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Lezione 3

I componenti fondamentali: schemi di

classificazione
I componenti dell’architettura dell’informazione sono dettati, come già detto, dalla definizione
operativa dell’architettura dell’informazione data da Rosenfeld and Marville nel famoso libro. La
sua definizione operativa è una metodologia di progettazione che coinvolge 4 aeree di grande
interesse (trattate nella lezione 2).

In questa lezione approfondiremo la prima aerea: lo schema di classificazione . Esso descrive la


relazione tra le unità d’informazione presenti. In altri termini, esprime i percorsi che gli utenti
devono compiere per muoversi nello spazio informativo definito dal sito. I principali sistemi di
organizzazione sono:

 Tassonomie o schemi gerarchici-enumerativi;


 Faccette o schemi analitici-sintetici;
 Folksonomy(Tag).

Lo schema di classificazione tassonomica, più utilizzato (prende spunto dall’approccio


bibiotecomico) prevede che gli elementi da classificare siano disposti in un albero gerarchico, vale
a dire in un insieme di classi che ramificano a partire dalle categorie-padre(classi = che contengono
le categorie-figlie(sottoclassi) fino ad arrivare all’unità di informazione vera e propria. Queste
forme di organizzazione sono chiamate anche gerarchico-enumerativa. Questa definizione fa
riferimento alle due proprietà peculiari di tale schema:

 il carattere gerarchico, cioè il fatto di essere costituito da classi contenute le une nelle altre
a formare una struttura ad albero;
 il carattere enumerativo, perché in uno schema simile, tutte le classi che compongono
l’albero devono essere enumerate a priori. Quest’ultima proprietà determina l’impossibilità
di aggiungere nuove classi, se non modificando l’intero schema.

Le strutture tassonomiche si differenziano per ampiezza e profondità. L’ampiezza è data dal


numero di nodi che si trovano ad un dato livello della gerarchia mentre la profondità è espressa
dal numero di livelli che è necessario passare dal nodo radice alle pagine di un contenuto vero e
proprio.
Nel momento che una stessa particella informativa faccia parte di diversi rami lo schema da
gerarchica pura diventa poligerarchica.

Le ambiguità(poli-gerarchica: esempio: trilogia re artù come è possibile classificarla? Come uno


storico un romanzo o un fantastico? La risposta non è univoca poiché tutti e tre i casi rispettano il
contenuto) delle principali directory: Yhaoo ( e successivamente Dmoz), rappresenta uno dei primi
tentativi di classificare i siti web. L’ idea è quella di creare una tassonomia che può avere valere
per tutto il web, in modo che ogni sito può rientrare in una categoria definita. La vastità del web,
l’eterogeneità delle risorse, hanno reso l’impresa di Yhaoo sempre più difficile da realizzare. Nello
schema tassonomico si è costretti, quindi, a violare la regola dell’unicità fundamentum divisionis
(il criterio della biblioteconomia secondo cui le informazioni dono essere organizzate in un solo
modo, in maniera univoca) e della regola della muta esclusività (criterio della bibioteconomia
secondo cui le categorie non devono sovrapporsi, le informazioni devono essere classificate in una
sola categoria ) . Succede quindi che per ogni nodo della classificazione, si producono categorie
non mutamente esclusive.. da ciò un sistema organizzativo ibrido (più principi di divisione
operano contemporaneamente) che è , per sua natura, anche incoerente (si parla di schema
poligerarchico). La domanda che sorge spontanea è: perché si viola quella che è la regola
fondamentale? Questo perché spesso si è dettati dal cosiddetto contesto ( infatti quando si
progetta bisogna tenere ben in mente contesto, contenuto e utente), cioè Dmoz ha notato che le
persone quando vanno a cercare informazioni necessariamente vogliono come informazioni di
primo livello anche quelle che sono le categorie che vanno a violare la regola. Quindi la pressione
del contesto per restituire coerenza a sistemi incongrui.

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