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1859 FIRENZE, Venerdì 12 Agoslo N.
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GIORNALE UMORISTICO QUOTIDIANO
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doci sollazzo con le graziose masche­ che si sta parlando di certe conffiie­
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ùit rine che ci folleggiano dintorno? razioni sui gçnèris, la bandiera d'Ar­
Ma ci direte voi; Perchè chiama­ lecchino non è del tulle fuor di pro­
re il vostro neonato giornale col ti­ posilo, Gui non ricorda la tavola di
tolò di Arlecchino? vi par'egli un Arlecchino bombardalo, scorlieato u­
Quai maraviglia se nella città de­ nome questo da stare in armonia con vo, baslonato e ripagato dei suoi ser­
gli Stenterelli vede la luce un ARLEC­ le idee, e coi tempi che corrono? vigi quasi sempre a pedate nel se­
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CHINO? Perchè non chiamarlo piuttosto f J­ dere ?


Perchè il progresso é in gran voga taliànòi il Pàtriolta, \\ Liberale o che Oh lelt^ri miei vedrete che il li­
forse le maschere anch'esse sartb­ so io? tolo sia a meraviglia.
hero uscite di moda? Signori miei, vi risponderò^ che Troverete in queste pngine me­
Ohibò! Se giro l'occhio intorno, l'abito non fa il monaco che vi può scolalo il serio al faceto; così dello
e'mi pare il Carnevale di Venezia: essere un Arlecclino più liberale e cose facete che vi parranno serissime,
maschere nere, maschere rosse, ma­
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più italiano di tanti sedicenti patriot­ e delle cose serie che vi parranno ar­
schere gialle; sembra insomma che li che hanno una coccarda in petto cifacete. Quel che non vi troverete
Tiride abbia versato in terra tutta ed una in tasca per le occorrenze; mai sarà la satira personale, e ciò clic
la copia dei suoi colori. e che vi ponno essere degli italiani vi troverete sempre, sarà la franchez»
Si stampano giornali, come tutti e dei liberali più maschere dello sles­ za che ci viene dalla libeçlà, e l'in*
gli altri giornali che furono, che sono so Arlecchino. Il nome non fa nulla, dipendenza delle noslre opinionu
e che saranno! si vuotano le zucche a mo' d'esempio, richiamate in Ila Con ciò vogliateci bene, leggeteci,
vuote dei paciflci discorritori di poli­ lia gli antichi principi, date ai Papa e Dio ce la mandi buona !
tica, dei diplomatici da caffè e da la presidenza di una confederazione AtaECCHixo
punch; si mettono in giro le più stra­ qualunque, pregale Sua Maestà apo­
ne chiacchere di questo mondo; si stolica, perché ci sorvegli e paterna­
fabbricano castelli in aria neìle fog­ mente ci meni a scuola, dale a tutto LA WWW TOSCAN A
gie più stravaganti, e tuttociò con la ciò una bandiera tricolore, e il più I M X S T I i VI A E PKSCKITIM.
pretensione d'istruire il popolo; e non bel nome che si sia mai sognato da
sarà permesso a noi che non teniamo poi che Italia, è Italia,e ditemi che Tulli i popoli danno una cerla im­
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cattedra e che siamq uomini privati razza d'impasto sarà mai questo. porlonza alla superiorità della loro
di chiacchierare in privalo prenden­ £ poi a chi ben Io consideri, ora monçla, poiché quella moneta che

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dbbiam maneggiato fino da ragazzi, tra danari, è da questi quattro com­ | tra l'ugno e la Ciirnc con Una faci­
che serviva per premia allo studio, ponenti trae appunto il suo simpatico lita sorprendente ogni qual volta voi
che era un regalo dei babbo,, con cui nome. Ë il denaro cos'è? Eh! miei stendete Y avida mano per afferrarlo.
fanciullescamente si speculava per t'u­ cari, il denaro è una cosa bella, su­ Ed ecco il pezzo da Due Soldi.
so migliore, ci sarà cara fino alla blim.e ma disgraz'atamente astratta. Si signori, dopo l'uno, il due, il tre,
tomba, cioè Anche saremo in grado Il denaro non si vede, né esiste; ep­ ed il cinque, si va al sei. Vedete un
di ricordarsi de*primi dolci anni in­ pure il quattrino è un composto di po'che paese felice è il nostro! II
fantili, quattro denari. Ma in grazia miei cari, pezzo da due soldi dunque è un com­
Ma a buon dritto, noi, noi Tosca­ non vogliate penetrare troppo adden­ posto di sei quallrini, e questa mo­
ni, sovra le altre nazioni, possiamo tro nei misteri della creazione ; vi neta è di una ragionevolezza, di un
andar superbi, che abbiamo la mo­ sono certe cose che bisogna adorare uso sorprendente nel mondo toscano.
neta così ragionevolmente e progres­ e tacere. Moneta grave, seria, solenne, che lì
sivamente dislribuita e coniata. Dal quallrino si passava natural­ dà da pensare solamente a vederla,
1 Francesi menan tanto romore mente ai due quattrini9 pezzo di pic­ e che, quando un poco è consunta
per la loro decimale moneta, parto cola moneta più grande del quattrino puoi spendere con tua dilètlevol sor­
di un'epoca di rinnovazioni, fra il ge­ e ritorta da un lato, vedi sapienza! presa per una crazia di rame. Vi ha
nerale sconvolgimento degli spirili, per distinguerlo a colpo d' occhio. Ho
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egli in grazia N essuno fra voi che
frutto di meditazione e di esperienza^ detto sì passava perchè la schifiltosa sappia dirmi chïW^fu.T Joyenlore?
di talento e di calcolo. Stolti non sa­
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attuale generazione ha bandito dalla Ahimè! l'eco sola^mrrispdnde ore;
ranno mai nulla 1 faccia del globo questa torta moneta, forse si chiamò Salvadorei sì, ed a
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Noi abbiamo genio. Per eoi lutti abborrendo naturalmente da lutto ciò buon diritto salvadore, poiché ci re­
i numeri sono eguali il 3, il % PS, che lorce. Il volgo lo chiamò duetlo, galò di una moneta che almeno sta
visse senza infamia e senza lode . ..
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e così di seguilo. Che importa il cal­ motto per le tasche, non essendo cobi
colo in simili cose? Sulla terra dei sii terra levisi facile lo spenderla. Avete mai visto
poeti tulio si fa per genio; e il ge­ Dopo il pezzo da due eccone al* nel Giardino di Boboli, in fonde a un
nio solo ha presieduto all'idea e al Irò da tre quattrini, conosciuto sotto viale lungo e stretto appoggiate alle
valore delle monete. il simpatico nome di Soldo. Domando mura urbane con cui confina il giar­
Ecco un quattrino, e fin qui nulla e dico se non possiamo e non dob­ dino, un umano busto colossale di
vi ha a dire, poiché T unità vi deve biamo vantarci di una moneta così porfido, con la lesta di marmo bian­
essere: e guai a quei popoli che non minuziosamente scalata. co? Ebbene io credo che quello sia
T hanno, ma il valore estesissimo che Dal Soldo si va alla Crazia, o il ritralfo dell' inventore, . . . Badate
ha il quattrino in Firenze indarno lo pezzo di cinque quallrini, e qui: è una mia ipotesi, ma sia la nobiltà
cerchereste fra le più vicine o le più Per correr miglior acqua alza le vele della espressione del volto, o la su­
Ornai la navicella del mio ingegno.
remote contrade. blime idea di aver fatto a quella fi­
Con, un quallrino voi vi levate forse perchè è moneta mezzo decima­ gura la lesta di marmo bianco e le
dinlorno un povero che non ha bi­ le? N o signori, ma perchè a que­ spalle di porfido, mi han destato sem­
sogno evi tien dietro, in onta ai re­ sto punto incomincia l'argento, e il pre Pidea ehe quell'uomo fosse N n­
golamenti di Polizia, mugolando una rame spregiato sta per dare gli ultimi venlore del pezzo da due sold?.
tratti. Pure hanno tentalo i tralignati Conciltadini, vergognaraoci dun­
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preghiera ;. con un quattrino voi avete


una bonciarella di farina dolce, un gal» nepoti di fare anche di rame una mo­ que della nostra poltroneria e ingra­
letto di pasta lievita e fritta; un quar­ neta così interessante come la Crazia titudine. Alighieri morì io esilio, e
feurcio omeopatico di lupini o di semi d' argento. Non siamo già figli di rape sotto un enorme blocco di marmo
di zucca salati e prosciugati in forno, o di cavoli: i nostri padri eran qual­ con cui abbiam preteso erigergli un
e per finirla con un quattrino di dan­ che cosa nel mondò, e se una cosa ci Mausoleo, noi non ne abbiamo le
no fino da mangiare e da bere, ver­ può esser rimproverata, è di aver ceneri.
sandovi del rosolio in un astuccio di troppo pensalo a lodare i padri no­ Galilei, Buonarroti, Macchiavelli
pasta dolce, che voi dovete iraman­ stri, di cui le gesta erano elogio ba­ furono in vita torturati da noi e dopo
ti'Mnle cacciarvi in bocca. Lungo sa­ stante, e non aver fatto noi cosa
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morte onorali. Smettiamo questo tri­
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rei se tutti volessi dire gli usi del alcuna. sto costume, e giacché con l'inven­
quattrino nella nostra bella Firenze;. Ma come domanderà un forestiero k.
tore del pezzo da due soldi non lo
ne ho accennati alcuni ripetendo che argento per una crazia? Signor sì, possiamo, onoriamone almeno la me­
non può esservi nel!' universo altro n®i gli rispondiamo v ma immagina­ moria, portandone di peso il busto in
sito dove un quallrino faccia (anta tevi un pezzetto sottile, assotigliato Si Croce, e lì stia, tolto all'intempe­
figura. dall' uso e ridotto a forma bizzarra rie, più convenientemente collocato.
Che è mai dunque questo quat­ di un perimclro più ovale che altro, Ma qui cominciano tremende la­
trino? Egli è un composto di qpat­ ma talmente sboconcellato che v'en­ cune: da m quallrini andiamo dì
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balzo ai dieci e dai dieci ai venti. quelli Oslrogoti che disconoscere vo­ E fu fallo, bensì che l'Alpi non le
Ahimè, i balzi sono forti, è aspella gliono e calunniare le nostre più bel­ hanno per bene pissale.
a buon drillo la patria bisognosa l'in­ le istituzioni, come non è vero che il I Due Paoli è un pezzo di crazie
'venzione del pezzo da otto, da tredi­ cittadino prenda a male in cuore si* sedici. Darei per problema il perchè
ci o da diciassette­quallrini. mil sorla di moneta, temendo di scam­ i nostri antichi se la dicessero tanto
Il grosso poi o madcmniiiOt o mes­ biarla per mezzo paolo. Anzi tulli con Tolto e col sedici.
so giulio o mezzo paolo che chiamar fjnijo a gara per averne, poiché ciò II Fiorino o pezzo di venti crazie
si voglia (vedete ricchezza e profu­ avvezza a pensare, ad esser sagaci ed che è quanto dire cento quattrini, è un
sione­ di nomi!) è stalo crudelmente
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accorli. E perchè credete che il Fio­ tentativo di moneta decimale in To­
perseguitato da una moneta di uno rentino sia sopra ogni altro popolo scana. Noi ci leviamo tanto di cappello
stato limitrofo, Ma come le api dif­ d'Italia perspicace ed accorto? Per la col dispiacere però di dover dire co­
feriscono dai fuchi, come unfiorovero moneta. me T indecisione è un malo peggioro
da un finto, il madonnino si conosce . Un breve tratto separa il paolo di una cattiva decisione. La riforma
dal mezzo paolo ponlifieio. dal mezzo f iorino o pezzo da dieci era buona, era utile, era necessaria,
Ah! Romani, Romani dove è quel­ crazie, ed egual distanza corre da perchè dunque non fu coadiuvata e'
la grandezza d'animo che una volta questo alla lira che è un insieme di o promulgata dando P ostracismo a
vi faceva con la padronanza del mon« dodici crazie. quanti otto e quanti sedici sono nel
do, superbi e leali e per cui chiama­ Lira! bel nome, non è vero? no­ mondo, e obbligando a mutar i si­
sic sorridendo l'inganno in commer­ me poetico, interessante e gentile. La stemi d'amministrazione e lire soldi e
cio greca fides? Ciò di voi si può dire F V
lira toscana fu nei tempi addietro sa­ denari che è una cosa la più spoe*
al presente. N oi vi abbiamo dato gra­ era esclusivamente a Venere e a Bac­ lizzante del mondo? Allora sarebbero
no per venti quallrini, e voi ci date co, ma ora che i tempi corrono più caduti onorevolmente i lesioni o pez­
una moneta che ne vale diciannove. avversi, ora die lutto Jk rincaralo, zo da tre paoli e conseguentemente
Che più? una che ne vale diciotto, e ora che i sacrifizi a Bacco sono mollo ventiquattro crazie, (si poteva imma­
horresco rcf erens fino sedici; sedici? meno frequenli perchè un fiasco di ginare di peggio?) i quali dopo esser
Oh questo è troppo, Romani. N on vino buono costa non più una lira nati, cresciuti, domiciliati in Toscana
siete voi più i discendcnli di Cammil­ ma tre e quattro lire, questa povera ne furon cacciali come il Duca d'A­
moneta ha perso un tanto del suo
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Io? Or perchè mettete nel contratto lene. I miseri corsero alle frontiere
anche la spada di Brenno p^r far tra­ credito. Quanti giovani con una lira pontificie, ma il Santo Padre gli rin­
boccare la falsata bilancia? in mano hanno sfogalo le loro ar­ negò per figliuoli facendo vedere co­
Dal mezzo paolo una volta si an­ denti pene, e adesso? . . . me i suoi diletti figliuoli avevano
dava di trotto al paolo intero, eh' è . • . oh,quanto è cosa dura
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Il^tëordarsi del tempo felice bene un altro cappello ed erano senza
un complesso di otto crazie, cifra co­ ella miseria) palle/ Disperali allora e poveri df
modissima per le commerciali aritme­ La­svanzica moneta teulonica, co­ consiglio e di aiuto ebbero ricorso
tiche operazioni. Ma ciò era quando me ognuno può arguire dalla dol­ alla Zecca! la quale seppellì in un
nulla ancor si sognava dello incivî■ i cezza della parola, usurpò per qual­ ardente crogiolo le loro glorie, le
limento presente, quando per andare che anno i nobili uffici dalla patria loro pene, e con il nome ne distrusse
a Livorno s'impiegavano due giorni lira, ma una bella matlina tulle le fin la memoria.
e vi si arrivava con le costole rotte lire di Toscana si alzarono come un Di moneta d'argento non resta
dopo essere stati svaligiati dalli as­ sol uomo frementi indignale gridando: che la maggiore cioè i cinque paoli,
sassini, ed essersi fermati a otto po­ a E non possiamo fare da noi? le cinque lire, i dieci paoli e le dieci
ste, ch'e quanto dire aver dovuto le­ che bisogno abbiamo noi d'esse? Fuo­ lire. N oi avvertiremo soltanto qual­
tigare sette volte co' vetturini e pa­ ri le svanziche! la natura ha fallo che inesperto' a non lasciarsi correre
gare sette volle la buona manoìquan­ male le parli: a ciascheduno la sua. per cinque paoli la quasi consimile
do per le vie di Firenze nelle notti Perchè voi volete anche la nostra? moneta di cinque lire, e qui faremo
senza luna ogni onesto cittadino an­ Tornate al vostro paese. » punto, scappellandoci da lontano al
dava colia lanterna in mano, non es­ Le svanziche opposero ch'erano ruspone e al fiorino d'oro, coo i quali
sendovi illuminazione di sorla per le venute cosi in amicizia per far pia­ in tutta confidenza non ho avuto
vie; quando. . . quando insomma si mai Iroppa relazione, e posso dire
cere al Principe che non si fidava
era molto addietro. Ma poiché si co­ che H conosco appena di visla*
più delle proprie palle, cioè di quelle
minciò a vedere più chiaro fu ritro­
della sua lira, che credevano di aver
vato il pezzo da sei crazie, e poste­
fatto nessun male, e se non al irò
riormente l'altro da cinque, E per
servivano alla loro sicurezza e ripo­
questi fatti importanti di storia patria
beo altra lingua converrebbe che la so. Ma le lire determinatamente ri­
sposero :
mia non è. Solo dirò in risposta a Ripassiti P AJpi e lorncrcra sorelle.
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nosa di cori! cosini che mi avevano rio gli disse:


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t)I UN VECCHIO IMPIEGATO IN RITIRO Perchè tremate? che
A SUO NIPOTE
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fatto un po'eonfondere, e gli correg­ vi faccio spavento? Ohi avevo


gesse ad edificazione der costumi.
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IMPIEGATO DI FRESCO -, i
paura di trovarci sempre quello di
In questo modo operando mi prima.
sono saputo così bene conservare co­
Carissimo Nipote
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me tu vedi. Caro nepote, il mondo è Un Segretario che ha la testa du­
L'altro giorno ebbi la consolazio­ di chi lo sa prendere, e siccome lutti ra quanto le pietre dure, e che gode
ne difleggere sul giornale la tua no­ gli uomini furono sempre gli slessi quattro provvisioni e quartiere» so­
mina. Rimasi. Vedo bene che non è da poi che mondo è mondo, credi stiene e dice che queste Riforme sono
po' poi finita per noi, come pretende­ coli'adularli col carezzarli se ne fa mollo a carico dello Stato. Infatti ha
vano il 27 Aprile. Povera zia, come quello che ne vuole. Perciò giudizio ragiope; perchè le Riforme fossero
deve esser contentai Dopo tanto ar­ che sei a buon porto, e 1* esempio meno a carico bisognerebbe delle
rabatlarsi, salire in su e in giù, dopo dello zio ti sia di guida in così pe­ provvisioni toglierne almeno tre.
tante udienze ripelufo e moltiplicate riglioso cammino. Vedi ora se io ebbi * *

poi ha ^vuto la consolazione di ve­ naso quando li mandai a scuola di Un brav'uomo voleva sostenere
dere il suo caro nepolo agli stipendi calligrafia invece di tenerti alla Grana­ che i birbanti non sono ricevuti che
dello Stato. Tienlo a mente nepote malica, all'Umanità e simili altri per­ da* birbanti. 0 come mai, gli fu
mio è una vera fortuna quella che ti ditempi. Se tu avessi studiato queste risposto, certi Ministri ben conosciuti
è toccala perchè comunque vadano le cose non avresti avuto nulla, ma sic­ sono andati a ricovrarsi nella ci Uà
cose un impiegato subalterno che la come hai una bella mano di scritto. di Roma? H buon uomo visto che
sappia far da furbo esce sempre pel così ti hanno pre?o subito in consi­ non s'era fatto intendere, se ne andò
rotto della cuffia. Guarda me che da derazione. senza rispondere.
treni* anni ho saputo riscaldare la Se brami conservarti il posto li­ * *

panca dell'uffizio, non facendo altro scia bene i tuoi superiori parla di Un giovane Toscano andò dal suo
che sigillare delle ledere, guardami politica meno che puoi, perchè i tempi Curato perohè gli variasse il nome
e specchiati. E vero che ho sapulo
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sono più che mai incerti, ed anche di Ferdinando in quello di Vittorio.
regolarmi, avendo tenuto sempre quat­ io se fossi al posto, li dico il vero Il Curalo gli rispose; — O se è tanto
tro o cinque coccarde, è non aven­ non saprei che pesci prendere. Se per belio!'— A lei gli parrà di certo
done appuntata mai una in petto a caso le cose tornano come prima era­ ma a me no.
sproposito. Quando erano in voga i no, allora penserò io a darti le Istru­ « e

birri e io gridavo con quanta voce zioni necessarie.Intantoabbuonali alla Un tale raccomandandosi agli Elet­
avevo che bisognava bruciar vivi e Civiltà Cattolica, e coltiva l'amicizia tori perchè Io volessero prendere in
mettere in gogna sulla porta del Bar­ di Don Petronio che ti sarà sempre considerazione, fece un panegirico di
gello quanti liberali respiravano,Quan­ più che mai utilissima. sé stesso. Però tra le altre cose di­
do il nostro amalo principe per far Voglimi bene, e scrivi spesso al menticò di dire come avesse a* suoi
la burletta si messe anche lui nella tuo tempi assistito le belle arti, facendosi
cricca promeltendo tulle quelle belle fare uno spillo cogli avanzi del fa­
Affezionatissimo Zio
cose con appositi giuramenti e io di­ moso orinale della Cerrito,
cevo corna di Metternich, dell'Impe­ *_ x

ratore e dei Croati, ed ero dei primi hv

a montare la Guardia e a fare gli NOTIZIE RECENf ISSIUE


esercizi. AVVISO
Quando il Principe battè il tacco­
ne e andò a Gaela a esporre al Pon­
tefice gli scrupoli di coscienza, e pren­ Domandava un Conladino al suo Nel numero successivo di domani i
dere scuola dal Re di N a.poli, io Fattore in che maniera da tre [mesi sarà pubblicata la prima Vignelta* ^

lutto che ligio al Governo democra­ e mezzo a questa parte si stentereb­ Cosi di seguitò possibilmente senza
tico e bociando forle che la repub­ be a trovare un ladro. Il Fattore gli
interruzione.
blica era il miglior governo possibile, rispose: — Perchè sono scappali quelli
scrivevo delle lettere di sottomano, e che teneva loro di mano.
» •

facevo la spia pel bene del mio pae­


se. Quando tornò poi, piansi di lene­ Un povero minchione si presentò *»
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rezza e feci una supplica perchè il dal suo Commissario per chiedere
baron d'Aspre facesse applicare una giustizia, ma il poverello non aveva
ventina di legnate sulla parte più car­ fiato di parlare. Allora il Commissa­

JM*- rinnmmir­*­ m M*

JENIUCO SOLUM Direlt, Resp. TIP. SORIAN I

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