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IN SINTESI

Plenaria – Settembre 2022

Rifusione delle norme applicabili ai partiti


politici europei e alle fondazioni politiche
europee
Durante la tornata di settembre 2022, il Parlamento dovrebbe discutere e votare sulla relazione riguardante la
proposta della Commissione riguardante la rifusione del regolamento relativo allo statuto e al finanziamento dei
partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee. La relazione è stata approvata dalla commissione per
gli affari costituzionali (AFCO), il 13 luglio 2022, con 18 voti a favore, 4 voti contrari e 2 astensioni, e include 36
emendamenti alla proposta iniziale.

Contesto
I partiti politici a livello europeo (europartiti) contribuiscono a formare una coscienza politica europea e ad
esprimere la volontà dei cittadini dell'Unione (articolo 10, paragrafo 4, TUE e articolo 12, paragrafo 2, della Carta
dei diritti fondamentali dell'Unione europea). Essi sono stati formalmente riconosciuti per la prima volta dal trattato di
Maastricht (articolo 138 A del trattato che istituisce la Comunità europea) e inizialmente regolamentati dal
regolamento (CE) n. 2004/2003 del 4 novembre 2003; attualmente le norme relative allo statuto e al finanziamento
degli europartiti sono previste dal regolamento (UE, Euratom) n. 1141/2014 del 22 ottobre 2014. Tuttavia, tali norme
sono già state modificate due volte dall'adozione del regolamento (UE, Euratom) n. 1141/2014. Nel 2018 il
regolamento (UE, Euratom) n. 1141/2014 è stato modificato al fine di vietare la possibilità per i deputati di aderire a
più di un partito e di modificare le norme sul finanziamento, mentre nel 2019 è stato modificato al fine di rafforzare la
protezione dei dati personali in vista delle elezioni europee del 2019. Poco dopo l'approvazione delle ultime
modifiche, il Parlamento ha chiesto nuovamente di modificare il regolamento (UE, Euratom) n. 1141/2014, nella sua
risoluzione sul bilancio delle elezioni europee del 2019 (nel 2020) e nella sua risoluzione sulla valutazione
quinquennale dell'applicazione del regolamento (nel 2021). Al fine di dar seguito alle richieste del Parlamento e di
rispettare gli impegni assunti nel piano d'azione per la democrazia europea (2020), il 25 novembre 2021 la
Commissione europea ha presentato un nuovo pacchetto legislativo inteso a rafforzare la democrazia e a garantire
l'integrità delle elezioni. Il pacchetto comprende quattro diverse proposte legislative, tra cui la proposta di rifusione
del regolamento (UE, Euratom) n. 1141/2014.

Proposta della Commissione europea


La proposta della Commissione riguardante la rifusione del regolamento (UE, Euratom) n. 1141/2014 include
emendamenti mirati concernenti il rispetto dei valori su cui si fonda l'UE da parte dei partiti europei e delle fondazioni
europee, il finanziamento, la trasparenza e l'attuazione. Per quanto riguarda i valori su cui si fonda l'UE, la proposta
esige che i partiti europei e le fondazioni europee garantiscano che i loro partiti membri, inclusi quelli che hanno sede
al di fuori dell'UE, rispettino i valori sui quali è fondata l'UE (o valori equivalenti) (articolo 3). Analogamente, lo
statuto degli europartiti dovrebbe includere: i) norme relative all'equilibrio di genere; ii) l'obbligo per tutti i partiti
membri di esporre il logo del partito politico europeo in maniera tanto visibile quanto il logo del partito membro; e
iii) norme interne che disciplinano l'uso della pubblicità politica (articolo 4). La registrazione presso l'Autorità per i
partiti politici europei e le fondazioni politiche europee (l'Autorità), e pertanto l'acquisizione della personalità giuridica
europea, dipende dal rispetto di tali nuovi obblighi (articolo 10); possono essere irrogate sanzioni pecuniarie agli
europartiti qualora essi non rispettino gli obblighi riguardanti la rappresentanza di genere e l'uso del logo
dell'europartito da parte dei partiti membri (articolo 30). Tuttavia, un europartito non può essere cancellato dal
registro se non rispetta più tali obblighi (articoli 11 e 19). Per quanto riguarda la pubblicità politica, la proposta mira
a una maggiore trasparenza per quanto concerne le attività di pubblicità degli europartiti, in linea con la recente
proposta legislativa della Commissione al riguardo. Gli europartiti non dovrebbero solo adottare un documento di
strategia per l'uso della pubblicità politica e rispettare gli obblighi previsti dalla proposta quando si avvalgono di
tecniche di targeting o amplificazione, ma dovrebbero anche informare l'Autorità, entro cinque giorni lavorativi, della
diffusione di un messaggio di pubblicità politica (articolo 5). L'Autorità dovrebbe pubblicare una relazione annuale
sulle attività di pubblicità politica degli europartiti (articolo 13).

EPRS | Servizio Ricerca del Parlamento europeo


Autore: María Díaz Crego, Servizio di ricerca per i deputati IT
PE 733.620 – Settembre 2022
EPRS Rifusione delle norme applicabili ai partiti politici europei e alle
fondazioni politiche europee
La proposta della Commissione include anche numeroso modifiche del finanziamento dei partiti europei e delle
fondazioni europee. Il tasso di cofinanziamento per gli europartiti sarebbe ridotto dal 10 % al 5 %, il che significa che
essi dovrebbero coprire il 5 % (e non il 10 % come avviene attualmente) delle spese annuali rimborsabili incluse nel
loro bilancio con risorse proprie. Nell'anno delle elezioni del Parlamento europeo il tasso di cofinanziamento è fissato
allo 0 % (articolo 20). Per quanto riguarda la risorse proprie degli europartiti, attualmente essi possono ricevere
solamente contributi (dai membri) e donazioni (da persone fisiche e giuridiche). La proposta istituisce una terza
categoria di risorse proprie che consente agli europartiti di ricevere fonti di reddito generato da attività economiche
proprie (ad esempio le quote di iscrizione a seminari o la vendita di pubblicazioni). In conformità della proposta della
Commissione (articolo 23, paragrafo 13), il valore di questa terza categoria di risorse proprie non può superare il 5 %
del bilancio annuale del partito. Inoltre, i partiti europei e le fondazioni europee sarebbero autorizzati a riscuotere
contributi da membri avanti sede in paesi al di fuori dell'UE ma appartenenti al Consiglio d'Europa, una possibilità
che è stata vietata dalla sentenza della Corte di giustizia nella causa ACRE/Parlamento (T-107/19). Tuttavia, i contributi
dei membri al di fuori dell'UE sarebbero limitati al 10 % dei contributi totali (che, a loro volta, sarebbero limitati al 40 %
del bilancio annuale del partito o della fondazione) (articolo 23, paragrafi 9 e 10). Inoltre, sarebbe rafforzato il regime
di trasparenza per le donazioni di valore superiore a 3 000 EUR (articolo 23, paragrafo 5). Affinché gli europartiti
possano beneficiare di un finanziamento a carico del bilancio dell'UE, essi devono comprovare il rispetto degli obblighi
riguardanti l'equilibrio di genere, l'uso del logo dell'europartito da parte dei partiti membri e la trasparenza per quanto
riguarda la pubblicità politica (articolo 21). Gli europartiti sarebbero autorizzati a utilizzare fondi provenienti dal
bilancio generale dell'UE per finanziare campagne referendarie nazionali solamente quando tali campagne
riguardano questioni attinenti all'attuazione dei trattati (articolo 24)

Posizione del Parlamento europeo


La proposta della Commissione deve essere adottata dai colegislatori secondo la procedura legislativa ordinaria
(articolo 224 TFUE). Al Parlamento, la commissione AFCO e competente per il merito per questo fascicolo e ha
approvato la sua relazione il 13 luglio 2022. Secondo la relazione, gli europartiti dovrebbero poter avere partiti
membri di paesi appartenenti al Consiglio d'Europa che non sono Stati membri dell'UE, a condizione che il paese
goda di pieni diritti di rappresentanza in seno al Consiglio d'Europa e che la maggioranza dei membri dell'europartito
abbia sede negli Stati membri dell'UE. Tali partiti membri potrebbero contribuire alle finanze dell'europartito
attraverso quote associative (che devono essere distinte dai contributi versati da partiti nazionali degli Stati membri
dell'UE e da membri individuali), sebbene le quote associative sarebbero limitate al 20 % (e non al 10 % come proposto
dalla Commissione) del valore totale dei contributi, che sarebbero limitati al 40 % del bilancio annuale del partito o
della fondazione. Per quanto riguarda le norme relative al finanziamento, il Parlamento denomina la nuova categoria
di risorse proprie istituita dalla proposta della Commissione "risorse proprie complementari" e propone di estendere
il loro possibile valore al 10 % dell'importo dei contributi e delle quote associative ricevuti dal partito europeo o dalla
fondazione europea (invece del 5 % del bilancio annuale). La relazione del Parlamento mira altresì ad estendere la
possibilità per i partiti europei di finanziare le campagne referendarie nel contesto di qualsiasi referendum
riguardante "questioni direttamente correlate all'Unione europea".
La relazione intende altresì semplificare le procedure per la cancellazione dal registro di un partito europeo o di
una fondazione europea: l'Autorità inviterebbe i partiti e le fondazioni a presentare le loro osservazioni entro un mese
qualora ritenga che ad essi si applichi uno dei motivi per la revoca della registrazione e, in una serie di casi di
inosservanza (ad esempio quando essi non rispettano le disposizioni sulla governance), l'Autorità dovrebbe dare al
partito o alla fondazione la possibilità di introdurre le misure necessarie per porre rimedio alla situazione (entro lo
stesso termine) prima di adottare la decisione di revocare la loro registrazione. Inoltre, verrebbe semplificata anche le
procedura più complessa applicabile ai casi di revoca della registrazione a causa di una violazione manifesta e grave
degli obblighi imposti ai partiti europei e alla fondazioni europee di rispettare i valori su cui si basa l'UE e garantire
che i loro partiti membri rispettino tali valori. Inoltre, la revoca della registrazione sarebbe possibile qualora gli
europartiti europei non rispettassero i nuovi obblighi relativi all'equilibrio di genere e all'uso della pubblicità
politica. Infine, gli obblighi in materia di trasparenza sarebbero rafforzati e i partiti membri degli europartiti
dovrebbero pubblicare sui loro siti web il logo e il programma dell'europartito al quale sono affiliati, come pure
informazioni relative all'equilibrio di genere dei loro candidati e rappresentanti eletti alle elezioni europee.
Relazione in prima lettura: 2021/0375(COD); commissione
competente per il merito: AFCO; relatori: Rainer Wieland (PPE,
Germania) e Charles Goerens (Renew, Lussemburgo).

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