelle relazioni degli adolescenti con gli altri, come nell'ambito
scolare, poiché passano dalla scuola primaria alla secondaria ed in molte occasioni è il
momento nel quale devono prendere decisioni circa il loro futuro accademico e
professionale, svolgendo così un ruolo cruciale per la loro autodefinizione (Musitu et
al., 2001). Durante l'adolescenza si sviluppa il pensiero astratto, il ragionamento morale
ed il sistema proprio di valori. In questo modo, le preoccupazioni che gli adolescenti
esprimono e l'uso che fanno delle loro strategie di raffronto includono un rango di stili
cognitivi ed abilità che riflettono differenti livelli di pensiero concreto ed astratto. In
questo stadio l'individuo sviluppa la capacità di ragionare in termini proposizionali ed è
capace di trattare problemi astratti, basarsi su ipotesi, su possibilità puramente teoriche e
su relazioni logiche, prevalendo così la cosa possibile sulla cosa reale (Ségond, 1999).

L'adolescenza è dunque il momento della vita durante il quale realmente cominciamo a


comprendere il mondo che ci circonda ed a trovare posto in esso. Questo apprendistato
implica il tentare nuove esperienze, alcune delle quali possono risultare rischiose o
perfino pericolose. I giovani a questa età anelano l'eccitazione in una forma che la
maggioranza degli adulti trova difficile da comprendere, soprattutto le attività eccitanti
che possono risultare pericolose. Molti giovani cercano queste sensazioni nella musica,
nello sport o altre attività che necessitano di gran quantità di energia ma che implicano
un scarso rischio fisico; altri attraverso comportamenti più pericolosi.
Tradizionalmente, l'adolescenza ha rappresentato un periodo critico nell'inizio e
sperimentazione nel consumo di sostanze psicoattive (Espada, Méndez, Griffin y
Botvin, 2003; Steinberg y Morris, 2001), e da sempre ha attratto, e in misura maggiore
ai giorni nostri, l'interesse dei ricercatori. Diversi autori (Hansen y O'Malley, 1996;
López, Martín y Martín, 1998; Petraitis, Brian y Miller, 1995; Pons y Berjano, 1999;
Pons y Buelga, 1994; Ravenna, 1997), considerano che è la prima adolescenza il
periodo in cui si sviluppa l'inizio del consumo di droghe; nell'adolescenza mediana è
dove ha luogo la cuspide del consumo e nell'adolescenza tardiva dove già si può parlare
di drogodipendenza. Tra le peculiarità di ognuna delle tappe a cui si è fatto riferimento,
si può segnalare che nella prima adolescenza è quando si producono i maggiori
cambiamenti di tipo biologico e fisico. Le fluttuazioni dello stato d’animo brusche e
frequenti accadono nell'adolescenza mediana, periodo in cui il livello de autocoscienza
è molto alto a causa del quale sentono una maggior preoccupazione per l’immagine che
gli altri percepiscono di loro. Infine, nell’adolescenza tardiva è quando aumenta il
rischio di comportamenti disadattivi, come l’abuso di droghe, comportamenti
aggressivi, la guida temeraria o atti sessuali a rischio (Musitu et al., 2001).
1.2. Che cosa sono le droghe

L'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS, 1992) definisce il concetto di droga


come “qualsiasi sostanza che introdotta in un organismo vivente, può modificare una o
più funzioni del Sistema Nervoso Centrale”. Si tratta di una definizione molto ampia,
che fa rientrare in questa vasta categoria tutti i farmaci, gli alimenti, i prodotti chimici o
di sintesi in grado di modificare le funzioni biologiche. Genericamente le chiamiamo
"droghe" o "sostanze" benché la sua denominazione specifica sia "droghe psicoattive."

1.2.1. Uso, abuso e dipendenza

Come incontriamo nella Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10) bisogna


distinguere tre possibili tipologie di relazione che può instaurarsi tra un' individuo e le
sostanze che si possono chiamare droghe: uso, abuso e dipendenza.

Per uso si intende il consumo della sostanza in forma saltuaria e generalmente


ricreazionale, senza ancora produrre le conseguenze sociali e mediche associate
all'assuefazione. Questo tipo di consumo è il più abituale quando si usa una droga di
forma sporadica e si impiega a dose moderata (Graña, 1994). L'uso di una sostanza non
ha nessun significato clinico o sociale, cioè non provoca problemi né ha effetti medici,
sociali o familiari in generale, e non appare considerato nei manuali internazionali di
diagnosi DSM-IV-TR (APA, 2002) e ICD-10 (OMS, 1992). Può succedere anche che si
produca un uso continuato intermittente o un alto consumo solo i fine settimana.
Generalmente si definisce l'uso e l'abuso come un continuum che va da una prima
assunzione, in molti casi con il semplice fine di sperimentare, fino all'uso regolare ed
eccessivo.

In realtà si parla di abuso quando c'è un uso continuato nonostante la consapevolezza


delle conseguenze negative derivate. Questa forma di relazione con la sostanza sì che
implica una patologia, come si può osservare nei sistemi di classificazione
internazionale di malattie. Il DSM-IV-TR (APA, 2002) definisce l'abuso di sostanze
come un patrono disadattivo di consumo che si manifesta con conseguenze negative
(inadempimento di alcuni doveri, consumo in situazioni nelle quali risulta pericoloso,
problemi legali, sociali ed interpersonali) che avviene in maniera ripetuta per 12 mesi.
La categoria di abuso di sostanze non è applicabile alla nicotina né alla caffeina.
A differenza del DSM-IV in cui si usa il termine “abuso”, nell’ICD-10 (OMS, 1992)
troviamo il cosiddetto “uso dannoso”, inteso come una forma di consumo che sta
colpendo già la salute fisica o mentale dell'individuo, comprensivo della
compromissione del giudizio e con conseguenze sociali avverse, benché specifichi che il
rifiuto sociale da solo e le intossicazioni acute per se stesse non sono criteri sufficienti
per la diagnosi. Tanto nel DSM-IV-TR come nel ICD-10 si avverte come non si debba
diagnosticare abuso quando esistono evidenze di dipendenza.

La dipendenza sorge con l'uso eccessivo di una sostanza che genera conseguenze
negative significative durante un ampio periodo di tempo. Secondo l'ultima versione del
ICD-10, la dipendenza avviene quando si è instaurato un uso abusivo della sostanza,
acquisendo quest’ultima la massima priorità e quando appaiono gli effetti di tolleranza e
astinenza. Come si può notare, la dipendenza ad una sostanza non è quantificabile, non
possiamo infatti parlare di intensa o moderata dipendenza. La dipendenza si instaura o
no in un momento dell'evoluzione del consumo. Nella catalogazione dell'OMS si
sottolinea la perdita di libertà che suppone la dipendenza, lasciando in secondo piano
altre fonti di piacere che l'individuo possedeva prima che si instaurasse la dipendenza.

1.2.2. Classificazione delle sostanze

Esistono diverse tassonomie proposte con l'obiettivo di classificare le sostanze


psicoattive. A volte secondo la sua origine (naturali, sintetiche, semi-sintetiche) altre
volte secondo il mezzo culturale (leggere e pesanti) ed altre secondo criteri giuridici
(legali/non legali, istituzionalizzate /non istituzionalizzate). Una delle più utilizzate è
quella che, in funzione dei suoi effetti sul Sistema Nervoso Centrale, li classifica in
stimolanti (per esempio, la nicotina o la cocaina), deprimenti (per esempio, l'alcool o gli
oppiacei) e allucinogeni (come la cannabis). In molti casi queste definizioni si sono
viste influenzate per il contesto storico, culturale e sociale.

- Droghe che deprimono il Sistema Nervoso Centrale (alcool, barbiturici, ipnosedativi,


benzodiazepine):
si tratta generalmente di sostanze che assunte in piccole quantità riducono gli stati
d’ansia e di tensione, la capacità di concentrazione e la memoria, inducendo stati di
benessere, di rilassamento e di lieve euforia. In dosi più elevate però diminuiscono
l’autocontrollo, il senso critico e aumentano gli stati di irritabilità e i comportamenti
aggressivi.

- Droghe che riducono il dolore (oppioidi):


riescono a ridurre gli stati di angoscia e di ansia determinando sensazioni di calore e di
tranquillità, riducono la sensibilità e le reazioni emotive al dolore ed interferiscono in
modo limitato con il funzionamento fisico e mentale. Dosi elevate provocano sedazione,
stupore, sonno, perdita di coscienza. Dosi ripetute provocano in genere tolleranza e
dipendenza fisica, cosa che ne richiederebbe dosi sempre maggiori.

- Droghe che stimolano il Sistema Nervoso Centrale (anfetamine, cocaina, caffeina,..):


aumentano la vigilanza, diminuiscono la sensazione di fame e di fatica e quindi
incrementano la capacità di svolgere compiti fisici o psicologici prolungati. Producono
ad alti dosaggi effetti fisiologici che possono portare a comportamenti aggressivi,
violenti o disforici e a bassi dosaggi favoriscono sensazioni di euforia e di eccitazione.
In genere queste sostanze, se assunte con regolarità, possono produrre tolleranza e
dipendenza psicologica, più raramente fisica.

- Droghe che alterano la funzione percettiva (funghi, LSD, cannabis, ecstasy):


incrementano e modificano le esperienze sensoriali, favoriscono in genere le sensazioni
di euforia (più raramente di ansia e panico) e alterano il pensiero. L’uso dei derivati
della cannabis producono soprattutto rilassamento, sonnolenza, voglia di parlare e di
ridere; l’LSD favorisce fenomeni allucinatori; il PCP provoca comportamenti estatici,
sedazione e stimolazione. Con dosi elevate si possono avere episodi di confusione
mentale, disorientamento, agitazione, panico.
CAPITOLO SECONDO

TENDENZA DEI CONSUMI IN SPAGNA

2.1. Tendenze di consumo secondo l’ osservatorio Spagnolo sulle


Droghe

Nel 2008 l'Osservatorio Spagnolo sulle Droghe (OED) realizzò una nuova ricerca
ESTUDES, incorniciata nella serie di ricerche che si stanno sviluppando in Spagna in
forma biennale dal 1994, con l'obiettivo di conoscere la situazione e le tendenze del
consumo di droghe tra gli studenti di 14-18 anni che frequentano quelle che sono
definite Scuole Secondarie. Questi studi sono stati finanziati e promossi dalla
Delegazione del Governo per il Piano Nazionale sulle Droghe (DGPNSD) e hanno
contato sulla collaborazione dei Governi delle Comunità Autonome (Piani
Autonomistici su Droghe e Consigli di Educazione) e del Ministero dell’ Educazione.
L'obiettivo generale di questi studi è conoscere la situazione e le tendenze del consumo
di droghe tra i partecipanti, col fine ultimo di ottenere informazioni utili per progettare e
valutare politiche dirette a prevenire il consumo ed i problemi di droghe, dirette
soprattutto all’ ambito familiare e/o scolare. Queste informazioni completano quelle
ottenute con altre metodologie, come gli indicatori di problemi di droghe (ammissioni a
trattamento, urgenze ospedaliere o mortalità relazionata con le droghe), l'Inchiesta
Domiciliare su Alcool e Droghe in Spagna (EDADES) o gli indicatori di offerta e
controllo dell'offerta. Benché ci siano stati leggeri cambiamenti nel questionario e nei
procedimenti di ottenimento dei dati durante il periodo, la metodologia è stata
abbastanza uniforme, cosicché si possono utilizzare i dati per osservare tendenze
temporanee. D'altra parte, il questionario e la metodologia utilizzati sono abbastanza
simili a quelli utilizzati nell'Unione Europea e negli Stati Uniti, ciò facilita
comparazioni internazionali.
2.1.1. I risultati del Questionario Statale su Uso di Droghe in Studenti di Scuola
Secondaria (ESTUDES)

Partendo da una lettura attenta dei risultati ottenuti, raccolti nella relazione OED 2009,
si può osservare che, in riferimento all'estensione del consumo di droghe, allo stesso
modo che in anni precedenti, nel 2008 le droghe più consumate dagli studenti delle così
chiamate Scuole Secondarie tra i 14 e i 18 anni sono state l'alcool, il tabacco, la
cannabis ed i tranquillanti o pasticche per dormire.

2.1.1.1. Estensione del consumo di droghe

Un 81,2 % dei soggetti partecipanti aveva assunto bibite alcoliche “qualche volta nella
vita”, un 44,6 % tabacco, un 35,2 % cannabis ed un 17,3 % tranquillanti o pasticche per
dormire. La proporzione di consumatori attuali di queste sostanze, cioè, quelli che le
hanno consumate “qualche volta nei 30 giorni precedenti” alla compilazione del
questionario, fu del 58,5 %, 32,4 %, 20,1 % e 5,1 % rispettivamente. L'uso del resto
delle sostanze (cocaina, ecstasy, allucinogeni, anfetamine, inalanti volatili, eroina, etc.)
era meno esteso, situandosi la prevalenza del consumo “qualche volta nella vita” tra l’ 1
% ed il 6 % e la prevalenza “negli ultimi 30 giorni” tra il 0,5 % ed il 2 % (Tavola I).
Se si confrontano questi risultati con quelli dei questionari precedenti, si osserva una
riduzione importante del consumo di cocaina ed ecstasy, una discesa leggera del
consumo di inalanti volatili, una stabilizzazione del consumo di alcool, tabacco,
cannabis, anfetamine, allucinogeni, eroina, ed un aumento importante del consumo di
tranquillanti o pasticche per dormire.
Tabella 1. Valutazione delle prevalenze di consumo di sostanze psicoattive tra gli studenti di 14-18
anni. Spagna, 1994-2008.
2.1.1.2. L’età media di inizio del consumo

Dalla prospettiva dell’età media di inizio del consumo, le sostanze che si iniziavano ad
assumere più precocemente erano il tabacco, l'alcool e gli inalanti volatili (in questo
caso da una minoranza) e le cui età medie di inizio si situavano tra i 13 ed i 14 anni.
Seguono l'eroina, i tranquillanti o pasticche per dormire e la cannabis (14,3 , 14,3 e 14,6
anni, rispettivamente). L'ecstasy, la cocaina, gli allucinogeni e le anfetamine furono le
sostanze che si incominciarono a consumare ad un'età più tardiva (15,2 15,3, 15,4 e
15,4 anni, rispettivamente). Non si osservarono variazioni importanti nell'età di inizio in
riferimento al sesso rispetto ad anni anteriori, sebbene nel 2008 per gli ipnosedativi,
eroina e cocaina si è leggermente anticipata, mentre per il tabacco e il consumo
settimanale di alcool ha ritardato.

Tabella 2. Valutazione dell'età media dell'inizio nel consumo di sostanze psicoattive tra gli studenti
di 14-18 anni. Spagna, 1994-2008.
2.1.1.3. Differenze intersessuali

Senza sottovalutare le differenze intersessuali nel consumo di droghe può notarsi come
l'estensione del consumo varia molto secondo il sesso. I ragazzi consumano in maggiore
proporzione che le ragazze tutte le droghe illegali, mentre col tabacco ed i tranquillanti
succede il contrario. Per le bibite alcoliche la prevalenza era simile in entrambi i sessi.
Ciò nonostante, la prevalenza di consumo intensivo di tabacco o alcool era maggiore nei
maschi che nelle femmine. Nel caso delle droghe illegali, si osserva che le differenze
nelle prevalenze per sesso sono più accentuate man mano che il consumo è più
frequente o intensivo. Infatti, in generale, l’uso di sostanze è maggiore negli uomini
rispetto alle donne per quanto riguarda il “consumo negli ultimi 30 giorni” che per il
consumo “qualche volta nella vita”, fenomeno che si era osservato già attraverso i
precedenti questionari.
Tabella 3. Valutazione delle prevalenze di consumo di sostanze psicoattive tra gli studenti di 14-18
anni, in base al sesso. Spagna, 1994-2008
2.1.1.4. Differenze nel consumo per età

Un'altra variabile che più influenza l'estensione del consumo di droghe negli studenti è
l'età. La proporzione di consumatori aumenta progressivamente con l'età, in modo che il
consumo raggiunge il suo massimo ai 17 e 18 anni. I maggiori incrementi
nell'estensione del consumo di alcool, tabacco e cannabis si produce tra i 14 ed i 15
anni, mentre per la cocaina, ad esempio, si produce tra i 17 ed i 18 anni. Ciò, come è
logico, ha a che vedere con l'età in che si comincia a consumare, molto posteriore nel
caso della cocaina. Se si confrontano le prevalenze di consumo recenti o attuali (“ultimi
12 mesi” ed “ultimi 30 giorni”) per età in paragone a quelle del 2006 si può osservare
che:
 il consumo di tabacco e tranquillanti o pastiglie per dormire è aumentato in tutti
i gruppi di età;
 il consumo di alcool è diminuito nella fascia dei 16-18 anni, ma non in quella
dei 14-15 anni;
 il consumo del resto delle sostanze ha teso a diminuire in tutte le età, eccetto tra i
ragazzi di 14 anni. In realtà, in questo ultimo gruppo d’età si nota un aumentato
consumo di tutte le droghe.
Tabella 4. Prevalenze di consumo di sostanze psicoattive tra gli studenti di 14-18 anni, secondo l'età.
Spagna, 2008.

2.1.1.5 Consumo di tabacco

Il consumo di tabacco era abbastanza esteso tra gli studenti tra i 14 e i 18 anni, essendo
la seconda sostanza più consumata. Nel 2008 un 44,6 % degli studenti di 14-18 anni
affermava aver fumato tabacco “qualche volta nella vita” ed un 32,4 % affermava avere
fumato “negli ultimi 30 giorni”. “Giornalmente” la percentuale di studenti che fumava
era di un 14,8 %, percentuale che arrivava al 31,7 % tra gli studenti di 18 anni. Il
consumo aumenta con l'età ed è più esteso tra le ragazze che tra i ragazzi in tutte le
fasce d’età.
L’età medio dell’ inizio era il più precoce di tutte le droghe considerate (13,3 anni) e si è
mantenuto più o meno stabilizzata negli ultimi 10 anni, essendo simile per entrambi i
sessi. L’età media di inizio nel consumo giornaliero avviene un anno più tardi (14,3
anni). Tra i consumatori di tabacco nell'ultimo mese, il consumo medio di sigarette al
giorno era di 5,0, cifra inferiore a quella del 2004, (7,7 sigarette) e del 2006 (5,5), simile
in ragazzi e ragazze. I dati del 2008 ci mostrano una stabilizzazione del consumo di
tabacco dietro l'importante discesa sperimentata nel 2006. In realtà, la proporzione dei
consumatori giornalieri è passato dal 21,5 percento del 2004 al 14,8 percento nel 2006
per restare alla stessa percentuale nel 2008.

Tabella 5. Caracterisiche generali del consumo di tabacco tra gli studenti di 14-18 anni, in base al
sesso. Spagna, 1994-2008.
2.1.1.6 Consumo di bevande alcoliche

L'alcool è la sostanza il cui consumo è più esteso nel 2008 tra gli studenti tra i 14 e i 18
anni. L’81,2% l'aveva “provato qualche volta”, un 72,9 % l'aveva “consumato
nell'ultimo anno” ed il 58,5 % “nell'ultimo mese”. Si osservò un consumo leggermente
più elevato per le femmine che per i maschi. Man mano che avanza l'età la percentuale
di studenti che beveva aumentava, di modo che la percentuale degli studenti di 18 anni
che aveva consumato alcool negli ultimi 30 giorni era di un 75,1 %.
Il consumo di alcool tra gli studenti si concentra nel fine settimana. Del 58,5 % che
aveva consumato bevande alcoliche negli ultimi 30 giorni, quasi tutti (99,8 percento)
avevano bevuto il fine settimana, mentre solo un 39,3 % l'aveva fatto in giorni
lavorativi. In quanto alla frequenza, un 23 % degli studenti aveva bevuto tutti i fine
settimana.
Rispetto al consumo intensivo o problematico, si investigarono le sbornie ed il consumo
di cinque o più bicchieri nella stessa occasione, intendendo per "occasione" il bere
bevande alcoliche in modo continuato o in un intervallo approssimativo di due ore. Nel
2008 un 56,2 % degli studenti di 14-18 anni si era ubriacato “qualche volta nella vita”
ed il 29,1 % l'aveva fatto “nell'ultimo mese” (29,4 % ragazzi, 28,7 % ragazze).
Per età, la prevalenza di sbornie durante l'ultimo mese variava dal 13,4 % a 14 anni fino
al 45,2 % a 18 anni. Tra quelli che avevano consumato bevande alcoliche negli ultimi
30 giorni un 49,6 % si era ubriacato “qualche volta” in quel periodo. D'altra parte, un
41,4 % degli studenti di 14-18 anni negli ultimi 30 giorni (38,3 % ragazze e 44,7 %
ragazzi) avevano assunto in un giorno durante quel periodo 5 o più bevande alcoliche
nella stessa occasione.
Tabella 6. Caracteristiche generali del consumo di alcool tra gli studenti di 14-18 anni, in base al
sesso. Spagna, 1994-2008.
CAPITOLO TERZO

FATTORI INFLUENTI SUL CONSUMO DI SOSTANZE

3.1. Fattori generali che condizionano l'inizio del consumo, il


mantenimento e lo stabilimento di una dipendenza a sostanze
psicoattive.

Non esistono fattori condizionanti unici che permettano di spiegare l'iniziazione del
consumo, il mantenimento e lo stabilimento di una addizione e/o dipendenza; esistono
multiple e complesse variabili. Queste possono classificarsi in tre categorie, costituendo
una tripolarità. Un polo riguarda il fattore droga ed i suoi effetti tossico - farmacologici
(agente); un altro polo ha a che vedere col fattore soggetto (ospite) e tutto l'insieme di
fatti fisici e cognitivo-emozionali che includono le sue abitudini; ed infine il terzo polo,
che riguarda l'ambiente e la situazione sociale che circonda il consumatore/trice.
L'inizio del consumo, il mantenimento di questo e lo sviluppo della dipendenza si rifà,
come detto precedentemente, all'interazione tra la sostanza, l'individuo e l'ambiente.
Tra le variabili dipendenti del fattore droga si trova:
 Tipo di droga consumata.
 Via di somministrazione.
 Frequenza di consumo.
 Variabili farmacocinetiche.

Il tipo di droga consumata e la sua incidenza sull'inizio del consumo, mantenimento e


sviluppo della dipendenza, ha relazione diretta con la capacità di produrre sensazioni
piacevoli immediate nel o nella consumatrice.
Quelle che producono sensazioni gratificanti, cioè quelle che producono un maggiore
rinforzo positivo, sono quelle che hanno maggiore probabilità di essere provate in un
primo consumo per curiosità, di essere raccomandate dai pari e pertanto di essere
autosomministrate in maniera continua e ripetuta per gli effetti di rinforzo positivo che
produce, ed in conseguenza provocare l'aggancio all'abuso ed il posteriore sviluppo di
una dipendenza. Vicino al rinforzo positivo, si trova il denominato rinforzo negativo,
situazione di malessere psico-organico che implica un comportamento-risposta per
tentare di evitarlo. La mancanza di una droga, quando l'organismo l'ha ricevuta
frequentemente e/o ad alte dosi produce un rinforzo negativo, risultando così lo
sviluppo di dipendenza fisica e/o psichica che fa sì che l'individuo cerchi la sostanza per
non sentirsi male per il non consumo. La somma di entrambi i tipi di rinforzo
caratterizza quello che si è denominato potenziale dipendente di una droga.

3.2. Fattori di rischio


Il rischio nel campo della salute è concepito tradizionalmente come la "probabilità che
accada un fatto indesiderabile che colpisce la salute di un individuo o di un gruppo"
(Hawkins, 1992). Concetto che è ampliato da Newcomb (1992) considerando che il
"rischio implica la probabilità che la presenza di una o più caratteristiche o fattori
incrementi l'apparizione di conseguenze avverse per la salute, il progetto di vita, la
sopravvivenza personale o di altri. La conoscenza del rischio dà una misura della
necessità di attenzione e l'integralità dei fattori che si prendono in considerazione,
aumenta la probabilità che l'intervento sia adeguato, ma non conduce alla certezza che il
danno si produca."
Si dice che il rischio è un concetto probabilistico perché non è sufficiente che si
presentino determinati fattori affinché si abbia un danno; il danno può avvenire in
assenza del fattore; quello che produce la presenza dei fattori è un aumento della
probabilità che il danno o risultato non desiderato avvenga (Kumpfer, 1987). Per
esempio, la possibilità di accedere al consumo di droghe esiste sempre, ma questa
possibilità aumenta se una persona si relaziona con altre che sono consumatrici,
possiede un basso concetto di sé stessa, proviene da una problematica di violenza
familiare, tra tanti altri. Ad ogni modo il livello di rischio che una determinata persona,
gruppo o comunità possieda è un'espressione di necessità, la sua quantificazione è
fondamentale nella determinazione di priorità, nella selezione di interventi e nella
distribuzione di risorse umane, materiali ed economici, con il fine che si crei la messa a
fuoco dei fattori di rischio come metodo per misurare il grado di questa necessità ed
offrire una migliore attenzione a tutti/e, ma in particolare prestando un’attenzione
particolare a quelli/e che più lo richiedano.

I fattori di rischio sono stati definiti da una varietà di autori; tra le diverse definizioni
date: "quelle circostanze o eventi di natura biologica, psicologica o sociale la cui
presenza o assenza modifica la probabilità che si presenti il problema." (Hawkins,
1992). Si intenderanno come fattori di rischio, quindi, le caratteristiche o le condizioni
presenti in una persona, famiglia, gruppo o comunità che facilitano l'uso, consumo ed
abuso di sostanze psicoattive.
Per il loro studio e comprensione, i fattori di rischio sono stati divisi o classificati in
livelli: individuale, familiare, comunale, sociale, istituzionale, educativo, biologico, in
base a chi sia l'autore. Ad ogni modo, nella maggioranza dei casi i fattori sono sempre
gli stessi, solo con differente nome o ubicazione di livello. Vari esempi di fattori di
rischio associati ad alcuni di questi livelli sono:

• Livello personale: scarso rendimento accademico, il consumo prematuro di


alcool e tabacco, l'età, l'immagine negativa di sé stesso, la carenza di obiettivi, i
problemi di identità, deficit di assertività, la depressione, bassa tolleranza alla
frustrazione, l'impulsività, la tendenza ai comportamenti trasgressivi, la mancanza di
formazione spirituale, l'influenza dei pari, pressione del gruppo, la ricerca inadeguata
dell'autonomia, la curiosità e sperimentazione, l'uso inadeguato del tempo libero,
difficoltà per relazionarsi con le altre persone, un atteggiamento favorevole al consumo,
esistenza di una crisi personale, ignoranza, stress.
• Livello familiare: abbandono parziale o totale da parte del padre o della madre,
risultati disfunzionali a causa della separazione dal fidanzato/a e/o dalla casa, l'assenza
di figure di autorità, i costanti conflitti familiari, la limitata partecipazione dei genitori
nella formazione dei figli, disinteresse del padre e/o la madre sulle attività del figlio/a, la
presenza di padri e madri autoritari/e o punitivi/e, l'inconsistenza delle relazioni tra il
padre, la madre e figli/e; l’uso inadeguato della disciplina, mancanza di limiti, la
mancanza di accordo nel compagno rispetto alle regole familiari e l'educazione, la
pratica dei genitori di un doppia morale (dire una cosa e fare un'altra), la mancanza di
affetto oppure quando lo stesso si esprime mediante oggetti.
L'indifferenza, relazioni familiari che stimolano la dipendenza, il predominio di forme
di comunicazione disfunzionali ed il consumo o atteggiamento permissivo rispetto a
droghe da parte dei membri della famiglia (modello dipendente)
• Livello comunitario: gli atteggiamenti ed i valori sociali che promuovono il
consumo, la migrazione, l'interazione con gruppi di consumatori, deficit di aree ed
alternative ricreative, la disponibilità e commercio delle droghe.
3.3. Fattori di protezione

Non tutte le persone che si vedono esposte ad una stessa situazione di rischio o di
avversità soffrono le stesse conseguenze o un danno. La risposta di quello che segna la
differenza tra gli uni e gli altri sta nei fattori di protezione che costruiscono la resilienza.
In quanto ai fattori di protezione nel suo insieme sono definiti come quelle "circostanze,
caratteristiche, condizioni ed attributi che facilitano il risultato della salute integrale
dell'adolescente e le sue relazioni, con qualità della vita e i loro sviluppo come individui
e come gruppo" (Hawkins, 1992). Possiamo assumere allora i fattori di protezione come
le caratteristiche o condizioni presenti in una persona, famiglia, gruppo o comunità che
diminuiscono la probabilità dell'uso, consumo ed abuso di sostanze o che permettono di
superare il problema della dipendenza una volta acquisita.
I fattori di protezione incontrati fino ad ora rispetto al consumo di droghe nei diversi
studi sono:

• Livello personale: capacità di autonomia, indipendenza, empatia, soddisfazione


per la cosa ottenute, tendenza all'avvicinamento a persone e situazioni a livello
intellettuale, autostima positiva, atteggiamenti assertivi, esistenza di un progetto di vita,
sviluppo di attività sane (appartenenza a club giovanili, musica, pittura), realizzazione di
esercizio fisico (Krahè, 1992).
• Livello familiare: relazioni sincere ed affettuose tra papà, mamma e figli/e, poter
contare su adulti responsabili e coscienti nell'esercizio dei loro compiti di guida,
sviluppo familiare in un ambiente in cui è presente rispetto e collaborazione, la
chiarezza e fermezza delle norme e dei principi familiari, comunicazione funzionale.
• Livello comunitario e sociale: si prendono in considerazione i microambienti
dove la persona si sviluppa come la scuola, l'università, posti di lavoro, luoghi di
ricreazione, la strada ed altri, a patto che questi favoriscano la formazione integrale
della persona. (San Lee,1998).
3.4. La resilienza

I fattori di protezione nel loro insieme formano la resilienza. La resilienza è la capacità


che possiedono le persone per affrontare l'avversità con successo, per rimettersi da
eventi negativi e perfino di trasformare fattori avversi in un elemento di stimolo e
sviluppo.
Rutter (1990) indica che la resilienza è un termine che proviene dall'area della
metallurgia e l'osteologia. Rispetto alla metallurgia, fa riferimento alla capacità dei
metalli di recuperare la loro struttura molecolare dopo essere stati sommessi a grandi
pressioni ed alte temperature, ed in relazione all'osteologia, designa la capacità delle
ossa di sanarsi e crescere in senso normale dopo essersi fratturato. Per quanto riguarda
le scienze umane, Ravenna (1993) indica che la resilienza è stata concepita come “la
capacità che hanno i bambini, adulti o famiglie di agire correttamente ed raggiungere
obiettivi a dispetto delle circostanze avverse che li circondano, di rimettersi dopo avere
vissuto eventi stressanti e riassumere con successo attività abituali."
Testoni (1999) ha esposto due implicazioni che possiede la resilienza e che sono state
riprese da una gran varietà di autori nelle loro ricerche:

 Una capacità di resistenza di fronte alla distruzione, cioè, una capacità di non
essere abbattuto dalla situazione avversa, bensì avere la forza di realizzare quello
che sta nelle nostre mani per proteggere la propria integrità.
 Una capacità di costruire strategie combattive positive nonostante le circostanze
sfavorevoli.

La resilienza si ottiene attraverso l'interazione di una serie di elementi tanto interni


come esterni che sono stati denominati in distinte maniere secondo l'autore, per esempio
Vanistendael (1996) li chiama “chiavi generatrici di resilienza”; Munist (1995) “fonti di
resilienza” e Henderson (2003) “fattori di protezione”.
Non può attribuirsi tutta la responsabilità alla società né l'individuo per quello che
succede nella vita. Sviluppandosi la resilienza in interazione tra l'individuo e l'ambiente,
esiste una responsabilità personale e sociale; è dunque una responsabilità condivisa.
Vanistendael inoltre aggiunge che la resilienza porta a modificare la prospettiva che
prevedeva di esaminare i punti deboli e deficienti ed il loro modo di compensarli, per
dedicarsi invece a considerare i punti forti ed il modo di avvantaggiarsi di essi.

3.5. Alcuni fattori particolari che hanno influenza sull'inizio del


consumo di droghe

Il problema delle droghe è chiaramente un fenomeno integrale e multi-causale, il suo


consumo dipende dalla presenza ed interazione di differenti fattori. Questi fattori sono
stati denominati fattori di rischio e fattori di protezione, e come detto in precedenza, i
primi sorgono direttamente dalla messa a fuoco di rischio ed una presenza maggioritaria
degli stessi aumenta le probabilità di consumo, mentre i secondi provengono dalla teoria
della resilienza e invece la loro prevalente presenza riduce dette probabilità
(Donas,1998).
Sebbene la psicologia non presenti una tradizione consolidata di studi sui fenomeni
connessi all’uso e all’inizio del consumo delle sostanze, bensì all’abuso e alla
dipendenza, negli ultimi anni i fattori relazionati con l'inizio del consumo di droghe
nell'adolescenza sono stati studiati da diversi investigatori, secondo l’ambito di interesse
(medico, psicologico, psicopatologico, fisiologico, psicosociale) e da diverse discipline.
Il fatto che si tratti di sostanze che esplicano un effetto psicoattivo sull’organismo ha
certamente contribuito a porre attenzione ai fattori biologici e psicopatologici
predisponenti e alle caratteristiche farmacologiche delle diverse droghe. Minore è stato
invece l’interesse e l’impegno nei riguardi dell’analisi e della ricostruzione dei processi
cognitivi, emozionali, motivazionali, di presa di decisione e delle influenze sociali che
sono implicati nelle condotte di consumo, sia nella loro genesi sia nella loro
diversificata evoluzione.
Volendo soffermarci su quegli elementi individuali che possono essere predittivi del
consumo di sostanze negli adolescenti ed esaminando la letteratura scientifica esistente,
possiamo osservare come diversi aspetti clinici delle drogodipendenze si relazionano
direttamente con le nozioni di funzione esecutive e presa di decisione. Un’alterazione
delle funzioni esecutive (fluenza verbale, processi di inibizione, capacità di
pianificazione e sequenziamento, problem solving, decision making), e l’impulsività
sembrano chiaramente implicate nello sviluppo e nel mantenimento dei processi di
addiction, già che in questi si produce un’alterazione della valutazione motivazionale
offerta dalla ricompensa associata al consumo (Jentsch & Taylor, 1999), e un’incapacità
ad anticipare e a considerare le potenziali conseguenze negative del consumo nelle
situazioni di decisione (Bechara, 2005; Goldstein e Volkow, 2002).

3.6. Le funzioni esecutive e la presa di decisioni

Le funzioni esecutive sono un insieme integrato di attività implicate nella produzione,


supervisione e controllo dei comportamenti diretti al raggiungimento di obiettivi (Stuss
e Knight, 2002; Roberts, Robbins e Weiskrantz, 1998), e sono anche implicate nella
regolazione di stati emozionali che si considerano adattivi per la realizzazione di questi
obiettivi (Bechara, Damasio e Damasio, 2000; Davidson, 2002; Stuss e Alexander,
2000). Da una prospettiva evolutiva, Barkley (2001) definisce le funzioni esecutive
come modelli di azione auto-diretta che permettono all’individuo di massimizzare
globalmente i risultati sociali del suo comportamento una volta che ha considerato
simultaneamente le conseguenze immediate e tardive delle distinte alternative di
risposta. Per tanto, le funzioni esecutive integrano processi di produzione del
comportamento, memoria operativa, pianificazione, inibizione, flessibilità e presa di
decisione. A livello anatomico, le funzioni esecutive sono state associate al
funzionamento di una serie di circuiti neuronali nei quali sono implicati diverse regioni
prefrontali e strutture subcorticali (Roberts e Weiskrantz, 1998; Tekin e Cummings,
2002) che coincidono considerevolmente con i circuiti coinvolti negli effetti rinforzanti
prodotti dalle droghe (Breiter et al., 1997; Camì e Farrè, 2003).
Dalla formulazione iniziale del concetto di funzioni esecutive, derivato principalmente
dalle nozioni di “esecutivo centrale” del modello di Baddeley (1996) e di “ sistema
attenzionale supervisore” del modello di Shallice y Burgess (1996), si è prodotto un
intenso dibattito scientifico intorno alla pertinenza di definire queste funzioni come un
sistema unitario, o meglio come un sistema di processamento multiplo (Baddeley, 1998;
Parkin, 1998). In questo senso, i recenti passi in avanti delle tecniche statistiche di
analisi fattoriale ed equazioni strutturali hanno permesso delimitare l’esistenza di
diverse componenti esecutive. In un recente studio Miyake et al. (2000) descrissero tre
componenti esecutive chiaramente distinguibili, anche se non completamente
indipendenti, che contribuivano in modo differente al rendimento nei distinti compiti
esecutivi. Gli autori definirono queste tre componenti come:
(i) attualizzazione: che implica la monitorizzazione, attualizzazione e
manipolazione dell’informazione “on line” nella memoria operativa;
(ii) inibizione di risposte predominanti: che consiste nella capacità di inibire in
maniera deliberata o controllata la produzione di risposte predominanti,
automatiche o impulsive quando è necessario; e
(iii) cambio: che implica l’abilità per cambiare in modo flessibile all’indietro o
in avanti in riferimento a diversi compiti, operazioni mentali o schemi. I risultati
di uno studio recente nel quale si applicarono tecniche di analisi fattoriali a un
campione caratterizzato da un rango di età più amplio rispetto allo studio di
Miyake et al. Hanno confermato l’esistenza di queste tre componenti esecutive
indipendenti (Fisk e Sharp, 2004). In aggiunta, lo studio di Fisk e Sharp rilevò
l’esistenza di un quarto fattor, associato al rendimento in prove di fluenza, e che
fu definito come una componente di accesso a contenuti immagazzinati nella
memoria a lungo termine.

Oltre alle componenti esecutive descritte, negli ultimi anni si è generata un’intensa
ricerca intorno ai processi di presa di decisione (Bechara et al., 2000; Damasio, 1994;
Paulus, 2005). La presa di decisioni può definirsi come l’abilità per selezionare il corso
delle azioni più adattivo per l’organismo all’interno di un insieme di possibili
alternative comportamentali (Bechara et al., 2000). Si tratta pertanto di un processo
complesso nel quale sono implicati diversi aspetti, includendo la considerazione degli
aspetti cognitivi della situazione della decisione, delle contingenze di ricompensa e
castigo associate a ognuna delle opzioni, e dei segnali emozionali associati a ognuna
delle possibili risposte.
Diversi studi neuropsicologici, comprendendo studi su popolazione drogodipendente,
hanno dimostrato che il rendimento in prove di presa di decisione no correlaziona con
l’esecuzione di compiti in cui sono implicati le componenti esecutive previamente
descritte (attualizzazione, inibizione e cambio) (Bechara et al., 2001; Grant, Contoreggi
e London, 2000), cosicché la presa di decisione potrebbe costituire una componente
indipendente all’interno delle funzioni esecutive.
Diversi aspetti clinici delle drogodipendenze si relazionano direttamente con le nozioni
di funzione esecutive e presa di decisione. Per esempio, i deficit di inibizione della
risposta sono implicati nella produzione di risposte automatiche di ricerca di consumo
in condizioni di stress o situazioni ambientali di rischio (componente dell’inibizione). I
problemi di presa di decisione costituiscono per sé stessi uno degli aspetti definitori dei
processi di dipendenza. I consumatori di droghe tendono a scegliere il consumo di
sostanze nonostante le loro conosciute conseguenze negative per la salute fisica e
psicologica, e per le loro relazioni lavorali, familiari e sociali (Bechara et al., 2001).
Recenti modelli teorici appoggiano la nozione che alterazioni nella presa di decisione
sono direttamente implicate nello sviluppo e nel mantenimento dei processi di
addiction, già che in questi si produce un’alterazione della valutazione motivazionale
offerta dalla ricompensa associata al consumo (Jentsch & Taylor, 1999), e un’incapacità
ad anticipare e a considerare le potenziali conseguenze negative del consumo nelle
situazioni di decisione (Bechara, 2005; Goldstein e Volkow, 2002).
3.7. Il ruolo dell’impulsività nell’uso di sostanze

Il termine impulsività è ampliamente usato in psicologia per riferirsi al comportamento


che è eseguito con poca o inadeguata premeditazione '' (Evenden, 1999). Nonostante
alcuni aspetti funzionali ed adattivi dell'impulsività siano stati riconosciuti (Dickman,
1990), l’impulsività resta generalmente considerata un tratto disfunzionale, associata ad
azioni che possono essere criminali e/o violente, fisicamente dannose per il sé (come il
suicidio) o inadeguata agli standard sociali. Il termine ha una storia lunga all’interno
degli studi delle differenze individuali, come una variabile di tratto della personalità
umana che è stabile dentro un individuo e varia normativamente attraverso la
popolazione sana (Barratt, 1959; Patton et al., 1995). Dentro la neuropsicologia e la
neuroscienza cognitiva, l'impulsività è spesso comparata col termine “disinibizione”,
riferendosi all'idea che i meccanismi di controllo top-down generalmente sopprimono
risposte automatiche o condotte per la ricompensa che non sono appropriate alle
domande correnti (Aron, 2007). Questi meccanismi di controllo inibitori possono essere
stati interrotti in seguito a danni cerebrali o malattie mentali, causando una
predisposizione verso azioni impulsive.
Definita di questa maniera, l'impulsività ha un'importanza chiara in disturbi di uso di
sostanze (SUD).
Le tappe precoci nell’assunzione di droghe a scopo ricreativo possono essere mediate da
caratteristiche di personalità che influiscono sulla probabilità o meno che l'individuo
provi una sostanza facilmente disponibile, e quanto della sostanza consumerà. Una volta
dipendente, i consumatori di droghe possono continuare nell’uso nonostante siano
coscienti che questa loro abitudine sia direttamente dannosa alla loro salute, la loro
economia e le loro relazioni interpersonali. I consumatori possono tentare ripetutamente
(ma fallire) di abbandonare l'uso di droghe o ridurre il suo consumo. Ognuno di questi
fenomeni potrebbe essere plausibilmente spiegato attraverso il deficiente controllo
inibitorio della risposta che proporziona rinforzo immediato. Inoltre le conoscenze dei
puntellamenti neurobiologici e psicologici del controllo inibitorio offre promesse ovvie
per trattamenti farmacologici e programmi di trattamento comportamentali per i disturbi
da uso di sostanze.

3.7.1. I questionari per la valutazione dell’impulsività

Un'ampia serie di prove esiste per misurare il comportamento impulsivo negli esseri
umani. All’interno del campo delle differenze individuali esistono questionari
autosomministrati, ben convalidati, per quantificare la personalità impulsiva, tra cui la
Scala dell’Impulsività di Barratt, (BIS; Patton et al., 1995).
È uno degli strumenti più ampiamente utilizzati per la valutazione dell’impulsività;
progettata da Barratt ed è stata convalidata da Oquendo e colleghi. La sua applicazione
è autosomministrata.
I questionari self-report valutano caratteristiche temperamentali generali dell'individuo:
come l'individuo si comporterebbe tipicamente in una situazione data, o fino a che
punto l'individuo è d’accordo o diverge con dichiarazioni particolari. Inoltre, i
questionari autosomministrati sono suscettibili a caratteristiche e tendenze legate alla
desiderabilità sociale che può differire naturalmente tra soggetti aventi problemi con
l’uso di sostanze ed i soggetti di controllo.
Inoltre, l'impulsività può interferire direttamente con la compilazione dei questionari
stessi, tale che l'individuo impulsivo può dare meno considerazione a risposte che
l'individuo non impulsivo.
In fine, le posizioni introspettive suppongono che gli individui abbiano la perspicacia
sufficiente per valutare esattamente la propria personalità.

3.7.2. Le prove di laboratorio per la valutazione dell’impulsività

Queste avvertenze con le valutazioni soggettive hanno portato al crescente interesse


nella misurazione diretta dei processi di controllo inibitorio mediante l'uso di prove in
laboratorio (Dougherty et al., 2003, 2005; Evenden, 1999; Moeller et al., 2001;
Reynolds, 2006). I modelli cognitivi e comportamentali dell'impulsività hanno permesso
lo sviluppo di prove obiettive che valutano il rendimento in termini di tempi di reazione
ed esattezza delle risposte.
Tra le misure dell'inibizione di risposta basate nella soppressione di una risposta
(prepotente) automatica importante è l’uso del test Go/No-Go.
Mentre non necessariamente i deficit di rendimento in queste tipologie di prove deve
indicare impulsività (Busemeyer e Stout, 2002) ci sono sostanziali coincidenze nella
letteratura delle ricerche scientifiche sull’impulsività e la presa di decisioni nei soggetti
con SUD (Verdejo-Garcìa et al., 2008).

3.7.3. Modelli di vulnerabilità: l’impulsività in popolazioni ad alto rischio

In questa sezione si passeranno in rassegna vari studi che hanno cercato di dirigersi al
ruolo dell'impulsività nella vulnerabilità preesistente in SUD in virtù di popolazioni
esaminate perché aventi alto rischio per il consumo di droghe. Queste popolazioni ad
alto rischio comprendono due gruppi basilari: le popolazioni adolescenti che si
considerano vulnerabili al consumo di droghe in virtù della loro età, e i gruppi clinici
con disordini di condotta (ADHD e Disordine di Condotta) che sono conosciuti per
presentare alti indici nel conseguente consumo di droghe.

3.7.3.1. L’impulsività durante l’adolescenza

L'adolescenza è un periodo critico per lo sviluppo di disordini per l’uso di sostanze. Gli
studi retrospettivi in gruppi con SUD adulti raccontano che l'iniziazione dell'uso di
sostanze o invariabilmente la posteriore dipendenza comincia prima dei 18 anni d’età
(Helzer et al., 1991; Wagner ed Anthony, 2002). Anche gli studi cross-sectional
dimostrano l'uso esteso di sostanze ricreative nell'adolescenza: all'età di 18 anni,
approssimativamente il 90% dei giovani riferisce di aver provato alcool, ed
approssimativamente il 20-25% mostra abuso o dipendenza ad almeno una sostanza
(Young et al., 2002). Oltre all'uso ricreativo e l’iniziazione, anche il rischio di
sviluppare SUD è elevato durante gli anni adolescenziali. Per esempio, il rischio di
disturbi per uso di alcool è due volte superiore per i giovani di età tra i 14 e i 18
comparandoli con giovani adulti di 22-26 anni, e il rischio di disturbi per uso di
cannabis è sette volte maggiore per gli adolescenti di 15-16 anni rispetto ai giovani
adulti di 22-26 anni (Winters y Lee, 2008).
Attraverso diversi studi realizzati il modello neuro scientifico chiaramente dimostra
come il periodo adolescenziale sia caratterizzato da carenze relative nella capacità
inibitoria (Ernst et al., 2006; Eshel et al., 2007). Queste carenze possono predisporre
individui verso la sperimentazione di droghe e il posteriore sviluppo di SUD.
La relazione tra impulsività adolescente e lo sviluppo di SUD è illustrata in uno studio
dove i bambini valutati dai loro professori come più disattenti ed impulsivi all'età di 11
anni con maggiore probabilità proveranno per la prima volta l'alcool prima dell'età di 14
anni (McGue et al., 2001). Gli studi cross-section in soggetti adolescenti hanno mostrato
che l'impulsività di tratto elevata (per esempio, la ricerca di sensazione) e gli indici più
alti del delay-discounting si correlavano con l'età più prematura nella sperimentazione
di alcool e droghe (Kollins, 2003; Martin et al., 2002, 2004). Elevata impulsività fu
dimostrata anche in adolescenti che hanno iniziato recentemente il consumo di droghe:
gli adolescenti (con 14- 16 anni) che dichiararono di aver recentemente fumato tabacco
per la prima volta mostravano indici più elevati nel delay-discounting che i fumatori
abituali e i non fumatori (Reynolds et al., 2003).
Risultati elevati nella ricerca di sensazione furono trovati tanto in utenti che facevano
uso ricreativo come in utenti abituali di alcool in una categoria di età simile (14-16 anni)
(Gerra et al., 2004). Questi studi indicano che la maggiore impulsività potrebbe svolgere
un ruolo principale nell'iniziazione di uso di sostanze. In uno studio sull'inibizione di
risposta dove i bevitori sociali adulti furono classificati secondo l’età in cui iniziarono
(prima dei 18 anni contro dopo i 18) Dougherty et al. (2004), mostrò che l'iniziazione di
uso di alcool durante l'adolescenza (prima dei 18) ebbe a che vedere con indici più alti
di errori commessi in un CPT (Continuous Performance Tests).
Gli studi longitudinali hanno anche iniziato ad esplorare queste traiettorie maturazioni
nel rendimento del controllo inibitorio e la sua associazione col posteriore sviluppo di
consumo di droghe. Wong et al. (2006) osservò un campione di 514 figli di alcolisti ed
effettuò controlli per analizzare l'impatto dei modelli di sviluppo neurologico
dell'impulsività (come le misurazioni degli indici clinici dell'autocontrollo sul
comportamento) e il recupero posteriore alla sperimentazione con uso di droghe e SUD.
L'impulsività ed il recupero furono valutati con intervalli di 3 anni usando cinque gruppi
di bambini dai 2 ai 14 anni. Elegantemente i suoi risultati mostrano che gli indici più
lenti dello sviluppo dell'autocontrollo sul comportamento fortemente e specificamente
predicono l'iniziazione precoce nel consumo di droghe ai 14 anni e maggior numero di
problemi relazionati con le droghe a 17 anni. Questi effetti furono presenti anche dopo
uno stretto controllo dell’uso di alcool da parte dei genitori e una supervisione sui
problemi dei figli di interiorizzazione/esteriorizzazione. Chiaramente, sono necessari
ulteriori studi diretti alle osservazioni sulle traiettorie dello sviluppo neurocognitivo
delle differenti forme di impulsività negli adolescenti e la sua posteriore influenza nei
SUD.

3.7.3.2 L’impulsività in gruppi con ADHD e/o con Disturbi Comportamentali

E’ alta la prevalenza di SUD in adolescenti ed adulti che furono precedentemente


diagnosticati con sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) ed altri
problemi comportamentali manifesti durante la loro infanzia (Biederman et al., 1997;
Molina et al., 2007; Wilens et al., 1997). Dunque, i bambini con questi problemi
comportamentali possono considerarsi ad elevato rischio per il successivo consumo di
droghe. E’, infatti, ampliamente provato che ADHD ha a che vedere con impulsività e
deficit neurocognitivi dell'inibizione comportamentale.
Sono moltissimi gli studi effettuati sui deficit strutturali e funzionali della corteccia
prefrontale e le alterazioni dopaminergiche nella correlazione con i deficit
dell’inibizione della risposta. La relazione tra disinibizione del comportamento in
soggetti con ADHD e il successivo rischio per lo sviluppo di disturbi legati all’uso di
sostanze ha ricevuto un po’ meno attenzione.
Gli studi empirici non hanno trovato nessuna prova che mostri come il trattamento della
sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) attraverso medicinali
psicostimolanti ritardi il rischio dello sviluppo di problemi legati all’uso di sostanze
(Barkley, 1997). Mentre i sottotipi disattenti ed impulsivi dei soggetti con ADHD sono
associati allo stesso modo con lo sviluppo di abuso di alcool e sostanze (Murphy et al.,
2002) sembra che i bambini con ADHD con disturbi del comportamento siano in
maggiore pericolo di sviluppare SUD che bambini con ADHD senza disturbi
comportamentali (Burke et al., 2001; Chilcoat e Breslau, 1999; Pliszka, 2003; Sartor
et al., 2007).
Un recente studio esaminò predittori comportamentali per l'uso di droghe in adolescenti
con (n =50) e senza (n =28) diagnosi di ADHD (Ernst et al., 2006). Con età tra i 12 e i
14 anni, i partecipanti completarono una valutazione del comportamento includendo il
BIS e una scala di indice di aggressione, e nei quattro anni seguenti, i partecipanti
furono protetti dell'iniziazione all'uso di sostanze. In questo studio, la diagnosi di
ADHD non predisse considerevolmente il successivo uso di alcool, tabacco o
marijuana. Tuttavia, gli aspetti specifici della sindrome ADHD furono associati con
l'iniziazione di droghe: l'impulsività rivelata nel BIS era un predittore significativo
dell'uso di alcool, e gli indici di aggressione furono associati con l'uso di marijuana e
tabacco.
In un altro recente studio longitudinale, Elkins et al. (2007) osservò un ampio campione
di gemelli di 11 anni (760 femmine e 752 gemelli di sesso maschile) per una diagnosi
categorica di ADHD, così come misurazioni dimensionali dei sintomi di mancanza di
attenzione rispetto ai sintomi impulsivi/iperattivi. I ricercatori usarono queste
valutazioni per predire anticipatamente l'iniziazione al consumo di droghe e di disturbi
da uso di sostanze. La valutazione follow-up delle variabili emerse all'età di 14 e 18
anni mostrò che i sintomi dimensionali dell’impulsività/iperattività erano predittori più
forti rispetto alla diagnosi di mancanza di attenzione o la diagnosi ADHD rispetto per
l'iniziazione al tabacco, all’alcool e all’uso di droghe illecite a 14 anni. Questo effetto
era evidente perfino dopo aver controllato i disturbi del comportamento. I sintomi di
impulsività erano anche predittori più forti che la diagnosi di mancanza di attenzione o
di ADHD per il SUD ai 18 (nicotina, alcool ed abuso/dipendenza da cannabis).
Questi due esperimenti indicano che i sintomi impulsivi della sindrome ADHD può
offrire una migliore predizione dell’iniziazione al consumo di droghe e SUD che la
diagnosi ADHD in sé. Sono oltremodo necessarie ulteriori studi con future prospettive,
incorporando misurazioni neurocognitive dell'impulsività all’interno delle linee basilari
della valutazione.

3.8. Decision making, impulsività e percezione del tempo

La percezione del tempo è un fattore cruciale quando gli individui devono prendere
decisioni e considerare i risultati legati alle loro scelte. Le ricompense che vengono
ricevute prima sono spesso preferite rispetto a future ricompense (Ainslie, 1975; Kirby,
1999). È risaputo che i soggetti impulsivi svalutano maggiormente ricompense
temporalmente differite che i soggetti di controllo, e questo comportamento potrebbe
essere dovuto al loro alterato senso del tempo. Secondo questa ipotesi, gli individui
impulsivi opteranno per ricompense più
piccole ed immediate più spesso che per
ricompense ritardate ma più alte, perché
essi suppongono che la durata sia
soggettivamente più lunga a differenza
degli individui non impulsivi. La
percezione del tempo come troppo duraturo
è associata ad un “costo” troppo alto, quello

che porta alla scelta di un’alternativa con Figura 1. Tipica prova di decisione
intertemporale.
risultati più immediati (Figura 1).
Vari studi sperimentali che segnalano un'associazione possibile tra impulsività, presa di
decisioni e percezione del tempo sono stati portati a capo durante le ultime decadi
(Barratt, 1983; van den Broek, 1992; Bauer, 2001; Barkley, 2001; Reynolds, 2004;
Takahashi, 2005). Tuttavia, solo recentemente questa nozione è stata studiata in modo
più sistematico.
3.8.1. Presa di decisioni ed impulsività

Ogni giorno dobbiamo scegliere tra alternative che hanno conseguenze immediate o
differite.
Per funzionare con efficacia, volontariamente uno deve posporre i propri impulsi per la
soddisfazione immediata, o meglio insistere nel comportamento diretto all'obiettivo di
ottenere risultati positivi nel futuro (Zimbardo, 1999).
I risultati di esperimenti sulla presa di decisioni (decision making) mostrano che gli
individui evitano il rischio quando devono scegliere tra alternative associate a risultati
probabili in opposizione a risultati sicuri. Specificamente, gli individui scelgono
l’alternativa “sicura” a partire da ricompense con un risultato probabilistico - anche se le
alternative probabilistiche hanno ugualmente o maggiore valore atteso (Kahneman,
1979). La durata tra l'opzione e ricezione della ricompensa è un altro fattore importante
che ha influenza sulle nostre decisioni.

Il beneficio di una scelta differito nel tempo riduce il valore soggettivo della
ricompensa, un fenomeno chiamato scarto del ritardo (delay-discounting) (Kirby, 2003;
Laibson, 1997). In termini generali, uno preferisce ricevere ricompense più
anticipatamente, piuttosto che più tardi. Le future ricompense sono scartate come che
esse valgano soggettivamente meno a conseguenza del ritardo. Una maniera di misurare
sperimentalmente il comportamento di scarto temporale in partecipanti umani è
presentando in due ad individui un ipotetico o una vera elezione opzioni, “preferirebbe
lei per esempio 10 $ subito o 20 $ in una settimana?” In procedimenti di scarto di
ritardo, i partecipanti fanno elezioni tra ricompense che sono più piccole, ma immediate
contro ricompense che sono più grandi, ma differite (Figura1). Come la durata del
ritardo nella seconda opzione aumenta, in generale la preferenza di questa opzione
diminuisce. Il modello di scarto temporale è stato ripetutamente descritto come
seguendo una funzione iperbolica, ciò significa che dopo un forte caduta iniziale della
ricompensa soggettiva con l'aumento del ritardo, i risultati molto lontani nel tempo
invece mantengono un valore (anche se ridotto) per il soggetto che prende una decisione
(Ainslie, 1975; Lane, 2003; Madden, 2003).
Gli individui si differenziano in come fortemente mantengono il valore soggettivo come
una funzione di tempo. Inoltre, il grado col quale la gente è capace di ritardare la
soddisfazione generalmente è associato con la nozione di forza di volontà [16], mentre
si giudica che quelli che scelgono la soddisfazione immediata a costo di un importante
interesse a lungo termine sono impulsivi [Ainslie, 1975; Critchfield, 2006.) Tuttavia,
l'impulsività è determinata per un set complesso di processi e consta di componenti
multiple (McDonald, 2003), e questa affermazione è conseguente all’osservazione che
le correlazioni tra differenti metodi di valutazione dell'impulsività sono modeste
(Carrillo-de-la-Pena, 1993). Tuttavia, l'impulsività può essere giudicata come un
modello di comportamento secondo il quale il potenziale delle conseguenze negative ha
limitato l'influenza nella pianificazione di azioni. La validità esterna di usare paradigmi
di scarto per ritardo per quantificare disfunzioni del controllo degli impulsi è basata su
dati ottenuti da bambini con disordine di iperattività e deficit di attenzione (ADHD)
(Barkley, 2001), individui con disordini neuropsichiatrici (Cardinal, 2004), fumatori
(Baker, 2003), alcolici (Vuchinich, 1998) ed individui dipendenti da sostanze (Madden,
1999) che mostrano maggiore delay-discounting.

3.8.2. I modelli cognitivi che uniscono la percezione de tempo e l'impulsività

Benché ancora non sia chiaro come il tempo percepito sia implementato nel cervello
(Po¨ppel, 2005; Ivry, 2004; Staddon, 2005; Buhusi, 2005), varie aree cerebrali
proporzionano mattoncini fondamentali di un sistema di intervalli di tempo (un orologio
neurologico) per la durata nel rango di secondi. I modelli cognitivi che suppongono che
un orologio interno con uno stimolatore cardiaco produca unità di tempo soggettive
(Zakay, 1997) , hanno avuto giustamente successo nell'interpretazione di percezione di
tempo umana ed animale che osserva il comportamento. La durata soggettiva del tempo
è definita per il numero di unità temporanee accumulate in un certo periodo. Quando ad
individui viene chiesto loro di giudicare intervalli di, per esempio, 30s per un compito
di valutazione del tempo, una sopravvalutazione equivarrebbe ad una maggiore
accumulazione di unità temporali durante quel periodo. In comparazione, dovuto ad una
maggiore accumulazione di unità nel corso del tempo, un individuo risponderebbe con
una produzione più breve dell’effettiva durata della prova per un compito di produzione
di tempo. I modelli cognitivi della percezione del tempo propongono due meccanismi
che potrebbero aumentare il numero di battiti in un presunto “accumulatore” (Pouthas,
2004):
(i)maggiore attenzione, in contrapposizione alla distrazione, al tempo porta ad
un'accumulazione di più battiti in un determinato span temporale,
(ii) un indice maggiore relazionato con la velocità de battiti emessi dal cuore (un
orologio interno più veloce) porta ad un'accumulazione più rapida di unità
temporali nel tempo.

L'ipotesi che le scelte impulsive potrebbero essere dovute ad una sopravvalutazione del
tempo è sostenuta da vari studi mostrando come gli individui impulsivi sovrastimano
e/o producono bassi intervalli di tempo. In primo luogo, quando i soggetti venivano
privati del sonno, rispetto ai soggetti ben riposati, risultavano essere più impulsivi,
evitavano più frequentemente il ritardo delle ricompense e producevano bassi intervalli
di tempo in ranghi di multipli di secondo (Reynolds, 2004). In secondo luogo, i pazienti
con disordine di personalità borderline produssero bassi intervalli di tempo tra 10 e 90 s
(Berlin, 2004). Terzo, i pazienti con lesioni de corteccia orbitofrontale, che erano più
impulsivi durante tests comportamentali, considerevolmente sopravvalutarono e
produssero bassi intervalli di tempo (Berlin, 2004). Quarto, gli individui dipendenti da
cocaina - o metamfetamine -, ricoverati in un programma di trattamento per alcool e
droghe sovrastimarono la durata di un intervallo di 53 s: questo valore era associato con
la maggiore impulsività valutata in questionari (Wittmann, 2007). Quinto, i bambini con
disturbi della condotta che esibivano maggiore impulsività ed aggressività sotto-
produssero un intervallo di un minuto in maniera più evidente che i bambini controllati
(Dougherty, 2003). Così, le conclusioni a partire da popolazioni cliniche dimostrano
chiaramente che l'esperienza soggettiva del tempo è associata a un livello più alto tanto
in prove di autovalutazione come in prove comportamentali.

3.8.3. Due procedimenti essenziali per gli studi sulla percezione del tempo

Secondo il primo procedimento ci sono essenzialmente quattro metodi differenti per


misurare l'esattezza degli individui nella valutazione/percezione del tempo (Zakay,
1997).
(i) Nel metodo della valutazione verbale della durata, un intervallo è presentato e
l'individuo deve giudicare quanti secondi/minuti siano passati. .
(ii) In compiti di produzione di durata, un individuo deve indicare quando lui/lei
crede che un certo periodo di tempo sia passato, per esempio premendo una
chiave, un tasto o un cronometro muto
(iii) In compiti di riproduzione di durata, un intervallo standard con una certa
durata è presentato. Posteriormente, i soggetti devono riprodurre la lunghezza di
questo intervallo indicando quando essi credono che la durata sia identica
all'intervallo standard.
(iv) In compiti di paragone di durata, due intervalli sono presentati e gli
individui devono decidere quale dei due è maggiore. In varianti di questo
compito, un individuo è ripetutamente esposto ad un intervallo standard (la fase
di apprendistato) e più tardi (durante la fase test) deve giudicare se gli stimoli
presentati hanno la stessa durata in paragone all'intervallo standard.

Nella valutazione della durata e nei compiti di produzione del tempo i soggetti devono
tradurre tra l'esperienza di durata e le unità convenzionali di tempo (secondi, minuti).
Questi due compiti possono essere usati per spiegare differenze individuali in termini di
meccanismi di attenzione o di velocità dello stimolatore cardiaco. Al contrario,
l'esperienza di tempo è indicativa del comportamento in compiti di discriminazione
della durata e riproduzione della durata. Tuttavia, dovuto alla natura relativa della
riproduzione ed il compito di discriminazione, due intervalli sono comparati l'uno con
l'altro, qualunque influenza interna (attenzione, eccitazione) colpirà il procedimento di
entrambi gli intervalli - lo standard ed il paragone. Le differenze individuali che è
l'assegnazione di più o meno attenzione al tempo, non riveleranno differenze nel
rendimento esterno. Uno svantaggio della produzione così come della riproduzione
consiste in che il desiderio di finire anticipatamente la valutazione porterà al
(ri)produzione di intervalli più brevi, un fattore di confusione specialmente rilevante
quando si testa su individui impulsivi.

Il secondo procedimento si sofferma su quanto sia cruciale, per controllare la capacità


dell'individuo, usare conteggi come una strategia per registrare il tempo durante compiti
di stima del tempo. I conteggi cronometrici, una strategia basata sul discorso interno,
apporta considerevolmente stime più precise del sistema di calcoli di intervalli e sono
anche guidato da strutture cerebrali differenti (Hinton, 2004). Molto spesso l'istruzione
verbale di non contare viene data per impedire a partecipanti di contare (Dougherty,
2004; Wittmann, 2007; Lennings, 1998). Tuttavia, ripetutamente i volontari raccontano
che la tendenza a contare o ad usare altre strategie per suddividere l'intervallo di tempo
presentato sono abbastanza forti. Questa tendenza avrebbe potuto contribuire alla
carenza di differenze di gruppo in studi di valutazione di tempo di individui impulsivi
(Barkley, 2001; Solowij, 2002).Una maniera fidata di impedire ai partecipanti di contare
è presentar loro un compito simultaneo durante l'intervallo di tempo da stimare. Il
compito simultaneo potrebbe essere tanto semplice, come numeri di lettura a voce alta
presentati sequenzialmente con intervalli random, ma che impedisce agli individui di
contare internamente (Berlin, 2004; Rakitin, 1998).

3.8.4. Le conseguenze di un’alterata percezione del tempo

Secondo modelli cognitivi della percezione di tempo, la sopravvalutazione del


passaggio del tempo è conseguenza di una maggiore attenzione al tempo e di una
maggiore attivazione. Vogliamo sottolineare qui che in molte occasioni gli individui
impulsivi, particolarmente quando sono distratti, non sovrastimano il tempo, la qual
cosa va in contro a una disfunzione fondamentale del 'orologio interno.' Invece, questi
individui con maggiore probabilità sperimenteranno un rallentamento del tempo durante
situazioni nelle quali non sono capaci di agire d’accordo ai loro impulsi, per esempio
quando uno deve aspettare una ricompensa differita ed affronta il passo del tempo.
Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per determinare le relazioni causali tra presa di
decisioni, angoscia emozionale e percezione di tempo. Gli studi con popolazioni di
soggetti differenti danno l’idea che il senso del tempo è un fattore importante per la
comprensione della presa di decisioni distorta.
La comprensione del perché gli individui con disturbi impulsivi clinicamente rilevanti
trascurano fortemente le future conseguenze potrebbe essere il primo passo per lo
sviluppo di interventi specifici al fine di cambiare questo comportamento che ha
conseguenze negative per la vita quotidiana. Per esempio, i programmi di trattamento
potrebbero usare strategie di intervento che manipolano il differimento temporale delle
ricompense o che cognitivamente ristrutturano la percezione delle scelte intertemporali
(Critchfield, 2006; Wittmann, 2007; Monterosso, 2007) Inoltre, l'intervento potrebbe
essere finalmente capace di cambiare direttamente il sistema di cronometraggio che da
parte sua colpirebbe profondamente il modo in cui gli individui processano ricompense
differite e la struttura di comportamento verso azioni che promuovono la salute.
PARTE II
CAPITOLO QUARTO

PROGETTO DI RICERCA

Introduzione

Attualmente, uno dei problemi sociosanitari più preoccupanti dei paesi sviluppati, tra i
quali si trova la Spagna, è quello del consumo di droghe. In realtà tutti "sappiamo"
qualcosa sul problema delle droghe o della "droga", in astratto, essendo uno dei dibattiti
ricorrenti di distinti forum ed ambiti della nostra società, esistendo inoltre abbondante,
magari eccessiva e confusa, informazione sul tema. La letteratura su droghe si concentra
nella trasversalità del tema, esistendo un consenso generale sul fatto che ci si trova
contemporaneamente davanti ad un processo biologico, dato che produce dipendenza,
tolleranza e frequentemente sindrome di astinenza tra i consumatori abituali, e davanti
ad un fenomeno sociale di tipo storico che colpisce tanto individui concreti come diversi
settori della popolazione. In Spagna, nonostante multiple ricerche empiriche sui fattori
biologici, cognitivi e sociali riguardo alla vulnerabilità per l'uso di sostanze negli adulti,
non esiste una teoria specifica sul fenomeno delle prime esperienze negli adolescenti.

Partendo da una lettura critica degli studi effettuati dall'Osservatorio Spagnolo sulle
Droghe, il Dipartimento di Psicologia della Personalità, Diagnosi e Trattamento in
collaborazione con il Dipartimento di Scienze dello Sport dell'Università di Granada si
impegnò in un vasto e lungo progetto il cui obiettivo generale di ricerca è realizzare uno
studio su determinate abitudini salutari relazionate con l'esercizio sportivo,
l'alimentazione ed il consumo di sostanze nei giovani andalusi in età scolare, con
l'obiettivo di esaminare le loro interrelazioni ed le loro covariazioni con parametri
biologici e psicologici predittori di buona salute fisica e psicologica.
4.1. Ipotesi e obiettivi

Gli obiettivi della presente ricerca sono principalmente due:


1. Conoscere la situazione di consumo di sostanze tra i giovani andalusi con età
compresa tra i 14-22 anni e confrontarla con i risultati ottenuti a livello
nazionale attraverso le ricerche del Piano Nazionale sulle Droghe.

2. Identificare quei fattori individuali che potrebbero essere considerati come


predittori all’iniziazione dell’uso di sostanze nella suddetta popolazione. In
particolare si investigheranno le funzioni esecutive, attraverso l’uso delle Chiavi
della WISC e della WAIS e percezione temporale, l’impulsività valutata
attraverso il Barratt Impulsivity Scale (BIS-Adapt), e l’autocontrollo stimato
attraverso il Questionario sui comportamenti aggressivi (CDA).

Rispetto al primo obiettivo le nostre aspettative sono:


- in linea di massima, nessuna differenza significativa tra i dati ottenuti in
Andalusia Orientale rispetto ai dati nazionali.

Rispetto al secondo obiettivo, in accordo con la letteratura esaminata, le nostre


aspettative sono:
- Performance scadenti in quegli adolescenti che fanno uso di sostanze o che ne
hanno fatto ad un’età più precoce.
- Maggior impulsività e minor autocontrollo in quegli adolescenti che fanno uso
di sostanze o che ne hanno fatto ad un’età più precoce ed un uso maggiore delle
sostanze.

4.2. Popolazione di riferimento e contesto del campionamento

La popolazione di riferimento è composta da studenti tra i 14 e i 22 anni che


frequentano Scuole secondarie in Andalusia Orientale. La base o contesto del
campionamento utilizzato per selezionare il campione fu la popolazione immatricolata
in scuole o centri educativi al 3º e 4º anno della Scuola Secondaria Obbligatoria (ESO),
e al 1º e 2º anno di Bachillerato LOGSE. Questa cornice condiziona la distribuzione del
campione della ricerca in base all’età. In realtà rimangono fuori dal campionamento vari
gruppi; per esempio, gli studenti di 14-22 anni che frequentavano educazione primaria
o universitaria, gli studenti di 14-22 anni che non erano presenti in aula il giorno e
all’ora in cui si somministrò il questionario (assenti) o altri tipi di studenti. Benché si
trovassero alcune classi con molti assenti a causa di alcune festività è abbastanza
probabile che queste assenze non abbiano avuto nessuna ripercussione rilevante nella
distribuzione del campione durante la raccolta dei dati, né ripercussioni significative nei
cambiamenti delle tendenze e nei cambiamenti temporanei della prevalenza e modelli di
consumo o nell’atteggiamento alimentare e sportivo, dato che il questionario si applicò
in pochi mesi durante il corso accademico 2010/2011, da Gennaio fino ad Aprile.
D'altra parte, gli studenti di 18 anni sono sovra-rappresentati nel campione di soggetti,
per cui risulta conveniente stratificare alcuni risultati per età.

4.3. Campionamento
Si è usato un campionamento a partire da scuole pubbliche selezionate secondo la
disponibilità data verso la ricerca proposta, attraverso accordi presi con i professori di
educazione fisica e i direttori degli istituti. Dentro le scuole selezionate si sono scelte le
classi del 3º e 4º anno appartenenti a quella che in spagna viene definita Scuola
Secondaria Obbligatoria (Enseñanza Secundaria Obligatoria, ESO) e il 1º e 2º anno di
Liceo (Bachillerato, LOGSE). Sono stati compresi nella dimostrazione tutti gli studenti
delle classi selezionate, col fine di semplificare il disegno campionario, così come
l'esecuzione e l’analisi del questionario.
Il protocollo di ricerca si applicò dunque ad un campione di 548 giovani. La
proporzione degli studenti che si negarono compilare il questionario fu irrilevante (2),
così come fu quella dei questionari eliminati per essere stati lasciati in bianco (6), per un
totale di 540 questionari validi.
In totale il gruppo di soggetti che hanno completato il questionario, come è possibile
osservare dalla tavola X, era costituito da 261 ragazzi e 279 ragazze, con un’età medi di
15,6 anni (deviazione tipica 1,26 anni). Di questi il 38 % frequentava la classe 3° degli
Studi Secondari Obbligatori, il 34,1 % la classe 4°, il 22% erano studenti del 1° anno di
Bachillerato e solo il 5,6% studenti della 2° Bachillerato.
Il grado di collaborazione dei direttori, tutori e docenti dei diversi centri fu molto buona
in tutte le applicazioni.

Tabella 7. Descrizione del campionamento


VARIABILI MEDIA D.T. N %

Sesso

Maschi 261 48,3

Femmine 279 51,7

Totale 540 100,0

Età 15,6 1,26

Classe

3 ESO 205 38,0

4 ESO 184 34,1

1 BACHILLERATO 121 22,4

2 BACHILLERATO 30 5,6

Total 540 100,0

4.4. Strumenti utilizzati

Il protocollo di ricerca delineato per l’occasione include distinti tipi di misurazioni che
possono raggrupparsi nelle seguenti categorie:
a) misurazioni fisiche ed elettrofisiologiche, b) misurazioni soggettive e c) misurazioni
comportamentali. Questi tre tipi di misurazioni verranno correlazionate tra loro per
ottenere un'informazione più completa e dettagliata rispetto popolazione studiata e alle
loro relazioni predittive, utilizzando metodi multivariati di analisi e regressione.

4.4.1. Prove fisiche ed elettrofisiologiche

In questo tipo di misurazioni possiamo evidenziare:


 Peso, altezza, indice di massa corporea.
 Velocità dei riflessi.
 Resistenza e sforzo fisico.
 Elettrocardiogramma (EKG).

4.4.2. Prove soggettive (questionari)

Le misurazioni soggettive si ottengono in base ad un insieme di questionari che si


completano per iscritto (carta e matita) per tutti gli studenti delle classi selezionate
durante il periodo di tempo di una lezione normale (45-60 minuti) con o senza la
presenza del professore. Obiettivo di questo insieme di questionari (Allegato I) è
raccogliere informazioni rilevanti su:
1) caratteristiche sociodemográfiche,
2) impulsività (BIS),
3) abitudini alimentari,
4) esercizio fisico e sportivo,
5) attitudine verso il cibo (FCQT),
6) sintomatologia caratteristica del deficit d’attenzione ed iperattività (SWAN),
7) consumo di sostanze (alcool, tabacco ed altre droghe)
8) disturbi della condotta (CDA)
9) funzioni esecutive (fluenza verbale, velocità di processamento, percezione del
tempo).
I questionari relativi all’esercizio fisico e sportivo, alle abitudini alimentari e al
consumo di sostanze sono stati elaborati specificamente per questa ricerca (Allegato I).
Includono una serie di domande adattate all’età della popolazione presa in
considerazione su aspetti relazionati con l'attività fisica e sportiva (per esempio, se
fanno qualche sport o attività fisica al di fuori della lezione di educazione fisica
all’interno della scuola del, tipo di attività o sport, con che frequenza, etc.), le abitudini
alimentari (per esempio, i pasti che fanno abitualmente) e se hanno consumato sostanze
come alcool, tabacco, cannabis, ecstasy, allucinogeni o altre droghe (si domanda, tra le
altre cose, sull’inizio del consumo, il consumo messo in atto negli ultimi mesi o in
modo particolare all’ultimo mese, episodi di intossicazione dovuti all'alcool.)

4.4.2.1. Scala dell’impulsività di Barratt (BIS)

Un'ampia serie di prove esiste per misurare il comportamento impulsivo negli esseri
umani. All’interno del campo delle differenze individuali esistono questionari
autosomministrati, ben convalidati, per quantificare la personalità impulsiva, tra cui la
Scala dell’Impulsività di Barratt, (BIS; Patton et al., 1995).
È uno degli strumenti più ampiamente utilizzati per la valutazione dell’impulsività;
progettata da Barratt ed è stata convalidata da Oquendo e colleghi. La sua applicazione
è autosomministrata.
I questionari self-report valutano caratteristiche temperamentali generali dell'individuo:
come l'individuo si comporterebbe tipicamente in una situazione data, o fino a che
punto l'individuo è d’accordo o diverge con dichiarazioni particolari. Inoltre, i
questionari autosomministrati sono suscettibili a caratteristiche e tendenze legate alla
desiderabilità sociale che può differire naturalmente tra soggetti aventi problemi con
l’uso di sostanze ed i soggetti di controllo.
Inoltre, l'impulsività può interferire direttamente con la compilazione dei questionari
stessi, tale che l'individuo impulsivo può dare meno considerazione a risposte che
l'individuo non impulsivo.
In fine, le posizioni introspettive suppongono che gli individui abbiano la perspicacia
sufficiente per valutare esattamente la propria personalità.
La scala dell’impulsività di Barratt (BIS) consta di 30 items, raggruppati in tre
sottoscale:
- Impulsività Cognitiva: (8 items) 4,7,10,13,,16,19,24 e 27.
- Impulsività Motoria: (10 items) 2,6,9,12,15,18,21,23,26 e 29.
- Impulsività non Progettata: (12 items) 1,3,5,8,11,14,17,20,25,28 e30.

Ognuno degli items ha 4 possibili risposte (raramente o mai, occasionalmente, spesso e


sempre o quasi sempre) che punteggiano come 0-1-3-4, salvo gli items:
1,5,6,7,8,10,11,13,17,19,22 e23 che vengono puntuati al contrario (4-3-1 -0).
Il punteggio totale si ottiene dalla somma di tutti gli item; quello di ogni sottoscala è la
somma dei punteggi corrispondenti ad ognuna di esse. L’impulsività cognitiva si
riferisce alla propensione a prendere rapidamente decisioni, l’impulsività motoria si
riferisce ad una tendenza ad agire senza pensare, e l’impulsività non pianificata, si
identifica con una tendenza a non realizzare piani e a realizzare compiti in modo poco
curato (Barratt, 1985).

Interpretazione
Possiede maggiore valore il punteggio totale rispetto a quello delle sottoscale. Non
esistono punti di corte, benché si sia proposto la mediana della distribuzione.
Nello studio di convalida spagnola le mediane ottenute in una dimostrazione di pazienti
psichiatrici furono: Impulsività Cognitiva: 9,5 Impulsività Motoria: 9,5 Impulsività
non Progettata: 14 punteggiatura Totale: 32,5

Proprietà psicometriche
Tanto i parametri di affidabilità come di validità sono adeguati.
Affidabilità: la consistenza interna è elevata, circa 0,8. L'affidabilità Test-Retest dopo
due mesi è di 0,89.
Validità: nell'analisi fattoriale si sono proposte varie soluzioni con 3 o 6 fattori
principali.
Nella convalida spagnola l'equivalenza linguistica, l'equivalenza concettuale e
l'equivalenza della scala furono corrette. La proporzione di concordanza tra la versione
inglese e la castigliana oscilla tra 0,67 e 0,80.

4.4.2.2. Food Cravings Questionnaire Trait (FCQT)

Il FCQT è composto da 39 items, ricavati in origine da un totale di 88 asserzioni che


furono generate usando 10 dimensioni teoretiche di cravings di tratto per il cibo. Nel
questionario viene chiesto ai partecipanti di indicare come frequentemente ogni
asserzione "sarebbe vera per loro in generale" usando una scala a sei punti con un range
che va da "Mai" o "Non Applicabile" a "Sempre".
Cepeda-Benito et al. (1999) attraverso la Confirmatory Factor Analisys (CFA)
ricavarono che la versione finale del FCQT avesse nove scale. L'alfa principale per il
FCQT era 0.97, e le alfa delle sottoscale variarono da 0.81 a 0.94. L'affidabilità di Test-
retest per il FCQT era r = 0.88, e l'affidabilità di test-retest per le sottoscale era buona,
variando da r = 0.72 a r = 0.88.

4.4.2.3. The Strengths and Weaknesses of ADHD symptoms and Normal behavior scale
(SWAN)

Il Strengths and Weaknesses of ADHD symptoms and Normal behavior scale (SWAN) è
composto da 18 items ed è stato creato a partire dalle categorie diagnostiche del DSM-
IV-TR. Questa scala ha l’obiettivo di valutare problemi di attenzione e le abilità
attentive positive. Usa una scala Likert di 7 punti in cui si invita il soggetto a comparare
il proprio comportamento in riferimento a quello dei coetanei attraverso una delle
seguenti scelte: “Mucho menos”= lontano sotto media soggettivamente percepita,
“Menos” = sotto la media soggettivamente percepita, “Un poco menos”= leggermente
sotto media soggettivamente percepita, “Lo mismo” = nella media, “Un poco màs”=
leggermente sopra la media soggettivamente percepita, “Màs”= sopra la media
soggettivamente percepita e “Mucho màs” = molto sopra la media soggettivamente
percepita.

I soggetti che presentarono un elevato numero di risposte appartenenti all’opzione


“Mucho menos” e “ Menos”, dichiarando così alcuni problemi di attenzione ed
iperattività, vennero selezionati per eseguire prove comportamentali.

4.4.2.4. Fluenza verbale

Attraverso la somministrazione del test di fluenza verbale è possibile valutare


l’ampiezza del magazzino lessicale, la capacità di accesso al lessico e l’organizzazione
lessicale.

Somministrazione
Fluenza verbale per categorie fonemiche: chiedere al soggetto di dire tutte le parole che
gli vengono in mente e che cominciano con una determinata lettera. Nel presente caso
tutte le parole inizianti con la lettera P. Sono validi nomi di cose, verbi, aggettivi,
avverbi. Non sono validi nomi propri di persona, nomi propri di città e parole derivate.
Fluenza verbale per categorie semantiche: chiedere al soggetto di dire tutte le parole che
appartengono ad una data categoria. Nel caso in questione: animali.
Il soggetto ha a disposizione 1 minuto di tempo per ogni lettera o categoria.

Attribuzione punteggio e valutazione


Il punteggio totale è la somma delle parole corrette fornite per ciascuna lettera o
categoria. Il punteggio grezzo può essere confrontato con i valori medi e le deviazioni
standard. Un secondo metodo di valutazione consiste nell’applicare al punteggio grezzo
le correzioni, individuando così il punteggio equivalente.
4.4.2.5. Associazione di simboli a numeri

Questa prova misura principalmente la rapidità e la destrezza visuo-motoria. Sono


implicate anche memoria, capacità di attenzione e concentrazione. È una prova molto
sensibile a fattori emotivi, traumi neurologici e al deterioramento mentale; anche l’ansia
può interferire negativamente sulla prestazione complessiva al compito richiesto.
Viene fornita al soggetto una “chiave” composta da dei numeri (da uno a nove)
associati a dei segni grafici senza senso. Successivamente vengono presentati 100 item,
composti da soli numeri a cui il paziente deve associare il segno grafico o simbolo
corretto.
Il tempo a disposizione è di un minuto per i soggetti aventi fino a 16 anni e di un minuto
e mezzo per i soggetti aventi almeno 17 anni; al termine del tempo dato il soggetto
dovrà interrompere la prova. I primi 7 item, svolti prima del via allo scoring sono di
prova e non vengono conteggiati nel punteggio finale; per gli altri 93 viene attribuito un
punto per ogni risposta corretta.

4.4.2.6. Valutazione/Percezione del tempo

Ai soggetti venne chiesto di valutare soggettivamente la durata di alcune attività o


azioni (quanto tempo credi impieghi un pentolino di latte a bollire? Quanto tempo credi
tu abbia impiegato per rispondere a questo questionario?) , da valutare in un range che
va da “meno di 30 secondi” a "più di 60 minuti” suddiviso in nove possibili risposte.

Vengono inoltre invitati a un valutazione verbale del tempo: veniva presentato un


intervallo indicato dai segnali verbali dati dal somministratore “ya” e “stop”, intervallo
della durata reale di 14 secondi. I soggetti dovevano giudicare quanti secondi fossero
passati.
In un compito di produzione di durata, invece, venivano distribuiti cronometri sui quali
non era possibile leggere il display e veniva chiesto ai ragazzi di cronometrare un tempo
che secondo loro corrispondeva a 38 secondi.
4.4.3. Test comportamentali

Prova Go-NoGo (Newman et al., 1985)

Si tratta di una prova informatizzata di inibizione comportamentale nella quale i


partecipanti devono tentare inibire le loro risposte a determinati stimoli. Si usa come
misurazione il numero totale degli errori commessi e i falsi allarmi. La prova consta di
tre blocchi con 140 prove ognuno, durante i quali si presentano due tipi differenti di
immagini, con differente valenza affettiva (immagini neutrali, gradevoli e spiacevoli).
Le istruzioni informano i partecipanti che devono premere la barra spaziatrice del
computer più rapido che possono nel momento in cui gli si presenta un determinato tipo
di immagini (stimolo obiettivo-compito Go) e contemporaneamente devono evitare di
rispondere all'altra immagine (stimolo distraente-compito No-Go). Dopo il 50 % delle
prove, il compito si inverte, cioè, i soggetti sono invitati questa volta a rispondere
davanti all'immagine che in precedenza dovevano ignorare e ignorare invece quelle per
le quali prima rispondevano.

4.5. Procedimento Generale

E’ possibile ottenere l’insieme dei tre tipi di misurazioni solo con visite della durata di
due giorni nei rispettivi centri educativi. Hanno partecipato alla raccolta dei dati quattro
ricercatori: due che si sono dedicati alle misurazioni fisiche ed elettrofisiologiche e due
che invece si sono impegnati nella valutazione delle prove soggettive e
comportamentali.

Tuttavia, non tutti i ragazzi/e valutati sono passati alle prove comportamentali. Hanno
eseguito la prova Go/No-Go solo tre sottogruppi di ragazzi/e, coloro cioè che avevano
ottenuto un punteggio molto alto, intermedio o molto basso nel questionario
dell’impulsività (BIS) e che hanno registrato una sintomatologia per l’ADHD nel
questionario SWAN. Punteggi molto alti in impulsività sono stati relazionati con un
maggiore rischio di consumo di sostanze in persone giovani, ed inoltre con una
maggiore probabilità di sviluppare il disturbo da attenzione ed iperattività (ADHD),
disturbi della condotta alimentaria (anoressia nervosa e bulimia nervosa) e con minore
variabilità cardiaca, la quale apporta informazioni circa la capacità fisica e lo stato di
salute generale.

La raccolta dei dati è autorizzata dal consiglio dei professori e dai genitori dei ragazzi.
Si realizza di forma anonima e confidenziale; la partecipazione è volontaria, ogni
partecipante riceve un codice numerico con il quale verranno numerati i libretti dei
questionari e le differenti prove da realizzare tanto di tipo fisico come comportamentale,
garantendo con ciò l'anonimato.
CAPITOLO QUINTO

ANALISI DEI DATI

I dati derivanti dalla compilazione del questionario somministrato furono inseriti in un


foglio di calcolo del programma SPSS 15, dove si realizzarono alcune analisi
descrittive, comparate con i risultati ottenuti dagli studi a livello nazionale
dell’Osservatorio Spagnolo sulle Droghe.

5.1. Prevalenza e modello del consumo di droghe degli adolescenti


dell’Andalusia Orientale

5.1.1 Estensione del consumo di sostanze

Nella Tabella 8 si mostra la prevalenza del consumo degli studenti delle Scuole
Secondarie appartenenti all’Andalusia Orientale, di età compresa tra i 14 e i 19 anni, in
paragone con gli stessi dati estratti dell'Inchiesta Scolare dell'anno 2009, realizzata per il
Piano Nazionale sulle Droghe in tutto il territorio spagnolo. Nella menzionata tabella
può apprezzarsi l'elevato consumo dei giovani dell’Andalusia Orientale in paragone col
resto della Spagna, soprattutto, nelle seguenti sostanze: alcool, tranquillanti, cannabis,
anfetamine, allucinogeni ed ecstasy.
Tabella 8. Prevalenza del consumo di sostanze tra gli studenti delle Scuole Secondarie (%)
Almeno una volta Negli ultimi 12 mesi Negli ultimi 30 giorni

Andalusia Spagna Andalusia Spagna Andalusia Spagna

Tabacco 44,6 38,1 32,4


Alcool 85,9 81,2 74,1 72,9 45,6 58,5
Cannabis 23,9 35,2 16,3 30,5 8,9 20,1
Cocaina 1,3 5,1 0,7 3,6 0,0 2,0
Ecstasy 0,9 2,7 0,6 1,9 0,4 1,1

LSD, Allucinogeni.. 0,7 4,1 0,6 2,7 0,2 1,2

Anfetamine 1,3 3,6 0,9 2,5 0,6 1,2

L’età media di inizio al consumo di sostanze si mostra nella Tabella 9 e nella Figura 2.
Come si può notare, le sostanze che per prime vengono provate sono quelle legali.
L’ordine delle sostanze secondo l’età d’inizio parte dall’uso di tabacco, poi alcool e
cannabis; li seguono gli allucinogeni, le anfetamine, la cocaina e infine l’ecstasy. Non
risulta essere la stessa progressione che si osserva nel questionario realizzato dal Piano
Nazionale sulle Droghe ed esistono differenze, in alcuni casi anche significative, tra le
età di inizio trovate in entrambe le ricerche.

Tabella 9. Età media di inizio al consumo di sostanze


Andalusia Spagna

Tabacco 13,5 13,3


Alcool 13,8 13,7
Cannabis 14,5 14,6
Cocaina 17 15,3
Ecstasy 17,5 15,2
LSD, Allucinogeni.. 16 15,4
Anfetamine 16 15,4
17 17,5
18
16 16
16 14,5
13,5 13,8
14
12
10
8
6
4
2
0
Tabacco Alcool Cannabis

Cocaina Ecstasy LSD, Allucinogeni..

Anfetamine

Figura 2. Età media di inizio di consumo di sostanze

5.2. Fattori associati al consumo di droghe

In questo paragrafo espongo i risultati attraverso le correlazioni trovate tra le differenti


tipologie di sostanze ed alcune delle variabili predittive valutate attraverso i diversi
questionari. Di questa maniera si pretende di conoscere se esiste relazione tra dette
variabili ed il consumo.

Secondo i dati ottenuti del presente studio ed in concordanza con le differenti ricerche
del Piano Nazionale Sulle Droghe, le sostanze più consumate dai giovani con età
compresa tra 14 e 19 anni sono tabacco, alcool e cannabis, mentre altre sostanze
risultano minoritarie a questa età. Per questa ragione e con l’obiettivo di aumentare la
potenza statistica delle nostre conclusioni ci concentreremo in queste tre sostanze.
Inoltre la variabile consumo di tabacco, così come consumo di alcool furono
“ricodificate”, passando da quattro livelli("Non ho mai fumato/ bevuto", "Non fumo/No
bevo, ma sì l'ho provato", "Solo fumo/bevo occasionalmente" e "Fumo/bevo
quotidianamente”) a solo due ("Consumo" e "Non consumo"). E’ stato fatto questo con
il fine di differenziare un consumo che può arrivare ad essere problematico
(“occasionalmente”, “quotidianamente”) da un consumo sperimentale che non suppone
comportamenti problematici (“mai” e “non fumo/bevo però l'ho provato”). Così il
gruppo "Consumo" conteneva quei partecipanti che fumavano e bevevano in maniera
occasionale o giornalmente mentre il gruppo “Non consumo" conteneva quei
partecipanti che non consumano alcool o tabacco.

L'analisi è stata portata avanti seguendo differenti passi, per prima cosa per ogni tipo di
sostanza (tabacco, alcool e cannabis) si realizzarono ANOVA semplici per paragonare i
gruppi di consumatori e non consumatori nel questionario sui comportamenti aggressivi
(CDA; Andreu, Peña y Graña, 2002), il Barratt Impulsivity Scale (BIS-Adapt; Cosi,
2008), le chiavi (WAIS e WISC) e la stima e riproduzione temporale. Posteriormente si
realizzarono correlazioni di Pearson, nel gruppo di consumatori, per differenti aspetti
relazionati con le tipologie di consumo della sostanza (numero di sigarette fumate,
numero di sbronze, numero di volte che avevano partecipato ad un botellon negli ultimi
30 giorni, consumo negli ultimi 30 giorni ed età di inizio di consumo) con i punteggi
ottenuti in ognuno dei questionari e delle prove. In un secondo passo, si creò un indice
di severità del consumo mediante il conteggio di sostanze che consumavano i
partecipanti, una, due o tre sostanze e si correlò (Pearson) il numero di sostanze
consumate con ognuna dei questionari e prove realizzate. Nel caso della prova delle
Chiavi della WAIS e della WISC, trattandosi di due test progettati specificamente per
età differenti, furono usate le punteggiature standardizzate secondo le tavole proprie del
test.
5.2.1. Risultati in riferimento alla sostanza Tabacco

Questionario sui comportamenti aggressivi (CDA; Andreu, Peña y Graña, 2002)

Nell’analisi ANOVA su ognuna delle sottoscale del questionario CDA (fisico, verbale,
ira ed ostilità) paragonando i due gruppi di consumo di tabacco (Non consumo,
Consumo) è da segnalare l'esistenza di differenze significative tra entrambi i gruppi in
tutte le sottoscale, eccetto nel sottoscala ostilità. Nella sottoscala aggressività fisica
(CDA-fisico) i risultati segnalarono l'esistenza di differenze significative tra i due
gruppi di partecipanti (F[1, 520]=25.182, p<0.0001). Il gruppo "Consumo" ottenne una
maggiore puntuazione indicando che realizzava comportamenti di aggressività fisica
con maggiore frequenza che il gruppo “Non consuma" ("Consumo" m =2.68, sd =0.79;
"non consumo m" =2.27, sd =0.71). Nella sottoscala aggressività verbale (CDA-
verbale) i risultati segnalarono l'esistenza di differenze significative tra i gruppi (F[1,
520] =6.53, p <0.0001). Il gruppo "Consumo" ottenne una maggiore puntuazione
indicando che realizzava più comportamenti di aggressività verbale che il gruppo "Non
consumo" ("Consumo" m =2.90, sd =0.72; "non consumo” m =2.62, sd =0.71).
Analogamente, l'analisi ANOVA sui punteggi della sottoscala ira (CDA-ira) segnalò
l'esistenza di differenze significative tra i due gruppi di partecipanti (F[1, 520] =8.416, p
<0.005). Il gruppo "Consumo" ottenne una maggiore punteggiatura indicando che
manifestavano più reazioni adirate che il gruppo "Non consumo" ("Consumo" m =3.01,
sd =0.64; "non consumo m" =2.79, sd =0.70). In fine, l'analisi ANOVA nella sottoscala
ostilità (CDA-ostilità) segnalò l'assenza di differenze significative tra gruppi (F[1, 520]
=2.457, p >0.05).

Barratt Impulsivity Scale (BIS-Adapt; Cosi, 2008)

Nell’analisi ANOVA sulle sottoscale Impulsività motoria, Impulsività Cognitiva e Non


Progettata paragonando i due gruppi di consumo di tabacco, segnalò l'esistenza di
differenze significative tra gruppi in tutte le sottoscale (Impulsività Motoria, F[1, 515]
=23.449, p <0.0001; Impulsività Cognitiva, F[1,515] =14.419, p <0.0001; Non
Progettata, [1, 513] =36.917, p >0.0001). Per tutte le scale il gruppo "Consumo" mostrò
punteggi maggiori che il gruppo “Non consumo", indicando l'esistenza di una maggiore
impulsività ("Consumo": Impulsività Motoria m =21.36, sd =4.59, Impulsività
Cognitiva, m =19.46, sd =2.97, Non Progettata, m =27.34, sd =4.87; "Non consumo":
Impulsività Motoria m =18.92, sd =4.58, Impulsività Cognitiva, m =18.13, sd =3.26,
Non Progettata, m =24.38, sd =4.32).

Chiavi (WAIS e WISC) e stima e riproduzione temporale

L'analisi ANOVA sui valori tipificati della prove con chiavi non indicò differenze
significative tra il gruppo di "Consumo" e "Non consumo" ( F[1,521] =0.001, p >0.05).
Analogamente, non si trovarono differenze significative nei punteggi nella prova di
stima temporale né in quella di riproduzione temporale (ps >0.05).
Correlazioni tra le variabili di consumo di tabacco e i questionari

Con l'obiettivo di conoscere come le variabili di consumo di tabacco potevano essere


relazionate coi differenti questionari nel gruppo "Consumo", si realizzarono correlazioni
col numero di sigarette fumate e l'età di inizio di consumo. I risultati segnalarono
l'esistenza di correlazioni positive tra il numero di sigarette fumate e i punteggi nella
scala di Impulsività Cognitiva del Bis-Adapt (r =0.32, p <0.05) di modo che i
partecipanti più impulsivi consumavano giornalmente più sigarette. D'altra parte, l'età di
inizio di consumo di tabacco correlò negativamente con la scala di Impulsività
Cognitiva (r = -0.21, p <0.05) e la sottoscala CDA-fisica (r = -0.20, p <0.05) così che
quei partecipanti che avevano cominciato a fumare ottennero così minori punteggi in
queste scale. In fine, si trovò anche una correlazione negativa tra il numero di sigarette
fumate e l'età di inizio (r = -0.34, p <0.05) di modo che quei partecipanti che avevano
cominciato prima a fumare consumavano un maggiore numero di sigarette giornaliere.
5.2.2 Risultati in riferimento alla sostanza Alcool

Questionario sui comportamenti aggressivi (CDA; Andreu, Peña y Graña, 2002)

Nell’analisi ANOVA su ognuna delle sottoscale del questionario CDA (fisico, verbale,
ira ed ostilità) paragonando i due gruppi di consumo di tabacco (Non consumo,
Consumo) è da segnalare l'esistenza di differenze significative tra entrambi i gruppi in
tutte le sottoscale e marginalmente significativa nella sottoscala dell’ostilità. Nella
sottoscala aggressività fisica (CDA-fisico) i risultati segnalarono l'esistenza di
differenze significative tra i due gruppi di partecipanti (F[1, 517]=17,774, p <0.0001). Il
gruppo "Consumo" ottenne punteggi maggiori indicando che realizzava condotte di
aggressività fisica con maggiore frequenza che il gruppo “Non consuma" ("Consumo"
m =2.52, sd =0.73; "non consumo” m =2.24, sd =0.73). Nella sottoscala aggressività
verbale (CDA-verbale) i risultati segnalarono l'esistenza di differenze significative tra i
gruppi (F[1, 517] =7.962, p <0.0001). Il gruppo "Consumo" ottenne una maggiore
puntuazione indicando che realizzava più condotte di aggressività verbale che il gruppo
"Non consumo" ("Consumo" m =2.83, sd =0.69; "Non consumo” m =2.58, sd =0.72).
Analogamente, l'analisi ANOVA sui punteggi della sottoscala ira (CDA-ira)
segnalarono l'esistenza di differenze significative tra i due gruppi di partecipanti (F[1,
517] =15.090, p <0.001). Il gruppo "Consumo" ottenne una maggior punteggi indicando
che manifestavano più reazioni adirate che il gruppo "Non consumo" ("Consumo" m
=2.98, sd =0.63; "Non consumo” m =2.74, sd =0.72). In fine, l'analisi ANOVA nella
sottoscala ostilità (CDA-ostilità) segnalò marginalmente l'esistenza di differenze
significative tra i gruppi (F[1, 517] =3.649, p =0.057). Il gruppo "Consumo" ottenne una
maggior puntazione indicando che manifestavano più condotte ostili che il gruppo "Non
consumo" ("Consumo" m =2.83, sd =0.70; "non consumo" m=2.70, sd =0.75).

Barratt Impulsivity Scale (BIS-Adapt; Cosi, 2008)

Nell’analisi ANOVA sulle sottoscale Impulsività Motoria, Impulsività Cognitiva e Non


Progettata paragonando i due gruppi di consumo di tabacco, segnalò l'esistenza di
differenze significative tra gruppi in tutte le sottoscale (Impulsività Motoria, F[1, 512]
=12.466, p <0.0001; Impulsività Cognitiva, F[1,512] =4.769, p <0.05; Non Progettata,
[1, 510] =12.409, p >0.0001). Per tutte le scale il gruppo "Consumo" mostrò maggior
punteggi che il gruppo “Non consuma", indicando l'esistenza di una maggiore
impulsività ("Consumo": Impulsività Motoria m =20.30, sd =4.41, Impulsività
Cognitiva, m =18.80, sd =3.01, Non Progettata, m =25.86, sd =4.51; "Non consumo":
Impulsività Motoria m =18.83, sd =4.78, Impulsività Cognitiva, m =18.16, sd =3.36,
Non Progettata, m =24.43, sd =4.53).
Chiavi (WAIS e WISC) e stima e riproduzione temporale

L'analisi ANOVA sui valori tipificati della prova con chiavi non indicò differenze
significative tra il gruppo di "Consumo" e "Non consumo" (F[1,518] =0.001, p >0.05).
Analogamente, non si trovarono differenze significative nei punteggi della prova di
stima temporale né in quella di riproduzione temporale (ps >0.05).
Correlazioni tra le variabili del consumo di alcool e i questionari.

Con l'obiettivo di conoscere come le variabili di consumo di alcool potevano essere


relazionate coi differenti questionari nel gruppo "Consumo", si realizzarono correlazioni
tra l'età di inizio di consumo di alcool, il numero di sbronze nell'ultimo mese ed il
numero di volte che avevano partecipato ad un "botellon" durante l'ultimo mese. I
risultati segnalarono l'esistenza di correlazioni positive tra l'età di inizio di consumo di
alcool e i punteggi della prova delle Chiavi della WAIS e della WISC (r =0.15, p
<0.05). Così, quei soggetti che cominciarono a consumare alcool ad età più precoce
ottenevano punteggi più bassi in questa prova. Corroborando l'implicazione dell'alcool
nei problemi di condotta, troviamo l'esistenza di correlazioni positive tra il numero di
volte che i soggetti avevano partecipato ad un botellon con le scale del Bis-Adapt di
Impulsività Motoria e Non Progettata (r =.121, p <0.05; r =.183, p <0.002,
rispettivamente). La variabile numero di volte che si erano ubriacati nell'ultimo mese no
correlò col resto di questionari e prove. Si trovò invece una correlazione positiva tra il
numero di sbronze nell'ultimo mese ed il numero di volte che i soggetti avevano
partecipato ad un botellon (r =.90, p <0.01), confermando il rischio che suppone questo
tipo di riunioni tra i giovani.
5.2.3. Risultati in riferimento alla sostanza Cannabis

Questionario sui comportamenti aggressivi (CDA; Andreu, Peña y Graña, 2002)

Nell’analisi ANOVA su ognuna delle sottoscale del questionario CDA (fisico, verbale,
ira ed ostilità) paragonando i due gruppi di consumo di tabacco (Non consumo,
Consumo) è da segnalare l'esistenza di differenze significative tra entrambi i gruppi in
tutte le sottoscale e marginalmente significativa nella sottoscala dell’ostilità. Nella
sottoscala aggressività fisica (CDA-fisico) i risultati segnalarono l'esistenza di
differenze significative tra i due gruppi di partecipanti (F[1, 520] =23.684, p <0.0001).
Il gruppo "Consumo" ottenne una maggiore puntuazione indicando che realizzava
condotte di aggressività fisica con maggiore frequenza che il gruppo “Non consuma"
("Consumo" m =2.74, sd =0.77; "Non consumo” m =2.24, sd =0.70). Nella sottoscala
aggressività verbale (CDA-verbale) i risultati segnalarono l'esistenza di differenze
significative tra gruppi (F[1, 520] =29.740, p <0.0001). Il gruppo "Consumo" ottenne un
maggior punteggio indicando che realizzava più comportamenti di aggressività verbale
che il gruppo "Non consumo" ("Consumo" m =2.99, sd =0.68; "Non consumo” m
=2.59, sd =0.71). Analogamente, l'analisi ANOVA sui punteggi della sottoscala ira
(CDA-ira) segnalarono l'esistenza di differenze significative tra i due gruppi di
partecipanti (F[1, 520] =18.517, p <0.001). Il gruppo "Consumo" ottenne un punteggi
più elevati indicando che manifestavano più reazioni adirate che il gruppo "Non
consumo" ("Consumo" m =3.07, sd =0.59; "Non consumo” m =2.77, sd =0.71). In fine,
l'analisi ANOVA nella sottoscala ostilità (CDA-ostilità) segnalò marginalmente
l'esistenza di differenze significative tra i gruppi (F[1, 520] =3.577, p =0.059). Il gruppo
"Consumo" ottenne maggior punteggi indicando che manifestavano più condotte ostili
che il gruppo "Non consumo" ("Consumo" m =2.87, sd =0.66; "Non consumo” m
=2.72, sd =0.75).

Barratt Impulsivity Scale (BIS-Adapt; Cosi, 2008)

Nell’analisi ANOVA sulle sottoscale Impulsività Motoria, Impulsività Cognitiva e Non


Progettata paragonando i due gruppi di consumo di tabacco, segnalò l'esistenza di
differenze significative tra gruppi in tutte le sottoscale (Impulsività Motoria, F[1, 515]
=27.406, p <0.0001; Impulsività Cognitiva, F[1,515] =14.214, p <0.001; Non
Progettata, [1, 513] =22.997, p >0.0001). Per tutte le scale il gruppo "Consumo" mostrò
maggior punteggi che il gruppo “Non consuma", indicando l'esistenza di una maggiore
impulsività ("Consumo": Impulsività Motoria m =21.31, sd =4.93, Impulsività
Cognitiva, m =19.35, sd =3.25, Non Progettata, m =26.68, sd =5.02; "Non consumo":
Impulsività Motoria m =18.83, sd =4.44, Impulsività Cognitiva, m =18.10, sd =3.19,
Non Progettata, m =24.45, sd =4.32).

Chiavi (WAIS e WISC) e stima e riproduzione temporale

L'analisi ANOVA sui valori tipificati della prova con chiavi non indicò differenze
significative tra il gruppo "Consumo" e "Non consumo" (F[1,521] =3.321, p >0.05).
Analogamente, non si trovarono differenze significative nei punteggi della prova di
stima temporale né in quella di riproduzione temporale (ps >0.05)
Correlazioni tra le variabili di consumo di alcool e i questionari

Le correlazioni tra le variabili età di inizio del consumo di cannabis e consumo negli
ultimi 30 giorni coi differenti questionari segnalarono nel gruppo "Consumo" l'esistenza
di relazioni positive tra il consumo negli ultimi 30 giorni e la sottoscala CDA-fisica (r
=0.25, p <0.001). Quelli che consumarono con più frequenza negli ultimi 30 giorni
mostravano una maggiore aggressività fisica.
5.2.4. Policonsumo

In fine, per comprovare se il numero di sostanze consumate era associato ad un maggior


numero di comportamenti problematici si generò un indice di severità nel consumo con
un rango da 1 a 3 (1 consumo di una sostanza; 2 consumo di due tipi di sostanze e 3
consumano tabacco, alcool e cannabis). I risultati segnalarono l'esistenza di correlazioni
positive con le sottoscale CDA-fisica e CDA-verbale, come con le scale Impulsività
Motoria, Impulsività Cognitiva e Non Progettata del BIS-Adapt.

Tabella 10. Correlazioni tra l’indice di severità e i diversi questionari e prove (**p<0.001)
CDA- Ira

CHIAVI
Motoria

Progett.
Verbale

Riprod.
(WAIS,
Cognit.

WISC)

Temp.

Temp.
CDA-

CDA-

CDA-

Stima
Física

Ostil.

Imp.

Imp.

No

Severità 0.21** 0.17** 0.05 0.00 0.17** 0.21** 0.23** 0.76 -0.00 0.02
CONCLUSIONI

Il primo obiettivo della ricerca qui esposta è conoscere la situazione del consumo di
droghe nella popolazione di adolescenti (14-19 anni) nell’Andalusia Orientale. Si è
infatti valutata la prevalenza del consumo delle diverse sostanze e le caratteristiche
personalogiche dei consumatori con il fine di identificare quei fattori che potrebbero
essere predittivi dell’uso di droghe in questa popolazione di riferimento.
Secondo i dati ottenuti dal presente studio ed in concordanza con le differenti ricerche
del Piano Nazionale Sulle Droghe, l'alcool ed il tabacco sono le sostanze più consumate
dai giovani: l’ 85,3% ha assunto bevande alcoliche ed il 50,3% ha provato il tabacco o
fuma più o meno regolarmente. La sostanza illegale più consumata è la cannabis: il 23,9
% ha consumato almeno una volta questa droga. L’uso delle altre sostanze menzionate
in questa tesi (cocaina, ecstasy, LSD e allucinogeni, anfetamine) risulta minoritario a
questa età. Per questa ragione tutte le analisi statistiche effettuate si sono concentrate
solo sulle tre sostanze maggiormente consumate. Abbiamo inoltre voluto soffermarci
sull’età media in cui i giovani andalusi si avvicinano alle sostanze: l’età media dei
ragazzi che fumano per la prima volta è di 13,5 anni, quella dei ragazzi che invece
bevono per la prima volta è di 13,8 anni; infine, l’età media dei soggetti che hanno fatto
per la prima volta uso di cannabis è di 14,5.
In linea di massima dunque non sono state rilevate differenze significative tra i dati
ottenuti dalla presente ricerca e i dati ricavati dalla ricerca ESTUDES effettuata a livello
nazionale. Un’adeguata conoscenza della situazione di consumo di droghe sul territorio
è utile al fine di progettare e mettere in pratica disegni di prevenzione destinati agli
adolescenti adeguati alle necessità rilevate.

Assieme alle tipologie delle sostanze e all’età media di inizio, attraverso il Barratt
Impulsivity Scale (BIS-Adapt; Cosi, 2008) e il Questionario sui Comportamenti
Aggressivi (CDA; Andreu, Peña y Graña, 2002) abbiamo indagato variabili quali
l’Impulsività Motoria, l’Impulsività Cognitiva, l’Impulsività Non Progettata, i
comportamenti aggressivi fisici, verbali, l’ira e l’ostilità. Attraverso le prove sulle
funzioni esecutive, quali le Chiavi della WAIS e della WISC e la stima/riproduzione
temporale, abbiamo invece potuto valutare la memoria, la capacità di attenzione e di
concentrazione nell’associazioni di numeri e simboli e il senso del tempo, che è un
fattore importante per la comprensione della presa di decisioni. (Critchfield, 2006;
Wittmann, 2007; Monterosso, 2007).
Attualmente la letteratura scientifica in psicologia sicuramente presenta una tradizione
consolidata di studi sui fenomeni connessi all’abuso e alla dipendenza, non altrettanto si
può dire sull’uso e sull’inizio del consumo delle sostanze negli adolescenti, anche se
negli ultimi anni i fattori relazionati con l'inizio del consumo di droghe sono stati
studiati da diversi ricercatori, secondo l’ambito di interesse (medico, psicologico,
psicopatologico, fisiologico, psicosociale) e da diverse discipline.
Volendo soffermarci su quegli elementi individuali che possono essere predittivi del
consumo di sostanze negli adolescenti ed esaminando la letteratura scientifica esistente,
possiamo osservare come diversi aspetti dell’uso delle sostanze si relazionano
direttamente con le nozioni di funzione esecutive e presa di decisione. Pare infatti che le
tappe precoci nell’assunzione di droghe a scopo ricreativo possono essere mediate,
come già menzionato, da caratteristiche di personalità che influiscono sulla probabilità o
meno che l'individuo provi una sostanza e molti studi indicano che una maggiore
impulsività potrebbe svolgere un ruolo principale nell'iniziazione di uso di sostanze
(Gerra et al., 2004). Analogamente un ruolo importantissimo le svolgono le alterazioni
nella presa di decisioni, che sono direttamente implicate nello sviluppo e nel
mantenimento dei processi di addiction, già che in questi soggetti si produce
un’alterazione della valutazione motivazionale offerta dalla ricompensa associata al
consumo (Jentsch & Taylor, 1999), e un’ incapacità ad anticipare e a considerare le
potenziali conseguenze negative del consumo nelle situazioni di decisione (Bechara,
2005; Goldstein e Volkow, 2002). Attenzione è stata rivolta anche alla
sopravvalutazione del passaggio del tempo, conseguenza di una maggiore attenzione al
tempo e di una maggiore attivazione, così come alla sottostimazione del tempo da parte
di soggetti impulsivi, perché incapaci di agire d’accordo ai loro impulsi. Sebbene la
percezione del tempo sia inequivocabilmente relazionata con l’assunzione di
comportamenti a rischio, quali l’uso di sostanze (Wittmann, 2007), tuttavia sono
necessari ulteriori studi per determinare precise relazioni causali tra presa di decisioni,
angoscia emozionale e percezione del tempo.

Il secondo obiettivo, il principale del presente lavoro, è valutare quali fattori, tra cui le
funzioni esecutive e l’impulsività, sono predittori di un uso di sostanze. Attraverso la
messa in opera della ricerca qui presentata, nata prendendo spunto dagli studi effettuati
dall’Osservatorio Spagnolo sulle Droghe e i risultati ottenuti a livello nazionale, è stato
possibile osservare che alcune delle correlazioni osservate replicano in parte quanto
descritto in letteratura dimostrando una differenza significativa tra il gruppo dei soggetti
che “consumano” e quello di controllo “non consumano” nei diversi questionari
somministrati.
Per quanto riguarda l’uso di tabacco, alcool e cannabis, attraverso l’analisi ANOVA, in
riferimento alle sottoscale della CDA, il gruppo "Consumo" ottenne punteggi maggiori
indicando che realizzava comportamenti di aggressività fisica, verbale e irascibilità con
maggiore frequenza che il gruppo “Non consuma". In riferimento al BIS-Adapt,
l’analisi dei dati sulle sottoscale Impulsività Motoria, Impulsività Cognitiva e Non
Progettata, paragonando i due gruppi di consumo, segnalò l'esistenza di differenze
significative in tutte le sottoscale. Da segnalare, invece, per quanto rigurda le prove con
le chiavi della WISC e della WAIS, che l’analisi non rivelò alcuna differenza
significativa tra il gruppo di "Consumo" e "Non consumo”. Analogamente, non si
trovarono differenze significative nei punteggi nella prova di stima temporale né in
quella di riproduzione temporale. All’analisi statistica di queste variabili è stato dedicato
molto tempo, poichè risulta un dato che non conferma le nostre aspettative. Ció
potrebbe essere dovuto al fatto che gli strumenti utilizzati non siano adatti a questo tipo
di rilevamento o che, per lo stadio evolutivo degli adolescenti partecipanti alla ricerca,
non sia una variabile utile per differenziare i consumatori dai non consumatori.
Ulteriore attenzione verrá dedicata a queste prove in futuro, con il fine di valutare in
modo efficace l’esistenza o meno di correlzioni tra la percezione temporale e l’uso di
sostanze negli adolescenti.
Inoltre, addentrandoci più nel particolare, attraverso la correlazione di Pearson abbiamo
potuto approfondire l'esistenza di correlazioni positive tra il numero di sigarette fumate
e i punteggi nella scala di Impulsività Cognitiva del Bis-Adapt (r =0.32, p <0.05) di
modo che i partecipanti più impulsivi consumavano giornalmente più sigarette. Si trovò
anche una correlazione negativa tra il numero di sigarette fumate e l'età di inizio (r = -
0.34, p <0.05), evidenziando come i partecipanti che avevano cominciato prima a
fumare consumavano un maggiore numero di sigarette giornaliere. Approfondendo le
correlazioni sull’uso di alcool, nel gruppo "Consumo" l'esistenza di relazioni positive tra
il consumo negli ultimi 30 giorni e la sottoscala CDA-fisica (r =0.25, p <0.001) indica
che quei giovani che consumarono alcool con più frequenza negli ultimi 30 giorni
mostravano una maggiore aggressività fisica. In riferimento all’uso di cannabis, invece,
i risultati segnalarono l'esistenza di correlazioni positive con le sottoscale CDA-fisica e
CDA-verbale, come con le scale Impulsività Motoria, Impulsività Cognitiva e Non
Progettata del BIS-Adapt.
Le alte correlazioni presenti tra l’uso di sostanze e l’impulsivitá dunque confermano
quanto atteso, quanto rilevato dalla letteratura, come questa sia una caratteristica
predittrice fondamentale per l’iniziazione all’uso di sostanze negli adolescenti. Le
correlazioni con il questionario CDA implica che i soggetti hanno una minore capacità
di autocontrollo, che potrebbe indicare immaturità del lobo frontale, il che
significherebbe minori capacità per prendere decisioni e peggiori performance a livello
delle funzioni esecutive. L'assenza di differenze significative tra i gruppi nella
valutazione specifica delle funzioni esecutive può essere data dal fatto che le prove
utilizzate nella presente ricerca (chiavi WAIS e WISC, stima temporale e riproduzione
temporale) non siano lo sufficientemente sensibili per valutare la predisposizione al
consumo di sostanze ad età precoci.
Il presente studio, che si è concentrato solo su una piccola porzione di tutti quegli
elementi che possono essere causa di vulnerabilità all’uso di sostanze, molto
chiaramente non vuole allontanarsi dalla consapevole esistenza di molte possibili
combinazioni di differenti variabili che possono condurre all'uso di droghe. Gli studi
realizzati fino al momento, dagli autori citati, sono un buon principio ed aprono
importanti prospettive oltre ad aver contribuito enormemente alla comprensione del
fenomeno fino ad oggi. Ricerche future dovrebbero tendere alla realizzazione di
ulteriori studi con metodologia longitudinale, che permettano stabilire con maggior
sicurezza e precisione i fattori causali dell’uso e abuso di droghe negli adolescenti, con
il fine ultimo di disegnare e mettere in pratica strategie di prevenzione che abbiano
come obiettivo ridurre il consumo di sostanze così come i fattori associati a detto
consumo (fattori di rischio). L’ideale sarebbe approfondire e precisare le differenti
combinazioni dei fattori individuali, così come tutti gli altri fattori genetici e sociali, che
incrementano e diminuiscono la vulnerabilità all'iniziazione per l’uso di sostanze come i
fattori che possono attenuare o esacerbare la probabilità di trasformarsi in individuo di
rischio, tenendo in conto che probabilmente le differenti combinazioni varieranno
secondo l'età, il sesso, la sottocultura e la fase di consumo in cui si trovi l'individuo.
ALLEGATO

CUESTIONARIOS DE HÁBITOS DE SALUD

Somos investigadores de la Universidad de Granada y estamos realizando un estudio sobre


hábitos de salud entre los adolescentes de Andalucía Oriental.

A continuación encontrarás una serie de preguntas y cuestionarios que nos permitirán lograr los
objetivos de nuestra investigación. Por favor, lee atentamente cada pregunta y contesta con
sinceridad. Esta información es confidencial y anónima. Ni tus padres ni tus profesores tendrán
acceso a ella.

En la parte superior derecha de esta página verás que hay dos pegatinas con un número. Cuando
entregues el cuadernillo despega una de las pegatinas y consérvala contigo el resto del día. Sólo
así podremos contactar contigo si fueras seleccionado/a mediante sorteo para participar en otras
pruebas que estamos realizando en tu instituto/colegio.

Recuerda que tu participación es voluntaria y que puedes interrumpirla si quieres.

Antes de empezar, rellena en esta hoja los siguientes datos (pon una X sobre la línea que
corresponda):

Sexo: Mujer_____ Hombre_____


Fecha de nacimiento (día/ mes /año): / /
¿Has repetido curso alguna vez?: Sí_____ No_____ ¿Cuál?:_______
Pon una X en el lugar que represente el nivel que tuviste como estudiante durante el curso
pasado:
1 2 3 4 5
Suspenso Suficiente Notable Sobresaliente Matrícula

¿Estás tomando algún medicamento?: Sí_____ No_____ ¿Cuál?:______


En cuanto a tu familia:
¿A qué se dedican o en qué trabajan tus padres?:

Obreros Oficios especializados Profesionales


Sin trabajo o Oficinistas o
o (fontanero, cerrajero, independientes o
en paro vendedores
limpiadores panadero, etc.) funcionarios
Padre

Madre

¿Cuál es el nivel de educación de tus padres? Marca el máximo nivel alcanzado:

Estudios universitarios
Sin estudios Primaria Secundaria Algún curso universitario
finalizados
Padre

Madre

 ¿Tu familia tiene coche?: Sí____ No____


¿Más de uno? : ____ ¿Cuántos?: _____

Tu dirías que en tu casa la situación económica es:

1. Muy mala____ 2. Mala ____ 3. Regular ___ 4. Buena___ 5. Muy buena ___
BIS-ADAPT
Las frases que aparecen a continuación se refieren a diferentes formas de actuar y de pensar.
Lee atentamente cada una de ellas y pon una X en la respuesta que más se ajusta a tu forma de
ser. ¡Muchas gracias!
Nunca o Siempre
Algunas Bastantes
casi o casi
veces veces
nunca siempre
1. Cuando voy a hacer algo, lo preparo muy bien antes.
2. Hago cosas sin pensar.

3. Soy despreocupado/a, distraído/a.

4. Pienso muchas cosas a la vez.

5. Hago mis planes con mucho tiempo.

6. Aunque me digan que espere para abrir un regalo, no hago caso.

7. Me concentro fácilmente.

8. Ahorro regularmente.
9. Me resulta difícil permanecer sentado/a o callado/a durante
mucho tiempo.
10. Soy un/a chico/a que piensa bastante las cosas.

11. Me preocupo por obtener buenas notas.

12. Digo cosas sin pensar.

13. Me gusta pensar en cosas que me parece que son difíciles.

14. Me canso de los deberes de una asignatura y empiezo los de otra


sin haber terminado los primeros.

15. Me dicen que hago las cosas de manera un poco alocada.

16. Me aburro fácilmente cuando tengo que resolver problemas que


exigen pensar mucho.

17. Me preocupa estar enfermo/a.

18. Hago las cosas de pronto, sin pensar.

19. Me pienso bastante todo.

20. Me canso enseguida de todo.

21. Compro cosas dejándome llevar por mis impulsos.

22. Acabo lo que empiezo.

23. Me muevo y ando más rápido que mis amigos/as

24. Resuelvo los problemas como primero se me ocurre.


25. Intento comprar cosas más caras del dinero que tengo.

26. Hablo rápido en comparación con mis amigos/as.


27. Pienso en cosas raras (a veces tengo pensamientos irrelevantes
cuando pienso)
28. Estoy más interesado/a en el presente que en el futuro.

29. Estoy nervioso/a en clase.

30. Hago planes para cuando sea mayor.


HA y EF
Por favor, marca con una X la casilla que corresponda.

Indica cuáles de las siguientes comidas realizas todos los días:

La hago
Desayuno
Media mañana
Almuerzo
Merienda
Cena

¿Practicas deportes o haces alguna actividad física, aparte de las clases de educación física
del colegio / instituto? (baloncesto, natación, gimnasio, fútbol, esquí, baile, etc.):

SI  NO 

Si has contestado SÍ a la pregunta anterior, indica qué tipo de deporte o de actividad física
practicas y con qué frecuencia; marca con una X la que corresponda:

1 2 3 4
TIPO DE DEPORTE O ACTIVIDAD Todos los días Entre 3 -5 días a Los fines de Algún día al
FISICA la semana semana mes

   

   

   

   

¿Estas federado en algún deporte? Sí ___  No ___ (Marca con una X)

Si has contestado SÍ en la pregunta anterior ¿qué deporte?..................................

¿Participas en el programa DEPORTE EN LA ESCUELA? Sí ___ No ____

Si has contestado SÍ en la pregunta anterior ¿qué deporte?..................................


FCQT
Hemos escrito una lista de comentarios que la gente hace acerca de sentimientos, pensamientos,
deseos, tentaciones y antojos relacionados con la comida y el comer. Por favor, utilizando la
escala de la derecha pon una cruz X en cada frase de la izquierda para describir con qué
frecuencia tú te sientes así, o hasta qué punto cada comentario representa cómo tú piensas o te
sientes en general.

Casi siempre
Raramente

A menudo

Siempre
Algunas
Nunca

veces
1. Cuando estoy con alguien que está comiendo me entra hambre.

2. Cuando tengo deseos intensos de comer, una vez que me pongo a


comer no puedo parar.

3. A veces, cuando como lo que se me antoja, pierdo el control y como


demasiado.

4. Detesto no poder resistir la tentación de comer.

5. Sin duda alguna, las ganas de comer me hacen pensar en cómo voy a
conseguir lo que quiero comer.

6. No hago más que pensar en la comida.

7. A menudo, me siento culpable cuando deseo comer ciertas comidas.

8. A veces, me encuentro pensativo/a y preocupado/a por la comida.

9. Como para sentirme mejor.

10. Algunas veces, mi vida parece perfecta cuando como lo que me


apetece.

11. Se me hace la boca agua cuando pienso en mis comidas favoritas.

12. Siento deseos intensos de comer cuando mi estómago se siente


como un pozo sin fondo.

13. Siento como si mi cuerpo me pidiera ciertas comidas.

14. Me entra tanta hambre que mi estómago se siente como un pozo sin
fondo.

15. Cuando como lo que deseo me siento mejor.

16. Cuando como lo que deseo me siento menos deprimido/a.

17. Cuando como algo que deseo con intensidad me siento culpable.

18. Cada vez que deseo comer algo en particular me pongo a hacer
planes para comer.
Raramente

A menudo

Siempre
Algunas

siempre
Nunca

veces

Casi
19. El comer me tranquiliza.

20. Siento deseos de comer cuando estoy aburrido/a, enfadado/a o triste.

21. Después de comer no tengo tantas ansiedades.

22. Si tengo la comida que deseo, no puedo resistir la tentación de


comerla.

23. Cuando se me antoja una comida, normalmente intento comerla tan


pronto como pueda.

24. Comer lo que me apetece mucho me sienta estupendamente.

25. No tengo la fuerza de voluntad de resistir mis deseos de comer las


comidas que se me antojan.

26. Una vez que me pongo a comer tengo problemas para dejar de
hacerlo.

27. Por mucho que lo intento, no puedo parar de pensar en comer.

28. Paso demasiado tiempo pensando en lo próximo que voy a comer.

29. Si me dejo llevar por la tentación de comer pierdo todo mi control.

30. A veces, me doy cuenta de que estoy soñando despierto/a en comer.

31. Cada vez que se me antoja comer algo sigo pensando en comerlo
hasta que lo como.

32. Cuando tengo muchas ganas de comer algo estoy obsesionado/a con
comer lo que deseo.

33. A menudo deseo comer cuando siento emociones fuertes.

34. Cada vez que voy a un banquete termino comiendo más de lo que
necesito.

35. Para mí es difícil resistir la tentación de tomar comidas apetecibles


que están a mi alcance

36. Cuando estoy con alguien que se pasa comiendo, yo también me


paso.

37. Cuando como me siento a gusto.

38. Cuando estoy muy estresado/a me entran deseos fuertes de comer.

39. Me entran deseos fuertes de comer cuando estoy disgustado/a.


SWAN
A continuación hay una lista de frases que describen algunas conductas de niños y adolescentes.
Para cada frase que leas, compara tu conducta en EL ÚLTIMO MES con la del resto de tus
compañeros de clase y pon una cruz donde corresponda. Por ejemplo, si en una frase eres más o
menos como el resto de tu clase, pon la cruz debajo de “Lo Mismo”; si te ocurre mucho más que
al resto de tu clase, pon una cruz debajo de “Mucho Más”; si te ocurre mucho menos, pon la
cruz debajo de “Mucho Menos”. Asegúrate de no dejar ninguna fila en blanco.

Un
Mucho Un Poco Lo Mucho
Menos Poco Más
Menos Menos Mismo Más
Más

1. Me fijo en los detalles y evito los


errores por descuido en los deberes o
tareas

2. Mantengo la atención en las tareas y


en los juegos

3. Escucho lo que me dicen cuando me


hablan

4. Sigo las instrucciones que recibo y


termino los deberes o tareas en la
escuela y en casa

5. Organizo mis tareas y actividades

6. Me dedico a tareas o actividades que


requieren esfuerzo mental

7. Sé dónde están las cosas que necesito


para realizar mis tareas o actividades

8. Soy capaz de ignorar las cosas poco


importantes que suceden a mi
alrededor

9. Recuerdo lo que tengo que hacer y


cuándo tengo que hacerlo

10. Me mantengo quieto/a cuando estoy


sentado/a (controlo el movimiento
de pies y manos, o del cuerpo)

11. Me quedo sentado/a cuando es


necesario o lo requieren las normas
de la clase
Mucho Menos Un Poco Lo Un Más Mucho
Menos Menos Mismo Poco Más
Más

12. Puedo parar de correr, saltar y trepar


cuando es necesario
13. Juego tranquilamente (sin gritar o
hacer demasiado ruido)

14. Puedo calmarme y descansar cuando


quiero (no tengo que estar siempre
haciendo cosas)

15. Hablo cuando me corresponde y me


callo si quiero o la situación lo
requiere (no hablo excesivamente)

16. Pienso primero en lo que se me


pregunta y luego respondo (no se
me escapan las respuestas antes de
tiempo)

17. Espero mi turno (en las filas y en los


juegos o actividades)

18. Espero al momento apropiado para


unirme a una conversación o a un
juego (evito interrumpir o
entrometerme)
C. C
A continuación leerás una serie de preguntas sobre el consumo de diferentes sustancias.
Marca aquella respuesta con la que te sientas identificado(a). Por favor, responde
sinceramente y recuerda que esta información es confidencial y anónima.

¿Fumas tabaco?
Nunca he fumado
No fumo, pero sí lo he probado
Sólo fumo ocasionalmente
Fumo diariamente ____ cigarrillos diarios

¿A qué edad fumaste por primera vez? (Si no has fumado nunca, no respondas)
____ años

¿Alguna vez has tomado bebidas alcohólicas?


Nunca
No bebo, pero sí las he probado
Sólo bebo los fines de semana
Tomo diariamente algún tipo de bebida con alcohol (cerveza, vino…)

¿A qué edad, aproximadamente, tomaste por primera vez alguna bebida alcohólica? ____
años
¿Has tomado alguna bebida alcohólica en los últimos doce meses?
No

Y en el último mes, ¿has tomado algún tipo de bebida alcohólica?


No

Durante los últimos 30 días, ¿te has emborrachado alguna vez?


No
Sí. ¿Cuántas veces? ______

En los últimos seis meses, ¿has participado en algún botellón?


No, nunca
Sí, una o dos veces en los últimos seis meses
Sí, de tres a cinco veces en los últimos seis meses
Sí, una o dos veces al mes
Sí, todas o casi todas las semanas
Comenzando por el número uno, responde a cada una de las preguntas que aparecen en la parte
superior de la tabla.

¿La has ¿A qué ¿La has ¿La has ¿Con qué frecuencia la
consumido edad la consumido consumido consumiste en los últimos
alguna vez? probaste en los en los 30 días?
por últimos 12 últimos 6
primera meses? meses?
vez?
Nada
Menos de una
Cannabis, No No No
vez/semana
1 Marihuana o Sí Sí Sí
Una vez por semana
Porros
De 2 a 6 veces/semana
Diariamente
Nada
Menos de una
No No No
vez/semana
2 Cocaína Sí Sí Sí
Una vez por semana
De 2 a 6 veces/semana
Diariamente
Nada
Menos de una
No No No
Éxtasis, Pastis o vez/semana
3 Sí Sí Sí
Pirulas. Una vez por semana
De 2 a 6 veces/semana
Diariamente
Nada
Menos de una
Alucinógenos, No No No
vez/semana
4 LSD, Tripis, Sí Sí Sí
Una vez por semana
Hongos…
De 2 a 6 veces/semana
Diariamente
Nada
Menos de una
No No No
Anfetaminas o vez/semana
5 Sí Sí Sí
Speed… Una vez por semana
De 2 a 6 veces/semana
Diariamente
CDA
Lee atentamente cada frase y selecciona con una X la opción que mejor te describe en términos
generales. Es decir, si el contenido de la frase es característico de ti o no es característico de ti.
No existen respuestas correctas o incorrectas.

Completamente Bastante Ni Bastante Completamente


falso para mí falso verdadero verdadero verdadero para
para mí ni falso para mí mí
para mí
1. De vez en cuando no puedo
controlar el impulso de golpear a otra
persona
2. Cuando no estoy de acuerdo con
mis amigos/as, discuto abiertamente
con ellos/as

3. Me enfado rápidamente, pero se


me pasa enseguida

4. A veces soy bastante envidioso/a

5. Si se me provoca lo suficiente,
puedo golpear a otra persona

6. A menudo no estoy de acuerdo con


la gente

7. Cuando estoy frustrado/a, muestro


el enfado que tengo

8. En ocasiones siento que la vida me


ha tratado injustamente

9. Si alguien me golpea, le respondo


golpeándole también

10. Cuando la gente me molesta,


discuto con ellos

11. Algunas veces me siento tan


enfadado/a como si estuviera a punto
de estallar
12. Parece que siempre son otros los
que consiguen las oportunidades

13. Me suelo implicar en las peleas


algo más de lo normal

14. Cuando la gente no está de


acuerdo conmigo, no puedo remediar
discutir con ellos/as
Completamente Bastante Ni Bastante Completamente
falso para mí falso verdadero verdadero verdadero para
para mí ni falso para mí mí
para mí

15. Soy una persona apacible


(tranquila)
16. Me pregunto por qué algunas
veces me siento tan resentido/a por
algunas cosas

17. Si tengo que recurrir a la


violencia para proteger mis derechos,
lo hago
18. Mis amigos/as dicen que discuto
mucho

19. Algunos/as de mis amigos/as


piensan que soy una persona
impulsiva
20. Sé que mis “amigos” me critican
a mis espaldas

21. Hay gente que me incita a tal


punto que llegamos a pegarnos

22. Algunas veces pierdo los estribos


sin razón

23. Desconfío de desconocidos/as


demasiado amigables

24. No encuentro ninguna buena


razón para pegar a una persona

25. Tengo dificultades para controlar


mi genio

26. Algunas veces siento que la gente


se está riendo de mí a mis espaldas

27. He amenazado a gente que


conozco
28. Cuando la gente se muestra
especialmente amigable, me pregunto
qué querrán

29. He llegado a estar tan furioso/a


que rompía cosas
FLUIDEZ VERBAL POR LETRA

Instrucciones: Espera a que el/la investigador/a te dé las instrucciones y te indique el tiempo que
tendrás para realizar esta prueba.

Por letra “P”

1. ____________________________ 26. ____________________________


2. ____________________________ 27.- ___________________________
3. ____________________________ 28. ____________________________
4. ____________________________ 29. ____________________________
5. ____________________________ 30. ____________________________
6. ____________________________ 31. ____________________________
7. ____________________________ 32. ____________________________
8. ____________________________ 33. ____________________________
9. ____________________________ 34. ____________________________
10. ___________________________ 35. ____________________________
11. ___________________________ 36. ____________________________
12. ___________________________ 37. ____________________________
13. ___________________________ 38. ____________________________
14. ___________________________ 39. ____________________________
15. ___________________________ 40. ____________________________
16. ___________________________ 41. ____________________________
17. ___________________________ 42. ____________________________
18. ___________________________ 43. ____________________________
19. ___________________________ 44. ____________________________
20. ___________________________ 45. ____________________________
21. ___________________________ 46. ____________________________
22. ___________________________ 47. ____________________________
23. ___________________________ 48. ____________________________
24. ___________________________ 49. ____________________________
25. ___________________________ 50. ____________________________
FLUIDEZ VERBAL POR CATEGORÍA

Instrucciones: Espera a que el/la investigador/a te dé las instrucciones y te indique el tiempo que
tendrás para realizar esta prueba.

Animales

1. ____________________________ 26. ____________________________


2. ____________________________ 27. ___________________________
3. ____________________________ 28. ____________________________
4. ____________________________ 29. ____________________________
5. ____________________________ 30. ____________________________
6. ____________________________ 31. ____________________________
7. ____________________________ 32. ____________________________
8. ____________________________ 33. ____________________________
9. ____________________________ 34. ____________________________
10. ___________________________ 35. ____________________________
11. ___________________________ 36. ____________________________
12. ___________________________ 37. ____________________________
13. ___________________________ 38. ____________________________
14. ___________________________ 39. ____________________________
15. ___________________________ 40. ____________________________
16. ___________________________ 41. ____________________________
17. ___________________________ 42. ____________________________
18. ___________________________ 43. ____________________________
19. ___________________________ 44. ____________________________
20. ___________________________ 45. ____________________________
21. ___________________________ 46. ____________________________
22. ___________________________ 47. ____________________________
23. ___________________________ 48. ____________________________
24. ___________________________ 49. ____________________________
25. ___________________________ 50. ____________________________
Estima cuánto tiempo transcurre en cada uno de los siguientes casos. Marca con una
X donde creas que corresponda:

Menos Más Entre 30 Entre Entre Entre Menos Más de


Más de
de 30 de 30 y 60 1y3 10 y 20 30 y 45 de 60 60 min.
5 min.
seg. seg. seg. min. min. min. min.

a) ¿Cuánto crees
que dura 1
anuncio en
televisión?

b) ¿Cuánto tarda
en hervir una
taza de leche que
se calienta en un
cazo?

c) ¿Cuánto tardas
en subir andando
las escaleras de
un piso a otro?

d) ¿Cuánto tiempo
crees que has
tardado en
contestar este
cuadernillo?

e) ¿Cuánto tiempo
tardas en lavarte
los dientes?

f) ¿Cuánto tiempo
tardas en lavarte
las manos?

Ejercicio de estimación temporal: Espera las instrucciones del / de la investigador/a

1.- ¿Cuánto tiempo crees que ha transcurrido desde que el/la investigador/a dijo “YA” hasta que
dijo “STOP”?
______________________________________________________________________

2.- Con la pantalla del cronómetro tapada, dale al botón de comienzo y detenlo cuando creas que
hayan pasado 38 segundos. Espera a que te den instrucciones para apuntar el resultado.

_________________________________________________________________

Ya has acabado. Por favor, revisa tu cuadernillo y comprueba que no has dejado ninguna
pregunta sin contestar. ¡Gracias por tu colaboración!
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