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POTERE

deriva dal latino potestas, possum e vuol dire forza, potenza, autorità, dominio. Attualmente il
potere è l'autorità di agire esercitata per fini collettivi e personali.
Può essere considerata anche la capacità di raggiungere i fini desiderati nonostante le resistenze che
si frappongono, quindi la resistenza è un elemento essenziale per l'esercizio del potere.
Secondo Weber la potenza è vista come la possibilità di costringere alla propria volontà l'altrui
atteggiamento. L'autore distingue tra potere su, inteso come imposizione e violenza, e potere di,
inteso come capacità e potenza.
Spesso ci si è chiesti se esiste o meno un potere buono, domanda che di per se implica una relazione
intrinseca tra male e potere. Se partiamo dalla concezione secondo cui l'uomo nasce in una
condizione di benessere psicofisico e in assenza di costrizioni e che il suo obiettivo ultimo è
migliorare se stesso e la relazione con gli altri possiamo vedere il male nei fattori socioculturali.
Possiamo dire che la bontà del potere si trova nell'obbiettivo, nella radice valoriale che lo ispira e
negli strumenti utilizzati (scelti attraverso una valutazione morale).
Per quanto riguarda le differenze tra potere e influenza possiamo dire che il primo utilizza il
controllo mentre il secondo la persuasione. L'influenza è un processo naturale ma se esercitata da
persone di potere può limitare l'autonomia intellettuale e comportamentale.
Rapporto dominio e potere: l'autorità legittima il potere ma questo può esistere anche senza autorità:
cosi diventa dominio.
Per Foucault il potere produce il reale, processo questo che è anche alla base della formazione del
soggetto. E' la capacità di costruire e organizzare modelli di comportamenti, ruoli e identità e non
capacità di costrizione e di limitazione esercitata dall'esterno. Il potere è tollerabile nel momento in
cui riesce a dissimulare parte di sé ed è efficace se riesce a nascondere i suoi meccanismi. Il potere
ha due caratteristiche essenziali:
-positività: contribuisce alla conoscenza e alla verità. Il potere non è solo negativo e/o violento, ma
ha anche una connotazione positiva;
-invisibilità: è ovunque e non dipende da una particolare struttura o istituzione sociale.
se il potere è basato sul rifiuto e sulla proibizione è un potere povero: potere deve essere sempre
legato alla libertà!
Storicamente, nell'antica Grecia vi era la polarità tra libertà e schiavitù, quindi enfasi sulla
condizione di persona libera; nell'età moderna capitalismo, quindi pratiche di custodia e controllo
sociale.
Facendo un resoconto possiamo dire che il potere può essere visto come un contenitore di violenza e
sopraffazione o come veicolo di valori morali, traguardi formativi e impegno. Questo dipende dal
modo di vivere la diversità di idee, di capacità e di esperienze.

RAPPORTO EDUCATIVO: EDUCAZIONE E POTERE

Educare: e-ducere: condurre – conduzione all'esistenza.


Se si parla di educazione e potere, si parla di potere al servizio dell'educazione e non viceversa. Si
parla quindi di potere al servizio di, funzionale e subordinato all'educazione.
Il potere quindi è il mezzo e la forma di influenza verso l'educando per stimolarlo e sostenerlo.
La relazione tra educando ed educatore è una relazione complementare che comporta un'asimmetria
interna al rapporto. Questa rimane comunque orientata dalla e alla libertà dell'educando. Potere però
rimane da controllare affinchè sia coerente con il sistema valoriale di base.
Il rapporto educativo è un rapporto di forza influenzato da fattori esterni al rapporto (socioculturali e
ideologici) e interni al rapporto (asimmetria e intenzionalità)
Uno dei problemi fondamentali della pedagogia è però il difficile rapporto tra la libertà dell'educando
e l'autorità dell'educatore.
L'influenza è una delle principali caratteristiche del rapporto educativo. Per influenza si intende
capacità di un soggetto di produrre cambiamenti nell'altro. Letteralmente significa fruire, scorrere
dentro e l'educatore deve infatti fruire dentro l'educando per lasciare un segno. Questo implica un
riaggiustamento dei comportamenti del bersaglio come conseguenza al comportamento della fonte
ma l'influenza può anche avere effetti indesiderati, come per esempio l'effetto boomerang o la
riflessione non seguita da un cambiamento comportamentale.
La relazione educativa può anche sfociare in dominio se i partecipanti assumono i ruoli di
dominatori e se la comunicazione diventa patologica: o escalation simmetrica (partecipanti sullo
stesso piano) o complementarietà rigida (persone su piani diversi). In quest'ultimo caso il soggetto si
comporta in modo da situarsi in posizione di superiorità o inferiorità nei confronti dell'altro.
Possiamo vedere nel percorso educativo un percorso di perfezionamento che nella modernità ha
portato all'educazione all'autogoverno: fornisce all'uomo un tribunale della coscienza in grado di
armonizzare passioni individuali e norme sociali.
Vi è una reale conquista dell'autodominio nella consapevolezza di interdipendenza che ci lega agli
altri.
La PARESSIA è l'attività verbale in cui il parlante esprime la propria relazione con la verità. Questa
quindi permette la costruzione del sé e fa evitare le trappole del narcisismo e dell'autocelebrazione
(grecia antica).
I livelli della paressia sono:
-verbale: franchezza
-esistenziale: pericolo
-personale/interpersonale: critica sé/altri
-morale: libertà e dovere
Il parresiastes è la persona estranea e neutrale in grado di dirci la verità su noi stessi. Ci sono molti
punti in comune tra questa figura e quella dell'educatore. Quest'ultimo è il mediatore tra educando e
verità, accompagna quest'ultimo alla conquista di libertà e responsabilità fornendogli i mezzi per
esprimere la sua verità. L'educatore usa il linguaggio verbale e non per incoraggiare il percorso di
emancipazione del soggetto.
In passato l'educazione era vista come continuazione acritica della tradizione, assoggetamento e
obbedienza, rapporto di dipendenza. Adesso invece la relazione educativa è basata
sull'incoraggiamento e sull'emancipazione.
Il potere dell'educatore dipende sia dalle sue caratteristiche personali sia da dimensioni più generali
del processo formativo, quali:
-fiducia nell'educabilità
-processo di insegnamento
-comunicazione dialogica: dialogo fondamentale strumento di esercizio del potere positivo
dell'educazione. Dato che il dialogo si basa sulla parola e sul volto dell'altro implica proiezione,
apertura, attenzione, interazione.
L'insegnamento contribuisce alla costruzione del soggetto attraverso tre modalità:
-modello comportamentale da seguire
-attenzione alle competenze che il soggetto deve avere
-percorso di conoscenza di se
si può esercitare il potere per smascherare i tentativi di abuso attraverso:
-conoscenza
-emancipazione
-cura
CONOSCENZA
il processo formativo si svolge su livelli complementari:
-sviluppo naturale: espressione potenzialità individuali
-adattamento sociale:esigenza di trasmettere proprio patrimonio culturale alle nuove generazioni
C'è stata un evoluzione nel tempo del concetto di educazione:
- PAIDEIA greca: formazione individuale che trae origine dalla naturale spinta dell'uomo verso il
bene quale fine ultimo della trasformazione di sé, trova le radici nella cultura. Quindi l'educazione
serve alla cultura e si serve della cultura. La paideia si dà mediante la cura verso l'essere in
formazione, deve indirizzarsi verso l'accompagnamento alla vita adulta e si orienta al dominio della
natura attraverso l'emancipazione dai vincoli naturali. La cultura si estrinseca nel processo di prender
forma attraverso l'interiorizzazione della cultura di appartenenza. La paideia segue 3 forme:
.allevamento
.virtù che permette inserimento nella polis
.arte di insegnare e apprendere
Fino al cristianesimo la cultura è stata alla base del processo di umanizzazione dell'uomo. Questo
processo è sia personale che collettivo: maturazione biologica, crescita culturale e inserimento
sociale.
- HUMANITAS latina
-BILDUNG tedesca: formazione dell'uomo-cittadino che punta al raggiungimento dell'armonia tra
corpo e spirito. Vede nella cultura un ideale formativo.
In conclusione possiamo dire che il potere dell'educazione è nella capacità di favorire l'incontro con
la cultura in modo creativo e non deterministico.
EMANCIPAZIONE
L'emancipazione è un valore guida sia per la formazione individuale sia per lo sviluppo sociale. Qui
diventa fondamentale il rapporto tra autorità dell'educatore e la libertà dell'educando: la capacità
dell'educando di farsi carico dei propri problemi si apprende se c'è qualcuno che sa insegnarla.
Quindi la libertà è il punto di partenza e il punto d'arrivo del percorso formativo. La libertà
resterebbe irrealizzata se non si sviluppasse la scelta: tanto più si sviluppa nell'educando la libertà
aumentando la sua capacità decisionale, tanto più l'educatore dovrà astenersi dallo scegliere per e con
il soggetto. In ogni caso l'educazione deve fare in modo che il soggetto usi bene la sua libertà.
(rapporto libertà e responsabilità)
Vi è un duplice modo di vedere la libertà: come caratteristica incompatibile con l'infanzia, vedendo il
bambino come una tabula rasa oppure si può vedere la formazione come attività autonoma in quanto
possibile grazie a disposizioni intrinseche del bambino.
Il bambino fin dalla nascita vive una condizione di dipendenza verso le figure di riferimento. La
graduale emancipazione del soggetto avviene attraverso il miglioramento del processo decisionale (la
scelta). Ovviamente finchè il soggetto non è in grado di badare a se stesso è importante che le figure
di riferimento (che possono essere i genitori o le maestre) scelgano per lui. Questo tipo di scelta per
essere giusta deve essere sempre a favore dell'educando e deve sempre rispettare le attitudini e le
volontà dell'educando. Può succedere tuttavia che il soggetto possa trovarsi a non condividere una
decisione presa al suo posto; in questo caso la libertà del soggetto è nella facoltà di opporsi alle scelte
altrui. Il confronto con l'autorità consente alla libertà di mettersi alla prova: opporsi all'autorità è un
passaggio essenziale per l'autonomia.
Oggi il concetto di autorità è in crisi: declino autorità tradizionale a favore di autorità personale.
CURA
il potere dell'educazione promuove la libertà della persona, libertà comunque vincolata dal potere
dell'educatore. Inizialmente quindi vi è una relazione di dipendenza che però porta gradualmente ad
un allontanamento che porterà all'autonomia. La dialettica autonomia/dipendenza è all'interno della
categoria della cura.
La cura filiare è uno strumento educativo in grado di rispondere ai bisogni dei bambini attraverso
l'amore materno e la cura genitoriale. Le cure materne hanno un significato biologico e psicologico:
rendono possibile la sopravvivenza grazie al soddisfacimento dei bisogni primari e favorendo la
costituzione del soggetto. Quindi possiamo dire che i primi legami d'attaccamento sono molto
importanti per la vita futura del bambino. E' importante ricordare pero che la sola affettività non
rende la cura una pratica liberante. La cura infatti è antitetica alla simbiosi perché mira
all'individuazione.
La cura autentica è la tutela della distanza che consente all'altro di essere se stesso.
La cura è connessa all'educazione per la gratuità, la reciprocità e la finalizzazione all'autonomia.
Educare infatti significa rispettare la gradualità del passaggio da dipendenza ad autonomia sennò:
-naufragio personalità per mancanza di autonomia (gregarismo, infantilismo, autosvalutazione)
-naufragio personalità per mancanza di dipendenza (sentimento di onnipotenza).

OBBEDIENZA E CONFORMITA'

L'obbedienza:
-si basa su una struttura gerarchica di disuguaglianza tra fonte e bersaglio
-riguarda azione che fonte può non compiere
-risponde a comandi espliciti
-chi obbedisce è pronto ad ammetterlo
-soggetto può sottomettersi senza interiorizzare: condizionamento superficiale

La conformità:
-cedimento di una persona ad un gruppo che può avere lo stesso status
-soggetto segue comportamento degli altri
-pressione implicita
-chi cede alla pressione del gruppo difficilmente lo ammette

Per quanto riguarda il bersaglio, il comando è efficace per via di suggestione, ispirazione e
convincimento.
Il comando può essere eseguito perchè ritenuto giusto, per senso del dovere, per abitudine o per
vantaggio personale.
Per quanto riguarda la fonte i suoi effetti dipendono da:
-AUTORITA' (posizione sociale)
-CREDIBILITA', che porta ad influenza senza il bisogno di riconoscimenti formali e senza
esercitare pressioni. La credibilità si valuta in base alla competenza (intesa come possesso si
conoscenze e capacità importanti per far fronte ai problemi) e all'affidabilità (motivazione ad usare
correttamente e senza distorsioni queste capacità)
-ATTRAENZA

DOMINIO

Il dominio è una degenerazione del potere, è l'autorità delegittimata. Possiamo dire che il dominio è
una colpa comune, sia del dominatore sia del dominato. In questo senso non corrompe il potere ma la
paura: la paura di perdere il potere e la paura di un castigo.
Nella relazione educativa vi è dominio se: un partecipante assume il ruolo di dominatore e se vi è
comunicazione patologica.

PERSONA E RELAZIONE

il concetto di persona si è evoluto nella storia: nell'antichità la persona era vista come cittadino della
polis e quindi l'educazione era un processo di addestramento e istruzione; durante il cristianesimo la
persona è vista come il figlio di Dio e quindi l'educazione era l'attuazione dell'uomo in quanto
creatura; nell'epoca moderna si è creata una distinzione tra persona e individuo, che in comune hanno
l'autonomia la libertà, la responsabilità e la coscienza.
Le esigenze essenziali della persona sono:
-bisogno di riconoscimento (amati nella nostra unicità)
-bisogno della vita intelligente (ricerca significato dell'essere)
-bisogno vita spirituale
RELAZIONE GENITORE-FIGLIO

La famiglia è il primo contesto formativo, quindi i genitori hanno un ruolo fondamentale di sostegno
per lo sviluppo infantile, ma possono esserci anche delle distorsioni dell'azione educativa; quindi
l'influenza genitoriale può essere sia positiva che negativa, con questo però non si può dire che esiste
una differenza netta tra genitore buono e cattivo. L'infanzia è perseguitata ogni volta che un adulto
costringe un bambino a comportarsi secondo le sue aspettative e i suoi bisogni, portando così il
bambino a sviluppare un 'falso sé'. Le prime interazioni sono fondamentali in quanto confluiscono
negli schemi di attaccamento: i MOI che fanno processare informazioni su di sé, sulla relazione e sul
contesto.
La relazione genitore-figlio è una relazione di asimmetria di status ma non di disuguaglianza
ontologica, in questa relazione il genitore funge da mediatore tra il bambino e il mondo a seguito
dell'apertura del bimbo al mondo generata dalla 'mancanza primaria' e la successiva fiducia nella
possibilità che si possa recuperare l'iniziale sensazione di pienezza. La nascita quindi è un momento
particolare nella vita del bambino, ma sancisce una separazione fisica ma non psicologica con la
madre. La madre viene vista come un Io ausiliario su cui si sviluppa la personalità del bambino, il
padre invece, in quanto terzo, riequilibra la relazione madre/bambino, stemperando la fusione che
non permetterebbe al bambino di vivere un'esistenza separata da quella della madre.
Un servizio d'aiuto per i genitori può essere rivedere le rappresentazioni mentali del genitore; per il
bambino leggere i suoi segnali e rispondere in modo adeguato.

GENITORIALITA'

In passato la genitorialità era strettamente legata alla generatività. Attualmente il focus si è spostato
sulle caratteristiche della funzione genitoriale esercitata anche senza un legame biologico e di
appartenenza di genere. Quindi ora per genitorialità si intende la competenza che si concretizza
nell'esercizio delle funzioni di cura e protezione dentro sistemi interattivi in cui l'esperienza corporea
è fondamentale. La qualità della relazione dipende dalla spinta istintiva alla cura e alla protezione dei
piccoli e dai soggettivi vissuti genitoriali. Si è genitori non solo se si è capaci di prendersi cura dei
minori ma soprattutto se si fornisce una base sicura da cui il bambino può partire per esplorare il
mondo e tornare.
Per cogenitorialità si intende la qualità e la coordinazione degli scambi interattivi che gli adulti
mettono in atto reciprocamente nello svolgimento del ruolo genitoriale.
Possiamo vedere l'esistenza di quattro alleanze genitoriali:
-cooperativa: si lavora insieme
-in tensione: ognuno lavora con gli altri affrontando le difficoltà
-collusiva: genitori deviano il conflitto non negoziando col figlio
-disturbata: atteggiamento collusivo o ambiguo dei genitori
in ogni caso è difficili tracciare rigide demarcazioni tra queste alleanze genitoriali.

FIGURE E FUNZIONI GENITORIALI

Le funzioni genitoriali sono le funzioni di cura, cioè la capacità di provvedere all'altro, conoscerne il
funzionamento mentale e corporeo, garantirne la protezione, entrare in sintonia affettiva, capirne le
emozioni, dare limiti e prevedere il raggiungimento delle tappe evolutive.
Le funzioni genitoriali sono diventate sempre più intercambiabili ma comunque la funzione materna
rimane la più importante. Possiamo dire che il padre è il leader strumentale che affronta l'esterno e
risponde al bisogno di esistere con un significato; la madre è il leader espressivo che gestisce gli
affetti, essa risponde al bisogno di intimità e di essere riconosciuti nel proprio essere.
Si sta assistendo ad una crisi dei ruoli genitoriali e alla scomparsa delle figure simboliche dei
genitori. Per esempio la figura paterna è schiacciata tra due estremi: equiparazione del ruolo a quello
materno (mammo) che imita senza il desiderio di paternità oppure padre che fugge dalle
responsabilità genitoriali. Spesso i padri sono incapaci di incarnare l'autorità per pigrizia, per timore
di farsi odiare o perchè non si ha fiducia nel potere e quindi si preferisce non simulare la figura
dell'autorità. In ogni caso la figura del padre è fondamentale per la dimensione etica e per la
distinzione bene/male.
Il potere genitoriale è un diritto/dovere di esercitare autorità attraverso la scelta, col rischio di
sbagliare.

STILI EDUCATIVI

Lo stile educativo è la modalità pedagogica con cui genitori esercitano le funzioni genitoriali,questo
plasma le relazioni genitori-figli e ne orienta il percorso formativo per lo sviluppo sociale. Questo è
influenzato da:
-caratteristiche del bambino e del genitore
-credenze genitoriali
-modelli socio-culturali
-variabili contestuali
-cambiamenti del ciclo di vita della famiglia
-struttura globale del sistema relazionale familiare

Le concezioni dell'educazione rappresentative del nostro tempo sono:


-impostazione impositiva:focus sull'adulto
-impostazione permissiva: focus sul minore
-impostazione non-direttiva: valore alla presenza dell'adulto e sulla sua funzione di sostegno
-impostazione protettiva: focus sul bimbo come soggetto fragile da difendere
-impostazione personalistica:valorizza soggetti della relazione educativa e la relazione stessa

PARENTAL STYLE presenta alcune dimensioni caratterizzanti dei climi familiari in base
all'interazione e alla diversa dominazione di quattro elementi:
– cure: soccorso premuroso e presenza calda e affettuosa dei genitori
– comunicazione e dialogo: vicinanza nelle attività interattive tra padre, madre e bambino, lo
scambio di esperienze e informazioni e l'arricchimento del senso e dei significati della vita
condivisa
– controllo delle regole:genitore capace di porre limiti, norme e valori di riferimento, di
regolare le emozioni e le reazioni comportamentali
– aspettative e richieste di maturità: mettono alla prova sia le competenze del figlio sia la
pazienza del genitore che si fa carico dell'immaturità del figlio

Buri ha elaborato un questionario, il Parental Authority Questionnaire 'PAQ,', per misurare lo stile
educativo dei genitori. Si è visto che questo incide soprattutto sulle dimensioni emotivo-
motivazionale della personalità dei figli, anche a lungo termine.

Gli stili sono:


-autoritario
-permissivo
-autorevole
-iperprotettivo
-trascurante/rifiutante (VEDI SCHEMI)
LA RELAZIONE INSEGNANTE-ALUNNO

Il ruolo dell'insegnante ha una funzione didattica, di regolazione delle attività, di trasmissione delle
norme di classe, di comunicazione di classe, facilitazione dell'acquisizione del sapere e controllo del
comportamento per strutturare la classe come un contesto di apprendimento. Per queste ultime due
funzioni l'insegnante può utilizzare ricompense, coercizione, relazione ed expertise. All'interno della
relazione insegnante-alunno possono comunque esserci dinamiche negative, come per esempio
l'impostazione competitiva o la subordinazione. Queste dinamiche rovinano una relazione che
dovrebbe essere incentrata sulla promozione dell'autonomia cognitiva che precedentemente necessita
di dipendenza in quanto per imparare bisogna prima essere nella condizione di non sapere.
Tra insegnante e alunno si crea una relazione, e non una interazione. La relazione è composta da
una serie di interazioni ricorrenti al di la del tempo in cui ogni interazione è influenzata da quelle
precedenti. La relazione ha tre componenti: dimensione temporale, dimensione cognitiva e
dimensione emotiva (lascia un segno).
Il costrutto di PERSONALITA' PROFESSIONALE riguarda l'interazione tra modalità didattiche e
stile esistenziale dei docenti. E' importante che ci sia un bilanciamento tra identità e ruolo, sennò
l'autorità viene vista solo sul piano del ruolo.

STILI EDUCATIVI DEI DOCENTI

Molte sono le variabili intervenienti nella relazione alunno-docente, come per esempio le
caratteristiche di personalità del docente, le idee sull'apprendimento e le rappresentazioni interne di
entrambi. Nel caso in cui la rappresentazione dell'alunno ideale della maestra viene proiettata
sull'alunno reale la relazione si trasforma in dominio.
Le diverse tipologie di relazione alunno/insegnane sono:
– dipendente: controllo eccessivo del docente che non permette autonomia
– relazione positivamente coinvolta: comunicazione efficace
– relazione disfunzionale: rabbia, fastidio, scarso coinvolgimento da parte di entrambi
– mediamente funzionale
– rabbiosa: alta conflittualità
– relazione non coinvolta: scarsi scambi affettivi e scarsa comunicazione
Il teacher power è la capacità di indurre gli alunni a fare cose che non avrebbero fatto. Gli
insegnanti devono essere capaci di distribuire progressivamente potere e responsabilità.

LA GESTIONE DELLA CLASSE

I classroom management sono tutti i comportamenti messi in atto dall'insegnante per promuovere
l'interesse, la partecipazione e per stabilire un ambiente produttivo di lavoro. E' importante non solo
il mantenimento della disciplina ma anche creare condizioni facilitanti l'apprendimento attraverso,
per esempio, un ambiente caldo e accogliente, l'organizzazione di compiti e l'incoraggiamento e la
collaborazione reciproca.
Il gruppo scolastico è un gruppo psicosociale con caratteristiche peculiari per finalità, modalità di
organizzazione e dinamiche evolutive. Il docente deve armonizzare queste dinamiche affettive e
relazionali affinchè siano funzionali alla crescita. All'interno di ogni gruppo scolastico vi è una
struttura organizzativa (persegue obiettivi didattici) e una struttura subistituzionale (aspetti emotivi
delle relazioni interpersonali).
È importante utilizzare modelli di tipo anticipatorio e sistemi di monitoraggio. Questi ultimi sono
basati sul lavoro di preparazione da inizio anno esplicando dall'inizio le regole, le routine e le norme.
Fondamentali sono sia la gestione delle relazioni tra gli alunni in classe sia l'appagamento degli scopi
del singolo e del gruppo. Tutto questo con il fine di produrre negli alunni la capacità di
autoregolazione intesa come abilità di agire in modi socialmente appropriati anche in assenza di
controlli esterni.
In conclusione possiamo dire che una corretta gestione della classe è incentrata al rispetto degli spazi
e dei tempi dei singoli e al preservare la coesione dinnanzi agli obiettivi comuni.

PEDAGOGIA

La pedagogia è la disciplina che studia i processi di educazione e formazione umana nella sua
complessità

cosa è il potere, +
la gestione della classe, +
il ruolo del padre, +
l'obbedienza, +
la paideia, +
la parresia, +
genitorialitá, +
generativitá, +
clima della classe,
potere spiegazione di Weber, +
stili educativi dei genitori, +
i 4 punti del parental style, +
la pedagogia (una definizione complessiva), +
Foucault, +
comunicazione positiva o negativa,
dominio.+

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