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Continuando la serie di studi ed indagini finalizzati allanalisi dello scenario in cui si attua la societ dellinformazione, Assinter offre, nelle

pagine a seguire, una riflessione di matrice economica, realizzata dal Dipartimento Di Economia e Diritto dellUniversit La Sapienza di Roma. Lindagine focalizza le principali linee caratterizzanti il mondo delle societ ICT in house regionali e gli effetti sistemici derivanti dalla loro presenza sui territori. La ricerca verr, non a caso, presentata nellambito delledizione 2011 del Festival dellEconomia di Trento, dedicato a I Confini della libert economica. In questa occasione infatti i tanti protagonisti della scena economica, politica ed istituzionale sono chiamati a dibattere sul ridisegno de i confini tra iniziativa privata e politiche pubbliche, tra ruolo dello Stato in economia e coinvolgimento del terzo settore a valle della grande recessione del 2008. Il 2008, del resto, rappresenta un momento cruciale per le societ ICT in house, non solo per gli impatti della crisi, ma anche per gli importanti cambiamenti normativi che le hanno riguardate in via diretta. Le modifiche del quadro legislativo hanno dato il via, assieme a tutti gli altri elementi di contesto di natura economica, ad un ripensamento profondo del ruolo e della stessa mission delle societ ICT pubbliche regionali. I processi evolutivi dellultimo triennio hanno portato le societ ICT in house regionali a incardinarsi sempre pi come soggetti operanti sul lato della domanda pubblica di innovazione, rafforzando le loro capacit di coordinamento e cooperazione con le imprese e la societ civile al fine di favorire lincremento della competitivit territoriale. I dati della ricerca mettono in evidenza come esista una correlazione tra i diversi contesti socioeconomici e i vari modelli organizzativi adottati dalle societ ICT in house. A fronte di tale variet, tuttavia, emergono alcuni tratti comuni a tutte le esperienze regionali. Si tratta, in particolare, della capacit delle societ in house di favorire il coordinamento con gli altri attori pubblici e di migliorarne la performance a vantaggio del sistema economicoterritoriale di riferimento. Le funzioni economiche e sociali svolte dalle societ in house attribuiscono loro in maniera sempre pi forte il ruolo di cerniera tra la domanda pubblica di innovazione e le potenzialit/capacit delle aziende di mercato. Le in house si propongono come strumento di sistema: intervenendo nelle fasi attuative delle politiche regionali, lavorando per favorire e catalizzare linnovazione del territorio. Come detto, si tratta di un processo evolutivo. Molta strada stata percorsa ed il quadro appare ancora in mutamento. questa la ragione per cui le riflessioni qui sintetizzate, cos come gli esiti dellanalisi economica proposta, devono essere lette come tracce per lavvio di una riflessione; linee di tendenza da studiare e da dibattere per meglio interpretare i fenomeni e mettere a punto strategie e percorsi correttivi o alternativi, in una logica di governo dei fenomeni sempre pi aperta e partecipata. Il Presidente Alberto Dapr

SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE IL CISIS Centro Interregionale per i sistemi Informatici Geografici e Statistici www.cisis.it

SOMMARIO
INTRODUZIONE LE SOCIET ICT INHOUSE: DATI E CARATTERISTICHE DATI E CARATTERISTICHE DI BASE LE SOCIET ATTIVE LE COMPAGINI SOCIETARIE LANDAMENTO DEL FATTURATO GLI ADDETTI E IL COSTO DEL PERSONALE IL CAPITALE UMANO UTILIZZATO IL PIANO INDUSTRIALE E LINTERNAZIONALIZZAZIONE LE FUNZIONI, I SETTORI E LE PROFESSIONALIT CARATTERISTICHE STRUTTURALI E TIPOLOGIE DELLE SOCIET IH IL COORDINAMENTO TRA GLI ATTORI PUBBLICI E IL RUOLO DELLE SOCIET IH IL COORDINAMENTO NELLA VALUTAZIONE DELLE SOCIET IH UNA STIMA DEGLI EFFETTI DEL COORDINAMENTO E DEL RUOLO DELLE SOCIET IH LE MODALIT DEL COORDINAMENTO E IL RUOLO DELLE SOCIET IH LO SCHEMA DI RIFERIMENTO E GLI INDICATORI I RISULTATI DELLA NOSTRA ANALISI LEVOLUZIONE DEL SETTORE IT E IL RUOLO DELLE SOCIET IH A LIVELLO LOCALE LEVOLUZIONE DEL SETTORE IT IN EUROPA E IN ITALIA LIMPATTO DELLE SOCIET IH SUL SETTORE LOCALE IT CONCLUSIONI ELENCO FIGURE ELENCO TABELLE

7 8 PAG. 8 PAG. 8 PAG. 9 PAG. 10 PAG. 11 PAG. 13 PAG. 13 PAG. 15 PAG. 17 PAG. 19 PAG. 19 PAG. 21 PAG. 22 PAG. 23 PAG. 27 PAG. 29 PAG. 29 PAG. 32 PAG. 37 PAG. 38 PAG. 39
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INTRODUZIONE
Scopo della ricerca1 contribuire a una migliore conoscenza, sotto il profilo economico, delle attivit svolte e dei risultati conseguiti dalle societ in house (IH) regionali IT. Per raggiungere tale scopo si utilizzano oltre alle informazioni desumibili da varie fonti ufficiali2 , i risultati emersi da un questionario somministrato alle societ IH regionali IT associate ad Assinter nel periodo giugnosettembre 2010. Queste informazioni vengono elaborate con varie tecniche di analisi statistica ed econometrica. In questo modo si delinea, in primo luogo, un quadro aggiornato della situazione delle societ IH e si valuta il loro grado di omogeneit in base ad alcune caratteristiche strutturali. Inoltre, e soprattutto, si affrontano i seguenti quesiti: A ) In che misura e in che termini le societ IH contribuiscono al coordinamento dei vari attori pubblici e privati che operano nel settore IT a livello regionale? B ) Un miglior coordinamento dell'azione pubblica a livello regionale (efficacia delle "azioni di sistema") contribuisce a migliorare le "performance IT" degli EELL? Qual il contributo delle IH in tal senso? Tutto ci ha influenza sulla diffusione dei servizi IT nei diversi territori? C ) Qual il contributo delle IH alla crescita del settore IT nellambito delleconomia locale di riferimento? In questo summary presentiamo gli aspetti principali del quadro delle societ IH, cos come emerso dalla nostra indagine e, successivamente, le risposte ai quesiti elencati, illustrando brevemente anche la metodologia utilizzata.

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Alla ricerca, coordinata da Maurizio Franzini, hanno contribuito: Antonio Nicita, Luigi Reggi, Chiara Assunta Ricci, Sergio Scicchitano e Dimitri Tartari. In particolare, rispetto ai vari problemi affrontati, sono stati utilizzati dati contenuti nellultimo Rapporto CISIS, dati provenienti da Eurostat e dall'Archivio Statistico sulle Imprese Attive (ASIA).

LE SOCIET ICT INHOUSE: DATI E CARATTERISTICHE


DATI E CARATTERISTICHE DI BASE
LE SOCIET ATTIVE
Le Aziende pubbliche controllate da Regioni e Province Autonome che operano nel settore dellinformatica sono sedici. Lo statuto di Assinter definisce le societ IH aziende a partecipazione regionale e/o statale a capitale interamente pubblico, operanti nel Settore dellinformatica per la pubblica amministrazione secondo il modello in house providing nellambito della ricerca e/o lo sviluppo di tecnologie, di servizi e soluzioni, la produzione e/o lintegrazione di beni e servizi, linnovazione organizzativa e/o commerciale e/o distributiva, la consulenza e la formazione, i contenuti. Nella tabella 1.1 riportiamo per ciascuna Regione e Provincia Autonoma le societ ICT IH corrispondenti, rappresentate anche nella cartina della figura 1.1.

PIEMONTE LIGURIA VALLE DAOSTA LOMBARDIA PROV. AUT. BOLZANO PROV. AUT. TRENTO FRIULI VENEZIA GIULIA EMILIA ROMAGNA UMBRIA LAZIO SICILIA SARDEGNA PUGLIA MOLISE ABRUZZO

CSI Piemonte Datasiel SpA INVA SpA Lombardia Informatica SpA Informatica Alto Adige SpA Informatica Trentina SpA Insiel SpA Lepida SpA CUP 2000 SpA Webred SpA LAit SpA Sicilia eServizi SpA Sardegna IT Srl InnovaPuglia SpA Molise Dati SpA Abruzzo Engineering SCpA (posta in liquidazione il 02/12/2010)

Tabella 1.1 Regioni che dispongono di una (o pi) Societ ICT IH

Figura 1.1 Le societ ICT IH nelle Regioni e Province Autonome

La tabella 1.2 documenta quanto differenziata sia la storia delle societ IH. Qualcuna nata gi negli anni 70 mentre qualcun'altra di recentissima creazione. Questa diversa anzianit incide, naturalmente, su diverse variabili e, in particolare, sulle dimensioni che, a loro volta, non sono prive di effetti sulle strategie adottate.
ABRUZZO ENGINEERING INFORMATICA ALTO ADIGE INFORMATICA TRENTINA LOMBARDIA INFORMATICA CSI PIEMONTE SARDEGNAIT

CUP2000

DATASIEL

INNOVA PUGLIA

INSIEL

INVA

LAIT

LEPIDA

WEBRED 1973 1973

ANNO COSTITUZIONE IH ANNO INIZIO OFFERTA SERVIZI EELL

2007 2007

1977 1977

1996 1996

1988 1988

1992 1993

1983 1984

2008

1974 1974

1988 1989

2011 2003

2007 2007

1981 1982

2006 2007

Tabella 1.2 Let delle IH

LE COMPAGINI SOCIETARIE
Lanalisi delle compagini societarie presenta diversi motivi di interesse. In particolare, essa mette in luce come le societ IH, nonostante la loro natura comune, siano nate e si siano strutturate seguendo percorsi indipendenti, legati alle esigenze territoriali ed alle scelte delle proprie Amministrazioni di riferimento.Il numero dei soci , infatti, molto variabile (da un minimo di 1 ad un massimo di 81) e nonostante la Regione o la Provincia Autonoma siano il socio prevalente nella maggior parte dei casi, un ruolo significativo talvolta rivestito anche da Ausl e altri soci (tabella 1.3).
SOCIET ABRUZZO ENGINEERING CSI PIEMONTE CUP2000 DATASIEL INFORMATICA ALTO ADIGE INFORMATICA TRENTINA INNOVAPUGLIA INSIEL INVA LAIT LEPIDA LOMBARDIA INFORMATICA SARDEGNAIT WEBRED SICILIA ESERVIZI N SOCI 3 75 20 1 3 81 1 1 3 1 58 1 1 11 ND QUOTA SOCIO DI MAGGIORANZA 60 31 55 100 65 51 100 100 75 99 99,68 100 100 84 51 SOCIO DI MAGGIORANZA Regione Altri AUSL Regione Provincia Autonoma Provincia Autonoma Regione Regione Regione Regione Regione Regione Regione Regione Regione
Tabella 1.3. Compagine societaria (2009)

SICILIA E SERVIZI 2005 2006

La figura 1.2 riporta graficamente lassetto proprietario delle societ IH.

Figura 1.2 assetto proprietario dellinhouse 2009

LANDAMENTO DEL FATTURATO


Landamento del fatturato3 nel periodo 2005 2009 rappresentato nella figura 1.3: esso risulta essere piuttosto omogeneo e in lieve crescita per le societ che hanno un fatturato annuo dellordine di 50 milioni di Euro. Il fatturato medio relativo allanno 2009 pari 64,8 milioni.

Figura 13 Andamento fatturato 20052009 (migliaia di euro)

I dati di bilancio relativi ad Innova Puglia si riferiscono allesercizio 01/07/2008 30/06/2009

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La figura 1.4 riporta lincremento percentuale del fatturato delle IH da un anno allaltro nel periodo di tempo considerato.

Figura 1.4 Incremento % fatturato aggregato 20062009 rispetto allanno precedente

In alcuni casi sono presenti forti oscillazioni, ma il pattern prevalente quello di una variabilit contenuta che, in un paio di casi, si manifesta attorno a valori negativi. La figura 1.5 riporta il valore dellutile ante imposte in migliaia di Euro per lanno 2009. Come si vede siamo di fronte a oscillazioni piuttosto marcate.
Figura 1.5 Utile ante imposte 2009 (migliaia di Euro)4

I dati di Abruzzo Engineering, Datasiel e Inva non sono disponibili.

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GLI ADDETTI E IL COSTO DEL PERSONALE


La dimensione in termini di addetti negli anni dal 2005 al 2009 rappresentata in dettaglio nella figura 1.6. Il numero di persone impiegate generalmente cresciuto, ma senza dare luogo a significative variazioni. Inoltre, si conferma lampia variabilit di dimensione tra le societ IH. Il numero di addetti medio per lanno 2009 pari a 326.

Figura 1.6 Numero di addetti 20052009

Il costo medio del personale si colloca, nella grande maggioranza dei casi, tra i 45 e 50.000 euro annui per unit lavorativa (Fig. 1.7). La variabilit resta, tuttavia, piuttosto pronunciata, con scostamenti anche significativi dalla media, probabilmente dovuti anche a recenti fenomeni di riorganizzazione aziendale.

Figura 1.7. Costo medio del personale 2009 (migliaia di euro)

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IL CAPITALE UMANO UTILIZZATO


La figura 1.8 presenta i dati, per il 2009, relativi agli addetti, distinti in base ai titoli di studio conseguiti. La percentuale di laureati elevata in quasi tutte le societ. La quota di laureati triennali tra i dipendenti molto elevata soprattutto presso Sardegna IT, la cui recente costituzione ha senzaltro favorito lingresso di giovani che hanno conseguito la laurea di primo livello, introdotta a partire dal 2000/2001.
Figura1.8. Composizione del personale 2009

IL PIANO INDUSTRIALE E LINTERNAZIONALIZZAZIONE


Nella definizione del questionario sono stati individuati, normalizzando le linee di azione del Piano eGov2012 del Governo, 11 settori e 9 funzioni. E facile notare che lo spettro dazione delle societ IH interessa molte delle dimensioni prioritarie definite nella programmazione nazionale. La figura 1.9 considera i settori che le societ IH coprono nel piano industriale: i settori maggiormente presenti nella programmazione pluriennale sono quelli delle infrastrutture, delle attivit produttive e della salute a cui si interessano pi dell80% dei piani industriali approvati. In un solo caso, quello della giustizia, la quota di societ IH presenti nei vari settori inferiore al 50%. Molto spesso essa decisamente pi elevata. Solo una societ IH delle tre che hanno indicato ulteriori settori di intervento ha specificato quali siano (agricoltura, formazione professionale, risorse umane ed enti locali).
Figura 1.9. Piano industriale: settori interessati

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Per quanto riguarda le funzioni (figura 1.10) quella maggiormente diffusa risulta essere la sicurezza dei sistemi informativi e delle reti, che costituisce oggetto di attivit di tutte le societ che hanno previsto un piano industriale. Tutte le funzioni risultano, per, sufficientemente considerate, dal momento che anche quella meno coperta il trasferimento del know how ai cittadini oggetto di programmazione in oltre il 40% dei piani industriali.

Figura 1.10 Piano industriale: funzioni interessate

Nella tabella 1.4 riportiamo alcune percentuali che riassumono lattivit dellIH sul mercato estero. Nel 2009 il numero di societ che ha operato a livello internazionale stato piuttosto limitato ma rappresenta comunque una buona percentuale rispetto al totale (pari al 27%). Tale dato , per, destinato a crescere poich oltre il 45% delle societ che non hanno ancora avviato progetti allestero ha intenzione di farlo nei prossimi anni.

IH CON ESPERIENZA ALLESTERO allinterno di progetti UE % IH SENZA ESPERIENZA SUL MERCATO ESTERO hanno intenzione di avviare progetti allestero

27% 75% 73% 45,5%


Tabella1.4. Internazionalizzazione

Chi ha operato allinterno di progetti internazionali lo ha fatto in maniera prevalente nellambito dellUnione Europea, trasferendo in particolare know how relativo allinnovazione. Infatti, questa risulta essere la funzione maggiormente svolta. interessante notare come i settori di intervento riguardino aree nelle quali limitata lattivit a livello nazionale, come la giustizia, i giovani e il sociale. Questo sembra essere prova del fatto che le esperienze internazionali favoriscono la diversificazione rispetto alle attivit tradizionalmente svolte.

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LE FUNZIONI, I SETTORI E LE PROFESSIONALIT


Esaminiamo ora quali sono i settori e le funzioni che interessano maggiormente (in termini di prodotti e servizi offerti) le societ IH a prescindere dalla programmazione pluriennale, eventualmente anche discostandosi da quanto previsto dal piano industriale, che generalmente coerente con la programmazione regionale. Per quanto riguarda i settori (figura 1.11) quello sanitario risulta essere il pi sviluppato (circa 87%), mentre numerosi altri presentano percentuali di copertura comprese tra il 67 e l80%. Il valore pi basso, come gi emerso nellanalisi dei piani industriali, riguarda la giustizia.

Figura 1.11 Settori attivit IH

Per quello che riguarda le funzioni, la gran parte di esse viene svolta da oltre il 60% delle societ (figura 1.12): le pi importanti risultano essere la sicurezza dei sistemi informativi, il dialogo tra cittadini e PA, la dematerializzazione e le anagrafi svolte da oltre l80% delle societ.

Figura 1.12 Funzioni attivit IH

Con il questionario si cercato anche di stabilire quali siano le principali professionalit messe a disposizione dall'inhouse nelle attivit di offerta e consulenza: esse risultano essere distribuite come rappresentato nellistogramma della figura 1.13, da cui emerge come tutte le societ si occupino di project management e nella maggior parte dei casi di progettazione e sviluppo software.

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Con il questionario si cercato anche di stabilire quali siano le principali professionalit messe a disposizione dall'inhouse nelle attivit di offerta e consulenza: esse risultano essere distribuite come rappresentato nellistogramma della figura 1.13, da cui emerge come tutte le societ si occupino di project management e nella maggior parte dei casi di progettazione e sviluppo software.

Figura 1.13 Professionalit offerte

I prodotti/servizi offerti dalle societ IH maggiormente diffusi ed utilizzati tra gli EELL consorziati o soci risultano essere connessi con la progettazione e limplementazione della rete telematica regionale; pi in particolare per quanto riguarda i servizi di connettivit a banda larga, la gestione e il monitoraggio. Pi di una societ IH si occupa, inoltre, della gestione e dello sviluppo di sistemi di accesso e riconoscimento e in ambito sanitario del sistema CUP. La figura 1.14 rappresenta il posizionamento delle societ IH in base a due indici rappresentativi dellampiezza sia delle professionalit sia dei prodotti e servizi offerti dalle societ (calcolati dividendo il numero di professionalit offerte e il numero di funzioni e settori in cui opera la societ IH rispetto al totale). Risulta chiara lampia variabilit dei casi, nonostante si abbia una concentrazione nellarea in alto a destra, caratterizzata da ampie professionalit offerte su una vasta gamma di prodotti e servizi. Alcune societ IH si situano, infatti, nei quadranti in basso a destra e in alto a sinistra, caratterizzandosi per una diversa operativit: le prime agiscono su un ampio numero di settori e funzioni offrendo un basso numero di professionalit (e ci dovrebbe essere segno di una maggiore specializzazione), le seconde svolgono invece attivit pi eterogenee su un numero limitato di settori e funzioni.
Figura 1.14. Ampiezza delle professionalit e dei prodotti e servizi offerti.

Da questi risultati sembra derivare unimportante conclusione: non esiste un modello unico di societ IH e ci, probabilmente, dipende anche dal fatto che tali societ sono nate in Italia in momenti storici e in contesti normativi ed economicoterritoriali tra loro notevolmente differenti. E, per, possibile chiedersi se vi sia qualche elemento di omogeneit strutturale tra le varie societ IH.

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CARATTERISTICHE STRUTTURALI E TIPOLOGIE DELLE SOCIET IH


Per stabilire se le societ IH siano raggruppabili in diverse tipologie, abbiamo utilizzato una tecnica statistica (la cluster analysis) che consente di individuare gruppi di societ che sono relativamente omogenee tra di loro e sufficientemente differenziate rispetto alle altre. Le due principali variabili strutturali e di mission sulle quali abbiamo basato la nostra analisi, anche per effetto della loro significativit nella spiegazione di pi complessivi aspetti di omogeneit, sono: gli addetti delle IH, che ne rappresentano la dimensione numero di funzioni e di settori nei quali l'inhouse offre CLUSTER 1 RIDOTTO RAGGIO DI AZIONE servizi, che ne rappresentano il "raggio di azione". SOCIET SETTORIALI CLUSTER 2 Tenendo conto di queste due variabili, abbiamo dapprima AMPIO RAGGIO DI AZIONE DIMENSIONI RIDOTTE individuato due grandi gruppi di societ IH, caratterizzati da CLUSTER 3 GRANDI DIMENSIONI diverso raggio di azione. Successivamente, abbiamo AMPIO RAGGIO DI AZIONE classificato le societ IH caratterizzate da ampio raggio di azione in due ulteriori gruppi, luno di grandi e laltro di piccole dimensioni. Lesito finale sono i tre gruppi rappresentati nella fig. 1.15 che, sugli assi, mostra i valori Figura 1.15 Rappresentazione grafica delle due variabili considerate delle nostre due variabili strutturali nel 2009 . Si noti che nellanalisi per cluster. entrambe le variabili sono state normalizzate e rappresentate nellintervallo 01. Pertanto un eventuale 0 non indica che in valore assoluto la corrispondente variabile 0, ma che essa assume il valore pi basso tra quelli rilevati tra tutte le societ IH. Ad esempio, nel caso dellindice rappresentativo del raggio di azione il valore pi basso , in termini assoluti, 7. Per effetto della normalizzazione a tale valore associato uno 0. Valori pi elevati in termini assoluti sono a una distanza proporzionale dallo 0. Come si vede nel cluster 1 rientrano 4 societ che hanno un ridotto raggio di azione e dimensioni piuttosto contenute, anche se con una rilevante eccezione. Per queste caratteristiche, possiamo dire si tratta di societ molto focalizzate nelle loro attivit, anche se queste ultime possono essere, nei contenuti, molto diverse tra loro. Nel cluster 2 sono comprese 5 societ caratterizzate da dimensioni contenute ma ampio raggio di azione. Qui sembra, quindi, prevalere un approccio sistemico con piccole dimensioni. Infine, le 5 societ del cluster 3 si distinguono per un raggio di azione ampio e per dimensioni, in generale, piuttosto grandi. Si pu, dunque, parlare di approccio sistemico con grandi dimensioni. Gli elementi di similarit strutturale tra le imprese appartenenti ai vari cluster sono numerosi. I principali di essi sono riportati nella tab. 1.5. Anzitutto, la data di creazione della societ sembra essere correlata cluster in cui si inclusi. Ad esempio, il cluster 3 composto da societ nate negli anni ottanta e novanta, mentre le societ comprese negli altri cluster sono state costituite in prevalenza intorno della seconda met degli anni novanta. Levoluzione della tecnologia nel corso di questi anni e, in particolare, laffermarsi di Internet potrebbero spiegare almeno in parte le differenze nella forma e nella struttura delle societ IH. Inoltre, tra dimensioni e data

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di costituzione sembra esservi una correlazione, nel senso che le prime, come mostra sempre la tab. 1.5, tendono ad essere tanto maggiori quanto pi lontana nel tempo la nascita della societ. Inoltre, i valori del fatturato per addetto risultano pi elevati nel caso del cluster 3, probabilmente in ragione di economie di scala possibili dovute allelevato numero di dipendenti e competenze interne, e forse anche connesse allalto numero di soci/clienti, che permettono un pi facile ricorso a soluzioni standardizzate per i prodotti e i servizi offerti.
CLUSTER 1 ANNI DALLA FONDAZIONE FATTURATO ADDETTI FATTURATO PER ADDETTO NUMERO DI SOCI 11 15.659 225 70 21 CLUSTER 2 14 28.160 164 172 4 CLUSTER 3 30 119.931 638 188 39.5 MEDIA SUL TOTALE 19 60.571 360 168 21.4
Tabella 1.5. Caratteristiche medie per cluster

I giudizi espressi dalle societ incluse nei tre cluster sui vantaggi connessi alla presenza delle societ IH stesse, forniscono altre interessanti indicazioni. La tab. 1.6 elenca questi vantaggi e i punteggi assegnati a ciascuno di essi in media dalle societ appartenenti a ciascun cluster, in una scala che va da 1 a 6. Emerge, in primo luogo, che i vantaggi maggiori sono individuati da tutti i gruppi nella possibilit di realizzare soluzioni tecnologiche condivise (standard comuni) e nella continuit degli interventi (contro la discontinuit della politica). Inoltre, le societ del cluster 3 tendono ad assegnare ad ogni possibile vantaggio un punteggio pi elevato. Ci sembra indicare, anche sulla base delle caratteristiche in precedenza ricordate, una percezione pi positiva del proprio ruolo complessivo. Si pu anche notare che il cluster 1 assegna il valore pi basso alla riduzione dei costi (economie di scala) e questo non stupisce viste le sue caratteristiche strutturali. Infine il cluster 2 assegna i valori pi bassi a tutto il comparto del coordinamento interregionale e intraregionale e nei rapporti con gli EELL, un tema su cui si torner pi avanti.
CLUSTER 1 RIDUZIONE COSTI (ECONOMIE DI SCALA) SOLUZIONI TECNOLOGICHE CONDIVISE (STANDARD) COMPETENZE SPECIALISTICHE SPECIFICHE CONTINUIT NEGLI INTERVENTI (OLTRE LE DISCONTINUIT DELLA POLITICA) COORDINAMENTO A LIVELLO INTERREGIONALE COORDINAMENTO A LIVELLO INTRAREGIONALE E NEI RAPPORTI CON GLI EELL 3.8 5.0 4.8 5.0 4.3 4.3 CLUSTER 2 4.5 5.0 4.8 5.0 3.3 3.8 CLUSTER 3 5.0 5.6 5.2 5.4 4.8 5.2 MEDIA SUL TOTALE 4.5 5.2 4.9 5.1 4.1 4.4

Tabella 1.6. Autovalutazione dei vantaggi connessi alla presenza delle IH (media per cluster)

In conclusione, la similarit in due elementi (la dimensione e il raggio di azione) si associa a un pi vasto insieme di elementi di omogeneit tra le societ IH e questo permette di considerare strutturalmente molto importanti quei due elementi. I risultati enunciati mostrano, inoltre, che non esiste un modello unico di societ IH e se i cluster permettono di individuare similarit e differenze essi non consentono di stilare una valida graduatoria delle varie tipologie di societ.

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IL COORDINAMENTO TRA GLI ATTORI PUBBLICI E IL RUOLO DELLE SOCIET IH


IL COORDINAMENTO NELLA VALUTAZIONE DELLE SOCIET IH
Il punto di partenza per esaminare il rapporto tra societ IH e coordinamento degli attori pubblici in ambito IT lindividuazione dei benefici e dei costi che il coordinamento pu comportare. I primi, tenendo conto anche di quanto sostenuto nella competente letteratura, li abbiamo cos individuati: benefici legati all'efficacia dei servizi in termini di maggiore soddisfazione dell'utente e qualit del servizio (un elevato grado di coordinamento e collaborazione, come gi detto, condizione necessaria per l'offerta di servizi in comune tra Enti di livello diverso, i cosiddetti servizi joinedup o One Stop Shop); benefici economici, derivanti dalle economie di scala create dalla condivisione delle informazioni e delle risorse. E' questo il caso, ad esempio, dei servizi IT offerti secondo il paradigma del Cloud Computing; benefici organizzativi e culturali (miglioramento delle capacit organizzative; gli obiettivi prefissati vengono raggiunti con maggiore facilit; esistono maggiori incentivi a recepire le innovazioni). Analogamente, i costi sono stati da noi distinti in: organizzativi (si osservano una maggiore difficolt nell individuazione e nella valutazione dei problemi, tempi lunghi per il raggiungimento di decisioni condivise, problemi di sincronizzazione ed assegnazione) politico/strategici (si verificano perdita di autonomia e flessibilit oltre che un aumento dellinfluenza del contesto politico) manageriali/operativi (si presentano difficolt a sviluppare la condivisione di uno stile operativo e decisionale comune e costi connessi alladeguamento e normalizzazione) tecnici (si presentano difficolt nellindividuazione della pratica migliore, le alternative tecnologiche non possono essere valutate concretamente, si impiegano tempi lunghi per la definizione di standard tecnologici condivisi)

Gli uni e gli altri sono stati sottoposti alla valutazione delle societ IH, che potevano assegnare a ciascuno di essi un punteggio compreso tra 1 (poco importante) e 6 ("molto importante").

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Nella figura 2.1 sono riportate le risposte delle societ IH, indicando per ciascuna di esse sia il valore medio che lambito di variazione misurato dalla varianza. Il risultato principale lespressione di un giudizio complessivamente positivo sul coordinamento, come dimostra il fatto che il valore medio assegnato ai benefici significativamente pi elevato di quello dei costi. La valutazione dei benefici , nella media, assai simile, ma il beneficio relativo alla maggiore soddisfazione dellutenza considerato positivamente in modo molto omogeneo dalle varie societ, come dimostra la bassa varianza. Anche per quello che riguarda i costi le valutazioni medie sono molto simili, ma la convergenza pi elevata si ha rispetto ai costi politicostrategici e a quelli tecnici. La maggiore varianza pu costituire un indicatore della variet di esperienze.

Figura 2.1 Costi e benefici del coordinamento nella valutazione delle Societ IH

Oltre alla valutazione del coordinamento in generale, importante stabilire quale sia il ruolo specifico che le Societ IH possono svolgere per favorirlo e per realizzarlo nel modo pi efficace. A questo scopo abbiamo individuato 7 tipologie di possibili vantaggi che abbiamo sottoposto alla valutazione delle societ IH secondo il criterio gi indicato.

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Come si pu vedere dalla figura 2.2, alcune tipologie di questi benefici possono trarre vantaggio sia gli attori del territorio sia la Regione stessa. Si tratta della potenzialit delle IH di garantire maggiore continuit degli interventi durante tutto il ciclo politico (e quindi anche nei periodi di assestamento corrispondenti tipicamente alle fase postelettorale), della possibilit di mettere in campo competenze specialistiche specifiche e di una maggiore propensione alla R&S, spesso portata avanti in collaborazione con il sistema universitario, e allo sviluppo di soluzioni innovative. Questi ultimi tre benefici hanno ricevuto dalle IH, in media, valutazioni elevate, rispettivamente 5.1, 4.9 e 4.8 su 6. I rimanenti quattro benefici sono invece specifici dell'azione di coordinamento che potrebbe essere, almeno in parte, esercitata dalle societ IH. Il primo in termini di punteggio (5,2 su 6) la possibilit di definire standard tecnologici e organizzativi. Punteggi inferiori sono assegnati alla riduzione dei costi, facendo leva sulle economie di scala (4,5), al coordinamento a livello intra regionale nei rapporti con gli Enti Locali (4,4) e al coordinamento tra IH e altre regioni sul territorio nazionale (4,1). Quest'ultimo vantaggio (coordinamento inter regionale) presenta anche una variabilit molto elevata nelle risposte (1,9).
Figura 2.2 Vantaggi derivanti dalla presenza della societ IH

Le risposte al nostro questionario, riportate nella figura 2.1, permettono di stabilire quale sia la percezione che le SIH hanno di questi benefici e costi. Il risultato che emerge di chiara prevalenza dei benefici.

UNA STIMA DEGLI EFFETTI DEL COORDINAMENTO E DEL RUOLO DELLE SOCIET IH
Al di l delle valutazioni espresse dalle societ IH sul coordinamento, importante cercare di stabilire quali siano effettivamente gli effetti del coordinamento (o, almeno, alcuni di essi) e quale sia il contributo che viene dalle societ IH. Il punto di partenza una ricognizione della situazione del coordinamento nelle varie realt regionali.

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LE MODALIT DEL COORDINAMENTO E IL RUOLO DELLE SOCIET IH


Le societ IH operano in contesti regionali molto differenti in cui gli schemi di relazioni formali ed informali tra Regioni e EELL, nellambito specifico della programmazione e dello sviluppo dellIT, hanno trovato forme di sviluppo e consolidamento anche molto diverse. In questo quadro sono per identificabili elementi ricorrenti oltre che ruoli e funzioni specifiche assegnate a determinati soggetti. Nel dettaglio sono ben distinguibili due momenti fondamentali per il coordinamento delle azioni e nellattuazione delle strategie in materia di societ dellinformazione: Il momento della scelta strategica (azione politico/strategica) Il momento della scelta tecnologica (azione tecnico/operativa) Nella stragrande maggioranza dei casi, Regione e societ IH giocano ruoli ben distinti, seppure con livelli di autonomia molto variabili. Allamministrazione pubblica affidato il compito di definire gli indirizzi, mentre alle societ IH spetta di identificare le soluzioni tecnologiche. Questa distinzione di ruoli identifica la societ IH come un intermediario tecnico tra la Regione e il mercato nella realizzazione e nellattuazione dei progetti utili a raggiungere gli obiettivi definiti nelle politiche. Questa relazione lineare trova per numerose ibridazioni che dipendono per lo pi dalleffettiva e concreta presenza di relazioni di supporto e servizio verso gli EELL del territorio. In diversi casi, infatti, la societ IH non offre servizi direttamente agli EELL ma solo per il tramite della Regione, alternativamente la societ IH organo strumentale del solo Ente Regione o infine in tutto e per tutto partecipata e quindi abilitata a fornire servizi allinsieme degli EELL del territorio. Analogamente, le programmazioni regionali interessano solo in alcuni casi lintera gamma degli Enti territoriali potendo focalizzarsi anche sulle esigenze di un settore o dellEnte Regione. La societ IH, ancora, partecipa solo in alcuni casi agli incontri di coordinamento tra Regione e EELL e anche in questo pu avere ruoli diversi: semplice uditore o componente ufficiale a tutti gli effetti. Ulteriori elementi di distinzione derivano dai ruoli che la societ IH ricoprono nel contesto regionale, dal numero di funzioni che svolge ed dal tipo e dalla gamma di servizi che offre. E chiaro quindi che esistono molti e diversi modelli di intervento delle societ IH nellambito del coordinamento regionale delle azioni in materia IT. Le informazioni da noi raccolte, opportunamente integrate, risultano utili per distinguere quelle forme di coordinamento e governance che puntano a rendere coerente lapproccio e lo sviluppo della societ dellinformazione prioritariamente regionale (in cui gli EELL hanno un ruolo rilevante) e quelle che mirano maggiormente a integrare e condividere lapproccio allinterno dellente Regionale. Nella tabella 2.1 le risposte fornite dalle societ IH (eventualmente integrate da informazioni desunte dai siti web istituzionali) sono state organizzate secondo due criteri: quello relativo al ruolo della societ IH nel coordinamento della societ

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dellinformazione regionale distinguendo tra IntraRegione e Territoriale ; e quello relativo alla forma del rapporto tra IH e gli EELL del territorio regionale distinguendo tra forma mediata e forma diretta. Si nota come, nella maggior parte dei casi, lazione delle societ IH interessi lintero territorio regionale, includendo le azioni e le progettualit degli EELL. Altrettanto frequente una qualche forma di mediazione nei rapporti e nelle relazioni tra societ IH e EELL. Emerge anche unelevata coerenza tra il ruolo assunto nel coordinamento della societ dell'informazione e la forma della relazione (diretta o mediata) con gli EELL.
FORMA DI RAPPORTO TRA SOCIET IH E EELL MEDIATA RUOLO SOCIET IH NEL COORDINAMENTO DELLA SOCIET DELLINFORMAZIONE REGIONALE
(Universit La Sapienza e Assinter Italia, 2010) Tabella 2.1 Ruolo nel coordinamento e autonomia delle societ IH nelle relazioni con gli EELL (n. societ IH)

DIRETTA 0 7

INTRA REGIONALE TERRITORIALE

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LO SCHEMA DI RIFERIMENTO E GLI INDICATORI


Cerchiamo ora di stabilire, utilizzando le informazioni di cui disponiamo, quanto importante sia effettivamente il coordinamento e quale sia, in relazione al coordinamento, il ruolo concretamente svolto dalle societ IH. Nel nostro schema di riferimento, valgono le seguenti assunzioni: la performance IT del settore pubblico nel territorio regionale funzione del coordinamento e questultimo risente, a sua volta, del contributo che pu derivare dalla presenza della societ IH. Esemplificando: P = f(CT, Sh) Ove P un indice della performance IT, mentre CT e Sh rappresentano rispettivamente due indici del coordinamento territoriale e del contributo delle societ IH. Per assegnare i valori a questi indici abbiamo utilizzato soprattutto i dati raccolti con la nostra indagine e quelli resi disponibili dal rapporto RIIR, Osservatorio ICARplus, CISIS 2010. Illustriamo brevemente come sono stati costruiti gli indici. Per quello che riguarda lindicatore di performance IT si scelto di utilizzare gli indicatori proposti nel rapporto RIIR. In particolare, si sono tenuti in considerazione i dati relativi a diffusione e dispiegamento della porta di dominio5 che oggi rappresenta nel contesto nazionale e locale una componente fondamentale per l'interscambio di dati tra amministrazioni
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La Porta di dominio ha lo scopo di assicurare che lo scambio elettronico di informazioni tra le Pubbliche Amministrazioni abbia le stesse caratteristiche di

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pubbliche secondo le normative vigenti. Inoltre, viene considerato il dato relativo alla presenza e disponibilit di piattaforme regionali di eprocurement, che rappresenta un segnale della tendenza a lavorare come sistema. Questi elementi informativi sono stati utilizzati per stabilire se la regione operi pi o meno come sistema composto da diverse unit amministrative che vogliono cooperare ed integrarsi. Oltre alle informazioni rispetto all'attitudine delle regioni a fare rete su azioni tecnologiche particolarmente complesse e rilevanti si scelto di utilizzare quattro indici che descrivono i risultati della regione in termini di: (a) (b) (c) (d) dotazione tecnologica dei Comuni6; competenze tecnologiche della popolazione7; interazione cittadiniPA8; interazione impresePA9.

Come indicatore quantitativo specifico si utilizzato, per ciascuno di essi, lo scostamento dalla media nazionale. La media delle due componenti, normalizzata, ha permesso di costruire un indice e di distinguere tra performance IT medioalta e medio bassa. Questo indice, come si vede, composto di elementi oggettivi e soggettivi. Per misurare il grado di coordinamento si partiti dalla considerazione che esso pu essere ottenuto attraverso: (a) la standardizzazione delle procedure e regole;

quello tradizionale (carta, firma, protocollo, fax.). In questo modo lamministrazione che invia le informazioni in modo elettronico ad unaltra, sar garantita del fatto che la destinataria (e non altri) le abbia ricevute, cos come la ricevente potr trattare le informazioni elettroniche ricevute con pari dignit di quelle che oggi riceve con i metodi tradizionali, considerati fino ad ora gli unici probanti ai fini del procedimento amministrativo. L'allegato n.2 (Rete Nazionale: caratteristiche e principi di cooperazione applicativa) emesso dal Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie definisce le principali linee guida per le amministrazioni che vogliano realizzare servizi online interagendo con i sistemi informativi di altre amministrazioni. In tali indicazioni la porta di dominio costituisce l'elemento tecnologico che realizza la cooperazione. 6 Basato su dati relativi alle dotazioni tecnologiche: comuni con Server; comuni con lettori Smart Card; comuni con strumenti GIS; PC per 100 dipendenti. Reti: comuni con Intranet; comuni con LAN. Internet e Web: comuni con collegamento BB; dipendenti con accesso a Internet; comuni con sito web. Fonte dati: Osservatorio ICAR plus, CISIS 2010 su dati ISTAT. 7 L'indice costruito tenendo in considerazione la % di individui che hanno utilizzato Internet per: scaricare software; caricare testi, immagini, fotografie, ecc. su siti web per condividerli; spedire o ricevere email. Sul totale delle persone che hanno utilizzato Internet: effettuare acquisti on line; usare servizi bancari via Internet. Fonte dati: Osservatorio ICAR plus, CISIS 2010 su dati ISTAT. 8 L'indice stato basato su dati relativi a individui che hanno utilizzato Internet per ottenere informazioni dai siti web della PA (% di Italia utilizzatori Internet); scaricare moduli della PA (% di utilizzatori Internet); inviare moduli compilati della PA (% di utilizzatori Internet). Fonte dati: Osservatorio ICAR plus, CISIS 2010 su dati ISTAT. 9 Questi gli indicatori utilizzati: Imprese che hanno utilizzato servizi on line della PA per ottenere informazioni (%); Imprese che hanno utilizzato servizi on line della PA per scaricare moduli (%); Imprese che hanno utilizzato servizi on line della PA per inviare moduli compilati (%); Imprese che hanno svolto procedure gestite interamente per via telematica (%).Fonte dati: Osservatorio ICAR plus, CISIS 2010 su dati ISTAT.

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(b) la condivisione di piani e programmi, che stabiliscano i ruoli e i tempi di intervento di vari attori interdipendenti; (c) gli aggiustamenti progressivi tra gli attori stessi, tramite un costante scambio informativo durante il processo. Il nostro indice tiene conto di queste tre modalit. In particolare, la prima componente (a) stata valutata sulla base della presenza di: Una Legge Regionale in materia di societ dellinformazione e/o egovernment; Tavoli di lavoro in materia di societ dellinformazione e/o egovernment; Community Network; Servizi gestiti in forma associata10.

La presenza di un quadro normativo specifico e stabile e di tavoli di lavoro dedicati rientra certamente nell'ambito della standardizzazione di procedure e regole. Le relative informazioni, cos come quelle sulla presenza e sulla formalizzazione di forme di community network, sono state desunte dal rapporto RIIR, Osservatorio ICARplus, CISIS 2010. Un ulteriore elemento che contribuisce alla standardizzazione e quindi ad una gestione comune e coerente delle tecnologie utilizzate nella fornitura di servizi pubblici innovativi rappresentato dalle gestioni associate di servizi. Le politiche del governo nazionale (CST e ALI) e le strategie regionali hanno in alcuni casi efficacemente spinto nella direzione di una gestione comune che permettesse di realizzare economie di scala e migliorare la qualit dei servizi offerti. Sulle gestioni associate, la nostra indagine fornisce utili informazioni. Facendo, invece, riferimento agli aspetti di condivisione di piani e programmi, le fonti di cui disponiamo ci permettono di identificare la presenza di programmazioni di tipo strategico o attuativo nell'ambito della societ dell'informazione. A questo scopo sono utili anche le valutazioni sul livello di consapevolezza e, quindi, di condivisione di tali programmazioni da parte del territorio e degli EELL; le valutazioni sul livello di centralizzazione nelle scelte e nelle decisioni strategiche in materia di societ dellinformazione, che forniscono una misura dell'effettiva condivisione nelle scelte strategiche e attuative esercitata nelle varie regioni. Nello specifico sono stati tenuti in considerazione i seguenti parametri: Programmazione Strategica; Programmazione Attuativa; Consapevolezza EELL Programmazione Strategica (su una scala da 1 a 6); Consapevolezza EELL Programmazione Attuativa (su una scala da 1 a 6); Centralizzazione decisione strategiche (su una scala da 1 a 6).

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Si scelto di includere la presenza di servizi gestiti in forma associata tra gli elementi che influiscono sugli standard pur consapevoli che per un loro corretto funzionamento necessaria anche una forma di governance e coordinamento.

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Per completare l'indice di coordinamento si tenuto conto anche della presenza di strutture regionali di governance e contemporaneamente dell'efficace funzionamento di gruppi di lavoro che abbiano il compito di coordinare operativamente gli interventi in materia. Le funzioni fondamentali di tali strutture dovrebbero infatti essere la circolazione delle informazioni e l'adeguamento delle azioni sulla base delle mutevoli condizioni ambientali. Si , infine, tenuto conto, della valutazione, da parte delle societ IH, dell'efficacia del sistema di coordinamento tra Regione e EELL. In conclusione per costruire questo indice si tenuto conto dei seguenti elementi: Strutture regionali per il governo della societ dellinformazione; Gruppi di lavoro, tavoli settoriali interni alla Regione per il coordinamento degli interventi in materia di societ dellinformazione; Efficacia del sistema di coordinamento RegioneEELL (su una scala da 1 a 6). Anche in questo indice sono presenti elementi oggettivi e soggettivi. La combinazione delle due componenti secondo il processo della media e la normalizzazione dei risultati ottenuti ha prodotto lindice di coordinamento. Tale indice stato poi distinto in diverse fasce sulla base della media dei valori ottenuti. Infine, per quello che riguarda il contributo delle societ IH al coordinamento, abbiamo tenuto conto dei seguenti elementi: (a) la valutazione soggettiva del contributo che la singola societ IH fornisce, nei fatti, all'attuazione della strategia regionale sulla societ dell'informazione (su una scala da 1 a 6); (b) la valutazione delle difficolt incontrate dalla societ IH nell'interazione con gli EELL (sempre su una scala da 1 a 6 dove il valore massimo indica una difficolt maggiore e quindi minori possibilit di contribuire al coordinamento). Oltre a questi elementi soggettivi sono stati considerati fattori oggettivi, quali la presenza delle societ IH negli organi formali ed informali di coordinamento delle strategie e delle azioni in materia di societ dellinformazione che, costituiscono una misura indiretta del livello di conoscenza e consapevolezza delle scelte strategiche e quindi del livello e dellefficacia delle azioni operative intraprese dalla societ IH. Non potendo valutare l'efficacia della partecipazione a tavoli e organismi e contemporaneamente basandosi su valutazioni soggettive delle singole societ IH lindice ottenuto pi propriamente identificabile come contributo potenziale al coordinamento che dipende da come sono interpretate e agite le funzioni della societ IH e la loro presenza formale nelle strutture. Anche in questo caso quindi, come nella costruzione dellindice precedente, le variabili oggettive e soggettive sono state combinate in modo da individuare un unico valore normalizzato alla media. I valori cos ottenuti sono stati distinti in due classi: medioalto e mediobasso.

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I RISULTATI DELLA NOSTRA ANALISI


Per rispondere al quesito circa la relazione tra performance, da un lato, e coordinamento e ruolo delle societ IH, dallaltro, si proceduto a distinguere i valori assunti dai vari indici in due gruppi (medioalto e mediobasso) e a valutare le corrispondenze esistenti tra di essi. Il primo risultato che emerge, con riferimento alle diverse societ IH, sembra essere quello di una correlazione positiva tra coordinamento nelle politiche e nell'attuazione delle strategie in materia di societ dell'informazione, da un lato, e performance IT del territorio di pertinenza, dallaltro. Nel grafico a dispersione della figura 2.3, ove i quadranti delimitano i valori medioalti e mediobassi, la nuvola di punti si concentra, infatti, attorno alla direttrice sudovest/nordest, indicando lesistenza della correlazione positiva di cui si detto. La scelta di distinguere soltanto due gruppi, quello medioalto e quello mediobasso, risponde allesigenza di offrire un quadro pi facilmente interpretabile dei risultati, anche se relativamente semplificato.
Legenda: sull'asse x rappresentato l'indice di performance ICT e su quello delle y l'indice di coordinamento percepito, con i diversi colori sono stati identificati i differenti livelli di contributo potenziale delle societ IH al coordinamento (nello specifico: bolla verde = medio medioalto; bolla rossa = mediobasso; bolla grigia = casi per i quali si evidenzia un elevato numero di valori mancanti). Nel dettaglio il raggruppamento delle regioni contrassegnate dai pallini rossi comprende: Abruzzo, Liguria, Sardegna, Valle dAosta; i pallini verdi identificano: EmiliaRomagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Umbria; i pallini grigi rappresentano le Province Autonome di Trento e Bolzano. (UNIVERSIT LA SAPIENZA E ASSINTER ITALIA, 2010 ELABORAZIONI)

Figura 2.3 Indice di coordinamento e indice di performance IT delle Regioni italiane e contributo potenziale delle societ in house

Il grafico permette anche di dare conto del ruolo svolto dalle societ IH. Infatti, il diverso colore delle bolle sta proprio ad indicare il livello del contributo potenziale delle societ IH al coordinamento, determinato sulla base dellapposito indice da noi costruito. Pi precisamente, le bolle rosse denotano casi di bassi livelli di contributo potenziale, mentre le bolle verdi rappresentano casi di elevati contributo potenziale da parte delle societ IH. Dal grafico sembra anche risultare che laddove la performance IT elevata ed il coordinamento elevato, di norma presente una

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societ IH caratterizzata da un elevato indice di contributo potenziale al coordinamento. Siamo cio in presenza di realt dove, pi che altrove, le societ IH risultano integrate nei processi decisionali e partecipano ai processi di condivisione delle informazioni. Le realt corrispondenti alle bolle rosse, che presentano bassi livelli di contributo potenziale delle societ IH, sono anche quelle che possono, pi delle altre, migliorare il proprio modello di coordinamento e linterazione RegioneEELLSociet IH con effetti molto probabili di miglioramento della performance IT. Nel grafico, come si vede, compaiono anche alcune bolle di colore grigio. Si tratta di casi in cui non stato possibile procedere ad una completa costruzione dellindice di contributo potenziale delle societ IH a causa di numerosi dati mancanti. Nel complesso, quindi, il ruolo delle societ IH appare correlato positivamente allindice di coordinamento e questultimo si accompagna a elevati valori dellindice di performance IT. Questo risultato va preso, comunque, con cautela, tenendo conto, in primo luogo, delle modalit con le quali sono stati costruiti gli indici, condizionate, naturalmente, dallampiezza e dalla qualit dei dati disponibili. Ulteriori analisi, man mano che altri dati si renderanno disponibili, sono quindi auspicabili.

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LEVOLUZIONE DEL SETTORE IT E IL RUOLO DELLE SOCIET IH A LIVELLO LOCALE


Le societ IH possono essere valutate, oltre che rispetto alla funzione di coordinamento, anche in relazione alla loro capacit di contribuire, in diversi modi, allo sviluppo delleconomia locale e in particolare del settore IT nella regione in cui esse hanno sede. Prima di affrontare in modo diretto questo problema utile offrire un quadro delle caratteristiche e delle tendenze del settore IT a livello europeo, italiano e regionale.

LEVOLUZIONE DEL SETTORE IT IN EUROPA E IN ITALIA


Secondo gli ultimi dati disponibili di fonte Eurostat (2007), il settore dellInformation Technology in Europa conta circa 600.000 imprese e pi di 3 milioni di addetti, pari a circa il 13% del totale dei servizi alle imprese. In particolare, il 98,5% delle imprese e il 94,5% degli addetti appartengono al subsettore del software, dellassistenza tecnica e dei servizi legati allinformatica, che ha generato 180 miliardi di valore aggiunto su 369 miliardi di fatturato nel 2006. Questultimo dato rappresenta un quinto del totale fatturato dalle imprese che offrono servizi alle imprese (divisione NACE 72 e 74) e la stessa percentuale si applica anche agli investimenti lordi. Prendendo in considerazione le singole attivit allinterno del subsettore, la consulenza per installazione di sistemi informatici risulta quella in cui si concentra la maggior parte del fatturato complessivo (68%). Seguono lelaborazione elettronica dei dati (13,1%), linstallazione e manutenzione di hardware (entrambe 3,3%) e lo sviluppo di database (1,8%). La categoria residuale altre attivit fa registrare il 10,9% del fatturato del settore. La produttivit media del lavoro nel 2006 stata approssimativamente pari a 64.000 Euro e i costi medi del personale sono stati di circa 50.000 Euro per addetto. Si tratta dei livelli pi alti nellambito dei settori relativi ai servizi alle imprese presenti nella classificazione Eurostat. Il pi circoscritto subsettore dellhardware, nel 2006 ha generato 9,6 miliardi di valore aggiunto (2006) su un fatturato complessivo di 59,6 miliardi. In Europa, questo settore comprende la produzione di macchine e sistemi per lelaborazione informatica dei dati (con un valore della produzione pari a 11.400 Meuro nel 2006), di Laptop e palmari (8.700 Meuro), unit centrali di storage o inputoutput (4.100 Meuro), PC desktop (1.600 Meuro).

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Nel complesso, il settore IT a livello europeo appare caratterizzato da una sostanziale costanza nel numero di imprese e di addetti, con le eccezioni, di Regno Unito e Germania, che si muovono in senso opposto. Questa tendenza si manifesta in modo differenziato tra i subsettori hardware e software e tra est e ovest. Il subsettore del software assorbe la quasi totalit del fatturato complessivo ed caratterizzato da andamenti crescenti, accompagnati, nel tempo anche dai noti fenomeni connessi alla new economy. LItalia si posiziona al primo posto per numero di imprese e presenta, sotto questo aspetto, un trend costante. Nel subsettore dellhardware, che appare ancora assai contenuto in valori assoluti, il trend in media costante a livello europeo. Nel 2007, lItalia era al primo posto in termini di numero di imprese. Inoltre le differenze tra paesi appaiono piuttosto significative e anche le dinamiche allinterno dei paesi sono caratterizzate da una elevata dispersione regionale. Sul piano della localizzazione, va anche segnalata la tendenza a concentrarsi nei capoluoghi di regione o in aree metropolitane. Le imprese del settore sono in generale relativamente piccole, specie nei paesi dellEst Europa e in Italia, dove la dimensione media di 4,2 addetti per impresa. Guardando allItalia, il settore IT rappresenta l1,5% del fatturato complessivo delleconomia (industria e servizi, dati 2006). Come detto, nel 2007 vi operavano 93.700 imprese, per un totale di quasi 390.000 addetti. Di questi ultimi, solo 15.000 erano impiegati nel comparto hardware. Risulta quindi interessante approfondire lanalisi del subsettore del software, dellassistenza tecnica e dei servizi legati allinformatica. La figura 3.1 mostra che la maggiore concentrazione delle imprese e degli addetti nel comparto software riferita alla realizzazione di software e della consulenza informatica (36,6% delle imprese e 48,7% degli addetti nel 2007), seguito da elaborazione elettronica dei dati (32,4% e 41,8%). In linea con quanto avvenuto nel resto dellEuropa, le imprese che maggiormente hanno risentito della crisi del settore IT dei primi anni 2000 sono state quelle attive nella realizzazione di software e nella consulenza informatica, come mostra la diminuzione nel numero delle imprese e degli addetti tra il 2001 e il 2004.
Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Statistiche Strutturali sulle Imprese

Figura 3.1 Imprese e addetti Software e assistenza tecnica in Italia, per tipologia, 19952007

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Limpatto della bolla della New Economy evidente considerando gli investimenti lordi in beni tangibili riportati nel grafico a destra in figura 3.2. Le imprese interessate sembrano, per, essere soltanto quelle del sottosettore Realizzazione di software e consulenza informatica che, come si visto in precedenza, ha mostrato un notevole calo anche di addetti e del sottosettore Elaborazione elettronica dei dati. Per quanto riguarda la dimensione media di tali imprese (Figura 3.2), si pu notare che le imprese di maggiori dimensioni sono quelle che sviluppano e gestiscono database; nel 2007 esse superavano la media delle imprese del comparto software in Europa con 10 addetti per impresa. Considerando i valori a livello provinciale, risulta confermato per Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Statistiche Strutturali sulle Imprese lItalia, il quadro europeo: anche nel caso italiano, le imprese IT tendono a concentrarsi nelle province dei Capoluoghi Figura 3.2 Dimensioni medie delle imprese (numero medio addetti) e investimenti lordi in beni di Regione e, pi in generale, nelle aree a tangibili delle imprese Software e assistenza tecnica, 19952007 maggiore concentrazione urbana. I dati trend relativi al periodo 20052007, suggeriscono, per, che questo fenomeno potrebbe essere in progressivo rallentamento: considerando sia le imprese IT sia i relativi addetti, le mappe a destra in ciascuna figura mostrano come le province in cui ricadono le principali aree metropolitane registrino un calo di entrambi i valori, mentre alcune aree pi periferiche mostrino tassi di crescita notevoli, anche superiori al 30%. In conclusione, in Italia il settore IT, come nel resto dEuropa, per la quasi totalit concentrato nel subsettore del software, che rappresenta tuttavia una quota marginale del fatturato complessivo nellindustria e nei servizi. Le imprese di maggiori dimensioni risultano essere quelle attive nello sviluppo e nella gestione di database che, con una media circa di dieci addetti, si pongono ad un valore superiore alla media europea nel medesimo comparto. La distribuzione territoriale disomogenea a livello regionale e la maggiore densit delle imprese si registra nei capoluoghi di provincia e nelle aree metropolitane. Le regione con maggior numero di addetti IT sono quelle nelle quali risulta crescente il peso degli addetti IT sugli addetti complessivi. Nel biennio 20052007, si registrato un incremento, in termini di unit locali e addetti, nelle regioni centromeridionali.

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LIMPATTO DELLE SOCIET IH SUL SETTORE LOCALE IT


Le societ IH svolgono un importante ruolo di catalizzatore organizzativo, agendo come vettori dellincremento della produttivit organizzativa interna allamministrazione locale. Occorre tuttavia chiedersi se accanto a tale mission instituzionale, le societ IH abbiano svolto o possano svolgere un ruolo propulsivo di sviluppo per il settore locale dellIT e, pi in generale, per la crescita delleconomia locale. Ad oggi, questo tipo di analisi non trova alcuna risposta nella letteratura di riferimento, n sotto il profilo teorico, n nelle indagini empiriche fin qui tentate. Si tratta, infatti, di un ambito di analisi tuttaltro che agevole, anche in ragione della scarsit e della frammentariet dei dati disponibili, specie per la loro ridotta continuit temporale. Al fine di misurare limpatto che la presenza di societ IH genera sul settore IT locale, occorre non soltanto identificare il tipo di impatto atteso, ma anche stabilirne il grado di efficacia e le condizioni ambientali o prerequisiti di contesto, tenendo conto anche delle caratterstiche specifiche delle singole realt locali analizzate. Nella nostra analisi ci siamo concentrati sulla quota di fatturato esternalizzato dalle societ IH a vantaggio di fornitori con sede nella stessa regione sede della societ e abbiamo misurato limpatto di questo processo di esternalizzazione sul comparto locale IT. Nel 2009 la quota di fatturato esternalizzato dalle societ IH (come risulta dalla tab. 3.1) stata in media del 52,4%, con una quota del 60,9 % a vantaggio di fornitori con sede nella stessa regione sede della societ. Questo dato proviene dal nostro questionario e si riferisce alle 10 IH, su 15, che hanno fornito questa informazione. Dai dati raccolti emerge, in particolare, che a fronte di una media piuttosto elevata della quota di fatturato "riversata" sul settore IT locale, riscontrabile una variabilit particolarmente elevata, che riflette i diversi modelli di societ IH in essere da un lato, le diverse condizioni di partenza dei singoli territori dallaltro, nonch la dimensione, a livello territoriale, del settore IT sia in senso assoluto sia rispetto agli altri settori. Inoltre, la quota di fatturato esternalizzato verso il mercato regionale particolarmente concentrata nella provincia del capoluogo di regione, nella quale si localizza anche il maggior numero di imprese e addetti IT. Infine, le IH appartenenti al cluster 2 (come definito sopra) presentano quote particolarmente elevate di fatturato esternalizzato. Questo dato potrebbe aiutare a spiegare la capacit di questo gruppo di societ di coprire un elevato numero di settori e funzioni mantenendo per dimensioni relativamente ridotte.
RAGGRUPPAMENTI DELLE SOCIET IH CLUSTER 1 FATTURATO ESTERNALIZZATO DELLE IH IN ITALIA NEL 2009 QUOTA FATTURATO ESTERNALIZZATO SUL TOTALE QUOTA FATTURATO ESTERNALIZZATO VERSO FORNITORI LOCALI SUL TOTALE FATTURATO ESTERNALIZZATO 4552 45,6% 54,4% CLUSTER 2 CLUSTER 3 24260 58,3% 67,9% 54665 49,9% 53,7% TOTALE 32480 52,4% 60,9%

La strategia di ricerca da noi adottata consistita nel sottoporre a verifica di significativit statistica lipotesi di una relazione causale positiva tra (i) il grado di esternalizzazione del fatturato delle societ IH, in ciascuna delle province considerate, e (ii) il numero di addetti nel settore IT nella stessa provincia (addetti che, nellampia accezione adottata dallISTAT, vengono identificati con tutte le possibili tipologie

Tab. 3.1 Fatturato esternalizzato delle IH in Italia

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di occupati, a tempo indeterminato, parttime, a tempo determinato e cos via). In particolare, lindagine econometrica ha fatto riferimento allesistenza di una relazione positiva tra la domanda di servizi attivata dalle IH in un anno e i nuovi occupati nel settore IT nellanno successivo, ricompresi nella categoria degli addetti. In questo modo, la crescita del numero di addetti nel settore stata interpretata come una proxy della crescita economica del settore. Lipotesi posta dunque a verifica econometrica, ove riscontrata, dovrebbe cos rivelare un effetto moltiplicatore sulleconomia locale attribuibile, ceteris paribus, alla presenza societ IH. Un riscontro positivo a questa relazione comporta riconoscere alle societ IH un ruolo significativo, ancorch limitato, di propagatore della crescita provinciale, quanto meno nel settore IT. Nello stesso tempo, data la diversit osservata sia nei modelli organizzativi delle societ IH usl territorio nazionale, sia nello sviluppo locale del settore, possiamo aspettarci una consistente varianza dellimpatto studiato. Dal punto di vista statistico econometrico ci significa richiedere al modello stimato di isolare la suddetta relazione causale, depurandola sulla base dei dati disponibili da ogni altra possibile concausa o da ogni eventuale altro effetto, in modo da attribuire una soddisfacente significativit statistica alla stima. Per tali ragioni si proceduto ad arricchire lanalisi, verificandone la robustezza econometrica attraverso la progressiva introduzione di controlli su altre variabili che possono influenzare la relazione posta a verifica empirica. Il modello econometrico considera dunque come variabile dipendente il numero di addetti al settore IT per provincia nel 2007 (secondo lampia definizione di addetti che lISTAT considera) e come variabili indipendenti: (a) (b) (c) (d) il fatturato esternalizzato dalla societ IH, il tasso di scolarizzazione superiore; il valore aggiunto ai prezzi base per abitante della provincia; la popolazione residente nella provincia.

Sulla base dei dati disponibili, lanno di riferimento di tutti i regressori il 2006. Lipotesi di base testata dal modello econometrico che le 4 variabili indipendenti sopra richiamate manifestino un qualche effetto significativo sulla dimensione del settore IT dellanno successivo, in termini di nuovi occupati. In questo modo lesplicitazione di un anno di ritardo misura la relazione causale ipotizzata. Con riferimento alla prima variabile indipendente considerata il fatturato esternalizzato dalla societ IH stata considerata la quota percentuale, distinta per provincia, del fatturato esternalizzato nel 2006 dalle societ IH verso i fornitori aventi sede nel medesimo territorio Regionale. Questo dato stato ottenuto dalle risposte fornite al nostro questionario. Per quanto riguarda il tasso di scolarizzazione superiore, si tratta di una variabile utilizzata come proxy della qualit del capitale umano, sulla base della circostanza riscontrata dai dati in nostro possesso e largamente confermata nella letteratura di riferimento che gli addetti nel settore IT siano tipicamente rappresentati da lavoratori con elevato grado di formazione. Linserimento di questa variabile nella regressione serve dunque a isolare il ruolo specifico svolto dalla formazione sul numero di addetti nel settore IT. Il tasso di scolarizzazione superiore stato definito come la percentuale della popolazione in et 20 24 anni che ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore. Si tratta di un indicatore, espresso in media annua, presente nel set degli indicatori strutturali per la valutazione degli obiettivi europei della strategia di Lisbona, diffusi sul sito

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Internet di Eurostat (fonte Istat). Infine, le altre due variabili indipendenti considerate nel modello il valore aggiunto ai prezzi base per abitante in euro correnti e la popolazione residente nella provincia, entrambe di fonte Istat hanno lo scopo di tener conto della dimensione socioeconomica della provincia nel determinare i nuovi occupati nel settore IT. Pi specificamente il valore aggiunto procapite tiene conto della ricchezza complessiva della provincia, mentre la popolazione consente di verificare leffetto dellampiezza dimensionale della provincia stessa. Il risultato delle stime il seguente. Abbiamo dapprima considerato isolatamente l'effetto medio, a livello nazionale, degli impatti delle singole societ IH sui rispettivi ambiti locali di riferimento, indipendentemente dalle specificit locali. Si cos ottenuto che un incremento medio di 1.887 euro di fatturato esternalizzato dalle societ IH al territorio provinciale determina un incremento di 1 addetto nel settore IT dell'anno successivo, con un rapporto moltiplicativo dato dal parametro 1/0.0005311 . Questo primo effetto deve essere interpretato come risultato medio nazionale dellimpatto locale delle diverse societ e dunque, trattandosi di un valore medio, alcune realt locali si porranno al di sopra di questo dato e altre invece registreranno un impatto assai pi ridotto. In ogni caso, il dato medio sembra segnalare una significativa capacit della spesa esternalizzata delle societ IH di tradursi in nuova occupazione settoriale qualificata, cosa che a sua volta pu determinare la crescita dimensionale, in termini di numero di addetti, delle imprese non IH. Saremmo cio di fronte ad unimportante conseguenza indiretta della presenza delle societ IH nel settore IT. Al crescere delle attivit delle societ IH cresce, da un lato, il fatturato che queste esternalizzano al settore e, dallaltro, il fatturato del settore locale IT nel suo complesso. Allo scopo di meglio isolare leffetto che qui interessa, sono stati poi considerati una serie di controlli aggiuntivi, ovvero il livello del capitale umano della provincia (tasso di scolarizzazione superiore), la ricchezza della provincia (valore aggiunto procapite), la dimensione della provincia (popolazione). L'effetto stimato ancora positivo e significativo, sebbene di valore pi che dimezzato: un incremento di 4.762 euro di fatturato dell'IH esternalizzato alla provincia determina un incremento di 1 addetto nel settore IT dell'anno successivo. Ancora una volta il coefficiente risulta significativo al 5% (pvalue=0.041). Lintroduzione dei controlli statistici permette da un lato di isolare limpatto medio specifico delle societ IH e dallaltro di misurare limpatto relativo delle altre variabili considerate. In particolare, un incremento di 1 punto percentuale nel tasso di scolarizzazione superiore della provincia determina un incremento di 123 addetti nel settore IT della provincia; un incremento di 125 individui residenti nella provincia determina un incremento di 1 addetto nel settore IT della provincia; un incremento di 4,54 punti di valore aggiunto della provincia determina un incremento di 1 addetto nel settore IT della provincia. Tutti i coefficienti risultano significativi all1% ad eccezione dei coefficienti del fatturato esternalizzato e del tasso di scolarizzazione, sempre significativi, ma rispettivamente al 5 e al 7%12.

11 Il coefficiente risulta significativo al 3% (pvalue=0.026) e il test F conferma la bont della stima. Anche lindicatore di correlazione Rsquared risulta apprezzabile. 12 Anche in questo caso il test F conferma la bont della stima, mentre lindicatore di correlazione Rsquared migliora notevolmente per effetto dellintroduzione dei controlli.

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Dal momento che l intensit delleffetto riscontrato dipende verosimilmente da altri fattori locali e dalle condizioni iniziali di partenza, abbiamo poi proceduto a declinare localmente lanalisi econometrica. E evidente che determinati fattori locali, primo tra tutti la dimensione stessa del settore IT locale e dunque le diverse condizioni di partenza, influenzano lintensit dellimpatto stimato. Guardando al dettaglio locale, emerge un risultato interessante. Nella figura 3.3 abbiamo riportato graficamente i risultati della cosiddetta quantile regression, che permette di individuare lesistenza di eventuali valori soglia dellimpatto stimato in funzione delle condizioni iniziali delle singole realt locali. Sullasse delle ascisse abbiamo classificato la dimensione del settore IT locale (numero di addetti del settore IT provinciale). Nella parte a sinistra, sempre sul lato delle ascisse, sono rappresentate le realt locali con il pi basso livello di sviluppo del settore, mentre nella parte destra sono rappresentate le realt pi rilevanti a livello nazionale. Figura 3.3 Limpatto locale delle societ IH sul settore IT: valore del fatturato esternalizzato necessario Nellasse verticale sono invece riportati a creare 1 addetto aggiuntivo nel settore IT i coefficienti di impatto. Dal grafico si evince che la scomposizione a livello locale delleffetto che abbiamo osservato mostra come tale impatto vari al variare delle condizioni iniziali del settore a livello locale. Infatti, dove il settore IT molto sviluppato (nella parte estrema destra dellasse orizzontale in fig. 3.3) il risultato che si ottiene sempre positivo e significativo ma tende a decrescere quando si passa da livelli medio alti del settore locale IT a livelli molto alti. Ci significa che limpatto non sempre crescente indipendentemente dalla dimensione del settore locale: sembra, cio, che quando il settore locale raggiunge livelli di maturit, limpatto delle IH in termini di nuovi addetti nel settore sia via via meno rilevante. Esiste, peraltro, una dimensione critica del settore (intorno ai quintili rappresentati da 2.849 e 3.595 addetti provinciali al settore IT), superata la quale, leffetto delle societ IH sulla crescita del settore IT quasi si triplica. A livelli intermedi del settore (quelli associati agli addetti compresi fra le 799 e le 2504 unit) limpatto statisticamente significativo ma molto ridotto, mentre ai livelli pi bassi la presenza delle IH non produce effetti statisticamente significativi, in base alla nostra analisi. In altri termini limpatto medio che misuriamo a livello nazionale si declina in modo molto diverso nelle singole realt territoriali. Segno che le societ IH hanno effetti maggiori laddove sono state gi realizzate politiche complementari di promozione del settore IT, tali da far s che esso raggiunga quella soglia minima dimensionale rispetto alla quale limpatto delle societ IH sul numero di addetti viene triplicato. Questo risultato, bene ripeterlo, traccia semplicemente un trend e ne rivela lintensit. I dati ISTAT non permettono di qualificare

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ulteriormente la natura delloccupazione prodotta, in quanto sotto la categoria addetti vengono ricomprese forme del tutto diverse di contratti che vanno dallassunzione a tempo indeterminato a forme non strutturate e temporanee di occupazione. Nondimeno, emergono quattro implicazioni generali di policy: limpatto sul settore locale IT delle societ IH dipende non solo dalla dimensione del fatturato da queste esternalizzato, ma anche dalla dimensione locale del settore; in settori molto piccoli o molto maturi limpatto marginale del fatturato esternalizzato dalle IH genera effetti trascurabili sul settore; (ii) in settori IT locali con una dimensione significativa ma ancora lontana dal conseguimento di una maturit, sufficiente un (iii) piccolo fatturato esternalizzato per generare impatti significativi; ci pu suggerire che al di sotto di una soglia critica, molte imprese del settore IT sono disincentivate a realizzare ulteriori investimenti non proporzionati alla scala minima del settore; per i settori locali IH di ridotte dimensioni, le potenzialit dellattivit delle IH deve accompagnarsi a interventi (iv) complementari sistemici che incidano positivamente sul decollo del settore; tali interventi si rendono ancor pi necessari quanto pi il divario territoriale osservato nella dimensione del settore IH pu comportare che lattivit delle IH contribuisca ad incrementare il divide tra le regioni.

(i)

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CONCLUSIONI
Ricordiamo, in queste conclusioni, i principali risultati emersi nello svolgimento della nostra ricerca . In primo luogo, richiamando i risultati pi significativi emersi dalle risposte al nostro questionario, abbiamo mostrato come non esista un modello unico di societ IH, n appaia individuabile una best practice alla quale necessariamente tendere. Esaminando alcune variabili strutturali abbiamo anche individuato la possibilit di raggruppare le diverse societ IH in gruppi relativamente omogenei al loro interno, sulla base di quelle variabili strutturali. In particolare sono stati individuati tre cluster caratterizzati dalla diversa combinazione di elementi relativi allampiezza dimensionale e a quella del raggio di azione. Questi elementi possono rivelarsi utili nella identificazione dei percorsi di sviluppo concretamente realizzabili, anche se una conoscenza pi approfondita dei fenomeni da noi individuati, da acquisire con ulteriori analisi e informazioni aggiuntive soprattutto di tipo dinamico potrebbe contribuire non poco a precisare e rafforzare le indicazione emerse dalla nostra analisi. Sulle questioni relative al coordinamento e al ruolo che le societ IH possono svolgere al riguardo, si visto come la valutazione, da parte delle IH dei benefici del coordinamento ecceda significativamente quella dei costi che esso comporta. Si anche potuto stabilire quali siano i benefici e i costi maggiormente considerati dalle societ IH. Si tratta di uninformazione che pu essere utile anche per definire lorientamento da dare alle forme specifiche e ai contenuti del coordinamento. Si poi cercato di valutare lesistenza di una relazione tra tre fenomeni: la performance del settore IT a livello locale, il grado di coordinamento tra attori pubblici, il ruolo svolto dalle societ IH. Sulla base degli indicatori da noi costruiti abbiamo verificato anzitutto lesistenza di unapparente positiva correlazione tra grado di coordinamento e performance IT e, inoltre, linfluenza delle societ IH tanto sul grado di coordinamento quanto sulla performance IT. Anche questo risultato che va interpretato, soprattutto, come rappresentativo di attendibili tendenze strutturali potrebbe essere rafforzato, disponendo di una pi ampia quantit di dati, soprattutto in serie storica. Infine, abbiamo stimato leffetto che le societ IH possono avere sul settore IT a livello locale attraverso una loro specifica attivit: quella che si concretizza nelle esternalizzazioni. Lanalisi econometrica porta alla conclusione che un ammontare relativamente limitato di esternalizzazione sufficiente per accrescere di una unit loccupazione nel settore IT locale. Si tratta quando si inseriscano, come opportuno fare, i necessari controlli di poco meno di 5,000 euro. Questo , per, un risultato medio. Un approfondimento porta alla conclusione che gli effetti sulloccupazione dellesternalizzazione tendono a essere marcati, al di l delle medie, soprattutto nelle regioni in cui i settori IT hanno un elevato grado di sviluppo anche se non sono in una fase di piena maturit. Il significato di questo risultato e il suo ambito di validit sono stati illustrati nel testo. In conclusione, tutti questi risultati ed in particolare quelli relativi al coordinamento e allimpatto sul settore IT locale dovrebbero contribuire a definire un quadro pi completo e pi documentato non soltanto del modo nel quale le societ IH operano e del loro rapporto con il mercato, ma anche, e principalmente, dei vari modi nei quali esse possono incidere sulle condizioni dello sviluppo economico e sociale dei territori nei quali sono inserite.

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ELENCO FIGURE
Figura 1.1 Figura 1.2 Figura 1.3 Figura 1.4 Figura 1.5 Figura 1.6 Figura 1.7 Figura 1.8 Figura 1.9 Figura 1.10 Figura 1.11 Figura 1.12 Figura 1.13 Figura 1.14 Figura 1.15 Figura 2.1 Figura 2.2 Figura 2.3 Figura 3.1 Figura 3.2 Figura 3.3 Le societ ICT IH nelle Regioni e Province Autonome Assetto proprietario dellinhouse 2009 Andamento fatturato 20052009 (migliaia di euro) Incremento % fatturato aggregato 20062009 rispetto allanno precedente Utile ante imposte 2009 (migliaia di Euro) Numero di addetti 20052009 Costo medio del personale 2009 (migliaia di euro) Composizione del personale 2009 Piano industriale: settori interessati Piano industriale: funzioni interessate Settori attivit IH Funzioni attivit IH Professionalit offerte Ampiezza delle professionalit e dei prodotti e servizi offerti. Rappresentazione grafica delle due variabili considerate nellanalisi per cluster Costi e benefici del coordinamento nella valutazione delle Societ IH Vantaggi derivanti dalla presenza della societ IH Indice di coordinamento e indice di performance IT delle Regioni italiane e contributo potenziale delle societ in house Imprese e addetti Software e assistenza tecnica in Italia, per tipologia, 19952007 Dimensioni medie delle imprese (numero medio addetti) e investimenti lordi in beni tangibili delle imprese Software e assistenza tecnica, 19952007 Limpatto locale delle societ IH sul settore IT: valore del fatturato esternalizzato necessario a creare 1 addetto aggiuntivo nel settore IT

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ELENCO TABELLE
Tabella 1.1 Tabella 1.2 Tabella 1.3 Tabella 1.4 Tabella 1.5 Tabella 1.6 Tabella 2.1 Tabella 3.1 Regioni che dispongono di una (o pi) Societ ICT IH Let delle IH Compagine societaria (2009) Internazionalizzazione Caratteristiche medie per cluster Autovalutazione dei vantaggi connessi alla presenza delle IH (media per cluster) Ruolo nel coordinamento e autonomia delle societ IH nelle relazioni con gli EELL (n. societ IH) Fatturato esternalizzato delle IH in Italia

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