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Darwinismo, mille problemi irrisolti

Scritto da Marco RESPINTI - Ultimo aggiornamento Sabato 09 Gennaio 2010 00:21

Spieghiamo che cosa si deve intendere per evoluzionismo. Verit scientifica o mera ipotesi non suffragata da fatti sperimentalmente evidenti?

Per annunciare al mondo limminenza della rivoluzione comunista, Karl Marx (1818-1883) utilizz limmagine di uno spettro che minaccioso andava vagando per lEuropa di allora, in attesa di assumere, presto,carne e sangue, e questo non appena la classe operaia avesse finalmente acquisito coscienza politica di s. Oggi che quello spettro, di orrore e di terrore, si dileguato come neve al sole dopo avere compiuto scempi immani e lasciato dietro di s una scia di morte e di distruzione enorme, al suo posto resta un fantasma di certezze infrante, di paure latenti, di divinit posticce che hanno deluso tutto e tutti, ma che nondimeno terrorizzano i propri adepti, mantenendoli in una condizione subalterna di servit, alimentata solo dal dogmatismo e dal fanatismo. Morte le ideologie, cio, sopravvivono in loro vece atteggiamenti di superstizione che vorrebbero imporre agli uomini solo un sussiegoso silenzio di complicit. Sostituite al succitato fantasma i pilastri della correttezza politica odierna e la metafora risulter chiarissima: i dibattiti di gender e lipotesi evoluzionistica. Che cosa si intende per evoluzionismo Per evoluzionismo sintende quellipotesi per cui lo sviluppo della vita sulla Terra avvenga per speciazioni successive, ovvero attraverso una lunga catena di apparizioni di specie viventi completamente nuove rispetto a quelle che le hanno precedute, da cui peraltro pure derivano essendo le nuove il prodotto di mutazioni genetiche intervenute nelle vecchie, il tutto in un quadro generale di progresso in cui solo i viventi pi adatti sopravvivono, mentre i pi deboli sono destinati alla scomparsa completa. I motori decisivi, e quindi i perni centrali, dellintero meccanismo sarebbero del resto il caso e la selezione naturale, bisognosi peraltro di tempi lunghi di realizzazione, tempi lunghi al limite della comprensione umana: tanti ne occorrono infatti affinch la speciazione trovi luscita giusta al

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termine di un percorso irto di ostacoli e false partenze, errori e prove abortite, fallimenti e insuccessi. Ora, questa descrizione, sommaria nei suoi termini generali ma non superficiale nel criterio complessivo, quella che, grazie alle osservazioni e alle affermazioni del naturalista britannico Charles Robert Darwin (18091882) - soprattutto e anzitutto contenute ne Lorigine delle specie per mezzo della selezione naturale o la preservazione delle razze favorite nella lotta per la vita, del 1859, e ne Lorigine delluomo e la selezione sessuale, del 1871 - viene comunemente detta darwinismo. Nonostante alcune diversit interpretative dovute ad alcune differenze presenti nelle varie scuole di pensiero, i tratti teoretici comuni a tutti i loro fautori permettono del resto serenamente di considerare come sinonimi - soprattutto in sede divulgativa - evoluzionismo e darwinismo. Macro e micro-evoluzione Peraltro, i processi naturali ipotizzati dal darwinismo vanno riportati al loro vero nome, vale a dire macroevoluzione, cio, appunto, quella teoria generale della nascita e dello sviluppo della vita sulla Terra descritta e spiegata in termini di derivazione dellanimato dallinanimato, ossia la cosiddetta abiogenesi (pi prosaicamente conosciuta come generazione spontanea), di casualit e di selezione naturale per tempi lunghissimi. Opposta invece la microevoluzione: lo sviluppo, empiricamente constatabile, di un individuo di una determinata specie entro parametri dati e sostanzialmente noti, i parametri che del resto sono propri e unici della specie a cui quellindividuo appartiene, senzalcun salto interspecifico, trasformazioni o comparse di organi esterni alla struttura specifica di tale individuo e dei suoi simili. Un esempio? Lessere umano, che prima embrione, poi feto, quindi neonato, dunque bambino, di nuovo adolescente e infine adulto, rimanendo sempre e solo lo stesso essere umano, e senza poter divenire altro da s, che so una giraffa o una felce. Ebbene, introdotta questa distinzione fondamentale, e detto che il darwinismo tratta sempre e solo di macroevoluzione anche quando utilizza, propagandisticamente ma indebitamente tanto quanto confusamente, esempi di microevoluzione citati fuori contesto e in modo strumentale, si constata che la macroevoluzione non regge n al vaglio dei fatti, n alla prova del metodo scientifico. I fatti Quanto ai primi - i fatti -, va sottolineato che labiogenesi stata rigorosamente e sperimentalmente confutata da Francesco Redi (1626-1697), dal padre gesuita Lazzaro Spallanzani (1729-1799) e da Louis Pasteur (1822-1895). Che tutte le mutazioni genetiche, quelle a cui levoluzionismo attribuisce il processo di speciazione che genererebbe viventi nuovi, sono tutte degenerative e patologiche, al massimo infeconde. Che il tentativo di trasmettere geneticamente - chirurgicamente - caratteri acquisiti da un individuo di una specie a un altro della medesima specie sempre fallito. Che la trasmissione dei caratteri ereditari da una generazione allaltra dindividui della medesima specie non affatto casuale, come vorrebbe il darwinismo, bens descritta da una legge matematica precisissima - dunque intelligibile, conoscibile e comunicabile -, scoperta e spiegata dal canonico agostiniano boemo Gregor Johann Mendel (1822-1884). Che se la comparsa di organi decisivi per la sopravvivenza in un individuo di una specie e quindi dellintera specie a cui esso appartiene avvenisse secondo le sequenze temporali prescritte dallevoluzionismo, la morte colpirebbe tutti e le specie viventi si estinguerebbero senza distinzione, peraltro in tempi immaginabilmente piuttosto rapidi (come si nutrirebbero, infatti, e come si riprodurrebbero, dunque, gli animali e le piante mentre attendono il trascorrere di milioni di anni affinch spuntino loro gli organi utili e adatti?). E infine che testimonianze n dirette n indirette di quegli stadi intermedi di sviluppo dei viventi, magari pure negativi, che sono necessariamente postulati dal criterio evoluzionistico, non esistono.

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Il metodo scientifico Quanto al secondo elemento - il metodo scientifico -, va ricordato anzitutto che quello canonico e universalmente accettato ovunque dalla comunit internazionale degli specialisti sostanzialmente stato messo a suo tempo a punto per via induttiva e sperimentale dal fisico, astronomo e matematico pisano Galileo Galilei (1564-1642). Fondamentalmente di spirito realista, in base a esso, i fatti precedono sempre le idee, e i suoi criteri principali sono: il fare esperienza diretta dellesistenza di un oggetto o dellaccadere di un fenomeno; la loro osservabilit altrettanto diretta o mediata, avendo per la massima cura, nel secondo caso, di non introdurre, nel procedimento, elementi estranei che disturbino losservazione; la descrivibilit e quindi pure le comunicabilit delle osservazioni delloggetto o del fenomeno; la riproducibilit o ripetibilit in laboratorio delloggetto o del fenomeno in questione per un numero congruo o sufficiente di volte tale da poter lecitamente avallare poi una ipotesi esplicativa di lavoro, la quale infine, venendo verificata a certe condizioni (resa cio il pi possibile prossima allevidenza, la quale non si spiega ma si constata), entro dette condizioni vale sempre, ed allora espressa in termini generali mediante una teoria descritta in una legge. Ebbene, levoluzionismo si sottrae a tutto ci. La macroevoluzione, infatti, cio loggetto primo e proprio dellipotesi darwinista, non si vede affatto, n direttamente n indirettamente: nessuno ha mai veduto sperimentalmente sorgere una specie vivente nuova sulla Terra oppure una vecchia specie trasformarsi in qualcosa di altro e diverso da s. La macroevoluzione del darwinismo quindi descritta solo attraverso affermazioni non comprovate; e per di pi non mai replicabile sinteticamente in laboratorio. Il caso Del resto, gli stessi perni scientifici, in realt filosofici, su cui levoluzionismo si regge sono contraddittori, oltre che per nulla attestati. Il caso infatti molto pi un concetto astratto che una esperienza sensibile, e su di esso la teoria delle probabilit dice cose pi interessanti del darwinismo. Il caso, cio, non si osserva, non si constata per definizione, sfugge sempre e comunque a qualsiasi analisi empirica e non affatto, mai, riproducibile sinteticamente. Com dunque possibile farne il postulato inamovibile e certo di una descrizione di fatti e fenomeni che pretenda di essere scientifica? La selezione naturale Quanto alla selezione naturale, essa postulata sempre e solo a valle e non a monte di ci che le si vorrebbe far spiegare: si pretende cio di vederla in azione nelle cose del mondo, ma non se n mai accertata la natura. Cosa essa sia, non si sa. Si dice solo ci sia. Inoltre, va notato che chi dice selezione, dice sempre scelta, ovvero dice il contrario di caso, oltre che in questo modo consegnare, indebitamente e piuttosto irrazionalmente, alla natura una facolt fondamentale che prima era di Dio, con il risultato di avere per semplicemente spostato e non risolto il problema. Anzi, semmai contraddetto proprio la casualit dellevoluzionismo con una forma, per quanto rozza, di causalit. I tempi enormemente lunghi Quanto al terzo postulato dellipotesi evoluzionistica, i tempi enormemente lunghi che il darwinismo ritiene necessari per il continuo processo di speciazione, pure essi sfuggono completamente e continuamente allosservabilit diretta, ancor pi alla riproducibilit empirica in laboratorio, ovvero ancora una volta eludono i soliti, ineliminabili canoni richiesti universalmente e internazionalmente dal metodo scientifico. Nessuno ha mai infatti potuto assistere ai processi che levoluzionismo suppone, senza prove, essere avvenuti milioni di anni fa, nessuno potr mai vedere nemmeno quelli che accadranno fra altri milioni di anni, e soprattutto e anzitutto nessuno pu osservare quelli che sarebbero in corso adesso, impiegando milioni e milioni di anni per verificarsi, un piede nel passato e il capo nel futuro. E cos questi tempi enormi di realizzazione servono, per necessit meramente logica,

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esclusivamente a sottrarre una volta in pi lipotesi darwinista allevidenza. A sfuggire alle esigenze del metodo scientifico. Solo una ipotesi A conti fatti, insomma, levoluzionismo rimane solo una mera ipotesi non suffragata da fatti sperimentalmente evidenti: non una teoria, n tanto meno una scienza. E, ipotesi fra le ipotesi, levoluzionismo darwinista pure lipotesi meno plausibile di tutte, giacch domanda alla mente umana sforzi di fantasia enormi, nonch labbandono di ogni criterio razionale di analisi e tutto il buon senso di cui luomo capace.

Dossier: Evoluzionismo: qualche dubbio

IL TIMONE N. 89 - ANNO X II - Gennaio 2010 - pag. 36 - 38

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