Sei sulla pagina 1di 1

IV, 3 - De vulpe et uva

Fame coacta vulpes alta in vinea

uvam adpetebat summis saliens viribus.

Quam tangere ut non potuit, discedens ait:

"Nondum matura est; nolo acerbam sumere".

Qui facere quae non possunt verbis elevant,

adscribere hoc debebunt exemplum sibi.

La volpe e l'uva

Spinta dalla fame una volpe tentava di cogliere, saltando con tutte le sue forze, l'uva su un'alta pergola.
Come si avvide di non poterla raggiungere mentre si allontanava commentò: "Non è ancora matura, non mi
va di raccoglierla acerba". Coloro che svalutano a parole quanto non sono in grado di fare devono applicare
a se stessi questo esempio

È facile disprezzare quello che non si può ottenere. Non a caso, da questa storiella proviene il detto "Fare
come la volpe con l'uva" che metaforicamente significa “reagire a una sconfitta sostenendo di non aver mai
desiderato la vittoria, o disprezzando il premio che si è mancato di ottenere”

Nelle versioni originali della favola, quella di Esopo e di Fedro, la morale della storia, che ne fornisce una
prima analisi, appare chiara immediatamente perché esplicata nel testo

Quello che davvero non cambia, invece, è la morale: detta a chiare parole nelle versioni greca e latina,
espressa tra le righe in quelle per bambini, il messaggio e la morale de La volpe e l’uva sono chiari. La
protagonista della storia desidera qualcosa ardentemente, manifestando apertamente questa bramosia.

Vuole l’uva, succosa e dall’aspetto invitante, e prova a raggiungerla. Ci prova e ci riprova, ma nulla. A quel
punto, pur di non manifestare il malcontento, la sofferenza per quello che è un fallimento, comincia a
disprezzarla. Non la riesce ad avere e, piuttosto che ammettere l’insuccesso, nega di averla mai voluta e,
addirittura, la disprezza. Ciò che questa favola insegna è che ci sono persone che, non raggiungendo
qualcosa che desiderano, poi cominciano a dire che non è poi così bono.

L’atteggiamento sbagliato che viene condannato è quello di chi accusa le circostanze della vita per un
insuccesso volendo nascondere la propria incapacità, la mancanza di tenacia e dell’astuzia che serve per
superare le difficoltà che la vita ci pone davanti. Inutile fare tanti sforzi per un grappolo di uva acerba, si
dice la volpe, ma la verità è che lo fa solo e soltanto per ingannare se stessa. La morale del racconto, in
breve, è: non disprezzate ciò che non riuscite a ottenere

. La fabula e l'intreccio coincidono, la favola è quindi in ordine logico e cronologico.

Il testo si può dividere in due sequenze. La prima che contiene la favola vera e propria e la seconda che
contiene invece la morale.

Potrebbero piacerti anche