Sei sulla pagina 1di 5

propriamente Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Stato che comprende l'isola maggiore dell'Arcipelago britannico

,l'Irlanda del Nord e circa 5000 isole minori. Essa ha una Superficie di 244.110 km2;una Popolazione di 55.488.000 ab. La Capitale Londra. La Lingua prevalente l'inglese, ma nella Scozia, nell'Irlanda e nel Galles permangono gruppi di parlata celtica. La Religione prevalente il protestantesimo,ma sono presenti minoranze musulmane,ebree e cattoliche. l'Irlanda del Nord Confina con l'Eire; per il resto sono presenti solo confini marittimi: a nord, nord-ovest, sud-ovest l'Oceano Atlantico, a ovest il Mare d'Irlanda, a sud-ovest il Canale di Bristol, a sud la Manica, a est il Mare del Nord. Il RegnoUnito una monarchia costituzionale.Il Capo dello Stato il sovrano. Il potere esecutivo esercitato dal Governo, presieduto dal Primo ministro (nominato dal sovrano nella persona del leader del partito di maggioranza). Il potere legislativo spetta al Parlamento, che bicamerale (Camera dei Lords, di 982 membri, e Camera dei Comuni, di 650 membri, eletti per 5 anni con suffragio universale diretto). Amministrativamente l'Inghilterra e il Galles sono divisi in contee, la Scozia in regioni e l'Irlanda del Nord in distretti.

GEOGRAFIA
Morfologia. La Gran Bretagna caratterizzata da un profilo costiero molto articolato, con penisole e lobi separati da profonde insenature che si corrispondono dai due lati, in modo da creare istmi, che diminuiscono d'ampiezza verso nord. Tali insenature hanno a volte carattere di estuario ,a volte di fiordo. Nell'area dell'Inghilterra la Cornovaglia e il Galles, separati dal Canale di Bristol, formano due ampie penisole. La parte sudorientale in prevalenza pianeggiante. Il rilievo consta di gruppi e massicci separati, residui di catene molto antiche; l'altezza diminuisce da nord a sud. Clima. Prevale un clima temperato fresco, oceanico, con inverni tiepidi, estati fresche, umidit costante. Le piogge, che cadono in ogni stagione, diminuiscono da ovest a est, con valori massimi nel Cumberland e minimi nel bacino di Londra. Caratteristiche le nebbie e le foschie: Londra ha solo 40 giorni sereni all'anno. Idrografia. Anche se mancano grandi bacini fluviali, i fiumi britannici sono ricchi d'acqua, spesso ampi e navigabili nel corso inferiore. Principali fiumi: Tamigi, Severn, Humber, Tyne, Mersey. Nella Scozia, il fiume maggiore la Clyde. La Scozia ha un gran numero di laghi: stretti e allungati, incassati, spesso molto profondi, sono detti loches. Ricco di laghi anche il Cumberland. Vegetazione. La costante umidit favorisce la vita delle piante, mentre la contrastano la violenza dei venti e l'eccessiva acidit del suolo. Prevalgono le praterie: solo il 5% del terreno coperto da boschi. Vaste estensioni della Scozia, dei Pennini, del Galles e della Cornovaglia sono coperte da brughiere o da torbiere.

Popolazione. L'esistenza di grandi costruzioni megalitiche attesta che la Gran Bretagna stata popolata fin da epoca remota. Verso il 600 a. C. vi affluirono popolazioni celtiche. In seguito venne colonizzata dai Romani, che disseminarono le parti pianeggianti di campi militari e costruirono grandi muraglie per difendersi dai bellicosi abitanti della Scozia. Nel V sec. il Paese venne occupato dagli Angli e dai Sassoni. Nell'XI sec. gruppi di Normanni, provenienti dalla Francia settentrionale, conquistarono la Gran Bretagna e fondarono uno Stato monarchico, fondendosi con gli Anglo-Sassoni. Le antiche parlate celtiche sopravvivono nelle alte terre scozzesi, nel Galles e in Irlanda. Citt. La Gran Bretagna ha un gran numero di centri urbani, spesso vicini tra loro. Oltre che nella zona di Londra, la popolazione s'addensa nei bacini carboniferi del Galles e di Newcastle-upon-Tyne, nelle Lowlands scozzesi e nelle aree industriali del Lancashire, di Leeds e Bredford , di Birmingham e di Sheffield . Un programma di rinnovamento urbano, allo scopo di mantenere intatte le caratteristiche del paesaggio, ha portato alla costruzione delle 'citt nuove' . Economia. La grande rivoluzione industriale, sviluppatasi tra i secc. XVIII-XIX con largo anticipo rispetto al resto del mondo occidentale, ha garantito a lungo alla Gran Bretagna una posizione di preminenza nel sistema economico-finanziario internazionale; l'evolversi del quadro politico ha tuttavia progressivamente ridimensionato il suo ruolo, specialmente dopo l'abbandono dei domini coloniali e la crescita delle nuove potenze industriali . Dopo la seconda guerra mondiale si dunque operata una profonda ristrutturazione del sistema economico-produttivo nazionale, inizialmente basata su un massiccio programma di nazionalizzazioni , al quale si affiancava un processo di concentrazione delle maggiori imprese, specialmente nei settori chimico, meccanico, alimentare e petrolifero. Si procedeva contemporaneamente alla costruzione di un sistema di garanzie sociali nei settori della casa, sanit e istruzione teso a moderare l'impatto sociale del processo di ricostruzione e razionalizzazione dell'economia. Gli anni Ottanta sono stati dominati dalla svolta liberista dei governi del primo ministro M. Thatcher, che ha varato vasti piani di privatizzazione dei servizi e delle imprese statali, smantellando nel contempo il welfare state. Le difficolt incontrate nel processo integrativo con il resto dell'Europa comunitaria testimoniano l'importanza che tutt'oggi ricoprono i rapporti preferenziali con i Paesi del Commonwealth. La produzione agricola (2% del PIL) assicura la met circa del fabbisogno alimentare con la produzione di grano, orzo, avena e patate, mentre la Gran Bretagna autosufficiente per i consumi di carne, formaggi e latte. Nel settore energetico, dopo il declino della produzione carbonifera, la scoperta nel 1975 dei giacimenti petroliferi nel Mare del Nord e un vasto programma nucleare hanno permesso la copertura del fabbisogno interno e il rilancio della siderurgia, con effetti benefici sul settore meccanico . Definitivamente in crisi appaiono invece i settori cantieristico, automobilistico e tessile. Tuttora centrale l'attivit finanziaria, con la Borsa di Londra centro di importanza mondiale. Nel 1994 (6 maggio) stato inaugurato il collegamento ferroviario diretto con la Francia sotto la Manica (Eurotunnel).

STORIA
Due spedizioni condotte da Giulio Cesare nel 55 e 54 a. C. resero tributari a Roma i Celti del bacino del Tamigi, che con la parte meridionale dell'isola, conquistata dall'imperatore Claudio, costitu la provincia di Britannia (54 d. C.); il dominio romano si estese successivamente verso ovest e verso nord: qui, ai confini della Caledonia (Scozia), il vallum Hadriani e il vallum Antonini ne segnarono l'estremo limite. Angli e Sassoni, venuta meno la difesa romana, invasero l'isola (VI sec.), costituendo regni d'impronta germanica, presto cristianizzati per opera di monaci guidati dall'abate Agostino (VI sec.), che fiss la prima sede episcopale a Canterbury. Nel IX sec. il regno del Wessex predomin nella confederazione dei sette Stati costituenti l'Eptarchia. I Danesi, dopo un secolo di incursioni, conquistarono il Paese nel 1013; nel 1066 vi sbarcavano i Normanni di Guglielmo il Conquistatore, che diedero all'Inghilterra ordinamento feudale. Alla prima dinastia normanna succedette la dinastia angioina dei Plantageneti, con Enrico II (1154-1189), che cumul vasti possessi nella Francia occidentale (Normandia, Bretagna, Angi) e in Irlanda. Gli insuccessi subiti dal figlio Giovanni Senzaterra ad opera dei Francesi diedero occasione ai nobili laici ed ecclesiastici d'imporre al potere regale le restrizioni contenute nella Magna Charta libertatum (1215) e nelle Provvisioni di Oxford (1258); successivamente l'alleanza dei nobili con la borghesia cittadina impose alla corona la convocazione del primo Parlamento (1265), distinto poi da Edoardo III nelle due Camere dei Lords e dei Comuni (1284). Annesso il Galles nel 1284, il regno d'Inghilterra fu impegnato nella guerra dei Cent'Anni (1337-1453) contro la Francia, alla cui corona i Plantageneti aspiravano: al termine del conflitto i possessi inglesi in Francia erano ridotti alla sola Calais, persa definitivamente sotto Maria la Cattolica (1558). La rivalit fra i due rami della casa reale, Lancaster e York, port alla guerra delle Due Rose (1455-1485), conclusasi con l'ascesa al trono di Enrico VII Tudor (unico erede dei Lancaster e sposo di una York), restauratore dell'assolutismo monarchico; questo risult ulteriormente rafforzato dall'Atto di Supremazia (1534) con il quale Enrico VIII Tudor oper il distacco della Chiesa inglese da Roma, perfezionato dal successore Edoardo VI con l'istituzione della Chiesa anglicana episcopale. Sotto Elisabetta I (1558-1603) la distruzione dell'Invincibile Armata del re spagnolo Filippo II sanc l'inizio del predominio marittimo dell'Inghilterra, che si espresse anche nella fondazione della prima colonia in terra americana (Virginia) e nel rafforzamento del ruolo inglese di prima potenza commerciale del mondo grazie alla moltiplicazione delle basi di appoggio lungo le rotte atlantiche e per l'Estremo Oriente. L'ascesa al trono (1603) di Giacomo Stuart, erede della corona di Scozia e d'Inghilterra, port all'unificazione personale dei due regni, mentre la sua politica di repressione delle minoranze puritane e cattoliche aliment un flusso costante di emigrazione verso le colonie nordamericane (fondazione della Nuova Inghilterra). La soppressione delle libert tradizionali operate dal successore Carlo I suscit la reazione del Parlamento (petizione dei diritti, 1628) e condusse alla guerra civile e al crollo della monarchia. O. Cromwell, capo delle milizie puritane, assunti poteri dittatoriali, riprese la politica elisabettiana di potenza e di espansione coloniale (Atto di navigazione, 1651). Alla sua morte, la restaurazione monarchica port al trono

Carlo II (1660), durante il cui regno furono emanati il Test Act, che interdisse ai cattolici i pubblici uffici, e l'Habeas corpus (1679), a tutela della libert personale. Le tendenze assolutistiche e filocattoliche di Giacomo II spinsero il Parlamento a deporlo ('gloriosa rivoluzione') e a offrire la corona d'Inghilterra a Guglielmo (III) d'Orange-Nassau, statolder d'Olanda, garantendosi la firma di una Dichiarazione dei diritti che dava base costituzionale all'istituto parlamentare (1689). L'Atto di Unione del 1707 tra Inghilterra e Scozia sanciva la nascita della Gran Bretagna, governata, a partire dal 1714, dalla dinastia degli Hannover. Nei decenni successivi si accentu il carattere parlamentare del sistema politico britannico, con l'azione del primo ministro dipendente dai voti dei due partiti presenti nelle assemblee legislative, i whigs e i tories, rappresentanti della nobilt terriera e dell'alta borghesia cittadina e mercantile. Innovativa fu anche l'intensa attivit inglese in politica estera, dove il coinvolgimento nelle guerre europee persegu il duplice intento di mantenere l'equilibrio tra le potenze continentali e di estendere i propri possedimenti in Europa (Gibilterra), America (Canada, Nuova Scozia, Ohio, Florida) e Asia (India). Nel 1783 tuttavia il conflitto apertosi con le 13 colonie nordamericane si concludeva con il riconoscimento della loro indipendenza. Con lo scoppio della Rivoluzione e lo stabilirsi dell'egemonia francese, la Gran Bretagna assunse la funzione di guida delle coalizioni antifrancesi sino alla sconfitta di Napoleone, assicurandosi al Congresso di Vienna il possesso di Malta, delle Ionie, di Helgoland, della Colonia del Capo, di Ceylon e di parte delle Antille. Il formidabile sviluppo economico seguito alla rivoluzione industriale, avviatasi in Gran Bretagna con notevole anticipo rispetto al resto del mondo occidentale, fece da sfondo al lungo regno della regina Vittoria (et vittoriana, 1837-1901), caratterizzatosi per l'attuazione di profonde riforme interne (leggi elettorali; adozione del libero scambio) e una decisa politica imperialistica, inaugurata dal primo ministro conservatore B. Disraeli, che port al consolidamento e all'ampliamento dell'impero coloniale in Asia (Hong Kong, 1842), in Oceania (Nuova Zelanda, 1840), in Africa (Natal, Africa australe, 1840; Egitto, 1882). Nel 1876 l'India fu elevata a impero, mentre nel 1878 l'Inghilterra acquistava Cipro e con la vittoria contro i Boeri (1889-1901) il Transvaal e l'Orange. Agli inizi del XX sec. sarebbe stata accordata alle pi progredite colonie l'autonomia gi concessa al Canada nel 1867 (Unione Australiana, 1901; Nuova Zelanda, 1907; Unione SudAfricana, 1910). L'attenzione per le relazioni interne al sistema imperiale si accompagn a un disimpegno dalle vicende europee ('splendido isolamento'), mentre nella madrepatria si assisteva al rafforzarsi del movimento sindacale (trade unions) e alla nascita del Partito laburista (1906), che s'inseriva nella tradizionale alternanza al governo tra Partito conservatore e Partito liberale (eredi, dopo la riforma elettorale del 1832, dei tories e dei whigs): nel 1922 J. MacDonald guidava il primo ministero laburista nella storia della Gran Bretagna. Il sorgere della potenza economica e militare della Germania indusse tuttavia la Gran Bretagna a una collaborazione politica con la Francia ('intesa cordiale' del 1904) e la Russia, divenuta alleanza militare allo scoppio del primo conflitto mondiale (Triplice intesa). Alla fine della guerra la Gran Bretagna accrebbe il proprio impero coloniale con parte delle colonie tedesche d'Africa e del Pacifico e acquist posizione egemone nel Medio Oriente,

dove aveva promosso la rivolta araba contro i Turchi. Nel 1921 fu costretta da una sanguinosa insurrezione a riconoscere l'indipendenza dell'Irlanda (ad eccezione dell'Ulster) e nel 1922 a rinunciare al mandato sull'Egitto, pur conservando il diritto di presidiare il Canale; sulla spinta della crisi economica del '29 e della necessit di garantirsi un sistema preferenziale di rapporti commerciali e finanziari, nuovi rapporti furono stabiliti con i Dominions con la costituzione del Commonwealth (Statuto di Westminster, 1931; Conferenza di Ottawa, 1932). Nel 1936 l'Egitto otteneva l'indipendenza e nel Sudan si dava vita ad un sistema di condominio anglo-egiziano. Falliva invece il tentativo di ostacolare la conquista italiana dell'Etiopia, invocando l'applicazione di sanzioni economiche secondo lo statuto della Societ delle Nazioni. La Gran Bretagna segu sino al 1939 una politica conciliativa verso la Germania, ma le dichiar guerra dopo l'aggressione alla Polonia. Durante il secondo conflitto mondiale, guidata da W. Churchill, ebbe grande influenza nel determinare l'azione politico-militare degli Alleati nello scacchiere afroeuropeo e in quello asiatico, ma nel dopoguerra la tradizionale preminenza sulla scena internazionale dovette cedere di fronte all'affermarsi delle due superpotenze statunitense e sovietica. Dopo la fine del conflitto dovette concedere l'indipendenza a molte colonie e a vari Paesi dell'Impero (India, Stati africani) e ritirare le truppe dalla zona del Canale di Suez (1955). Promotrice con gli USA dell'ONU (1942), vi detiene un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza; con gli USA e con i Paesi dell'Europa occidentale nel 1949 costitu la NATO; inoltr domanda di ammissione al MEC, incontrando l'iniziale opposizione della Francia gollista; riprese le trattative nel 1970, entr nella CEE nel 1972, senza peraltro rinunciare alla particolare relationship con gli USA e il Commonwealth, manifestando ampie riserve sui progetti di una pi effettiva integrazione europea a livello economico, finanziario, politico e militare. I governi di Margaret Thatcher (primo ministro dal 1979 al 1990) hanno avviato il Paese, sulla base di un programma rigidamente neoliberista che ha smantellato il welfare state messo a punto dai governi laburisti degli anni Settanta, sulla strada del risanamento dell'economia. Nel 1982 la Gran Bretagna ha sostenuto vittoriosamente una guerra con l'Argentina per il controllo delle isole Falkland. La successione di M. Thatcher (dimessasi nel 1990 in seguito a disaccordi interni al governo in materia di integrazione europea) con J. Major (confermato nelle elezioni del 1992) non ha avuto effetti sensibili sulla linea di governo in politica interna e in politica estera. Nel 1994 dopo la dichiarazione unilaterale di sospensione della lotta armata da parte dell'IRA, sono stati avviati i colloqui per la pacificazione dell'Ulster, a cui ha dato un notevole impulso l'elezione di Tony Blair avvenuta nel 1997. Nell'aprile 1998 si cos arrivati alla firma dell'accordo di Stormont che fissa gli indirizzi politici dell'autonomia irlandese.

Potrebbero piacerti anche