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INFORMATICA COME SCIENZA

- di cosa si occupa l’informatica?


Per informatica si può intendere uno strumento, una tecnologia o una disciplina
scientifica. Tale percezione fa si che nell'accezione comune vengano considerati
informatici gli scienziati, i tecnici, gli amministratori delegati, i sistemisti di rete…
- definizione di informatica come scienza
L’informatica è la scienza che si occupa dell'organizzazione, memorizzazione e
dell’elaborazione automatica dell’informazione.

DATI E INFORMAZIONE
- dati
sono dei simboli con cui si rappresenta la realtà e devono essere interpretati per
fornire conoscenza
- informazioni
producono una variazione del patrimonio conoscitivo di un soggetto e sono prodotte
attraverso l’elaborazione di dati. Quindi l’informazione deriva da uno o più dati che
sono stati sottoposti a un processo di interpretazione, che li ha resi significativi per il
destinatario.

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLE INFORMAZIONI


- si situa tra i dati e l'informazione
- fornisce metodi e strumenti con cui rappresentare e organizzare i dati al fine di
produrre informazioni
- un esempio può essere la tavola periodica, ma anche le mappe concettuali: sono
rappresentazioni grafiche di un dominio di conoscenza, gerarchiche e strutturate

MAPPE CONCETTUALI, perché sono utili?


- ci danno una rappresentazione visuale efficace
- enfatizzano le caratteristiche e le relazioni più importanti dei concetti, minimizzando
gli effetti distraenti
- catturano l'attenzione per facilitare la lettura e la comprensione dei dati

COSA SERVE PER PRODURRE UNA MAPPA CONCETTUALE EFFICACE


- rappresentazione visuale efficace nella produzione di una mappa
- enfatizzare selettivamente le caratteristiche e le relazioni più salienti
- astrarre gli aspetti importanti di un argomento
- minimizzare gli effetti distraenti (non selezionare un numero eccessivo di
informazioni)

QUANDO UNA MAPPA SI CONSIDERA EFFICACE?


- una mappa è corretta ed efficace se ci permette di individuare i concetti e gli elementi
salienti, di individuare le relazioni e le connessioni tra questi concetti, e di supportare
in maniera adeguata, attraverso la struttura gerarchica, la classificazione di tali
concetti.
- la creazione di una mappa concettuale corretta ed efficace richiede competenze, e
presenta sforzi e problematiche simili alle fasi iniziali della progettazione delle basi di
dati, perché in entrambi si richiede di organizzare le informazioni su domini specifici.
MAPPE CONCETTUALI
- su definizione del loro inventore Joseph D. Novak, sono reti gerarchiche di concetti
interconnessi da relazioni.
- i concetti sono elementi chiave nella struttura della conoscenza
- le relazioni tra concetti sono archi etichettati con una descrizione concisa della natura
della relazione che lega i due concetti

PASSI DA SEGUIRE NELLA COSTRUZIONE DI UNA MAPPA CONCETTUALE


1) la costruzione di una mappa concettuale è guidata da un argomento principale o
domanda focus
2) identificare i concetti più importanti e organizzarli in una struttura gerarchica
3) stabilire le relazioni tra i concetti e dare un nome a queste relazioni

CRITERI PER ORGANIZZARE LE GERARCHIE DI CONCETTI


1) importanza relativa
- allontanandosi dal concetto principale i concetti assumono importanza
sempre minore
2) generalità
- allontanandosi dal concetto principale i concetti hanno significati sempre più
specifici
3) astrazione
- allontanandosi dal concetto principale i concetti diventano sempre più
concreti

INTRODUZIONE ALLE BASI DI DATI E ALLA PROGETTAZIONE CONCETTUALE


1) BASE DI DATI
- insieme organizzato di dati utilizzati per il supporto allo svolgimento delle
attività di un’organizzazione, per esempio enti, pubblici o privati, aziende…
2) DATA BASE MANAGEMENT SYSTEM (DBMS)
- sistema software in grado di gestire basi di dati di grandi dimensioni,
condivise e persistenti assicurando la loro affidabilità e privatezza

Quindi una base di dati è una collezione di dati che rappresentano informazioni.
Queste informazioni vengono gestite da un software che è il DBMS, che ci permette di immettere,
memorizzare, gestire ed elaborare questi dati in modo che da dati diventino informazione. Il DBMS
infatti ci permette anche di presentare e visualizzare l’informazione che viene elaborata dai dati
presenti nella base di dati.

- ci nasconde il formato fisico dei dati


- ci fornisce una versione astratta delle informazioni rappresentati da questi
dati
- permette di condividere dati tra utenti diversi gestendo in maniera sicura
copie multiple a cui si accede contemporaneamente da parte di più utenti
- garantisce infine l’integrità e la riservatezza dei dati predisponendo per
esempio meccanismi di accesso attraverso credenziali da parte degli utenti
FASI DI PROGETTAZIONE DI UNA BASE DI DATI
- ANALISI DEI REQUISITI, cioè tutte quelle che sono informazioni a disposizione sul
dominio di conoscenza e sul contesto della base di dati (per esempio un insieme di
documenti cartacei o digitali, fatture, ordini di clienti, interviste o colloqui con il
committente della base di dati…)
- ELABORAZIONE DI UNO SCHEMA CONCETTUALE che astrae i concetti principali
e le relazioni tra i concetti coinvolti nella base di dati
- ELABORAZIONE DI UNO SCHEMA LOGICO che utilizza strutture ancora astratte,
ma che riflettono una particolare struttura comprensibile all’elaboratore, ad esempio
tabelle
- TRADUZIONE DELLO SCHEMA LOGICO IN UNO SCHEMA FISICO, costituito per
esempio dalle definizioni delle tabelle; inoltre in questa fase vengono anche scelte,
tra quelle messe a disposizione dal DBMS, le strutture di memorizzazione e di
accesso alle tabelle, con l’obiettivo di garantire l’efficienza del sistema

ATTORI COINVOLTI NELLA CREAZIONE E NELL’UTILIZZO DELLE BASI DI DATI


- AMMINISTRATORE, responsabile della progettazione, del controllo e
dell’amministrazione della base di dati. Deve anche garantire sufficienti prestazioni,
affidabilità e sicurezza
- PROGETTISTI E PROGRAMMATORI definiscono e realizzano i programmi che
accedono alla base di dati
- UTENTI FINALI cioè coloro che utilizzeranno la base di dati, inserendo, eliminando,
gestendo ed elaborando i dati nel modo più opportuno

PROBLEMATICHE
- progettisti, analisti e programmatori hanno una chiara idea di come funzionano i
software, mentre i committenti e i clienti, che spesso coincidono con gli utenti finali,
non hanno una chiara idea delle funzionalità e delle potenzialità di un software.
- d’altra parte, committenti, clienti e utenti finali sono esperti del dominio dei dati
rappresentati nella base di dati, mentre i progettisti, analisti e programmatori non
possono essere esperti di tutti i domini su cui dovranno progettare le basi di dati
- il risultato è un GAP DI COMUNICAZIONE tra soggetti con competenze diverse che
devono però collaborare per raggiungere l’obiettivo comune della creazione di una
base di dati corretta ed efficiente
- è di fondamentale importanza quindi usare metodologie e strumenti che consentano
di colmare questo gap in modo da evitare errori che si propagano nella catena dello
sviluppo software causando lo spreco di tempo e soldi.
PROGETTAZIONE CONCETTUALE: INTRODUZIONE AL MODELLO ER
- l'obiettivo della modellazione concettuale è la formalizzazione dei requisiti delle base
di dati in uno schema concettuale che è indipendente dallo specifico DBMS che verrà
utilizzato. A tale scopo in questa unità utilizziamo il modello Entità-Relazione

MODELLO ER
- modello concettuale per la progettazione delle basi di dati più diffuso oggigiorno
- spesso abbreviato con le due lettere ER
- descrive la realtà modellata ad un alto livello di astrazione, in maniera indipendente
da come i dati verranno poi rappresentati a livello logico e fisico
- descrive la struttura e la forma dei dati, ma non i dati veri e propri (gli effettivi valori di
questi attributi verranno poi inseriti nella fase di popolamento della base di dati, in
fase di implementazione)
In sintesi, il modello ER
- è il modello più diffuso
- fornisce costrutti
- è semplice e comprensibile: abbiamo gli esperti del dominio su cui la base di dati
deve essere modellata e gli esperti sullo sviluppo della base di dati. Il modello ER
fornisce un supporto per trovare un linguaggio comune su cui modellare in prima
istanza tutti quelli che sono gli aspetti e gli elementi che devono essere poi
implementati nella base di dati
- utilizza il formalismo grafico, che è però indipendente dal modello logico e fisico dei
dati

COSTRUTTI PRINCIPALI DEL MODELLO ER


1) ENTITÀ DA MODELLARE
- rappresentano classi di oggetti del mondo reale che hanno proprietà comuni
e un’esistenza autonoma (es. azienda, cliente, prodotto)
- l’occorrenza di un’entità è un oggetto della classe che l'entità rappresenta
- l’entità ha un'esistenza autonoma, indipendentemente dalle sue proprietà
- nel modello relazionale invece è indispensabile conoscere qualcuna delle
proprietà delle entità rappresentate per poterle rappresentare
2) RELAZIONI *
- rappresentano relazioni e legami logici che intercorrono fra le entità
- in base al numero delle entità correlate, le relazioni possono essere binarie,
ternarie, quaternarie…
- è sempre preferibile dare un sostantivo come nome di una relazione
- possiamo vedere le relazioni da un punto di vista insiemistico: dal punto di
vista insiemistico una relazione è un sottoinsieme del prodotto cartesiano
delle classi che la compongono (se il numero di entità correlate è n, le istanze
saranno ennuple). Tutte le ennuple della relazione devono essere distinte.
- *CLASSIFICAZIONE DELLE RELAZIONI IN BASE ALLA CARDINALITÀ
MASSIMA
1) uno a uno
2) uno a molti
3) molti a molti
3) ATTRIBUTI
- descrivono una proprietà elementare di un’entità e/o relazione
- ogni attributo è caratterizzato dal dominio (insieme dei valori ammissibili per
quell’attributo)
- possono essere composti, per raggruppare un insieme di proprietà tipiche si
un singolo attributo
- gli attributi delle relazioni
4) IDENTIFICATORI
- un identificatore è l’insieme di uno o più attributi che serve per identificare
univocamente le occorrenze di un’entità (ogni entità deve avere un
identificatore)
- ogni identificatore è caratterizzato da:
1) univocità → i valori degli attributi identificano univocamente le istanze
dell'entità del dominio modellato (nel dominio dell'applicazione non
possono esistere due istanze diverse con lo stesso valore per
l’identificatore)
2) minimalità → rimuovendo un qualsiasi attributo dall'insieme perdiamo
il requisito di univocità
- ci dicono in che modo le occorrenze di un’entità possono essere distinte
univocamente l’una dall’altra
- identificatore
1) INTERNO → l’identificatore è costituito da attributi dell’entità
- CODICE → se non si riesce a trovare un identificatore che
soddisfa questi requisiti è possibile introdurre questo ulteriore
attributo sintetico che serve solo ad identificare le istanze
dell'entità.
2) ESTERNO → entità non ha un identificatore interno ma è identificata
componendo un proprio identificatore parziale con quello di un'altra
entità al quale è associato mediante una relazione.
- l'entità priva di identificatore proprio si chiama entità debole e
viene identificata con un doppio rettangolo mentre la relazione
coinvolta con un doppio rombo
- perché l'entità debole possa essere univocamente identificata,
essa deve partecipare alla relazione identificante con
cardinalità (1,1)
5) CARDINALITÀ
- possono essere associate a relazioni o ad attributi
- ci danno una descrizione della quantitativa della partecipazione delle entità a
una relazione o dell'occorrenza di un attributo in un’entità
- le cardinalità di una relazione sono coppie di valori associate ad ogni entità
che partecipa ad una relazione e specificano il numero minimo e massimo di
volte in cui un’occorrenza può partecipare a una relazione (in genere si
utilizzano 0 -opzionalità- oppure 1 -obbligatorietà di partecipazione- per la
cardinalità minima, e 1 o N per indicare la cardinalità massima)
- le cardinalità di un attributo (nel caso in cui la cardinalità minima e massima
sono pari ad uno, per non complicare inutilmente il sistema, non si inserisce
il numero
6) GENERALIZZAZIONI E SOTTOINSIEMI
- rappresentare una relazione tra una o più entità E1, En con un’entità E che le
comprende come casi particolari
- possiamo dire che che l'entità E è generalizzazione di E1, E2, En, oppure che
E1, E2, En sono specializzazioni di E, ma possiamo anche dire che E è il
supertipo e E1, E2, En sono i sottotipi, oppure possiamo indicare l'entità E
come l’entità padre e le entità E1, E2, En come entità figlie
- ogni proprietà di E è significativa anche per le proprietà E1, E2, En
→ EREDITARIETÀ → attributi, relazioni e altre generalizzazioni che sono
rappresentate per l’entità padre, vengono ereditate ma non rappresentate
esplicitamente per le entità figlie (si intende che esse vengano
automaticamente ereditate, ma non vengono ripetute per non appesantire lo
schema)
- ogni occorrenza di E1, E2, En è anche occorrenza di E
- tipi di generalizzazione
1) totale → ogni occorrenza dell’entità genitore è occorrenza di almeno
una delle entità figlie
2) parziale → ogni occorrenza dell'entità genitore non è necessariamente
occorrenza di almeno una delle entità figlie
3) sovrapposta → ogni occorrenza delle entità genitore può essere
occorrenza di una o più entità figlie
4) esclusiva → ogni occorrenza dell'entità genitore è occorrenza di al più
una delle entità figlie

DOCUMENTAZIONE
A completamento di ogni schema ER dobbiamo produrre della documentazione aggiuntiva,
nello specifico:
1) DIZIONARIO DEI DATI che serve a riepilogare e descrivere più chiaramente i
concetti presenti nello schema (entità e relazioni). Devo includere:
- per le entità → nome, descrizione, lista degli attributi, identificatore, eventuali
specializzazioni
- per le relazioni → nome, descrizione, entità partecipanti, eventuali attributi

2) REGOLE AZIENDALI che servono a specificare dei vincoli sui dati che non possono
essere espressi nel modello ER per mancanza di costrutti appropriati ma che
dovranno essere implementati nel DBMS.
EXCEL

INTRODUZIONE AI FOGLI ELETTRONICI


- excel è un programma applicativo per la gestione di fogli elettronici molto diffuso un
ambito gestionale e aziendale
- nei fogli elettronici la gestione dei dati avviene sotto forma di tabelle.
- vengono offerti un insieme di comandi e funzioni di cui è possibile avvalersi per
risolvere problemi che riguardano la gestione, l'analisi e l'elaborazione dei dati.
- in particolare vengono offerte funzioni per:
1) organizzare i dati in tabelle
2) eseguire calcoli sui dati inseriti
3) visualizzare dati numerici in forma grafica
4) verificare che una serie di possibili risultati consegue al cambiamento di
alcuni parametri
5) elaborazioni matematiche e analisi statistiche sui dati

FOGLI ELETTRONICI E DBMS


- sono simili perché hanno funzioni simili come l’organizzazione di dati in tabelle
- sono diversi perché hanno obiettivi differenti:
→ EXCEL:
- è utilizzabile con quantità di dati più contenute
- i dati sono organizzabili in modo più flessibile
- viene usato principalmente per l’elaborazione e l’analisi di dati
→ DBMS:
- è utilizzabile con grandi quantità di dati
- i dati sono organizzati in tabelle dalla struttura rigida
- viene usato principalmente per operazioni di archiviazione e consultazione

In uno scenario ideale DBMS e EXCEL collaborano, quindi il primo viene utilizzato per
accedere all’archivio di dati e il secondo per la loro elaborazione e analisi

FOGLI ELETTRONICI
- da un punto di vista astratto un foglio elettronico fornisce all'utente una matrice
bidimensionale di celle che possono essere riempite con informazioni di vario tipo
- i fogli elettronici si presentano come una griglia di righe e colonne
- gestiscono i dati sotto forma di tabelle utilizzando una griglia predisposta, data
dall’intersezione di linee orizzontali e verticali
- le colonne vengono contraddistinte da lettere poste in ordine alfabetico dalla A alla Z
e poi dalla combinazione di due lettere. Le righe, invece, sono differenziate da
numeri che procedono in ordine crescente a partire ad 1
- le celle sono identificate dalla combinazione della lettera della colonna e del numero
della riga che si intersecano. Chiamiamo questa combinazione indirizzo della cella
- la cella nella quale possiamo lavorare viene detta cella attiva (all’apertura del foglio è
sempre quella con indirizzo A1)
- nella cella possiamo inserire: dati (informazioni numeriche o testuali) oppure funzioni
che permettono di calcolare valori a partire dal contenuto di altre celle
- i fogli elettronici propagano il cambiamento dei dati contenuti in una cella a tutte le
celle che dipendono in modo diretto o indiretto da questa
- è possibile inserire grafici realizzati a partire dai dati contenuti nelle celle o dai
risultati di elaborazioni sui dati
AMBIENTE DI LAVORO
- all’apertura di Excel ci troviamo di fronte ad una cartella di lavoro, composta da tre
fogli Excel
- l’ambiente di lavoro presenta tre barre principali oltre a quella dei menù:
1) Barra standard: contiene gli strumenti comuni per lavorare con ogni tipo di
documento (Salva, Stampa, Taglia, Copia, Incolla, Elimina, ecc.) e quelli più
utilizzati per lavorare con un foglio elettronico (Somma, Incolla funzione,
Ordinamento, etc.).
2) Barra di formattazione: consente di modificare la struttura dei dati inseriti nelle
celle.
3) Barra delle formule: visualizza la formula contenuta in una cella (se non vi
sono formule i dati stessi) nonché l’indirizzo della cella.
- la cosiddetta cartella di lavoro è il file di Excel col quale lavoriamo. Una cartella di
lavoro è composta da un numero variabile di fogli i cui nomi compaiono in fondo alla
finestra di lavoro. Per cambiare foglio attivo dovete cliccare sul nome, che
automaticamente apparirà in grassetto
- per inserire nuovi fogli dovete premere sul simbolo +: automaticamente viene
aggiunto un elemento denominato Foglio n. I fogli infatti vengono numerati
progressivamente
- per eliminare un foglio occorre prima renderlo attivo, poi dare il comando Elimina
Foglio dal menu Modifica; da qui è anche possibile cambiare la posizione del foglio o
farne una copia con il comando Sposta o Copia foglio

INSERIMENTO DI DATI E FORMULE


- i dati in un foglio elettronico possono essere inseriti esclusivamente all’interno delle
celle che costituiscono la griglia del foglio di lavoro attivo. Possono essere
essenzialmente di due tipi:
1) numerici → consistono in una combinazione di cifre numeriche non precedute
da un prefisso di testo. Su questi dati è possibile realizzare operazioni. Nei
fogli elettronici è possibile visualizzare i numeri con formati diversi (es. valuta,
percentuale, notazione scientifica) a seconda del lavoro che si intende
svolgere.
2) alfanumerici → hanno uno scopo descrittivo. Si tratta di testi che cominciano
con una lettera o un carattere di punteggiatura (esclusi caratteri speciali che
in Excel assumono significati particolari). I dati testuali spesso sono usati per
etichettare o descrivere dati meramente numerici.
- Excel interpreta automaticamente come numeri le celle che contengono unicamente
caratteri numerici e assegna un formato predefinito, diverso a seconda di come
digitate i caratteri numerici.
- E’ possibile scegliere tra diversi formati numerici attraverso la finestra di dialogo
Formato Celle. Excel di solito è abbastanza “astuto” da interpretare i dati nel formato
che vi aspettate. Quando questo non succede è opportuno specificare manualmente
il formato desiderato, sempre attraverso la finestra di dialogo “Formato Celle”.
- i formati più interessanti per noi sono: numero, percentuale e notazione scientifica
(per notazione scientifica si intende quella rappresentazione numerica secondo la
quale i numeri vengono espressi con una sola cifra prima della virgola e poi
moltiplicati per l'adeguata potenza di dieci) NB: in notazione scientifica di solito si
approssima e questa operazione non è reversibile.
- i dati all'interno di un foglio di lavoro, possono essere elaborati usando le formule. In
Excel una formula compie un'operazione matematica su uno o più valori che
possono essere dati o riferimenti alle celle
- il primo carattere di una formula deve essere sempre il simbolo di uguale. In questo
modo si indica a Excel che quello che sta per essere digitato è una formula e non un
dato.
- una formula può essere scritta direttamente in una cella. Oppure nella Barra della
formula, dopo aver selezionato col mouse la cella dove si vuole inserire la formula.
Dopo avere digitato la formula, ad esempio 3*5 preceduto da =, premete il pulsante di Invio.
Nella cella all’interno del foglio elettronico dove avete inserito la formula viene visualizzato il
risultato corrispondente al calcolo dell’espressione specificata. Tuttavia il vero dato contenuto
nella cella è sempre la formula in sé, che e’ sempre visibile e modificabile nella Barra della
formula.
- le formule sono costituite da:
1) operatori → per esempio i consueti operatori aritmetici oppure funzioni
predefinite.
2) operandi → possiamo avere valori, per esempio numeri, oppure coordinate di
altre celle del foglio ossia riferimenti di cella.
Prendiamo per esempio in considerazione la cella B2 che contiene il valore 15. Scrivete una funzione
nella cella sottostante B3 che calcola la somma del dato contenuto nella cella B2 con il numero 1. La
cosa interessante è che se cambio il valore contenuto in B2 il valore di B3 verrà aggiornato di
conseguenza.
- I riferimenti di cella se indicati con l’abbinamento lettera/numero, in stile battaglia
navale, vengono considerati come relativi.
- possiamo specificare come riferimento di cella $A$1, quando vogliamo riferirci a una
cella specifica senza adattare i riferimenti durante le operazioni con lo strumento di
riempimento automatico.
- è possibile anche limitare solo in parte l’interpretazione relativa dei riferimenti. Per
esempio posso bloccare solo il riferimento al nome della colonna, quando usiamo il
riempimento automatico nella nella dimensione orizzontale. Oppure bloccare il
riferimento solo al numero di riga quando usiamo il riempimento automatico nella
dimensione verticale.

APPLICAZIONI PRATICHE
Uso di riferimenti relativi e assoluti in combinazione con lo strumento di riempimento
automatico
- SERIE DI FIBONACCI → una successione di interi definita a partire dalla coppia 1, 1
in cui l'elemento successivo è calcolato come somma degli ultimi due.
Il nostro obiettivo sarà generare i primi 10 numeri utilizzando il foglio elettronico
● inserire in corrispondenza con i primi 2 numeri della serie le costanti 1 e 1
● Per calcolare il numero successivo introduciamo una funzione che somma i 2
numeri precedenti utilizzando i riferimenti di celle
● Usiamo quindi il riempimento automatico per generare altri numeri
● I riferimenti di celle, essendo relativi, vengono sempre correttamente adattati
alle celle contenenti i due numeri precedenti
- RETTA DI EQUAZIONE y = 23x + 4 → creazione di una tabella che descriva
l’insieme di punti della retta per i valori di x da 0 a 10
● Posizioniamoci nella colonna y in corrispondenza del valore di x=0, per
inserire la formula corrispondente all’equazione y=23x+4, utilizzando i
riferimenti relativi di cella per specificare il valore di x
● Utilizziamo quindi il riempimento automatico per generare gli altri valori di y
per x da 1 a 10
● Anche qui, con un trascinamento verticale, i riferimenti a x si adattano
automaticamente in quanto il riferimento è relativo
- RETTA GENERICA CON EQUAZIONE y = m*x + n → creazione di una tabella che
descriva l’insieme di punti della retta per i valori di x da 0 a 10 fissando di volta in
volta un certo valore per le costanti m e n
● I riferimenti relativi in questo caso non ci bastano. Vanno combinati con
riferimenti assoluti
● Specifichiamo 23 e 4 come valori rispettivamente per le costanti m e n
● se non interveniamo con i riferimenti relativi alle celle contenenti i valori a
queste costanti, possiamo avere problemi, in quanto i valori vengono adattati,
mentre noi vogliamo lasciare relativo il riferimento alla x, in modo che si adatti
● rendere assoluti i riferimenti di riga a queste celle usando $
● A questo punto trasciniamo in verticale e otteniamo i nostri valori
correttamente. Nel momento in cui modifico i valori di m e di n,
automaticamente i valori della y vengono ricalcolati, perchè quando la si
trascina in verticale nelle celle sottostanti i riferimenti di riga preceduti da $
rimangono invariati.

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