Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Prima o poi,
poi o prima
le parole dette, le parole scritte,
presto o tardi tutte le parole
sono destinate a sparire, spariscono
le parole sulla carta, le parole sulle pietre,
le parole sui rami spariranno tutte.
Se queste parole e non parole sono scritte su materie
che presto si decompongono,
che durano poco più di un attimo
o poco più di un millennio
che cosa esse sono?
Emilio Villa
Poesia nell’aria – installazione sonora e visiva, a cura di Giovanna Iorio e Beppe Sebaste
Stanza – Ci Sono Cieli dappertutto, Narni;
nell’ambito di Narnia Festival (direzione artistica Cristiana Pegoraro), Luglio 2020
Foto pagina 4: Rossella Restante, Beppe Sebaste-Om, Roma 2012, pennarello su carta, 50 x 70 cm
Foto pagina 8: Luca Succhiarelli in un momento di Poesia nell’aria nella Stanza
2
Poesia nell’aria
Nella primavera del 2010 una nuvola di fumo e cenere, sollevata dall’eruzione del
vulcano islandese Eyjafjöll, oscurò per giorni il cielo d’Europa bloccando il traffico
aereo. La cosa più interessante, forse divertente, fu assistere all’ennesima conferma di
una verità che i poeti ribadiscono da sempre: l’importanza di cose “trascurabili” come
le nuvole, il fumo, la cenere, la poesia. L’aria. Mi venne in mente la prima volta in una
conversazione con l’amico poeta Carlo Bordini, in occasione dell’uscita della sua
raccolta trentennale di poesie, che egli volle intitolare I costruttori di vulcani. Se
confrontiamo poi con le forme e i colori così netti e densi, rosso fuoco su nero, diffusi
dai filmati che documentavano la ripresa delle eruzioni dell’Etna, con il ritratto (ivi.,
p.48) della voce di Giuseppe Ungaretti che declama poesie, sembrano addirittura
uguali. Ho ripensato a tutto questo durante la preparazione di questo libro, Poesia
nell’aria, che documenta l’installazione sonora e visiva a cura di Giovanna Iorio e del
sottoscritto, presentata al Narnia Festival (Narni, luglio-agosto 2020) nello spazio della
Stanza-Ci Sono Cieli dappertutto.
Questa performance ha già una storia, e un divenire ancora più vasto e
imprevedibile. All’inizio Giovanna, artista e poetessa che insegna letteratura italiana
a Londra, ha realizzato una “mappa sonora mondiale della poesia” che in realtà è un
archivio: Poetry Sound Library. L’elenco dei poeti è già molto fitto, e dal sito della
Library è possibile ascoltare poesie dalla voce degli autori stessi – da Eliot a Montale,
da Dylan Thomas a Ginsberg, da Pasolini a Ungaretti, da Carlo Bordini a Amelia
3
Rosselli, fino ai più giovani poeti italiani, irlandesi, ecc. Affascinata dall’epifania
delle voci dei poeti, Giovanna Iorio ha provato a “fermarle” visivamente. Sono nati
così i Voice Portraits, ritratti di voci frutto dell’incontro simbiotico tra sonorità e colori
(e forme). Anche queste sinestesie hanno un vissuto, e da un certo momento in poi
si confondono con la storia stessa della poesia da Baudelaire e Rimbaud in poi. Se
alcuni artisti contemporanei hanno ritratto le onde sonore delle persone, la loro
impronta vocale (come Rosella Restante, che ridisegna su un foglio le onde sonore
delle corde vocali di Beppe Sebaste mentre intona l’OM), per Giovanna Iorio si tratta
di lasciar sorgere gli spettrogrammi della voce.
Semplice, no? Nonostante ne abbiamo parlato insieme tante volte, non credo di essere
l’unico a immaginare Giovanna col cappello da strega intenta a mescolare un pentolone
4
che esala voci e colori che si mischiano tra loro, frammenti di poesie che si ricompongono
in un brusio visivo e sonoro, come i diversi odori di una cucina si mettono insieme per
emanare un aroma finale, squisito e indefinibile. Ecco quindi come Giovanna ha risposto
in un’intervista londinese e in una conversazione romana:
Che cos’è un Voice Portrait?
Un “voice portrait” è il ritratto di una voce.
Come si fa a ritrarre una voce?
Partendo da una traccia sonora di pochi minuti realizzo uno spettrogramma.
Cosa è uno spettrogramma?
È l’impronta digitale di una voce. È un grafico che fa visualizzare la voce.
Ma come decidono i colori di manifestarsi, come si controlla il loro flusso, e come
(eventualmente) lo si ferma?
I colori sono il risultato di un complicato algoritmo che studia toni e sfumature.
Poi ci sono anche scelte estetiche e rielaborazioni. Per fare un esempio: ogni voce
entra in una specie di camera oscura in cui immergo i suoni. Il risultato è ogni volta
spettacolare. I colori di uno spettrogramma fanno emergere tonalità calde o fredde.
Quando trasformo un suono nel suo spettrogramma, continuo ad ascoltare il suono
della voce, simile a un fiume che scorre.
Comunque sia, conclude Giovanna, “fare i ritratti alle voci mi fa stare bene. È
come se l’anima di una persona si materializzasse davanti ai miei occhi. Vorrei
ritrarre tutti i poeti del passato che amo, per vedere la forma e i colori della loro
voce”.
I colori cambiano di continuo, anche ai silenzi e alle pause corrispondono
determinati colori o sfumature. Si può scegliere di interrompere il flusso che dal
colore va al suono, e dal suono torna (ma non è mai un ritorno) alla parola scritta.
5
Senza dimenticare, come ci ricorda Manlio Brusatin nel suo libro Colore senza nome,
i colori che ancora non conosciamo: i colori sono oggettivamente e soggettivamente
infiniti come i numeri, e ci sono possibilmente anche colori mai visti e
impronunciabili.
Poesia nell’aria non ha solo una storia, ma anche una geografia.
Durante l’estate del 2020, in gioiosa sincronicità, si sono ascoltate poesie
“nell’aria” in diversi luoghi e paesaggi visivi e sonori – in Francia, in Italia, in
Inghilterra. Voci emanate magari (grazie al QRCode) da piccoli cubi trasparenti e
colorati disseminati lungo i vicoli medievali di Narni, o tra gli alberi, le statue e le
fontane di Villa Borghese a Roma, si sono mischiate in un unico brusio colorato nella
Stanza, e così a Sète, città marittima nella Francia del Sud, durante il Festival di
poesia Méditerranée en Méditerranée. Come ha scritto la poetessa Marilyne
Bertoncini, “da tempo le voci dei poeti volano, attraversano lo spazio, visitano i cieli,
s’incontrano e si moltiplicano, dalla Stanza di Narni al parco e alla piazza centrale
di Sète e viceversa. I poeti leggevano le loro opere, ma anche gli alberi sussurravano
versi all’orecchio dei passanti giorno e notte”.
Poesie da ascoltare con gli occhi, la mostra Voice Portraits è una galleria di voci
umane. Gli spettrogrammi trasformano la voce in un’impronta unica e irripetibile. Se
fossero volti, sarebbero forse spettrali come la Sindone, sfigurati e bellissimi, disfatti,
ectoplasmi colorati, contemporaneamente astratti e molto concreti. Se tecnicamente si
tratta di tracciati tridimensionali ottenuti mediante la scomposizione di un segnale
acustico complesso nelle sue svariate componenti semplici, filosoficamente si tratta di
opere che gettano una specie di ponte, di pacificazione, tra due opposte tradizioni
metafisiche: da una parte i sostenitori della voce, della phonè, quindi del mito della
presenza e dell’idea che precede ogni segno; dall’altra i fautori della priorità del
6
Hertford, London 7
8
gramma, del materialismo della scrittura che è in sé assenza testamentaria e
ineliminabile, e precede ogni idealismo della presenza a sé della voce.
Poesia nell’aria significa che, come la musica, la poesia prende vita a contatto
dell’aria, fuori dal testo. E forse è vero che, come diceva il filosofo Jacques Derrida,
non c’è nulla fuori dal testo, non c’è un fuori testo (il n’y a pas de hors texte), e quindi
anche l’aria e il cielo sono parte di un’unica testualità, poesia, scrittura, e tutto ciò
che diciamo e pensiamo è già apparso su basi materiali in una scrittura illeggibile,
forse necessariamente illeggibile, essendo indirizzata a Qualcosa di più alto del nostro
modo di comprendere.
Ma non voglio rischiare di appesantire il lavoro leggiadro di Giovanna Iorio, che ha
trovato almeno provvisoriamente la quadratura del cerchio. La sua operazione
alchemica ci offre una trascendenza immanente, o una materialità trascendentale; una
corrispondenza di suoni e colori, poesia e corpo.
Queste immagini e sonorità sono anche testimonianza estetica di un perdurante
anelito delle anime alla riunificazione con quell’Uno identificato nel Divino, sive
natura. In tempi in cui il respiro e la sua mancanza domina i destini e le paure degli
umani, poesia nell’aria è un S.O.S – Save Our Souls, che non cessa di trapelare. C’è
in esse – la poesia, l’aria, la voce – l’appello a un fare che non serve a nulla, e che
anche per questo è così necessario. Una tensione all’uno che è tutt’altro che riduzione
dell’alterità: non sopprime la pluralità della bellezza, non nega, anzi afferma e
sostiene, l’illuminante e inesauribile bellezza delle sinestesie, capaci di aprirci a
ogni sfumatura dell’alterità e a trasformare le contraddizioni in evidenze. E per un
lungo momento è stata la Stanza–Ci Sono Cieli dappertutto il vulcano in eruzione che
in forma di nuvole di voci e colori ha fatto risuonare il cielo di un anelito di parole
e colori.
9
Ha scritto Giovanna di recente:
“La Stanza è un luogo magico, tutto ciò che vi entra risplende. C’è davvero un po’
di cielo, e ringrazio di avermi aperto le porte di questo spazio sospeso tra aria e terra,
perché anche i Voice Portraits vivono sospesi tra suono e materia.
“Prima o poi le parole spariranno. Hai scelto con cura questi versi di Emilio Villa
e li hai fatti riecheggiare nella Stanza accanto ai ritratti. All’improvviso tutto mi è
parso più lieve nella composizione che hai offerto, anche l’ombra del dissolvimento.
E mentre l’eco delle voci si perde nella splendida valle, sulle pareti della Stanza i
colori sono più vivi. Si nutrono della luce che la Stanza-Ci Sono Cieli dappertutto sa
offrire”.
Beppe Sebaste
(luglio 2020 – gennaio 2021)
10
Beppe Sebaste 11
12 Marilyne Bertoncini
Marilyne Bertoncini
Infinis-Terrae
au Bout du Monde
13
Pat Boran
raised in expectation
and an expression that says Thank God
for a minute there I thought
there was no one awake but me
in this goddamned town.
14
Pat Boran 15
16 Joe Cottonwood
Joe Cottonwood
Redwood Prayer
17
Sergio Zuccaro
Tre nodi
18
19
20 Carlo Bordini
Carlo Bordini
Polvere
21
Carlo Bordini
[continua]
22
Niki de Saint Phalle
23
24 Paul Casey
Paul Casey
Blue Roses
B for Rosie
25
Paul Casey
26
Seamus Heaney
27
28 Chandra Livia Candiani
Chandra Livia Candiani
La lettura
Figlia dell’inverno
la lettura
offre la storia
e il silenzio,
il nero del legno
e il bianco della neve.
Il silenzio tra le parole
permette alle parole
di procedere
e come il silenzio
degli animali
e dei ricordi,
attivo e fertile,
non cospira
con l’infelicità
di dire sempre
solo quello che sa già.
Ho bisogno delle parole
degli altri per scandagliare
le mie.
29
Chandra Livia Candiani
Ascoltando
scrivendo
scopro cosa so.
Le parole
sono la casa del mondo
lo straccio che lava
le cose.
Leggendo
piú che comprendere
faccio
scioccamente parte
della dolcezza d’essere.
Leggo per abitare
scrivo per traslocare.
30
Annamaria Ferramosca
31
32 Claudio Damiani
Claudio Damiani
33
Eugenio Montale
Forse un mattino
34
Eugenio Montale 35
36 Giovanni Fontana
Giovanni Fontana
1
→ sento → sento →
dunque sono [forse [
nel cono acustico dei sussurri in nuce →
schiumosi che inseguono sogni di fascini primari [
in sinuosità si schiudono i canti vaginali [
ché m’infesta la festa degli abissi
→ inconoscibili complessità → conflittuali [
se trenodie d’effetto pascolano [forse
← sull’insufficienza del lutto → frutto →
di passione inquieto [
se voci di cicli
← connaturali avvolgono →
sguardi simbiotici →
corrispondenze
← che parlano e non parlano di niente [
tu senti i ruoli segreti di femmine sfuggenti
← via via guizzanti in profondità [che senti [e
senti forse che senti e dunque sei [
per sei sirene → trentasei cortei
37
Giovanni Fontana
← di vocoidi velari [e
dunque sono [sono [
spalancate e nude di nervi [forse
→ un fato liquido decreta il mutevole distacco
← umbratile e cupo [cupo [
un malfermo attracco →
su pensieri torbidi che chiariscono lo smacco
← all’insistente richiamo di lamie proteiformi [
molpe mouillé → ligeia callipigia
← ligia all’uvulare
partenope squillante → solare → virginale [forse [
← aglaofème bigia → ma splendida
→ nella baia velare ←
leucosia bianca → sosia dell’onda → nasale e stanca [e
c’è aglaofono all’idromegafono →
himeropa topa accattivante → cacuminale [e
peisinoe labiale e suadente [che sento [che sento e sento [e
telsione la parolaia [
o thelxiepeia →
daimone meridiano di morte e fricativa
[continua]
38
Pier Paolo Pasolini
39
40 Amelia Rosselli
Amelia Rossellli
Se sinistramente, ti vidi
apparire, come un sole nero
la tua biondezza, e il sole
recuperava tutto – o quasi
il tutto che in te trovai …
Un tutto che è mascherata
un tutto che è bisogno: semmai
era anche disperante, ritrovarsi
tali e quali all’adolescente
che mai crebbe: un sentimento
di devozione, è tutto ciò
che m’addombra … nell’ammiccare
per una flotta di baci che
mai desti, né darai ora che
so quanto luminosa era per
me la tua figura sfocatamente
giustiziera, e lo spirito che
tramortendo la vita che
come sempre, scartando le
molte speranze s’annunciava
41
Amelia Rossellli
42
Dylan Thomas
43
44 Vito Riviello
Vito Riviello
Gozzaniana
45
Vito Riviello
46
T.S. Eliot
47
48 Giuseppe Ungaretti
Giuseppe Ungaretti
I fiumi
49
Giuseppe Ungaretti
Sull’acqua
Mi sono accoccolato
Vicino ai miei panni
Sudici di guerra
E come un beduino
Mi sono chinato a ricevere
Il sole ...
[continua]
50
Anne Sexton
51
52 Silvia Stucky
Martina Pfeiler
54
55
56 Viviane Ciampi
Viviane Ciampi
branche blanche
branche molle
branche morte
branche offerte à l’acuité du vent
branche qui m’enlace m’embrasse
m’afflige et frappe aux portes des forêts…
je frotte ma joue contre elle
je recueille la pluie qui dégringole sur elle
va d’elle à moi va en elle en moi
branche métamorphique
soudain mise au piquet…
qu’est-ce qu’une branche ?
c’est beaucoup plus que les bras de la plante !
cosmique accointance ? flâneuse d’autres temps ?
ou… anaconda d’Amazonie qui me caresse
ou langues de Rimbaud de Verlaine de Shakespeare
qui lèchent ma peau où fume le périssable ?
peut-être !
à tant de lumière ma bouche fouille ses mots
à tant de lumière ma gorge devient sèche
et la branche par floraison par sève par souffle
pioche l’air de ciel à ciel
et je deviens arbre qui mémoire sauve
alors plus jamais plus jamais je ne
alors plus jamais je ne craque
57
Michael Rothenberg
58
Michael Rothenberg 59
60 Eugenia Serafini
Eugenia Serafini
intercitYpaOlaRoma
ore 19
rOSa .
Tutta l’aria
!
!
61
Eugenia Serafini
allOra
pensò a Monet
alle sue cattedrali di Rouen
a quella sua osSesSione per
l’atmosfera
che lo prendeva lo prendeva
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
!!!!!!
!
pOi
un aereo
segnò
il cielo col suo filo
biAnco
62
63
64 Maria Pia Quintavalla
Maria Pia Quintavalla
65
Maria Pia Quintavalla
II)
Ma la stella di oriente non veduta
mostra scie luminose e non graziate
oggi - rese inermi dal tempo sfilano ombre
su ombre e carte, le due mani si stringono
in abbraccio - e reggono il cammino.
alleluia! alleluia è la canzone,
66
La più piccola guarda, strizza gli occhi
non sente più rumore,
è il colore del cielo che protegge
tutto il verde del vuoto,
le sue vesti –
e in quel verde cammino celeste
verso il lago dei cigni liberano
le biciclette,
e le mani non cantano le labbra di Esther.
67
Giovanna Iorio
68
Maria Pia Quintavalla 69
70 François Nédel Atèrre
Sandra Giuliani 71
Corrado Costa
72
Retro
Retro retro
Siete nella parte retro
Avete sbagliato questo è il retro retro retro retro
Siete proprio nella parte sbagliata
Testoni!
Continuate ad essere nella
Parte sbagliata
Retro retro retro retro retro retro retro retro
Questo è il retro
Avete sbagliato
Bisogna voltare dall’altra parte
è il retro è il retro se proprio non lo avete capito
Siete veramente dei testoni
Torno a ripetere
Retro retro retro retro retro retro
Questo è il retro
[...]
Corrado Costa