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Il Bibliomane
che non aveva mai visto prima di allora. Il monaco fu perciò costretto a spiegargli: «Quello è un
bue: serve per arare i campi. Quello è un cavallo: serve per cavalcare. Quello è un gallo: serve ad
annunziare il mattino. Quello è un cane: serve a custodire la casa» e così via. Dopo un po’ videro
passare una ragazza. «E quella cos’è?» chiese il discepolo sorpreso. «Quella è una tigre» rispose il
monaco, preoccupato che il ragazzo potesse provare interesse per lei. «Se qualcuno l’avvicina, lei
subito lo divora, senza lasciare né carne né ossa.»
Quella sera, mentre tornavano al monte, il monaco chiese: «V’è nessuna delle cose che hai visto
oggi a valle che ti abbia interessato in modo particolare?». «Una sola cosa mi ha interessato»
rispose il discepolo. «È la tigre che divora la gente. Davvero non riesco a togliermi la sua immagine
dalla testa!»
(Xu Zi bu yu, Continuazione a
«Quel che il Maestro non disse», cap. 2, par. XVII)