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Tarantismo (vero, falso) e servizio militare

Brizio Montinaro

aBstract. Dissodando il terreno del Tarantismo riemerge ecc. ecc. insomma, una persona seria e titolata. Esperta.
una realtà finora sconosciuta. Il tarantato, considerato affet- affidabile.
to da una malattia della mente, è esentato dal prestare il ser- il libro contiene una dedica dell’autore ad augusto
vizio militare nell’esercito. Siamo al tempo del Regno d’Italia caffarelli, Generale di Divisione e Ministro della
(1805-1814). Da parte dell’autorità costituita si ipotizza che Guerra durante il regno d’italia (1805-1814) fondato
i giovani possano fingersi tarantati per evitare di diventare da napoleone Bonaparte. tale regno, per chi non
coscritti. Tarantismo e finto tarantismo. L’ombra lunga del- dovesse ricordarlo, comprendeva l’italia centro orien-
l’inganno si stende anche su quest’angolo recondito della tale e una gran parte di quella settentrionale. il libro fu
realtà. Come uscirne? pubblicato a Vigevano sotto la salvaguardia della
Sarà la musica lo strumento che rivelerà agli esaminatori, Legge 19 fiorile, anno iX del calendario francese.
all’autorità costituita, se il giovane che si dichiara tarantato, il regno d’italia, come si vede anche dal solo particola-
preso in esame per l’arruolamento, sarà una vera o una finta re della datazione, fu uno stato satellite di quello fran-
vittima del morso velenoso della tarantola. cese. Per ridurre il costo delle truppe napoleoniche che
I veri tarantati infatti conoscono molto bene, più dei musicanti stazionavano sul territorio italiano i governanti prese-
che suonano per guarirli, i ritmi e le dissonanze della musica. ro a formare degli eserciti propri con soldati prove-
nienti dal territorio. a tale scopo cominciarono ad
Analysing the field of tarantism a reality, unknown till now, arruolare per primi i volontari e quindi, in modo coatto,
emerges. The youngman bitten by a tarantula, considered giovani di tutti i ceti, carcerati, orfani e disertori prove-
afflicted with infirmity of mind, is exempted from service in nienti da altri eserciti. i coscritti! Formando questi eser-
the army. This happened during the period of the Reign of citi si voleva creare, in modo implicito, anche una
Italy, in the years 1904-1914. The established authorities
supposed that youngmen could simulate to be bitten by a
tarantula in order to avoid becoming conscripts. Tarantism
and feigned tarantism. A long shadow of fraud spreads itself
even on this secluded corner of reality. How was it possible to
get out of it? Music will become the instrument that will
reveal to examiners and established authorities whether the
youngman that, during the operations of recruitment, decla-
res himself bitten by a tarantula, is a real or false victim of the
poisonous sting of this animal.
In fact, the people really bitten by a tarantula know very well,
better than the musicians who play their instruments to make
them recover their health, the rhythms and dissonances of music.

Durante le mie continue peregrinazioni per ricerche sul


tarantismo ho trovato nella selva fitta di notizie, estre-
mamente interessanti ed assolutamente nuove, un
libro di 331 pagine dal titolo Sistema di polizia medico-
militare1 che ha polarizzato la mia attenzione e ritengo
che sia molto importante. È stato scritto da annibale
omodei (1779-1840) dottore in Filosofia, Medicina,
chirurgia, medico consulente presso il Ministero della
Guerra, socio dell’accademia reale delle scienze di
torino, dell’accademia medico-chirurgica di napoli

1
A pag. precedente: scena di tarantolati, da ediziane a stampa
del XVIII secolo.
In basso: militare italiano (coll. privata)

vani hanno fatto carte false per evitare il servizio mili-


tare. in tutti i tempi. ora come allora. omodei sente
dunque la necessità di avvertire i reclutatori che non
tutte le malattie di cui si lamentano coloro i quali sono
stati chiamati alle selezioni sono reali. spesso sono fit-
tizie, simulate nella speranza di farla franca ed evitare
il servizio, anche se presentate con apparenze di verità
tali che non era sempre facile scoprirne la frode.
omodei avverte inoltre che le malattie più comune-
mente ostentate per evitare l’arruolamento sono quelle
riguardanti l’alienazione mentale. Ed ecco quindi final-
mente il motivo per cui io scrivo questa breve nota.
L’autore che, come si ricorda, è un medico tra le varie
malattie più simulate elenca la melancolia, la mania, la
pazzia, l’epilessia e... il tarantismo.
La notizia è molto importante e sicuramente travalica il
limite della curiosità perché ci stimola e impone una
serie di considerazioni di non trascurabile valore per la
storia sociale del tarantismo: che il tarantismo era con-
siderato senz’altro una malattia della mente, impalpa-
bile e reale quanto lo sono le malattie di questo genere;
che, contrariamente a quanto si è portati a credere, i
tarantati maschi dovevano essere in gran numero e di
conseguenza che il tarantismo era talmente diffuso in
tutta italia da entrare legittimamente a far parte di un
manuale per la formazione e composizione degli eser-
citi; che il tarantismo era considerato, per la sua stessa
natura di malattia mentale, causa invalidante per la
prestazione del servizio militare; che accanto ad un
tarantismo vero esisteva un tarantismo falso e che
molti tentavano di spacciarsi per tarantati sperando di
ingannare gli esaminatori ed evitare di essere arruolati
nell’esercito.
coscienza comune italiana nei soldati che erano desti- su quest’ultimo tema, la simulazione del tarantismo, argo-
nati a combattere fianco a fianco. mento sul quale si potrebbe scrivere un vero e proprio trat-
annibale omodei scrisse questo libro per dare agli tato, voglio fermare solo un momento l’attenzione.
addetti ai lavori, a coloro i quali avrebbero dovuto occu- i finti tarantati. come quelli catalogati da teseo Pini nel
parsi praticamente del problema, una serie molto inte- suo trattatello sui vagabondi dal titolo Speculum cerreta-
ressante di informazioni e di istruzioni su come forma- norum3, pubblicato nel 1485 e poi riproposto nel 1621 tra-
re un esercito e tenerlo in buona salute. nel libro quin- dotto dal “furbo” raffaele Frianoro, come fosse farina
di si parla di tutto: da come vestire il soldato a come del suo sacco, con il titolo Il vagabondo, ovvero sferza dei
mantenerlo sano ed addestrato perché “vegli perpe- Guidoni. Opera nuova nella quale si scoprono le fraudi, malitie,
tuamente alla conservazione dei diritti e delle proprietà et inganni di coloro che vanno girando il mondo alle spese
del tutto”2, dal metodo da adottare per reclutare i vari altrui. Data in luce per avvertimento dei semplici4. Essi erano
giovani esaminandoli fisicamente ai criteri per rilevare poveracci affamati che andavano in giro per fiere e mer-
eventuali vizi o difetti e scoprire le malattie che li ren- cati fingendo di essere “attarantati” per chiedere l’elemo-
dano inabili al servizio. Ed ecco il punto! sina e impietosire i creduloni che subito mettevano mano
il reclutamento imposto o coscrizione obbligatoria non alla borsa. tarantati per sopravvivenza.
è mai stato apprezzato da nessuno, come si sa. tanto è Finto tarantismo, come quello escogitato da un certo
vero che in italia dopo secoli di discussioni e diatribe tipo di donne che Giovanni Pontano (1429-1503), più o
non esiste più, soltanto, dal 1° gennaio 2005. Molti gio- meno negli stessi anni in cui scriveva il Pini, ci raccon-

2
Galatina (Lecce), cappella di san Paolo, Saverio Lillo, san
Paolo e il tarantolato (1795)

ta nel dialogo Antonius. in esso l’autore fa dire al


compatre, uno dei personaggi dialoganti, che vi sono
dei ragni detti “concubinari” dai quali

sogliono molto spesso essere morsicate le donne; ed allora


non potendosi quel veleno estinguere in altro modo, è lecito
ad esse unirsi, liberamente e impunemente, agli uomini. in
guisa che, ciò che per gli altri sarebbe delitto, per le donne
pugliesi è rimedio5.

Un bel sistema escogitato dalla fantasia femminile per


approfittare di una realtà accettata dal popolo come è
quella del tarantismo e sfuggire ai legami che le tene-
vano costrette ad una vita di segregazione ed astinen-
za. sistema nuovamente segnalato, tre secoli dopo, da
Giorgio Baglivi (1668-1707) nel suo celebre saggio,
composto in latino, quando parla, riportando l’espres-
sione in corsivo e in italiano, di “il carnevaletto delle
donne”6 e cioè del tarantismo simulato per poter
approfittare della cura musicale e coreutica e dare libe-
ro e condiviso sfogo alle loro voglie d’amore.
Finto tarantismo, come quello raccontato da cosimo
alessandro collini (1727-1806), segretario personale di
Voltaire, nella sua memoria Sur le tarentisme, letta pub-
blicamente all’accademia theodoro-Palatina nel 1778
e poi pubblicato nel 1784.
Egli scrive:

sovente tra la folla di tarantolati, nel bel mezzo del loro furo-
re e delle loro eccitazioni, ci sono quelli che appaiono ispira-
ti: prèdicano, predìcono l’avvenire, svelano segreti e misteri,
annunciano disgrazie, e l’antico vaticinio delle sibille sembra
rinnovarsi in loro7.

Grandi artisti di strada che per sbarcare il lunario fin-


gono, per gli allocchi, un tarantismo improbabile che ve il nostro omodei - si trae confrontandole colle
forse neanche conoscono nelle forme reali in cui si malattie vere della stessa specie”8. Bisogna conoscere
manifesta. Ed allora delirano in preda ad un furore dunque come si presenta la malattia vera per poterne
visionario ed astratto teso solo al recupero di qualche scoprire l’infingimento, e mette a disposizione dei sele-
moneta che possa spegnere un altro furore molto più zionatori una serie di accorgimenti per poter indivi-
reale e tangibile come quello dei morsi della fame. duare e svelare gli artifici dei furbi. Poi in una lunga
attori stupendi! nota spiega, avvalendosi dell’autorità di un certo
È incredibile. il tarantismo per tutta la sua storia, lunga numero di studiosi, che il tarantato non è realmente
secoli, è stato sempre accompagnato da una zona gri- affetto dalla morsicatura velenosa della tarantola e che
gia, da un’ombra densa e lunga quanto tutta la sua il rimedio principale per la malattia chiamata taranti-
stessa vita: il finto tarantismo. smo è la musica. Leggiamo, per concludere, le parole
Molti studiosi - medici e filosofi - hanno rivolto la loro scritte dallo stesso omodei nel paragrafo XXXii del
attenzione a questo tema. spesso si sono scontrati sul- capitolo primo del suo volume:
l’argomento, anche duramente, ma non è il caso di fer-
marsi qui ulteriormente. La malattia endemica de’ Pugliesi, detta tarantismo, è un
“La prova meno equivoca delle malattie simulate - scri- vero delirio melanconico, erroneamente imputato al morso

3
s(an)c(tU)s PaULUs, “sedet hic scripsit”. San Paolo in
un manoscritto del IX secolo (Wurttembergische
Landesbibliothek Stuttgart, HB II 54)

Questo è lo strumento, il grimaldello che annibale


omodei mette in mano agli esaminatori per scardinare
gli inganni dei finti tarantati all’atto del reclutamento. E
fa bene a prescrivere di non assumere tarantati nell’eser-
cito perché non poco sarebbe il disagio per lo stesso
tarantato e i commilitoni se nel bel mezzo di un’azione
importante, di una battaglia ad esempio, si dovesse rive-
lare impellente la necessità di chiamare dei suonatori e
far eseguire loro le musiche adatte a guarire il tarantato.
tra scoppi di bocche di fuoco e spari di archibugi.
Ed è a questo proposito che mi piace citare due esempi
di soldati tarantati che mi si sono parati davanti duran-
te la mia ricerca. sono tutti e due soldati italiani prove-
nienti dall’italia meridionale ma attivi in Francia. i due
episodi sono avvenuti nel corso del secolo XViii. il
primo ce lo racconta François De st. andré (1675 -
1725), consigliere medico del re di Francia Luigi XV, in
una delle sue lettere pubblicate nel 1725. E’ ovvio che
l’episodio sia accaduto qualche tempo prima:

noi abbiamo visto qui un esempio [di tarantismo] nella per-


sona di un napoletano, soldato nel reggimento di Fanteria
di Marre [Lorena].
si vedeva questo soldato cadere in una malinconia profonda
tutte le volte che il veleno, che il morso della tarantola aveva
trasmesso alla piaga, veniva a mettersi in movimento. il suo
colorito diventava plumbeo, l’aspetto sconvolto, la respira-
zione difficile, rotta da singhiozzi e da sospiri.
Lo si vedeva cadere a terra e rima nere immobile, senza sen-
della tarantola. il criterio per iscoprire i furbi che lo imitano timento, senza conoscenza e quasi senza polso e respiro, con
consiste nella musica, di cui il vero tarantato discerne la più il sangue che usciva dal naso e dalla bocca e noi l’avremmo
piccola dissonanza, che non riconosce il finto9. visto morire di lì a poco se non fosse stato soccorso sul
campo. Per tirarlo fuori da queste condizioni si è stati obbli-
Era un’osservazione acquisita e data per certa, presso gati a far venire immediatamente dei suonatori di violino i
gli studiosi e i medici che si occupavano di tarantismo, quali, avvicinati gli strumenti alle sue orecchie, li suonavano
quella che i tarantati conoscessero perfettamente ritmo a gran colpi di archetto. i sensi, smossi dal suono di questi
e suoni tanto che, quando tale perfezione veniva a strumenti, principiavano a farsi sentire alle mani, che egli
mancare per qualche accidente fortuito, essi ne subiva- cominciò a muovere dapprima per segnare il ritmo della
no le conseguenze interrompendo bruscamente il loro musica che si suonava, poi ai piedi che facevano lo stesso
ballo e piombando nuovamente nella più cupa soffe- movimento. Quindi si è alzato e ha danzato con uno dei
renza. a riprova di quanto scrivo cito, uno per tutti, camerati con una agilità e una abilità pari a quella dei miglio-
perché molto chiaro e sintetico il seguente brano di ri danzatori11.
François Boissier de sauvage (1706 - 1767):
il secondo ce lo racconta collini ed è sempre collocato
i suonatori di chitarra distinguono i veri tarantolati da quel- temporalmente agli inizi del settecento:
li che mostrano di esserlo: in quanto i veri tarantolati cono- in una Dissertazione manoscritta che si trova nella Biblioteca
scono bene, quanto i musicisti, gli errori che commettono i dell’Elettorato di Mannheim sulla Tarantola di Puglia si è
suonatori degli strumenti e le dissonanze dei suoni; cosa che abbracciata ugualmente l’opinione che fa derivare il taranti-
non viene recepita da coloro che fingono il tarantismo o che smo dal preteso veleno di un ragno. Essa è stata scritta all’i-
non sono stati morsi da una tarantola10. nizio di questo secolo da un certo signor de la Fevrerie, e
parla di un soldato chiamato Dominique cerdere

4
Da Giorgio Baglivi, Dissertatio Vi - De Historia, anatome,
Morsu, & Effectibus tarantulae, in canones de Medicina
solidorum ad rectum usum, Roma 1704

[Domenico cerdero?], nato in Puglia, che prestava servizio


nelle truppe del re di Francia, e che pretendeva di essere
tarantolato.
Egli affermava di essere stato morso dalla tarantola nel suo
paese e ha dato spettacolo di una Danza del tarantolato nella
città di coutances in normandia, dove era di guarnizione, in
presenza di una folla di persone12.

anche per questi due casi di tarantismo tra soldati ci


sarebbero delle considerazioni da fare. Lo spazio di
questa nota non me lo permette ma sicuramente non
posso fare a meno di segnalare per il primo racconto
che vi sono segni non appartenenti alla liturgia del
tarantismo. Mi riferisco alla frase in cui è scritto del
“sangue che usciva dal naso e dalla bocca”. non ho
mai visto o letto di un tarantato che perda sangue. il
tarantato di Lorena mi porta alla memoria la vicenda,
di cui ho scritto nel mio Salento povero13, di quel malca-
pitato che era stato scambiato per tarantato ed era stato
condotto nella cappella di san Paolo a Galatina per la
festa dei santi Pietro e Paolo. Egli giaceva sull’impian-
tito della cappella ai piedi dell’altare con gli altri taran-
tati che gli circolavano intorno e urlava in modo stra-
ziante. con l’occhio fisso nell’obbiettivo della camera
fotografica vidi allora che i “segni” che mostrava non
erano quelli canonici dei tarantati, che c’era qualcosa
che non andava. il suo comportamento, le sue urla, i
suoi spasimi si riferivano ad un corpo straziato dal
dolore per cause diverse dal tarantismo come poi pur-
troppo si è rivelato. non dimenticherò mai più il suo
braccio teso verso di me per un’estrema richiesta di
aiuto. E allora mi domando: il “sangue che usciva dal
naso e dalla bocca” del povero soldato napoletano del
reggimento di fanteria in Lorena richiedeva anch’esso 6 G. BaGLiVi, Dissertatio I, De Anatome, Morsu, et effectibus
uno sguardo esperto che potesse salvare il malcapita-
Tarantulae, in: De praxi medica ad priscam observandi rationem
to? Purtroppo questo non potremo mai più saperlo.
revocanda, Libri duo, Lugduni M.Dc.XciX, p. 309.
7 c.a. coLLini, Historia et commentationes academiae electoralis

scientiarum et elegantiorum litterarum Theodoro-Palatinae, vol.


V, Mannhemii MDccLXXXiV, p. 368.
8 a.oMoDEi, Sistema di polizi…cit., p. 49.
9 Ibidem, pp. 77-78.
10 F. BoissiEr DE saUVaGE, Nosologie methodique dans laquelle les

Note maladies sont rangèes par classes, suivant le systeme de Sydenham


1a.oMoDEi, Sistema di polizia medico-militare, vol. i, Vigevano et l’ordre des Botanistes, tom. ii, Paris MDccLXXi, p. 697.
11 F. DE saint anDrE, Lettres a quelques-uns de ses Amis au sujet
1807.
2 Ibidem, p. Vi. de la Magie, des malefices et des sorciers, Paris MDccXXV, pp.
3 Il libro dei vagabondi, a cura di P. camporesi, torino 1973. il 26-27.
12 c. a. coLLini, Historia…cit. p. 383.
testo occupa le pagine 1-77.
4 Ibidem, pp. 93-165. 13 B. Montinaro, Salento povero, ravenna 1976, pp. 68-75.

5 G.Pontano, Antonius, traduzione di Vincenzo Grillo, Quel che sappiamo per certo è che il soldato è morto qualche
Lanciano 1939, pp. 7-8. tempo dopo, per strada, senza essere soccorso.

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