Sei sulla pagina 1di 3

Persefone

Venerata coma fanciulla, o Kore (giovinetta) e come regina degli inferi

La donna Persefone può essere influenzata da uno dei due aspetti, passare dall’uno all’altro o averli
entrambi dentro di sé.
Kore rappresenta la giovane che ancora ignora chi sia, inconsapevole dei propri desideri e delle
proprie forze, l’eterna adolescente, in attesa di qualcosa o qualcuno che trasformi la sua vita. E’ la
bambina della mamma, che la vuole compiacere, protetta dai rischi, si conforma anche a quello che
un uomo vuole che sia, la sessualità è sopita, manca di passione. Come la bella addormentata
Da rapita a regina: capacità di muoversi tra il mondo cosciente e quello inconscio, di integrare ciò
che viene dal mondo sotterraneo nella psiche, aiuta chi viene rapito come lei dal mondo dei sogni e
delle fantasie, diviene guida. E’ ricettiva all’inconscio, ha familiarità con il mondo sotterraneo, con
il linguaggio dei simboli, dei visionari, dei folli.
Persefone rappresenta la fase primavera delle stagioni della vita, cioè si riattiva dopo momenti di
perdita e depressione, dopo gli inverni, il potenziale di crescita e la ricettività al cambiamento.
Ha capacità di aprirsi ed essere flessibile, di vedere le cose anche dal punto di vista altrui.
Atteggiamento aperto anche verso la propria psiche
Spesso viene rapita da un uomo forte e diventa pedina tra i due fuochi madre e marito. Molto
dipendente dalla madre, che è ingombrante.
Mente alla madre nel mito dicendo che Ade l’ha costretta a mangiare il melograno, invece lei stessa
determinò il proprio destino, cerca di ottenere ciò che vuole con la manipolazione.
Per una parte del mito, Persefone, prigioniera del mondo degli Inferi, era una fanciulla triste, che
non mangiava e non sorrideva. Alcune donne Persefone devono attraversare questo periodo di
malattia psichica, depressione da chiusura di rabbia e dissenso dentro di sé, isolamento, autocritica,
come un fiore che appassisce.
Per impegnarsi, la donna Persefone deve lottare con la Kore che è in lei, deve decidere di sposarsi e
dire di s con convinzione, il matrimonio può trasformarla in una donna matura, così nel lavoro.
Può superare la dimensione Kore se è costretta ad affrontare la vita con le sue sole forze e a
prendersi cura di sé. Soltanto quando non ha più qualcuno che fa le cose per lei, può crescere.
L’accettare di assaggiare il melograno rappresenta il suo passare da vittima a donna matura che
sceglie di sua volontà.
E’ come una sensitiva, percezione extra sensoriale, medium. Una Persefone che sia stata nel mondo
degli Inferi e ne abbia fatto ritorno, può diventare una terapeuta guida, che aiuta i pazienti a entrare
in contatto con il loro mondo profondo.

Era

Nella mitologia greca ha due aspetti contrastanti: solennemente venerata come potente dea del
matrinonio, e denigrata da Omero come bisbetica, vendicativa, gelosa

Figlia di Rea e di Crono, inghiottita dal padre appena nata, e quando emerse dal corpo di Crono era
già fanciulla e venne affidata a due divinità della natura, come anziani genitori adottivi.
Nasce da un padre privo di affetto, che inghiottiva i figli, ossessionato dalla minaccia di essere
spodestato, e da una madre impotente che non riusciva a proteggerli da lui. Zeus per conquistarla si
trasformò in un tenero e tremante uccellino, e la impietosì. Lei se lo pose sul seno per riscaldarlo,
lui abbandonò il travestimento, riprende l’aspetto maschile e cercò di prenderla con la forza. Ma lei
resistette finché lui non promise di sposarla. Dopo la luna di miele, Zeus riprese abitudini
promisque. Era scagliava la sua ira contro le donne, o i figli concepiti da Zeus.
Ad ogni umiliazione, reagiva con collera e vendetta o andandosene, ma poi perdonava Zeus.
La donna con un forte archetipo Era si sente incompleta senza un compagno e vuole un
riconoscimento ufficiale, è capace di un rapporto impegnato, senza condizioni, nella buona e nella
cattiva sorte, fedele e leale, è legata anche all’idea della sacralità del matrimonio. Reagisce alla
perdita e al dolore con l’attività e non con la depressione, rimprovera le donne. Marito centro della
propria vita.
E’ attratta da un uomo che ha competenza e successo, che ha un misto tra questo e il bisogno di
calore dell’uccellino-Zeus. Sesso come dovere. Anche se divorzia, si sente sempre moglie legittima.
Può vendicarsi con i figli avuti con il marito, se tradita.

Afrodite

Nella mitologia greca provocava nei mortali e nelle divinità, ad eccezione delle tre dee vergini,
l’innamoramento e il concepimento di una nuova vita. Potere di trasformazione dell’amore. Non fu
vittima come le dee vulnerabili, eppure ebbe uomini e figli, ebbe sempre rapporti con sentimenti di
reciprocità. Non era interessata ai vincoli permanenti con gli altri, come le vulnerabili, né
all’indipendenza dagli altri, ma dava importanza all’esperienza emotiva con gli altri. Rapporti sono
importanti ma non rappresentano impegni a lungo termine. Sa concentrarsi su ciò che per lei è
importante perché lo è soggettivamente per lei. Afrodite genera il desiderio di conoscere e di essere
conosciuti, di stare nel rapporto e generare vita nuova. Può essere fecondazione e nuova vita se è
unione fisica, ma può anche essere crescita di qualcosa di nuovo nella sfera emotiva, psicologica,
spirituale. Ogni volta che viene coltivata una visione, incoraggiata una scintilla di creatività,
sviluppata una risorsa, che avviene una crescita in una relazione (per es di psicoterapia, di
insegnamento) Afrodite è presente.
Coscienza Afrodite polarizzata e ricettiva allo stesso tempo, una luce speciale che favorisce il
trasporto emotivo quando ascoltiamo qualcosa. E’ un immergersi, un coinvolgersi ma non troppo da
perdersi nell’altro , è necessaria anche una certa capacità di guardare da fuori ciò che sta creando,
con obiettività. è come l’interscambio tra l’artista e la tela, il risultato è che viene creato qualcosa
che prima non esisteva. Tutto questo c’è in una buona comunicazione o in un processo creativo,
dove nasce qualcosa di nuovo. Quando è presente Afrodite, si genera un’energia vitale nella
conversazione che diventa brillante e stimola pensieri e sentimenti. Si perse il senso del tempo.

Afrodite si prende cura di una persona “da innamorata”, facendola sentire affascinante e bella.
Effetto alchemico è proprio dato dalla capacità di rendere bello e prezioso quello su cui ci
concentriamo perché intriso del nostro amore e passione.

Esistono due versioni della nascita e origine di Afrodite: Esioso e Omero raccontano storie
contrastanti
Omero: Figlia di Zeus e della ninfa del mare Dione
Esiodo: Nata come conseguenza di un atto di violenza. Crono tagliò i genitali del padre Urano e li
gettò in mare. Dal rimescolamento di sperma e acqua si sollevò candida schiuma da cui nacque
Afrodite, emergendo da questa fecondazione oceanica come dea già adulta. Approda a Cipro e
accolta dagli dei come una di loro. Afrodite scelse liberamene il proprio marito, Efesto, storpio dio
del fuoco, che spesso tradì. Non ebbero figli, il loro matrimonio può rappresentare l’unione della
bellezza e la tecnica da cui nasce l’arte. Ebbe vari amanti. Amò Ares, dio della guerra, da cui ebbe
tre figli, l’unione di due passioni incontrollabili come l’amore e la guerra in perfetto equilibrio
generano Armonia.
L’archetipo Afrodite determina il piacere che certe donne provano per l’amore, la bellezza, la
sensualità e la sessualità. Ogni volta che una donna si innamora di qualcuno che ricambia il suo
sentimento, diventa personificazione di Afrodite. Si sente attraente e sensuale, l’archetipo
dell’amante. Quando è un archetipo dominante, la donna si innamora spesso e volentieri, possiede
magnetismo che attira gli altri. Nello spazio dorato che circonda due che si innamorano, le
impressioni sensoriali si amplificano, gusto e tatto potenziati, profumi, ecc.
Ci sono due modi in cui l’archetipo giunge alla coscienza, che rispecchiano i due racconti mitici. Il
primo modo assomiglia alla versione esiodea della nascita dalla spuma del mare ed è come un
irrompere all’improvviso come un qualcosa di potente e che incute quasi timore, un desiderio che si
impone in modo perentorio. Il secondo modo in cui l’archetipo prende vita, è attraverso il rapporto,
come Omero. Un aumento di fiducia e di amore e una graduale disinibizione precede la nascita di
Afrodite, come un desiderio di intimità fisica che non si era provato prima, e che è speciale perché
frutto dell’intimità della relazione.
Afrodite non fa l’amore perché vuole un figlio ma perché desidera sessualmente un uomo o
desidera un’esperienza sentimentale
La sequenza del processo creativo afroditico è: attrazione, unione, fertilizzazione, incubazione
nuova creazione. Il risultato può essere una nuova vita o nuove idee e teorie. Nel processo creativo i
sensi sono potenziati. Quando un progetto termina, ecco subito un’altra possibilità che la affascina,
per un nuovo sforzo creativo.
Gusto del momento presente, ma il limite è vivere come se il domani non esistesse, senza valutare
conseguenze future. Può essera rapita dalla magia dell’innamoramento passando da un uomo
all’altro e non può mai amare anche i limiti dell’altro, come se cercasse sempre un dio.

Potrebbero piacerti anche